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Paideutika. Vol. 17: Per un'educazione come critica dell'educazione.
Cosa vuol dire Paideutika? Letteralmente essa è la menzione al plurale dell'aggettivo verbale derivato dal greco paideuo (istruisco, educo, formo), da cui anche paideia (educazione, cultura, istruzione, conoscenza). Per cui Paideutika nomina tutto ciò che ha a che fare con la formazione dell'uomo. Così Paideutika intende sviluppare una critica serrata delle pratiche di assoggettamento formativo a partire esattamente dal nesso formazione/cultura. E di farlo nel segno di una tradizione fenomenologica che, con accentuata attenzione esistenziale, non potrà che immergersi nelle infinite forme della vita di cultura - dalla filosofia alle scienze umane, dall'arte alla letteratura, dalle scienze sociali e politiche a quelle dell'educazione - per rivendicare, oggi, l'urgenza di un pensiero radicale. Un pensiero capace di reagire, con metodo decostruttivo, alla confortevole e levigata illibertà che sempre si annida nelle formule retoriche ed edificanti del pedagogismo corrente. -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Vol. 59
La Rivista ""Il confronto letterario"""" è pubblicata dal Dipartimento di letterature straniere moderne dell'Università di Pavia. I contributi pubblicati riguardano le tematiche letterarie e filologiche di tutte le letterature moderne. Gli articoli sono caratterizzati da un notevole rigore scientifico. Tuttavia, al di là degli specialisti, il contenuto, proprio per le tematiche di tipo letterario che lo caratterizzano, è fruibile anche da un pubblico generico e non universitario."" -
Como si racconta... 41 storie dalla città
41 voci raccontano la città, le vie e le architetture, i progetti e la memoria, il lago e le sue ombre. È un ritratto poliedrico e vibrante, disegnato dai 41 autori intrecciando le loro storie con la Grande Storia. Sono scrittori, poeti, religiosi, artisti, architetti, uomini di cultura, avvocati, imprenditori, che regalano al lettore frammenti di una città vissuta e anche qualcosa di se stessi. -
Solitudine e scrittura. Disallineamenti del tragico nella modernità
In quanti modi diversi è possibile declinare la solitudine di chi scrive? L'analisi condotta in questo volume prende in considerazione figure di diverso rilievo - da Proust a Barthes, da Broch a Bernhard, da Celan a Walser, passando per Lévinas, Derrida e Agamben - appartenenti ad una modernità più o meno recente e a modalità di scrittura per lo più ambivalenti tra riflessione esplicitamente filosofica e segno letterario, per coniugarne il senso ai temi della tragicità, della formazione, dell'eticità. Che il nesso concettuale tra solitudine e scrittura, caratterizzato da quei temi, sia decisamente tipico dello stato delle cose odierno, non impedisce comunque di pensare che colui che scrive oggi, o che ha scritto in passato, sia stato sempre solo. Per questo, piuttosto che assumere le ragioni di una catalogazione storica dei modi in cui tale condizione s'incarna, l'autore si affida prudentemente ad alcuni casi esemplari che, nella loro esperienza vissuta di scrittori, sembrano rendere quel nesso più eloquente. Soprattutto volendo salvaguardare la ricchezza semantica di una ""solitudine scrivente"""", per così dire, inapparente, sempre sottesa, come un filo d'acciaio, a sorreggere il gioco funambolico dei contenuti di senso più insoliti: tutti in debito di fondazione rispetto a questo destino al tempo stesso esistenziale ed essenziale."" -
Bonobani. Parole della foresta
Può sembrare curioso che un grande scrittore e poeta come Robindronath Tagore (1861-1941), Premio Nobel per la letterature nel 1913, dedichi un'intera opera all'albero - agli alberi - che per lui diventa simbolo emblematico dell'intera natura e referente del rapporto che si vorrebbe instaurare con essa: un rapporto fatto di rispetto e di ammirazione, di riconoscimento della bellezza. L'albero, la natura sono tutto questo e molto di più. Noi oggi non ci soffermiamo più a considerare la bellezza dell'albero. Qui ogni albero viene nominato e ""chiamato per nome"""". Qui ogni albero diventa protagonista del dialogo dell'autore che parla e ascolta, che si lascia coinvolgere, che riconosce il vivente che è l'albero. Il traduttore, padre Marino Rigon, ha tradotto i testi di Tagore dall'originale bengali."" -
Vecchia Brianza in cucina
