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E poi tutto cambiò. La storia, gli amori, le colpe
Trieste 1955-58. Una giovane coppia che arriva al campo profughi di Padriciano: due fratelli che verranno separati per sempre. Attorno a loro che rappresentano i due poli del racconto, l'uno ascendente e l'altro discendente, si muovono personaggi minori ognuno con la propria storia da raccontare: la vedova che decide di emigrare, il vecchio che si siede davanti alla finestra convinto di vedere il mare della sua Istria, la donna intraprendente, la profuga sfruttata come prostituta, lo scansafatiche, l'adultero. Un'umanità varia e ben delineata, persone le cui piccole storie affascinanti o curiose si intrecciano con gli avvenimenti storici di quegli anni. -
La marina da guerra austro-ungarica. Nei quadri di Alexander Kircher, pittore triestino dimenticato
"Alexander Kircher? Chi era costui?"""". Se provaste a chiedere a qualche triestino notizie su Alexander Kircher, probabilmente ricevereste questa risposta. Purtroppo, pur essendo nato a Trieste nel 1867, oggi il pittore è quasi completamente dimenticato nella sua città natale. Liliana Pajola tenta, con il presente libro, di riportarlo alla memoria, pur mostrando solo una piccolissima parte delle cartoline tratte da quadri dipinti da questo prolificissimo pittore. La biografia di Kircher - inquadrata nella realtà storica di Trieste - comprende numerose foto, anche inedite, di proprietà della famiglia Kircher-Tauchmann e cartoline storiche dalla collezione Pajola. Seguono le immagini - tratte da quadri del pittore - e le schede tecnico-storiche di una ventina di navi, di sommergibili e dell'aviazione della marina da guerra austro-ungarica. Altri capitoli parlano della battaglia di Lissa col monumento del leone morente, dell'attacco alla costa italiana il 24 maggio 1915, dei bombardamenti italiani su Trieste." -
La luna di sotto
Anno 1944. La sorte del conflitto mondiale si sta delineando, ma nella Zona d'operazioni del Litorale adriatico i tedeschi sono ancora in grado di piegare la Resistenza italiana e slovena. Per tentare di comporre i contrasti che dividono il fronte antinazista Togliatti, il capo dei comunisti italiani, da Mosca invia sul confine orientale dell'ex regno d'Italia il compagno Settimo, navigato dirigente del Comintern, reduce della guerra di Spagna. Stretto tra l'inossidabile fedeltà al partito e un'inaspettata storia d'amore, ostaggio di eventi più grandi di lui, sotto una luna ambigua, il protagonista dovrà prendere decisioni difficili, quelle che cambiano il corso della storia. Tratto da una storia vera, il romanzo, ambientato a Trieste e nella selva di Tarnova, svela i complessi e tormentati rapporti tra comunisti italiani e sloveni alla vigilia della liberazione della Venezia Giulia dai nazifascisti, premessa per la successiva occupazione jugoslava. -
Il cardinale Alojzije Stepinac. Nella Croazia degli ustascia e nella Jugoslavia di Tito
"L'atteggiamento di Stepinac nei confronti degli ustascia sarebbe riconducibile ad una innata paura anticomunista, comune alla gerarchia vaticana, la quale era convinta che l'avanzare dell'U.R.S.S. nei Balcani e nell'Europa Centrale avrebbe costituito un immane flagello e prodotto la distruzione della civiltà cristiana. In tale contesto il patriota Stepinac accolse favorevolmente il nuovo assetto politico che innalzava la Croazia ad antemurale della cristianità. Nel primo anno del regime l'arcivescovo era probabilmente convinto che responsabili delle atrocità fossero gruppi isolati di ustascia, che non rispondevano a nessuno se non alla loro sete di crudeltà. Ma quando si rese conto che i suoi interventi cadevano nel vuoto e che alle formali rassicurazioni non seguiva alcun sostanziale mutamento di indirizzo, egli prese progressivamente coscienza della vera indole di Pavelic. Cominciò allora a denunciare pubblicamente la condotta del regime chiedendo buone relazioni con i serbi e vedendo in essi degli uomini e non delle bestie selvagge""""." -
La baia degli uscocchi
