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La narrazione del corpo. La psicoterapia sensomotoria integrata nella terapia di coppia
Nell'ampio panorama della psicoterapia l'approccio alla coppia è tipicamente cognitivista, comportamentale, sistemico o sessuologico. Attaccamento, emozioni e intimità affettivo-sessuale sono affrontati spesso senza tenere conto sia del ruolo del corpo della coppia, sia di esperienze precoci di attaccamenti inadeguati. Questi producono a volte risposte corporee che diventeranno una memoria procedurale relazionale adulta. Trigger del passato si intersecano con relazioni adulte, dove il confine tra l'allora e l'oggi diventa molto labile. Questo libro, dal taglio essenzialmente pratico, propone una chiave di lettura corporea ai conflitti della coppia, presentando esercizi che possono essere integrati nella propria pratica clinica al di là dell'approccio di base. -
L'invenzione della grazia. Sulle tracce di un'idea splendida
La grazia valeva già in antico come una sorta di realtà aumentata: quando un dio, di solito una dea, versava charis (grazia) sul capo di qualcuno, chi ne beneficiava appariva pienamente se stesso. Questo libro indaga la scoperta della grazia, a partire dal saluto di Nausicaa a Ulisse: un imperativo che ordina di splendere di gioia, come l’augurio angelico a Maria. L’idea di grazia dice la condizione migliore in cui possiamo esprimere la nostra umanità; supera la potenza del desiderio e inaugura la logica del dono. La sua ricca polisemia investe molti ambiti – estetico, giuridico, teologico, antropologico – e ogni volta li trasforma. Attraversa diffusamente il linguaggio, già nella quotidiana ripetizione del «grazie»; concerne la gratitudine, definisce il fascino, restando tuttavia impercettibile, sino alla dimenticanza. Eppure si tratta di un concetto potente che ha caratterizzato la storia della nostra cultura da Omero alla filosofia contemporanea. Sono qui inseguite le tracce ricorrenti di quest’idea che manifesta la trasfigurazione di sé, il più che naturale dell’umano, il nesso di attività e passività nel soggetto vivente. -
Nietzsche e il nichilismo
Il pensiero di Friedrich Nietzsche percorre come un fiume carsico la filosofia di Gabriel Marcel, ora scorrendo sotto terra silenzioso, ora riaffiorando con rapsodici singulti. Fra distanze polemiche ed entusiastici avvicinamenti, il rapporto di Marcel con Nietzsche è tanto prudente quanto appassionato; l'intesa con il pensiero nietzscheano è spesso appena accennata, sebbene filosoficamente genuina e stimolante. Marcel desidera rendere omaggio alla grandezza di Nietzsche e interpretarlo come uno dei più eminenti rappresentanti del pensiero esistenziale, consapevole di avere a che fare con un pensatore tanto distante da lui quanto paradossalmente molto vicino, nel quale avvampa l'amore e la passione per la sincerità. I testi di Marcel su Nietzsche, qui riuniti per la priva volta nonché inediti in traduzione, se per un verso rispondono a sollecitazioni e contingenze precise, per un altro documentano un interesse costante. Come confermano interventi e citazioni diffuse nelle opere, Nietzsche è stato per Marcel un vero e proprio compagno di viaggio. -
Studi iranici ravennati. Vol. 2
"Il presente volume è molto internazionale del primo e ospita un numero maggiore di contribui proposti da diversi studiosi, alcuni ancora molto giovani, ma già ben noti nel campo dei nostri studi e con i quali l'Iranistica Ravennate è entrata strettamente in contatto e collaborazione, a conferma della vocazione internazionale di questa piccola sede universitaria dell'Alma Mater Studiorum. Dall'Australia all'Ossezia, dal Tajikistan all'India, tutti passando da Ravenna alcuni orientalisti hanno così potuto incontrarsi nella pagine di questo volume e contribuire a stimolare sempre