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La venerabile trama. La vera storia di Licio Gelli e della P2
"Ancora oggi Licio Celli e la P2 fanno parte dell'immaginario italiano come un archetipo, ovvero la quintessenza, il nocciolo duro, il cuore nero di un potere che a contatto con la sua ombra è capace di tutto. Anche di spaventare ancora, anche di ritornare quando non esiste più."""" Come è possibile contraddire questa recente affermazione di Filippo Ceccarelli, se si pensa che alla P2 sono stati attribuiti tentativi di colpi di stato, attentati, stragi, forme innumerevoli di corruzione, a ogni livello e per qualunque fine, in pratica qualsiasi anomalia del sistema politico italiano (e persino un ruolo nel mistero di Rennes-le-Chà-teau e nelle vicende di un'altra società segreta, il Priorato di Sion)? Ma possiamo davvero credere che il nostro paese sia stato per qualche decennio in balia di una ristretta élite (anche a voler prendere la Massoneria di Palazzo Giustiniani nel suo insieme) pronta a tutto e determinata ad assumere il potere a ogni costo? Davvero è esistito uno Stato dentro lo Stato che, infischiandosene di partiti, governi, parlamenti e procedure democratiche, ha tramato, seminato bombe, ucciso o fatto uccidere? È stato realmente operante un complotto pluto-(giudaico?)-massonico ai danni di tutti, e di qualcuno in particolare? E Licio Celli è stato il Grande Vecchio, il burattinaio occulto e inesorabile di un inquietante teatrino dei Pupi? A queste e ada latre domande intende rispondere l'autore in questo volume." -
Il mito Che Guevara e il futuro della libertà
Il Che era un mito. Lo è anche oggi nel XXI secolo, mentre il suo volto replicato all'infinito come un prodotto del mercato globale ci guarda dai poster e dalle magliette. Ma se distogliamo gli occhi dalla sua immagine per volgerli là dove la realtà prende corpo, scopriamo che il sogno della rivoluzione ha lasciato dietro di sé i corpi trucidati di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. E di questi morti è responsabile anche il Che, come uomo e come mito. Secondo Alvaro Vargas Llosa più di altri caudillos latino-americani, da Castro a Pinochet, da Cardenas a Fujimori, Che Guevara era violento al punto di provare piacere nel distruggere gli avversari ed era incapace di usare il potere tanto agognato per costruire sviluppo e amministrare società ed economie in tempo di pace. Se il primo passo per affrontare la realtà è squarciare il velo del mito, Alvaro Vargas Llosa lo fa utilizzando testimonianze inedite (o inascoltate) che gettano sul Che una luce impietosa e inquietante. Poi, però, si tratta di leggere il passato allo scopo di tracciare un percorso per il futuro. Analizzando la storia dell'America Latina, Vargas Llosa cerca di mettere a fuoco le ragioni profonde di un fenomeno vistoso: la costante instabilità. I paesi di questo continente si trasformano regolarmente in democrazie deboli o fittizie o in regimi autoritari con l'esito drammatico e prevedibile di non potere costruire le indispensabili premesse dello sviluppo socio-economico. -
Desiderio e piacere. Una nuova lettura delle Confessioni di Agostino
Le Confessioni di Agostino sono, dopo la Bibbia, una delle opere religiose che hanno avuto più lettori dall'Antichità ai giorni nostri. Raccontano le vicende, intellettuali e umane, del loro autore con un tono di sincerità che le rende straordinariamente attuali. Proprio perché opera ""moderna"""", le Confessioni richiedono una lettura e un'interpretazione che spieghino attraverso quali canali uno scrittore del V secolo possa raggiungere con tanta immediatezza la sensibilità dell'uomo d'oggi. È quanto fa Margaret R. Miles in questo saggio, che trasforma profondamente tutte le """"idee ricevute"""" sull'opera di Agostino. Per l'autrice le Confessioni sono un testo nel quale il problema del piacere, in tutte le sue manifestazioni, occupa uno spazio centrale. Dall'analisi che ne offre, Agostino appare una figura ancora più viva e vicina di quanto si fosse finora pensato, un individuo capace di affrontare il mondo con vitalità, coraggio, vigore e passione, impegnato in una riflessione a tutto campo su quel desiderio che, come egli stesso ha scritto, """"risiede nel profondo del cuore"""" di ogni uomo."" -
