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Iniziazione e tradizione
"Iniziazione e tradizione"""" - scritto da un vero maestro dell'esoterismo, non da un semplice studioso - si rivolge a chi non si è arreso alle illusioni del quotidiano, del successo e del possesso, a chi ancora non si è trasformato in una delle """"macchine desideranti"""" ed eternamente insoddisfatte dei nostri tempi. In pagine di straordinaria .chiarezza e profondità, Claudio Bonvecchio ripercorre il senso della Via iniziatica, le sue condizioni, le sue necessità, le sue tappe e i suoi simboli, e offre un affresco sapienziale della Tradizione in rapporto specifico con l'universo esoterico della Libera Muratoria. Questo libro è una piccola cattedrale, una vera Summa per chi non smette di percorrere la via della ricerca, per quegli iniziati che """"sanno che la loro esistenza ha un inizio e una fine. Ma sanno, anche, che la loro Vita è eterna: come il vento, la natura e gli universi a cui il loro Spirito si unirà, confluendo nella Totalità dell'Essere""""." -
La filosofia di Proust. Dalla parte di Deleuze
Attraversare i segni incide la temporalità e condensa la pertinenza del pensiero alla sua radice. Così Proust, smarcandosi dalle ricorrenze narratologiche, costruisce un mosaico a frammento, discontinuo, nel quale la memoria, la storia, le relazioni fungono da caratteri espressivi edificanti. Non in senso morale, ma alla lettera come ""costruzione"""". È una disseminazione. In """"Marcel Proust e i segni"""" del 1966, Gilles Deleuze traccia una breccia filosofica mirante a restituire l'immagine concreta e vitale di una vera e propria """"filosofia proustiana"""". Ricerca del pensiero e ostinazione del pensiero, apprendistato faticoso di una determinazione tale da """"costringersi al pensiero"""", al ce qui donne à penser, dar da pensare. Proust complica l'esistenza a partire dai segni, si mette in difficoltà lungo l'asse gnoseologico della sua opera, in particolare nella Recherche. Deleuze legherà la sua riflessione a quel nesso arte-vita culmine del """"tempo ritrovato"""", che si esprime e parla per mezzo di geroglifici. Il filosofo è l'interpretante e, radicalmente, Proust fa ermeneutica dei processi vitali che attraversa (odori, sguardi, teorie). Nessun personalismo né storicismo viene evocato a legittimare la ricerca dal momento che filosofia e letteratura respirano sul frastagliato e caosmico piano di immanenza, dimensione unica e plurale. Con Deleuze, Proust ci appare attuale nella sua inattualità, contemporaneo rispetto al patire nietzscheano, gioioso e tragico al contempo, di cui è intessuta la forza stessa del pensiero. Potenza espressiva, scavo semiotico, costituzione del binomio arte-vita. Deleuze e Proust architetti del senso e della sua logica."" -
Verso le matrici antepredicative della fenomenologia trascendentale. Dalle «Logische Untersuchunge» ad «Idee II»
Il saggio qui proposto si sviluppa a partire dalla delineazione del programma logicista tratteggiato nei Prolegomeni fino all'individuazione delle sintesi estetiche. Esso ripercorre quindi in maniera capillare la mossa e sfumata traiettoria di evoluzione e trasformazione che innerva e scandisce dettagliatamente buona parte del cammino husserliano, secondo le articolazioni di una rigorosa infrastruttura profonda intercettata a partire dagli anni '80 dalla più penetrante bibliografia critica - prevalentemente di lingua francese e tedesca - qui ampiamente vagliata. Alla luce di ciò Crivella sviluppa le sue analisi mettendo a punto due fuochi teorici tanto precisi quanto originali; trascendentale dinamico e schematismo oscillante. Questi ultimi diventano così i principali terminali operativi tramite cui l'autore non smette mai di recuperare da prospettive d'esame sempre diverse e da angolature tematiche sempre variate il dialogo ininterrotto che Husserl ha intrattenuto con il kantismo. -
Tertium datur. Sintesi e mediazione tra criticismo e idealismo speculativo
