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L' ombra dell'eroe. Il mito di Garibaldi nel romanzo italiano
Abba, Bandi, Checchi, Mario, Nievo e gli altri memorialisti che vissero e poi rievocarono l'epopea garibaldina; Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia e gli altri scrittori siciliani che la rivisitarono criticamente; e ancora Malaparte, Vittorini, la Banti, Bianciardi e altri narratori: dai loro libri l'icona dell'Eroe, Giuseppe Garibaldi, illumina comunque un secolo e più di letteratura, offrendo alla precaria identità dell'Italia d'oggi un mito che, anche quand'è messo in questione, nulla perde della sua efficacia. Si direbbe anzi che, come sul romanzo francese dell'Ottocento e sui suoi ambiziosi e sfortunati protagonisti si allunga l'ombra gigantesca di Napoleone, così sull'immaginario dei nostri narratori incomba l'archetipo-Garibaldi, con l'evidenza di un monumento equestre e con l'urgenza di un problema irrisolto. Un mito necessario, dunque, e tuttavia problematico, se oggi come ieri divide; ma è proprio su una memoria divisa, contrastata, plurale che si reggono l'identità e le sorti delle nazioni civili. -
Genius loci
Gli esseri umani hanno sempre sospettato che la realtà andasse oltre l'apparenza, che dietro la dimensione fenomenica si celasse uno sconfinato mondo di alterità indistinte che le pratiche magiche e spiritualistiche cercavano di individuare, conoscere, talvolta persino di controllare o sfruttare a proprio vantaggio attraverso riti divinatori, espedienti apotropaici, liturgie religiose. Nei luoghi sembrava nascondersi un.entità, un genius, che ne era sovrintendente ed espressione. Anche oggi l'uomo quello postmoderno, che affida al razionalismo, al relativismo, al vaglio della critica razionale, e qualche volta persino al cinismo, le modalità della conoscenza attribuisce ai luoghi un'identità. Persino la metropoli tentacolare, così apparentemente anonima e standardizzata, possiede una, anzi tante identità quante sono le componenti sociali e culturali che la abitano. La ricerca socioantropologica, grazie ad innovative metodologia visuali, può offrire suggestivi suggerimenti per rileggere la città nelle sue identità significative, nelle sue peculiarità che permettono a ciascun individuo di ritrovare sé stesso nei luoghi che frequenta e che gli sono familiari. -
Il sergente di Marco Paolini. Epica, memoria e narrazione
Nel 2004 Marco Paolini porta in scena Il Sergente tratto dal romanzo di Mario Rigoni Stern. Nel 2007 una nuova versione dello spettacolo viene trasmessa in prima serata su La7. Si tratta, in entrambi i casi, di una performance che intreccia la tensione memorialistica di Rigoni Stern con la capacità affabulatoria dell'attore. L'esito di tale ""trasposizione di esperienze"""" è uno spettacolo emozionante, in cui la guerra, fatta da poveri uomini, viene rivissuta senza enfasi retorica. Il libro ripercorre le diverse fasi di lavorazione dello spettacolo, mettendo in luce la sensibilità di Paolini, la forza della sua dizione, il coraggio di proporre """"un teatro forse come addestramento"""", un teatro """"come istruzione""""."" -
Antigone. Testo spagnolo a fronte
Sofocle con Antigone ha creato un capolavoro e un paradigma della poesia, dando del dolore tragico una definizione insuperata, un modello da riprendere ogni qual volta individuo e polis si incontrano per scontrarsi. Antigone, quella dei moderni, è exemplum estremo della mancata riconciliazione tra le parti. Una figura-proscenio, l'epifania dell'impossibile, maledetta, felicità. L'Antigone della scrittura espriuana è tutto questo e specchio della catalanità ante e post guerra; un corpo mistico e mitico che veicola segnali di riconciliazione dei dolori, simbolo della donna-patria, corpo oltraggiato della Pietas. -
Il professor matusa e i suoi hippies. Cinema e musica in Italia negli anni Sessanta
