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Lo straordinario quotidiano. Appunti sulla valutazione di impatto relazionale delle misericordie nelle comunità
Per collaborare, condividere e ""fare bene"""" per gli altri è necessario respirare il contesto, comprenderlo, ascoltarlo e sempre di più valutare quale è l'impatto generato nella comunità in cui si opera. Respirare le comunità e i territori in un incessante lavoro di sistema, in cui, di fronte alle esperienze, sensibilità e velocità diverse che la nostra società oggi naturalmente manifesta, si crei il più possibile coralità di intenti e di azioni in grado di produrre impatto a tutti i livelli: interno all'organizzazione, nella comunità, nella rete di un Movimento di secondo livello. In questa pubblicazione sulla valutazione di impatto realizzata da Confederazione delle Misericordie e Centro Studi Merlini si tenta di fare un primissimo passo attraverso più voci, osservazioni diverse, spunti interpretativi anche diversi fra loro rispetto a come, ad oggi, i volontari e le persone delle Misericordie leggono, interpretano e valutano l'impatto all'interno delle loro organizzazioni."" -
La Grande Guerra lontano dal fronte. Barberino Val d'Elsa e Tavarnelle Val di Pesa
La Prima guerra mondiale trascinò nel suo vortice milioni di soldati, uomini di città e campagne, donne, anziani, bambini e ragazzi coinvolti nella mobilitazione totale lontano dal fronte. Un secolo dopo, possiamo capire impatto e conseguenze della Grande Guerra analizzando casi di studio significativi, come quello offerto dai Comuni di Barberino e Tavarnelle. Qui si troveranno notizie sui soldati partiti per il fronte e su quelli mai tornati, sulla classe dirigente municipale e i suoi rapporti con i poteri centrali, la propaganda e gli strumenti di controllo sociale, su economia e cultura locale, abitudini alimentari e vita quotidiana, malattie ed emergenze prima e dopo Caporetto, sulla conta dei caduti e l'elaborazione del lutto, gettando uno sguardo sugli anni del fascismo e la creazione di memorie che giungono al tempo presente. Emerge il profilo originale di un territorio toscano che arricchisce ma mette anche in discussione alcune chiavi di lettura che si ritenevano consolidate. Presentazioni di David Baroncelli e Trentanovi Giacomo. -
Il grillo del rosmarino e altre favole del bosco
Grilli, falchi, ragnetti, topolini e chi più ne ha più ne metta. Gli animali del bosco vivono nelle pagine delle favole con i pensieri, le curiosità, i sogni, le paure, i pregi, i difetti di tutti i bambini. Esplorano il mondo, imparano a conoscere se stessi e gli altri. Giocano, si divertono, a volte soffrono, proprio come chi deve crescere. Non trovano lungo il cammino draghi cattivi da sconfiggere né fate buone pronte ad aiutarli, incontrano invece abitanti del bosco come loro, ognuno con la propria natura. E così, giorno dopo giorno, imparano a confrontarsi e a trovare la loro strada, come tutti i piccoli eroi, del bosco e della vita. Età di lettura: da 6 anni. -
Una parola al giorno. 365 vocaboli da riscoprire e salvaguardare
Il libro nasce da un'amara constatazione: l'italiano, lingua antica e illustre, nonostante gli ottanta milioni di parlanti e nonostante sia tra le più studiate all'estero, si sta immiserendo in un linguaggio sempre più povero e banale, che dimentica - o comunque non usa - termini specifici, ricorrendo sempre più a espressioni generiche, che non colgono nessuna delle sfumature di significato che un parlar pulito esigerebbe. Tra le migliaia delle ""parole da salvare"""" che con geniale definizione il vocabolario Zingarelli sottopone all'attenzione di chi sfoglia il dizionario, ne abbiamo perciò scelte 365, una al giorno, spiegandone origine e significato, per invitare il lettore a una modesta riflessione, che gli rubi poco tempo, ma gli sia in qualche modo utile: una parola al giorno, per amore della propria lingua."" -
Nazionalismi, letteratura e plurilinguismo
