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A sinistra il Pratomagno. In cammino sulla Setteponti da Masaccio a Leonardo
"A sinistra il Pratomagno non è una guida e neppure un diario di viaggio o forse lo è ambedue le cose assieme. Certo nelle pagine troverete il paesaggio e le genti di una terra speciale. Racconti e visioni. Polle che sgorgano a diventar torrenti, rupi, radure e forre, calanchi e filari di vigne ed olivi. Il cammino della Setteponti con la sua lentezza e la tua fatica ti terrà compagnia. Annusare l'aria, il mutare del tempo, la terra e l'acqua sotto i piedi... e magari anche un po' sopra. Il piacere del corpo in movimento e delle persone attorno a noi. Il cammino con la sua valenza filosofica e contemplativa, col suo evocare il perseguimento di un orizzonte, il compimento di una missione. Il cammino per umanizzarci, conoscersi. Ogni passo o sentiero è occasione reciproca di consapevolezza. Incontrerete le magnificenze della boscaglia, come l'esplodere dei frutti e l'incanto delle pievi, l'armonia delle chiesette rupestri o dei tabernacoli ai bivi delle strade. Vi accorgerete d'essere in un luogo senza coordinate definibili, ma caratterizzato da una coltura secolare, che difficilmente potrebbe trovarsi in altri luoghi. Per qualche giorno occorrerà tenere ciò che accade altrove, lontano da noi. Anche per i non credenti il rapporto con la natura e con le cose dello spirito si farà conoscenza e incontro, oltre che a livello sociale e di comunità, anche sul piano mistico. Buon cammino""""." -
50 castelli nel nel Valdarno Superiore. Le radici di un popolo
Il Valdarno Superiore, abitato fin dalle epoche antiche, conserva uno straordinario patrimonio storico, archeologico ed architettonico e il paesaggio attuale è fortemente marcato dall'impronta del paesaggio medievale nel quale chiese e castelli impressionano ancora per la loro evidenza, bellezza, grandiosità, singolarità o ripetitività e sono ciò che rimane di un tempo remoto. Cinquanta Castelli dunque. Il testo si divide in due parti, una dedicata ai castelli ubicati alla destra dell'Arno, una a quelli alla sinistra. I luoghi censiti sono accomunati dal fatto di essere definiti, o essere stati definiti nelle fonti medievali castello e dall'aver avuto nel corso del Medioevo comuni peculiarità. Si tratta oggi di realtà insediative molto diverse: alcuni siti sono abbandonati e ridotti a rovine, altri da insediamenti fortificati hanno avuto uno sviluppo urbanistico in villaggi o paesi, altri ancora sono stati trasformati in ville o fattorie e di molti rimane solo una chiesa a testimonianza del passato. -
Castelfranco Piandiscò. Il comune delle Balze
Tra il fiabesco paesaggio delle Balze e i boschi del Pratomagno. Quasi tre millenni di storia lungo un'antichissima strada: dopo i domini degli etruschi, dei romani e dei longobardi, nel medioevo questo territorio fu conteso tra le Signorie e la Repubblica fiorentina delle ""arti""""; in età moderna vide il granducato dei Medici e dei Lorena, l'occupazione francese e l'Italia unita. Nel territorio di Castelfranco Piandiscò, comune unito dal 1 gennaio 2014, lungo l'antichissima via Setteponti in una suggestiva cornice di pievi romaniche, si snodano la badia a Soffena e la magnifica pieve di Santa Maria a Scò."" -
Castelfranco Piandiscò. Il comune delle Balze. Ediz. inglese
Tra il fiabesco paesaggio delle Balze e i boschi del Pratomagno. Quasi tre millenni di storia lungo un'antichissima strada: dopo i domini degli etruschi, dei romani e dei longobardi, nel medioevo questo territorio fu conteso tra le Signorie e la Repubblica fiorentina delle ""arti""""; in età moderna vide il granducato dei Medici e dei Lorena, l'occupazione francese e l'Italia unita. Nel territorio di Castelfranco Piandiscò, comune unito dal 1 gennaio 2014, lungo l'antichissima via Setteponti in una suggestiva cornice di pievi romaniche, si snodano la badia a Soffena e la magnifica pieve di Santa Maria a Scò."" -
Firenze ebraica. Itinerario illustrato