Dalla fine degli anni Cinquanta il cinema italiano, sempre attento e ricettivo nei confronti del patrimonio musicale nazionale, segue i mutamenti in atto: la divisione tra i vecchi ""leoni"""" della melodia e le nuove leve che sulla scia del grande successo mondiale del rock and roll rielaborano i nuovi suoni in chiave di frattura generazionale; e poi, nel corso degli anni Sessanta, l.esplosione del Beat e tutti i fenomeni culturali di massa che alla musica legano strettamente nuove immagini, modi di vestire ed atteggiarsi che colgono e amplificano le ansie di libertà di una generazione che si avvia alla vera contestazione sul piano sociale e politico. Il cinema italiano attinge ai nuovi suoni sia utilizzando le canzoni dell'epoca come paesaggio e contrappunto sonoro per la commedia all'italiana più attenta ai mutamenti di costume, sia dando vita a un vero """"sottogenere"""", battezzato """"musicarello"""" in evidente richiamo ai """"carosello"""" pubblicitario, che fa da lancio commerciale per le star canore, impegnate a recitare e cantare su canovacci semplici quanto efficaci, regolarmente attorniati da alcuni grandi caratteristi del cinema comico."" -
Disegnarsi. Identità e alterità nei disegni infantili
L'utilizzo delle parole spesso vincola e limita l'informazione comunicata rendendola parziale. Il disegno in quanto modalità di comunicazione analogica e visuale, può arricchire questa parzialità, ma non il disegno in sé come insieme di tratti colorati (altrimenti si rischierebbe di considerarlo unicamente una tecnica o un compito) ma come mezzo attraverso il quale i soggetti organizzano, strutturano e interpretano se stessi e il proprio mondo sociale e culturale, rivelando al tempo stesso le loro idee, i loro sentimenti e le loro conoscenze. Le immagini, quindi - come d'altronde le foto, i video, il mito (e i miti familiari), i riti sociali - sono fatti di cultura o fatti sociali totali che riflettono il sistema di valori, i codici interpretativi ed i processi cognitivi del loro autore e mettono in scena la realtà sociale e culturale nella sua globalità, permettendo a singoli o gruppi di confrontarsi con molteplici versioni del mondo oltre quella accettata e dominante della propria cultura. -
Il capitano Morello. Una vita per l'Italia
La volontà di recuperare, negli anni della seconda o terza Repubblica che dir si voglia, il senso della lotta di Liberazione alla storia del nostro Paese, come stagione autenticamente ""costituente"""", pur attraverso il vissuto di un singolo personaggio fa da guida a questo volume: un'esperienza, quella del capitano Morello, letta e proiettata sullo sfondo di una vicenda collettiva di grande impatto, come la repubblica dell'Ossola, e di una militanza in formazioni partigiane assurte quasi a leggenda nella nostra """"guerra di popolo"""". La figura di Giuseppe Burtone viene così via via delineandosi, sottratta al silenzio quasi pudico che l'ha accompagnata per interi decenni, restituita alla pregnanza dei suoi impulsi istintivi, alla maturità di motivazioni che vengono progressivamente dispiegandosi, alla consistenza di consapevolezze morali, civili e politiche forgiatesi nel corso della lotta resistenziale: il sentimento patriottico, la ribellione a una dittatura oppressiva, la cristiana solidarietà con le popolazioni indifese, l'ansia di libertà e la sete di giustizia, l'aspirazione alla democrazia come regola della convivenza e condizione di progresso, la volontà di riscatto della nazione, e poi l'impegno alla partecipazione ai giorni e alle opere della vita pubblica, il servizio alla propria comunità di origine e di appartenenza."" -
La primavera di Catania. Enzo Bianco e Nello Musumeci tra governo e consenso
