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Racconti filosofici
Sono sette, sono brevi, sono densi di problemi e di situazioni esistenziali. I titoli e dialoghetti sono Invitanti. Anche per farsi leggere e discutere uno per volta, subito, convivialmente in un dopocena, appunto. Mai sentenziosa, ma invece ricca di echi, timbri, sottofondi, la voce narrante ti coinvolge in Storie concentrate e drammatiche di scelte incompiute, sbagliate, dimenticate, oppure, più raramente, paradossalmente sagge e pacificamente vitali. -
Viaggio nell'opera. Vedere e sentire l'arte
Attraverso l'accostamento ai capolavori, l'autore invita e introduce a una lettura delle immagini artistiche, e anche a un rispecchiamento del mondo interiore, soprattutto del flusso emozionale che l'osservazione e l'interpretazione dell'opera procurano nel ""lettore"""". La sua è una suggestiva proposta di utilizzo del linguaggio artistico, una nuova maniera di coniugare la conoscenza dell'arte con la conoscenza di se, favorendo il dialogo che perviene a misura di equilibrio e di consonanza psicologica e umana."" -
Il teatro della coppia. La relazione d'amore da Euripide a oggi
Nel V secolo a.C. con la tragedia greca compare per la prima volta nella storia della cultura il teatro e per la prima volta, nella formula tragica, viena messa in scena davanti a un pubblico la relazione tra uomo e donna. Euripide, ultimo dei tragici greci, calando il mito nella realtà terrena, rappresenta uomo e donna nella vita di tutti i giorni, con le loro contraddizioni, passioni, miserie, follie; il suo mondo non è quello pubblico dell'eroismo e della gloria, ma quello privato degli affetti. Forse la forma più antica di dialettica della coppia giunta fino a noi consente di ritrovare le dinamiche originarie degli opposti sessuali archetipici, sia nella guerra che nell'unione feconda. -
Il flâneur all'inferno. Viaggio attorno all'eterno fanciullo
Ozioso passeggiatore, bohémien, collezionista disincantato dei segni del tempo ma anche cercatore mai soddisfatto di qualcosa di cui ignora il nome, scopo del flâneur è ""dare un'anima"""" all'amorfa folla degli abitanti della città. Rivive in questa immagine della modernità la figura del """"Puer aeternus"""", dell'eterno giovinetto, che sin dalle origini fa da contraltare polemico ai modelli in cui la civiltà occidentale si è riconosciuta: dai miti greci al viandante romantico. Con l'ausilio degli strumenti della psicologia analitica, guidati dal filo rosso della nostalgia, questo libro, in nuova edizione, racconta alcune tra le più suggestive incarnazioni del Puer e contemporaneamente ne analizza la funzione sociale."" -
Per un ritratto dello scrittore da mago
"Già da tempo, con gli studi dedicati alla poesia di Attilio Bertolucci, alla narrativa di Silvio D'Arzo, alla saggistica letteraria di Pietro Citati (per limitarsi ai più noti), Paolo Lagazzi ci aveva abituati a una scrittura in cui la profondità dell'indagine si conciliava con la leggerezza e la grazia di uno stile aereo, metamorfico, scintillante, ma qui, in queste pagine volutamente frammentarie, dedicate ad alcune delle figure più stralunate del nostro Novecento (come Bruno Barilli o Zavattini) o alla narrativa gialla (da Agatha Christie a Chesterton), Lagazzi rivela (ma senza troppo svelare) il carattere cangiante, illusionistico, mozartiano della sua idea di lettura e di scrittura: il critico letterario non può limitarsi """"a leggere fra le righe, a togliere maschere, a smontare effetti"""", ma deve sapersi abbandonare a quell'immaginoso gioco delle forme e della vita, in cui consiste, da Omero ad oggi, il mondo fiammante e rapinoso della letteratura, sia che esso voglia semplicemente incantarci con le sue storie, sia che voglia farci meditare sul destino dell'uomo e sulla natura dell'universo. Ma questi """"frammenti di un discorso magico"""", a legger bene, sono anche una pudica, appena accennata, ma non meno profonda """"educazione sentimentale"""": la storia di un figlio che inventa un suo modo di leggere per onorare la figura, candida e struggente, del padre che raccontava ai suoi bimbi """"storielle fatte di nulla"""", iniziandoli ai prodigi illusionistici della parola."""" (Giancarlo Pontiggia)" -
