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I racconti dell'acqua. Storie toscane di fiumi e torrenti
Sono come il tempo, i fiumi: scorrono e si tuffano in un'acqua più grande. E anche come le parole che si riversano nelle storie e così ci raccontano ciò che è stato per puntare ancora avanti. Per questo raccontare i fiumi, raccontare le loro storie, è un buon modo per saperne di più di noi stessi e dei luoghi che abitiamo. Ci prova questo libro, opera di diversi scrittori ognuno dei quali alle prese con un corso d'acqua e con le parole che ne raccontano una storia. Pochi sono i fiumi importanti, conosciuti: a parte l'Arno, il più toscano di tutti i fiumi. Quasi tutti, in effetti, sono modesti torrenti che riesce difficile persino collocare su una carta geografica. Per questo ancora più affascinanti: con la loro acqua e le loro storie aiutano a disegnare una mappa alternativa della Toscana, sospesa tra storia e fantasia, tutta da scoprire: con i versi di Dante o Dino Campana così come con sorprendenti itinerari a piedi. -
Racconti & ricette. 50 le storie che portano a tavola
Leonardo Romanelli nei suoi racconti trae spunto dalla commistione di umori, sapori e sentimenti di donne e uomini e la fa culminare in un altro racconto, che più che la classica ricetta con ingredienti, tempi, difficoltà e modalità di realizzazione è semmai la cronistoria affettuosa della genesi di un piatto o di un cibo, una riflessione emotiva sul perché di una carbonara o di un tiramisù. Storia e ricetta finiscono così per intrecciarsi e ci fanno vivere in un microaffresco di vita. Tanti aspetti della vita quotidiana dove la tavola e la cucina non sono mai luoghi di passaggio, dove l'atto del mangiare assume un ruolo diverso a seconda del momento: può essere consolatorio, rabbioso, felice, comico ma non risulterà mai banale o inutile. Le ricette, alla fine, devono essere eseguite basandosi sul sentimento, non risulteranno mai uguali anche se fatte tutte i giorni, perché saranno diversi gli stati d'animo. -
Arte e storia a Prato e nei comuni della sua provincia. Guida per picci(o)ni viaggiatori
Un viaggio in compagnia di una guida speciale alla scoperta della città di Prato e dei Comuni della sua Provincia, per scoprirne la storia, le tradizioni e i luoghi più belli e significativi da visitare. La Provincia di Prato è composta da 7 comuni: Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano e Carmignano. Il territorio al suo interno è molto diversificato: si va dalle montagne dell'Appennino alla pianura, ma ci sono anche dolci colline e il fiume Bisenzio che scorre da nord a sud. Un percorso a tappe attraverso tutta la Provincia di Prato che ci permetterà di scoprire la storia, le curiosità e anche i prodotti tipici più importanti di questo territorio, con alcuni box di approfondimento tradotti in inglese e cinese per i piccoli lettori che conoscono meglio, o preferiscono, una delle due lingue straniere. Età di lettura: da 6 anni. -
La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963
La vicenda del Campo profughi di Laterina (AR), è stata solo accennata nei libri di argomento storico generale. Questo libro è una novità. Dal 1941 al 1943, sotto il fascismo, è un Campo di concentramento per prigionieri inglesi, sudafricani e canadesi. Sottoalimentazione e scarsa igiene nelle baracche provocano nei 2.500-3.000 prigionieri varie malattie debilitanti, come dissenteria e tifo. Poi per un anno il Campo è stato un reclusorio sotto la sorveglianza nazista. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1944, a cura della VIII Armata britannica, si trasforma fino al 1946 in un campo di concentramento per tedeschi e repubblicani della RSI catturati al Nord. Dal 1946 al 1963, per ben diciassette anni, funziona come Campo profughi per italiani in fuga dall'Istria, Fiume e Dalmazia (per oltre 10mila persone), terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Sono italiani della patria perduta. Patiscono il freddo e la fame. Tra i più anziani di loro ci fu un alto tasso di suicidi. A Laterina giungono pure alcuni sfollati dalle ex colonie italiane. Non c'è un libro che tratti in modo specifico questi anni di vita quotidiana e di incontro-scontro con la popolazione locale, fino alla completa integrazione sociale, mediante qualche matrimonio misto (di solito: marito toscano e moglie istro-dalmata) e, soprattutto, col lavoro e con l'assegnazione delle case popolari ai profughi. -
