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Ancona dalla rivoluzione alla ricostruzione. Vita di Sigilfredo Pelizza
Il volume ripercorre la vita di Pietro Pelizza, da tutti chiamato Sigilfredo. Nato nel 1876 a Pian San Lazzaro, si considerava ""un vero anconetano"""" ed è impossibile distinguere la sua vita da quella di Ancona dove è stato protagonista in momenti cruciali della sua storia. Strano tipo di sovversivo, schedato come """"giovane serio e onesto di carattere mite"""", sposato con tre figli e al tempo stesso instancabile agitatore. Ferroviere punito per la sua attività sindacale con trasferimenti, retrocessioni e infine con la radiazione, continua il suo impegno come dirigente del Sindacato ferrovieri a livello locale e nazionale. Inizialmente socialista, deluso dal verbalismo dei """"politicanti"""" pronti ad alimentare il malessere popolare con la propaganda, aderisce ben presto al sindacalismo rivoluzionario per l'esigenza di far uscire la classe operaia da una condizione di """"minorità"""". Segretario della Camera del lavoro di Ancona, poi amministratore della Cooperativa muratori e manovali, carcerato per oltre 6 mesi con l'accusa di essere stato uno dei capi della Settimana rossa, costretto a lasciare Ancona durante il fascismo, dopo la 2 guerra mondiale ha fondato l'Impresa costruzioni S. Pelizza."" -
1 aprile 1944 Italia-Germania
Un giorno di marzo del 1944, in un piccolo paese marchigiano alle falde dei Monti Sibillini, i fratelli Mario e Mimmo Maurelli (l'uno arbitro di Serie A, l'altro apprezzato calciatore) sono convocati presso il locale comando della Feldgendarmerie. A loro viene rivolta una richiesta molto singolare, che li coinvolgerà in una vicenda quasi incredibile, a metà strada tra l'epico e l'assurdo. Sullo sfondo di un periodo drammatico, nel pieno dell'occupazione nazifascista, una storia suggestiva, dai contorni non completamente precisati, entrata, a suo modo, nella leggenda. -
Tra Guccini e Berlinguer. Gli anni Settanta dei giovani tra storia e memorie
Gli anni Sessanta si prolungano nel decennio successivo, in una sorta di continuità nel segno progressivo. Per questo dopo ""Tra Dylan e Marx"""" l'autore è stato sollecitato alla seconda puntata, proprio sugli anni Settanta, sempre con un occhio particolare sui giovani. Anche in questo caso frammenti di storia generale si mescolano con frammenti di storia personale. Il tempo libero, la musica, il cinema, la letteratura rendono meno serioso l'inevitabile primato della politica. Così le note dei cantautori di sovrappongono alle parole di grande speranza che provengono dalla saggezza di Enrico Berlinguer."" -
Flusso di correnti
«Inseguire i femminili sogni adolescenti non significa raggiungere un magico altrove, ma perdere la concretezza del vivere: ""...il sambuco / e la zolla, / il profumo del fico / lucciole magiche / sopra l'onda del fuoco"""". L'ingenuità che ci ha accompagnato nella giovinezza ci ha reso fragili e facili prede di chi sa imporsi col cinismo e con il calcolo. La consapevolezza che riusciamo a recuperare con gli anni, le ferite, insomma la fatica del vivere, rafforzano un animus combattivo e teso, teso in qualche modo anche verso una dimensione totalizzante. Entrare nelle contraddizioni della vita, riconquistare fino in fondo la propria energia combattiva pur sapendo che l'aspirazione ad una quiete, che non è mai mediocrità, rimane costante, e che il flusso delle correnti tende a placarsi nel mar dei Sargassi.» (Umberto Piersanti)"" -
In.finite vie di toni. Ediz. illustrata
Questo libro nasce dalla convinzione che sia possibile ricostruire, attraverso una pratica fusionale, una struttura di pensiero latente al logos della scrittura. Tutta l'opera di Perretta, specialmente gli scritti non narrativi, regge sopra una impalcatura teorica ed è percorsa dal tentativo di riformulare su basi nuove il rapporto tra pensiero, linguaggio e realtà. Le narrazioni mediali possono essere considerate come un esperimento letterario che sovrappone conoscenza e racconto, o non racconto. Richiede, per la sua complessità, l'ideazione di nuove categorie teoriche, eccitando i controfuochi dell'allegoria. La scorrevolezza di carattere ipermediale individua diverse dimensioni formali, fino a confrontarsi con le immagini delle opere di Rodrigo Blanco. L'ampia appendice critica di Angelo Shlomo Tirreno esamina le più importanti prospettive del caso. Nella sua formulazione radicale, la soglia, tra parola e immagine, definisce il rischio dell'opposizione dualistica soggetto-oggetto, e può rintracciare la forma in ogni versione di attendibilità verbale e visiva. Nella sua evidenza ""plurale"""", segna la densità letterale e iconica e la verità oppositiva che la concretizza."" -