A 100 anni dalla fine della Grande Guerra ricordiamo l'Europa disastrata dalle due guerre mondiali, apice del nazionalismo per il quale la guerra è congenita. Anche se ha perso, quindi, ogni legittimazione morale e storica, esso non è scomparso e in momenti di crisi riemerge. Ad esso si contrappone la costruzione di entità sovra-nazionali che fanno del multiculturalismo e dell'interculturalità elementi fondanti. Il nazionalismo è una fede secolarizzata che penetra nei più remoti angoli dell'esistenza. Perciò anche la dimensione estetica della sua comunicazione risulta centrale per la sua diffusione, come anche nel caso dei modi d'essere multi- e interculturali. La letteratura, nel suo modo peculiare di analisi e costruzione estetica del mondo, coinvolge la soggettività tutta e contribuisce alla sua modellazione. Essa occupa il centro delle indagini qui raccolte, collegandosi in un discorso dialettico di reciproca fecondazione con la storiografia e la linguistica. -
«Quel giorno a Le Mans» (341.3)
Cosa lasciano un tempo e un luogo? Storie. Potremmo dire così. Parlando di una gara come la 24 Ore di Le Mans non si tratta semplicemente di disquisire di un particolare evento. È come se avvenisse un salto quantico vero e proprio in una dimensione spazio-temporale, fuori da qualsiasi contesto quotidiano. Raccontare la vita, i momenti che hanno reso questa cittadina unica al mondo grazie al suo circuito, significa entrare a far parte di una realtà che, per una settimana all'anno esegue liturgie, riti e tradizioni capaci di renderla con quel pizzico di Grandeur francese ""l'Olimpo dell'Endurance"""". In queste particolari circostanze nasce la storia di """"CetilarVillorba Corse - The Italian Spirit of Le Mans"""" in grado di raccontare attraverso le voci dei suoi protagonisti ciò che ha lasciato in loro un folgorante debutto, fino all'oggi, e al loro ritorno. Sul ciglio della Sarthe."" -
Pittori e dipinti del Novecento pisano. Nel secolo andato
La nostra non vuole essere una storia della pittura a Pisa del primo Novecento e neppure una breve sintesi dei pittori più significativi. Si tratta, molto più modestamente, di tredici medaglioni biografici di alcuni tra i principali pittori pisani del primo Novecento che, secondo il personalissimo parere di chi scrive, furono tra i più importanti, con l'aggiunta di qualcuno che forse così significativo non fu, ma che è stato pressoché totalmente dimenticato, e che meriterebbe invece una qualche riconsiderazione. -
Insegnare le lingue on line e su app. Strategie, aspetti culturali, inclusione e performance nell'apprendimento linguistico
Come migliorare la gestione dei corsi di lingua on line e su app? Il volume risponde a questo interrogativo individuando strategie glottodidattiche, indicando in che modo veicolare gli aspetti culturali della lingua e come gestire la videoscrittura in modo inclusivo. Inoltre, fornisce istruzioni per scegliere un corso a distanza, valutandone potenzialità e criticità. Il testo è indicato sia per la formazione sia per l'aggiornamento dei docenti di didattica della lingua (seconda e straniera) ma anche di altre discipline, dei tutor e degli instructional designer, prendendo in considerazione le nuove competenze richieste ai docenti e i differenti metodi di studio e stili di apprendimento delle nuove generazioni. Il taglio pratico - che si avvale anche di memorandum visivi e brevi test di autovalutazione - è pensato per accrescere l'abilità di gestire con più consapevolezza critica e controllo il processo di insegnamento a distanza. Infine, viene stilato un Mini Vademecum che riassume le risposte alle domande poste nel volume e che, nella sua brevità, può essere recuperato mentalmente senza sforzo come guida durante l'attività di insegnamento. -
La lingua, il giudice, la costituzione. Una vertenza tutta italiana, e un confronto internazionale
