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Derridario. Dizionario della decostruzione
Il Derridario ritorna a Derrida per affrontare direttamente, senza mediazioni, il corpus derridiano, provando così a rispondere all'ingiunzione che ci viene dal lascito. Se l'avvenire, come ha scritto Derrida, appartiene agli spettri, ai ritornanti, ritornare a Derrida significa, oggi, ritornare all'avvenire della decostruzione. -
La liberazione delle donne
In questo appassionato saggio, pubblicato sulla Westminster Review nel 1851, Harriet Taylor combatte strenuamente uno dei grandi scandali del suo tempo (e non solo): lo status di subordinazione della donna all'interno della vita politica e sociale. Un pamphlet che non va considerato soltanto un classico del pensiero femminista, ma anzitutto un inno alla valorizzazione delle facoltà individuali contro qualsiasi forma di segregazione - e come tale apprezzato da insospettabili ammiratori del calibro di Friedrich Nietzsche e Sigmund Freud. -
Prometeo s-catenato
Come in certi quadri, tutto si confonde quando il testo assume un carattere teatrale. Ma interpretare il mondo quale ""grande teatro"""" - dove nello spazio scenico si avvicendano le figure del tempo - costituisce già un rivolgimento cosmogonico. La trasparenza delle parole mantiene una disposizione epilogatrice se gli umori del mondo traducono le fantasmagorie del passato in un effabile attimo onniavvolgente. Questo non ritualizza il mito ma ne mette in scena lo spirito ascoso, lasciando che l'uomo vi ritorni a parlare: del mondo e dei suoi dèi volgari, di se stesso e della propria forma prometeica la cui azione s-catena la libertà del pensiero quando c'è un pensiero della libertà, posto oltre l'aura mitopoietica del suo luogo d'origine."" -
Parva poetica
Un percorso attraverso figure, icone, esperienze esistenziali, intenzioni mistiche, gestualità ancestrali, rivolto a perlustrare non solo momenti cruciali delle sconfinate regioni dell'immaginario, ma soprattutto il terrain vague dove vive, si nasconde e si rivela... il ""bello solido"""" della natura. Questo l'orizzonte di una parva poetica, che, ponendosi sulle tracce della riflessione estetica valeriana, e della """"lezione onirica"""" che viene dal materialismo metafisico di Bachelard, tende a penetrare nei movimenti minimi delle forme, a percepire l'armonia che li governa, a decifrare il loro divenire e dissolversi."" -
Divertimento. Un'interpretazione del Guggenheim Museum di F. Ll. Wright. Testo inglese a fronte
Il libro sul Guggenheim introduce ad una nuova collana di architettura. Qui l'architettura viene osservata nelle relazioni con le altre discipline. Come interpretare il contesto vitale nel quale l'architettura va a collocarsi se non intrecciando spazio e psiche, se non interrogando l'arte, la musica, la matematica, il gioco, l'ingegneria, il cinema, la letteratura e la filosofia? Ed è proprio in una casa della filosofia fra le più amate - una sigla storica dell'editoria nazionale - che la nuova collana trova nel 2012 una stanza. Accanto a Martin Heidegger, Edoardo Sanguineti, Octavio Paz, Emanuele Severino, Hans Georg Gadamer, Alda Merini, Carlo Levi, Claudio Magris e molti altri, Francesco Venezia racconta una storia breve dalla quale emergono, con il Guggenheim, altrettanti ""esploratori"""" dell'animo e del territorio."" -
A proposito di Genova
Sulle acque: l'incessante viavai delle pilotine che rimorchiano le navi; un'enciclopedia completa ed esatta di design navale. Dappertutto il continuo, senza sosta, lavoro degli uomini: piloti, ormeggiatori, gruisti, terminalisti, operai, manovali. Ogni tipo di rumore tecnologico: le sirene dei turni che come orologi sonori scandiscono la vita della città; i concerti meccanici dei macchinari; le voci varie di chi lavora. Però tutto è assorbito dalla vasta distesa dell'elemento marino. Qui è il cuore segreto della città, la sua più intima motivazione di esistere, più che nei caruggi, più che nei musei. Chi trascorre il capodanno in città riceve in dono un'emozione: allo scoccare della mezzanotte le navi alla fonda salutano l'anno nuovo attivando le loro sirene in un coro possente che è come un muggito prolungato. -
