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Paesaggio con tre alberi
Negli anni '40, due famiglie ebree di diverse origini e abitudini vivono a Haifa in appartamenti adiacenti, osservandosi con curiosità ed estraneità. Tra i personaggi, il più attento è il bambino protagonista del racconto che con occhi ingenui e sensibili cerca di penetrare nei piccoli e grandi misteri che lo circondano: l'esilio dal proprio villaggio, la religione, la diversità, le storie private e, sullo sfondo, il dramma della guerra e del mandato britannico in Palestina. Eppure, ""quelli furono i giorni più belli della loro vita"""", i giorni in cui la famiglia del bambino vive esperienze indimenticabili. Come il rapporto con un soldato inglese, timido e solitario, che li fa penetrare in un mondo inesplorato: il """"Paesaggio con tre alberi"""" di Rembrandt, che lui copia a matita con straordinaria abilità per colmare il vuoto di un'esperienza incomprensibile in quella terra cosi lontana. Un disegno che alla fine, nonostante le resistenze, avvicina a sorpresa chi sembrava tanto distante."" -
L'amante puntiglioso
All'ombra di Notre-Dame-la-Grande a Poitiers si svolge la fatale avventura estetica e amorosa di Anatole Vasanpeine, inserviente in un Bain-Douche all'inizio del XX secolo. Già dall'infanzia Anatole, individuo grigio e silenzioso, nasconde una straordinaria capacità: iniziato all'arte della fotografia dal libraio giapponese Kusakabe, il suo sguardo cattura la realtà per frammenti, offrendo al desiderio il piacere che la completezza dell'immagine gli nega. Negli scatti rubati ai clienti dei bagni, Anatole ricostruisce una geografia dell'amore: dita morbide, pelle immacolata, la caverna di un orecchio... Nelle sue foto, ogni creatura diventa un insieme infinito di bellezze minime, fino a quando, inaspettatamente, Anatole non scoprirà la perfezione in un'unica persona. Nell'""Amante puntiglioso"""" Alberto Manguel ricostruisce minuziosamente la cronaca del caso Vasanpeine, lasciando ai lettori il compito di distinguere tra una finzione più credibile della realtà e una realtà meno plausibile della finzione."" -
Il caso Rykov (dal nostro corrispondente)
Nel novembre del 1884, in una Russia piegata dal dispotismo di Alessandro III, si apre il processo a Rykov e ai suoi complici, imputati di uno scandalo finanziario che travolge la vita e brucia i risparmi di un'intera comunità. A seguirlo come inviato c'è il giovane Anton Cechov, che racconta le menzogne, le reticenze e i silenzi di una galleria di avidi truffatori. Un crack Parmalat nella Russia del XIX secolo, raccontato da un reporter d'eccezione. -
La notte ha un solo nome
"Tu eri un dono di Dio come diceva il tuo nome serbocroato: Bozidarka, Teodora, dono di Dio, appunto. Ma ci si può fidare di Dio? Esistono, nelle storie degli uomini, malevoli e infidi demiurghi che si divertono, con malignità, a ingannare i mortali"""". Senza promesse e senza giuramenti un uomo meticoloso e garbato e una donna caotica e imprevedibile si innamorano, vivendo insieme come se ogni giorno fosse solo l'anticamera di un perfetto sodalizio e il presente non riuscisse mai a esaudire le loro aspettative. Il tempo si distingue in case e traslochi, in viaggi e ritardi, in compromessi e concessioni, ogni giorno diverso dall'altro, ognuno con un proprio nome. Ma nella meraviglia di un caldo pomeriggio ligure si apre l'abisso di una notte sempre uguale, un deserto di cui non si conoscono i confini e che lentamente sommerge passato e ricordi. Eppure, fino all'ultimo, luce e ombra continuano a compenetrarsi, a battersi a vicenda. Un'appassionata lettera d'amore e due straordinari personaggi, che non hanno perso verità per essere stati reali." -
Gottland