La lingua italiana non è un malfattore, eppure sempre più spesso viene citata in tribunale, dove deve difendersi come un imputato, deve giustificare la propria posizione, che la Corte costituzionale ha definito con una parola elevata: «primazia».rnrnA molti, purtroppo, questa «primazia» sembra dar fastidio. Anche i padri costituenti non accordarono all’italiano una posizione di particolare privilegio, visto che si occuparono piuttosto di stabilire i diritti delle lingue di minoranza. Tuttavia ci sono buone ragioni morali, giuridiche e civili per accordare alla nostra lingua una posizione che ne assicuri il rispetto.rnrnQuesto libro affronta il tema dei diritti della lingua italiana in Italia, e confronta le norme del nostro paese con quelle delle costituzioni di altri stati: è un paragone istruttivo, che dovrebbe farci riflettere. -
La prima stella della sera
«Ci sono ricordi che il tempo non cancella. Riaffiorano talvolta inaspettati e improvvisi. Alcuni dei miei sono legati a una stella, la prima della sera, a una piccola scuola tra i monti e a una torre che s’innalza da una catena dell’Appennino Umbro.rnrnLi racconto per il piacere di riviverli.rnrnSembrano far parte di una fiaba più che di una vita vissuta. Appartengono a un’epoca lontana da oggi, un periodo del dopoguerra durato a lungo nella nostra zona, durante il quale vivere, per molti, era veramente difficile». -
Siena e i suoi personaggi nei secoli. Ediz. illustrata. Vol. 2
«All'inizio del secondo millennio dopo Cristo l'assetto urbano di Siena era ancora quello stabilizzatosi in età longobardo-carolingia, con la civitas abbarbicata sui colli di Castelvecchio e del duomo. Al suo esterno, però, proprio all'inizio del secolo XI cominciarono a formarsi vari insediamenti abitativi lungo il tracciato della via Francigena, la cui prima menzione è contenuta in un contratto dell'ottobre 1042, dove si fa esplicito riferimento ad un ""burgo civitatis"""". L'ideale viaggio che effettueremo all'interno della città vecchia prende le mosse da piazza Postierla, che costituiva il punto di incontro tra i due nuclei fondanti della stessa, appunto l'insediamento di Castelvecchio e quello adagiato sul «planum Sancte Marie». L'odonimo Postierla è assai antico ed è attestato per la prima volta in un contratto di compravendita del 1076, dove tra i testimoni compare un tal Pepolo di Domenico """"qui dicitur dala Pusterula"""". Come già discusso nel precedente volume, esso deriva dal termine latino posterula, con cui si indicava una porta di servizio che si apriva nella cortina muraria forse di età romana; nel Medioevo assunse il nome di porta del Verchione. Proprio in corrispondenza dell'attuale piazza Postierla doveva sorgere il foro della colonia romana Sena Iulia, e più tardi il """"cuore"""" della città alto-medievale, nel classico punto d'intersezione tra il decumanus maximus (la strada con orientamento est-ovest ancora oggi percepibile nelle vie di San Pietro e del Capitano) e il cardus maximus (l'asse orientato a nord-sud, riconoscibile nelle attuali vie di Città e Stalloreggi), uno spazio tuttora eloquentemente denominato i """"Quattro Cantoni"""", essendo l'incrocio di quattro vie. In realtà, da quel luogo così strategico si dipartiva un quinto percorso, più appartato e aggirante l'abitato che si stendeva sulla collina del duomo, che una volta uscito dalla posterula scendeva in ripida pendenza verso il valloncello sottostante. Alle quattro estremità delle strade sorgevano le relative porte, tre documentate e una ampiamente ipotizzabile. A cavallo di via di Città, sulla sommità della Costarella, si apriva porta Salaria, in fondo a via Stalloreggi esistono tuttora i resti di quella denominata popolarmente le 'Due Porte', l'unica ancora percepibile, mentre sul decumano è sicura la presenza di un ingresso all'incrocio tra le vie di San Pietro, del Casato di sopra e Tommaso Pendola, come vedremo meglio più avanti. È invece solo presumibile la localizzazione del quarto accesso nella zona di Vallepiatta, in un luogo imprecisato, ma approssimativamente collocabile sul retro dell'ospedale di Santa Maria, tra via Franciosa e la piazzetta della Selva, dove varie fonti duecentesche collocano una porta detta dei Canonici...» (Roberto Cresti)"" -
Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Vol. 1: Figure della soggettività e «imitatio» dal romanticismo al decadentismo.
