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I diritti di Madre Natura
"I diritti di Madre Natura"""" è il racconto di una presa di coscienza. Una inesorabile presa di consapevolezza relativa all'importanza dei temi ambientali. La crisi dei rifiuti, l'intreccio tra la mala politica e le ecomafie, i grandi interessi economici in gioco, la regione Campania divenuta discarica a cielo aperto. Tutto ciò è il prodotto di un modello dissennato di sviluppo. La produzione di beni e merci necessita di immense discariche ambientali. Ciò non è un fatto isolato, ma ovunque stanno pian piano emergendo i segni di una nuova era: l'antropocene. Il libro è la storia di questi fatti, ma è anche la riflessione sulla possibilità di uscire da questa crisi. La proposta che ne viene fuori è inaudita: riconoscere soggettività giuridica alla Natura. Altrove nel mondo, le battaglie ambientaliste hanno condotto a questo approdo. La meravigliosa Costituzione dell'Ecuador ne è un esempio. I sistemi giuridici possono essere armonizzati a nuovi principi che abbiano la loro fonte primaria nell'universo, inteso come spazio in cui si manifestano le forme del vivente. Introduzione di Pablo Fajardo." -
Questioni di riscritture. Arte, letteratura e cinema
"Nothing is original."""" La lapidaria affermazione di Jim Jarmush illustra con efficacia il concetto di intertestualità, la trama di relazioni interne ed esterne, volontarie o inconsce, che compone ogni creazione dell'essere umano. Nell'epoca della rete delle reti che tutto e tutti connette, il concetto di intertestualità emerge con forza, svelando con i suoi riflessi prismatici i tessuti vivi e cangianti della testualità contemporanea. Quali limiti e quali possibilità è in grado di offrire un approccio intertestuale oggi? In che modo tale approccio può essere declinato da discipline diverse? Questioni di intertestualità propone una riflessione a partire da queste domande, analizzando la questione da tre prospettive diverse: quella delle visual arts, con un focus sulle """"riscritture dello sguardo"""", quella dei film studies, incentrata sulle """"visioni traumatiche nella non-fiction contemporanea"""", e quella di writing, translation, creativity, orientata verso il concetto di """"straniamento come interfaccia critica""""." -
Arcipelago Palestina. Territori e narrazioni digitali
L'odierna configurazione geografica e politica della Palestina racconta una realtà territoriale sempre più frammentata, composta da distretti non contigui e province enclavizzate, perfettamente descritte dalla figura cartografica dell'arcipelago. Tuttavia, la Palestina esiste ancora, disseminata e riprodotta simbolicamente e culturalmente sia sul proprio territorio negato sia nei luoghi della sua diaspora. Memorie e narrazioni ricompongono così le difformi e molteplici isole dell'esilio in un unico arcipelago che parla e racconta la Palestina. In questo libro, attraverso l'analisi della sfera digitale, intesa come un luogo dinamico di rilevante produzione culturale, i temi portanti ""della narrazione della nazione"""" sono raccontati a partire dalla loro rielaborazione e ri-articolazione virtuale. Così, i soggetti della diaspora ricompongono la propria geografia della dispersione e riguadagnano il diritto di raccontarsi, aprendo nuovi spazi di partecipazione critica e discussione politica, e tracciando nuove poetiche dell'appartenenza. Prefazione di Iain Chambers."" -
Una commedia americana. Temi, innovazioni e religione nell'opera di Elmore Leonard
Una delle espressioni predilette da critici e recensori che abbiano per le mani un testo di Leonard è il ""Dickens of Detroit"""". Un epiteto la cui origine viene spesso ricondotta a J.D. Reed, autore di un articolo apparso sul """"Time"""" e intitolato appunto """"A Dickens from Detroit"""". In realtà, il titolo fu deciso da un caporedattore della rivista americana che non aveva una gran dimestichezza con i romanzi di Leonard. Non sorprende, dunque, che l'espressione adottata, per quanto suggestiva e accattivante, sia piuttosto ingannevole. Restando nell'Ottocento, però, c'è un altro scrittore che sembra più ragionevole accostare a Leonard, benché appartenga a una diversa tradizione letteraria: Honoré de Balzac con la sua """"Comédie humaine"""". Balzac, attraverso l'insieme delle opere che vanno a formare la Comédie, intendeva comporre un mosaico della società francese del proprio tempo, illustrandone tutte le figure, anche le più marginali, e mostrando l'uomo e la donna in tutte le trasformazioni