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Versioni d'autore, in prosa e in versi. Lingua e stile delle traduzioni novecentesche
La storia della lingua e della letteratura italiana è fatta anche di traduzioni e rifacimenti da altre lingue. E questo, in forme peculiari, lungo il Novecento, quando si afferma una figura di poeta che è insieme traduttore e critico, e le versioni d'autore acquistano una rilevanza nuova. Di tale storia i saggi qui raccolti costituiscono altrettanti capitoli. A essere analizzate sono le versioni di grandi classici della letteratura francese (da Baudelaire a Proust, da Zola a Celine, da Flaubert a Maupassant): versioni che poeti come Sbarbaro, Caproni e Raboni hanno approntato con spirito emulativo, se non demiurgico, consapevoli dell'intrinseca diversità delle strumentazioni linguistiche e delle tradizioni di riferimento. Come trasporre l'""alexandrin"""" di Baudelaire in metrica italiana? Quali i possibili equivalenti dell'""""argot"""" e del """"français populaire"""" di cui si serve Céline nelle eversive partiture del suo fraseggio? E fino a che punto le abnormi grandiosità del periodare proustiano trovano naturale accoglienza nella nostra prosa letteraria? Sono alcune delle questioni che vengono qui discusse; attraverso analisi contrastive che volentieri si arricchiscono di più termini di confronto - il testo originale e le sue differenti versioni, la traduzione e l'opera in proprio - e sempre s'interrogano sul valore (e il piacere) del testo letterario."" -
Paese che vai, manuale che trovi
"L'idea iniziale di questo volume è nata in contesto scandinavo, grazie al simposio Paese che vai, manuale che trovi organizzato da Entela Tabaku Sörman presso il Dipartimento di lingue romanze e classiche dell'Università di Stoccolma nell'autunno del 2016. Tuttavia, le riflessioni delle autrici e degli autori qui rappresentati travalicano i confini dell'Europa settentrionale per restituirei il ritratto complesso di uno strumento didattico che attraversa una fase di ridefinizione del proprio ruolo e dei propri contenuti. Che cos'è dunque, oggi, il manuale di italiano? Quale ruolo svolge all'interno dei corsi di lingua? Come è cambiato nel corso degli ultimi decenni? Quante sono le variabili di cui autori e autrici devono tener conto nelle varie fasi della sua realizzazione? In che modo i diversi contesti culturali e istituzionali influenzano le scelte dei suoi autori? Qual è il concetto di """"cultura"""" che il manuale veicola? In quale direzione si muovono i nuovi prodotti editoriali? Queste sono solo alcune delle domande alle quali i contributi della presente raccolta cercano di dare risposta. L'immagine del manuale di italiano che esce dalla somma dei diversi articoli è quello di uno strumento in continua evoluzione, significativamente condizionato da esigenze di tipo diverso (tanto istituzionali quanto commerciali), dalla temperie culturale del momento e dalle biografie dei suoi autori e delle sue autrici."""" (dalla premessa di Franco Pauletto)" -
Le parole del dialetto. Per una storia della lessicografia napoletana
Tutti i dialetti italiani hanno una lunga storia, fatta di tradizioni e di continuità ma anche ricca di cambiamenti, che risaltano quando la letteratura e altri testi scritti permettono di confrontare il passato con il presente. Seguendo le pagine dei vocabolari, questo libro traccia la rotta di uno studio del Napoletano e delle sue parole attraverso il tempo, da un ricchissimo glossario latino-volgare stampato più volte nel Cinquecento fino alle opere novecentesche. Ogni vocabolario ha funzioni e fisionomie differenti, ma tutti sono testimoni preziosi da ascoltare e da valorizzare, in vista dell’auspicata realizzazione di un Dizionario Etimologico Storico Napoletano a cui lavorano i curatori e alcuni degli autori di questo libro. -
Dai margini a dentro, da dentro ai margini. Mappe dei cambiamenti letterari e culturali