Cento morti ammazzati l'anno, decine di arresti eccellenti, i colossi dell'edilizia in frantumi, l'incubo della disoccupazione per migliaia di operai, il centro storico catanese invivibile la sera, strade provinciali impercorribili, scuole senza luce e senza arredi, il megacentro Le Ciminiere chiuso e vandalizzato, gli enti locali paralizzati da una partitocrazia agonizzante. Era questo il capoluogo etneo, col suo entroterra, agli inizi degli anni Novanta. È bastato un decennio per capovolgere tale immagine di devastante degrado e trasformarla in modello vincente nell'immaginario collettivo. Due uomini, Enzo Bianco e Nello Musumeci, così diversi e così simili, in competizione tra di loro, alla guida del Comune e della Provincia. Per dare vita alla ""Primavera di Catania""""."" -
Il lato oscuro della postmodernità
In un'epoca di cambiamenti sociali tra i più dirompenti, il rapido progresso tecnologico, unito a una rete sempre più fitta di connessioni globali, procede di pari passo con la produzione di nuovi rischi, come quelli generati dalle tecnologie atomiche, genetiche e chimiche, dando luogo ad effetti meno facilmente individuabili, ma più prorompenti. I nuovi rischi, infatti, si insinuino ovunque silenziosamente e indipendentemente dalla libera scelta di ognuno, essendo spesso 'respirati o ingeriti"" senza che i nostri organi di senso li percepiscano. Le attuali minacce appaiono, dunque, come il lato oscuro della postmodernità che, smentendo la possibilità di un progresso lineare e infinito garantito dalla conoscenza, ha indotto i cittadini a diffidare delle sue promesse. In questa cornice di referenza, leggere gli avvenimenti del tempo presente non è semplice."" -
Zogru
Zogru è un essere che sgorga dal centro della terra, un giorno durante la settimana di Pasqua del 1460. Inizialmente, egli si manifesta come un lungo filo sottile, ed è in questa forma che penetra nel sangue di un uomo di nome Pampu, lasciando due piccole punture sulla sua gola. Zogru impara a vivere all'interno e adattarsi alle sua nuova realtà, mentre l'uomo acquista poteri insoliti. Nel rumeno ambiente medioevale del regno di Vlad Dracul, l'apparizione di Zogru non passa inosservata, e l'uomo in cui abita è sospettato di essere caduto sotto l'influenza di un vampiro. -
In un mare di ritagli. Su Sciascia raro e disperso
Per capire l'opera di Sciascia nella ricchezza delle sue implicazioni non si può fare a meno di tener conto della sua collaborazione a piccole e grandi testate, di una folta pubblicistica solo in parte confluita in volume, trascurata, se non del tutto ignorata dalla critica. Questo libro richiama l'attenzione sul 'secondo mestiere' di Sciascia, mettendone in collegamento i testi 'visibili' con tanti suoi articoli rimasti finora 'sotterranei'. Nel ""mareggiare dei ritagli di giornale"""" spiccano, particolarmente preziosi, gli articoli sull'""""Ora"""", da leggersi lungo un arco cronologico pluridecennale, nonché quelli su """"di guardia!"""", risalenti ai primi anni Quaranta, che permettono di ricostruire i suoi primi passi nella pubblicistica civile e politica, illuminando in particolare il suo ruolo di dissimulatore onesto sotto il fascismo. A chiudere il volume è un ricco contributo alla bibliografia degli scritti di Sciascia."" -
Trattato dell'architettura militare defensiva et offensiva
Il volume ricostruisce, attraverso l'analisi della vicenda intellettuale del gesuita Giacomo Masò (l626-1674), la genesi di un prezioso codice manoscritto di architettura militare. Lo studio dell'opera di Masò ci permette di collocare l'architettura nell'ordo scientiarum della Compagnia di Gesù e di descrivere il ruolo degli architetti dell'Ordine. Un discorso a parte merita l'architettura militare che molto spesso fu osteggiata dalle gerarchie della Compagnia perché contraria ai precetti del cristianesimo. Non sempre questi divieti fecero desistere i padri dal professare un pubblico interesse per queste tematiche creando non poche frizioni all'interno dell'Ordine, come fu nel caso di Masò. L'unicità dell'opera di Masò risiede, dunque, sia nella sua provenienza gesuitica sia nel suo essere stata elaborata in occasione di un corso di lezioni per i Cavalieri di Malta che il gesuita tenne nell'isola a metà degli anni Cinquanta del XVII secolo. Masò dimostra non solo di conoscere il modo di fortificare alla 'moderna', ma è consapevole di quanto la tradizione italiana ed europea aveva elaborato fino ad allora per far fronte alla novità delle armi da fuoco. -