più sia il clima di collaborazione generale sia l'interscambio scientifico. Ci auguriamo che grazie alla presenza di tutti i colleghi che hanno partecipato al secondo numero di «Studi iranici ravennati» si possa ulteriormente contribuire alla circolazione di questa pubblicazione, aumentandone ancor di più l'impact factor. Vogliamo così auspicare che il numero successivo appaia molto più celermente, se non altro con scadenza almeno biennale, e che attragga ancor più contributi. Questa affermazione deve essere letteralmente presa come un invito a sottoporre presto nuovi lavori scientifici al comitato redazionale per la peer review."""" (dalla prefazione)" -
Il volo sospeso di Gajto Gazdanov. Vita e opere di uno scrittore russo emigrato a Parigi
Attraverso lettere, romanzi, racconti, articoli di critica letteraria e inediti materiali d'archivio della loggia massonica russa La Stella del Nord, viene qui presentato uno dei pi. originali, brillanti e complessi autori del Novecento: lo scrittore Gajto Gazdanov (Pietroburgo 1903-1971 Monaco). Di origine osseta, emigrato a Parigi nel 1923, Gazdanov venne consacrato, gi. negli anni '30, come il pi. valente scrittore della prima emigrazione russa, insieme al coetaneo Sirin-Nabokov, grazie al successo del primo romanzo Una serata da Claire (1930). Il ricco materiale qui esaminato restituisce all'intellettuale russo la sua figura di artista ribelle, anticonformista, ironico e intrigante, dalla produzione letteraria estremamente attuale. -
Ponti-Ponts. Langues littératures civilisations des pays francophones. Vol. 17
NOTES DE LECTURE: Études linguistiques CRISTINA BRANCAGLION Francophonie européenne SIMONETTA VALENTI Francophonie du Maghreb DANIELA MAURI Francophonie de l’Afrique subsaharienne MARIA BENEDETTA COLLINI Francophonie du Québec et du Canada ALESSANDRA FERRARO Francophonie des Caraïbes MARCO MODENESI Œuvres générales et autres francophonies SILVIA RIVA -
Il felice inganno. Poesia, finzione e verità nel mondo antico
Attraverso l'analisi di alcune figure affascinanti del mondo greco, in un percorso che va da Omero a Esiodo, da Pindaro a Gorgia, Roberta Ioli ci guida verso un'interpretazione della poesia antica non come perfetta parola sapienziale, ma come scarto e deviazione benefica rispetto a una realtà mai pienamente accessibile, eppure illuminata dal dono del canto. Alla dicotomia tra un'estetica della verità e una della finzione, l'età arcaica risponde con un'esperienza per noi sorprendente in cui i due ambiti spesso coincidono, non perché verità sia menzogna, ma perché la finzione garantita dall'arte può diventare una via di accesso al vero. Il dono della poesia antica è, paradossalmente, proprio il suo inganno: essa mostra occultando, e rimanda a un possibile di cui si colgono gli indizi nel kosmos dell'opera, un possibile mai interamente compiuto, se non nella felice finzione dell'arte. Postfazione di Simonetta Nannini. -
Tecnocrazia e analfabetismo emotivo. Sul pensiero di Günther Anders
Se è vero che il Novecento con le sue profonde lacerazioni ha attraversato la lunga vita di Günther Anders, anche il suo pensiero deve essere inscritto a pieno titolo nel tracciato filosofico novecentesco segnato dalla questione della tecnica. Postosi ai margini dell’accademia in una sorta di perenne non appartenenza, Anders compone un mosaico che mette insieme prospettiva teoretica e urgenza empirica, occasionalismo e metodica deformante, critica dell’esistenza tecnica e prognosi dell’analfabetismo emotivo. Il volume percorre i momenti costitutivi della disfunzione innescata da una tecnocrazia che invalida la vita emotiva precipitando l’esistenza umana in una condizione di obsolescenza contro cui occorre comunque azzardare una difficile metamorfosi del sentire. Fantasia morale e conservazione del mondo rappresentano rispettivamente il sentiero da percorrere e la meta politica da raggiungere contro i rischi di una tecnica divenuta la principale fatalità delle nostre esistenze. -
