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Mumuye sculpture from Nigeria. The human figure reinvented. Ediz. francese
Attraverso quarantuno capolavori e un approccio innovativo questo libro svela la bellezza della scultura figurativa Mumuye. È solo verso la fine degli anni '60 che le statue della cultura Mumuye della Nigeria nordorientale sono apparse sulla scena dell'arte europea. Il loro impatto è stato immediato e profondo: gli appassionati di arte africana si meravigliarono dell'interpretazione astratta del corpo umano proposta dagli artisti Mumuye, che ricordava l'approccio all'anatomia degli artisti del movimento cubista ed espressionista. In effetti, le sculture antropomorfiche Mumuye sfoggiano una gamma impressionante di variazioni, che testimoniano la creatività illimitata dei loro creatori. In questo volume, una meticolosa analisi delle straordinarie forme delle figure Mumuye - grazie anche alle fotografie che, prese da diverse angolazioni, mettono in evidenza il loro intrinseco senso del movimento - conduce a un nuovo stile di classificazione che riconosce vari laboratori e anche le mani di singoli maestri. Una sintesi dei pochi studi sul campo esamina il ruolo essenziale delle figure, emblemi di status e rango, i loro legami con i culti ancestrali e le pratiche di guarigione e divinazione. -
Bijoux d'orients lointains. Au fil de l'or, au fil de l'eau
Questo volume ci conduce lungo la via marittima di un percorso entrato nel mito grazie alla bellezza di gioielli etnici e antichi. Per svelare la ricchezza e varietà delle culture dei regni che si estendevano dall'Arabia all'Asia insulare, è stato scelto l'oro, metallo leggendario simbolo di eternità, come filo conduttore. Quasi quattrocento gioielli accompagnano il lettore sulle rotte della via della seta marittima, passando per i regni d'Arabia, d'India, i grandi imperi scomparsi di Birmania, Tailandia, Cambogia, e Vietnam fino all'Indonesia e alla Filippine. Questi gioielli di eccezionale qualità, fragili testimoni dello straordinario virtuosismo di orafi anonimi che immortalarono su piccole superfici la loro fede e i loro sogni, rivelano popoli, civiltà e culture di cui si perde il ricordo. Lungi dall'essere inutili carabattole, questi ornamenti per il capo, collane, orecchini, braccialetti o cinture gioiello scandiscono le grandi tappe della vita e molto spesso gioielli e talismani dalle virtù protettive sono un tutt'uno. Il volume accompagnerà il lettore di pagina in pagina alla scoperta dei gioielli esotici del Sud Est asiatico insulare in una crociera che riconcilia archeologia ed etnologia che si concluderà nelle isole paradisiache di Giava, Bali, Sumatra, Nias, Sulawesi, Sumba, Florès, Timor e Molucche. -
Pablo Reinoso. Ediz. inglese
Questo volume è la prima monografia importante dedicata all'opera di Pablo Reinoso, artista e designer franco-argentino, eclettico e curioso autodidatta. Pablo Reinoso formatosi come sculture è di fatto un artista poliedrico. Nato in Argentina da madre francese, si trasferisce nel 1978 a Parigi. La sua opera si articola per serie come per esempio Articulations (1970-1980), Water Landscapes (1981-1986), The Discovery of America (1986-1989), Breathing Sculptures (1995-2002) che rivisita, stravolge, rielabora esplorando mondi e materiali diversi: un work in progress che riflette il suo modo di pensare. In Ashes to Ashes (2002), opera più matura, si confronta con listelli di legno che piega e spezza per liberarli dalla loro funzione originaria. Sempre in questa prospettiva, ma avendo nel frattempo maturato una forte esperienza come direttore artistico e designer presso grandi imprese, dal 2004 lavora a una serie centrata su un'icona del design industriale, la sedia Thonet. Due anni dopo si concentra sulle panchine pubbliche che con il loro design anonimo attraversano tutte le epoche e le culture. Nascono così gli Spaghetti Benches che si diffonderanno e collocheranno nei luoghi più disparati. Nell'ultima serie, Scribbling Benches, alla quale inizia a lavorare nel 2009, Pablo Reinoso cambia ancora e parte dalla putrella d'acciaio: un elemento pesante, destinato a strutturare e reggere l'architettura, che si torce come un filo per creare una panca e disegnare spazi leggeri, trasparenti, luoghi di meditazione. -