Fare l'Italia. Destra e Sinistra (1861-1887)
Il periodo che va dal 1861 al 1887 rappresenta una fase cruciale nella storia d'Italia. Si tratta del momento in cui si avviano i processi di State e di Nation bulding tipici dell'Ottocento europeo. Nel 1861 finisce la storia di un paese politicamente frammentato e inizia quella di uno Stato unitario che, nei venticinque anni successivi, dovrà affrontare enormi problemi economici, politici e sociali. Partendo da una condizione di complessiva e grave arretratezza, la nuova classe dirigente, di Destra e di Sinistra, riuscì comunque a raggiungere importanti obiettivi. Nel contesto di un sistema politico e costituzionale più avanzato rispetto a quello degli Stati preunitari, furono creati un mercato, un esercito e un sistema scolastico nazionali, una giurisdizione e un apparato legislativo uniformi e una rete infrastrutturale più moderna ed efficiente. -
Maternità e paternità. Punti di vista a confronto sulla genitorialità
I grandi cambiamenti che hanno caratterizzato la seconda parte del XX secolo, l'accelerazione che tutto il sistema di vita ha ricevuto dalle nuove forme di comunicazione possono essere considerati fenomeni capaci d'intervenire sul profilo personale di ciascun essere umano, sul suo sentimento identitario e sulle modalità attraverso le quali lo stesso declina i ruoli che, nell'arco dell'esistenza, si trova ad affrontare. In questo quadro di rapidi e profondi sconvolgimenti che intervengono sull'agire e sul pensare umano, anche l'idea che ciascuno ha di sé in quanto genitore (reale o rappresentato) viene sottoposta ad un processo di rimodulazione continua. -
Rappresentare il territorio e l'ambiente
La lettura e la rappresentazione del territorio, con riferimento alla questione ambientale, alla sostenibilità e alla pianificazione territoriale ed ecologica, sono attività multidisciplinari da indirizzare verso approcci integrati e sistemici. Tali approcci consentono di riconoscere e gestire la complessità del sistema di relazioni che coinvolge le attività antropiche e i processi naturali. Dopo l'analisi di specifici ambiti disciplinari (geodesia e cartografia, telerilevamento e uso del suolo, rilievo delle dinamiche territoriali, urbanistica, scienze sociali ed economiche), il testo affronta i temi della complessità, dell'imprevedibilità degli effetti e dell'indeterminazione cognitiva quale guida ai processi di lettura, di analisi, di rappresentazione e di pianificazione degli ambienti urbani, rurali e naturali. -
Il genius loci e la leggenda di Calafarina. Storia, paesaggio e ambiente
L'area del Capo Pachino presenta le caratteristiche di un'originale quanto controversa stratificazione storica. Alle sue evidenze archeologiche e alle peculiarità ambientali, fanno da contraltare i pesanti interventi che sulla spinta dell'abusivismo della fine degli anni '70 hanno in parte compromesso l'originaria unitarietà paesaggistica. Si sono pertanto proposte alcune considerazioni incentrate su una lettura di lungo periodo delle vocazioni territoriali dell'area, cioè sulle persistenze storiche ed ambientali e sulle discontinuità legate sia alle attività agricole tradizionali (il paesaggio agrario ""costruito"""") che su quelle dell'agricoltura in serra. L'approvazione delle linee guida al PRG hanno così presentato l'occasione per ripensare il destino del territorio, evocandone le sue vocazioni (agricoltura, storia, ambiente, paesaggio) e legandole al tema della sostenibilità: uno dei rari momenti in cui il ruolo dello studioso si abbraccia con quello dell'amministratore locale. Ne viene fuori una lettura che assegna ai beni ambientali e culturali un grande ruolo di sviluppo, incentrato sulla sostenibilità come strumento per superare l'attuale crisi."" -
