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Miraggi
«Con una prosa elegante l'autore ci propone una rappresentazione implacabile delle fantasie di gloria e delle rovinose cadute dell'animo umano» - Corriere di ViterbornrnSe essere è una tragedia, non essere o non essere più è forse una tragedia ancora maggiore. Quasi tutti i personaggi di questi racconti di Rigoni - dal pensionato che torna segretamente di notte a lavorare nel proprio ufficio allo scultore mediocre e velleitario che sogna di essere baciato dal successo dopo la morte, dalla donna che non si rassegna di aver perduto la sua miracolosa bellezza alla terrorista delusa che la rivelazione delle sue imprese trovi nella stampa solo un'infima eco - incarnano un dramma le cui forme variano dal nostalgico fino al patetico e al grottesco, ma rivelano una stessa, insopprimibile, universale esigenza: il desiderio di esistere o di sopravvivere, di affermarsi, di essere riconosciuti nel mondo. Una prosa elegante e una voce disincantata accompagnano il lettore in una rappresentazione implacabile delle fantasie di gloria e delle rovinose cadute dell'animo umano. -
Dingo
Completato grazie all'amico Leon Werth, che ne trascrisse gli ultimi capitoli quando Mirbeau era ormai troppo malato, “Dingo”, l'ultimo romanzo dell'autore francese, venne pubblicato nel 1913. Un'autobiografia bizzarra, in cui Mirbeau racconta dal punto di vista del suo cane gli anni trascorsi insieme, a partire dallo squallore vissuto nella cittadina di Ponteilles-en-Barcis fino alla morte del cane avvenuta nel 1904. Un sodalizio tra i due dovuto non solo alla reciproca compagnia, ma anche allo spirito libertino che li accomunava. Dingo, infatti, con scorribande tra pecore e galline, fughe e piccoli crimini di ogni genere, era malvisto dai benpensanti locali, quasi quanto il ribelle scrittore che mai si fece mettere alla catena dalla società borghese. -
Fermate
"Come quando qualcuno di te più grande, che ammiri tanto da nemmeno sperare di diventargli un giorno simile, ti chiede consiglio, addirittura ti domanda cosa fare, e tu sei preso da stupore, da disorientamento un po' fiero un po', ma oscuramente, abbattuto... così capita di arrossire se affiora inavvertita la coscienza che mentre disperavi di riuscire a vivere non meno di chiunque hai vissuto.""""" -
Il trasferimento
Libia, anni Trenta, pieno colonialismo italiano in Nord Africa. Un funzionario ministeriale di tiepida o nulla fede fascista, di stanza a Bengasi, aspetta che la sua domanda di rimpatrio venga accettata. Attraverso i suoi occhi, Cancogni osserva le vicende di alcuni personaggi come Nissim, un profeta misterioso che viene perseguitato per le sue idee rivoluzionarie di fratellanza e di pace; Ben Barak, capo ribelle che predica la guerra santa e il comunismo; l'affascinante Sergina, spia dai facili costumi e proprietaria di un caffè; il potente imam Cofazi, che vuole la testa di Nissim, e il flemmatico governatore Melloni, incapace di comprendere cosa stia accadendo durante quella primavera in Cirenaica. -
Genius Max Perkins. L'editore dei geni
Maxwell Perkins era un uomo dai modi raffinati, estremamente elegante e garbato, diventato famoso soprattutto come colui che diceva a gente come Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Thomas Wolfe e molti altri “dove” e “cosa” tagliare nei loro romanzi. Durante i suoi anni alla Scribner, lo storico marchio editoriale americano, questo mite personaggio ha “riscritto” la storia della letteratura. Fu lui a scovare Fitzgerald, che prima di incontrare Perkins era un totale sconosciuto con problemi di alcol, e ad aiutarlo nella stesura di tutti i suoi lavori, incluso “Il grande Gatsby”. Nel 1924 Fitzgerald gli ricambiò il favore presentandogli un giovane sconosciuto di belle speranze, con il pallino della pesca e delle corride, di nome Ernest Hemingway. Tra i due nacque un intenso e prolifico rapporto, un’amicizia che avrebbe dato vita a capolavori come “Fiesta”, “Addio alle armi”, “Per chi suona la campana”. Hemingway avrebbe onorato l’editor cinque anni dopo la sua morte, dedicandogli “Il vecchio e il mare”. E infine Thomas Wolfe, un “ragazzo piuttosto disorganizzato” per il quale Perkins intraprese una storica sfida con la vecchia guardia di Scribner, che nell’autore vedeva solo una fonte di problemi. Max Perkins è stato l’uomo che ha inventato il senso moderno del ruolo di editor: un professionista che interviene nell’idea, nella costruzione, nella struttura e nella stesura di un testo. -