Dialettica del diverso. Marxismo e antropologia in Luciano Parinetto
La filosofia ""eretica"""" di Luciano Parinetto (Brescia 1934-Chiari 2001), docente di Filosofia morale alla Statale di Milano, vede in Marx un'utopia della sensibilità (""""Sinnlichkeif"""") ben distante dal """"sistema"""" del materialismo dialettico, che di Marx faceva il profeta del movimento operaio, concepito come un corpo unico da guidare verso la rivoluzione socialista. Parinetto rileva, invece, nel filosofo di Treviri, il valore del singolo (e ne parla con echi kierkegaardiani), la cui diversità è il potenziale grimaldello per l'emancipazione dell'umano. E il singolo, se si risale alle fonti rimosse del pensiero dialettico marxiano (come a Rousseau, a Lessing o alla tradizione alchemica), non è affatto un'essenza, ma un divenire: non ha una natura propria (che farebbe """"pendent"""" con la fissità ontologica borghese), ma è un orizzonte di possibilità tutte aperte (che, per converso, i socialismi reali hanno cristallizzato in un tipo antropologico cui adeguarsi). Di qui l'attenzione per la stregoneria: la strega è un concetto metamorfico che surdetermina tutte le minoranze culturali, tutte le diversità perseguitate a partire dall'età moderna (dagli indios americani ai contadini tedeschi, dagli ebrei alle donne agli omosessuali), nelle quali Parinetto (cui peraltro si deve l'impulso ai Gender Studies e l'influenza su Mieli) individua l'esibizione della dialettica e, d'altronde, nella dialettica vede la chiave di lettura della diversità. Del resto la strega, che è errante nei nomi e nei luoghi, la notte emigra nel Sabba, luogo del desiderio, e per questo si fa portatrice dell'utopia di un totalmente altro."" -
Shift. International journal of philosophical studies (2017). Vol. 2: Humanity.
Daniela Calabrò , Editoriale/Editorial , Saggi/Essays , Daniela Calabrò , L'exigence politique: l'humanitas selon Merleau-Ponty, d'Humanisme et terreur aux , Aventures de la dialectique , Danielle Cohen Levinas , L'Europe désorientée? Eloge de l'humanité de l'homme à l'épreuve des populismes, Roberto Marchesini , La natura desiderante dell'essere umano , Rosalia Peluso , Sulla ""humanity in dark times"""" di Hannah Arendt , Francesco Piro , Dai diritti naturali ai diritti umani. Per un approccio genealogico all'umanitarismo moderno , Marco Russo , Umanesimo e antr opologia. Un confronto con Foucault , Figurazioni/Figurations , Franco Cipriano , Di immemoriale in-umanità dell'opera , Studi E Ricerche/Studies And Researches/Varia , Mario Autieri , Con Marx, oltre Marx. Foucault, Deleuze e l'interpretazione del Capitalismo , Giovanna Callegari , Questo è un gioco? La teoria del doppio vincolo sulla scena del capitale tecnologico globalizzato , Manuela Macelloni , Che cosa è uomo? Umano, trans-umano, post-umano? , Luca Scafoglio , Magic and Machine. R.G. Collingwood's Anthropology of Actuality , Renato Trombelli , Kierkegaard nel mondo di Bergman: la sorte dell'uomo di fronte al silenzio di Dio , Archivi/Archives , Hannah Arendt , Prefazione a Uomini in tempi bui , """" Viventi vissuti"""": per una genealogia dell'umano. In dialo go con Aldo Masullo , (a cura di L. Scafoglio) , Effetti/Effects , Francesco Saverio Festa , Ma cosa succede in Catalunya? , Lucia Iuzzolini , System for the Protection of Asylum Seekers and Refugees , Recensioni/Reviews, Autori/Authors."" -
Il comune e/o l'estraneo. Per una revisione del lessico concettuale euro-americano