Pablo Reinoso. Ediz. francese
Questo volume è la prima monografia importante dedicata all’opera di Pablo Reinoso, artista e designer franco-argentino, eclettico e curioso autodidatta. Pablo Reinoso formatosi come sculture è di fatto un artista poliedrico. Nato in Argentina da madre francese, si trasferisce nel 1978 a Parigi. La sua opera si articola per serie come per esempio Articulations (1970-1980), Water Landscapes (1981-1986), The Discovery of America (1986-1989), Breathing Sculptures (1995-2002) che rivisita, stravolge, rielabora esplorando mondi e materiali diversi: un work in progress che riflette il suo modo di pensare. In Ashes to Ashes (2002), opera più matura, si confronta con listelli di legno che piega e spezza per liberarli dalla loro funzione originaria. Sempre in questa prospettiva, ma avendo nel frattempo maturato una forte esperienza come direttore artistico e designer presso grandi imprese, dal 2004 lavora a una serie centrata su un’icona del design industriale, la sedia Thonet. Due anni dopo si concentra sulle panchine pubbliche che con il loro design anonimo attraversano tutte le epoche e le culture. Nascono così gli Spaghetti Benches che si diffonderanno e collocheranno nei luoghi più disparati. Nell’ultima serie, Scribbling Benches, alla quale inizia a lavorare nel 2009, Pablo Reinoso cambia ancora e parte dalla putrella d’acciaio: un elemento pesante, destinato a strutturare e reggere l’architettura, che si torce come un filo per creare una panca e disegnare spazi leggeri, trasparenti, luoghi di meditazione. -
L'aventure chinoise. Une famille suisse à la conquête du céleste empire. Ediz. a colori
Le lettere conservate per anni al fondo di un baule raccontano la fortuna, l’attività commerciale e gli stati d’animo di una famiglia svizzera partita dal cantone di Neuchâtel, nel XIX secolo, per vendere orologi in Cina. Presso un antiquario della stessa regione sono stati miracolosamente trovati vecchi album pieni di fotografie di questi pionieri. Tutte queste preziose testimonianze hanno permesso di ricostruire la storia della famiglia Loup in Cina, quasi un secolo di peripezie nell’Impero Celeste, in un’epoca in cui gli svizzeri erano migranti… La saga di questo clan è rappresentativa di una certa categoria di svizzeri emigrati nella speranza di migliorare la propria vita. Un capitolo poco approfondito dai libri di storia che ci ricorda che la Svizzera non è sempre stata il piccolo miracolo economico che conosciamo, bensì un paese che deve molto allo spirito di avventura e all’abnegazione dei suoi antenati. Un libro ricco di fotografie e documenti dell’epoca che illustra gli oggetti (porcellane, giade e pietre dure, cloisonné, tessili e tabacchiere) acquistati agli inizi del Novecento da Gustave Loup (1876-1961). Queste antichità, che hanno vissuto il lento declino e la caduta di un impero millenario, oltre all’incontro-scontro fra due culture radicalmente diverse, sono state spedite in Svizzera via nave per finire nelle mani di uno dei più importanti collezionisti di arte asiatica dell’epoca, Alfred Baur (1865-1951); oggi sono conservate a Ginevra, presso la fondazione che porta il suo nome. Una formidabile epopea che racconta una storia avvincente. -
Memorie del vaso blu
Il Vaso blu è un ""piccolo"""" capolavoro conservato tra i tanti tesori del Museo Nazionale Archeologico di Napoli. Scoperto nel 1837 a Pompei in una nicchia della piccola tomba a camera prospiciente la Villa delle Colonne a mosaico, ha solo due colori: il cupo cobalto di fondo sul quale l'incisione dello strato vetroso bianco sovrapposto - realizzata proprio come se si fosse trattato di scalfire gli strati di agata o di conchiglia per ottenere un cammeo - disegna fitti tralci di vite sotto i quali dei bambini vendemmiano grappoli. Le azioni e i gesti dei protagonisti sono quelli consueti di una vendemmia, l'importante momento della vita dei campi raffigurato più volte nel corso dei secoli dagli