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Le peripezie di un cinese in Cina
Il giovane Kin Fo ha tutto quello che si può desiderare: è ricco, colto, elegante, erede di un patrimonio invidiabile e non ha alcun bisogno di lavorare, ha una bella fidanzata che lo adora e vive in un palazzo a Shanghai dotato di tutti gli ultimi ritrovati della tecnologia della sua epoca, dal telefono al riscaldamento. Ma tutto questo non gli dà la minima emozione e trascorre i suoi giorni nella noia, indifferente a tutto, finché non riceve una lettera… Una lettera inattesa che dà inizio a una serie di avventure sempre più intricate. Verne ci trasporta in Cina, nell’unico racconto che lo scrittore abbia mai ambientato in un paese dell’Asia: a differenza dei Poli, dell’Africa e dell’America del Sud, l’Estremo Oriente non è mai stato protagonista dei suoi romanzi. In un susseguirsi frenetico di colpi di scena, rivelazioni inaspettate e personaggi misteriosi, l’inventiva di Jules Verne è inesauribile e come sempre sa dosare perfettamente avventura, humour e divulgazione scientifica. -
Horca myseria. Origini, splendore e decadenza del sogno di un libraio
Questo libro, che nel titolo strizza l'occhio a un grande successo degli anni Settanta di Stefano D'Arrigo, ""Horcynus Orca"""", è il ritratto giocoso e a volte spregiudicato nei giudizi, di una Milano capitale culturale d'Italia: dalla penna dell'autore escono non personaggi di fantasia, ma uomini e donne che Renzo Cortina ha conosciuto, ospitato in casa sua e tra le pareti della sua libreria, uno fra tutti, al quale era stretto da profonda amicizia: Dino Buzzati, che trovava nell'eclettismo irrequieto di questo libraio di piazza Cavour, un suo quasi alter ego. In quelli che sono ricordati tristemente come gli anni di piombo, Cortina era fremente di vitalità e di idee, forse, anche un po' troppo d'avanguardia. Ed ecco che, sotto forma di sogno, come esplicitato nel sottotitolo, l'autore riesce a glorificare la sua esperienza citando i numerosissimi personaggi che nel corso degli anni ha conosciuto e con i quali ha stretto amicizia, espressione della sua vulcanica personalità e della sua spiccata simpatia ed empatia, che era la cifra del suo vivere e del suo successo."" -
Nelle terre dei profumi e dei veleni
Questo nuovo volume di Alessandro Pellegatta ricostruisce l'affascinante percorso degli esploratori italiani che, a cavallo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, esplorarono il Sud Est asiatico. Oltre a Odoardo Beccari, si avventurarono con lui in questa remota area del mondo altri esploratori italiani che oggi sono in pochi a ricordare: Giacomo Doria, Luigi Maria d'Albertis, Enrico Alberto d'Albertis, Elio Modigliani, Giovanni Battista Cerruti e Lamberto Loria. L'Italia di quel periodo guardava soprattutto all'Africa: nel 1869, anno dell'apertura del Canale di Suez, Raffaele Rubattino aveva rilevato la baia di Assab e nel 1885 arrivammo a Massaua, in Eritrea. Gli esploratori ""delle terre dei profumi e dei veleni"""" seppero guardare altrove e, senza particolari aiuti esterni, affrontarono territori lontanissimi e quasi sconosciuti per amore di scienza e di conoscenza. Beccari vide nel Borneo il luogo della foresta rifugio, un'oasi di salvezza e, come Thoreau, anelò a un'esperienza primitiva, sopportando la solitudine e i pericoli con leggerezza, cercando di entrare in comunione con la natura. Oggi, pensando a lui e agli esploratori italiani citati in questo volume, abbiamo il dovere di preservare quello che rimane di questa natura selvaggia di questi luoghi e, insieme a essa, la nostra umanità."" -
La luna tra i ciliegi