Ora pro loco
«Il lavoro sui personaggi è la caratteristica vincente. E un trascolorare di toni che va dalla malinconia all'ironia» - Ermanno Paccagnini, La LetturarnDall'imprevedibile autore de ""La teologia del cinghiale"""", un nuovo mistero ambientato nel mitico paesino sardo di Telévras. Uno strano incidente d'auto, un suicidio impensabile, un ragioniere trafficone sono solo alcuni degli elementi che ci riportano a Telévras, uno dei territori più poveri del pianeta. 1 turisti lì non arrivano. Occorre inventarsi qualcosa, per fare in modo che cessino lo spopolamento e il decremento demografico. È una Telévras contemporanea, ma gli abitanti, i loro comportamenti e le loro aspirazioni non sembrano adeguarsi ai tempi. Una galleria di nuovi personaggi, da Donamìnu Stracciu, poeta """"apolide e apocrifo"""", alla catechista di professione Titina Inganìa, fino a Michelangelo Ambéssi, l'uomo per cui tutto ciò che supera il metro e sessanta è da guardare con sospetto: sono loro alcuni dei protagonisti di questa vicenda che sembra passare quasi inosservata anche nelle cronache locali. Ma, in una fredda mattina d'inverno, arriva nel paesino l'ispettore Marzio Boccinu, al momento in congedo dalle forze dell'ordine, il quale si troverà invischiato in un intreccio in cui la realtà supererà, come sempre, ogni fantasia..."" -
Piccole ironie della vita
In questa raccolta del 1894, Thomas Hardy ha saputo distillare in otto brillanti racconti i temi principali della sua poetica e la carica umoristica ed evocativa dei suoi romanzi. Dosando armoniosamente le descrizioni delle campagne del Wessex, lo humour degno di Chaucer e la critica psicologica, Hardy racconta la struggente e grottesca impotenza della natura umana di fronte al mistero della vita. I suoi personaggi, superbamente caratterizzati, si muovono tra il declino del mondo rurale e l'ascesa della borghesia di fin de siècle, la profonda malinconia dei campi e l'immensa Londra illuminata, i rudimentali attrezzi dei contadini e la magnificenza dell'Esposizione universale: attori di una grande rivoluzione sociale dagli effetti dirompenti restituita in tutta la sua complessità, tragica e farsesca insieme. -
Il topo Chuchundra
Il titolo e il nome dell'autore sembrano condurci in atmosfere più sudamericane che italiane, invece dietro lo pseudonimo di Alarico Casse si nasconde sicuramente una donna italiana, sulla cui identità però non esistono ancora certezze. Una donna con un nome da uomo che di sé raccontava ""Mi piacciono le giraffe, i tucani e i pesci d'acquario"""", e che in questi racconti sa narrare con estrema maestria situazioni del quotidiano che mettono in scena miserie e virtù dei protagonisti. Incontriamo così la disperazione di una madre a cui hanno ucciso il figlio, la curiosità della bambina Isabella che guarda con ammirazione una signora intenta a scrivere a macchina, o ancora l'ometto pauroso che non riesce neanche ad attraversare le strade trafficate di una rumorosa Roma anni Sessanta, messo all'angolo come un topo..."" -
Poesie italiane 2016
Oggi la poesia viene più scritta che letta. E si comincia a pensare che se ne scriva tanta perché si è sempre meno capaci di leggerla. Così la poesia, più che un'esperienza di lettura, è diventata un'idea a cui si attribuisce un alto ma indefinito valore, spesso non giustificato e raramente verificabile nella maggior parte delle poesie che si pubblicano. Invece l'idea di poesia dovrebbe somigliare alla sua realtà. Per avvicinarsi a questa realtà e conoscerla meglio non c'è altro modo che cercare di capire, anno dopo anno, quali sono le migliori poesie scritte nella nostra lingua. Questa antologia documenta un'esperienza di lettura, che come ogni esperienza è selettiva, valuta e sceglie quei testi che meritano più di altri di essere ricordati per qualche ragione, non solo letti, ma riletti. -