I fantasmi della libertà. Scrittori fra invenzione e destino
Da Hölderlin a Laforgue, da James a Kafka, da Hardy a Bertolucci, da Borges a Manganelli, da Philip Roth a Murakami, fino a Landolfi, D'Arzo, Parise, Lodoli, De Angelis, Mussapi, Anedda e molti altri ancora, la presente raccolta di saggi tenta di restituire quella parola necessaria che in ogni opera veramente riuscita emerge attraverso, e oltre, i ""fantasmi"""" della più colorata e smagliante libertà creativa. Lasciandosi sedurre dalle invenzioni degli amati narratori e poeti, l'autore assume, nella propria scrittura, la voce, i colori, il ritmo, e infine il """"destino"""", degli autori che investiga: nella speranza che almeno una qualche eco del rintocco fatale che risuona al fondo di quelle opere finisca per risuonare, anche, nelle parole dell'interprete che a tali opere si stringe."" -
La pietà filiale
Il volume è dedicato a James Hillman in occasione del compimento dei suoi ottant'anni e si apre con un suo saggio, ""Blu alchemico e unio mentalis"""", fondamentale per la comprensione dei temi contenuti nell'ormai classico """"Politica della bellezza"""". Il volume è incentrato sul tema della pietà filiale, una virtù che è stata coltivata in tutte le culture umane e posta a fondamento della loro sussistenza; caduta in crisi quando il mito del progresso senza limiti ha fatto apparire i padri e i maestri non come esempi ma come intralci da sopprimere per consentire l'avanzamento del """"nuovo"""". I saggi di Donfrancesco, Agnel, Graziosi e Moore guidano la riflessione su diversi aspetti di questo tema."" -
La dolce manodopera
In questo libro d'esordio, a lungo covato negli anni e nelle varianti, si trova un esempio di poesia della natura: un mondo rurale di campi e argini, raccòlti e fiere di paese. Un'energia degli elementi respira in questi versi, intrecciati a un solido e concreto pensiero, a una vigile pronuncia morale. Apparecchiare la tavola è apprestarsi alla vita, nei giochi di luce sul soffitto scorrono i volti dell'universo: tende e armadi, lenzuola e cassetti svelano l'anima, secondo misteriose regole di affinità. Vigne, salici e pioppeti sono dentro l'uomo e gli animali delle colline e delle montagne svelano parti antiche dell'essere. -
La testa di Orfeo
Questo libro, prendendo spunto dal mito di Orfeo, conduce il lettore sulla sponda del fiume dove si possono ancora udire le vicende antiche e sempre attuali che giacciono tra le pieghe della psiche di ciascuno. L'autrice, affascinata dall'ascolto, presenta in forma di monologo alcune delle figure emblematiche della mitologia greca (Sibilla, Estia, Epimeteo, Maia, Persefone, Sisifo ed altre) e, rianimandole col proprio immaginario, esplora i temi archetipici in esse incubati. Offre così un contributo personale alla conoscenza del patrimonio classico e fornisce nel contempo una suggestione per attivare la creatività del lettore. -
Piccolo salmo laico. L'ora discesa
Il titolo di questo libro, ""Piccolo salmo laico"""", allude alla tradizione ebraico-cristiana, che ne è fonte di ispirazione e interpretazione. Senza dimenticare illustri precedenti letterari, quali il """"Libro d'ore"""" di Rilke, l'autrice sperimenta nuovamente quell'originale amalgama di versi e di prosa proprio della sua scrittura. Sulla falsariga della liturgia oraria praticata nei monasteri secondo l'antica regola benedettina, l'autrice intesse un insieme di liriche e di riflessioni cui fa da sfondo una singolare rilettura della Genesi. Ricco di suggestioni, il libro intende evocare un tempo """"altro"""" rispetto a quello della quotidianità, un tempo che ritorni attento ai suoi dimenticati legami simbolici e apra un varco nella """"frantumazione"""" e nell'impoverimento dell'oggi."" -
La luce oltre la porta. Dei e muse nel teatro dell'anima