Alla fine del Cinquecento il conflitto tra veneziani e ottomani sembra attenuarsi, ma un nuovo pericolo si affaccia sull'Adriatico: predoni che assaltano navi mercantili, svuotandole del loro carico e uccidendo comandanti e marinai che osino opporsi. Autori di questi misfatti sono gli uscocchi: una popolazione che fugge dai Balcani invasi dai turchi e cerca un ruolo nel Golfo di Venezia, trovandolo alla fine nella più illecita tra le attività umane, ovvero la pirateria. Una dolorosa spina nel fianco della Repubblica, già sulla via del tramonto per la crescente importanza delle rotte atlantiche e per la sfibrante rivalità con l'Austria. Poco serve la potente flotta della Serenissima per annientare gli uscocchi i quali, di proposito, evitano ogni scontro frontale per agire con inattese azioni frutto di loro indubbie qualità: conoscenza della navigazione, forza fisica, disponibilità di un porto sicuro e di barche agili, capacità di affrontare il mare anche in condizioni proibitive. -
La via della pace del Carso. Sui sentieri della grande guerra
In questi anni, in cui si commemora il Centenario della Grande Guerra, la linea del fronte italo-austriaco, che dal maggio 1915 all'ottobre 1917 correva dal Passo dello Stelvio all'Adriatico poco oltre Monfalcone, presenta una sua unicità: è rimasta, infatti, ovunque riconoscibile, a tratti quasi intatta, e questo perché scavata per tutti i suoi oltre seicento chilomentri di lunghezza nella viva roccia. Così è anche per il suo tratto finale, rivelatosi - per la sua posizione strategica - come il più terribile fra i campi di battaglia dell'intera guerra, dove ogni metro di trincea, ogni ricovero, dovettero essere ricavati spaccando la compatta pietra carsica. La Via della Pace del Carso vuole condurre per mano il visitatore motivato lungo questi luoghi che un tempo furono di desolazione e di morte e che oggi, a cent'anni di distanza, si presentano con una loro struggente, innegabile, bellezza. -
Storie dopo il tramonto
"Assai meno famoso di Shakespeare, Pier Paolo Sancin sembra pensare che quella che crediamo realtà sia, piuttosto, un incubo, o in un incubo possa tramutarsi. I suoi racconti sono, in massima parte, quadri allucinati di inquietudine e vivido iperrealismo, in cui la realtà è metodicamente distorta, con una capacità d'invenzione visionaria che spiazza, confonde e turba (non poco) il lettore. In tal senso il suo lavoro rientra di diritto, più che nelle categorie del bizzarro e dell'assurdo, in quella del fantastico """"capace - secondo Todorov - di evocare nel lettore scene irreali rendendole credibili"""" grazie a una puntigliosa, costante mutazione del banale quotidiano in mondi ed eventi altri""""." -
Gente di Umago d'Istria
Umago d'Istria, vivace città costiera in costante incremento turistico,ha dato i natali a personaggi di rilievo nella storia italiana. Tra questi, Giorgio Abrami, letterato a Firenze, Ottavio Scotti, scenografo di Luchino Visconti, Romano Manzutto, braccio destro di D'Annunzio, Andrea Benedetti, partecipe dell'impresa di Fiume, Attilio Micheluzzi, importante fumettista, Fulvio Tomizza che non richiede presentazioni...e ancora tante altre notizie storiche perlopiù inedite. -
Le piume, la corsa, il tricolore. Lo sbarco a Trieste della II Brigata Bersaglieri (Reggimenti 7°-11°) il 3 novembre 1918
23 maggio 1915: il Regno d'Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria. A Trieste prendono il via ritorsioni nei confronti degli italiani sotto forma di saccheggi ed incendi di edifici. Inizia un clima di tensione e di attesa da parte della popolazione che si protrarrà per tutta la durata del conflitto. Sul Carso la 3^ Armata è rimasta difatti bloccata davanti ad un'ultima serie di alture, fortemente munite a difesa, che diverranno un incubo per coloro che tenteranno di superarle. Anche i bersaglieri ci provano, ma la tattica di Cadorna dell'attacco frontale serve solo a decimarli. Vengono i giorni di Caporetto e poi quelli del Piave. I figli di La Marmora si sacrificano fino all'ultimo prima a coprire la ritirata, poi a fermare il nemico. E quando gli ultimi giorni dell'ottobre 1918 la II Brigata Bersaglieri riceve l'ordine di raggiungere Treviso e poi Venezia, i bersaglieri si apprestano a divenire gli attori della grande geopolitica per un appuntamento con la storia. Il loro entusiasmo sarà secondo solo a quello dei triestini quando il 3 novembre sbarcheranno nella città redenta. Ma il peggio non è ancora passato e la guerra appena conclusa non sarà l'ultima. -
Regia Nave Audace. 100 anni dopo. L'avventurosa storia della nave che un secolo fa portò il tricolore a Trieste alla fine della Prima Guerra Mondiale