Lo spazio della città
Questioni preliminariAlla ricerca di una nuova armoniaDiagrammi del cambiamentoVerso la città contemporaneaNello spazio della cittàSottoboscoTessere tesseraNew york2Città del mareSe il mare bagna NapoliIl giardino delle 44 colonneCamera con verdeGreen tube In una stagione segnata dall’inversione del paradigma culturale della crescita illimitata, a cui guardava lo sviluppo urbano del ’900, il disegno della città deve misurarsi con la velocità del cambiamento imposto dalle emergenze dettate da una profonda crisi di sistema ambientale ed economica.Lo spazio della città interroga alcuni momenti significativi della storia della città moderna e del dibattito di architettura, per confrontarsi con le ipotesi dei nuovi modelli di trasformazione che affidano la loro centralità alla dimensione dello sguardo. Attraverso forme chiuse e misurabili, inversioni di senso nella percezione degli elementi consolidati del paesaggio urbano, un rinnovato rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, si esplora il tema di una nuova domesticità che restituisce identità ai luoghi del nostro vissuto quotidiano.L’AutoreLorenzo Capobianco (Napoli 1972), dottore di ricerca in progettazione urbana, ricercatore universitario in Composizione Architettonica e Urbana alla Seconda Università degli Studi di Napoli, conduce le sue ricerche sui temi della città contemporanea e dell’architettura sostenibile. Partecipa a numerosi concorsi di progettazione nazionali e internazionali in cui riceve segnalazioni e premi. È invitato in diverse mostre nazionali e internazionali tra le quali: Festival dell’Architettura di Parma 2005, Biennale di Venezia 2006, Palazzo Reale di Napoli 2007, Urban Center Milano 2009, Officine Grandi Riparazioni Torino 2011, Triennale di Milano 2011. Dal 2010 è Vice Direttore di Dromos – libro periodico internazionale di Architettura edito in Italia da Il Melangolo. Collana Pensare architettura -
Bachelardiana (2012). Vol. 7: Bachelard/Héritage.
In questo numero interventi di: Roger Grenier, Jean-Jacques Wunenburger, Francesca Bonicalzi, Marly Bulcao, Ionel Buse, Valeria Chiore, Gaël Cloitre, Nicole Fabre, Anna Ghiglione, Huang Kuan-Min, Julien Lamy, Jean Libis, Stéphane Massonet, Giampiero Moretti, Paolo Mottana... -
70/50. Due modi di dire architettura
"70/50"""" è un libro che espone due punti di vista sull'architettura. Due opinioni che si guardano ma prendono le distanze dal farsi reciprocamente il coro. Gli autori, Franco Purini e Cherubino Gambardella lo hanno scritto, hanno raccolto le immagini a partire da due conferenze tenute durante l'anno accademico 2011-2012, proprio quello dei settant'anni di Purini e dei cinquanta di Gambardella. Tra i pochi architetti a frequentare la teoria affiancandovi una continua sperimentazione progettuale ristabiliscono, con questo testo, una centralità della riflessione sull'architettura quanto mai urgente in un momento di incertezza come quello che viviamo." -
Niccolò Cusano e Jacob Böhme. Per la storia del problema delll'individuazione. Testo tedesco a fronte
"La vicinanza a Dio appartiene alle condizioni della natura dell'individuo; questa è perfetta una volta che egli ha trovato il suo archetipo e la sua quiete più alta, la fine di ogni movimento. Tutto ciò che è concreto raggiunge così, in Dio, nella sua perfezione, la quiete. Ogni essere ha la sua linea verso la realizzazione: ma Dio è il punto dove tutte le linee di perfezione si incontrano"""". La dissertazione dottorale di Martin Buber, dedicata a due grandi figure della mistica e del pensiero rinascimentale come Niccolò Cusano e Jakob Böhme." -
Il mito nazi