La luna tra i ciliegi. Storie e leggende dell’antico Giappone è una godibile e ricca raccolta di storie del passato, rappresentative dell’immaginario collettivo del popolo giapponese, riunite da Mario Marega con lo scopo evidente di far conoscere e apprezzare a un pubblico il più possibile ampio la realtà del Giappone. Un’esigenza particolarmente sentita in un mondo – quello italiano degli anni Trenta del Novecento – che ben poco conosceva di quel popolo e della sua raffinata cultura e che spesso era disorientato da stereotipi e pregiudizi. Sono racconti a tratti apparentemente ingenui, densi di sense of humor, percorsi da affetto e ironia. È chiaro l’intento di facilitare la lettura: lo stile di scrittura è diretto e coinvolgente, arricchito sovente da onomatopee, frequentissime e tipiche nelle fiabe giapponesi, ma rese efficaci anche nella versione italiana. L’autore coniuga con maestria la narrazione spigliata e avvincente con un’esposizione sintetica di molti aspetti della cultura, degli usi, delle tradizioni, dei fondamenti del pensiero e della religiosità popolare del Giappone antico, volendo suscitare interesse e simpatia per il mondo giapponese. La scelta stessa dei racconti, dei miti e delle storie è molto accurata e fatta per avvicinare il lettore al “Paese del Sol levante” come afferma l’autore stesso: «Ho cercato di rendere questi racconti più interessanti che fosse possibile con l’aggiunta di schiarimenti su usi e costumi che fan parte del racconto stesso». -
Tappeti delle guerre afghane
Gli eventi che negli ultimi quarant'anni hanno ininterrottamente accompagnato la vita delle popolazioni dell'Afghanistan, hanno determinato un'evoluzione della rappresentazione bellica nei tappeti, ma anche involuzioni stilistiche legate alle contingenze che si susseguivano. Questo libro se da un lato intende delineare una storia esaustiva dei war rugs afghani, ancora oggi connotata da aspetti misteriosi e irrisolti, al tempo stesso fa in modo che il lettore possa, partendo da una sintesi storica dell'Afghanistan, ""percorrere"""" la nascita, crescita e sviluppo di questi meravigliosi tappeti. Una storia fatta per immagini e per informazioni essenziali a comprenderne l'evoluzione, presentando un fatto artistico quasi unico al mondo: l'utilizzo di antichissime tecniche di realizzazione dei tappeti applicate alla """"realtà"""", al quotidiano, nato e concluso in un arco di tempo storicamente brevissimo, tale da determinare per i posteri la possibilità di studiare una fase """"completa"""" dell'arte millenaria dei fabbricanti di tappeti."" -
Le sottilissime astuzie di Bertoldo
Le avventure del popolano Bertoldo - fermate sulla carta da Giulio Cesare Croce - consegnano a una fama duratura il ritratto dell'uomo povero ma libero che, armato solo delle intuizioni di un'intelligenza guidata dal buon senso, riesce a evitare le trappole e gli inganni di un potere arbitrario e pretestuoso, fino a salvarsi da un'ingiusta condanna a morte. Giulio Cesare Croce le raccontava accompagnandosi con la sua lira, nelle piazze e nelle corti italiane, offrendo svago e insegnamento ai presenti con la verve del suo linguaggio immediato e spontaneo e con una freschezza che ha saputo tramandare attraverso i secoli fino a noi. Sicuramente le sue battute e le trovate hanno finito per entrare nel nostro immaginario fino a diventare modi di dire e proverbi di uso comune. Questo gioiello della nostra letteratura è qui riproposto nell'edizione del 1606 - probabilmente l'editio princeps - corredata da saggi critici di Piero Camporesi e di Vittore Branca, importanti per contestualizzare la figura e l'opera di Giulio Cesare Croce nell'ambiente socio-culturale della sua epoca. Il volume contiene anche la riproduzione anastatica dell'edizione originale del 1606. Presentazione di Silvio Berlusconi. Introduzione di Piero Camporesi. Prefazione di Vittore Branca. -
Momo
Momo è un testo permeato di mitologia e di umorismo: scritto in latino intorno alla metà del Quattrocento, è un romanzo satirico che affronta con amarezza e ironia i rapporti tra letteratura e potere politico, tanto da poter sembrare un'allegoria che delinea un universo turbato nei suoi princìpi nel quale le ""cose"""" divine sono offuscate da discordie di ogni genere e dove l'umanità è in una condizione di sofferenza. Si potrebbe dire che l'Alberti voglia descrivere l'aspetto del prossimo futuro, del Rinascimento in arrivo, nel quale le zone d'ombra e i percorsi surreali fanno parte di un mondo che ufficialmente punta sulla ragione e sulla bellezza. Alberti tenta in queste pagine una sorta di gioco che tra sorriso e satira, costruisce quello che unanimemente viene considerato il capolavoro in prosa dell'Umanesimo quattrocentesco e uno dei più alti vertici della letteratura umoristica rinascimentale ma forse anche mondiale, in lingua latina. In questo volume è pubblicato il testo latino stabilito da Paolo d'Alessandro e Francesco Furlan che, insieme, hanno scritto la Nota al testo; la traduzione in italiano è di Mario Martelli, a cui si deve anche una Nota alla traduzione e un ampio apparato di note mentre Francesco Furlan ha approntato l'Introduzione e la Nota bibliografica."" -