La teologia del cinghiale
Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla Luna, a Telévras, piccolo paese dell’entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l'altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani inizia a indagare con l'aiuto dell'appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l'avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere. -
21:37
Il commissario Rudolf Heinz, tra i migliori profiler della Polonia, vive a Katowice insieme al figlio diciottenne, con il quale comunica solo attraverso post-it. Suona una chitarra Les Paul e porta al collo il plettro appartenuto a Stevie Ray Vaughan. Affetto dalla sindrome di Raynaud, che a volte gli blocca le articolazioni, odia i nuovi ricchi e si presenta dicendo: ""Heinz: come la marca di ketchup"""". Rudolf viene convocato a Varsavia per condurre le indagini sul delitto di due seminaristi, trovati schiena contro schiena, le teste in due sacchetti con sopra tracciati due triangoli e le cifre 21 e 37. Non sarà semplice per Heinz destreggiarsi in un paese dominato dalla smania del denaro facile e condurre le indagini per scoprire il colpevole, mentre affronta fantasmi tornati da un passato pericoloso."" -
Il trasgressore
Siegmund, violinista di mezza età e padre di quattro figli, si innamora di una sua giovane allieva, Helena, e fugge con lei per una vacanza segreta sull'isola di Wight. I due però, fuori dal contesto metropolitano di Londra, non riescono a trovare la pienezza dell'amore, né a isolarsi realmente dalle loro preoccupazioni cittadine. Invece di vivere in modo spontaneo il loro rapporto, si rifanno continuamente ai grandi miti della passione – come quello del Tristano e Isotta di Wagner –, trasformando la fuga d'amore sull'isola in qualcosa di inautentico... -
Le siamesi
Un incontro casuale, un sabato sera che diventa una sfida contro la morte. Non è la prima volta che Ludovica, troppo ricca, troppo annoiata, baratta la sua vita con il pericolo e rimanda al mittente, Dio o chi per lui, la sua giovinezza, chiedendo in cambio rischio, adrenalina, competizione. Il baratro di Ludovica è la discesa in un vuoto esistenziale che rivela l'incapacità di trovare punti di riferimento e ragioni di sopravvivenza. Lucido diario di un fine settimana di follia dove nulla è quello che sembra, ""Le siamesi"""" è un noir tagliente nel quale il lettore è costretto a cambiare continuamente prospettiva, una riflessione senza moralismi sul male di vivere e uno spaccato dello spleen contemporaneo, con una voce narrante che rifiuta il giudizio e si limita a fotografare, in una prosa spettrale, l'assenza di motivazioni che può muovere l'agire umano."" -
Flush
Cresciuta in compagnia di uno scoiattolo, una marmotta e un topo di nome Jacobi, Woolf dedicò il suo primo saggio alla morte del cane di famiglia. Non bisogna stupirsi quindi se decise di scrivere la biografia di un cocker spaniel. Infatti, mentre stava leggendo le lettere d'amore di Elizabeth Barrett e Robert Browning, rimase estremamente colpita dalla figura del loro cane: ""mi faceva ridere così tanto che non ho potuto resistere dal creargli una vita"""". Flush fu il compagno fedele della Barrett mentre era confinata nel suo letto di malattia a Londra, e al suo cocker venne dedicata anche una poesia. Dal racconto di quella piccola vita, che Barrett era convinta possedesse un'intelligenza eccezionale e avesse grandi attitudini per la letteratura, nasce questa biografia."" -
In affitto
Continua la faida tra le due fazioni della complicata e problematica famiglia Forsyte. Le ombre del passato tornano a infestare la vita delle nuove generazioni quando Jon, il figlio di Irene e Jolyon, si innamora di Fleur, la figlia di Soames. Ma i due ragazzi non sanno nulla dei terribili litigi che hanno portato i loro genitori a separarsi, farsi causa e odiarsi, e quando si incontrano tra loro nasce subito qualcosa. Nel momento in cui Soames, Irene e Jolyon scoprono l'affetto che i due giovani nutrono l'uno per l'altra, i vecchi rancori li portano a proibire questo amore che avrebbe potuto far tornare la pace in famiglia. Riusciranno i figli dei Forsyte a superare i drammi di famiglia o saranno costretti a rinunciare ai loro sentimenti? Dopo “Il possidente” e “In tribunale”, tornano i Forsyte con l'ultimo capitolo della celebre saga che racconta alla perfezione l'epoca vittoriana. -
