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San Francesco de Geronimo. Sacerdote professo della Compagnia di Gesù Evangelizzatore, taumaturgo e restauratore sociale
Il presente studio vuole guardare alla figura e all'opera di S. Francesco de Geronimo, nel terzo centenario della sua morte, provvidenzialmente collocato nell'anno del Giubileo della Misericordia (2015-2016). L'angolatura di studio è di tipo pastorale e catechetico, quindi si riflette sull'impostazione della sua predicazione evangelica e sul suo modo di esercitare le opere di misericordia spirituale e corporale. Su di lui, dal 1717 in poi, si annoverano oltre 400 opere tra documenti, studi e articoli, nelle seguenti lingue: latino, italiano, francese, inglese, olandese, spagnolo e tedesco. Subito dopo la sua morte, verso il Sommo Pontefice, partirono petizioni da ogni dove affinché si aprisse il processo per la beatificazione del P. Francesco de Geronimo. Le lettere e le suppliche furono tante ma solo trenta di queste furono riportate interamente a cura della stessa Congregazione negli Atti del Processo canonico del 1729.È degna di nota la supplica di Carlo VI d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero, spedita da Gratz il 27 giugno 1728. -
Mi ami tu? Spunti per l'anima. Avvento. Natale. Quaresima. Pasqua. Anno A
Il presente lavoro nasce ""sul campo"""", come esperienza di Lectio divina nella comunità di San Lazzaro, in Lecce, che da anni vive l'incontro settimanale con la Parola. Una lettura sapienziale per aiutare le sorelle e i fratelli ad accostarsi alla Parola con il desiderio di mangiare di questo pane e di bere questa acqua che zampilla per la vita eterna; di essere illuminati nel cammino di fede e di testimonianza di vita in questo nostro tempo bisognoso di luce e di formare comunità dove la Parola non sia ornamento, ma vita. È una esperienza di ascolto, di confronto comunitario, di preghiera, di contemplazione del dono grande della Parola che è luce sul nostro cammino, seme che il Signore vuole seminare nei nostri cuori. Il Signore vuole continuare a realizzare, attraverso l'oscura e luminosa via dell'ascolto orante della sua Parola, capolavori della sua misericordia, quasi sua trasparenza in questa nostra storia, nelle famiglie, nelle comunità cristiane e laddove Lui chiama ad essere chicchi di grano per diventare pane """"divino"""" per sfamare chi ha fame di Dio e dell'uomo. Le riflessioni offerte non hanno pretesa alcuna se non il porsi, come umile offerta a coloro che cercano Dio e desiderano mettersi davanti alla sua Parola, per gustarla, contemplarla, sentendosi abitati e per annunciare quanto ha fatto il Signore."" -
Mi ami tu? Spunti per l'anima. Tempo Ordinario. Anno A
Il presente lavoro nasce ""sul campo"""", come esperienza di Lectio divina nella comunità di San Lazzaro, in Lecce, che da anni vive l'incontro settimanale con la Parola. Una lettura sapienziale per aiutare le sorelle e i fratelli ad accostarsi alla Parola con il desiderio di mangiare di questo pane e di bere questa acqua che zampilla per la vita eterna; di essere illuminati nel cammino di fede e di testimonianza di vita in questo nostro tempo bisognoso di luce e di formare comunità dove la Parola non sia ornamento, ma vita. È una esperienza di ascolto, di confronto comunitario, di preghiera, di contemplazione del dono grande della Parola che è luce sul nostro cammino, seme che il Signore vuole seminare nei nostri cuori. Il Signore vuole continuare a realizzare, attraverso l'oscura e luminosa via dell'ascolto orante della sua Parola, capolavori della sua misericordia, quasi sua trasparenza in questa nostra storia, nelle famiglie, nelle comunità cristiane e laddove Lui chiama ad essere chicchi di grano per diventare pane """"divino"""" per sfamare chi ha fame di Dio e dell'uomo. Le riflessioni offerte non hanno pretesa alcuna se non il porsi, come umile offerta a coloro che cercano Dio e desiderano mettersi davanti alla sua Parola, per gustarla, contemplarla, sentendosi abitati e per annunciare quanto ha fatto il Signore."" -
Il mercato giusto per umanizzare l'economia