Rose d'ottobre
Un anonimo rappresentante di commercio e un noto giornalista sulle soglie della pensione spinti da eventi imprevedibili a fare i conti con la propria coscienza, un imprenditore che analizza con delirante distacco le motivazioni dell'uxoricidio appena commesso, una figura paterna evocata attraverso lo specchietto retrovisore di un'automobile acquistata negli anni del boom, un senatore della Repubblica travolto dall'ossessione per la sua antica casa perduta, un ragazzo sulle tracce della sorella fuggita a Cuba per amore, due coniugi destabilizzati da un inconveniente il giorno della laurea del figlio, due sorelle di nuovo insieme nella terra dei ghiacci dove l'iceberg del loro passato rivelerà la sua parte sommersa, un avvocato complessato costretto da un bisogno corporale a confrontarsi con la prima fidanzatina che non rivedeva da una vita. La lucida ricognizione sui sentimenti che si estenuano a galleggiare nella palude delle fragilità umane. -
Pietre
Ottavo secolo dopo Cristo. Roma è ormai il fantasma della capitale dell'Impero romano. Per le sue strade si affollano pastori con le greggi, ladri, pellegrini, prostitute, e avventurieri di ogni parte del mondo. Qui si rifugia il monaco Teodoro, un pittore greco in fuga da Costantinopoli, ora in mano agli iconoclasti, e si aggrega a una banda di ragazzi, forse ladri, forse assassini, che di mestiere fanno i marmorari, strappando pietre di valore ai monumenti antichi. C'è un futuro per lui, in questa città in rovina? Ma quale futuro? Potrà tornare a dipingere o diventerà uno dei tanti sbandati all'ombra del Colosseo? -
Romeo Galaverni (1904-1988). Un imprenditore cooperativo nel Novecento reggiano
Romeo Galaverni (1904-1988) è conosciuto soprattutto per essere stato il promotore e l'artefice del successo delle Latterie cooperative riunite, meglio note con il marchio Giglio. Nate nel 1934 come consorzio al servizio dei locali caseifici sociali, a partire dal secondo dopoguerra conseguirono una rapida e duratura affermazione nel mercato nazionale. Grazie a una intelligente direzione tecnica e commerciale, i prodotti Giglio arrivarono sulla tavola di buona parte delle famiglie italiane e a seguito di efficaci campagne promozionali restarono impressi nella memoria collettiva di più di una generazione. Inoltre Romeo Galaverni fu anche un esponente del socialismo riformista, uno stimato e capace commercialista, l'ideatore di un insperato rilancio delle Farmacie comunali riunite, uno storico consigliere della Banca agricola commerciale, nonché il presidente di numerosi collegi sindacali di imprese locali. La sua è certamente una figura di spicco nella Reggio Emilia novecentesca e questo libro ne ricostruisce la biografia, con una narrazione attenta al contesto, alle fonti e ai dettagli di una vita intensa e in gran parte contraddistinta da un sincero impegno civile. -
Ancona prima della tempesta. Nelle foto del comandante della contraerea Fazio Fazioli. Ediz. illustrata
Volti e luoghi di un'Ancona ignara della tempesta che stava per manifestarsi. È ciò che raccontano le duecentocinquanta immagini, in larga parte inedite, scattate dal seniore (maggiore) della Milizia fascista contraerea Fazio Fazioli, tra il 1932 e il 1943. I volti sono prevalentemente, ma non solo, quelli di camicie nere e i luoghi rappresentati sono siti predisposti per controbattere a una offensiva aerea del nemico. Attacco che fu scatenato puntualmente, e con effetti devastanti, proprio a partire dall'ottobre del 1943 e fino al giorno della liberazione, a margine di una guerra sbagliata. Il volume illustra e rievoca gli sforzi messi in atto dai militi per creare una cintura difensiva attorno al capoluogo marchigiano con mezzi che si ritenevano atti ad affrontare la minaccia e che in realtà erano implacabilmente superati. Nell'arco dei dieci anni rappresentati non mancano però sguardi a luoghi della città oggi mutati o scomparsi e a volti di giovani che poco avevano a che fare con la guerra. -