«Questa ricerca parte dal celebre studio Europaeische Literatur und Lateinisches Mittelalter (La letteratura europea e il Medio Evo latino) del 1948 dove Ernst Robert Curtius ricostruisce una linea di continuità tra antichità classica e letteratura europea moderna sulla base comune della letteratura latina medievale. Al progetto dello studioso tedesco, già concepito una ventina d'anni prima, era anche sotteso un intento politico, quello di individuare l'unità di questa tradizione nello spazio e nel tempo a fronte del caos spirituale contemporaneo avviato a deflagrare nel conflitto mondiale. Dello studioso spicca una immagine nella memoria che è a suo modo eroica, quella di un uomo che lavorava, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, in una modesta biblioteca privata, dentro a un appartamento le cui finestre erano state frantumate dalla esplosione delle bombe. Qualcuno ha definito Curtius un ""umanista della guerra fredda"""", alludendo al suo conservatorismo politico; ma quel progetto concepito negli anni '20-'30 della """"trahison des clercs"""" appare come una risposta coerente alla grande sfida intellettuale e politica come la si percepiva in Germania in quegli anni, allorché egli portò a coscienza l'imminente caduta della """"mente germanica"""", reagendo alla Krisis con la proposta di un umanesimo integrale fondato sulla retorica antica e, nella modernità, sulle sue matrici cristiane. Se questo libro è la aristocratica difesa di un ideale che possiamo chiamare """"l'Europa dello spirito"""", è anche però il prodotto storico di una particolare generazione, quella che raggiunse la sua maturità durante gli anni venti del secolo, fra cui Curtius annoverava compagni di strada come Gide, Ortega e, soprattutto, Eliot. Nella sua prospettiva di lunga durata, il grande romanista indica dunque nel Medioevo latino e cristiano, piuttosto che nel Rinascimento e nella classicità tradizionalmente intesa, la radice di un nuovo umanesimo garante dell'unità spirituale dell'Europa. E individua nella retorica i principi normativi di un sistema il cui tessuto connettivo è costituito dai topoi: ovvero, quel repertorio di costanti morfologiche che costituiscono l'ossatura della tradizione letteraria occidentale. I topoi nascono dalla forza di esemplarità che spinge i poeti a imitare (ed emulare) certi prodotti letterari autorevoli, consacrati dalla tradizione (la Bibbia e i Classici, in particolare): essi vivono infatti sul punto di tensione fra tendenza conservativa e spinta innovativa del sistema letterario assicurando la continuità della tradizione nel momento in cui la loro variazione incessantemente la riscrive. La natura iterativa che li caratterizza riguarda tanto le forme che si irrigidiscono in formule, quanto i contenuti che si cristallizzano in luoghi comuni...» (Sergio Zatti)"" -
Laghat. Un cavallo speciale. Ediz. illustrata
Questa è la storia di un cavallo realmente esistente: si chiama Laghat, è un Purosangue Inglese, ed è stato allevato per diventare un cavallo da corsa e vincere i Grandi Premi negli ippodromi. Non sempre, però, la vita va nella direzione attesa e Laghat, quando è ancora puledro, a seguito di una malattia diventa quasi completamente cieco. A quel punto il suo destino sembrerebbe segnato ma Laghat è un cavallo fortunato perché è circondato da persone che si prendono cura di lui e che riescono a capire che, nonostante il suo ""svantaggio"""", potrebbe ugualmente fare quello per cui è nato, correre e vincere. E questo è quello che accade: Laghat vince ben 26 corse negli ippodromi! Da qualche anno è in """"pensione"""" e si gode, coccolato da tutti, il suo meritato riposo. Età di lettura: da 6 anni."" -
Come si mangia l'olio. Con la carne, le verdure e i dolci, il terzo manuale pratico di abbinamento gastronomico con l’olio extra vergine di oliva. Ediz. italiana e inglese