Il Convegno nazionale: ""Il mercato giusto per umanizzare l'economia"""", era stato concepito nel cuore e nella mente del Prof. Mario Signore, che da diversi anni, quale docente invitato dell'ISSR di Lecce per il corso Teologia ed Economia, ha messo a disposizione degli Allievi dell'Istituto la sua vasta e ricca conoscenza ed esperienza di filosofo e di esperto in umanità. Insieme con lui e il prof. Cucurachi, abbiamo affinato l'ambizioso progetto: aprire all'interno delle attività dell'ISSR di Lecce anche un ambito dove la Teologia si confrontasse con le varie scienze, fra cui l'economia. Nostra pretesa era quella di vedere come è possibile coniugare insieme, l'homo faber, con l'homo orans, e questi con l'homo oeconomicus. Avevamo vagheggiato l'idea di un convegno annuo, per coniugare le diverse dimensioni che rientrano nell'umano: anzitutto quella economica, nei prossimi anni quella etica, religiosa e cosi via, per capire meglio la bellezza e la pregnanza del versetto del Salmo: «Chi è l'uomo perché te ne curi?» e trasformare tale versetto in una sorta di """"guida satellitare"""" nel viaggio di esplorazione di quelle che sono le potenzialità dell'essere umano, quale costruttore di comunità. Il Convegno ha visto inoltre la partecipazione della Fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate, dell'Istituto Universitario """"Sophia"""" di Loppiano e dell'Associazione """"Sumphilosophein"""", ed ha ottenuto il patrocinio della Facoltà Teologica Pugliese e della Facoltà di Economia dell'Università del Salento."" -
Etica espansiva
Chi pensa spesso a Dio, non riesce a parlare o a esporre idee e convinzioni su di Lui, a dire bene chi Egli sia, dove poterlo incontrare e vederlo. Da sempre l'uomo sta indagando e continua a farlo, auspicando che si giunga alla definizione di Dio. Noi lo comprendiamo e lo definiamo 'Uno' assoluto in tutta la sua immensità e grandezza. Quando rifletto che Egli è l'unico vero Creatore del mondo, devo ammettere che non sono arrivato a definirlo nella sua essenza. Ho pensato di crederlo e definirlo come 'unica Etica espansiva e onnicomprensiva'. La parola Etica sta a significare 'Bontà universale e suprema'. Dio è Amore interminabile, espansivo, universale, nella sua qualità e nella sua essenza. Egli è 'carezza universale'. Lo sento come Colui che diffonde nell'universo il suo interminabile amore. Tutto, infatti, appartiene al suo progetto e al suo desiderio di essere amato e di vedere ogni creatura come se stesso: 'amore divinizzato'. -
Fedeltà coniugale. Dono e conquista d'amore
La sfida, che ci attende sempre, è portare il Vangelo vivo della famiglia con forme e linguaggi nuovi, senza trasformare il cuore del¬l'annuncio. È la fedeltà coniugale a salvare questo annuncio sempre vivo, in quanto sorgente di una felicità intima e duratura. Papa France-sco con l'esortazione apostolica Amoris laetitia ci invita ad annunciare con gioia questo amore e ad accompagnare chi ha fatto di questa scelta di vita il cammino, per seguire Gesù oggi. La fedeltà della coppia è un'istanza profonda sotto il profilo affettivo e teologico. Essa è un valore che è legato non tanto al passato (man-tenere l'impegno assunto), quanto al futuro (aprirsi al divenire, alla sorpresa dell'altro). -
E cammina cammina. Il mio cammino da Roncisvalle a Santiago de Compostela
«Del ""Cammino"""" si può parlare in vari modi: esiste un Cammino unico segnato da frecce gialle e conchiglie, ma sono infiniti i Cammini che ciascun pellegrino affronta, ognuno percorre il """"proprio"""", intimo e personale, diverso da quello di chiunque altro. In questa Era tecnologica, postmoderna e indaffarata, in crisi morale ed economica, difficilmente si trova, nella decisione di percorrere il Cammino, una motivazione religiosa. È piuttosto qualcosa che si è """"espansa"""" come moda, come interesse culturale o sportivo, paesaggi-stico, umano ma... attenzione, il Cammino riserva sempre delle sorprese, a volte si parte atei e agnostici, superficiali o in cerca di avventure ma si torna se non frati e convertiti perlomeno cambiati! Il Cammino, infatti, trasforma, segna, è un Cammino di vita, un labirinto dove perdersi e ritrovarsi»."" -
E voi chi dite che io sia? Ediz. illustrata