Nanni Moretti. Bianca. Ediz. illustrata
"Va bene, continuiamo così, facciamoci del male"""": la celebre battuta, pronunciata dal professore di matematica Michele Apicella di fronte all'interlocutore ignaro di cosa sia la Sacher Torte, riecheggia dalle pagine del saggio di Roy Menarini per """"riaprire il caso"""" di una delle detection più anomale e surreali della storia del cinema italiano. Lontano dalle notazioni diaristiche e """"meno sbilanciato sul piano dell'autobiografia sociopolitica"""". Bianca è infatti l'unico film di Moretti a confrontarsi esplicitamente con i codici narrativi di una dimensione di genere, in questo caso del """"giallo"""". Roy Menarini, tra interpretazioni e citazioni esemplari, ricostruisce il rapporto di Michele con se stesso, lei (Bianca) e gli altri. Scrive l'autore: """"Bianca, nel 1984, solidifica la fiducia del pubblico (certo, non di tutto) verso questo autore che - così tanto spesso accusato di esibire narcisisticamente le proprie nevrosi e manie - ha invece catalizzato l'insoddisfazione, lo straniamente e (diciamo pure) l'infelicità di moltissimi, che nelle sue opere si sono riconosciuti in virtù di sentimenti ed emozioni universali""""." -
Ridley Scott. Blade Runner. Ediz. illustrata
All'epoca della sua uscita pochi potevano prevedere che Blade Runner sarebbe diventato il più celebre cult movie contemporaneo. Le ragioni di questo successo sono tuttora motivo di discussione: è l'ipotesi di un futuro credibile a conquistare gli spettatori o è piuttosto l'antica storia del detective e della sua caccia che rimane nella memoria per tanto tempo? Qualunque sia la spiegazione. Blade Runner offre poche certezze e molte suggestioni. Indicato da numerosi critici come l'atto di nascita di un cinema nuovo, citazionista, emozionante e patinato, in una parola postmoderno, oggi il capolavoro di Ridley Scott tradisce i suoi legami con i sogni della modernità. Blade Runner è il film che ha parlato la lingua segreta di ogni singolo spettatore. -
I fondamenti del giornalismo. Ciò che i giornalisti dovrebbero sapere e il pubblico dovrebbe esigere
Cresce ogni giorno il numero di quotidiani e periodici cartacei e on-line, free press, radio, televisioni, blog, e questo sembra garantirci un accesso all'informazione che non ha precedenti nella storia. Ma è davvero così? E non stiamo pagando nessun prezzo? L'informazione si sta trasformando in intrattenimento; la sua qualità decade ed è raramente sottoposta a verifica; le gratifiche dei giornalisti sembrano più legate ai margini di profitto dell'azienda che alla serietà del loro lavoro; la lealtà che i professionisti dovrebbero ai lettori, è spesso sacrificata agli interessi della testata o ai giochi di potere ai vertici delle società. La comunicazione giornalistica sta attraversando un periodo di transizione che mette in gioco la sua credibilità e la possibilità per i cittadini di disporre di un'informazione davvero indipendente, essenziale per la formazione della pubblica opinione e il buon funzionamento delle istituzioni democratiche. Questo lavoro, frutto dello studio dei media americani e dei loro protagonisti, ha coinvolto 300 giornalisti e 3.000 lettori e da essa sono emersi quelli che potremmo considerare i principi fondamentali (e irrinunciabili) del buon giornalismo. Di fronte ai cambiamenti della professione e alla possibilità che l'informazione perda la propria libertà, travolta dalle regole del commercio dell'affarismo, il solo modo che abbiamo per opporci è infatti pretendere l'assoluto rispetto di queste norme essenziali. -
La Via della seta. Da Alessandro a Tamerlano