antichi artigiani sulla ceramica, in affreschi, in mosaici o nel marmo. Ma se nella maggior parte delle rappresentazioni di vendemmia è presente il senso della fatica, qui c'è invece un'atmosfera giocosa, i piccoli personaggi sembrano divertirsi nel suonare i vari strumenti e sembrano muoversi con leggeri passi di danza. Oltre ad essi e, ovviamente, ai tralci di vite, ecco maschere su foglie d'acanto, rami di quercia, ghirlande d'edera, uccelli, spighe di grano, capsule di papaveri, mele cotogne, rami di alloro, melograni e tanti altri frutti dell'estate e dell'autunno, contrapposti e mescolati nell'evocazione di una natura feconda e generosa. La scelta delle essenze vegetali non è casuale: ognuna di esse è carica di significati religiosi e simbolici."" -
Prisoners' objects. Ediz. illustrata
Il libro illustrato che presenta una selezione internazionale di artefatti realizzati dai detenuti e raccolti dal Museo Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nel corso di un secolo. Il museo ospita una collezione unica al mondo di «oggetti dei prigionieri» realizzati dai detenuti e offerti ai delegati della ICRC che li vanno a trovare in virtù del mandato previsto dalle Convezioni di Ginevra. Gli oggetti sono i testimoni silenziosi di numerose situazioni di violenza che scuotono il nostro pianeta da oltre un secolo, dal Cile al Vietnam, dall'Algeria alla Jugoslavia, dal Ruanda all'Afghanistan... Secondo una detenuta libanese «creare è un modo per conquistare una libertà di espressione, per esprimere il proprio pensiero quando tutto intorno ti spinge a tacere e a dimenticare chi sei». Se alcuni oggetti ci colpiscono per la loro semplicità, altri ci sorprendono per la loro bellezza o inventiva. Alcuni portano il segno di una storia personale carica di emozioni e ci invitano a compiere un viaggio nel tempo e nella storia collettiva. -
Ai Weiwei. D'ailleurs c'est toujours les autres. Ediz. a colori
Il catalogo presenta una selezione delle opere del più celebre degli artisti cinesi dal 1995 a oggi e presenta lavori recenti e interventi pensati appositamente per gli spazi del Palais de Rumine, riunendo tutte quelle istituzioni che hanno fortemente contribuito all'identità di questo spazio fin dalla sua nascita, in particolare i musei di archeologia e storia, zoologia e geologia. Opere in porcellana, legno, alluminio, marmo, giada, vetro, bambù e seta, ma anche carte da parati, fotografie, video e un filmato testimoniano la ricchezza dell'opera di Ai Weiwei e la sua profonda conoscenza della tradizione del suo paese. Al tempo stesso l'artista interpreta i motivi, i processi di fabbricazione e i materiali tradizionali in modo ludico e iconoclasta (con uno spirito vicino a Marcel Duchamp) per arrivare a una critica - a volte nascosta, altre più gridata - del sistema politico cinese. Opere più recenti testimoniano la problematica complessità delle nostre relazioni internazionali (dipendenze economiche, flussi migratori e così via). ""Ai Weiwei. C'est toujours les autres"""" presenta un uomo a tutto tondo: grande artista plastico, spirito enciclopedico, comunicatore eccezionale, impegnato in prima persona nelle grandi questioni del mondo, Ai Weiwei è forse il primo artista veramente «globale». Nel suo lavoro scultoreo, riprende e si allontanana dalle tradizioni artigianali cinesi parodiando al tempo stesso la pop art e la scultura minimalista americana. Attraverso fotografie e filmati, cerca di registrare le trasformazioni delle città e dei movimenti migratori. Artista prolifico e impegnato, utente virtuoso dei social network, Ai Weiwei combina con sapienza arte, vita privata e impegno politico."" -
Graver la lumière. L'estampe en 100 chef-d'oeuvre. Ediz. a colori
