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Paideutika. Vol. 13: Drammaturgie della giovinezza.
L'obiettivo della rivista è di porre la questione della giovinezza in quanto esperienza cruciale della vita, con l'intento di ricomprenderne gli snodi decisivi. Lo scopo è di sfuggire a troppo semplicistiche interpretazioni che ne fanno un semplice periodo di passaggio alla maturità o che la fissano in un'astratta idealità. Dagli studi proposti emerge la scelta di farne una specifica valutazione per mettere in luce il suo essere, fondamentalmente, età della scelta e della responsabilità. In questo numero scritti di: Valeria Anfossi, Andrea Baglione, Miguel Benasayag, Silvano Calvetto, Ferdinanda Chiarello, Antonio Erbetta, Gerhard Friedrich, Cristina Gatti, Gianluca Giachery, Giuliano Gozzelino, Elena Madrussan, Riccardo Morello, Fulvio Papi, Gianmarco Pinciroli, Alessandra Sara Stanizzi, Enrico Testa. -
L' educazione come vita vissuta. Percorsi teorici e campi d'azione
Contro ogni rappresentazione convenzionale del problema educativo, questo volume tenta di offrire quegli strumenti critici che, opponendosi ai luoghi comuni del pedagogismo corrente, consentono, forse, di intrattenersi con ciò che di essenziale appartiene alla coscienza pedagogica. Vale a dire con quel nesso formazione - cultura da cui prende vita l'idea dell'educazione come esperienza vissuta dell'uomo in quanto cultura. Di qui una sequenza di interventi che, tra percorsi teorici e campi d'azione, vorrebbero ricondurre con metodo decostruttivo a quel significato più radicale che l'educazione, in chiave fenomenologica ed esistenziale, porta con sé: ""fare dell'esistenza la propria passione, avendo a disposizione, immer wieder, l'occasione di un evento e la forza di una domanda ulteriore"""". Saggi di: Silvano Calvetto; Antonio Erbetta; Gianluca Giachery; Elena Madrussan; Grazia Massara."" -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Vol. 55
La Rivista ""Il confronto letterario"""" è pubblicata dal Dipartimento di letterature straniere moderne dell'Università di Pavia. I contributi pubblicati riguardano le tematiche letterarie e filologiche di tutte le letterature moderne. Gli articoli sono caratterizzati da un notevole rigore scientifico. Tuttavia, al di là degli specialisti, il contenuto, proprio per le tematiche di tipo letterario che lo caratterizzano, è fruibile anche da un pubblico generico e non universitario."" -
La religione nel Mozambico contemporaneo
Il volume intende riflettere, secondo una visione fondamentalmente socio-antropologica, su uno degli aspetti più antichi dell'essere umano: il suo interesse per il ""sacro"""". L'Intento è quello di cercare di comprendere le interrelazioni e le caratteristiche del fenomeno religioso in Mozambico, in cui l'afflato religioso permea la quotidianità di quasi tutti i cittadini di ogni classe e condizione sociale, prefigurando tratti caratteristici e peculiari. Il libro è composto da una presentazione generale sul fenomeno religioso in Mozambico e da tre saggi, ossia tre studi di caso sulla """"Missione della Chiesa Metodista Unita"""" in Mozambico a Cambine (Inhambane), sulla """"Igreja Zione"""" a Maputo e sulla religione tradizionale nella comunità Macua nella città di Nampula."" -
Un uomo di colore in viaggio intorno al mondo
Il libro di viaggio di David F. Dorr costituisce un caso unico nella storia della letteratura di viaggio. Dorr infatti era uno schiavo che alla metà dell'Ottocento accompagna il suo padrone in un viaggio attorno al mondo con il compito di stendere il diario del viaggio. Ma la grande intelligenza di Dorr ci ricorda Attilio Brilli - trasforma il viaggio del suo padrone nel ""suo"""" viaggio e il diario diventa il """"suo"""" diario: Dorr fa della scrittura e della narrazione del viaggio una metafora della libertà e con ciò afferma il diritto di impossessarsi, lui dichiaratamente nero e schiavo, di una tradizione culturale - quella del viaggio d'istruzione - che era appannaggio esclusivo e vanto di classi bianche ricche ed egemoni. Si tratta infatti di una consuetudine culturale di origine britannica che gli permette di osservare, di commentare e di giudicare il mondo circostante come qualsiasi altro individuo nato libero e culturalmente dotato. Con la descrizione di città e di costumi del Vecchio Mondo e dell'Oriente mediterraneo, il suo libro non può che essere riconosciuto ancor oggi come uno dei più sorprendenti gesti ironici della storia."" -
Regole di civiltà e di comportamento decoroso-Rules of civility & decent behaviour