Con un talento narrativo di reporter come Kapuscinski o Terzani, capaci di raccontare la realtà con il fascino della finzione, lo scrittore polacco Mariusz Szczygiel esplora la storia cecoslovacca novecentesca e le sue zone d'ombra attraverso personaggi ""secondari"""". Si scopre così come l'irresistibile ascesa dell'impero economico delle scarpe Bata sia partita dall'intraprendenza di un calzolaio di Zlín. O quali siano la vicenda tragicomica e i retroscena della costruzione e distruzione della più grande statua di Stalin al mondo; o la storia dell'attrice Lída Baarová, che prese il tè con Hitler e fece innamorare Goebbels; o, ancora, l'intervista di Milena Jesenská (il grande amore di Kafka) a un contadino filosofo. E poi, che avrà pensato il vignettista che alla fine del 1968 augurò ai lettori """"un felice Natale 1989""""? E che cos'è Gottland, la Terra di Karel Gott, il """"Presley e Pavarotti ceco""""? Indimenticabile, poi, la figura di Vera, nipote di Kafka, che oppone la sua caparbia riservatezza all'assedio del mito kafkiano. Il testo è accompagnato dalle immagini del fotografo ceco Pavel Stecha."" -
Un' occasione d'amore
"Chissà perché"""", si chiedeva Henry James, """"le cose più straordinarie succedono sempre a chi le sa raccontare"""". Lodovico Terzi, in effetti, racconta storie straordinarie, e si direbbe che le abbia viste da vicino, o addirittura che siano successe a lui. Storie enigmatiche, perché la realtà, le storie vere, sono enigmatiche. Personaggi difficili da decifrare, come il dottor Alvise, allergologo dal passato ambiguo, o scanzonati come Giorgio, uomo elegante che soccorre un piccione; storie dolorose o tenere di animali - un maialino da latte portato sul treno in regalo alla nonna, un cagnolino vittima della brutalità della guerra; sentimenti privati che si mescolano alla storia collettiva, come nel racconto struggente di un'occasione d'amore perduta sullo sfondo del bombardamento di San Lorenzo a Roma. E poi, ancora, le """"storie di un bambino"""": una lettera di Natale, il rossetto sulle labbra della madre, il confronto con la vita famigliare del figlio di un tranviere e, nell'ultimo racconto, un episodio che segna la fine dell'infanzia." -
La contessa di ricotta
Tre sorelle occupano tre appartamenti di un palazzo nobiliare, un tempo tutto loro, nell'antico quartiere Castello di Cagliari. La maggiore, Noemi, sogna gli splendori perduti e tenta di ricostruirli con avarizia e puntiglio, mentre la seconda, Maddalena, sposata a Salvatore, sogna un figlio che non vuole venire, e l'ultima, detta ""contessa di ricotta"""" perché ha le mani e il cuore di ricotta, sogna l'amore. È lei la sola ad avere un figlio, Carlino, indecifrabile terremoto e squisito pianista. Intorno alla famiglia e alle sue tenaci illusioni, ci sono personaggi più solidi, più concreti, ma non meno sfuggenti, perché, dopotutto, solo le illusioni non fuggono: la vecchia tata, l'ombroso vicino, il pastore Elias."" -
Una fermata chiamata morte
Varsavia 2005: in una vettura del tram 12 appena arrivato al capolinea, viene trovato il cadavere di un uomo accoltellato. Le indagini sono affidate ad Adam Nowak della Polizia Criminale, un commissario che legge Camilleri, è appassionato di calcio e ha una sterminata collezione di dischi. Pochi giorni dopo, al capolinea del tram 17, c'è un uomo strangolato. Per le strade della Varsavia postcomunista, tra i quartieri di una capitale inquieta dove spuntano senza controllo nuove periferie, potrebbe aggirarsi un serial killer, che da solo tiene sotto scacco una metropoli e i suoi abitanti, sfidando la polizia in un gioco a tempo che è anche un rebus di segni. Seguendoli, si può scoprire la mappa nascosta che dà accesso alla mente di un assassino in fuga da ogni sistema. -