In che senso il progetto kantiano di una sintesi trascendentale ha a che fare con un'ontologia del tertium datur? D'altronde, non è proprio il sistema di Hegel l'esempio migliore di una tale ontologia? Ma soprattutto: la struttura del pensiero hegeliano segue davvero una triade ineluttabile? Questi quesiti sfociano nella domanda principale: come va inteso il terzo termine nel procedimento dialettico? Questo studio, ripercorrendo i concetti principali della filosofi a kantiana e di quella hegeliana, tenta di rintracciare quel tertium che risponde all'esigenza di risolvere il problema della soggettività moderna inaugurato dal dualismo cartesiano. Individuando in Kant e Hegel i due paradigmi del pensiero moderno - uno basato sulla sintesi, l'altro sulla mediazione - si problematizza e concettualizza la figura del terzo, non solo come unità nella differenza, ma anche come luogo della costituzione della differenza: il terzo è un modo di darsi dei due e un modo di trasfigurarsi della dualità. -
L' esperienza del tempo. Uno sguardo multidisciplinare
Il filo conduttore di questo libro è la duplice modalità in cui il tempo può essere vissuto: come la ripetizione di qualcosa che è già stato o come la dimensione in cui emerge ciò che è nuovo. Anche se questa è l'esperienza di ciascuno di noi, grandi nomi ci hanno preceduto e possono rappresentare una guida, o almeno una traccia: da filosofi come s. Agostino, Kierkegaard e Aristotele, a narratori come Mann e Proust, a poeti come Eliot e Montale. La psicoterapia, che si misura col tempo come ripetizione, deve farsene carico per comprenderne le ragioni profonde e muoversi verso l'esperienza del tempo storico, dove può avvenire ciò che ancora non era avvenuto. Anche se in questa avventura il tempo è spesso vissuto, per usare la classica analisi di s. Agostino, come ""il presente del passato"""", la meta è, comunque, """"il presente del presente"""". Ed è qui che alla fine si decide il valore del nostro vivere."" -
Immagini sfuggenti. Saggi su Blanchot
Narratore, critico letterario, pensatore, Maurice Blanchot è ormai riconosciuto come un esponente di primo piano della cultura novecentesca. In Italia, tuttavia, i suoi libri (specie i romanzi e racconti) sono ancora poco tradotti e studiati. Il presente volume si propone di ovviare, anche se solo in parte, a tale lacuna, prendendo in esame, nelle due sezioni in cui è suddiviso, prima alcuni testi narrativi dell'autore, poi alcuni temi fra quelli da lui trattati negli scritti saggistici. Un dato che emerge subito è proprio il fitto intreccio di richiami e analogie che uniscono fra loro i due versanti dell'opera. Nutrito da una vasta e profonda cultura letteraria e filosofica, nonché dai rapporti d'amicizia con intellettuali come Levinas, Bataille o Derrida, Blanchot ha saputo usare tutti questi stimoli come punti di partenza per un'elaborazione fortemente personale. Essa ha dato luogo sia a romanzi e racconti che appaiono ancor oggi strani e spiazzanti, sia a riflessioni che hanno restituito al fatto di scrivere tutta la serietà e la rischiosità di un impegno totale, che concerne direttamente la vita e la morte, l'una e l'altra inafferrabili. Gaston Bachelard si è chiesto una volta: «È mai stato possibile fare della poesia con del pensiero?». La lettura dei libri blanchotiani, nei quali si assiste a un vero e proprio pensare per immagini, costituisce un'esemplare risposta positiva a tale quesito. -
Liberi di pensare. Aporie della libertà
La ""theoria"""" come spazio indispensabile per la vita politica dell'uomo: questa profonda intuizione, posta da Hannah Arendt a fondamento de """"La vita della mente"""", viene sviluppata, nel presente volume, indagando sulla peculiare libertà che Aristotele associa all'esercizio della filosofia. L'attività teoretica del pensiero implica infatti, nello Stagirita, una """"proairesis tou biou"""", una scelta di fondo, con la quale colui che pensa plasma la sua vita nel libero corrispondere alla propria natura di essere pensante. Se si investigano ulteriormente i fondamenti di questa forma aristotelica di libertà, si comprendono meglio le ragioni del legame essenziale tra volere, pensare e giudicare, che per Arendt costituiscono nel loro insieme la vita della mente, e si apprezza in tutto il suo spessore la forza ermeneutica dell'aristotelismo arendtiano. Si possono però allo stesso tempo valorizzare aspetti ancora attualissimi della concezione aristotelica anche al di là dei limiti che sembrano comunque dover restringere, nella riflessione arendtiana, il ruolo della teoria in conseguenza della centralità dell'azione. La scelta di assumere fino in fondo il pensare, ripresa nel contesto aristotelico del riferimento alla determinatezza di senso e dello stare al discorso e con altri, deve certamente affrontare un'intensificazione della dialettica paradossale e drammatica di necessità e libertà all'interno della vita umana, ma viene allo stesso tempo portata in un ambito capace di illuminare in modo insostituibile il nesso tra libertà e responsabilità che l'agire dell'uomo, e la sua vocazione politica, chiamano ineludibilmente in causa."" -