Come comportarsi a tavola, come vestire, come ascoltare e parlare con estranei? Ma anche: come farsi apprezzare dagli altri e come valutare gli uomini? A queste, come a molte altre domande, George Washington (1732-1799) risponde indicando ai suoi compatrioti il modo più corretto di agire. Così colui che sarà il primo Presidente degli Stati Uniti pensa di contribuire alla trasformazione di un popolo eterogeneo e incolto, per farne una nazione di cittadini civili e moderni. ""Le Regole di civiltà non rappresentarono solo come scrive Marco Sioli nella Prefazione - un punto fondamentale nella vita di Washington, bensì si imposero come modello per la formazione culturale delle élite dell'epoca"""". Leggere oggi queste indicazioni può, di tanto in tanto, far sorridere, ma qualcosa potrebbe essere applicato con buoni risultati anche in una civiltà 'educata' e 'moderna' come la nostra..."" -
Paideutika. Vol. 14
Cosa vuol dire Paideutika? Letteralmente essa è la menzione al plurale dell'aggettivo verbale derivato dal greco paideuo (istruisco, educo, formo), da cui anche paideia (educazione, cultura, istruzione, conoscenza). Per cui Paideutika nomina tutto ciò che ha a che fare con la formazione dell'uomo. Così Paideutika intende sviluppare una critica serrata delle pratiche di assoggettamento formativo a partire esattamente dal nesso formazione/cultura. E di farlo nel segno di una tradizione fenomenologica che, con accentuata attenzione esistenziale, non potrà che immergersi nelle infinite forme della vita di cultura - dalla filosofia alle scienze umane, dall'arte alla letteratura, dalle scienze sociali e politiche a quelle dell'educazione - per rivendicare, oggi, l'urgenza di un pensiero radicale. Un pensiero capace di reagire, con metodo decostruttivo, alla confortevole e levigata illibertà che sempre si annida nelle formule retoriche ed edificanti del pedagogismo corrente. -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Vol. 56
La Rivista ""Il confronto letterario"""" è pubblicata dal Dipartimento di letterature straniere moderne dell'Università di Pavia. I contributi pubblicati riguardano le tematiche letterarie e filologiche di tutte le letterature moderne. Gli articoli sono caratterizzati da un notevole rigore scientifico. Tuttavia, al di là degli specialisti, il contenuto, proprio per le tematiche di tipo letterario che lo caratterizzano, è fruibile anche da un pubblico generico e non universitario."" -
Historia de los bandos de los Zegríes y Abencerrajes. Ediz. critica
Uno dei più intricati problemi critico-testuali della letteratura spagnola aurea è quello rappresentato dalla doppia redazione della ""Historia de los bandos de los Zegríes y Abencerrajes"""" di Ginés Pérez de Hita. Al testo della """"princeps"""" (1595) si affiancò infatti molto presto (anzi, più presto di quanto si credesse) una riscrittura globale dell'opera, per la quale ci si doveva accontentare sinora delle approssimative e lacunose informazioni fornite da Paula Blanchard-Demouge nella sua edizione del 1913. La complessa e laboriosa ricerca svolta da Mirko Brizi permette ora di cogliere l'ampiezza e sistematicità della riscrittura, e di confermare con argomenti solidi che essa non è d'autore. Non per questo il rifacimento è trascurabile. Esso ci mostra infatti un lettore attento delle Guerras, le cui scelte furono la lente, in parte deformante, attraverso cui legioni di lettori accostarono questo capolavoro della letteratura """"morisca"""". E le motivazioni dell'anonimo sono evidenti, sia sul terreno ideologico (la visione dell'altro musulmano è adeguata, almeno parzialmente, ai valori dominanti), sia su quello estetico, dove emerge il voluto distanziamento dalla convenzione linguistico-stilistica della """"novela de caballerías"""", ancora tanto presente all'autore. Attraverso un lavoro imponente, che ha toccato anche numerose edizioni sinora trascurate o sfuggite agli studiosi, Brizi dà finalmente il testo sicuro sia della prima redazione d'autore, sia del suo rifacimento, permettendone l'agevole lettura parallela. Ne esce confermata la tenuta e l'efficacia del metodo dell'errore significativo in una tradizione a stampa folta e intricata. Testo in lingua spagnola. Studio introduttivo di Mirko Brizi in italiano."" -
La Austríada. Ediz. critica