Ritratto di una poltrona
Iprecedenti romanzi di Pizzingrilli scandivano l'epos di un popolo minore e caotico, anonimo e, insieme, zeppo di nomignoli, senza identità anche se traboccante di smorfie e di volti. E, tuttavia, nel brusio di questa moltitudine pullulante, s'indovinava una esigenza genuinamente politica, qualcosa come la mappa di una città a venire, tanto chiara quanto illeggibile, cosi esotica da sembrare familiare. In questo nuovo, straordinario romanzo, situato ancora una volta nella città il cui nome ""racconta il luogo-che-si-addice-alla-felicità"""", il popolo si è eclissato, la vocazione politica dileguata, ormai lacerata la mappa. Il ritmo e le movenze dell'epica cedono allora il posto alle trame minuziose del romanzo giallo, l'ariosità del progetto politico a cabale oscure e a congiure, che, come in ogni romanzo giallo, culminano alla fine in un omicidio, implacabilmente consumato e, insieme, clamorosamente mancato. E, man mano che la trama si avvicina al suo scioglimento, al di là dei grigi, pallidi manichini dei congiurati e della voce delirante del narratore, che espone puntigliosamente """"le ragioni del suo delitto"""", appare il vero protagonista del libro, insieme carnefice e vittima, sbirro e Mabuse, disumana allegoria delle nostre città senza popolo: una poltrona."" -
Il futuro è nella plastica
Arturo ha trent'anni, è laureato in Psicologia ma fa di tutto per negarlo, vive con Giulia, una ragazza tranquilla che vorrebbe sposarlo, e spartisce i suoi sogni con Sebastiano, amico storico e compagno di progetti inverosimili. Quando il padre muore e lui ne eredita la posizione nell'agenzia assicurativa, Arturo non riesce a calarsi né nella professione né nel lutto: è un Laureato senza Mrs. Robinson, fermo a bordo piscina a contemplare le promesse di un futuro di plastica e polizze. Dal giorno del funerale del padre, con la sua macchina digitale comincia a dividere il mondo in fotogrammi. Giapponesi inquadrati di spalle, omini delle uscite di sicurezza certi della propria direzione, l'ordine dei prodotti tra le corsie del supermercato: Arturo cattura tutto con lo zoom. Approfittando del suo lavoro di assicuratore, ruba da casa di un cliente un piccolo oggetto per lasciarlo dal cliente successivo. Tappa dopo tappa, costruisce cosi un percorso in cui quello che conta non è tanto arrivare in fondo, quanto unire i puntini, collegare tra loro persone e cose. -
Mostrarsi
Che cosa lega Carroll, Perec e London? Il protagonista di Mostrarsi, m.e., raccoglie sotto il segno dello snark, insieme mostro marino e barca che solca i mari, gli autori che hanno scandito il suo avvicinamento alla scrittura. La caccia allo Snark è una ricerca di parole inventate e di una lingua. L'Espèces d'espaces, una carta bianca per orientarsi in un oceano di inchiostro, e Martin Eden, la via di lettere per uscire dal ventre del mostro. Canobbio racconta perché voler vedere un significato nelle cose, per arbitrario che sia, è pericoloso e non va più via di mente. -
Ombra
Quanto valgono il successo e la fama, quando a farne le spese sono le persone più care? La morte della vecchia domestica del grande Premio Nobel per la Letteratura Axel Ragnerfeldt, reso invalido da un ictus, avvia un'indagine sui grovigli famigliari, le scomparse e i segreti di un uomo cosi celebre da essere un mito. Con questo romanzo luminoso come la notte, Karin Alvtegen ci porta nella zona d'ombra che la famiglia produce e nasconde: i veleni e i conflitti che si celano dietro la personalità di Ragnerfeldt verranno a poco a poco alla luce, mettendo a nudo verità inquietanti e inattese. Questo libro ha venduto in Svezia 200.000 copie e l'autrice è stata definita dall'Herald Tribune una ""Ruth Rendell al suo meglio""""."" -