morali del loro carattere. Questa sintesi, pur sommaria, potrebbe descrivere con buona accuratezza anche l'opera di Leonard. È pacifico che sussistano non poche difformità, come è inevitabile nel proporre la suggestione di un confronto fra autori il cui rispettivo contesto è radicalmente diverso, anzitutto in termini storici. Eppure, anche i quarantaquattro romanzi pubblicati da Leonard possono essere letti come un'unica grande narrazione - una commedia americana! - che vuole seguire il groviglio di esistenze lungo le strade della provincia statunitense, attraverso gli occhi di detective disorientati e killer immaturi e ridicoli. Questo perché, come in Balzac, ogni romanzo di Leonard è plurale, contiene cioè molteplici storie che si intrecciano e in cui ricorrono personaggi che sembrano scomparire nel nulla per poi riemergere a distanza di molti anni."" -
Moll Flanders. Matrici
Con ""Moll Flanders"""", pubblicato nel 1722, Daniel Defoe delinea una nuova fisionomia narrativa, traccia una mappa dell'immaginario che da Londra si dirama nell'intera isola e fino al Nuovo Mondo, terra di riscatto e reinvenzione di sé. """"Fabbricando"""", come avrebbe scritto Joyce, """"una forma artistica ch'è forse senza precedenti"""", ossia il novel, Defoe fa sì che un personaggio convenzionale della letteratura del Seicento - criminale, penitente o picara che dir si voglia - nasca a nuova vita e faccia il suo folgorante ingresso nell'immaginario moderno. """"Matrici"""" mostra come Defoe dia voce a una narratrice tanto inattendibile quanto abile nel registrare le rapidissime trasformazioni sociali in corso dalla fine del XVII secolo, costruendo un nuovo personaggio femminile che sfida le convenzioni della propria epoca, così come quelle delle narrazioni a venire. Non a caso saranno i romanzieri del primo Novecento, come Forster, Joyce e Woolf, a servirsene come un vero e proprio prisma per illuminare le diverse potenzialità narrative del romanzo, a distanza di ben due secoli."" -
Altre persone. Antropologia, visioni del mondo e ontologie indigene
La messa in discussione dell'universalità delle dicotomie natura/cultura e natura/società ha posto gli antropologi di fronte al compito di elaborare nuove prospettive teoriche per l'analisi e la comparazione dei modi in cui, in società diverse, si concepiscono le frontiere ontologiche tra umano e non umano, soggetto e oggetto, mente e corpo, persona e cosa. Nel volume si propone una ricostruzione critica della ""svolta ontologica"""" nell'antropologia socioculturale contemporanea, rintracciandone gli antecedenti, esaminando gli approcci dei suoi principali esponenti ad alcuni temi chiave di dibattito (i rapporti tra umanità e animalità, tra soggettività del vivente ed """"essere nel mondo"""", tra socialità, relazione e agency, tra ontologia insita nelle distinzioni categoriali del pensiero moderno e ontologie implicite nelle visioni del mondo """"premoderne"""") e articolandone un confronto con le posizioni di chi, invece, sostiene che sia giunto il momento di riscrivere l'agenda dell'antropologia inserendola nel quadro delle ricerche e dei paradigmi dominanti nelle scienze cognitive e nella biologia evoluzionista."" -
A metà senza fine. In militante malinconia per Jacques Derrida
Il libro è una raccolta di saggi pubblicati da Bennington dopo la morte del maestro e amico Jacques Derrida. In ognuno di essi la morte del filosofo diventa l'occasione per riflettere in modo chiaro, agile ed elegante sul lascito dell'opera di Derrida. In particolare Bennington riprende la nozione chiave di ""différance"""", da un lato per liberarla da certi equivoci interpretativi (Nancy), dall'altro per mostrarne la portata decisiva nell'elaborazione derridiana di temi quali la vita, la morte, la sopravvivenza, l'auto-immunità, le pulsioni di morte l'elaborazione del lutto, riportando così in primo piano il rapporto decisivo tra decostruzione e psicanalisi. Bennington permette di comprendere come l'affermazione della vita - nozione passata al vaglio della decostruzione nella sua semplice esteriorità e opposizione alla morte - costituisca il lascito maggiore dell'opera derridiana, smentendo così quelle interpretazioni correnti secondo le quali il limite della filosofia di Derrida starebbe proprio nel valore fondante attribuito alla morte."" -
Valentina Cortese. Un'attrice intermediale