L'espressione ""Via della seta"""" fu inventata nel 1877 dal geografo Von Richtofen. Dopo essere apparsa per la prima volta a occhi occidentali oltre duemila anni fa, durante una battaglia nel deserto fra romani e parti, la seta non ha mai smesso di rappresentare una magnifica ossessione. Simbolo di ricchezza e potere, primo esempio di valuta pregiata in India e in Cina, il tessuto ha viaggiato attraverso le piste inaugurate da Alessandro Magno, poi percorse in pace dalle carovane dei mercanti e dai monaci buddhisti, e in guerra dalle armate dell'Islam, del Celeste Impero e dei khan mongoli. La riscoperta della Via della seta da parte del mondo cristiano si deve alle cronache, in parte favolistiche, di Giovanni da Pian del Carpine, ai miti esotici raccolti nel """"Milione"""" da Marco Polo e ai diari di viaggio dell'intellettuale islamico del Medioevo, Ibn Battuta. Ma anche opere più schiettamente letterarie o tradizioni improbabili (come quella del fantomatico Prete Gianni, il cui misterioso regno, mai localizzato con certezza sulle carte geografiche del tempo, fu però nominato da tutti) trasmettono un riverbero di quel lontano splendore. In tale turbinio di storie, leggende, avventure, incontri e scontri, la Via della seta appare come un orizzonte aperto, un ponte gettato fra civiltà e culture diverse, un'arteria vitale per gli scambi commerciali e la circolazione delle idee, che ancora oggi, nell'epoca della globalizzazione, mantiene intatta la sua suggestione."" -
Tutto su di me. Ediz. illustrata
Da un film all'altro, dall'effetto sorpresa di ""Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio"""" alla consacrazione di """"Tutto su mia madre"""" e """"Volver"""", Almodóvar ha creato personaggi indimenticabili, forti, ricchi di contrasti, drammatici e ironici, disperati e vitali. In questo volume il suo cinema viene ricostruito film dopo film, sceneggiatura dopo sceneggiatura, scenografia dopo scenografia, con abbondanza di dettagli inediti e divertenti."" -
Introduzione all'estetica del cinema
Gli studi sul cinema hanno conosciuto agli inizi degli anni '80 una svolta importante: dopo la via della semiologia e quella della narratologia, la maggior parte degli studiosi ha intrapreso la strada dell'estetica. Ma, esattamente, che cos'è l'estetica di un film? Si può definire come il suo stile, la maniera con cui contribuisce al progredire del cinema e all'evoluzione del gusto e dei valori delle società. Chateau dà conto dei risultati raggiunti da questa impostazione teorica, soffermandosi sui più originali. -
Il suono nel cinema. Storia, regole, mestieri. Ediz. illustrata
Il sonoro di un film è parte essenziale della sua riuscita artistica e tecnica, e del suo impatto sullo spettatore. Ricostruendone la storia, analizzando le più recenti conquiste tecnologiche e illustrando le varie figure professionali coinvolte, Laurent Jullier permette al lettore di districarsi in un ambito non sempre di facile comprensione. La seconda parte è riservata a utili approfondimenti: analisi di sequenze, interviste e documenti di lavoro di autorevoli professionisti. -
Storia del cinema indiano
Con una produzione di circa 800 film all'anno, quella indiana è una delle cinematografie più prolifiche del mondo. Al centro del sistema sta un pubblico di 13 milioni di spettatori al giorno, per il quale il cinema rappresenta uno dei pochi mezzi d'intrattenimento e, insieme alle festività religiose, uno dei principali momenti di aggregazione sociale. Negli ultimi anni le pellicole indiane hanno cominciato a farsi apprezzare anche in Occidente, riscuotendo un notevole successo grazie a registe quali Deepa Mehta e Mira Nair e alla riscoperta di autori come Satyajit Ray e Mrinal Sen. In questo libro Elena Aime traccia un profilo di questo fenomeno affascinante e complesso. L'edizione è aggiornata al 2007. -
L' ecologia di mercato. Una via liberale alla tutela dell'ambiente
Senza diritti di proprietà nessuno è incentivato a prendersi cura dei beni ambientali. Per Anderson e Leal la regolamentazione sull'ambiente spesso si è risolta in una mera e inefficace limitazione dei diritti dei proprietari, aggravando i problemi anziché risolverli. Gli autori illustrano numerosi casi in cui individui o organizzazioni, sia commerciali che non profit, hanno potuto perseguire fini di conservazione delle risorse ambientali grazie alla definizione di diritti di proprietà chiari e pienamente disponibili ai loro titolari. -