Fra-intendimenti
Nel 1986, quando suo padre - ministro di Siad Barre - era in carcere già da quattro anni, Kaha Aden ha abbandonato la Somalia per salvarsi dai venti di guerra che avrebbero sconvolto Mogadiscio e tutta la nazione. In Fra-intendimenti l'autrice ci racconta due tipi di esperienza del conflitto: la guerra civile fra i clan somali, le riunioni dei saggi sotto le acacie, il profumo di zenzero e cardamomo in una tazza di tè, i soldati bambini in pantaloni kaki. E i pregiudizi che accolgono la sua nuova vita a Pavia, dove ha studiato, e la costringono a un'identità che non sa più nulla dei poeti, dei guerrieri, degli spiriti degli antenati e delle leggende dei clan. Un mondo di colf, collegi di suore, Uffici Immigrazione senza interpreti, un mondo in cui il nero è il colore della prostituzione. Questi racconti danno voce a una Somalia di famiglie allargate, di matriarche, di anziani saggi e di animali parlanti, a cui risponde un'Italia di contraddizioni, burocrazia e ambigua ospitalità. Uno sguardo ironico e spregiudicato per descrivere il difficile passaggio fra due mondi che caratterizza il nostro tempo. -
Ho rubato la pioggia
"Ho rubato la pioggia"""" di Elisa Ruotolo è l'affresco di una provincia campana superstiziosa, una terra di mestieri inverosimili da tempi immemorabili. Storie di gente che vive tra le coppe di latta dei tornei di paese e l'oro, comprato nei vicoli di Forcella per rivenderlo in casa. Nel primo racconto il figlio dell'allenatore di una squadra che perde sempre entra al posto del centravanti e la squadra comincia a vincere. E vince tanto che cominciano a chiamarlo """"Molto Leggenda"""". L'osservatore di un club lo seleziona, ma nei campi di serie A il ragazzo si perde. """"Il bambino è tornato a casa"""" racconta di due sorelle, una lenta e una veloce, che preparano conserve piccanti e sognano con le telenovelas sudamericane, e del nipote Matteo, che scompare a nove anni e forse un giorno ritorna. Il ragazzino senza madre di """"Guardami"""" abita con il padre e con Silvia, una ragazza che vive pulendo le case degli altri e nella loro si ferma. Cesare, l'amico di famiglia, si innamora di lei ma non riesce a dirlo. Il giovane narratore s'insinuerà in modo decisivo nello scambio silenzioso." -
Il ritorno
Néstor A. Fabris viene invitato alle nozze del figlio del suo primo amore e decide di partire per Buenos Aires, città in cui è cresciuto e che ha lasciato trent'anni prima per sfuggire alla dittatura. Al suo ritorno però tutto sembra immutato, nelle librerie si vendono gli stessi testi che comprava da studente, i camerieri nei bar sono quelli della sua giovinezza, perfino un'amica di cui aveva perso ogni traccia gli appare ragazza con il sorriso dei suoi vent'anni. Cercando di tornare all'albergo, Fabris si perde in un labirinto di specchi e fantasmi, in cui tutto è troppo simile a ciò che era. A bordo di un autobus senza meta e senza fermate, raggiunge una landa abbandonata, dove tutti sembrano bloccati nella reiterazione di un unico gesto, un luogo immaginario che sta alle spalle dell'Argentina di oggi e dove giustizia non è stata fatta. Un viaggio nell'inferno dei desaparecidos e dei loro persecutori, un sorprendente libro politico e onirico. -
Cuori infranti
Due favole nere, due storie di sangue nella provincia italiana, dove famiglia e buon vicinato dettano i tempi di vite in apparenza normali. Rosetta Loy racconta gli omicidi di Novi Ligure e di Erba: una figlia dal viso paffuto e il suo ragazzo un poco più sotto nella scala sociale che usano di tutta l'energia dei loro corpi ben compattati dallo sport per trucidare la mamma e il bambino-fratello; e un'ex cascina di campagna dove l'erba del vicino diventa rossa per la mattanza. -