Perdere il lavoro, smarrire il senso. Esperienze educative e altri saggi di sociologia critica
Per chi e perché lavoriamo? Perché sacrifichiamo così tante energie in un'attività che spesso ci porta a vivere tante ore lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle nostre passioni? Vivendo in contatto quotidiano con persone che hanno perso il lavoro e che si trovano in condizioni socio-economiche di marginalità, non posso che affermare che lavoriamo per la dignità, per non sprofondare nella miseria, per non perdere il diritto di partecipare attivamente alla vita sociale ed economica. Le persone escluse da molto tempo dal mondo del lavoro o che non hanno mai lavorato e non riescono a entrare nel mondo del lavoro si trovano in una situazione assurda e dolorosa: vivono in una repubblica ""fondata sul lavoro"""" dove la partecipazione attiva alla vita sociale passa necessariamente attraverso un reddito fornito dal lavoro ma loro sono escluse da tutto questo perché afflitte dalla peste del non lavoro. Un cittadino che non lavora non riesce a vivere pienamente la sua cittadinanza. Vive senza un fondamento civico che lo rende riconosciuto e riconoscibile. Non ha un posto, non ha un impegno che lo rende visibile agli occhi della società. Sostenuto quasi unicamente dalle politiche di welfare può anche sprofondare in una passività priva di uscita. In una progressiva perdita di dignità che è disumana. Senza un lavoro dignitoso, sensato, necessario, ben retribuito, non ci sarà dignità per tutti. È questa la chiave di volta nella fase di rapida trasformazione sociale che stiamo attraversando. Ma è veramente possibile realizzare una condizione di piena occupazione in una società come la nostra? Possiamo costruire le basi per una nuova condizione socio-economica mantenendo inalterati gli attuali rapporti di produzione?"" -
Decolonizzare le migrazioni. Razzismo, confini, marginalità
Pur impiegando una precisa sequenza che rispecchia il dibattito recente sulle migrazioni, il testo prova soprattutto a confrontarsi con i dilemmi sperimentati da chi lavora sul campo. In primo luogo emergono le domande sulla sostanza dei processi e sul modo in cui si possono definire, seguite da analisi sulle modalità storiche con cui si è realizzato sul territorio europeo il mutamento di identità e funzioni delle migrazioni; successivamente vengono indagati i ruoli di chi pratica attività di ricerca e le modalità con cui si può uscire dalla gabbia del pensiero coloniale, riflettendo sulla difficoltà concreta di lavorare all'interno di una struttura come lo stato nazione e ponendosi, infine, il problema delle possibili alternative. -
Pagine sparse di uno psichiatra
Questo libro raccoglie gli articoli di Mario Augusto Maieron pubblicati negli ultimi quattro anni su aspetti teorici della psichiatria, argomenti di storia della psichiatria e, da un punto di vista letterario e culturale, di storia della medicina. I primi due capitoli sono originali e riguardano le attuali conoscenze sulle basi neurobiologiche dell'attività mentale e la storia della dottrina psichiatrica dall'età dei Lumi, quando la psichiatria fu riaccolta nella medicina, fino a oggi. Prefazione di Giuseppe Armocida. -
Critica e finzione
Questo libro è un trattato di poetica in forma di conversazioni, una mappa della realtà e della letteratura proposta da uno dei più grandi scrittori argentini della seconda metà del '900. Piglia, narratore straordinario e critico estremamente lucido, rende omaggio a Faulkner, esamina i testi di Borges e Arlt, riflette sul genere poliziesco, sulla narrativa nel cinema, sull'editoria, sui suoi inizi come scrittore, sull'uso della lingua da parte dello stato, del romanzo e della sua tensione con le macchinazioni del potere. Un'opera essenziale per la comprensione di uno scrittore imprescindibile. Prologo di Mirko Olivati. Con un saggio di Massimo Rizzante. -
Contro-parola. Foucault e la parresia