Lo sviluppo del testo cerca di offrire al lettore una conoscenza solida e convinta, necessaria lì dove può pensare di dare una risposta alla domanda evangelica del titolo, ma anche lì dove dovesse confrontarsi con le argomentazioni del versante negazionista dell'autenticità della Sindone. Il mare della Sindonologia è vasto, spesso burrascoso. Al di fuori dell'Introduzione e delle Conclusioni, tutto il resto del testo è diviso in brevi capitoli. Qui ogni argomento specifico della Passione (Ematoidrosi, Flagellazione, Incoronazione di spine, Crocifissione ecc.) viene sviluppato sia per il Cristo Evangelico sia per l'Uomo Sindonico. Questa impostazione permette una immediata analisi delle concordanze tra il verificabile dell'uno e il verificabile dell'altro personaggio. In questo modo dovrebbe essere possibile giungere autenticamente a conclusioni ricavate da confronti estemporanei, non inficiati da fideismo né razionalismo, frutto solo di una ragione appassionata, in grado di dedurre per capire e sapere. Con questo si spera di aver reso un piccolo contributo alla questione sindonica, atto ritenuto dovuto da chi ama la verità senza contraffarla, ma così come si pone alla scienza e coscienza di ognuno. -
L' umana potenzialità
L'opera si presenta come frutto di un cammino di iniziazione alla contemplazione, intesa come umana potenzialità, proposta dall'autore a laici desiderosi di fare una esperienza forte di Dio restando pienamente nel mondo. «La vita contemplativa è una insopprimibile esigenza dello spirito dell'uomo. Esigenza che risiede sempre nel profondo dell'io ma che esplode proprio quando subentrano, per mille cause, l'ansia, l'angoscia, il timore, lo smarrimento, il dolore, la sofferenza, la morte. L'uomo è straordinaria creatura, che può esprimere anche con la sua intelligenza, a volte trasformata in gemito o grido, l'estrema necessità del suo vivere: ""Dove andremo noi lontano da Te, Signore?"""". Vivere da contemplativi significa essere sempre presenti ma straordinariamente distaccati, liberi e superiori a tutto il fluire degli eventi»."" -
Pietro è il mio nome
Una conferma che l'ecumenismo stava veramente a cuore a Paolo VI si ritrova in queste parole di Padre Yves Congar: «Oggettivamente, freddamente, il bilancio ecumenico del pontificato di Paolo VI è impressionante. Egli ha dato corpo, vita, movimento, efficacia all'impegno del Concilio per l'ecumenismo». Paolo VI ha espresso in tanti momenti e con gesti indimenticabili la sua angoscia e la sua passione per l'unità. Uno di questi è senz'altro la sua visita - la prima di un Papa - al Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra, il 10 giugno 1969. L'occasione fu data dall'invito rivolto al Papa Paolo VI da parte dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT), di recarsi a Ginevra per il 50° anniversario di fondazione. E così, nello stesso giorno, Paolo VI tenne due discorsi di alto valore per il mondo del lavoro e per l'ecumenismo. Sono questi due discorsi che riproponiamo in questo volume. Al Consiglio Ecumenico delle Chiese Paolo VI si presenta chiaramente: «il mio nome è Pietro...». -
Sfida della misericordia. La riconciliazione
«La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Papa Francesco). Il testo, partendo dal contesto contemporaneo, si preoccupa di delineare l'atteggiamento di Dio lungo la storia della salvezza, in particolare nella missione della Chiesa. L'analisi poi si sofferma sui tratti dell'agire di Dio nella 2Cor 5,18 e alla luce dei dati emersi, si evince il ruolo che il ministro è chiamato a svolgere nel suo ministero di riconciliazione nell'oggi della storia. Solo a partire da Gesù vivo nella Parola e nei Sacramenti potremo sperimentare che «quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi». -
Essere donna nel magistero pontificio
Il testo propone in pillole il magistero pontificio da Benedetto XV fino a Benedetto XVI come un coro di voci sulla donna. Riscoprire cosa vuol dire ""essere donna"""" è la sfida del nostro tempo. Non è un corollario ma un'imprescindibile e specifica forma dell'essere umano. Papa Francesco assume questo percorso mettendo in evidenza l'armonia che la donna porta nel mondo e nella Chiesa. Si eleva così un unico e grande grazie ad ogni donna per il semplice fatto di essere donna."" -
Mi ami tu? Spunti per l'anima