Il trasloco
Gli psicologi - e i traslocanti - dicono che il trasloco è una delle esperienze piú traumatiche dell'esistenza: ""C'è gente che è finita in convento per un trasloco, informatevi prima di cominciare"""". A partire dalla casa che il narratore lascia, tutto pare infatti slittare """"dal trasloco al tracollo"""". Gli oggetti, per esempio: diventa evidente che esistono solo in apparenza, dato che in casa non possono essercene tanti. Il soggetto, poi: dov'è finito, se non può esistere senza relazione con gli oggetti? Il corpo a quel punto comincia a essere preda di fantasiose sindromi psicosomatiche e la mente è il campo di battaglia di riflessioni di vario genere, svagate, saturnine o pseudofilosofiche, sull'apparenza, la fortuna e la scalogna o zella. Anche gli eventi e il """"funzionamento psicosociale"""" si imbizzarriscono: si incontrano grifoni ed ex beccamorti filosofi sui tetti di Roma, si fanno discorsi stralunati ai funerali di amici scomparsi, si consulta l'i qing che si apre a caso sull'esagramma """"Trasloco"""" e si rasenta la licantropia. E quando, convalescenti dal trasloco, si cerca di tornare alle """"nuove apparenze"""", si capisce che la fortuna è una questione di fiducia e, se arriva, è solo perché ci si immerge nella corrente senza opporsi."" -
Dialogo immaginario con Jacques Lacan
Una psicanalista dei nostri giorni immagina di incontrare Jacques Lacan. Parlano di scrittura, di crisi della psicanalisi, di Freud, di linguaggio, di tecnica. Qual è il destino attuale dell'inconscio, del soggetto, del desiderio e della verità? Che dire degli stereotipi della guarigione, dei farmaci, della scienza, della terapia? Dell'ortodossia e della libertà? Tra coincidenze e contrasti, i due interlocutori condividono un bruciante disagio per la nostra modernità. -
Racconti nella rete 2010
Il premio letterario Racconti nella Rete® 2010 giunge quest'anno alla sua nona edizione. Il progetto nasce dal sito www.raccontinellarete.it, uno spazio virtuale dove gli autori concorrenti mettono alla prova la propria creatività, cimentandosi con una varietà di stili e argomenti. Dai problemi dell'immigrazione alle discriminazioni nei confronti degli omosessuali, dalla crisi economica all'eutanasia, i racconti pubblicati in questa edizione rappresentano i venticinque autori selezionati, che verranno premiati nel mese di ottobre, all'interno della rassegna letteraria LuccAutori®. -
Il punto G dell'uomo
Il desiderio maschile è ammantato di negatività. Sembra che gli uomini, a differenza delle donne, non sappiano desiderare nel modo giusto. Non solo sono affetti da una brama incapace di accorgersi del desiderio e del piacere femminile, ma in più non sono capaci di desiderare in un modo che possa realmente far loro raggiungere il piacere. Gli uomini quando desiderano sono delle bestie incapaci di godere, e il punto G sta li a ricordare loro che non conoscono la propria sessualità e come renderla davvero completa. Questa situazione, a cui si contrappone il desiderio femminile, giusto, politicamente corretto, sacralizzato in ogni sua manifestazione, fa si che nella sua immoralità il desiderio maschile rappresenti oggi quello stato di profanazione, amoralità e infrazione considerato da sempre il vero paese del desiderio. Un desiderio reso utile e asservito alla politica e alla morale è una condanna della forza dirompente e della verità di noi stessi che esso rappresenta. Cosi può accadere che, occupandosi da antropologo del desiderio maschile, si scopra che nella sua ""inguaribile"""" oscenità ci sia qualcosa da recuperare, se vogliamo davvero ridare alla relazione uomo-donna e alla relazione tra desiderio e realtà la dignità fondante che spetta loro.""