Il volume prende in esame la figura divistica di Valentina Cortese, attrice di origini milanesi, che non solo ha saputo affermarsi a livello nazionale, ma è anche riuscita nell'impresa di conquistare Hollywood. In particolare, concentrandosi sul periodo che va dal suo esordio cinematografico dei primi anni '40 fino agli anni '70 del Novecento, momento in cui raggiunge l'apice del successo, si mette in luce come Cortese sia stata capace di passare con successo e senza soluzione di continuità dal cinema al teatro, dalla televisione alla radio. -
La violenza e Montaigne. Storia di un problema filosofico
L'opera di Michel de Montaigne segna il germogliare della riflessione filosofica moderna sulla soggettività. Ma nei ""Saggi"""", scritti in un frangente tra i più cupi e violenti della storia europea, è anche possibile scorgere un percorso parallelo, volto all'individuazione dei fondamenti pacifici dei rapporti umani. Attraverso l'analisi della storiografia, la precisa contestualizzazione del processo di elaborazione dei """"Saggi"""" e soffermandosi estesamente sulle categorie di scetticismo, tolleranza e pluralismo che strutturano il suo discorso filosofico, questo libro descrive il legame di Montaigne con la violenza e l'originale forma di irenismo tratteggiata per arginarla. Sullo sfondo delle grandi questioni dell'epoca - di ordine politico-militare e giuridico, culturale e pedagogico - viene così definendosi il profilo di un pensatore che, in continuo dialogo con la tradizione classica e rinascimentale, ha cercato di rifondare un ideale di umanità morale che non deve essere considerato perduto. Prefazione di Philippe Desan."" -
Libri in guerra. Editoria e letture per i soldati nel primo Novecento
La Grande guerra provocava in Italia molteplici conseguenze anche sul piano della produzione editoriale e della circolazione di materiale da lettura. Da un lato, l'evento bellico si traduceva in nuove iniziative di pubblicazione rivolte al pubblico sia al pubblico civile sia militare, diffondendo una tipologia documentaria estremamente varia per contenuti, forme e autori. Erano in maggioranza volumi e opuscoli con finalità propagandistiche e patriottiche, ma si imponevano anche tematiche prima mai affrontate di natura medica, assistenziale, tecnologica e sociale. Dall'altro, la mobilitazione di bibliotecari e uomini di cultura portava alla costituzione di comitati per l'invio di libri e riviste ai giovani soldati feriti negli ospedali e a quelli dislocati in trincea al fronte, sebbene in gran parte analfabeti. Nell'insieme si tratta di due aspetti complementari che contribuiscono alla ricostruzione di uno spaccato editoriale e culturale poco noto di questo tragico periodo della nostra storia. -
Per un'etica del pensare. Jürgen Habermas e il progetto di una ragione critica pubblica
Lo studio parte dalla constatazione che il tema della ""ragione critica"""" è il motore di tutto lo sviluppo diacronico (svolta comunicativa prima e pragmatica poi) e sincronico (etica, filosofia politica e diritto) della filosofia di Habermas. Attraverso l'analisi della variegata e complessa produzione habermasiana, che investe diverse competenze disciplinari, le riflessioni articolate nel testo si concentrano sulla ricostruzione e rimodulazione delle principali tappe del pensiero del filosofo tedesco. L'intento è ritrovare, nello sviluppo e nel continuo rimodularsi della riflessione di Habermas, il valore della proposta di una """"ragione critica pubblica"""", in grado di configurare un'""""etica del pensare"""", capace di dare senso al con-vivere umano plurale all'interno di comunità partecipative e solidali, tutte ancora da coniugare e declinare nel prossimo futuro."" -
Musica e parola da Platone a Adorno
Il problema del rapporto tra musica e parola e tra parola e suono è una questione fondamentale per tutte le discipline che si occupano della musica: la filosofia della musica, l'estetica musicale, la letteratura musicale, la trattatistica musicale, la storia della musica. In termini moderni, tale problema ha assunto il nome, e conseguentemente le categorie, del rapporto tra linguaggio verbale e ciò che solo in tempi molto vicini al nostro si è chiamato linguaggio musicale: rapporto che è apparso di prossimità, di distanza, di contrasto, di fusione, di dissociazione, di imitazione, ma anche segnato da un dislivello costitutivo tra i due ambiti, e da differenze di principio. Nel corso dei secoli, dall'Antichità classica ai tempi moderni, il rapporto tra parola, musica e suono non ha cessato di configurarsi come problematico, tale da generare ancora altri problemi correlati e altri binomi obbligati. La riflessione che ne