La Austríada del cordovano Juan Rufo, pubblicata nel 1584, e poi riedita nel 1585 e 1586, è uno dei più interessanti poemi epici del Siglo de Oro spagnolo, anello di congiunzione fondamentale tra il Manierismo maturo e Góngora. Questa edizione (la prima dopo il XIX secolo) offre finalmente un testo sicuro, e chiarisce i rapporti tra le tre edizioni antiche con perizia filologica. Inoltre, dell'opera studia con grande attenzione le componenti ideologiche, a partire dalla materia trattata (la guerra dell'Alpujarra e Lepanto), e quelle letterarie. La struttura bipartita, che trova nell'unico dux, don Juan de Austria, protagonista di entrambi gli eventi, la propria salda unità, è per la prima volta messa a nudo e interpretata, anche nella sua proiezione sulla costruzione del singolo canto, e financo sulla forma tassiana dell'ottava, quasi sempre organizzata per schemi binari. E anche il sistema di fonti storiche e modelli letterari (tra Virgilio e Tasso, passando per Lucano, Juan de Mena, Ariosto e Camões) è identificato, facendoci scoprire un poeta coltissimo, ben determinato a salvare la differenza che deve correre tra un'opera storiografica e un poema. L'arioso studio introduttivo, la scheda critica apposta a ciascuno dei 24 canti, il minuto commento verso a verso (che disegna, in particolare, il profilo pregongorino della lingua del poema) offrono, su scale diverse, tutti gli strumenti per accostare e comprendere un'opera che fu ammirata anche da Cervantes. -
Ristoranti con l'orto e ristoranti a chilometro zero. Guida a 415 ristoranti italiani buoni, genuini e vicini
Da anni e anni, in tutta Italia, esistono ristoranti (trattorie, osterie), che basano gran parte del loro menu sui prodotti dell'orto. Ciò che nasce dalla terra, si trasforma in primi, secondi, contorni, dal gusto sorprendente anche quando si tratta di preparazioni semplici e conosciute. A loro è dedicata una parte delle schede di questa guida. L'altra parte esplora il mondo dei ristoranti (delle trattorie, delle osterie) a chilometro zero. Il menu di questi locali si basa sulle materie prime che nascono nella regione, e in certi casi sull'area ancor più ristretta del territorio. Il chilometro zero garantisce la freschezza e il ricambio veloce delle materie prime, la genuinità delle preparazioni, la pienezza dei sapori. Insieme alla possibilità di riproporre piatti dimenticati, altrimenti irrealizzabili. Che queste due ""filosofie"""" gastronomiche rappresentino la strada giusta del buon mangiare, lo dimostra il successo in costante crescita tra i clienti."" -
P. P. P. Il mondo non mi vuole più e non lo sa
P come Parola, V come Potere, P come colitica: l'acronimo di un pensiero difficile da catalogare, ideologico e anarchico, lucido e disperato, per alcuni un faro, per altri una voce del passato. E all'incrocio fra i ricordi e l'analisi libera da pregiudizio che questo libro si colloca. Poche ed essenziali pennellate per raccontare un provocatore infallibile, la cui dialettica ""funzionava puntualmente come una trappola per topi""""."" -
Racconti d'acqua e di terra
"Tutto si tiene in questi racconti così apparentemente personali e intimi. Le voci precisamente connotate di ciascun narratore si impongono per prime, con le loro sonorità differenziate, con il loro differente respiro. Ma la scrittura rispettosa e discreta di Anna Turra, appropriandosi di questa oralità perduta, intesse queste voci tra loro, come i fili diversamente colorati di un'unica sapiente trama letteraria. Quasi un piccolo romanzo del secondo Novecento costruito per flashback che illuminano i vissuti non straordinari di gente non straordinaria, ma vera, che dai non luoghi della contemporaneità ci riportano a casa."""" (Anna Beltrametti)" -
Le macchine della descrizione. Retorica e predicazione nel barocco spagnolo
Il trionfo della descrizione nella Spagna secentesca tocca ogni genere letterario, ma solo in ambito predicatorio è accompagnato da un acuto dibattito teorico. La proliferazione di descrizioni letterarie, dai sermoni cortigiani a quelli recitati nelle grandi chiese urbane, non solo costituisce il punto focale del processo di crescente sovrapposizione tra scrittura profana ed eloquenza sacra, ma dà anche luogo a una tardiva querelle che, in certa misura, ricalca le due fondamentali polemiche d'inizio secolo con cui la cultura aurea si affranca dal coacervo retorico rinascimentale. -
«Nauticas Venatorias Maravillas». Percorsi piscatori nella letteratura spagnola del Siglo de Oro