Frutto della pazienza di alcuni collezionisti privati che hanno saputo riunire i grandi nomi dell’arte della incisione e della passione di artisti contemporanei vicini all’Atelier de Saint-Prex, questa collezione permette di ripercorrere la storia dell’incisione, dalle prime incisioni su legno del XV secolo alle invenzioni più libere del xx secolo. Uno sguardo soggettivo che più che un approccio cronologico, si propone un accostamento libero e sensibile che fa emergere le affinità fra maestri antichi e artisti moderni. Così troveremo un cliché-verredi Pierre Schopfer accanto a un paesaggio di Corot o alle incisioni a bulino di Yersin, Dürer, Nanteuil o Mellan; potremo accostare alcune vedute di Palézieux alle lastre di Canaletto o di Claude Lorrain, associare il tratto tagliente di Urs a un’acquaforte di Callot e riconoscere in alcune litografie di Edmond Quinche la tal pagina di Daumier o lo stile di Toulouse-Lautrec; e ancora, vedremo Pietro Sarto seguire le orme di un Gautier-Dagoty o di un Goya, e infine potremo ammirare un’acquaforte di Rembrandt, le invenzioni di Piranesi o una lastra in rame di Picasso. E non per fare raffronti o stabilire gerarchie, ma per rammentarci che da sempre le interrogazioni formali e le ambizioni tecniche si rispondono da un’opera all’altra e trascendono il tempo. -
I have longed to move away. Lawrence Carroll, works 1985-2017. Ediz. bilingue
Il catalogo accompagna la mostra monografica dedicata dal Museo Vincenzo Vela a Mendrisio-Ligornetto all'opera dell'artista Lawrence Carroll (1954). Nato a Melbourne, Carroll nel 1958 si trasferisce in California, per poi stabilirsi a New York nel 1984, dove porta avanti la propria ricerca artistica al di là delle mode del momento, con una profonda coerenza e dedizione al linguaggio e alla pratica della pittura. Quest'ultima interpretata come gesto che si attua al confine tra le varie espressioni formali dell'arte: una pittura che è lenta stratificazione di colore, di materiali e oggetti, in cui la superficie del quadro si apre all'ambiente rendendo labili i confini stessi tra i linguaggi di pittura, scultura e installazione. Nei suoi diversi spostamenti Carroll ha sempre ricercato la quiete dello studio e una dimensione intima di lavoro. Esplora la durata come fragilità di tempi e di spazi, dove la memoria è al centro della sua poetica. Antichi ricordi affiorano sulla superficie, si sedimentano strato su strato come sovrapposizione di luce, polvere e materia in campiture di colore chiaro - un pigmento inteso il più simile possibile al supporto della tela. Nella flagrante porosità della superficie emergono tracce e grafemi, si appoggiano oggetti. Ne consegue un universo poetico di rarefatte rispondenze, di narrazioni in divenire e allo stesso tempo avvolte in un'atmosfera sospesa e metafisica, da intendersi come ""metafisica del quotidiano"""". Strutturata come una sorta di autobiografia allestita nella sale della casa-museo, l'esposizione presenta opere di Carroll dagli esordi fino ai nostri giorni, evidenziando le sottili tematiche ricorrenti come pure gli snodi dai quali hanno preso avvio nuove ricerche. Nella pubblicazione gli autori affronteranno per la prima volta l'intero percorso creativo dell'artista, nelle sue varie declinazioni. Il volume sarà corredato di un ricco apparato iconografico e bio-bibliografico, oltre che di un'intervista all'artista."" -
Le bleu des mers. Dialogues entre la chine, la perse et l'Europe. Ediz. a colori
Il libro rientra nel filone d'interesse sui rapporti commerciali, culturali e artistici in Estremo Oriente, Asia ed Europa occidentale. A partire dalla Pax Mongolica, i contatti tra queste aree sono andati intensificandosi con l'espansione dell'Europa alla fine del XV secolo. Il volume ripercorre l'affascinante epopea degli scopritori portoghesi e olandesi partiti alla ricerca di spezie e tornati con una novità nelle stive delle loro navi: la porcellana cinese a decori bianchi e blu prodotta durante la dinastia Ming (1368-1644), prima appannaggio esclusivo delle famiglie reali, poi diventata più accessibile grazie ai grandi carichi della Compagnia delle Indie orientali olandese. L'introduzione della porcellana in Europa e nella Persia dei Safavidi, avrà una profonda influenza sull'arte decorativa locale, sulla ceramica persiana e sulla pittura europea alla quale sono dedicati due capitoli. Le porcellane cinesi entrano nelle miniature del mondo musulmano, poi nella pittura di nature morte e in quella religiosa, attestando l'impiego di questo prezioso materiale e il suo impatto sulla vita quotidiana. In questo dialogo storico e artistico, il lettore scopre attraverso i testi e le opere, la presenza eterna della ceramica cinese. -