Rifugi precari. Ricordi degli anni 1943-44
Mentre infuriavano a Firenze le persecuzioni antiebraiche, Lionella Neppi Modona Viterbo viveva la sua prima adolescenza. Lei e la sua famiglia -i genitori e un fratello più piccolo- a metà ottobre del 1943, spinti dalla drammaticità delle circostanze ed esortati anche dall'amatissimo rabbino Nathan Cassuto a «cercare solo di sopravvivere», abbandonarono la loro casa e cominciarono una vita clandestina. Per molti lunghi mesi, prima in città poi ad Anghiari, si ingegnarono a vivere in una dimensione fino a poco tempo prima del tutto inimmaginabile, dovendo fronteggiare oltre al rischio continuo di essere arrestati e deportati, anche lutti, malattie, piccole e grandi emergenze in una realtà stravolta. Con una memoria prodigiosamente nitida e ricchezza di dettagli, l'autrice ripercorre questo periodo cruciale della sua vita. Non intende esibire velleità letterarie, e le è altresì estraneo il registro sentimentale: quasi sempre il suo mondo interiore resta fuori dall'economia della scrittura. Nessuna indulgenza per malinconie e rammarichi percorre queste pagine; né tanto meno Lionella Neppi Modona Viterbo indulge a forme di autocommiserazione, a cui è del tutto aliena non solo nello scrivere ma per carattere anche nella vita reale. Questo suo memoriale rappresenta invece un'onesta, circostanziata e veridica testimonianza, preziosa per la storiografia e per chiunque voglia comprendere la quotidianità nei drammatici frangenti delle persecuzioni. -
Cent'anni della nostra storia. Castelfranco di Sopra. Vol. 2: 1951-1975
Il progetto editoriale inerente la pubblicazione dei volumi ""Cent'anni della nostra storia"""" prevedeva due uscite, ma dopo la presentazione del primo, si è verificato un inaspettato apprezzamento per l'iniziativa. Molte persone si sono sentite coinvolte e hanno desiderato raccontare fatti e circostanze per incrementare e ampliare le future cronache: episodi semplici ma interessanti, curiosi e significativi che non devono essere dimenticati. Le numerose testimonianze hanno così ristretto il contesto da narrare storicizzando gli avvenimenti dal 1951 al 1975. Il resto verrà narrato nella terza uscita che riguarderà gli anni dal 1976 al 2000. Anche le numerose foto in bianco e nero, personali e familiari, che sono state messe a disposizione, testimoniano la volontà di creare un diario da dove si ricava una immagine di vita comunitaria. Guardando con tranquillità queste foto si potranno individuare dei particolari che forse la fretta non ci aveva fatto scoprire. Le stesse potrebbero creare facili """"commenti"""" ma ricordiamoci sempre di giudicarle rispettando e conoscendo il loro contesto storico e il motivo per cui sono state scattate. Se questo volume creerà nuovo interesse e susciterà ancora emozioni il merito è ancora una volta di una comunità che ha dato prova di condividere la propria storia passata per creare un fraterno futuro senza antistoriche nostalgie."" -
Castiglione della Pescaia. Storia, arte e tradizioni
Il volume illustra l'aspetto storico, artistico e naturalistico di un borgo medievale situato su un promontorio su cui svetta il Castello aragonese racchiuso da una cinta muraria, che domina il litorale maremmano. Castiglione della Pescaia rappresenta un territorio suggestivo e unico con le preziose tracce archeologiche della città etrusca di Vetulonia, le splendide ed estese pinete, le spiagge sabbiose e rocciose, le riserve naturali con l'immenso lago-padule, il porto-canale e le strutture fortificate costiere. -
Fa bene quel buio. Cesare Pavese e i mestieri del cinema