Dalla fine del Terzo Reich a oggi il mito nazi ha continuato a persistere nella xenofobia, nel razzismo e nell'antisemitismo contemporanei. Questo mito - ossia ""la potenza che riunisce le forze e le direzioni fondamentali di un individuo o di un popolo, la potenza di un'identità sotterranea, invisibile e non empirica"""" - permane come una minacciosa presenza sulla storia dell'Europa e nella formazione dell'uomo europeo. Il nazismo - scrivono Philippe Lacoue-Labarthe e Jean-Luc Nancy - """"non è stato un mero incidente della storia"""", ma il tentativo riuscito e sempre presente di fare del """"sangue"""" e della """"terra"""" la giustificazione estetico-politica per la più distruttiva mitopoiesi antiumanistica dell'Occidente. Introduzione di Mario Gennari."" -
Per una nuova storia della geografia italiana
Il volume raccoglie, aggiorna e approfondisce le relazioni discusse in occasione del seminario ospitato nella prestigiosa cornice della Biblioteca Classense di Ravenna che conserva il patrimonio di libri e manoscritti appartenuti a Lucio Gambi. Sulla linea di quanto avviene in altri paesi e attraverso il dialogo fra autori collaudati e più giovani ricercatori, la pubblicazione si propone di sollecitare studi e discussioni sulle vicende che hanno attraversato la geografia italiana non solo istituzionale e inquadrata nel contesto europeo. Contributi di Claudio Cerreti, Alex Cittadella, Floriana Gattuccio, Carlo A. Gemignani, Francesco Micetti, Calogero Muscarà, Paola Pressenda, Massimo Quaini, Luisa Rossi, Emilia Sarno, Paola Sereno, Maria Luisa Sturani. -
Bachelard e le «provocazioni» della materia
A cinquant'anni ormai dalla morte di Gaston Bachelard (1884-1962), sorprende l'attualità della sua opera e la vivacità di un pensiero articolato, complesso e capace di interpellare saperi plurali. Tra i molteplici percorsi possibili si è scelto di interrogare quello della materia, affrontato secondo la modalità della provocazione, ossia dell'inevitabile messa in questione della soggettività. Le risposte - parziali, aperte, a volte contraddittorie - alle provocazioni della materia che qui vengono presentate si muovono secondo il doppio asse epistemologico ed estetico, seguendo gli snodi delle razionalità regionali (chimica, fisica, geometria, ecc.) e di alcune loro peculiarità tematiche (colore, corpuscoli, quanti, ecc.), o le articolazioni dell'immaginazione degli elementi materiali (metamorfosi, ritmo, rêverie tattile, cristallina, tenebrosa, ludica, ecc.). Infine tocchi delicati e profondi tratteggiano i rapporti della materia con il tempo della durata e il ritmo musicale, con la parola poetica, con gli spazi dell'architettura, i gesti della pittura ed il corpo a corpo della scultura. Risplende allora tutta l'esuberanza della razionalità bachelardiana sempre aperta ad un'inesauribile riorganizzazione. -
La guerra di mio padre
"Molti degli internati militari hanno vissuto il ritorno a casa sotto il segno dell'offesa. Per loro non ci sono attestati o benemerenze. Anzi sono circondati da indifferenza e fastidio. Stranieri in patria. Ignorati e respinti da un paese che non li riconosce e in cui non riescono o non vogliono riconoscersi. Si sentono, e in qualche modo lo sono davvero, gli ultimi involontari ostaggi di una guerra senza memoria e senza narrazione pubblica. Una guerra che l'Italia antifascista rinnega e che larga parte degli Italiani aspira a dimenticare. Più che eroi appaiono come i resti dell'esercito regio, travolti dall'umiliazione e dalla disgregazione dell'armistizio. Di fatto viene negato il loro essere 'volontari dei lager', l'aver fatto scelte fondate su decisioni individuali non facili e accettato i rischi conseguenti. Rischi ampiamente commisurabili con quelli del partigiano di montagna.""""" -
Le favole di Aviano e il «Novus Avianus» di Venezia