The narrative figuration fondation gandur pour l'art. Ediz. illustrata
Nel corso degli anni Sessanta, nasce negli Stati Uniti e in Europa un nuovo genere di figurazione. Mentre a New York la pop art offre uno sguardo nuovo su un'America in pieno tumulto, a Parigi i pittori francesi, italiani, spagnoli, portoghesi, tedeschi e islandesi cominciano a ispirarsi alle immagini della pubblicità , del cinema e della stampa. Riuniti nel movimento di figurazione narrativa, questi artisti muovono una critica severa alla nuova societàgovernata dal consumo. Testimoni impegnati, molti di loro prenderanno parte alla contestazione politica sfociata nel Maggio '68 in Francia. Diventati figure di riferimento, oggi sono stati riscoperti da musei come il Centre Pompidou che hanno dedicato loro sempre più mostre. Grazie alle acquisizioni di grandi opere, la collezione della Fondation Gandur pour l'Art di Ginevra offre probabilmente uno dei panorami più completi delle opere di Adami, Aillaud, Arroyo, Erró, Fromanger, Jaquet, Klasen, Monory, Rancillas, Schlosser, Stämpfli, Télémaque e Voss. A cura di Jean-Paul Ameline, commissario della mostra «Figuration narrative, Paris, 1960-1972» che si è tenuta nel 2008 al Grand Palais, questo catalogo ne presenta le opere principali, studiate e analizzate dalle schede redatte da conservatori e storici dell'arte esperti di questo movimento che ha segnato gli anni Sessanta in Europa. -
Kulango figurines. Wild and mysterious spirits. Ediz. inglese e francese
Il presente volume presenta le opere in miniatura create dai Kulango, nel nord-est della Costa d'Avorio, antichi vassalli dei due regni del paese (Bouna e Gayman). La loro arte, poco conosciuta, straordinariamente varia, incuriosisce e sconcerta al tempo stesso. Le loro creazioni, perlopiù in metallo, denotano una straordinaria libertà d'espressione, rompono con i canoni iconografici che caratterizzano le loro statuette in legno. Liberati dalla ieraticità, i corpi sembrano reinventare il movimento adattando a volte una gestualità quasi coreografica, una grazia aerea, delle linee sinuose. Oppure, in una fremente tensione, rivelano busti inattesi, inarcamenti provocanti, talvolta si allungano fino al parossismo, con virtuose scorciatoie, volumi stilizzati. Alcune opere sono ancora più strane, come i siamesi, un trio indissolubile, creature senza testa o con un'unica testa e due busti, una gamba sola o quattro gambe, piedi palmati, braccia pinnate, corpi anellati. Chi sono questi esseri enigmatici dagli occhi prominenti che scrutano nell'invisibile? Le scelte plastiche si limitano a questi pochi esempi? La rosa di stili è stupefacente, le forme più imprevedibili. Il volume presenta più di cento statuine, tutte al di sotto dei dieci centimentri di altezza: ciondoli, talismani, statuette divinatorie, pesi per l'oro. Introdotte nel nostro universo attraverso la metamorfosi fotografica, trasfigurate dall'illuminazione e dall'inquadratura, queste opere così resuscitate risorgono, come apparizioni da un altro mondo. -
Les figurines des Kulango. Les esprits mystérieux de la brousse de la collection Pierluigi Peroni. Ediz. francese e inglese
Il presente volume presenta le opere in miniatura create dai Kulango, nel nord-est della Costa d'Avorio, antichi vassalli dei due regni del paese (Bouna e Gayman). La loro arte, poco conosciuta, straordinariamente varia, incuriosisce e sconcerta al tempo stesso. Le loro creazioni, perlopiù in metallo, denotano una straordinaria libertà d'espressione, rompono con i canoni iconografici che caratterizzano le loro statuette in legno. Liberati dalla ieraticità, i corpi sembrano reinventare il movimento adattando a volte una gestualità quasi coreografica, una grazia aerea, delle linee sinuose. Oppure, in una fremente tensione, rivelano busti inattesi, inarcamenti provocanti, talvolta si allungano fino al parossismo, con virtuose scorciatoie, volumi stilizzati. Alcune opere