La bohème italiana
Un racconto autobiografico, l'unico nella produzione di Salgari, in cui il creatore di Sandokan riporta alla mente i giorni della sua giovinezza, quando lasciò la città per vivere in campagna e fondare la Topaia, piccola comunità artistica di impronta bohémienne. Sulle orme dei protagonisti della vita goliardica, rocambolesca e intellettuale della Parigi di Murger, che Puccini contribuirà a rendere celebre nell'immaginario comune, anche i giovani italiani vissero la loro bohème, tra bevute, musica, espedienti per sbarcare il lunario e non pagare l'affitto. Ma come nella Bohème originale, in cui il freddo alla fine arriva alle porta di Rodolfo e Mimi, anche questo scritto di Salgari è percorso dalla malinconia per una fase spensierata della vita ormai perduta. -
L'amore è una strada secondaria
Il giovane Will è innamorato della più bella ragazza del paese, Agnes, che ricambia i suoi sentimenti. Ma Will non è come gli altri contadini: sta provando a lavorare e studiare insieme, mangia con la forchetta e ha un carattere difficile da domare, odia gli sberleffi dei compagni di lavoro e le volgarità. La gelosia lo acceca e le attenzioni in pubblico verso Agnes lo rendono furioso, innescando una serie di incomprensioni che daranno una svolta alla loro vita. Un'opera per riscoprire uno dei grandi scrittori naturalisti americani, divenuto famoso con la raccolta “Strade maestre”, da cui questo racconto è tratto. -
La tigre, il bramino e lo sciacallo e altre favole indiane
In questa breve selezione di favole tradizionali indiane, tratte dalla più ampia raccolta Indian Fairy Tales curata da Joseph Jacobs, ripercorriamo le vite e l'immaginario di uomini e donne, ricchi e poveri, mercanti e contadini, bambini e regine, tigri e pesci. Tra opulenti sovrani che tengono prigioniere le proprie figlie, giovinette che assumono le forme di oggetti incantati, magie e truffe, amori e punizioni, si possono ritrovare le radici di quel mondo fantastico che alimenta da sempre la letteratura di tutto il mondo. -
Sant'Uffizio della memoria
Siamo all'inizio degli anni Ottanta, in Argentina è da poco terminata la dittatura militare. Torna la democrazia e tornano anche in tanti dall'esilio. Tra loro c'è Pedro, erede di una famiglia emigrata dall'Italia alla fine dell'Ottocento, spinta dal sogno del benessere, ma anche segnata da una lunga serie di morti violente. Il ragazzo annuncia il suo rientro e al porto di Buenos Aires ad aspettarlo ci sono tutti i suoi parenti, quelli vivi ma anche i morti, che, con i loro volti e le loro voci, aiutano a ricostruire la lunga storia della famiglia. Una galleria di personaggi sfila davanti al lettore, uomini e donne che raccontano, ognuno dal proprio punto di vista, quel contenitore di amore, odi, passioni, meschinità e rancori che è la famiglia. -
Il serpente di Venezia
Venezia, molto tempo fa. Tre uomini, Antonio (un mercante), Brabanzio (un senatore) e Iago (un ufficiale di Marina), sono in attesa di un ospite. È il famigerato Taschino, laido e inafferrabile inviato della regina d'Inghilterra, che i lettori hanno già avuto modo di conoscere nel precedente romanzo ""Fool"""", tanto piccolo di statura quanto rognoso per i loro piani di ascesa al potere. Ad attenderlo, oltre ai tre veneziani, una piacevole serata di """"spirito"""" con una pregiata botticella di sherry Amontillado e la bellissima figlia di Brabanzio, Porzia. C'è solo un piccolo dettaglio. Il vino è drogato, e la bella signorina non si presenta all'appuntamento. Questa volta il nanetto di Sua Maestà sembra in trappola. Ma Taschino non è tipo da farsi prendere alla sprovvista, specie se in suo aiuto giunge un angelo custode molto particolare...""