Firenze è la città del Giglio e del David, il giovane futuro re di Israele, immortalato nel marmo da Michelangelo. Una copia in bronzo della statua del David troneggia al centro del piazzale Michelangelo, da cui si domina la città. La nostra visita di Firenze ebraica inizia proprio da questo luogo, da cui si può ammirare il vasto panorama della città con le alte torri medioevali di Palazzo Vecchio e del Bargello, i campanili e le tante cupole tra le quali quella del Duomo, opera del grande architetto Filippo Brunelleschi, e quella, dal colore verde, della Sinagoga eretta a fine 1800. -
Jewish Florence. Illustrated itinerary
Firenze è la città del Giglio e del David, il giovane futuro re di Israele, immortalato nel marmo da Michelangelo. Una copia in bronzo della statua del David troneggia al centro del piazzale Michelangelo, da cui si domina la città. La nostra visita di Firenze ebraica inizia proprio da questo luogo, da cui si può ammirare il vasto panorama della città con le alte torri medioevali di Palazzo Vecchio e del Bargello, i campanili e le tante cupole tra le quali quella del Duomo, opera del grande architetto Filippo Brunelleschi, e quella, dal colore verde, della Sinagoga eretta a fine 1800. -
La casa degli strani. Almanacco di racconti anno 2020
L'almanacco ""La casa degli strani"""" raccoglie venti racconti di altrettanti autori, suddivisi in sei blocchi anagrafici e accoppiati, unitamente a delle illustrazioni, ad altrettanti mesi dell'anno. Nei limiti di un libro, che non intende essere esaustivo, lo scopo è quello di tracciare un percorso generazionale che tenta di documentare la trasformazione avvenuta nel racconto realistico da fine Ottocento ai giorni nostri. Autori molti diversi tra loro anche nello stile, se pensiamo a """"Lord Spleen"""" di Giovanni Faldella, maestro della scapigliatura piemontese, antimanzoniano per eccellenza, e a """"Il marchese"""" di Romano Bilenchi. Tra gli altri, Nicola Lisi, Sebastiano Vassalli, Gabriella Maleti e Filippo Nibbi. Si affiancano due scrittori come Sirio Giannini, e Rolando Viani. Una sezione è invece riservata agli autori nati negli anni Cinquanta del Novecento, come Angelo Australi, Alessandro Franci, Claudio Piersanti e Giorgio van Straten, e un'altra ai nati tra gli anni Sessanta e Settanta: Sauro Venturini Degli Esposti, Laura Del Lama, Francesco Luti, Alessandra Martina e Lorenzo Mercatanti. E poi pagine di memorie, come possiamo considerare i testi di Alberta Bigagli, Sara Russell, Francesco Romiti, e il breve brano di Pier Antonio Quarantotti Gambini."" -
Amare gli ebrei, odiare Israele. Antisemitismo e antisionismo nella nostra società
"È abbastanza diffuso, specialmente tra gli intellettuali, un atteggiamento che unisce, a dichiarazioni di amore verso gli ebrei in quanto vittime e perseguitati, in particolare durante la Shoah, un atteggiamento fortemente negativo verso lo Stato d'Israele, che spesso giunge a un vero e proprio ribaltamento storico, indicando negli israeliani i """"nazisti"""" di oggi. Le cause di questo atteggiamento sono molteplici. Alla base c'è una certa immagine del popolo ebraico che per definizione deve essere vittima e perseguitato, nei secoli. Il venir meno di questa immagine consolidata disturba e ancor più disturba quella di un popolo ebraico capace di difendersi anche con l'uso della forza di fronte alle aggressioni che ha subito fin dal momento stesso della nascita del suo Stato e anche da prima...""""" -
Il giro del mondo in 80 racconti. In viaggio tra popoli e luoghi, libri e cibi, opere d'arte e tombe, ricordi e sogni