sono ancora più strane, come i siamesi, un trio indissolubile, creature senza testa o con un'unica testa e due busti, una gamba sola o quattro gambe, piedi palmati, braccia pinnate, corpi anellati. Chi sono questi esseri enigmatici dagli occhi prominenti che scrutano nell'invisibile? Le scelte plastiche si limitano a questi pochi esempi? La rosa di stili è stupefacente, le forme più imprevedibili. Il volume presenta più di cento statuine, tutte al di sotto dei dieci centimentri di altezza: ciondoli, talismani, statuette divinatorie, pesi per l'oro. Introdotte nel nostro universo attraverso la metamorfosi fotografica, trasfigurate dall'illuminazione e dall'inquadratura, queste opere così resuscitate risorgono, come apparizioni da un altro mondo. -
Multiverse. Art, danse, design, technologie. La création émergente. Ediz. a colori. Con DVD video
Questo libro riccamente illustrato dà voce alla sintesi interdisciplinare delle avanguardie che nasce dal lavoro di creativi visionari appartenenti a discipline diverse, dall'arte alla danza contemporanea, all'architettura, alla robotica. Il progetto è stato lanciato da Diana Vishneva, prima ballerina dell'American Ballet Theater di New York e del Mariinsky Ballet di San Pietroburgo, con l'indefessa collaborazione di grandi maestri che tracciano il futuro della danza. Il volume contiene interviste con i coreografi William Forsythe e Carolyn Carlson, il fotografo Nick Knight, gli artisti Bill Viola e Olafur Eliasson, gli architetti Toyo Ito e Santiago Calatrava, l'inventore di robotica Raffaello d'Andrea e altri creativi che si sono spinti oltre i limiti convenzionali delle loro arti. Il volume include un DVD con un filmato realizzato appositamente per il progetto, ricorrendo alle ultime tecnologie per tradurre il linguaggio della danza in quello del cinema. -
Amazzonomachia
La collana ""Oggetti rari e preziosi"""" del Museo Archeologico di Napoli si arricchisce di un nuovo capolavoro. Il cratere a volute (inv. 81672) con la scena di combattimento tra Greci e Amazzoni, scoperto a Ruvo da un canonico e un farmacista, collezionisti di antichità, giunse al Museo di Napoli nel 1838, e attualmente, come la maggior parte della collezione vascolare, è nei depositi, in attesa del prossimo riallestimento della sezione Magno Greca. Si distingue, tra i tanti vasi decorati a figure rosse, per le grandi dimensioni dei personaggi che combattendo in concitati duelli si dispongono sull'intera superficie in una sequenza che sembra derivare dai fregi o dai frontoni in pietra dei templi. Autore della decorazione è il Pittore dei Niobidi, una delle figure più rappresentative della ceramografia attica del secondo quarto del V secolo a.C., che certamente si ispirava alla grande pittura di Mikon o di Polignoto, per noi del tutto perduta e della quale possiamo avere un'idea proprio attraverso le sue opere nelle quali anche la posa e le espressioni dei personaggi contribuiscono a dare drammatica vitalità alle scene. La varietà dei particolari dell'abbigliamento e delle armature delle Amazzoni e dei Greci, dei loro volti e dei loro corpi, viene messa in primo piano dagli scatti di Luigi Spina attraverso i quali si notano dettagli che sfuggono alla visione diretta dell'opera."" -
Centauri
La collana ""Oggetti rari e preziosi"""" del Museo Archeologico di Napoli prosegue con altri capolavori, casualmente accomunati dall'anno di ritrovamento, il 1835, e dall'essere, per ragioni diverse, non esposti. La coppia di schiphi d'argento (inv. 25376, 25377) fu scoperta a Pompei, assieme ad altri dodici oggetti dello stesso metallo, nella casa VI 7,23 che sarebbe stata chiamata """"dell'argenteria"""" e sono gli esemplari meglio conservati tra i recipienti lavorati nella stessa tecnica a sbalzo custoditi nel Museo. Le scenette con Centauri, Centauresse e Amorini, in un ambiente dionisiaco evocato dai platani e dalla stessa statua del Dio, hanno un carattere puramente decorativo; ogni minimo particolare è eseguito con una cura assoluta che l'ingrandimento fotografico fa apprezzare più di quanto non sia possibile ad una visione diretta. Per la loro fragilità - la lamina d'argento è sensibile anche alle variazioni di temperatura tra il giorno e la notte - sono custoditi in ambiente climatizzato per cui questo volume è un modo di mostrarli al pubblico, fino a quando non ci saranno espositori idonei ad assicurarne le migliori condizioni di conservazione."" -