«L’olio extra vergine di oliva è l’alleato ideale del cibo. Non solo, è al suo servizio e trae da esso l’energia per autodeterminarsi ed esaltare quello che accompagna.rnrnLo è sempre stato ma lo è adesso ancor di più perché lo si conosce meglio e soprattutto, facendolo sempre meglio, si conferisce all’olio extra vergine di oliva una personalità propria che nell’alimentazione si pone al pari di tutti gli altri ingredienti. Siamo in grado di elencare, oggi, tantissimi sapori e aromi sprigionati dall’olio extra vergine di oliva e ne contiamo così tanti che siamo in grado di unirli consapevolmente ai tanti sapori e aromi che gli alimenti regalano al nostro gusto.rnrnQuesto libro ha avuto come titolo un’affermazione che ha trovato forza nella nostra attività quotidiana del mangiare perché, appunto, che cos’è che mangiamo? Il cibo o l’unione degli ingredienti che lo formano? Ancora ci chiediamo: in quale alchemica formula gli ingredienti si uniscono tra loro? E noi, mangiamo il cibo o l’olio a cui lo accompagnamo? L’olio extra vergine di oliva è un prodotto che appartiene alla storia dell’uomo così come a tutte le sue pratiche che ha adottato nel tempo per perseguire il buon vivere, comprese quelle spirituali; ha peculiarità ancora non del tutto esplorate così che il suo fascino, proprio di tutte le cose in natura, aumenta ogni giorno e ci lega ad una continua comparazione di quello che è e quello che consacra. L’olio ci rimanda all’arcaicità della tradizione, dà calore, emozione, dà salute e soprattutto dà amore e appartenenza alla terra che viviamo.rnrnAbbiamo fatto un grande percorso, incontrato grandi produttori di olio e grandi interpreti della cucina. Da tutti abbiamo compreso che la cultura di questa eccellenza non è un argomento finito e siamo contenti di avere ancora tanto da imparare. -
Il Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. Risorse e insediamenti nell'Etruria settentrionale costiera. Ediz. italiana e inglese
Il Museo Civico Archeologico di Rosignano Marittimo è nato nel 1957, ad opera del locale Gruppo Archeologico, per accogliere i corredi di alcune tombe di età tardo-etrusca rinvenute a Castiglioncello e si è ampliato, in seguito, con reperti provenienti dal territorio comunale. Gli scavi al quartiere portuale di S. Gaetano di Vada, condotti dallo stesso Gruppo tra il 1957 e il 1979, dotano il Museo del suo nucleo più consistente. Con l’inizio degli anni ’80 il Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell’Università di Pisa assume la direzione scientifica degli scavi di S. Gaetano e parallelamente inizia un’ampia ricognizione topografica del litorale e della valle del fiume Fine. Dal 1987 anche la Val di Cecina, da Volterra al mare, diviene oggetto di indagini sistematiche, nell’ambito del “Progetto Volterra”, promosso dalla Regione Toscana e condotto dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa e dai Musei di Volterra e Rosignano. Il nuovo Museo, inaugurato nel 1996 nel cinquecentesco Palazzo Bombardieri, è nato dall’incontro di queste esperienze e si è poi progressivamente arricchito grazie a numerose altre ricerche, condotte soprattutto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Meritano particolare attenzione, tra queste, oltre al prosieguo delle campagne di scavo nel quartiere portuale di Vada Volaterrana, tuttora in corso, le indagini di scavo condotte tra il 2001 e il 2005 nella necropoli tardo-etrusca di Pian dei Lupi e il recupero di alcuni relitti lungo la costa livornese. Con una particolare attenzione al rapporto fra l’uomo e l’ambiente e alla vocazione marittima del territorio, il Museo ripercorre la storia degli insediamenti e dello sfruttamento delle risorse della fascia costiera compresa tra Castiglioncello e il fiume Cecina e del suo entroterra, dalla preistoria al Medioevo. L’esposizione, dal carattere fortemente didattico ed arricchita da ricostruzioni, plastici e strumenti multimediali, vuole anche essere un’introduzione alla visita del territorio, suggerendo itinerari e percorsi alla riscoperta della storia e delle tradizioni di un paesaggio variegato e suggestivo. -
Ricerche storiche (2018). Vol. 2
Rivista quadrimestrale di storia fondata da Ivan Tognarini Nato all'inizio degli anni Settanta, il periodico «Ricerche storiche», fin dai primi numeri, si è distinto nella promozione di iniziative di studio e di ricerca su questioni relative a grandi nodi della storia economica, sociale e culturale, italiana ed europea, dal Medioevo all'Età contemporanea. La rivista ha una parte monografica o tematica e una miscellanea i cui contenuti sono sottoposti a referaggio. -
Alessandreide. Testo latino a fronte. Ediz. critica