Cosa è, in realtà, questo testo? Il suo titolo, divertente ma poco esplicativo omaggio al celebre romanzo dell'amato Jules Verne, parrebbe far riferimento a un libro di viaggi ed effettivamente anche di ciò le sue pagine si occupano. Però, rispetto a tale genere letterario, quest'opera di Stefano Beccastrini, giunto ormai all'età in cui si viaggia più con la memoria che con i treni o gli aerei, le automobili o le navi - presenta una particolarità: i viaggi che racconta non sono, nella loro stragrande maggioranza, avvenuti di recente e, dunque, narrati sulla base di freschi ricordi o ravvicinati appunti. Gli ottanta racconti qui presentati narrano, invece, vari decenni di viaggi in giro per il mondo compiuti dall'autore - per lavoro o per diletto, sempre con attenzione, curiosità, voglia di imparare e capire - nel corso dell'intera sua vita. Essi, per diventare il testo di questo volume, sono stati dunque completamente ricostruiti dalla, e nella, memoria attuale - per molti versi lacunosa, stanca, delusa, per altri più ricca di prospettiva storica, di sapienza, di saggezza - dell'autore stesso. Insomma il libro racconta, alla luce del mondo di oggi, episodi, aneddoti, personaggi - curiosi, strani, buffi, patetici, orrendi, meravigliosi, spesso ormai scomparsi - incontrati, conosciuti, visitati dall'autore nell'Europa, nell'Africa, nell'America del Sud e del Nord, nella Cina di quaranta o trenta o venti anni fa. Scrivere queste pagine, per l'autore, è stato come compiere - più faticoso ma persino più emozionante di tutti gli altri - un nuovo viaggio: nella propria mente, nei propri ricordi, nei propri sentimenti. Del resto, già il giovane favoloso Giacomo Leopardi sapeva che un luogo finisce con l'essere ancora più appassionante (egli dice, in verità, ""importante e dolce"""") se ritrovato, ripensato, riscoperto quale ricordanza, rimembranza, memoria."" -
Cromosoma 4. Storia di uno sbaglio di natura
Tutto sta nel sottotitolo. Una vita si fa al mondo e non sa, non conosce cosa c'è dentro e via da lei, sente solo di essere affamata di vita. Piano piano spalanca gli occhi e vede e s'incanta dinanzi a tutto ciò che ogni giorno scopre: i genitori, la sorella, i nonni. Poi verranno i compagni, la strada, la scuola. Un destino avverso però, già nel fiore della fanciullezza, sembra voler spezzare lo stupore che è in lei rinchiudendola nel mondo a parte della diversità fisica: gli handicappati, anime considerate solo come carico sociale. Consapevole fin dall'inizio di quel che le è accaduto, senza deciderlo, istintivamente, sceglie di non arrendersi all'ipocrisia della morale comune. Dal fiume della vita cercherà di accettare sempre l'ombra e la luce, la gioia dei giorni splendenti e quelli bui del dolore, la sofferenza, la solitudine. Ogni volta con spirito controcorrente va avanti conquistando mete inimmaginate. Decisa a vivere e non a farsi vivere. -
L'anguilla ed altri racconti. Infanzia e adolescenza tra paese e campagna nella Toscana di metà ‘900
L'autore, attraverso lo sguardo di Marco, il protagonista delle vicende narrate, racconta la propria infanzia e adolescenza, vissute in un quartiere del centro storico di Montevarchi, vivace e popoloso comune del Valdarno Superiore, ed in un villaggio di campagna in cui trascorre le vacanze estive. Sveglio, curioso, attento al mondo che lo circonda, il ragazzo è particolarmente attratto da personaggi, mestieri e attività che rappresentano il tessuto umano e sociale della realtà in cui vive. Le sue passioni sono la lettura e la pesca. Siamo negli anni a cavallo tra fine Cinquanta e primi Sessanta del passato secolo, quando le ultime sopravvivenze di un'età al tramonto si stemperano nel nuovo che avanza, inarrestabile, e che, per Marco, coincide con la scoperta dell'universo femminile. -
Cent'anni della nostra storia. Castelfranco di Sopra. Vol. 1: 1900-1950
La storia del XX secolo è ricca di trasformazioni sociali, economiche, politiche e religiose così coinvolgenti da modificare, quasi radicalmente, la vita delle persone e i rapporti tra le loro stesse comunità come forse mai si era verificato nei secoli precedenti. Anche a Castelfranco di Sopra questa ""successione vertiginosa"""" di avvenimenti ha modificato una condivisione mossa da una società agli inizi del secolo, prevalentemente agricola, collocandola in un mondo artigianale industriale per proiettarla poi alla fine del millennio verso uno sviluppo turistico ricettivo. In questo primo volume sono stati presi in esame i fatti e gli avvenimenti dal 1900 al 1950, corredate da fotografie d'epoca. Le immagini scelte raccontano il vissuto nella quotidianità del proprio tempo, per meglio """"fotografare"""" gli eventi sociali, culturali, politici e religiosi che hanno coinvolto la nostra comunità."" -