L'ambizione da cui nasce il presente volume è stata, fin dall'inizio, quella di ridisegnare i confini di un lessico concettuale occidentale il cui percorso storico e il cui destino futuro ci sembrano, oggi, predeterminati e irrevocabili. Sottrarre alla loro apparente univocità alcune nozioni può condurre a cogliere la plurivocità che le fonda e le riveste, rendendole inattesi agglomerati di senso, arabeschi logici di cui si deve intendere l'effettiva valenza semantica nonché il loro potere evocativo. Per le diverse aree di studio e di discussione sono state, in questo senso, prescelte quattro terne di parole, associate tra loro eppure distanti nel loro esito socio-culturale e storico-linguistico. Ripensare, soprattutto attraverso la letteratura, il significato di tali nozioni può rendere, di fatto, evanescenti i confini che separano ciò che consideriamo comune da ciò che reputiamo estraneo, ribadendo il carattere problematico e aperto del contesto culturale in cui abitiamo e da cui siamo, fatalmente, abitati. -
Il «fiume carsico». Federalismo e centralismo nel dibattito pubblico tra Lombardia e Italia (1945-1953)
Nella storia dell'Italia contemporanea il dibattito sul centralismo, sul federalismo e sulle libertà locali ha l'immagine di un «fiume carsico» che scorre sotterraneo per poi riemergere con forza in superficie. Sebbene sovente lasciato sullo sfondo il tema è, infatti, da sempre presente nelle istanze di vaste parti della classe dirigente degli ultimi due secoli: tuttavia, solo in alcune circostanze ben definite si è imposto nella dialettica politica e ha coinvolto l'opinione pubblica. Momenti che, in genere, corrispondono a fasi di crisi acuta del Paese. Questo volume affronta uno di quei momenti: terminata la Seconda guerra mondiale e mentre procedeva la ricostruzione anche il nuovo ordinamento dello Stato - o, come disse Ivanoe Bonomi, «distruggere la vecchia impalcatura dello Stato, quale è uscito dalla prova di oltre ottant'anni, e sperimentarne una nuova» - era considerato una riforma necessaria per creare un'autentica democrazia. In tale ricostruzione, morale e materiale, era investito anche il mondo della stampa ora tornata libera, cui era assegnato il delicato compito di accogliere e convogliare la voce dei cittadini, interpretarla e chiarirla come indicazione di volontà che non poteva essere ignorata dalla classe dirigente. Attraverso dunque il dibattito sulle oltre cinquanta testate pubblicate in Lombardia tra il 1945 e il 1953 il volume ripercorre la parabola delle autonomie in quella decisiva fase storica e mostra quanto sul federalismo e sul centralismo si giocò una partita tutta politica, influenzata anche dall'affermarsi della «Repubblica dei Partiti» e della Guerra Fredda, un nuovo equilibrio geopolitico mondiale che non poteva non avere ricadute sulla politica interna del paese. -
Tra Don e Danubio. Lo spazio scitico tra nomadismo e sedentarietà
La rara coincidenza dello ""spazio geografico / politico"""" con quello """"linguistico / etnico"""" porta negli studi iranici alla necessità di definire il concetto di Iran esterno ed Iran interno. Lo studio del cosiddetto Iran esterno richiede una riflessione preliminare sull'elemento iranico nelle regioni della Russia meridionale, Ucraina meridionale e del Caucaso. Definiamo l'iranicità di queste regioni """"iranicità settentrionale"""". Questa designazione non è dettata da motivazioni linguistiche: le lingue iraniche si suddividono, sulla base della situazione medio-iranica, in orientali ed occidentali. Tale distinzione è del tutto soddisfacente e non richiede un'ulteriore suddivisione sulla base di elementi a volte, fra l'altro, di dubbia e controversa interpretazione. Intendiamo sottolineare, invece, in questo modo la profonda differenza che esiste fra l'iranicità a nord del mar Nero, del Caucaso e del Caspio e quella ben più nota della Persia e della Media nel suo modo di """"realizzarsi"""". L'iranicità settentrionale è sempre stata avvolta in un velo di mistero. Non ha