è scaturita ha contribuito a conferire uno slancio estremo allo stesso quesito relativo al senso della musica, quesito dibattuto con eguale intensità dalla filosofia quanto dalla poetica musicale. La posizione di tale problema ha determinato la questione, strettamente connessa, della valutazione estetica di quella che noi moderni abbiamo chiamato a volte ""musica pura"""": questione anch'essa affascinante per le diverse significazioni di cui la musica strumentale è stata considerata portatrice. I saggi compresi in questo volume fissano l'attenzione su alcuni tempi forti di tale complesso dibattito, trattando, in particolare, di Platone, il medio evo, Dante, Marsilio Ficino, il Seicento, Rousseau, Kant, il Romanticismo musicale, Adorno."" -
L' immaginario contemporaneo. La grande pro-vocazione delle serie tv
Ogni epoca ha gerarchizzato in modo diverso il quadro dei valori e ha rivisitato le proprie interpretazioni sulla vita e la morte, sul bene e il male, sul corpo e la mente, sul tempo e lo spazio, ""condizionando sia l'espressione che la produzione di emozioni"""" e modificando, di volta in volta, l'immaginario. Fin dal passato, i miti, le leggende, le storie popolari, hanno dato voce alle pulsioni profonde, ancestrali e archetipe degli uomini, compreso il """"terrore"""" nei confronti della morte, dell'aldilà e dello scorrere irreversibile del tempo. L'immaginario contemporaneo, oltre a far rientrare in una """"zona d'ombra del sociale"""" la morte e le ansie antiche, fa trapelare inedite angosce e ibridazioni che derivano dalle nuove frontiere genetiche, dalla contaminazione con il mondo artificiale, e sembra mettere in discussione la stessa costruzione dell'identità soggettiva. Il testo intende offrire una riflessione sociologica, antropologica, psicologica, unita a quella di un esperto del settore, sull'immaginario post-moderno attraverso l'analisi di alcune serie tv, in linea con la rilevanza teorica attribuita da alcuni studiosi a qualsiasi sua espressione simbolica, a iniziare da quella audiovisiva."" -
Nichilismo bifronte. Elzeviri sullo spirito del tempo
Riferendosi a casi concreti di vita politica e sociale, il libro ipotizza il passaggio da una metafisica dei credi a un nichilismo che problematizza il senso stesso della realtà, ciò che si riverbera nell'ambiguità del linguaggio che variamente esso esplica nel sociale, ben oltre l'aristotelica chiarezza di ogni posizione assunta - che escludeva recisamente il suo contrario, secondo autaut. Questa strutturale incertezza dell'epoca che stiamo vivendo consiste però in un nichilismo esaminato in una dimensione bi-fronte, nelle sue fosche ombre ma anche nel suo favorire una diffusa tendenza a interrogare la realtà anziché accettarla secondo risposte già culturalmente stabilite, per un risvegliarsi del pensiero che sa trarre dal relativismo epocale promettenti indirizzi di ricomposizione, sulle tracce di una psicologia ""debole"""" fortemente caratterizzata in senso storicistico."" -
All'alba dell'arte digitale. Il Festival arte elettronica di Camerino
Il Festival arte elettronica di Camerino (1983-1990) ha svolto una funzione fondamentale nel rapporto fra arti visive e nuove tecnologie. Polo di attrazione internazionale, ha rappresentato per molti artisti italiani la possibilità di fare conoscere le proprie ricerche attraverso rassegne di computer art, videoarte e cinema, mostre e seminari, concerti, convegni e tavole rotonde destinate ai nuovi dispositivi tecnologici e al dibattito sull'impatto delle tecnologie di sintesi riguardo a creatività e riflessione critica. Questo volume è un contributo storico-critico dedicato a una manifestazione che non è mai stata oggetto di indagine, e offre, con una serie di saggi firmati da autorevoli specialisti, una panoramica di riflessioni sull'esperienza e sul dibattito relativi al rapporto fra arti visive e strumenti digitali nel contesto culturale degli anni Ottanta e sulla sfaccettata eredità nel campo dell'immagine digitale odierna nella scena artistica italiana. Ai saggi, per lo più basati su ricerche d'archivio, fanno seguito le testimonianze dei protagonisti e una selezione di documenti. -
L' inesausto grembo. La poesia dell'ultimo Leopardi