«Il Signore sa che venendo a noi con la sua Parola rischia. La sua Parola penetra fin nelle giunture delle nostre ossa, è tagliente, è viva, efficace. Non si accontenta di ascolti soporosi o superficiali. Chiede una apertura nuova e totale che si chiama conversione [...] A noi viene chiesta disponibilità, ascolto vero, coinvolgimento certo, soprattutto quando questa Parola ci sembra dura, inquietante, sconvolgente, imprevedibile, capace di stanarci dalle nostre sicurezze, di strapparci dalla casa sicura e comoda per rimetterci nelle condizioni del viandante e dello stanco pellegrino che ha solo l'ombra di un ginepro per proteggersi dal caldo infuocato e aggressivo dei ciarlatani che nell'immediato sono più suadenti e appaganti». (Domenico U. D'Ambrosio, Omelia di Inizio ministero episcopale nella Diocesi di Lecce, 4 Luglio 2009) -
Mi ami tu? Spunti per l'anima. Tempo Ordinario. Anno B
«Il Signore sa che venendo a noi con la sua Parola rischia. La sua Parola penetra fin nelle giunture delle nostre ossa, è tagliente, è viva, efficace. Non si accontenta di ascolti soporosi o superficiali. Chiede una apertura nuova e totale che si chiama conversione [...] A noi viene chiesta disponibilità, ascolto vero, coinvolgimento certo, soprattutto quando questa Parola ci sembra dura, inquietante, sconvolgente, imprevedibile, capace di stanarci dalle nostre sicurezze, di strapparci dalla casa sicura e comoda per rimetterci nelle condizioni del viandante e dello stanco pellegrino che ha solo l'ombra di un ginepro per proteggersi dal caldo infuocato e aggressivo dei ciarlatani che nell'immediato sono più suadenti e appaganti». (Domenico U. D'Ambrosio, Omelia di Inizio ministero episcopale nella Diocesi di Lecce, 4 Luglio 2009) -
I Giovani, la fede e la Chiesa. Questioni di comunicazioni sociali
Alle porte dell'assise sinodale che avrà come tema ""I giovani, la fede e il discernimento vocazionale"""", questo testo può essere un utile strumento per comprendere l'importanza della comunicazione in ambito giovanile. In un'epoca sempre più segnata da rapidi cambiamenti nello stile della comunicazione - pensiamo agli smartphones e ai vari social network - anche l'annuncio del Vangelo va ripensato. Non ci si può più fermare alla mera """"lezione di catechismo""""; occorre coinvolgere le nuove generazioni in esperienze ecclesiali significative che sappiano realmente comunicare la buona notizia. Questo libro, a partire da una esperienza vissuta nella Chiesa locale e letta in filigrana con quanto avviene nell'orbe cattolico, è una riflessione sulla questione giovanile in continuo mutamento del mondo che cambia ed in particolare ponendo l'attenzione alla dimensione della fede in relazione ai giovani nel mondo Chiesa."" -
Pericolosamente suppergiù sicuri ...nel mondo dei bambini
Gianluca Giagni, ingegnere per professione e scrittore per passione, inizia la collana ""sine cura"""" nel 2015 con un primo volumetto nato dalle richieste degli allievi dei suoi corsi sulla sicurezza, introducendoci nell'affascinante mondo del rischio e della sua percezione. Dopo aver af-frontato a distanza di un anno il tema della gestione delle emergenze, oggi pubblica il suo terzo libro, andando ad esplorare, sempre in termini di pericolo e sicurezza, il mondo dei bambini e del loro gioco. I bambini si trovano alle prese con la gestione del rischio già da piccolissimi, muovendo i loro primi passi. È stato calcolato che un bambino che comincia a cammina-re in autonomia arriva a fare anche più di 10.000 passi al giorno, l'equivalente di 14 campi da calcio, andando in contro ad innumerevoli cadute. La propensione ad affrontare il rischio e l'incertezza in questa fase della crescita è fondamentale per dare al bambino la giusta motivazione per imparare a camminare, abbandonando quel modo di locomozione in fondo abbastanza veloce ed efficace, oltre che certamente più sicuro, che è il gattonare. Crescendo, poi, la continua esposizione ad esperienze motorie sempre nuove e più impegnative, offerta in primis da giardini di infanzia e parchi giochi, incoraggia i bambini ad affrontare situazioni difficili senza paura e apparente difficoltà, divertendosi. L'autore si inserisce quindi in questa fase, quando il bambino comincia a perdere la percezione del rischio e si lancia nel gioco, per andare ad analizzare le più classiche giostre per bambini, come l'altalena o lo scivolo. Dopo un breve excursus storico e normativo, sono descritti i rischi di ogni gioco, partendo da quelli intrinseci della struttura, per arrivare a quelli legati al fattore umano, a loro volta suddivisi tra rischi dovuti ad attori e spettatori. L'intento è quello di offrire ai genitori uno strumento per guardare da un punto di vista insolito il gioco dei propri figli, e ridurre per quanto possibile i pericoli cui sono soggetti nel momento del divertimento."" -