Esiste un ""logos"""" di Psiche? Sì, risponde l'autrice di questo libro: è appunto ciò di cui si deve occupare la psicologia. È un logos che prende forma attraverso la mediazione di un """"pensiero d'anima"""" intriso di passione e di immaginazione. Ama l'espressione allusiva e metaforica, si dispiega nelle elaborazioni simboliche, oniriche, poetiche. Scaturisce dal fondo mitico della mente, dà vita alle immagini dei sogni, muove le figure del """"gran teatro"""" dell'anima. È il filo che permette di inoltrarsi nel labirinto di un percorso terapeutico, in cui, a partire dal """"romanzo famigliare"""", ci si avvia a oltrepassarlo, sino a cogliere l'intreccio che lega la vita personale a quella più profonda dell'anima, radicata nei suoi fondamenti archetipici. L'anima, infatti, non è semplicemente la parte controsessuale dell'uomo, né solo l'ombra della donna. La fenomenologia dell'anima è presente in uomini e donne: """"anche le donne incontrano bambine nei loro sogni, e prostitute, anch'esse sono sedotte da donne misteriose e sconosciute"""". La via individuativa femminile, quindi, non passa solo attraverso lo sviluppo dell'animus (indipendenza di giudizio, pensiero razionale, status economico e sociale...), ma segue la guida delle figure dell'eros che ancorano la donna nella memoria inscritta nel corpo emozionale e la conducono nel labirinto di vie e di significati di cui Afrodite si fa immagine e tramite metaforico."" -
Alchimia della storia. E la morte dell'anima nella civiltà della tecnica
In questo libro psicologia, storia e filosofia si intrecciano e tessono un arazzo di quello che Jung ha chiamato realtà psichica, con tutte le sue sfumature. Nella prima parte l'autore mostra come la storiografia abbia sostituito il racconto mitico. Gli avvenimenti dei tempi antichi avevano sull'uomo un potere coercitivo con il quale lo guardavano e gli parlavano; ora tutto si è ribaltato: è l'uomo che guarda il passato e col suo sguardo fa impietrire gli eventi confinandoli a una dimensione inanimata. Tuttavia quello che è diventato passato, cioè storia, ha bisogno di essere guardato e nuovamente raccontato, o come si dice ""riletto"""", in ogni epoca. Qual è dunque il senso della storia? Sembra che l'uomo l'abbia inventata per dare agli eventi un senso che si riferisce a lui, per autoriferirla a sé stesso: un senso che lo pone al centro degli eventi. La realtà psichica invece rimane qualcosa che non può essere guardato dall'uomo. Giegerich ci induce a rimettere in discussione alcune delle nostre certezze, anche quella più consolidata dall'illuminismo in poi: la libertà dell'individuo. Oggi, solo i neuroscienziati sono rappresentanti ufficiali della certezza e possono permettersi di dire che l'individuo non è così libero come l'illuminismo aveva pensato; e usano a sostegno delle loro tesi non pensieri ma """"sezioni del cervello, tagliato virtualmente a fette"""". Così in questo saggio viene dato corpo al mito in cui viviamo: la scienza può... ma che cosa produce?"" -
Il deposito del desiderio. L'Islam e il cuore del dialogo
Riattraversando i confini tra culture e discipline, tra miti fondanti e Scritture, tra narrazioni profane e sacre, Dubosc ricerca il dialogo in un confronto con le radici mistiche delle tradizioni religiose e con il loro aspetto istituzionale. Ne emergono una serie di interrogativi attualissimi: la religiosità è sempre e comunque regressiva come pensava Freud? E cosa intendeva Marx quando ne parlava come dell'""oppio dei popoli""""? Di fronte alla violenza degli eventi contemporanei, come si confrontano con la distruttività le narrazioni religiose e quelle psicoanalitiche? E come occidentali quali riflessi scorgiamo nel prisma della cultura islamica? Oggi, se l'idea di un dialogo con altre tradizioni è all'ordine del giorno, appare molto più difficile il confronto con l'Islam, con cui abbiamo in comune la struttura monoteista, le narrazioni sacre, il pensiero delle filosofie, oltre a una storia che ci ha costretti per secoli a riconoscere che l'Altro diceva la sua. Facendo tesoro dell'insegnamento di Raimon Pannikar e della sua esperienza di terapeuta, l'autore esplora alcuni aspetti fondanti di un possibile dialogo: il rapporto con il principio femminile che anima in modo sotterraneo anche la tradizione islamica; la conquista di una coscienza religiosa libera da identitarismi; la rivalutazione del mondo immaginale, patrimonio poetico e spirituale dell'umanità, """"deposito"""" evolutivo dell'esperienza, grazie al quale impariamo ad articolare un rapporto tra pulsione, desiderio e aspirazione."" -