Oggi ci troviamo a fare i conti con una cultura universale e allo stesso tempo localmente articolata in termini sia di spazio geografico sia di strati e gruppi di società: la lingua funziona quindi in tanti linguaggi, e così ogni fenomeno di comunicazione diventa un gioco multilaterale. Fra queste numerose isolette, fra questi strati e campi di cultura ci sono altrettanti margini, dei quali dobbiamo renderci conto per registrarli e interpretarli, tanto più che essi vengono sempre trapassati dagli usi culturali. La lingua, del resto, è da intendersi come entità dinamica, mai statica. In particolare, i processi di trasformazione e di interazione dei linguaggi sempre in movimento assumono pregnanza se esaminati in sinergia tanto con i fenomeni migratori quanto con le esperienze di stabilità, di una stabilità, però, che risulta inevitabilmente esposta a costanti e significativi mutamenti d'ambiente. Oltre a evidenziare questo paradosso di lingua e di cambiamento storico, i contributi raccolti in questo volume si coniugano bene anche per costruire un panorama pluridimensionale che porterà il lettore a riflettere sul presente e sul futuro della sua lingua. -
La tradizione «in forma». Selezione e (de)costruzione del canone letterario
Quando è stata l'ultima volta che abbiamo sfogliato un'antologia? Magari quel libro di poesia ricevuto in regalo a Natale oppure il manuale scolastico per preparare l'esame di maturità? Spesso non ci rendiamo conto che nella vita quotidiana siamo circondati da antologie (dal greco 'raccolta di fiori'), ovvero collezioni di oggetti testuali di raffinata bellezza o utilità intrinseca, come il cofanetto con l'opera completa di Montale o una recente ristampa della Bibbia. Un sistema letterario è contraddistinto da dinamiche di selezione e organizzazione, trasformazione e interazione; una comprensione più articolata di tali meccanismi può venirci dalla presa in considerazione dell'ampia e variegata gamma di ""forme collettanee"""" che circolano all'interno di questo sistema. È pressoché impossibile immaginare che una tradizione letteraria non abbia elaborato i propri valori organizzandoli in qualche """"fior da fiore"""". Anche per questo motivo l'antologia è uno degli oggetti più interessanti attraverso cui studiare questioni come `periodizzazione', 'selezione e formazione del canone', 'rapporti tra ermeneutica e storia', ecc. Eppure, una pratica testuale così strategica solo raramente è stata oggetto di ricerche autonome. Questo volume intende proporre una serie di percorsi di ricerca sui rapporti tra forme collettanee e tradizione letteraria, concentrandosi in particolare sul genere dell'antologia, attraverso riflessioni teoriche e studi di caso appartenenti alla storia letteraria italiana."" -
La città italiana come spazio letterario nel contesto mediterraneo (1990-2015)
Dal punto di vista spazio-letterario le città del Bel Paese si palesano, nell'ultimo venticinquennio, come entità estremamente fluide per quel che concerne l'identità, la cultura e persino lo stesso territorio materialmente inteso. Sono sempre più osmotiche, anche se talvolta forzatamente, verso i movimenti di persone e di idee provenienti dal Sud europeo e mediterraneo. Stando così le cose, l'Italia si pone, o è posta, come lo spazio di discussione tra il Nord e il Sud dell'Europa e i Paesi dell'intero bacino del Mediterraneo, uno spazio che, più di ogni altro, vive gli scontri, i dissensi in cui í dialoghi si tramutano, in questi anni, in arringhe appassionate dei nuovi nazionalismi in crescita esponenziale. Uno stato di cose simile, di tensione perenne, si riflette inevitabilmente sullo spazio urbano, che vive il crampo della conurbazione e del campanilismo. Ciò, però, non significa affatto che lo spazio letterario italiano nel suo contesto mediterraneo sia stato reso instabile al punto da risultare sfuggente a uno sguardo critico. Piuttosto, esso è mutevole nel più fecondo dei modi: la pluridecennale crisi che ormai lo caratterizza pare fungere da catalizzatore nella percezione di sé di quello spazio come avamposto del Sud e del Mediterraneo a cospetto dell'Europa settentrionale, nel ruolo complesso dell'ottavo nano del G8 e, al contempo, del Paese leader, malgré lui, di un Sud europeo in rapida espansione. Saggi su Sciascia, Ferracuti, Piazzese, Consolo, Svevo, Sorrentino, Ferrante, Parrella, Quarantotti Gambini, Ammaniti e altri. -