Le favole del poeta latino Aviano (IV secolo) godettero per tutto il Medioevo di un'enorme fortuna, pari o forse addirittura superiore a quelle del suo predecessore Fedro, conosciuto solo attraverso varie rielaborazioni in prosa e in poesia. La semplicità del distico elegiaco rispetto al senario giambico fedriano e l'insegnamento sotteso alla morale ne favorirono la diffusione in ambito scolastico e predicatorio, tanto che oggi il corpus ci è tramandato da più di centotrenta manoscritti provenienti da tutta Europa. Numerose sono anche le sue riscritture, composte sia in prosa che in versi lungo i secoli XI-XIV, che con una tecnica 'plagiario-compilatoria' mescolano le citazioni del modello con quelle di uno o più rifacimenti. Tra esse si colloca l'anonimo ""Novus Avianus"""" di Venezia (XIII sec.) che è tradito dal codice Marcianus lat. XII.118 (= 4019) appartenuto all'umanista padovano Pietro da Montagnana e che contamina il testo di Aviano con quello di altre sue tre rielaborazioni. L'attenta disamina delle singole riprese testuali e tematiche del modello principale, condotta su un testo critico e una traduzione italiana di questo testo rinnovati, ci consente di approfondire i percorsi della tradizione avianea lungo tutta l'età medievale."" -
Minimo colorato. Diario di spazi e architetture. Ediz. italiana e inglese
Un libro concepito come un diario di piccole architetture realizzate facendo ricerca attraverso il progetto. Un libro per raccontare una passione rivolta a migliorare i modi di abitare anche nelle condizioni meno usuali. Un libro per ricordare come volumi e colori siano i protagonisti del mondo che ci circonda. -
Architetture in dialogo
"Pensare l'architettura e viverci dentro, dentro il tempo che l'attraversa, guardando oltre, altri paesaggi, altri edifici, guardando le persone, cercando il dialogo e le regole nascoste. Pensare l'architettura come un posto dove star bene."""" Introduzione di Marco Spesso." -
La vista del mondo
Nella seconda metà dell'Ottocento quando, attraverso l'invenzione delle rappresentazioni panoramiche, dei grandi globi e della fotografia, esplode la diffusione dell'immagine geografica, in una tersa mattina di primavera un ignoto viaggiatore, salito sul monte a picco sul mare di Porto Venere e delle Cinque Terre, assiste a un fenomeno straordinario: l'amphiorama, ovvero la vista dell'intero pianeta. Darà poi alle stampe la descrizione dei particolari realistici e inauditi delle terre che la visione gli aveva mostrato: le isole mediterranee e gli esotici arcipelaghi tropicali, le sconfinate distese della taiga e dei deserti asiatici, gli altipiani africani e perfino il Polo artico del quale descrive ogni anfratto disegnandone la ""vera"""" mappa... Artificio letterario sotto la suggestione del passaggio di una cometa o frutto di una follia geografica? In questo libro viene rivelata l'identità dell'autore e ricostruita la genesi di un testo - di cui si propone la traduzione completa che da allora non ha cessato di impressionare i lettori."" -
Sul genio
"La malinconia connaturata al genio dipende dal fatto che più è viva la luce che illumina l'intelletto, più esso è in grado di percepire nettamente la miseria della sua condizione. - Quel triste stato d'animo così spesso osservato negli spiriti eminenti ha la sua immagine nel monte Bianco: la cima è quasi sempre avvolta dalle nubi; ma quando a volte, specialmente all'alba, il velo si squarcia e lascia intravedere la montagna che, arrossata dai raggi del sole, si erge in tutta la sua altezza sopra Chamonix, fin quasi a toccare il cielo al di là delle nuvole, la vista di un tale spettacolo commuove ogni uomo nel più profondo del cuore. Così il genio, il più delle volte malinconico, rivela in determinati momenti quella particolare serenità già prima descritta, dovuta alla perfetta oggettività dello spirito, che come un riflesso di luce rischiara la sua alta fronte: in tristitia hilaris, in hilaritate tristis.""""" -
L' avvenire di una rivolta
Gli uomini in rivolta della nuova specie sono gli individui arrabbiati che non hanno perso il senso decisivo e specifico della rivolta. Tutti e tutte sono impegnati in un'esistenza difficile, spesso dolorosa, e portano avanti lotte rischiose. Condividono tuttavia qualche cosa di nuovo, che probabilmente c'è sempre stato, che diventa ormai confessabile, addirittura rivendicato. Scoprono per esperienza che non ci sono risposte alle impasse sociali, storiche, politiche, senza un'esperienza interiore radicale, esigente, singolare, capace di appropriarsi della complessità del prima per decidere dell'adesso e del poi.