Il saggio di Maurizio Clementi si propone di individuare le caratteristiche della poesia e del pensiero di Giacomo Leopardi durante il soggiorno a Napoli, nella convinzione che i quattro anni passati in quella città abbiano prodotto un effettivo cambiamento di approccio e di risultati artistici sulla produzione del recanatese. Tra i temi presi in causa da questa ricognizione, breve ma allo stesso tempo densa, vi sono il rapporto tra Leopardi e alcune figure significative, come Giordano Bruno e Giambattista Vico, e l'analisi dei contatti che intercorsero tra Leopardi e l'Oriente, la massoneria e, naturalmente, la città di Napoli. Il testo si avvale del contributo del filosofo Aldo Masullo, Premio ""La ginestra"""" 2016."" -
Azione pubblica. Un glossario Sui Generis
Il volume raccoglie, sotto forma di glossario, le riflessioni sviluppate nell'ambito del Laboratorio di ricerca sull'azione pubblica ""Sui Generis"""" e ispirate al lavoro di Ota de Leonardis, cui è dedicato. Da circa un decennio il Laboratorio promuove la ricerca e il dibattito su questioni concernenti le trasformazioni delle istituzioni e dell'ordine normativo: sulle politiche pubbliche, sulle forme e tecnologie di governo, sulla partecipazione sociale e politica, sulle innovazioni sociali, sulle basi informative delle decisioni, sugli spazi e sulla loro qualità sociale, guardando soprattutto alle riorganizzazioni del welfare e alla città. Il filo rosso è la necessità di riconoscere l'importanza della dimensione cognitiva dei processi istituenti. Qui è in gioco infatti non solo la possibilità di comprendere l'azione pubblica, confrontandosi con il suo incerto presente e ancor più incerto futuro, ma anche la possibilità di pensare ad altre e differenti prospettive."" -
La percezione armata. Esperienza estetica e immaginazione in Mikel Dufrenne
Il percorso che viene delineato in quest'opera si propone di svolgere i nodi centrali del pensiero di Mikel Dufrenne, uno dei massimi esponenti dell'estetica fenomenologica. Il testo restituisce un'immagine complessiva dell'autore cogliendo la profonda ricchezza di una riflessione che ha attraversato tutto lo scorso secolo, nel dialogo sempre vivo con autori come Maurice Merleau-Ponty e Jean-Paul Sartre. Partendo dunque dall'analisi dell'approccio fenomenologico ""tipicamente francese"""" con il quale Dufrenne inizia a investigare il mondo, e in particolare l'esperienza estetica dell'opera d'arte, la ricerca si apre via via a toni più metafisici con il concetto di Natura. Particolare attenzione è inoltre rivolta al tema dell'immaginazione a cui è dedicato l'ultimo capitolo del testo, ma che significativamente trova spazio all'interno di ogni singolo capitolo del libro, evidenziando come l'immaginazione e le sue sfumature costituiscano un fil rouge di tutto il pensiero dufrenniano."" -
Seyla Benhabib. Nuovi paradigmi democratici
Nell'odierno scenario nordoccidentale, l'intensificazione dei processi migratori genera una drammatizzazione estrema delle reazioni di ogni singolo demos e delle risposte legislative nazionali e transnazionali. Nella proposta di Seyla Benhabib, che con tale contesto si confronta, questo saggio individua un ideale regolativo a cui conformare la progressiva riconfigurazione di un federalismo cosmopolitico. Secondo l'autrice, il nuovo modello di democrazia deliberativa necessita di un paradigma democratico rinnovato che, fondandosi su processi di iterazione democratica e di politica giusgenerativa, tenga conto della dimensione culturale della cittadinanza, della partecipazione democratica e dell'inclusione dell'altro. Prefazione di Seyla Benhabib. -
Rappel! Arte tra le due guerre
Problematiche e complesse, le esperienze artistiche negli anni tra le due guerre vivono sovente all'insegna di un ""ritorno"""" ove termini quali chiarezza, equilibrio, armonia, anche bellezza sono assunti nel diretto confronto con un rispolverato concetto di classicità. A questa particolare congiuntura guarda la raccolta dei saggi che il volume racchiude. Superando i vincoli di una periodizzazione strettamente filologica rispetto al manifestarsi di tali esiti, ciò che l'autrice propone è una serie di riflessioni organizzate secondo un filo di continuità che attraversa la vicenda artistica italiana ed europea tra l'affacciarsi degli anni Dieci e la prima metà dei Trenta. L'attenzione cade in particolare sul dibattito partito dalla crisi delle avanguardie. Si va dalla pagina della Metafisica dechirichiana alle nodali esperienze di """"Valori Plastici"""" e di """"Novecento"""", fino a considerare una nuova idea di realtà e di """"ordine"""" che, in apertura del decennio Trenta, vive tra cosmiche istanze immaginative proprie della stagione del Secondo Futurismo e rigorose ipotesi progettuali che attengono alla vicenda dell'Astrattismo geometrico.""