All'inizio del XVI secolo, con le Eclogae Piscatoriae di Sannazaro si diffonde una visione del mare capace di inventare un nuovo paesaggio, complementare all'Arcadia, che attraverso la parola poetica si fa mito e accoglie nuove forme di travestimento. Lungo il XVI e XVII secolo, la lirica piscatoria attraversa l'Italia e l'Europa e dialoga con le arti figurative, nutre il teatro e il melodramma, si fonde con altri generi lirici, si affaccia su scenari esotici ed abbraccia la peripezia. La poesia spagnola dei Secoli d'Oro non rimane estranea a questa fortuna, e dopo una stagione in cui segue da vicino l'esperienza italiana ben presto, già sul finire del Cinquecento, inizia a discostarsi dai modelli consolidati del genere per cercare una voce più autonoma. È la stagione del romancero nuevo, quando Góngora reinventa la materia alieutica procedendo su una duplice strada: adattandola ai ritmi e ai modi della tradizione del romancero, ma anche utilizzandola nel grande affresco delle Soìedades e divenendo così, a sua volta, un modello da imitare. Più tardi, Lope de Vega e Tirso de Molina percepiranno i segni di logoramento del codice ma sapranno utilizzarlo ancora con slancio creativo. Questo libro è una ricognizione degli esperimenti piscatori nell'arco di poco più di un secolo, fra la metà del Cinquecento, epoca delle prime attestazioni in Spagna, e il 1657, anno della rappresentazione di una ""egloga piscatoria"""" drammatica di Calderón."" -
Omaggio a Toppi
Il volume illustra il laboratorio e i disegni degli studenti dell'I.S.I.S. di setificio ""Paolo Carcano"""" di Como, ispirati all'opera di Sergio Toppi."" -
La carta non è impaziente. Lettura e scrittura: piccole forme d'eternità
"La scrittura è un risarcimento a solitudini precoci..."""", esordisce Monique Pistolato. Ma la scrittura, per lei, è un'esperienza totale, che scava nella persona e nel mondo circostante in un continuo rimando tra dentro e fuori. Ripartire dall'autobiografico, dalla scelta precoce della scrittura, per scoprirne il senso profondo, il perché delle storie, il significato di termini lisi dal consumo quotidiano. I sensi sono, per l'autrice, un elemento conoscitivo, una bussola per orientarsi nell'incontro con """"l'altro"""", recettori che incamerano esperienze da tradurre in parole. C'è così un """"perché scrivo"""" e un """"di che cosa scrivo"""" e infine, naturalmente, un """"per chi scrivo"""". E se l'interno si confronta con l'esterno, in quadri di vita, così la parola si lega ad immagini: grazie agli scatti Mariateresa Crisigiovanni i testi trovano un completamento e un'intensificazione." -
I racconti del sorriso
"I racconti del sorriso"""" è un boomerang d'amore. Leggerlo non può che far bene al nostro stanco cuore. Cinque racconti e la magia di una scrittrice nel donare con profondo ascolto un contorno alle nuvolette grigie quotidiane che solcano il cielo di: Andrea, Donatella, Marianna, Maria Grazie, Roberto. Solitamente in modo un po' freddo, li chiamano portatori di handicap, ma qui i nostri cinque narratori ci regalano soprattutto teneri abbracci. Tutto lo si deve alla sensibilità e ad una magia della scrittrice: Maria Luisa Barbini Cioffari che ha saputo mischiare nella stessa tavolozza colorata, le tinte dei nostri protagonisti del sorriso e fare di cinque voci un solo armonico coro, un unico affresco dalle tinte pastello. Quanti amici attorno e dentro un libro. Quanto amore tra le pieghe di un handicap. È un libro da leggere sino in fondo per capire come nascono e dove vanno a riposare i sogni. Il sogno di veder pubblicato i propri scritti per Andrea, Donatella, Marianna, Maria Grazia e Roberto si è avverato." -
Al sole
Partito per il Maghreb come giornalista, ma in realtà spinto dal desiderio di sole e di calore, Maupassant finisce per alternare il reportage con la contemplazione, quasi come un turista qualsiasi, dei luoghi e delle persone. Così l'osservatore attento che cerca di penetrare il cuore e il pensiero degli arabi, lascia spesso la parola al narratore, allo scrittore appassionato, affascinato dalla natura e dalla vita del sud. Ne deriva un testo complesso, seducente e ambivalente: da una parte Maupassant ci parla dell'islam e dei gruppi religiosi, delle città popolate e rumorose, dei mercati traboccanti di colori e di voci, ma poi si lascia trascinare dalla bellezza emozionante dei luoghi isolati, dalla tranquillità e dalla solitudine che scopre lungo la costa o nel deserto: le due facce del Maghreb quasi a cercare di ricomporre l'io diviso dell'autore. -
Il malinteso
"Dopo la prima visita alla SNIA continuo a tornarci, nei giorni nelle settimane che seguono. Quello scenario apocalittico di muri precari, terrapieni di macerie, resti di rotaie dentro i capannoni, con le sue baracchine fatte di assi e vecchie porte prese nei cantieri e con quella miriade di mendicanti d'ogni sorta: uomini muscolosi e spacconi, giovanissime madri e nonne, innumerevoli bambini, con il tanfo delle esalazioni chimiche e lo squittio dei topi, a due passi da casa mia, esercita su di me un forte richiamo, quasi un risucchio che non voglio contrastare ma che cerco di circoscrivere in funzione delle mie forze."""""