Cesare Pavese (1908-1950) è stato un grande intellettuale europeo: poeta, narratore, dirigente editoriale, mitografo, gran conoscitore di film nonché scrittore di, su e per il cinema. Questo libro è dedicato all'approfondimento di questi ultimi due fra i suoi tanti ""mestieri"""". Essi si espressero in vario modo: Pavese, infatti, fu non soltanto uno spettatore instancabile e attento (la scoperta, da parte sua, del cinema americano fu una componente importante della propria storica divulgazione, in Italia e durante il fascismo, della cultura americana, portatrice di modernità, di rinnovamento, di democrazia) ma anche un esperto cinephile, un critico rigoroso, un teorico acuto, un soggettista creativo, un letterato capace di fare del cinema - dei suoi appassionati e delle sale da loro frequentate - un """"luogo letterario"""", un """"topos"""" particolarmente suggestivo e simbolico dei suoi romanzi. I multiformi rapporti di Pavese con il cinema si vanno rivelando, con gli anni, uno degli aspetti più interessanti della sua - sempre colta, sempre innovativa, sempre tormentata - ricerca espressiva, intellettuale, esistenziale."" -
Firenze immaginata. Lettere mai scritte di personaggi storici fiorentini
Questo volume raccoglie scorci inediti delle vite di personaggi più o meno noti della storia di Firenze in una serie di trentaquattro lettere mai scritte, ma ritrovate nella mente di chi le ha pensate. L'autore infatti è penetrato idealmente nel pensiero e nei sentimenti dei protagonisti calandosi nel loro contesto storico. Attraverso le parole delle lettere si percorrono le strade e i quartieri di una città unica al mondo, unica anche per gli ingegni straordinari che vi vissero, che l'amarono e che soffrirono dentro le sue mura. Trentaquattro storie per scoprire il volto nascosto della città, un percorso nello spazio e nel tempo in trentaquattro tappe: un numero simbolico come la sommatoria delle lettere ebraiche e che rimanda alla prima lettera della Bibbia, escatologico come i canti dell'Inferno dantesco, ipnotico come la costante di un quadrato magico quattro per quattro, lacerante come la cella di Edmond Dantès al Castello d'If. Forse ciò che è davvero interessante della Storia avviene lontano dalla luce del sole e si scoprono solo per caso le vicende degli uomini tra le righe di una lettera anche solo immaginata. La storia millenaria di una città si intreccia così con la memoria individuale dei suoi abitanti illustri, una memoria ricostruita grazie alla quale il lettore ripercorre vicende ed emozioni, rivede i luoghi, gli oggetti di una quotidianità vissuta e la loro bellezza. George Gordon Byron scriveva che uno dei piaceri di leggere le vecchie lettere, è sapere che non occorre rispondere; quindi non resta che intraprendere questo viaggio insolito alla scoperta di Firenze attraverso la storia dei suoi personaggi. -
Controvento. Il coraggio della pecora nera
"Non posso farci nulla se il mio essere libero mi porta molto spesso ad andare ostinatamente in direzione contraria. Come quando tira un forte vento e continui a camminare, facendo tanta fatica ma fiero di sfidare quella forza della natura. E un po' come la pecora nera: derisa, disapprovata, fino a essere emarginata. Ricerche scientifiche hanno messo in luce che le pecore nere sviluppano un elemento fondamentale: la resilienza, ossia la capacità di un materiale di assorbire un urto senza ammaccarsi e senza rompersi. In psicologia, tale parola indica l'abilità di un individuo di affrontare un trauma o un periodo difficile superandolo senza conseguenze. Insomma, si tratta del potere di risorgere dalle proprie ceneri, di trasformarsi e rigenerarsi senza cambiare la propria natura e traendo vantaggio dalle esperienze negative. Un po' quello di cui abbiamo bisogno un po' tutti noi, per superare questo lunghissimo incubo chiamato """"Covid-19"""" e andare oltre la tempesta""""." -
Storia e memoria di una comunità. La scuola elementare «Isidoro Del Lungo». Cento anni di attività scolastica. Ediz. illustrata