Non me lo ricordo. Istantanee di follia nei matti
"Non me lo ricordo"""" è un racconto sulla notte, su ciò che rappresenta la notte per gli esseri umani, dopo essersi spinti oltre l'ultima luce. E riguarda tutti, nudi e non salvi, colpiti dal caso, dalla natura, dal dolore. Il racconto ci parla di tredici matti in una casa e di una psichiatra che tenta di dare a ognuno di loro finalmente la """"propria"""" voce: un po' stonata, forse, e un po' no. Di concertarle, invece, pare proprio che non le importi. Così come di riordinare i frammenti dei loro gesti. È venuto alla luce qualcosa che è esprimibile con difficoltà: il nostro vero essere, quello che sta all'""""altro lato"""" della coscienza, quello """"smarrito"""". Istantanee che trascendono il tempo, tanto da impedirgli di portarsi via chi da quel flusso pare essere avulso. Solo dal tempo? Davvero avulso? Solo loro? Loro chi? È un universo caotico quello che porta alla luce questo libro, ma non impedisce che una forza oscura e segreta, dotata di complicità indicibili e indivisibili, si venga a creare tra follia e normalità. Fino a imporre un nuovo diritto, l'amore. Ecco il senso di questo continuo dare e ricevere tra terapeuta e paziente nelle pagine di questo volume. Il vero banco di prova per quel lungo """"colloquio che noi siamo""""." -
La casa dell'usignolo. Il femminile psicologico tra oriente e occidente
La premessa su cui si basa questo libro è che, in generale, i miti e le storie legate al folclore siano rappresentazioni in cui è possibile rintracciare le coordinate fondamentali che costituiscono la psiche. Tuttavia, se la diversità delle espressioni e la comunicazione profonda sono legate alla cultura a cui le fiabe appartengono, allora queste non possono essere interpretate e comprese utilizzando un unico metodo. Occorre cogliere gli elementi fondanti di ciascuna cultura. Ecco allora che Kawai, scegliendo elementi condivisi, come la figura ""femminile"""" e il rapporto """"femminile-maschile"""", li guarda inoltrandosi nei motivi mitologici greci e giapponesi, nella religione monoteista cristiana e nella religione tradizionale politeista shinto che s'innesta, senza conflittualità, nel successivo buddhismo. Ciascuno degli spunti proposti meriterebbe un lavoro a sé. Kawai si limita a indicare dei tratti caratterizzanti le due culture, tratti che per lui sono indicativi per segnare la diversità di approccio alla realtà e di modello di coscienza, sollecitando il lettore alla riflessione psicologica."" -
Intelletto d'amore
"Intelletto d'amore"""" è il frutto di anni di lavoro psicoanalitico e di esperienza musicale, espresso in forma epistolare. L'autore immagina di scrivere a un amico lontano e di confidargli le sue riflessioni su Eros e Psiche e su come ci si può prendere cura della grande sofferenza mentale. Tenta così di stendere un ponte tra l'arte - come espressione di umana pienezza, di bellezza e amore, di eccedenza di senso - e il particolare umano concreto e dolente: la soggettività dilaniata dal dolore psichico che di umana pienezza, di senso, di bellezza e di amore ha disperato bisogno. Ne risulta una riflessione sulla musica come metafora degli stati dell'anima e sulla condizione umana, di cui è paradigma la grave sofferenza mentale. Vengono così ripensati i temi fondamentali dell'individuo in rapporto a se stesso e al mondo. Il pensiero si mantiene a dovuta distanza dalle teorie per lasciare spazio alla narrazione all'affabulazione, al mito, alla poesia, all'analogia. È questo testo vivo, che in forma colloquiale, e quasi intima, lega il tempo a spirito, crea rapporti, svela il senso segreto e profondo delle nostre sofferenze." -
Anima. L'arte di comprendere