Salvator Rosa tra pennelli e versi. Con la raccolta di tutte le «Poesie»
I pittori-poeti, che furono tanti, sin dalle origini della nostra storia letteraria, rappresentano, poi, una categoria a parte. I pochi lettori moderni della scrittura di un pittore ""di grido"""" normalmente premettono una corposa premessa giustificativa, che consenta di non incorrere nelle ire dei critici d'arte. Forse per questo di un pittore-poeta come Salvator Rosa sono a malapena note le sette Satire, la cui ultima edizione risale al 1995. Della restante produzione - lettere e liriche - non esistono edizioni critiche; la biografia non è mai stata del tutto affrancata dalle romantiche trasfigurazioni dell'appassionata Lady Morgan. Il risultato è che, a quattrocentotré anni dalla sua nascita, Salva tor Rosa è, per i più, pittore di paesaggi, battaglie, santi, filosofi e peccatori, con qualche velleità letteraria, in perfetta consonanza con le mode accademiche e cortesi del Siglo de oro."" -
Dialetto e canzone. Uno sguardo sulla Sicilia
Negli ultimi decenni la canzone in dialetto ha conosciuto una straordinaria fioritura in concomitanza con lo ""sdoganamento"""" delle varietà locali. Oggi che nel nostro Paese il processo di italofonia può dirsi pressoché concluso, si ritorna al dialetto per una specie di senso di nostalgia. E mentre il dialetto perde parlanti nativi e funzioni comunicative """"ordinarie"""", compare in ambiti nuovi, fino a qualche tempo fa del tutto impensabili. Così nella canzone, dove si presta ad ampliare il «potenziale di variazione», a soddisfare bisogni espressivi ai quali l'italiano non sembra in grado di rispondere e, più in generale, a simboleggiare il ritorno alle radici come """"meccanismo di difesa"""" dall'effetto alienante della globalizzazione. Il volume descrive il dialetto nella canzone facendo riferimento ai testi di artisti prevalentemente siciliani all'interno di un panorama ampio ed eterogeneo che abbraccia le esperienze di successo anche internazionale (Carmen Consoli, Franco Battiato, Agricantus) e quelle più locali e meno note."" -
Ecce video. Tv e letteratura dagli anni Ottanta a oggi
«Il libro di Melani e Venturini copre un periodo che va dalla conclamata conquista dell'egemonia mediale da parte della tv, all'inizio degli anni Ottanta, sino ai nostri anni, in cui l'abdicazione verso rete e new media - attesa come nella Fortezza Bastiani lo erano i Tartari - non è ancora intervenuta. Sono i decenni in cui il dibattito è passato dagli ultimi fremiti apocalittici sulla «cattiva maestra» a interrogativi meno superficiali e moralistici sul modo in cui la tv costruisce e modella ciò che presenta e rappresenta. [...] Dalla televisione come male, flagello che cí sferza dall'esterno per soggiogarci, alla televisione come forma di modellizzazione sociale, che ridisegna e ridefinisce gerarchie e ruoli attraverso il criterio unico dell'intrattenimento. [...]. L'«Ecce Video» letterario è diventato così un «Ecco a noi»: un modo per chiederci quale sia l'acqua in cui siamo immersi e in cosa consista il nostro flagello, attuale e virtuale al tempo stesso.» (dalla Prefazione di Stefano Bartezzaghi) -
L' etichettario. Dizionario di alternative italiane a 1800 parole inglesi