"Non è solo un ricettario, e un viaggio... Sono oltre 350 pagine di informazioni e ricette precedute da scorrevoli capitoli di curiosità e testimonianze vissute. Un eccellente esempio di contributo accademico alla cultura della tavola"""" (E. Lo Scalzo, Accademia Internazionale della Cucina). Come è stato scritto l'opera di Ottorina Perna Bozzi occupa lo stesso posto che occupa """"La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene"""" di Pellegrino Artusi: sono due libri che rappresentano un punto di riferimento insostituibile non solo per le ricette ma anche per tutte le informazioni che danno: """"Anche Ottorina Perna Bozzi, come l'Artusi ha avuto la capacità e il merito di saper mettere 'ordine' nella cucina lombarda e milanese. Non tanto perché dà le ricette, che cambiano sempre e che ognuno ritiene di detenerne la migliore, ma per la descrizione dettagliata e puntigliosa dei metodi di lavorazione dei diversi piatti.""""" -
Le rose del conte
"Nelle vie della città, chiusa dal lago a nord e intorno dalle mura e dalle torri, o meglio, da ciò che rimane della cinta medievale, correva il vento, sollevando polvere e foglie d'autunno, d'inverno penetrando gelido nei vestiti dei rapidi passanti."""" I ricordi corali di una città di lago, circondata dai monti, chiusa quasi in se stessa, incline alla riservatezza ma anche al pettegolezzo: storie minute che raccontano piccoli avvenimenti e forti passioni, che danno colore a personaggi e luoghi. Storie di un tempo lontano ma forse ancora vicine." -
Taraipù. Viaggio in Amazzonia
Nella foresta amazzonica, nel cuore di uno degli ultimi luoghi selvaggi della Terra, Bianchini ci coinvolge in una nuova ricerca dell'Eldorado: un Eldorado però ben diverso da quello della mitica città d'oro. In questa storia, più che l'avventura, a sedurci è la grande attenzione per la vita dei popoli, per la condizione della natura, è la sensibilità naturalistica e l'attenzione antropologica. -
Continuità e discontinuità nelle opere giovanili di Joyce. Da «Stephen hero» a «A portrait of the artist as a young man»
Nel passaggio dal manoscritto di ""Stephen hero"""" al testo definitivo di """"A portrait of the artist as a young man"""", si possono rilevare una serie di cancellazioni e di recuperi che appaiono, alla luce dei successivi sviluppi dell'opera di Joyce come estremamente significativi. Analizzare queste opere giovanili e le loro dinamiche, risulta quindi estremamente interessante per far luce sui capolavori successivi di """"Ulysses"""" e """"Finnegans' Wake"""". L'analisi che viene sviluppata qui non è quindi fine a se stessa, ma si proietta oltre l'immediato, sul complesso dell'opera joiciana e l'essenzialità del testo non toglie nulla alla rilevanza del saggio."" -
Minoranze e multiculturalismo nell'Italia contemporanea. Una prospettiva storica-sociologica
Le minoranze linguistiche, le differenze culturali prodotte dall'immigrazione e la questione della condizione delle donne nella società italiana contemporanea sono i tre temi su cui si focalizza l'attenzione dell'autore. Sono, questi, argomenti di grande rilevanza per la nostra società, anche per le implicazioni politiche che comportano. Oggi non si può negare che la presenza e il ruolo che possono assumere nella nostra vita quotidiana e pubblica le persone nate in altri paesi o che la drammaticità e il ripetersi di episodi di violenza sulle donne, non siano temi di stringente attualità: il pregio di questo studio è di proporre, oltre a un'analisi sociologica sviluppata in rapporto ad altre realtà europee e intemazionali, anche un approccio diacronico che ripercorre l'evoluzione storica del paese. Forse l'Italia, per la specificità della sua storia, ha preso coscienza in ritardo di queste tematiche ma ora queste questioni si sono poste in tutta evidenza e non è più possibile eludere la riflessione e l'analisi. -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Vol. 60
La Rivista ""Il confronto letterario"""" è pubblicata dal Dipartimento di letterature straniere moderne dell'Università di Pavia. I contributi pubblicati riguardano le tematiche letterarie e filologiche di tutte le letterature moderne. Gli articoli sono caratterizzati da un notevole rigore scientifico. Tuttavia, al di là degli specialisti, il contenuto, proprio per le tematiche di tipo letterario che lo caratterizzano, è fruibile anche da un pubblico generico e non universitario."" -
Paideutika. Vol. 18: Geografie del corpo.