Nel medioevo il personaggio di Alessandro Magno suscitò un tale interesse che su di lui si scrissero romanzi in latino e in volgare, poemi, cronache, commenti biblici e sermoni. Tra queste opere si colloca il poema epico-mitologico ""Alexandreis"""" di Gualtiero di Châtillon, monumento della poesia epica mediolatina, tra i testi più letti nella scuola e fuori. L'autore, che reagisce alla tradizione leggendaria volgare ispirandosi per il contenuto alle """"Historiae"""" di Quinto Curzio Rufo e per la forma a Virgilio e Lucano, offre una narrazione avvincente e non acritica delle imprese di Alessandro. Il testo latino, accompagnato a fronte dalla traduzione italiana completa, si giova di un puntuale commento e di una introduzione che ricostruisce la biografia dell'autore, affronta la questione dell'epoca di stesura e pubblicazione dell'opera, esamina le fonti impiegate dall'autore, tratta dell'ampia ricezione del poema e infine offre una sintetica valutazione delle peculiarità stilistiche."" -
Vallis Arni # Arno Valley: la Toscana dal fiume al mare. Tra eredità storica e prospettive future
L'Arno è la matrice dell'assetto territoriale di gran parte della Toscana: per secoli esso ha rappresentato un 'sistema a rete' esteso ai suoi affluenti, alle paludi e al mare, che abbracciava anche le città e i territori dell'interno. La sua rilevanza economica e sociale si estese anche all'ambito politico e culturale. Gli importanti cambiamenti sviluppatisi dall'Ottocento hanno segnato il declino del fiume, finché nel secondo Novecento la scomparsa definitiva di attività e funzioni svolte per secoli ha privato l'Arno non solo del ruolo storico di collegamento tra la Toscana interna e il mare, ma anche della funzione di catalizzatore sociale, culturale e politico. Il volume, che vede il contributo di autori di diversi settori disciplinari, intende ricomporre un quadro d'insieme sulla base delle ricerche condotte fino ad oggi, utile per valutare la possibilità di rinascita di quel sistema territoriale nei suoi diversi aspetti. -
L' «altro» nel mondo antico. Riflessioni linguistiche
Multilingualism and Minority Languages in Ancient Europe (MuMil-EU) è un progetto europeo che esplora le radici identitarie dell'Europa contemporanea in relazione alle dinamiche di interazione linguistica e culturale che l'hanno percorsa fin dall'antichità. Nei quattro saggi raccolti in questo volume, i componenti dell'Unità di Ricerca dell'Università per Stranieri di Siena sfruttano la nozione di alterità come una lente per interpretare, in una prospettiva strettamente linguistica, alcuni aspetti dell'universo greco-latino. Gli scenari delineati, grazie ad un inquadramento dei dati nei diversi contesti storico-culturali, testimoniano in modo coerente la fecondità del binomio identità/alterità: nel confronto con l'altro da sé si costruisce la rappresentazione della propria identità. -
Gli statuti di Monterappoli del 1393
Il volume, promosso dall'Associazione Amici dell'Archivio Storico Comunale di Empoli, contiene l'edizione dello statuto di Monterappoli del 1393, preceduta nel testo da un'introduzione di Vanna Arrighi e da due saggi di corredo di Paolo Santini e Marco Frati. Lo statuto monterappolese si inquadra in un ampio e variegato panorama riferibile ai numerosi testi statutari delle comunità soggette a Firenze, e presenta diverse peculiarità che contribuiscono a rendere molto interessante l'analisi del documento e soprattutto la ricostruzione del contesto nel quale viene elaborato. Nella sua introduzione Vanna Arrighi si sofferma proprio sulla storia materiale del codice, sulle procedure di approvazione da parte degli organi fiorentini, e sulla conseguente attività di conservazione dei manoscritti e delle copie negli archivi centrali. Nel saggio di Paolo Santini vengono indagati, inquadrandoli nel contesto storico generale di riferimento, da una parte i rapporti fra le istituzioni territoriali del contado e i vari livelli delle magistrature fiorentine, dall'altra le fitte relazioni fra Monterappoli e le comunità dell'area in una zona di confine. Nel saggio di Marco Frati, infine, l'autore propone un attento esame del territorio di Monterappoli dal punto di vista del paesaggio e dell'architettura dalle origini al tempo degli statuti del 1393, indagando le trasformazioni da corte a curia a comune, con uno sguardo attento alla demografia e al popolamento, all'economia, alla viabilità, alle acque, mantenendo l'attenzione sull'analisi del contesto territoriale sul quale insistono i castelli, i borghi, le chiese.