Sempre più parole inglesi sono entrate nel lessico quotidiano (in tv, alla radio, durante le riunioni aziendali, nelle pubblicità), le leggiamo, le usiamo talmente spesso che non ci facciamo più caso. Eccone una prima lista, una per lettera dell'alfabeto: after-shave, box office, casual default, escalation, flyer gate, hand-made, in progress, jackpot, kit, leader, manager, on demand, playlist, quiz, reception, scottex, toner, unisex, vamp, workshop, xl, yacht, zapping. Siamo proprio sicuri non esistano alternative italiane che non siamo più abituati ad usare? -
L' e-taliano. Scriventi e scritture nell'era digitale
Il volume raccoglie cinque saggi su quella varietà di scritto che qualche anno fa Giuseppe Antonelli, autore della messa a punto che fa da apertura al volume, ha denominato e-taliano; seguono quattro contributi dedicati rispettivamente alle risorse digitali nell'insegnamento dell'italiano (Stefano Telve), alla tipologia delle scritture spontanee di scriventi non professionisti (Giuliana Fiorentino), alla scrittura burocratica che cerca sul web quella chiarezza che non è stata raggiunta in oltre vent'anni anni di interventi legislativi (Sergio Lubello) e alle produzioni dei nuovi semicolti (Rita Fresu). -
Fake news. Cosa sono e come imparare a riconoscere le false notizie
Le fake news sono nate con Internet e i social network o anche questa è una bufala? Come si fa a riconoscere una notizia vera da una falsa? Ma, prima ancora, cos'è una fake news, chi le crea e perché? A queste e a molte altre domande risponde Michelangelo Coltelli, fondatore di BUTAC - Bufale un tanto al chilo - uno dei blog di fact-checking più letti in Italia, insieme al suo braccio destro Noemi Urso. Gli autori ci portano indietro nel tempo, fino ai tempi di Costantino, per farci scoprire che le fake news ci accompagnano da secoli, e poi ricondurci al presente, pagina dopo pagina a capire come non perdersi tra le milioni di informazioni che ci scorrono sotto gli occhi ogni giorno. Questo attraverso degli indicatori, delle ""spie"""" che ci aiutano a valutare se ciò che leggiamo è attendibile o meno e dunque a non diventare anche noi dei """"condivisori"""" di false notizie, online e offline. Una guida """"antibufala"""" da tenere sempre a portata di mano, ricca di consigli, spunti di riflessione, approfondimenti, strumenti e luoghi del web a cui affidarci per verificare i fatti, e vederci più chiaro."" -
«Un'arte che non langue, non trema e non s'offusca». Studi per Simona Costa
"Questo volume intende rendere omaggio alla studiosa che ha contribuito in maniera decisiva all'interpretazione degli autori frequentati, dalle fondamentali indagini sulla parabola alfieriana alle analisi innovative sulle opere di d'Annunzio e di Pirandello, per arrivare alla contemporaneità, come testimonia la Bibliografia degli scritti, curata da Simona Onorii e Francesca Tomassini; e si propone, inoltre, di onorare la docente che negli anni di appassionato insegnamento nelle università di Firenze, Sassari, Trieste, Macerata e Roma Tre ha formato moltissimi studenti e dottorandi. Al contempo, vuole mettere in rilievo l'aspetto di mediatrice intellettuale da lei assunto in vari ambiti istituzionali e pubblici - dal servizio prestato al CUN alla presidenza del Premio Viareggio-Rèpaci fino al recente ruolo di presidente della società per lo studio della Modernità Letteraria (MOD) - per evidenziare quanto Simona abbia sempre coniugato la ricerca e la didattica con l'impegno organizzativo e gestionale, dedicando molte delle sue energie a incarichi volti a migliorare l'assetto del mondo universitario e culturale italiano. I saggi qui raccolti, firmati da studiosi autorevoli e da giovani allievi provenienti da diversi Atenei, si dipanano lungo un esteso arco cronologico e tematico, rappresentando, a ben vedere, una mappa della ricerca letteraria in Italia articolata per snodi tematici, figure, testi. La preponderanza degli studi novecenteschi non offusca la consistenza delle indagini sui secoli precedenti, tracciando un percorso critico che riflette l'iter di studi e ricerche di Simona Costa, guidato costantemente dalla fedeltà ai testi e insieme dal desiderio di esplorare i confini tra le arti, sullo sfondo di un continuo interesse di tipo storico. Il quadro letterario che ne emerge è composito, eterogeneo e in movimento, ma anche saldo e rigoroso nel documentare le tendenze dell'italianistica attuale."""" (Dalla Premessa)" -