Cosa vuol dire Paideutika? Letteralmente essa è la menzione al plurale dell'aggettivo verbale derivato dal greco paideuo (istruisco, educo, formo), da cui anche paideia (educazione, cultura, istruzione, conoscenza). Per cui Paideutika nomina tutto ciò che ha a che fare con la formazione dell'uomo. Così Paideutika intende sviluppare una critica serrata delle pratiche di assoggettamento formativo a partire esattamente dal nesso formazione/cultura. E di farlo nel segno di una tradizione fenomenologica che, con accentuata attenzione esistenziale, non potrà che immergersi nelle infinite forme della vita di cultura - dalla filosofia alle scienze umane, dall'arte alla letteratura, dalle scienze sociali e politiche a quelle dell'educazione - per rivendicare, oggi, l'urgenza di un pensiero radicale. Un pensiero capace di reagire, con metodo decostruttivo, alla confortevole e levigata illibertà che sempre si annida nelle formule retoriche ed edificanti del pedagogismo corrente. -
L' anima della Cina
"Ho un grande debito di gratitudine verso Richard Wilhelm, sia per la luce che ha gettato sul complesso problema dell'I Ching sia per il suo contributo all'applicazione pratica del libro. Per più di trent'anni mi sono interessato a questa tecnica oracolare, o metodo di esplorazione dell'inconscio, perché a me sembrava di non comune importanza. Avevo già una certa dimestichezza con l'I Ching quando conobbi Wilhelm poco dopo il 1920. Egli mi confermò allora ciò che già sapevo, e mi insegnò molte cose ancora"""" (Carl Gustav Jung). Richard Wilhelm ha contribuito più di ogni altro a far conoscere in Occidente la vasta eredità spirituale della Cina, traducendo alcune tra le più importanti opere filosofiche orientali, e, in particolare, I Ching. L'anima della Cina non è però una traduzione dal cinese, bensì un'opera originale in cui il grande sinologo e pastore protestante tedesco racconta la propria esperienza. Un'opera in cui si fondono vari aspetti, dall'autobiografico al filosofico, allo storico." -
Il nostro inverno africano
In Italia, Arthur Conan Doyle è conosciuto quasi esclusivamente come giallista e creatore del personaggio di Sherlock Holmes. In realtà, egli è autore di commedie teatrali, versi, saggi, racconti di fantascienza, romanzi filosofici e storici, di cui fu molto orgoglioso, più di quanto lo sia stato del detective al quale deve la fama. ""Il nostro inverno africano"""" ci fa scoprire un altro aspetto abbastanza sconosciuto dello scrittore, lo Spiritualismo, il suo interesse principale negli ultimi quindici anni. Nel 1928 intraprende un viaggio di sei mesi in Sudafrica per tenere una serie di conferenze che hanno per oggetto la vita dopo la morte. Come è già successo in Canada, negli Stati Uniti e in Australia, egli attira grandi folle, richiamate dal suo nome, ma anche dalla profonda sincerità e onestà con cui affronta l'argomento. Oltre al tema che è la ragione del viaggio, in questo testo c'è anche un resoconto della situazione politica ed economica del Sud Africa, della Rhodesia e del Kenya. Grande protagonista è anche il territorio africano, con il deserto e la savana, i grandi laghi, la Rift Valley, le cascate, le paludi, le spiagge, i fiumi e le zone protette, paradiso di animali quali il leone, le giraffe, gli ippopotami e i coccodrilli. E poi c'è il paesaggio creato dall'uomo, quello arcaico, delle rovine e delle pitture rupestri, e quello moderno delle grandi città."" -
Leggere «Il visibile e l'invisibile» di Merleau-Ponty