In cammino verso l'essenziale. Un appello ai giovani
Il 1° febbraio 1954, durante uno degli inverni più freddi del dopoguerra, l'Abbé Pierre rivolge un appello radiofonico ai francesi di buona volontà, dando avvio a quella che fu definita l'«insurrezione della bontà» e alla sua battaglia contro l'emarginazione e la povertà nelle nostre città e nel mondo. Dopo cinquant'anni l'Abbé Pierre, ormai novantenne, si rivolge alle giovani generazioni e le invita a una nuova rivoluzione, capace di assicurare all'umanità intera un'autentica prospettiva di futuro. Egli conosce i loro tormenti interiori e il loro desiderio di costruire qualcosa di duraturo e profondo, la loro difficoltà a ribellarsi a un modo omologato di vedere le cose e a trovare altre strade, i problemi concreti che assillano le famiglie, le ingiustizie che dividono il mondo e le società, e indica una rotta diversa. Ognuno di noi, con il suo lavoro e il suo impegno, può costruire un mondo migliore, semplicemente facendo bene ciò che deve. Ma è anche necessario che si instauri un ordine delle cose più equo, che preveda una reale condivisione delle risorse e delle ricchezze. Il futuro dell'Uomo e della Terra dipende in buona misura dalla volontà di costruire giorno dopo giorno una più equilibrata convivenza tra ricchi e poveri, tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. Solo questo ci consentirà di controllare i grandi spostamenti di popolazioni che assillano e mettono in crisi le nostre società ricche e fiorenti e che, senza una decisa sterzata delle politiche economiche mondiali, non potranno che intensificarsi. -
Un' odissea del cinema. Il «2001» di Kubrick
Opera mitica, nonché annoverata da molti tra i dieci capolavori del grande schermo, ""2001: Odissea nello spazio"""" di Kubrick è, sin dalla sua uscita nel 1968, un film emblematico sotto diversi aspetti: non soltanto dà una nuova dimensione al cinema di fantascienza (sebbene ci fosse già stato qualche successo in quest'ambito prima del 1968), ma riannoda anche i molteplici fili sottesi tra il grande cinema spettacolare e le ricerche sul cinema """"puro"""". Per la scarsezza di dialoghi (tuttavia determinanti) e per il modo in cui privilegia i mezzi propri del cinema - suono, luce, movimento e montaggio 2007 è anche il capostipite e il capolavoro di quella che può essere definita """"film-experience"""", in cui la proiezione del film è assimilabile a un rituale. Attinge in tal senso sia alle ricerche sonore e ottiche dell'ultimo periodo del cinema muto sia alla modernità degli anni '60 (Antonioni, Tati) da cui è nato. Incarna un sogno di cinema assoluto, che mira a un'esperienza non-verbale e universale. È uno dei film più personali e audaci del suo regista e allo stesso tempo un'opera che ci parla in una maniera straordinariamente forte della condizione umana nel cosmo."" -
Il cerchio e la spada. Lettura de «I sette samurai» di Kurosawa Akira. Ediz. illustrata
Nel Giappone del '500 sconvolto dalle guerre civili, Kurosawa ambienta una storia di solidarietà tra uomini, al di là delle barriere sociali: un inno intenso alla solidarietà e all'amicizia. Le riprese del film si protrassero molto più del previsto e il budget crebbe a dismisura. I produttori fecero buon viso a cattivo gioco, ma prepararono la vendetta. La versione integrae del film è distributia nel 1954 solo nelle maggiori città giapponesi, mentre nelle seconde e terze visioni passa una copia ridotta e una versione di 160 minuti viene preparata per l'esportazione. Le copie che circolano in quegli anni non danno così che una pallida idea di quello che era il film nella sua versione originale. In Occidente dovremo aspettare gli anni '80 perché l'edizione integrale si possa finalmente vedere. Eppure non vi sono dubbi che quest'opera sia una delle testimonianze più affascinanti della storia dei rapporti fra l'arte occidentale e quella orientale nel corso del XX secolo, oltre che, naturalmente, un film di eccezionale complessità e bellezza. -