Hemba. Luigi Spina e Constantine Petridis. Ediz. inglese e francese
Espressione di uno dei numerosi stili luba, le grandi sculture maschili create da maestri della cultura hemba nel sud-est del Congo a partire almeno dal dalla metà del XIX secolo possono essere annoverate tra le migliori espressioni della statuaria dell'Africa sub-sahariana. Con il loro sguardo sereno e l'espressione meditativa, trasmettono una pace e una dignità che ben si addicono a questi ritratti idealizzati di importanti capi del passato. Pervasi da una forza o energia vitale particolari, questi oggetti erano in grado di comunicare tra i vivi e i morti. Grazie al loro potere, agivano sulla sfera materiale permettendo agli antenati di influenzare positivamente la vita dei loro discendenti. In questo volume la sensibilità e l'acutezza di sguardo di Luigi Spina permettono di scoprire nove sculture hemba tra le più riuscite, il cui stile classico è stato comparato a quello di alcuni kouroï della Grecia antica. Le fotografie di Spina ci aiutano a capire come mai queste statue di antenati dalle proporzioni ben equilibrate e dalla concezione simmetrica abbiano suscitato l'ammirazione degli appassionati di arte africana. Allo stesso tempo questa lettura personale ci conferma che queste opere meritano un posto nella storia dell'arte, nonché nel ""Museo immaginario"""" di André Malraux."" -
Pretiosa vitrea. Ediz. italiana e inglese
Il volume Pretiosa Vitrea, il cui titolo è ispirato alla definizione di vetro presente nell'opera latina Satyricon scritta nel I secolo d.C. da Gaio Petronio, intende dare risalto al patrimonio vitreo conservato nei musei statali della Toscana e in alcune importanti collezioni private della regione. La qualità degli oltre cento reperti presentati è inestimabile e comparabile all'eccellenza dei manufatti in vetro che si possono trovare nei più importanti musei a livello internazionale. Si trovano qui riuniti i capisaldi dell'arte vetraria romana in Toscana, come il vetro cameo di Torrita di Siena o la crisografia di Arezzo. Accanto alle produzioni vitree elitarie è presentata anche un'ampia varietà di reperti che illustrano l'evoluzione delle tecniche di produzione in serie, dall'uso degli stampi fino all'affermarsi del vetro soffiato nella metà del I secolo a.C.. Questa tecnica in particolare dimostrò fin da subito i propri vantaggi rispetto alla tradizionale produzione ceramica non solo in termini di minori costi ma anche di mantenimento inalterato del gusto dei liquidi e dei cibi contenuti. -
Sette sapienti. Ediz. a colori
Sette sapienti ci fa scoprire nel dettaglio un mosaico, appartenente alle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dallo stato di conservazione eccezionalmente buono. Scoperto il 14 luglio 1897 a Pompei durante gli scavi della villa individuata 130 metri a nord di Porta Vesuvio, nella proprietà Masucci d'Aquino, è stato naturalmente oggetto di numerose interpretazioni. Opulente ghirlande di foglie di alloro, di vite, di quercia, di corbezzolo, di melo, con i frutti dell'autunno, avvolte da nastri bianchi o rossi bordati di grigio e intervallate da maschere del teatro, incorniciano un quadro con la scena di un consesso di sette saggi in un'area sacra. Agli angoli tre giovani satiri e un anziano sileno, al centro dei lati due maschere dello schiavo dalla bocca aperta si alternano a quelle del giovane dalle sopracciglia sottili e dall'aspetto di intellettuale e della pseudokore dalla carnagione pallida e dai capelli ripartiti in due bande e raccolti dietro la nuca. Il rigore della discettazione filosofica e della riflessione scientifica sono qui accomunati ai simboli del mondo di Dioniso con il loro sottinteso di vitale esuberanza espressa attraverso la tragedia e, con pari intensità, attraverso la commedia e il dramma satiresco.