È divenuta ormai classica la distinzione fra ""comprendere"""" e """"spiegare"""" introdotta da Dilthey a fondare la differenza fra scienze dello spirito e scienze della natura, e che troviamo anche alle origini della differenziazione fra metodo junghiano e metodo freudiano. L'arte di comprendere comincia dallo sguardo e dall'ascolto, e si rivolge ai moti dell'anima e agli aneliti dello spirito, alle parole e ai pensieri non meno che ai sogni e alle fantasie, alle immagini interiori e ai gesti così come agli eventi e alle cose del mondo, all'arte, alla musica."" -
I nomi della sincronicità Convergenze. Vol. 4
Il volume si avvale di una vastissima collaborazione interdipliscinare, allo scopo di ottenere un dizionario minimo di ""immagini"""" che rivisitino e attualizzino il concetto junghiano di Sincronicità. Jung ideò un nuovo principio che affianca e completa quelli già esistenti di tempo, spazio e casualità. Lo definì sincronicità e , solo per fare qualche esempio, tra gli eventi sincronistici comprese: intuizioni, fantasie, visioni, precognizioni, sogni veridici, profezie ecc. La definizione si basa sulla contemporaneità psicologica che caratterizza questo fenomeno; giàcché se si trattasse solamente di contemporaneità fisica sarebbero stati sufficienti vocaboli già in uso, come sincronicità o sincronismo."" -
Essere poeta
Tra i padri fondatori della letteratura americana, Ralph Waldo Emerson (1803-1882) è senz'altro una delle figure più intense, ricche e geniali, sebbene ancora poco nota al pubblico italiano. Poeta, filosofo, conferenziere, oratore antischiavista, pastore della Chiesa Unitariana, critico e agente letterario, traduttore di Dante, di Michelangelo e di poeti persiani, è stato la punta di diamante del movimento trascendentalista e del ""Rinascimento americano"""". La sua poesia ha ricevuto alte espressioni di stima da lettori quali Borges e Robert Frost, e il suo lavoro critico ha contato in modo decisivo per l'opera di Nietzsche. Harold Bloom lo ha definito """"la figura centrale della cultura americana"""". Il presente volume raccoglie tre suoi scritti, due dei quali finora inediti in italiano. Questi saggi sono un cammino verso le fondamenta della poesia. La poesia vi è vista come attività costitutiva della natura e dell'esistenza, dal sorgere del sole fino alle ali che spuntano da una crisalide, dai primi vagiti del bambino alle parole di uso quotidiano. Nel perpetuo divenire e crearsi del mondo sta il seme, la sostanza prima della poesia. In un tempo come quello moderno, disperatamente disincantato, la filosofia della poesia di Emerson recupera il valore-chiave dello stupore e della magia. """"Solitària protesta nel putiferio dell'ateismo"""", la poesia nega l'aridità del pensiero utilitarista e astratto riscoprendo il carattere epifanico, sacro e miracoloso dell'universo."" -
Narrazioni del fervore. Il desiderio, il sapere, il fuoco
Le narrazioni del fervore - avverte Jean-Luc Nancy sin dalla premessa vogliono aprire un senso ancora sigillato e comunicarci una passione, un'emozione, il moto da cui viene afferrato un pensiero; vogliono farci conoscere lo slancio delle cose, ossia delle ""preferenze"""", verso di noi e di noi verso di loro. Sottolinea l'autore: sono le parole a portare quello slancio, mostrandoci che, a dispetto di tutti gli ostacoli e di ciò che conitua a sottrarci il mondo, qualcosa viene ancora. Le figure coinvolte in questa narrazione sono il desiderio, il sapere, il fuoco. E hanno i nomi di Afrodite, Maria Maddalena, Romeo e Giulietta, Faust. Nancy è un indagatore minuzioso dell'essere, che per lui ha la medesima compattezza sia nelle zone profonde, sia in quelle superficiali. Le sue domande obbediscon al bisogno di non separare gli eventi dalla presa sensoriale. La sua scrittura è collegata alla chiarezza del cielo e al buio della terra. La sua esplorazione mira a fare spazio a un nuovo pensiero e chiama in causa la pluralità dei sensi di cui il fervore è composto. Si può pensare alle mani di un bambino pronto ad afferrare, agli occhi di Argo volti sull'Aperto, a una spinta pulsionale, le mani del bambino chiedono di afferrare, i mille occhi di Argo chiedono di conoscere, la pulsione chiede di possedere le forme del suo desiderio. Nella pagina di Nancy vi è qualcosa di spezzato dove l'""""esperienza filosofica"""" è in stretta connessione con l'ombra.""