Ritratti
I frammenti in versi che accompagnano i ritratti sono stati scelti da Francesco Scarabicchi da William Shakespeare, Sonetti, nelle versioni di Alberto Rossi e Giorgio Melchiori, Einaudi 1965, sesta edizione del 1982. -
Così lontane, così vicine. Epistolario familiare
Questo libro racconta la storia di una famiglia vissuta in Francia, Inghilterra, Italia, e approdata a Livorno nei secoli passati, durante la rivoluzione francese, le guerre napoleoniche, il Risorgimento italiano, il regno d'Italia. È una storia di immigrazione che ha come protagoniste soprattutto le donne: figlie, mogli, madri, ma soprattutto sorelle, che scrivono la maggior parte delle lettere fonti di questa ricostruzione. Hanno lasciato piccole tracce: qualche documento, alcune foto, pochi oggetti, molte lettere che aprono finestre su un mondo scomparso, qualche ricordo che talora, nel confronto con altri documenti d'archivio, risulta tornito, levigato e abbellito. Gli uomini erano quasi sempre assenti: imbarcati, allontanati, precocemente morti. Innamorati delle loro compagne hanno dato loro brevi periodi di felicità e intere vite di stenti. E queste hanno reagito, hanno costruito sogni, hanno tessuto reti di solidarietà e spiragli di gioia che questo racconto cerca di ripercorrere. -
Storia della Resistenza nelle Marche (1943-1944)
«Una sconfinata conoscenza della documentazione sostiene una narrazione precisa, a tratti addirittura cronachistica, degli eventi, e ne discute via via le fonti, le incrocia, le confronta con il dibattito storiografico, con una rara capacità di dominare il significato e il valore della singola testimonianza in rapporto al contesto. Giacomini ripercorre così, con lucida partecipazione, i drammatici momenti del disorientamento dopo l'8 settembre, la violenza della reazione e riorganizzazione dei nazisti e dei fascisti, le difficoltà del primo coordinamento del fronte antifascista, la deportazione dei soldati marchigiani nei campi di concentramento in Germania, l'indiscriminato esito dei bombardamenti anglo-americani sulle popolazioni civili della regione, il ruolo dell'universo contadino, i rapporti con gli Alleati e il dibattito che anima le scelte dei singoli e dei gruppi di partigiani antifascisti.» (dalla Prefazione di Franco Amatori) -
Terremoto
Gennaio 1972: un evento sismico investe la città di Ancona e cambia per sempre la vita dei suoi abitanti. Tutti, chi più chi meno, ne saranno profondamente segnati. Ma qualcuno più degli altri. Chi ha vissuto tutta la vita nel quartiere a ridosso del porto vedrà scomparire tra i vicoli abbandonati persone, volti, consuetudini. La propria storia e quella di chi l'ha condivisa evaporerà come foschia al mattino. Sara, che di quel mondo è la chiave, dovrà cambiare anche lei, e trovare una strada oltre il mondo che ha conosciuto. -
La maison rouge. Saggi sul PCI nelle Marche
Saggi sul Pci nelle Marche -
Virus amandi
Cosa hanno in comune queste storie, a parte la circostanza di essere maturate nell'esperienza della clausura per la pandemia? Una risposta c'è: l'urgenza della testimonianza. I personaggi di questi racconti diventano testimoni di un amore incompiuto, e proprio per questo più che mai vivo, quasi eterno nella sua idealizzazione. Oppure di un sentimento che tra due coniugi diventa non trasmissibile fino all'estremo dell'incomunicabilità definitiva. In altri casi si tratta dell'attestazione della solidarietà, oppure del valore della rinuncia, della privazione su cui ci sforziamo di fondare una felicità più duratura. Persino gli animali, e della specie più repellente, divengono testimoni, forse del compito più arduo: quello di come l'altra faccia dell'amore, il disamore, possa rimandare alla responsabilità dell'io senza mai dolorosamente poter attingere alla sua pienezza. Perché nel mondo del non-amore l'individuo viene sopraffatto, per dirla con Geno Pampaloni, ""dal disordine e dal male""""; ma per quanto quel rapporto con la realtà sia stravolto e drammatico, vi ritroviamo """"il senso stesso della nostra esistenza, con tutto il peso dei valori morali che fanno parte di noi""""."" -
L' infanzia infinita