Un volume dedicato al centenario dalla costruzione della Scuola Elementare Isidoro del Lungo a Montevarchi, che fu inaugurata nel mese di giugno 1920. La prima grande operazione urbanistica legata all'amministrazione guidata dal Sindaco Pietro Guerri, considerata come la più importante opera pubblica di edilizia civile della provincia. La possibilità di utilizzare la grande area del vecchio campo vaccino rappresentò quindi un'opportunità unica per attuare quel grande ""piano di ampliamento"""" che per molti rappresentò """"l'atto di vita nuovo"""" del Comune di Montevarchi. Ripercorrere le vicende che portarono alla realizzazione del primo edificio scolastico del capoluogo, significa quindi confrontarsi con un pezzo di storia della città che si dipana per circa un quarto di secolo, a cavallo tra la fine dell'Ottocento e il primo dopoguerra. È il periodo nel quale Montevarchi vive la sua trasformazione industriale. Con oltre 200 foto relative ai progetti e alla costruzione dell'edificio, alle scolaresche in posa davanti alla scuola e nelle aule durante lo svolgimento delle lezioni, agli alunni fotografati nelle recite e durante le festività o nella tradizionale festa degli alberi. Le fotografie di questo volume sono comprese tra i primi del '900 e gli anni '60."" -
«Qualunque melodia più dolce suona qua giù» la musica in Dante
I saggi contenuti vertono intorno al mondo dantesco inserendosi all'interno di quel fil rouge che idealmente parte dai tempi di Dante con Casella che mise in musica Amor che nella mente mi ragiona, passando per la celeberrima Sinfonia Dante di Liszt, fino a La vita nuova di Nicola Piovani eseguita per il Ravenna Festival nel 2015.La pubblicazione inaugura la collana Musicarum memoriae e raccoglie contributi della Giornata di Studi «Qualunque melodia più dolce suona qua giù»: la musica in Dante. Il consesso musicologico, di cui se ne vedono gli Atti, è stato realizzato dall'Accademia Valdarnese del Poggio (settore Audioteca Poggiana), con il patrocinio della Società Dantesca Italiana e il contributo del MIBAC. Nonostante la ricca produzione di studi danteschi, i saggi qui offerti presentano nuovi spunti d'indagine. Focus della ricerca è Dante auctor e agens dal punto di vista storico-musicale, essendo egli stesso, oltre ai personaggi da lui creati, fonte d'ispirazione dal Medioevo ad epoche successive. Ne scaturisce, pertanto, un excursus su aspetti, autori e produzioni con uno sguardo rivolto non solo all'Italia ma anche ad altri Paesi. Il volume comprende scritti di: Bianca Maria Antolini, Salvatore Dell'Atti, Cecilia Luzzi, Piero Mioli, Lucia Navarrini, Elisabetta Pasquini, Guido Salvetti, Claudio Santori, Lorenzo Tanzini. -
Le origini di Prato e delle sue torri. Storia urbanistica e delle famiglie pratesi tra X e XIV secolo
Il libro, corredato da ricostruzioni grafiche e fotografie, tratta dell'evoluzione abitativa a Prato tra il X e il XIV secolo, con un focus sulla zona dell'attuale centro storico. Per la prima volta viene fatta un'analisi approfondita sulle turris di Prato analizzandole sia dal punto di vista strutturale (cronologia, forma, materiali edilizi) che simbolico. Importante il riscontro della presenza di una rete di passaggi segreti sotterranei che mettevano in comunicazione le torri adiacenti. A conclusione del testo è inserita una sezione iconografica in cui si vede la rappresentazione delle torri nel tempo. Il lavoro è stato collegato ad una serie di visite effettuate nel centro storico di Prato grazie alla collaborazione con l'Associazione Fare Arte di Prato. -
La rotta della speranza. Lavoro, sicurezza e salute. Riflessioni, pensieri e storie al tempo della pandemia
Questo volume raccoglie spunti, ricordi e aneddoti oltre ad alcuni articoli ed altri scritti significativi che l’autore ha annotato nel corso del tempo. Un filo rosso che rappresenta, nell’insieme, una testimonianza unica al tempo della pandemia, una vera e propria “rotta della speranza” di un operatore della sicurezza nella dura battaglia quotidiana contro il Covid-19. Con questo contributo si vuole rendere omaggio al lavoro essenziale svolto da tanti “eroi silenziosi”, dirigenti, tecnici, lavoratrici e lavoratori, che hanno permesso, grazie alla loro conoscenza, competenza e professionalità, di far fronte all’emergenza pandemica. Una buona occasione anche per ricordare la mission di una società come la Sicureco Servizi & Sicurezza Srl che, da 25 anni, opera per la formazione dei lavoratori, creando le migliori condizioni di lavoro e competitività per le imprese. -
S.C. Aquila Montevarchi 1902. Da dove tutto ebbe inizio. Viaggio alle origini dello sport in città. Ediz. illustrata