creato imperi con capitali di pietra, non ci ha lasciato niente di scritto. È un mondo sotto molti aspetti enigmatico e sfuggente, ma non per questo privo di fascino e splendore: alcune pagine di Erodoto dedicate agli Sciti sono brillanti al punto di convincere il lettore a rileggerle anche a distanza di tempo; la produzione artistica scitica rinvenuta nei kurgany, il cosiddetto stile animalistico in particolare, ha arricchito le collezioni e le sale dei principali musei mondiali, dall'Érmitaz al Metropolitan. Chi si occupa di Sciti, di Persiani, di Sarmati e di Medi pur lavorando sempre all'interno dell'iranicità si trova ad affrontare problematiche profondamente diverse che richiedono tipi di intervento e competenze molto differenti. Affronteremo il problema dell'iranicità settentrionale secondo tre direttive principali di analisi: l) i luoghi nei quali si è sviluppata; 2) i popoli coinvolti; 3) le lingue parlate. Ognuno di questi temi presenta una bibliografia consistente ed è stato oggetto di studi accurati: data la complessità ed i molti problemi ancora irrisolti è senza dubbio destinato ad essere negli anni a venire oggetto di numerose trattazioni specifiche."" -
Il ritornello crudele dell'immagine. Critica e poetica del cinema di Carmelo Bene
Nel cinema di Carmelo Bene le immagini si inseguono in una corsa forsennata nella quale ritornano uguali e diverse, proprio come i ""ritornelli"""" di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani, generando una """"crudele"""" sinfonia visiva in cui si affastellano sino a cancellarsi. Tuttavia, malgrado questa furia iconoclasta tesa a conseguire la cecità dell'immagine filmica, è innegabile che il cinema di Bene produca magnifici simulacri della visione da bruciare rapidamente e invano. Il libro pone l'accento proprio sulla connaturata dimensione visual della filmografia beniana, soffermandosi in particolare sulla disamina della pittura diegetizzata, marca metalinguistica di enunciazione autoriale. Unitamente all'analisi delle interferenze tra il cinema di Carmelo Bene e le arti visive, il saggio mappa l'accoglienza dei testi filmici del regista da parte della critica specialistica di settore, collazionando i contributi riportati in «Bianco e Nero», «Cinema & Film», «Cinema Nuovo», «Cineforum», «Filmcritica», «Sipario», «La scrittura scenica», «Cahiers du Cinema» e oltre. Prefazione di Alessandro Cappabianca. Postfazione di Emiliano Morreale."" -
Il romanziere in cattedra. Thomas Mann, Vladimir Nabokov, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Lezioni di letteratura
Nella storia della letteratura del '900 tre casi di scrittori mostrano la profonda interazione, vera e propria simbiosi che intercorre fra l'attività di scrittura e quella d'insegnamento. L'italiano Giuseppe Tornasi di Lampedusa tiene piccoli ma assai approfonditi corsi a qualche giovane amico di famiglia - spesso al solo Francesco Orlando, futuro grande studioso di letteratura e docente universitario. Negli Stati Uniti il profugo russo Vladimir Nabokov esercita la professione di docente per quasi vent'anni, passando da una mezza dozzina di prestigiosi atenei - Harvard, Wellsley e soprattutto Cornell. Il tedesco Thomas Mann, a dieci anni dal premio Nobel, sempre negli States è titolare di un seminario per due anni a Princeton. Cosa significa per loro insegnare? E in particolare, qual è il senso del trasmettere la propria visione della letteratura? Quali sono i contatti fra l'identità di romanziere e quella di professore? -
Creative cities. Which (historic) urban landscape