People watching in rete. Ricercare, osservare, descrivere con l'etnografia digitale
Perché le persone decidono di far parte di una comunità virtuale e condividere le proprie esperienze? Con che linguaggio si relazionano sui social? Quali sono gli usi, i costumi e i rituali? L'etnografia digitale mappa e descrive i comportamenti umani in Rete, prendendo in prestito dalle scienze umane la paziente attitudine all'ascolto e all'osservazione: insomma, anziché studiare le persone nascosto dietro un cespuglio, il ricercatore lo fa mimetizzato in un gruppo chiuso su Facebook. Facendosi strada tra trending topic, gattini, small data e nuovi linguaggi condivisi, dribblando profili fake, lurker e ""marchette"""", analizzando le community più svariate - dai tifosi della Juventus ai fan di Nino D'Angelo, passando per Trump e le mamme pancine Alice Avallone traccia un percorso agile, pratico e ricco di storie che aiuta a capire meglio chi sta dall'altra parte dello schermo e, in fin dei conti, chi siamo noi quando ci muoviamo e conversiamo nei territori digitali. Si parte con lo studio: dalle osservazioni sui barbari nelle Storie di Erodoto del V secolo a.C. ai Cyberculture Studies degli anni Novanta. Poi, soprattutto, si fa pratica sul campo: si esplorano le motivazioni che ci portano a far gruppo sul digitale, i codici linguistici più ricorrenti, le emozioni che si nascondono dietro emoji e parole. E infine si scrive. Per raccontare il nostro presente e le tendenze del futuro."" -
Il fattore P. Sblocca il tuo potenziale comunicativo
Questo libro è quanto di più pratico possiate leggere sulle tecniche di comunicazione efficace e sul public speaking: all'interno contiene tantissimi esercizi, il cui obiettivo è far prendere coscienza, pagina dopo pagina, delle immense potenzialità degli strumenti a disposizione di ciascuno dei noi (voce e corpo) e del loro corretto uso. Il fattore P affronta in modo scientifico l'ampio tema della comunicazione, focalizzandosi su quella professionale. Lo fa con un approccio ""energetico"""", il Metodo POWER, studiato e messo a punto dal suo autore, che insegna a riconoscere, eliminare e sostituire tutti gli atteggiamenti depotenzianti. Quelli che abbiamo erroneamente acquisito per inesperienza e insicurezza e dietro i quali ci trinceriamo quando presentiamo un'idea, un progetto, uno speech. L'autore, un giovane e moderno Maestro Miyagi della comunicazione, vi prenderà per mano, vi farà scoprire come diventare speaker migliori, consapevoli, autocritici. E, con la giusta pratica, sarà possibile notare il cambiamento, sbloccare il proprio potenziale comunicativo - sul palco, in aula, in ufficio - e, soprattutto, trovare il proprio fattore P."" -
L' eredita' di Antigone. Sorelle e sorellanze nelle letterature, nelle arti e nella politica
La sorellanza, inquietudine fra le più impetuose e interessanti della nostra vicenda culturale e nome di uno dei grandi affetti che fanno la storia, viene esplorata qui in una molteplicità di rappresentazioni, scelte fra le più significative nel corso dei secoli (fra cultura classica ed età contemporanea) e nel campo dei saperi (dalle letterature al teatro alle arti visive, dalla filosofia alla politica alla storia del costume, della spiritualità, della musica). Legame antico e forte, capace di lasciare il proprio segno nella sfera pubblica oltre che in quella privata e di esprimersi con non minore intensità se dalla dimensione biologica si sposta su quella elettiva, spirituale o simbolica, la sorellanza viene peraltro seguita nella sua fondamentale parabola di trasformazione, il cui punto di svolta è segnato dall'irrompere della voce e dell'ingegno femminile nel mondo. Allorché le sorelle, già dolci compagne di pena e di morte, si avviano a diventare, con allegrezza e speranza, compagne di viaggio verso un futuro di libertà. -