Un viaggio alle origini dello sport montevarchino attraverso un unico filo conduttore: la società Aquila dalla sua nascita fino ai 120 anni di storia appena compiuti. Dalle gite in bicicletta alla fine del XIX secolo al ritorno tra i professionisti del calcio in questa stagione. Molte le notizie e gli aneddoti sul ciclismo, senza tralasciare i primi incontri di calcio. Oltre a testimonianze concrete di eventi come l'atletica, la ginnastica, i motori, il tennis, ed il nuoto. Una polisportiva a tutti gli effetti che ha portato in alto il nome di Montevarchi. -
Nell'aria, parole in libertà. Sotto il cielo di Toscana
"Dopo l'acqua, l'aria. Ce lo eravamo ripromessi: ogni anno un elemento da adoperare come filo conduttore; ogni anno una trama di storie con cui costruire un'altra geografia. Fiumi e storie, questo hanno in comune. Finiscono per gettarsi in un'acqua più grande, i fiumi, ma anche le storie, a ben vedere, si riversano in un'acqua più grande, che è il tempo: e lì si mescolano ad altre storie, lì ci donano l'illusione di poterlo fermare, il tempo. Ora ci riproviamo con l'aria. Sfida non meno intrigante, che ci domanda di girare intorno a un'altra immagine. Con l'acqua le parole che raccontano storie, ma con l'aria? Tre declinazioni della parola aria: che c'è anche se non si percepisce, che ci avvolge anche a nostra insaputa. Parola che non si lascia circoscrivere. Mi basta pronunciarla per associare altre immagini: il gas che si espande e occupa ogni spazio, un palloncino che sale in cielo, una brezza che gioca con le dune di una spiaggia o agita le punte degli abeti. Se l'acqua l'associo alle parole che scorrono, l'aria mi richiama le parole che volano leggere, libere, indefinite. Sì, sto esagerando e forse è un modo per rassicurarmi sugli intenti di questo libro. Per fortuna anche questa volta ho potuto contare su un congruo numero di complici, scrittori e scrittrici che in amicizia hanno voluto partecipare con i loro racconti, ognuno di essi legato a un luogo caro o comunque capace di alimentare il piacere della narrazione. Così ecco una nuova mappa alternativa della Toscana, geograficamente riscontrabile, eppure fondata sul più inconsistente degli elementi. La geografia ha bisogno di terra, ma noi l'abbiamo rovesciata partendo dall'aria. Ed è in questo modo che una volta ancora abbiamo sperimentato quel tanto di felicità che la parola scritta ancora ci concede.""""" -
Il canto delle pietre. Francesco Cremoni, sculture e disegni
Francesco Cremoni è nato a Carrara. Questa sua sorte gli ha consentito di confrontarsi da sempre con gli artisti a lui coevi e con quelli della grande tradizione che hanno percorso le vie della cave ed hanno affidato ai carrarini la realizzazione monumentale delle loro opere. Nella sua città ora egli ricopre all'Accademia la cattedra più significativa per questa tradizione: vi insegna infatti Tecniche del marmo, delle pietre e delle pietre dure all'Accademia. Ed il marmo, materiale della scultura per eccellenza nella tradizione della storia dell'arte, è il ""suo"""" materiale. Cremoni si qualifica così come un artista appartenente alla linea più antica e gloriosa della scultura: in ogni civiltà, da tempi leggendari, al marmo perenne si affida la trasmissione dei valori che ogni cultura considera identitari. Un dato immediatamente percepibile nelle opere del Cremoni è la straordinaria perizia tecnica, cui è certamente sottesa la maestria nella scelta e nell'impiego degli attrezzi che costituiscono una eredità secolare per gli scultori del marmo, e che a Carrara trova un radicamento avvalorato dalla storia. Nelle sue opere egli può così alternare superfici compatte, che sembrano riecheggiare linguaggi delle avanguardie storiche come le forme astratte di Brancusi e Arp, a frammentazioni di scaglie, memori di più recenti ricerche che fanno seguito all'informale degli anni sessanta del Novecento. Possiamo indicare come fil rouge nella produzione di Cremoni una antinomia tra bello e sublime, ripercorrendo in tal modo una delle filiere più feconde dell'estetica settecentesca. Se infatti le superfici levigate possono divenire una metafora del bello ideale che suscita sensazioni di piacere, le interruzioni di tale levigatezza, che sempre ricorrono nelle sue sculture, ovvero le superfici frastagliate, increspate, acuminate, sono la metafora del sublime che genera un orrore dilettevole, una sensazione dolorosa e la percezione del rischio. In tale continua oscillazione dunque risiede la modernità di questa scultura che riflette la condizione esistenziale dell'uomo moderno, sempre dilaniato tra la ricerca del piacere e la sensazione irrefrenabile del rischio e del pericolo."" -