"Il visibile e l'invisibile"""" (1964) è l'ultima opera a cui Maurice Merleau-Ponty stava lavorando quando la sua morte improvvisa gli impedì di portarla a termine. Pubblicato postumo nel 1964, questo scritto contiene preziose indicazioni relative alla svolta ontologica che Merleau-Ponty stava imprimendo alla propria concezione della corporeità, elaborata nella Fenomenologia della percezione del 1945. Il testo è composto da quattro capitoli e da una selezione di note di lavoro che consentono di valutare le direzioni teoriche verso cui il pensatore francese stava muovendo. La concezione della soggettività incarnata viene qui radicalizzata in quella che Merleau-Ponty chiama """"ontologia della carne"""". Si tratta di una revisione complessiva delle categorie tradizionali della filosofia che interessa direttamente il pensiero fenomenologico, ma tocca più in generale il pensiero sull'esperienza. I fondamenti di questa revisione si trovano nella riflessione condotta sul concetto di natura, e sfociano in una cosmologia fenomenologica, in cui il nesso tra corpo e mondo diventa il punto centrale a partire dal quale intendere in modo dinamico il senso dell'essere." -
Ripartire. Caratteri di donna
"Caratteri di donna"""" ancora una volta ha voluto offrire alle donne un'occasione per fermarsi, per raccontarci di sé, del mondo e della vita, per condividere con noi che leggiamo la voglia di guardare avanti." -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Vol. 61
La Rivista ""Il confronto letterario"""" è pubblicata dal Dipartimento di letterature straniere moderne dell'Università di Pavia. I contributi pubblicati riguardano le tematiche letterarie e filologiche di tutte le letterature moderne. Gli articoli sono caratterizzati da un notevole rigore scientifico. Tuttavia, al di là degli specialisti, il contenuto, proprio per le tematiche di tipo letterario che lo caratterizzano, è fruibile anche da un pubblico generico e non universitario."" -
Paideutika. Vol. 19: Poetiche del gesto.
Cosa vuol dire Paideutika? Letteralmente essa è la menzione al plurale dell'aggettivo verbale derivato dal greco paideuo (istruisco, educo, formo), da cui anche paideia (educazione, cultura, istruzione, conoscenza). Per cui Paideutika nomina tutto ciò che ha a che fare con la formazione dell'uomo. Così Paideutika intende sviluppare una critica serrata delle pratiche di assoggettamento formativo a partire esattamente dal nesso formazione/cultura. E di farlo nel segno di una tradizione fenomenologica che, con accentuata attenzione esistenziale, non potrà che immergersi nelle infinite forme della vita di cultura - dalla filosofia alle scienze umane, dall'arte alla letteratura, dalle scienze sociali e politiche a quelle dell'educazione - per rivendicare, oggi, l'urgenza di un pensiero radicale. Un pensiero capace di reagire, con metodo decostruttivo, alla confortevole e levigata illibertà che sempre si annida nelle formule retoriche ed edificanti del pedagogismo corrente. -
Le peregrinazioni di una paria
Nel 1833, Flora Tristan ha trent'anni e parte per il Perù per andare a rivendicare l'eredità del padre, un generale peruviano. Il resoconto del suo viaggio è un quadro magistrale della società ispano-americana post-coloniale: la ricchezza opulenta dei proprietari terrieri contrapposta alla miseria profonda del popolo; la durezza drammatica delle lotte sociali e l'ingiustizia profonda che domina la società. Da questa esperienza, Flora Tristan ricava la consapevolezza di essere una ""paria"""", sia perché la famiglia paterna la respinge come semplice figlia naturale e quindi esclusa da qualsiasi diritto, sia perché cerca di affermarsi come donna indipendente di fronte ad una società che invece le nega il diritto ad essere un individuo autonomo."" -
Viaggio in Francia in automobile
Nel 1907, Edith Wharton fece questo rapido giro in Francia con il marito Teddy, utilizzando un'automobile Panhard. È forse la prima testimonianza di un viaggio del genere, un viaggio fatto con un mezzo più veloce di tutti quelli usati finora dagli scrittori di viaggio. Così, la più europea degli scrittori statunitensi ci presenta un punto di vista nuovo e diverso. La particolarità è proprio questa: all'inizio del novecento, Edith Wharton ci propone un nuovo sguardo, creato e, in un certo senso, condizionato dal mezzo utilizzato. Per lei, l'automobile diventa il modo per riconquistare l'avventura del viaggio, perché cancella le costrizioni e la promiscuità della ferrovia, il vincolo di orari fissi e di percorsi determinati.