Le produzioni tipiche agroalimentari in Sicilia
Il presente contributo ha lo scopo di realizzare un sintetico ""identikit alimentare"""" delle produzioni alimentari siciliane di qualità, individuando accanto alle eccellenze già note (prodotti DOP e IGP) o ad alcuni prodotti dall'eco internazionale (i cannoli, la cassata, la pasta con le sarde ecc.) altre produzioni non altrettanto conosciute ma meritevoli certamente di un approfondimento, di una maggiore diffusione della loro conoscenza e di una valorizzazione che potrebbe contribuire, nello specifico, ad un maggiore sviluppo del Sistema agro-alimentare isolano e, più in generale, a quello socio-economico della Sicilia."" -
Realtà e astrazione. Scuola polacca ed epistemiologia post-positivistica
Oltre ai grandi e più noti contributi alla logica e alla storia della logica di pensatori come Tarski, Lukasiewicz, Lesniewski, la filosofia polacca contemporanea ha elaborato concezioni originali su questioni filosofiche generali e di filosofia della scienza. In particolare, si sono distinte due scuole, quella di Leopoli-Varsavia, sviluppatasi fra le due guerre, e quella più recente di Poznan. Elemento comune che caratterizza entrambe le scuole è una concezione della scienza antiempirista che valorizza il ruolo dell'astrazione e dei modelli nella costruzione delle teorie. Questo studio che si propone in versione riveduta e corretta dopo la sua prima edizione del 1990 ha fondamentalmente due scopi: colmare una lacuna nella storiografia filosofica italiana sulla filosofia polacca in generale nonché sulle due scuole prima menzionate e utilizzare gli strumenti analitici da esse forniti per contribuire al dibattito su alcuni di quei problemi quali il realismo, la verità, il progresso scientifico che sono stati al centro dell'attenzione dopo la crisi del positivismo logico e con lo sviluppo della filosofia della scienza post-positivista. -
I Mille. Ricordi del protagonista
L'opera ""I Mille"""", fu scritta da Giuseppe Garibaldi dieci anni dopo la sua famosa impresa, come del resto si rileva da una lettera che Garibaldi inviò a Riboli il 20 febbraio 1872, nella quale gli dà notizia che il manoscritto è pronto per la stampa. Rifiutato da vari editori per l'aspro contenuto, in certi casi fortemente irriverente, l'opera fu pubblicata nel 1874 in pochi esemplari, con i tipi di Camilla e Bertolero di Torino. Per quanto quindi fosse un'edizione privata per i soli sottoscrittori, ciononostante la sua uscita suscitò vivacissime e aspre polemiche. Un Garibaldi con l'animo amareggiato, sferzante, spesso irriverente, che insorge contro i preti, contro i conservatori, contro la monarchia, contro Mazzini, contro tutti e tutto, infine contro l'ordinamento sociale, ch'egli considera fondato sull'ingiustizia e sulla violenza."" -
Fare a meno della nazione
Questo libro cerca di sviluppare un argomento anti-nazionale fondato sull'ipotesi che identità confini differenze non abbiano che un significato materiale, identificativo, ricognitivo, ma che siano del tutto privi di valore morale e non possano fondare alcuna difesa dell'idea di nazione. Ciò è vero sia in astratto, perché fondare valori su circostanze casuali è del tutto impossibile, sia in pratica perché se è vero che non ogni conflitto può essere evitato, almeno lo è che la ""confusione"""" (delle razze, dei costumi, delle lingue eccetera) abbassa la soglia delle ostilità. Per dimostrare l'inutilità della nazione, in questo libro, a differenza di quanto si fa sovente, si muove non dal locale e dal tellurico, ma dalla globalità e dalla sconfinatezza della società planetaria, denunciando alcuni pregiudizi, come quello relativo ai rapporti tra politica interna ed estera degli stati, al mito dell'interesse nazionale e della potenza dello stato, all'illusione della coessenzialità tra stato e nazione, al rifiuto di introdurre il giudizio morale nella politica internazionale.""