1 novembre 1944, al largo dell'Isola di Pago, una formazione navale tedesca che trasportava truppe da Zara ad Arbe veniva attaccata dai cacciatorpediniere britannici HMS Wheatland e HMS Avon Vale: nello scontro a fuoco i germanici ebbero la peggio e persero le corvette UJ 202 e UJ 208 ma, soprattutto, la vecchia torpediniera TA 20. Così era stata ribattezzata, all'indomani del 8 settembre 1943 quando i tedeschi l'avevano requisita, la Regia Nave Audace che ha indissolubilmente legato il proprio nome alla città di Trieste. Agosto 1999, i sub Mario Arena e Leonardo Laneve scoprono il relitto dell'Audace a 80 metri di profondità riportando la luce sull'episodio bellico ma soprattutto riannodando il nodo della storia fra Trieste e la ""sua"""" nave."" -
Accordi a Nordest. Versi per quattro stagioni. Salite e discese, vago senza meta, con mille domande, fra le calli della vita
La tavolozza dei suoi colori poetici è ricca, lascia intravvedere la sensibilità dell'animo ma anche la meditazione di chi è abituato a camminare, il ""wanderer"""" della tradizione tedesca, osservando anche i dettagli inusitati di luoghi e persone, risvegliando ricordi."" -
Mons. Raffaele Radossi. Vescovo di Parenzo e Pola (1941-1947). «Profugo giuliano»
Questa ricerca di Pietro Zovatto va a esaminare il dramma dell'esodo degli istriani, profughi dalla loro terra amata. Finita la drammatica Seconda Guerra Mondiale, questo territorio del confine orientale fu sacrificato (1947) e quella popolazione in massa fu costretta all'esilio, dovuto alla violenza della persecuzione perpetrata dal regime titino. Il problema della religione e della appartenenza alla cultura italiana furono i motivi scatenanti di simile tragedia. Il libro racconta con documenti di prima mano ufficiali della classe dirigente italiana e del vertice religioso episcopale di Parenzo e Pola - il vescovo francescano Raffaele Radossi (1941-1947) - il travaglio di un tale dramma. Esso consisteva nella difficoltà di inserirsi in un nuovo ambiente in Italia, per lo più ostile, nel trovare un lavoro e inventarsi un nuovo collocamento culturale, cioè addattarsi dinamicamente nella nuova situazione e mendicare in particolare un alloggio e soprattutto conservare una propria identità istriana per superare la crisi del radicale cambiamento. -
Il cardinale József Mindszenty e la rivolta di Budapest del 1956
Il protagonista del saggio è l'ungherese cardinal Josef Mindszenty (Vas, 1892-Vienna 1975). Sacerdote nel 1915, vescovo di Veszprém nel 1944, prese posizione contro il nazismo e dopo l'occupazione tedesca dell'Ungheria venne imprigionato (novembre 1944 - aprile 1945). Arcivescovo di Esztergom (1945), cardinale titolare di S. Stefano al Celio (1946), fu nuovamente arrestato nel 1948 e condannato all'ergastolo con l'accusa, non provata, di tradimento. Liberato durante la rivoluzione dell'ottobre 1956, dopo il fallimento di questa si rifugiò nell'ambasciata degli USA a Budapest dove rimase fino al settembre 1971, quando, in seguito a un accordo fra il governo ungherese e la Santa Sede, poté recarsi a Roma e poi stabilirsi a Vienna. -
Albania, terra di sangue. Dallo schiavismo turco alla ferocia di Enver Hoxha
Scrive Mimmo Muolo a conclusione del suo saggio su don Ernesto Simoni, pagina 122: ""La persecuzione in Albania si è estesa per un cinquantennio, ed è stato un martirio infinito e terribile, condotto con spietata specificità da un regime tra i più spietati. La dittatura, che si era presentata come il paladino delle classi meno abbienti, ha lasciato dietro di sé fame, ignoranza, sottosviluppo. Ne fanno fede le navi giunte sulle coste pugliesi, stracolme di uomini vestiti come straccioni. All'interno il tentativo di eliminare Dio dalla coscienza degli uomini è stato messo in pratica con uno sforzo titanico che non ha eguali negli analoghi regimi comunisti. All'esterno la rottura di ogni rapporto non solo con le nazioni occidentali, ma anche con gli stessi Paesi socialisti ha determinato l'allontanamento progressivo dalla civiltà stessa""""."" -
Mons. Paolo Lino Zovatto 1910-1971. Tra ricordi personali e storia paleocristiana