A conference held in Venice at ETCAEH, the programme in Heritage Studies established by the University of Nova Gorica and IUAV, in parallel with the first debates at UNESCO on Historic Urban Landscape, gave birth to this book. A book that talks about historic preservation and creativity, but also about communities and civic engagement, disaster management, assessment needs, urban planning and anthropology. A book that itself questions the very idea of urban landscape, asking for a new approach that may go beyond previous convictions, practices and praxes, encountering the needs of a more global society. This is why this volume has been organized to offer a small but due overview on the development of the idea of Historic Urban Landscape, integrated by the views and perspectives of geographers, economists and sociologists who may be called to contribute in planning (historic) cities in a more holistic manner. The urban landscape is not only the historic one and this is why the contribution on social creativity is fundamental: in making a place, in making ‘the’ place. -
Il rito. Nuovi studi sul rito scozzese antico ed accettato alla luce della pratica filosofale
La prefazione di Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, apre questo studio che si colloca - idealmente - a felice conclusione del percorso di analisi simbolica intrapreso con I Doni dello Specchio. La lettura alchemica della simbologia e dei Rituali dei Gradi del Rito Scozzese svelano una ricchezza e una profondità affascinanti e sorprendenti, e il Rito Scozzese stesso appare, nella sua funzione di Arca della Tradizione, come territorio vasto e ricco di bellezza nascosta. È questa profondità a rendere il Rito Scozzese Antico ed Accettato uno strumento che nasconde un'efficacia che i più non sembrano sospettare, e che andrebbe invece condivisa proprio con le nuove generazioni, per essere messa a disposizione del mondo che ancora - e sempre - resta da costruire. -
Linguistica e filosofia del linguaggio. Studi in onore di Daniele Gambarara
La vita scientifico-accademica di Daniele Gambarara coincide in gran parte con quella dell'Università della Calabria, in cui arrivò nel 1974, a poca distanza dalla fondazione. Da allora, non ha mai lasciato l'Unical. Questo non significa che si sia votato all'isolamento: la cifra del suo lavoro è esattamente opposta. Il compito che egli si è assegnato in tutti questi anni è stato quello di porre l'Università della Calabria (e il gruppo che attorno a lui negli anni si è formato -rappresentato dai curatori di questo volume) al centro di una rete che non si limita ai contatti più stretti, e nemmeno alla variegata galassia demauriana, ma si apre al dialogo, alla collaborazione e allo scambio con le realtà più diverse. Di questo dialogo, che dura da più di quarant'anni, il libro è una testimonianza e un rilancio. -
Il Protagora. Vol. 25-26
Studi sulla scuola di Milano, studi su Cassirer, Fichte, Mann e Sartre, Ludwig Englert e la sua lotta contro il nazismo. -
Etica dell'agire scientifico e tecnologico
"Tu cosa preferisci? Un medico che ti tenga la mano mentre muori o un medico che ti ignori mentre migliori?! Certo che sarebbe davvero terribile un medico che ti ignora mentre muori!"""". Con questa frase Hugh Laurie, l'attore inglese che impersonava il Dottor House nell'omonima e fortunata serie televisiva, catturava perfettamente l'idea un po' cinica ma efficace dello scienziato oggettivo e anaffettivo. Quando cioè il camice bianco è vestito come corazza contro gli """"inquinanti soggettivi"""". In questa """"matrice House"""" però manca una casella, quella del """"medico che ti tiene la mano mentre migliori"""": lo scienziato buono, non semplicemente il buono scienziato. Si può dire di più, spiegando quale relazione vi sia tra la bontà professionale, l'essere cioè capaci di produrre conoscenza affidabile, e la bontà morale, l'essere buoni in senso generale. Seguendo da vicino la prassi scientifica come si realizza nei laboratori, si valutano i modelli di interazione tra scienza ed etica: la morale della conoscenza."