Sono diventato una gigantesca domanda. Colloquio con Agostino
Agostino ha lasciato all'Occidente un immenso patrimonio culturale in campo teologico, filosofico, etico, estetico, spirituale, biblico. I suoi scritti sono sempre in grado di rivelare aspetti nuovi ad una cultura che tende a invecchiare in fretta, qual è la nostra. Il suo immenso sapere non tende a produrre risposte rassicuranti, ma si offre come una sorgente di inquietudine a gettito continuo, che non può che generare nuovi orizzonti di ricerca, desiderio di verità e amore per la bellezza. Da tutte le pagine di Agostino parte una domanda che è in continuo crescendo fino a lambire l'Eterno; questa ""gigantesca domanda"""" è l'essere umano nella sua dimensione personale e sociale di ogni tempo e di ogni parte della terra. L'Autore del libro, dando voce a numerosi testi di Agostino, a tanti filosofi, scrittori, teologi che si sono confrontati con il suo pensiero, mostra come Agostino ha contribuito decisa-mente a dare alla cultura europea un cuore, che l'Occidente rischia di perdere. È urgente che l'Europa si riprenda quel """"cuore"""" che proviene dalle coste dell'Africa. Prefazione di Piero Coda."" -
Ponti di pace. Giulio Andreotti e Giorgio La Pira, il carteggio inedito
C'è, infatti, una modalità di fare politica - che non fu certo del solo La Pira, ma che lui visse in maniera del tutto essenziale - che deve essere riconsegnata alle giovani generazioni: la politica, cioè, come la capacità «di proporzionare le risorse ai bisogni», secondo il programma che La Pira espresse nel suo primo discorso da Sindaco di Firenze, e come è riaffermato spesso nelle pagine di questo libro. La politica è la capacità degli uomini, della loro intelligenza e della loro volontà, di trovare le risorse per risolvere i problemi degli ultimi. È decisivo, quindi, imparare che il problema degli altri è il mio. Giorgio La Pira lo aveva imparato ad una scuola speciale, quella della eucarestia celebrata coi poveri. È commovente che Giulio Andreotti, ormai molto anziano, riconosca - come si capisce da queste pagine - in La Pira un suo maestro di vita proprio per averlo coinvolto nella messa coi poveri. -
Configurati a Cristo. Il mimetismo dell'amore. Ediz. illustrata
Tutto il testo è una lettura affascinante, ma che non si può fare di corsa. Sono pagine dense, in cui, ad ogni passo, senti il bisogno di ritornare a masticare quelle frasi per risentirne il sapore e non perderne l'efficacia. Sono meditazioni dettate dall'autore a un ristretto uditorio, non di claustrali, come si potrebbe credere a prima vista, ma di giovani che vivono nel mondo di oggi. Questo dimostra che anche «nel tumulto delle inquietudini e delle agitazioni odierne, come diceva Paolo VI ai partecipanti alla VI assemblea della CEI, si possono individuare tanti fermenti generosi e nobili aspirazioni che sono promesse e fattori di un felice rinnovamento». Con la presente pubblicazione l'autore presenta, ad una più vasta cerchia di anime assetate di verità e di bene, il magnifico programma già ambito dall'apostolo Paolo: «Rinnovare tutto in Cristo, attirando ancora l'attenzione del mondo di oggi alle immense ricchezze che noi possediamo in Lui». Prefazione di Domenico Turco. Introduzione di Leonardo Sapienza. -
A voi, Giovani
23 marzo 1975, domenica delle Palme. Dopo aver ""personalmente pregato in silenzio"""", Paolo VI invita i giovani del mondo a ritrovarsi in Piazza San Pietro per esprimere e testimoniare """"fede e gioia"""", e per celebrare """"Cristo amico della nostra vita"""". A ragione si può credere che quel primo incontro di giovani con il Papa, nell'Anno Santo del 1975, ha portato poi Giovanni Paolo II ad istituire la Giornata mondiale della gioventù che, da un altro Anno Santo, quello del 1985, si celebra nella domenica delle Palme. Paolo VI ha amato i giovani. E certamente è stato il primo Papa a parlare in numerosi interventi al loro cuore; ad incontrarli; ad invitarli ad uscire dalla mediocrità, per fare della vita qualcosa di grande. In vista del Sinodo dei Vescovi, che nell'autunno del 2018 Papa Francesco ha voluto dedicare ai giovani, abbiamo voluto estrarre dai numerosi discorsi di Paolo VI ai giovani, 137 pensieri più significativi, per aiutare la riflessione e la preparazione del Sinodo.""