La parola scritta si presta a generare immagini che svelano ricordi, e nei ricordi figure, luoghi, sensazioni legati alla fanciullezza. In queste pagine l'autore dischiude lo scrigno della memoria, senza nostalgia o compiacimenti retorici e invece con garbo e ironia. La scrittura diventa una forma di conoscenza, la riscoperta del luogo incantato dell'infanzia, sebbene intorno a lui allora - siamo nei primi anni Quaranta - la guerra con il passaggio del fronte lasci segni indelebili. In quel luogo incontriamo la madre che passeggia sulla sabbia sottile di Senigallia; la villa di Montecarotto, con la vita che scorre al di fuori del cancello che lui non può oltrepassare; il fascino della nocetta del padre insieme al mezzadro Severì, i racconti della cuoca Marietta, senza dimenticare l'amato Full, il setter bianco e nero. E poi la scoperta della Milano tumultuosa del dopoguerra, con la sua efficienza, la ricostruzione, lo sviluppo del consumo e la visibilità catturante. Quel luogo dell'infanzia, semplice e autentico, è il suo ""posto delle fragole"""" o, se vogliamo, delle vigne, visto che l'autore produce vini noti in Italia e nel mondo per la loro sontuosa eleganza."" -
Dietro la scena
Come vive una persona una situazione difficile? Quali sensazioni, pensieri, paure passano per l'animo di chi si trova ad affrontare un evento che stravolge la sua vita affettiva, di lavoro, di relazione, sociale? Questi racconti accompagnano il lettore attraverso la narrazione di traumi verosimilmente reali. -
Sei storie in Comune
«Sei Sindaci che narrano e si narrano tessendo con le parole e con il pensiero - tra loro e i loro mondi - un ponte che si chiama senso [...]. Dai racconti affiora una carrellata articolata e autentica di fatti accaduti e situazioni vissute. Incontri inaspettati, personaggi inconsueti, eventi inattesi da fronteggiare. Situazioni individuali e familiari problematiche, episodi di tensione sociale. Obiettivi mancati, errori di valutazione e situazioni di imbarazzo. Qualche momento esaltante e qualche altro di amarezza. La formula scelta del ""racconto breve"""" restituisce uno spaccato del territorio, vero e vitale, e ci racconta con passione che la """"vita"""" dei piccoli comuni non è quella narrata né """"il mondo dei vinti"""", ma è, al contrario, """"vita"""" di resilienza di nuove pratiche che hanno la reciprocità come modalità di scambio e la comunità come luogo di azione». (Dalla Prefazione di Maurizio Mandolini)"" -
La felicità è imperfetta
Anna Finzi, a quarantasette anni, è un avvocato di successo. Non ha mai perso una causa quando accetta di difendere Victor Salinas da un'accusa di violenza domestica, a seguito della quale l'uomo rischia di perdere l'unica figlia. Nei giorni della difesa Anna si scopre malata e mentre lotta contro un nemico silente e invisibile prende decisioni che mai avrebbe considerato. Victor, l'accusato, è un uomo caratteriale e imprevedibile e Anna se ne innamora, suo malgrado. Mentre la malattia va avanti Anna impara a convivere con quanto le è capitato e quando Victor viene accusato di omicidio, lei lo difende, mettendo a rischio anche la sua carriera. La donna, intelligente e pragmatica, sa bene di non aver mai avuto scelta, né riguardo la sua malattia, né tantomeno al suo amore per Victor. -
Filigrane. Canzoniere apocrifo
Garufi compie un viaggio iniziatico nella propria interiorità, partendo dalla sua biografia: il trascorrere del tempo mette in luce passaggi centrali, movimenti dentro strettoie, aperture apparenti e chiusure improvvise. La salvezza è rappresentata dalla forza inedita che la letteratura offre a chi la ama. Ecco apparire Coleridge e il suo naufragio, Vittorio Sereni e la trentennale amicizia con Mario Luzi, il carteggio con il ""suo"""" Montale. La forza delle parole degli """"altri"""" forma una """"filigrana"""", un vedere e un non vedere. La tensione del suo modulo narrativo è particolare: tentato più volte a deviare verso il registro poetico che gli è congeniale, o quello critico che ha accompagnato la sua vita, Garufi accede persino a una sconcertante satira. Demistifica, irride e demitizza la relazione sentimentale, il '68 e dintorni, chiarisce l'inganno della politica, si addentra nel territorio impervio della psicoanalisi, mostrando il """"gioco"""" di quello che una volta si chiamava Potere. Sono l'arte, la letteratura, la poesia a costituire il """"duro filamento"""" di fedeltà alla luce, la compresenza di vivi e morti dentro l'unica dimensione possibile, che è appunto quella estetica.""