Remo Gardeschi (1920-1994). Pitture e sculture. Catalogo della mostra (Montevarchi, 5-27 settembre 2020). Ediz. a colori
Cento anni fa nasceva a Caposelvi, nei pressi di Montevarchi, Remo Gardeschi maestro di scuola elementare, pittore e scultore. La sua attività artistica è costellata da vari monumenti commemorativi per i comuni di Montevarchi, San Giovanni, Arezzo e in parallelo è costituita da una cospicua produzione privata rivolta alle tematiche degli affetti familiari, a temi sociali e politici, ma si affaccia anche ai temi del paesaggio, del ritratto, oltre a quello religioso. Il periodo 1960-70 è quello più intenso: si susseguono mostre personali e collettive, nascono numerosi lavori su commissione da parte di enti pubblici e da privati. Alla metà degli anni Sessanta si registra nelle sue esecuzioni la tendenza alla semplificazione con influenza astratta. Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta, dopo un periodo di interruzione, Remo riprende a lavorare ma, la sua creatività muta, si evidenzia infatti un cambiamento che è anche una cesura dalla sua produzione tradizionale. Nel frattempo, costituisce insieme ad altri artisti il ""Gruppo 85"""". In suo ricordo fu istituito un premio, si tenne una mostra e da questo momento nasce anche un'associazione."" -
Dalle carte inedite di Pietro Guerri. Arte, politica e amministrazione tra Ottocento e Novecento
Gli ultimi decenni dell'Ottocento videro prodursi in Valdarno profondi e duraturi cambiamenti che investirono la struttura economica, sociale e politica delle città e dei paesi che lo compongono. Grazie agli investimenti provenienti dalla vicina Firenze, nacque in quegli anni una numerosa e combattiva classe operaia, concentrata intorno al polo San Giovanni - Cavriglia, dove farà la sua comparsa la grande industria siderurgica, le Ferriere italiane, e lo sfruttamento delle miniere di lignite. Emersero personaggi e grandi manager come Vilfredo Pareto e capitani di industria come Arturo Luzzatto. Invece nell'area di Montevarchi, si sviluppa l'industria diffusa del cappello ed una borghesia amante dello stile Liberty e del Decò. Questo volume è il frutto di un convegno sulle vicende del Valdarno tra Otto e Novecento, che ha visto la partecipazione di insegnanti, studenti, professori universitari, enti ed istituzioni culturali cittadine. La figura più rappresentativa, è certamente quella dello scultore Pietro Guerri, che ha realizzato molte opere presenti in Toscana e in particolare in Valdarno. -
Castiglione della Pescaia nei secoli XVI-XIX. Mappe e territorio. Ediz. illustrata
Il libro - ispirandosi al fondamentale studio di Danilo Barsanti del 1984 - costituisce un profilo storico di Castiglione della Pescaia e del suo territorio dai tempi tardo-medievali fino a quelli unitari con utilizzazione della cartografia del passato. Centinaia di mappe, quasi tutte manoscritte, furono prodotte dal potere politico (specialmente statale) per conoscere e governare un'area strategica per il suo immenso lago-padule e per la sua portuosità, a servizio della Maremma. Le immagini qui considerate consentono di ripercorrere: l'organizzazione territoriale tradizionale della zona umida - con le sue attività di navigazione, di pesca e di produzione del sale - e le vicende della sua lunga e complessa bonifica idraulica; l'assetto della comunità di Castiglione della Pescaia, con la sua trasformazione amministrativa ed economico-sociale; l'evoluzione del paesaggio e soprattutto degli insediamenti, a partire dal centro murato e dalla sua graduale discesa verso il porto-canale e il mare, e dalle altre strutture fortificate costiere. Il volume dimostra che le mappe del passato possono oggi essere consapevolmente utilizzate per la pianificazione (governo del territorio e del patrimonio culturale), per la didattica e l'educazione nelle scuole e per la formazione di una cittadinanza attiva. -