La lingua che fa scena. Dalle grammatiche rinascimentali alla comunicazione via web
I prismatici interessi dell’autrice sono testimoniati dalle quattro sezioni di cui si compone il volume: nella prima, grammatica e grammaticografia, si affrontano questioni che vanno da Leon Battista Alberti alle indicazioni normative del XIX e del XX secolo. La seconda si incentra sull’italiano lingua per musica, con attenzione sia a studi di carattere lessicale sia ad analisi più circoscritte di libretti d’opera. L’informazione (compresa quella più moderna sul web) e la carta stampata sono poi al centro della terza sezione, dedicata ai mass media. Chiudono il volume alcuni saggi sulla lingua letteraria di Manzoni e di altri autori contemporanei, con particolare attenzione alla scrittura femminile. Prefazione di Maurizio Vitale. -
Migrazioni della lingua. Nuovi studi sull'italiano fuori d'Italia
Il volume raccoglie i contributi di linguisti e storici che riflettono sul ruolo centrale dell’Italia e della sua lingua nel mondo continentale e mediterraneo. Un tema, oggi più che mai al centro del dibattito, non solo culturale ma anche politico. L’italiano fuori d’Italia si è imposto come lingua tanto di cultura che di comunicazione, diffusasi nello spazio e nel tempo senza una dominazione politica ma solo grazie al prestigio culturale e al successo dell’italiano come veicolo efficiente di scambio nel Mediterraneo e nell’Oriente balcanico. È oramai è noto che nel mondo si sono affermate e diffuse le parole della musica, delle arti, dell’artigianato artistico e, su altro piano, delle operazioni commerciali e finanziarie, ed è conosciuta altresì la fortuna degli italianismi nel periodo del Grand tour e, in epoche recenti, delle parole e degli stili della cucina, della moda e del Made in Italy. -
Ippolito Nievo traduttore e tradotto
Ippolito Nievo già all'inizio del XIX secolo, con M.me de Stael, perorava «l'utilità delle traduzioni» per avvicinare l'Italia all'Europa evoluta e civile. E proprio i patrioti volevano collegarsi alle altre lingue e letterature europee, mentre, paradossalmente, erano i puristi, apparenti difensori dell'italianità, a essere austriacanti. Nievo traduce da poeta i poeti e gli scrittori ma, insieme, da poeta e da scrittore, viene tradotto, talora sorprendentemente come una sorta di best-seller: è il caso della traduzione delle ""Confessioni d'un italiano"""" in Spagna. Il volume studia la vocazione di Nievo come traduttore dal francese e dal tedesco di autori come Victor Hugo e Heine, ma anche il fenomeno delle prime traduzioni """"internazionali"""" dello scrittore friulano."" -
Parole e cose. Il lessico della cultura materiale in Campania
Gli otto saggi raccolti in questo volume indagano vari aspetti del lessico della cultura materiale in Campania: i contributi spaziano dalla riflessione su esempi moderni, ottocenteschi, di parole dialettali legate alla vita quotidiana (De Blasi), alla ricostruzione della storia di un termine della pastorizia irpino (Abete); da una ricognizione storica del lessico dell'arte dei merletti (Troiano) a uno studio sui nomi degli strumenti di cucina in napoletano (Di Bonito); da indagini sulla presenza del lessico della cultura materiale nei proverbi campani (Rondinelli-Vinciguerra), nella lessicografia napoletana del Cinquecento (Montuori) e nell'italiano popolare di testamenti olografi novecenteschi di area campana (Lubello-Tornatore) all'analisi di alcune metafore tratte dal mondo dell'agricoltura tra passato (Lo cunto de li cunti) e presente (Cascone-Stromboli).