Il tema della ""parresia"""" in Foucault è dipanabile lungo un duplice e parallelo intreccio: da un lato, interrogando in modo filosofico la questione della """"veridizione"""", soprattutto nel mondo classico, sino al proto-cristianesimo, e dall'altro articolando in modo politico la sfida della verità lanciata al governante di turno, nella piena consapevolezza del rischio mortale che ciò comporta, ieri come oggi. I saggi raccolti in questo volume affrontano i due versanti della """"parresia"""" nella trattazione foucaultiana, spingendosi in taluni casi a rintracciare nel contemporaneo condizioni parresiaste in ambiti e campi istituzionali dove urge una analoga sfida al potere costituito."" -
La sovranità dell'Uno. Filosofia politica della Grecia
Le categorie fondative della filosofia politica risalgono alla grecità, spazio di emergenza della comunità politica e tempo di elaborazione dei concetti più pregnanti di comprensione, anche per la modernità. Soggetto, comunità, sovranità, politica, costituiscono termini di un lessico che è stato costruito nella classicità greca e che si è tramandato nei secoli, beninteso con profonde trasformazioni e rotture cui diamo il nome di modernità. E tuttavia questi concetti si legano nel corso del tempo tramite un fil rouge cui è possibile dare il nome di Uno, di Unità, che ancor oggi significano la ragione politica e la grammatica stessa della convivenza organizzata in uno spazio condiviso da differenti. Pluralità e differenza hanno subito, sin nella Grecità, una torsione riduttiva che questa ricerca prova a tirare fuori dall'oblio, sempre interessato, cui sono state relegate nei secoli. Esse rappresentano una sorta di rimosso che tuttavia riemerge sempre sulla scena della politica, costituendo un blocco concettuale ancora da affrontare per eludere la morsa dell'Uno sovrano, tesa a escluderle. -
Arlecchino e il microscopio. Saggio sulla filosofia naturale di Leibniz
Questo lavoro, che si colloca al confine tra la storia della filosofia e la storia della scienza, analizza il costante interesse dimostrato da Gottfried W. Leibniz (1646-1716) per la nascente microscopia, che spalancò alla scienza moderna campi di indagine interamente nuovi. La più piccola goccia d'acqua rivela un pullulare di creature invisibili a occhio nudo, che estendevano la scala naturale ben oltre i limiti allora conosciuti. Leibniz, che fu sempre particolarmente sensibile, in ogni campo della sua attività, teorica e pratica, a ciò che è infinitamente piccolo, non esitò a utilizzare prontamente l'osservazione del microcosmo come supporto empirico del ""nuovo sistema della natura"""" che andava elaborando: una sorta di atomismo vitalistico, noto anche come """"monadologia"""". In esso trovava una formulazione rigorosa la tesi che il mondo attuale realizza la massima varietà ordinata possibile, idea che Leibniz cercò di corroborare attraverso le nuove scoperte osservative, in un dialogo costante tra """"scienza colta"""" e """"saperi tecnici"""", speculazione metafisica e risultati sperimentali. Prefazione di Massimo Mugnai."" -
Storie menti mondi. Approccio neuroermeneutico alla letteratura
Tramite la creazione di storie, l'uomo organizza l'esperienza di sé e del mondo, il proprio vissuto, biologico e immaginario, la propria identità. E, a volte, attinge alla bellezza, nella configurazione stilistico-simbolica del testo letterario e nella sua fruizione. In ""Storie menti mondi"""", l'esperienza letteraria viene indagata come fenomeno dinamico, fisiologico, emotivo e cognitivo, in relazione ai processi mentali che generano il proprium di ogni creazione artistica e lo riconfigurano nell'atto della lettura. A partire dalle specificità linguistiche, formali, stilistiche e simboliche di un'opera, la neuroermeneutica consente di interpretare il testo come dispositivo di ricerca antropologica, in quanto spazio privilegiato per una riflessione sui processi di ordine fisico, emotivo e cognitivo implicati dall'immaginazione tanto nell'atto creativo che in quello della fruizione estetica. Alla luce di tale approccio, che tiene conto dell'interazione fra ermeneutica, antropologia letteraria, studi sulla cognizione, sulla simulazione incarnata, sull'empatia e sui correlati neurali dell'esperienza estetica, è possibile dischiudere nuove prospettive critiche in merito all'esegesi del testo, come anche in relazione alla cultura in cui ogni opera s'inscrive, e offrire nuovi spunti di riflessione sui processi della mente impegnata nell'immaginazione creativa e fruitiva di storie: infiniti mondi, che si condensano e riaffiorano dalle pagine, tramite cui l'essere umano tenta di costruire significati sempre nuovi per il suo essere nel mondo, in una esauribile tensione verso la bellezza."" -