Tutti i film di Stanley Kubrick
Un vademecum con tutto quello che vorreste sapere sui film del grande regista americano: la storia, i dati filmografici completi, l'idea ispiratrice, i temi ricorrenti, le trovate visive e quelle sonore, le curiosità, i film, le musiche, i libri che hanno catturato il genio di ""Eyes Wide Shut"""" e infine un giudizio informale accompagnato da un voto spesso sorprendente. Completano il volume una bibliografia ragionata e un elenco di siti Internet dedicati a Kubrick."" -
Lo splendore della verità. Perché sono diventato cattolico (e sono felice di esserlo)
Milioni di persone, di tutte le età, di tutte le fedi, di tutte le nazionalità e capi di nazioni anche in guerra fra loro si sono ritrovati nell'aprile 2005 per rendere l'estremo saluto a Giovanni Paolo II. Questa mobilitazione senza precedenti nella storia ha dimostrato che la Chiesa rappresenta un punto di riferimento essenziale, non solo per i cattolici. Anzi, qualche volta sembrano proprio alcuni fra loro i più restii ad accettarne la vitalità e la ritrovata capacità di offrire un contributo di idee autorevole, anche se spesso controverso, al mondo contemporaneo. In Lo Splendore della Verità padre Neuhaus - che si trovava a Roma in quegli storici giorni e ne ha redatto un diario che conclude il suo saggio - affronta molti dei temi più dibattuti del cattolicesimo postconciliare (dal significato del Concilio alle innovazioni nella liturgia, dall'ordinazione delle donne alla contraccezione, dall'aborto e dall'omosessualità al celibato dei sacerdoti) coinvolgendo il lettore in una riflessione vibrante e profonda su cosa significa essere credenti oggi. Partendo dalla sua vicenda personale - che lo ha portato a sentire l'insufficienza della fede e della teologia luterana nella quale era cresciuto e a diventare prima cattolico e poi sacerdote -, e ricordando gli incontri con Giovanni Paolo II e l'allora cardinale Ratzinger, Neuhaus spiega quanto sia in errore chi vuole politicizzare e «democratizzare » la Chiesa, contestando o stravolgendo gli insegnamenti del Magistero. La fedeltà e la continuità, non l'autonomia e la novità, conducono a un futuro ricco di promesse. Un futuro all'insegna di una evangelizzazione planetaria, dell'unità fra i Cristiani, e di un vero rinnovamento. -
Sulle strade della fiction. Le serie poliziesche americane nella storia della televisione
Dopo un inquadramento storico del fenomeno della fiction televisiva americana a partire dagli primissimi anni '50, il libro passa in rassegna tutti i polizieschi americani, giunti o meno nel nostro Paese. Per fare solo qualche nome, si va dagli investigatori antieroi (il tenente Colombo, Ellery Queen, Jim Rockford) ai poliziotti nelle metropoli (McCloud, Baretta, Serpico, Kojak), dai detective edonisti (Mart Helm, le Charlie's Angels) ai piedipiatti tutti da ridere (Barney Miller), fino al caso di questi ultimi anni: CSI: Crime Scene Investigation. -
Con San Giacomo a Compostela
La prima parte ricostruisce la figura di san Giacomo, commenta gli episodi della vita di Gesù a cui avrebbe partecipato, accenna alle leggende che ne hanno accompagnato il culto nei secoli, parla della possibile traslazione del suo corpo, del sito di Compostela ecc. La seconda parte tratta invece della dimensione spirituale del pellegrinaggio in un'ottica essenzialmente cristiana. -
Quentin Tarantino. Pulp fiction
Quattro storie di violenza si intersecano in una struttura circolare che si chiude con un ritorno all'inizio. Come scrive Paolo Mereghetti, ""Pulp Fiction è un perfetto gioco a incastri"""", ha dialoghi paradossali e si giova di una buona direzione d'attori. Ma soprattutto """"Tarantino, da buon cinefilo che ama le citazioni, non prende nulla sul serio e sdrammatizza le situazioni più truci con un umorismo ghignante a volte irresistibile.""""""