1384 la presa della città. Arezzo nelle mani di Enguerrand De Coucy
La città di Arezzo, sullo scorcio del Trecento, era segnata dalla politica degli Arciguelfi e dalla politica filofiorentina, forti correnti che trovavano scontri con frange di ghibellina memoria; forti divisioni, contrasti, anche economici, che si intese gestire manu militari, avvelenarono la città. Le sorti della città furono presto piegate da eventi che ebbero risvolti locali ma che, in realtà, appartenevano ad un quadro di scala internazionale. Settimo di una lunga dinastia, ""uomo quanto valoroso, altrettanto modesto"""", secondo la Cronica di Buonaccorso Pitti, Enguerran de Coucy fu un soldato professionista, capitano della propria armata, potente personaggio di Francia la cui fortificazione, a Coucy, vantava il donjon cilindrico più imponente di quel mondo tardo medievale, un esempio di gigantismo. L'intesa tra il Sire de Coucy e i Tarlati, ad un passo dal riprendersi il governo della città, sfociò con l'offerta di Arezzo alla vicina Siena per venticinque mila fiorini, tosto declinata per le pressioni di Firenze cui fu ceduta per quarantamila fiorini. Non fu certo Enguerran VII a determinare la débâcle di Arezzo, fisiologica ed inevitabile in quelle storiche sabbie mobili; egli fu solo l'ultimo capitano di ventura che intervenne nelle lotte tra Arciguelfi e Ghibellini, con un risultato che fu solo il prodotto dei tempi e della politica aretina. C'è forse, dunque, la necessità di un approccio più neutro ed oggettivo o comunque tale che non risulti segnato da alcun accento filofrancese, come nell'opera di P. Durrieu, La Prise d'Arezzo, ovvero segnato da campanilismo o revanscismo storico. Prefazione Luca Berti."" -
Renato Pieraccioli. Un uomo, un padre, uno sportivo. Il mistero del derby e la scomparsa di un allenatore
È il racconto della vita di un uomo, ma soprattutto di uno sportivo, scomparso improvvisamente dopo un derby calcistico. Renato Pieraccioli nasce a Pistoia e nel 1929 si trasferisce a Montevarchi per giocare nella squadra locale. Qui incontra la moglie ed avrà due figli. Rimarrà presto vedovo, nonostante ciò, resterà ad abitare nella casa della moglie e continuerà a seguire il settore giovanile e la prima squadra come allenatore. Nel 1944 dopo la fine di una partita amichevole con la squadra di San Giovanni V.no di lui si perderà ogni traccia a seguito di tafferugli avvenuti, negli spalti e fuori dal campo di gioco, per il risultato della partita. Molte sono state le ipotesi, nessuna è stata confermata. L'unica verità è la scomparsa di un uomo che ha fatto del settore giovanile e del calcio un obiettivo, raggiungendo traguardi di eccellenza per una città di provincia, in epoche in cui ancora non si conosceva bene l'importanza determinante dell'allenamento. -
Ville dei Medici in Toscana. Patrimonio dell'umanità
La proposta del libro è quella del viaggio: un viaggio in Toscana fra ville e fattorie che, un tempo, sono state abitate dai diversi membri della Casata de' Medici. L'idea è quella di spaziare fra luoghi e personaggi senza un itinerario predefinito, suggerendo una serie di soste in cui il visitatore possa scegliere architetture, giardini e personaggi, curiosare fra oggetti e ricordi e andare alla ricerca di situazioni conosciute o proposte meno note, ma non per questo meno intriganti e suggestive. Da qui la scelta di una restituzione agile che propone una sintetica scheda descrittiva per ogni villa selezionata, secondo un ordine esclusivamente alfabetico. Le ville hanno avuto committenti importanti e fanno riferimento a personaggi noti, da Lorenzo il Magnifico a Cosimo I e ai loro discendenti; ma accanto agli uomini illustri ci sono state donne di eccezionale statura, certamente meno famose, che hanno trascorso parte della loro vita ed hanno condotto queste eccezionali dimore. Di alcune di loro è stato tracciato un breve medaglione. La narrazione delle singole ville