Frammenti. Sentieri attraversati da piccole storie
La tenerezza dell'infanzia, gli amori mancati e gli acerbi ideali dell'adolescenza, l'Italia delle canzoni e delle stragi, la lotta per un mondo più giusto, l'ostinata passione per la politica e il disperato tentativo di capire ciò che non va standoci in mezzo. Sono dunque i momenti più intimi vissuti al di là della strada ufficiale del politico, del sindaco acclamato, del giornalista e quant'altro. Sono anche gli incontri con chi vive in un mondo più lontano e diverso dal suo, ancora in cerca di una possibile rotta. Certo, guardando piccoli frammenti di un affresco possiamo immaginare il dipinto intero, come osservando un pezzo del coccio, pensiamo al vaso. Sarà per questo che dopo aver letto i frammenti di Brogi ci sembrerà, probabilmente, di conoscerlo molto. Di capire come quei piccoli pezzi stanno insieme soprattutto grazie a quel costante e inconfondibile tratto di umanità. Frammenti, schegge che attraversano proprio quei sentieri, quelle strade che l'autore riesce a descrivere, fino in fondo, solo andando a scomodare, se non proprio un neologismo, sicuramente un divertente ""brogismo"""". Ma quest'ultimo, per scovarlo, occorrerà leggere il libro."" -
Una sera a veglia. Storie e memorie di Gorgiti e del Pratomagno
Erano i primi di aprile del 2020 quando Claudio de' Gatti mi chiamò dal suo appartamento di Firenze per spiegarmi il suo progetto. Come quasi tutti, anche lui stava accusando il duro colpo del lockdown e non potendo raggiungere il suo amato borgo aveva iniziato a sfogliare tra i suoi ricordi. Così decise di dare vita ad un libro a più mani che racchiudesse quante più esperienze e ricordi possibili su Gorgiti. Coinvolgere gli altri abitanti sarebbe stato un po' come ritrovarsi tutti assieme in ""una sera a veglia"""", come usa dire, davanti ad un camino scoppiettante a raccontarci storie. Storie di vita, racconti di persone che furono, poesie, in compagnia di una padella di bruciate e di un bicchiere di vino. Questa pandemia insomma, tra timori e voglia di tornare alla quotidianità, ha iniziato a mettere in moto la memoria di molti facendoci comprendere ancora di più che la nostra montagna è e sarà sempre un bene prezioso per il corpo e per lo spirito. Gorgiti è una piccola frazione montana situata sulla dorsale appenninica del Pratomagno. Fa parte del Comune di Loro Ciuffenna in Provincia di Arezzo. Come le altre frazioni ama nascondersi al grande pubblico, bisogna andare a scoprirla di persona."" -
Cent'anni della nostra storia. Castelfranco di Sopra. Vol. 3: 1976-2000
Il progetto editoriale inerente la pubblicazione dei volumi ""Cento anni della nostra storia"""" prevedeva due uscite, ma dopo la presentazione del primo, si è verificato un inaspettato apprezzamento per l'iniziativa. Molte persone si sono sentite coinvolte e hanno desiderato raccontare fatti e circostanze per incrementare e ampliare le future cronache: episodi semplici ma interessanti, curiosi e significativi che non devono essere dimenticati. Le numerose testimonianze hanno così ristretto il contesto da narrare storicizzando gli avvenimenti dal 1951 al 1975. Il resto verrà narrato nella terza uscita che riguarderà gli anni dal 1976 al 2000. Anche le numerose foto in bianco e nero, personali e familiari, che sono state messe a disposizione, testimoniano la volontà di creare un diario da dove si ricava una immagine di vita comunitaria. Guardando con tranquillità queste foto si potranno individuare dei particolari che forse la fretta non ci aveva fatto scoprire. Le stesse potrebbero creare facili """"commenti"""" ma ricordiamoci sempre di giudicarle rispettando e conoscendo il loro contesto storico e il motivo per cui sono state scattate. Se questo volume creerà nuovo interesse e susciterà ancora emozioni il merito è ancora una volta di una comunità che ha dato prova di condividere la propria storia passata per creare un fraterno futuro senza antistoriche nostalgie.""