Questa apparente passeggiata storica tra i casolari della sperduta frazione di Loncon (comune di Annone Veneto-VE) a ridosso di un bosco mostra come dall'infimo può nascere una bella gemma culturale. E come Loncon - oggi nota nei vari continenti per i suoi vini prelibati - possa esser conosciuta nel mondo della archeologia specialistica anche da un suo figlio: Paolo Lino Zovatto, cattedratico di archeologia cristiana nell'Università di Padova. E come egli venga considerato un punto di riferimento per le sue scoperte archeologiche di Concordia senza dire di Aquileia e di Grado. Ed è seguito da una schiera di discepolato o di amici divenuti illustri, come la scrittrice Antonia Arslan, o da storici locali come il bresciano Camillo Barbera, o da giornalisti famosi come Raimondo Manzini direttore de ""L'Osservatore Romano"""". Aveva ragione Pier Paolo Pasolini che da Casarsa sottolineava con disappunto la grande influenza dei Seminari - come Pordenone - per la formazione culturale dei giovani del territorio attorno gravitante."" -
Navi d'Italia a Trieste. 1918-1945. Attraverso le immagini. Ediz. illustrata
Il lavoro nasce da attività di ricerca e di pubblicazioni dell'autore non immediatamente indirizzate a Trieste, alla Regione Giulia e al loro rapporto con il mare, bensì alla politica navale italiana fra le due guerre mondiali e alla guerra marittima in Mediterraneo nell'ultimo conflitto mondiale per il coinvolgimento avuto dall'industria cantieristica nazionale. In entrambe era ricorrente l'imbattersi nella fitta trama di rapporti economici, finanziari e produttivi, spesso accompagnati da comparazioni, apprezzamenti sulle potenzialità e sull'efficienza dell'industria cantieristica triestina, al pari della restante cantieristica italiana. Contestualmente, per gli stessi decenni era altrettanto agevole cogliere in seno alla Marina la forte carica simbolica assunta dalla città irredenta, dapprima in relazione al coronamento dell'unità nazionale, ma in seguito anche nella prospettiva di un suo decisivo apporto alle ambizioni di affermazione ed espansione dell'Italia sul mare, che la Marina non nascostamente coltivavano, specie a partire dalla metà degli Anni trenta. -
I dannati del litorale. Dalla Serbia all'Asinara attraverso l'Albania
"... in un'estremità dell'isola erano stati isolati, sotto le cure di alcuni coraggiosi frati francescani, ottocento casi di lebbra. Morivano come le mosche, all'Asinara. Durante i primi mesi centinaia di cadaveri, a volte anche sei o settecento al giorno, venivano ricoperti di calce viva e caricati su barconi della morte appesantiti con pietre. Quando raggiungevano il largo, a distanza di sicurezza dall'isola, venivano silurati e affondati mentre a bordo della nave da guerra un prete celebrava la messa e a terra le campane rintoccavano a morto""""." -
L' abisso socialista. Memorie di una ex jugoslava
Nella morente Jugoslavia una adolescente guarda con speranza alla caduta del Muro di Berlino, immagina un mondo nuovo e idolatra una patria vicina e sconosciuta, l'Italia. Diventata adulta e con il peso inesorabile degli anni sulle spalle, la disillusione la porta a guardarsi indietro, ad analizzare quel passato dal quale tutto origina. Un affresco spietato e ironico di una nazione che non esiste più, la Jugoslavia, e del suo dio-padrone, il Maresciallo Tito, che l'ha costruita col ferro e col fuoco, sulla sola base ideologica. Un mondo pieno di sconvolgenti abissi che l'autrice esplora nel suo viaggio a ritroso nel tempo, cercando una sintesi tra passato e presente in grado di far superare le brutture della storia sul confine orientale. -
La Polonia, antemurale della cristianità. Il dominio comunista e il trionfo di Solidarnosc
Nel 1989 avvenne un imprevisto collasso dei regimi comunisti dell'Europa centrorientale. Decisivo fu il nuovo corso della storia nell'Unione Sovietica dopo la presa del potere da parte di Gorbaciov. Altre concause della caduta del muro di Berlino furono il ""fattore Reagan"""", il fattore economico e il gigantesco indebitamento con i Paesi occidentali. Il colpo fatale spetta però a Lech Walesa e Solidarnosc forti dell'appoggio della Chiesa cattolica e del papa polacco Giovanni Paolo II."" -
Il paese dei sorrisi
"Il paese dei sorrisi"""" esiste tutto nella nostra capacità di partecipare, di gioire e di vivere. Le mascherine, pur indispensabili alla difesa del Covid-19, ci hanno sottratto la visibilità del sorriso (indice di serenità, di gioia e di felicità). Giuliana Stecchina considera alcuni dei suoi tanti pilastri come lo stupore, l'arte, la musica, la natura, il lavoro manuale e il camminare. Il libro affronta anche il tema della risata vista sotto il profilo della socialità e della sacralità ben presente nel mondo olimpico come in quello biblico."