è trattata secondo un ordine prevalentemente cronologico, che tenta di riordinare in modo sintetico le vicende storico-architettoniche dando conto dei cambiamenti di proprietà, dei principali proprietari, dei principali interventi e degli artisti che vi hanno operato. Nel testo si fa spesso riferimento ad un'iconografia antica per meglio contestualizzare, rispetto al periodo di costruzione, le architetture e i giardini che, nel tempo, hanno inevitabilmente subito trasformazioni e modifiche. In particolare compare, sia nelle immagini che nel testo, spesso il riferimento alle Lunette che Giusto Utens ha dipinto su incarico del granduca Ferdinando I fra il 1595 e il 1606 per la Sala Grande di Artimino. -
La geografia di Dante. Toscana e Italia, città e luoghi nella Divina Commedia
Il libro mette in luce la conoscenza non comune - e, anzi, per l'epoca straordinaria - della geografia da parte di Dante Alighieri, mediante gli innumerevoli richiami e descrizioni di territori e centri abitati, ambienti e paesaggi, fenomeni fisico-naturali e antropici: passi che oggi ci appaiono corretti, puntuali e spesso innovativi. La Divina Commedia presenta così - accanto ai tre mondi immaginari ove si svolge l'itinerario letterario del poeta - una geografia fatta di luoghi reali, osservati con attenzione dall'autore o da altri, utilizzati come testimoni. Insieme alla geografia in versi più significativa, viene sottolineata l'ampia e profonda cultura fatta di meditate letture di opere classiche e medievali, ma anche della conoscenza e dell'uso della più innovativa cartografia nautica e geografica e persino degli strumenti per orientarsi e per misurare la Terra. In appendice, sono elencati i viaggi e i soggiorni di Dante e gli oltre 300 luoghi geografici denominati nel poema, compresi gli oltre 60 della Toscana, regione in assoluto privilegiata rispetto al resto dell'Italia e del mondo. -
Arare umano est. Flessioni e riflessioni agricole nella civiltà moderna
Marcello è il primo Essere umano della storia ed è anche il primo contadino dell'umanità. Il libro ripercorre tutta la storia dell'umanità vista attraverso gli occhi e le gesta di Marcello, che inventa prima l'agricoltura, perché si rende conto di non essere adatto a quel mondo primordiale e selvaggio, poi il fuoco, per cucinare il primo cinghiale che riesce a catturare dopo che l'ungulato gli ha distrutto le prime coltivazioni, dando così il via a tutta l'umanità, fino ai giorni nostri. Scopriremo come nasce la zappa e l'importanza fondamentale che tale strumento avrà nella nostra evoluzione, ma si parla anche del problema legato alla comparsa sul pianeta dei primi esseri ""non contadini"""" che di fatto cambieranno totalmente gli equilibri e la vita di Marcello che, sempre più disorientato, senza rendersene conto si troverà in una società totalmente scollegata dalla Natura e dalla Terra, una società che diviene """"moderna"""", nella quale i supermercati nascono ovunque e si moltiplicano a dismisura grazie anche ai loro reparti di """"sfrutta e verdura"""". Si vedrà Marcello alle prese con i vegani armati di seitan fino all'arrivo sulla scena di Carlo Cracco e la sua cucina stellata, che darà il colpo finale al capostipite dei contadini e ad una storia durata millenni. Le vicende di Marcello si alternano con le """"flessioni e riflessioni agricole"""" dell'autore, un contadino del secondo millennio che con ironia e leggerezza tenta di portare avanti la propria personale idea di umanità, cercando di trattare temi anche molto seri come il valore dei prodotti agricoli e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. L'idea di umanità che l'autore tenta di presentarci viene definita da lui stesso come """"naturale"""", fermo restando che di """"naturale"""" nell'essere umano c'è ben poco. Se è vero che errare ed arare sono le caratteristiche che più di tutte differenziano l'essere umano dagli animali, non riesco a capire perché tutti quanti errano ma soltanto in pochissimi arano! Gridiamo con orgoglio""""arare umano est""""!""