La presenza. Essere dinanzi al mondo, essere dinanzi al vuoto
Il malessere contemporaneo invade l'esistenza, ma la ""crisi di presenza"""" vissuta da chi oggi si sente cavia di un sistema al collasso può tramutarsi in opportunità di riscatto? A partire da questo interrogativo si sviluppa la ricerca della presenza nei vissuti e nei momenti storici percepiti in trasformazione, esplorando le fasi che determinano il vitalismo necessario alla dinamica del cambiamento. Attraverso l'interpretazione di filosofi e antropologi dell'Apocalisse, si svela un tema che esprime, nel suono e nel significato, l'imprescindibile scambiabilità tra persona e mondo, e che finisce per approdare a un """"contro-argomento"""" intuitivo con le riflessioni dell'antropologo Ernesto De Martino: se la crisi oggi si fa parte costitutiva della presenza, e costituente del mondo, sarà possibile intravedere l'altra possibilità di """"essere dinanzi al mondo""""."" -
Oltre i confini del politico. Michel Foucault filosofo della politicizzazione
A partire dall'angolo prospettico di categorie come medicalizzazione, governamentalità e ""parresia"""", il volume approfondisce il pensiero di Michel Foucault mettendo in risalto l'opera di politicizzazione compiuta dall'autore francese. Un'attività consistita nello svelamento del potere là dove esso sembrava non esistesse, là dove esso era occultato e, dunque, più insidioso. E ciò a partire dalla messa in causa della presunta neutralità e a-politicità di saperi e pratiche - a partire dalla medicina - che hanno trovato nella scienza la propria fonte di autorità e legittimazione."" -
Rigenerazione urbana e restituzione di territorio. Metodi e mapping di intervento in Lombardia
La rigenerazione urbana non può essere disgiunta dalla lotta al consumo di suolo determinato dall'impermeabilizzazione e dalla diffusione della città, ma piuttosto va considerata in una prospettiva sinergica. Infatti, il consumo di suolo, nella sua declinazione urbana, comprende il territorio coperto da edifici che palesano un'inadeguatezza qualitativa, in quanto non svolgono più la propria funzione originaria (il dismesso) o non sono più in grado di rispondere alle esigenze degli abitanti (l'obsoleto). In tale contesto, il volume illustra un metodo di rigenerazione urbana sinergica, elaborato presso il CST-DiathesisLab dell'Università degli Studi di Bergamo e applicato in Lombardia, che mette in relazione gli edifici urbani poco o male utilizzati - il dismesso e l'obsoleto ERP - attivando una dinamica ""a domino"""" di demolizione e ricostruzione. Tale rigenerazione è prospettata in un'ottica partecipativa e mira a restituire territorio agli abitanti creando nuovi spazi verdi, ricreativi e aggregativi."" -
Più logica per tutti. L'argomentazione e la filosofia nella vita quotidiana
Antica e vexata questio: pensare bene è una garanzia per ""vivere bene""""? Certamente no. Il dolore, le disgrazie, il male e la morte sono ostacoli insormontabili al vivere bene, ma meglio pensare bene che pensare male - o non pensare affatto - a come conquistare una """"vita buona"""". Il volume contiene una serie di saperi e strumenti dell'antica arte dell'argomentazione che possono rivelarsi utili per pensare ai propri pensieri e alle proprie azioni nella vita quotidiana e nella relazione con gli altri. Include anche il Metodo di Argomentazione Razionale (M.A.Ra.) per condurre dialoghi argomentativi e razionali con ogni interlocutore e con ogni gruppo."" -
Un aristotelismo sovversivo. MacIntyre oltre il dis-ordine liberale
Questo volume si concentra sulla produzione macintyreana che precede ""Dopo la virtù"""" (1981) e costituisce quindi un'ottima introduzione alla sua comprensione. Lo scopo principale è quello di collocare il percorso teorico di MacIntyre nella prospettiva di una critica radicale del liberalismo inteso come forma di vita sociale. In quest'ottica il suo background marxista e la riattualizzazione della filosofia pratica aristotelica che egli sviluppa vanno valutati in tutta la loro portata sovversiva.""