STO. Sergio Tofano
Sergio Tofano (STO) (Roma 1886 - Roma 1973) Attore, scrittore e illustratore, studia a Roma Lettere e recitazione, esordendo nel 1909 con Ermete Novelli. Con lo pseudonimo di Sto, scrive e illustra testi per l’infanzia e collabora a numerosi periodici, creando nel 1917 sul «Corriere dei Piccoli» il Signor Bonaventura, al quale dedicherà libri e spettacoli. Docente all’Accademia Silvio d’Amico, ha ricevuto il Premio S. Genesio nel 1961. -
Canto dell'anima, alchimia del Sé. Il Jap(u) J? di Gur? N?nak e la poetica dell'estasi
Espressione di una sintesi semantica e musicale tra lingue diverse del tutto eccezionale nella letteratura mondiale, la poesia di Gur? N?nak si può comprendere attraverso l'esperienza diretta della sua armonia e la contemplazione delle visioni, tanto cosmiche quanto intime e personali, che dischiude. Maestro conosciuto e ampiamente studiato nei paesi anglofoni, sebbene sia uno dei mistici più importanti mai vissuti Gur? N?nak in Italia è ancora poco noto e il suo messaggio quasi sconosciuto. Prefazione di Shiv Charan Singh. -
Il romanzo dei tre regni
Il romanzo dei Tre Regni (qui tradotto per la prima volta in lingua italiana e in versione integrale) è considerato universalmente ""la storia delle storie"""", ovvero il più grande racconto che noi uomini possiamo avere la grazia di leggere. In questo romanzo sono narrate le guerre, le battaglie e le vicende dei mitici antichi guerrieri, per la presa di potere dell'antica Cina, attraverso fatti veri, verosimili, reali o spesso, di fantasia."" -
Naxos. Rivista di storia, arti, narrazioni (2021). Vol. 1: Limiti.
Naxos - si occupa di storia, arti e narrazioni, un coacervo di idee e spunti di riflessioni, impreziosite da una sezione creativa, di narrazioni, poesie e arti figurative, a margine del tema annuale del festival Naxoslegge diretto da Fulvia Toscano che, per questa undicesima edizione, è ""Limiti"""". Si tratta di una rivista multidisciplinare, che accoglie al suo interno pregevoli firme del panorama intellettuale italiano. Uno strumento di lavoro nato per dare consapevolezza a un passaggio che riguarda la storia stessa del festival: un varcare la soglia, un giro di boa verso il secondo decennio del Festival. Ma il tema, in verità, riguarda tutto quello che stiamo vivendo, in questo tempo di mutazioni: i passaggi a cui è sottoposta la nostra vita, di singoli e di comunità. Il presente ci interroga sul senso, smarrito, del limite, e sulla necessità di percepirlo, invece, come indispensabile, per riequilibrare il nostro rapporto col mondo e, prima ancora, con il nostro corpo e con la mente, con la vita e la morte, col dolore, che non sappiamo quasi più neanche nominare. La """"metriotes"""" come monito di antica sapienza, come una voce penetrante che invita a fermarsi e meditare. Il fine non è esplorare nostalgiche retrospettive ma cavalcare futuribili visioni."" -
La via del pugno
Questo libro svela l’approccio metodologico necessario per comprendere la marzialità nascosta nell’arte, attraverso descrizioni tecniche e applicative, concetti chiave e processi espressi minuziosamente, affrontando le due domande cruciali che, prima o poi, tutti i praticanti arrivano a porsi: “A cosa serve quello che faccio?” e, “Cosa posso fare per migliorare?”. La prima domanda nasce spontanea quando uno pratica con costanza e dedizione per un periodo di tempo abbastanza lungo; la seconda è relativa alla pratica: dopo un certo livello il miglioramento deve assumere una connotazione universale altrimenti tutto diventa vano costringendo il praticante o l’atleta, al ritiro. In queste pagine l’autore cerca di dare delle risposte non solo alle due domande fondamentali appena esposte, ma grazie a esempi e dimostrazioni legate allo studio della disciplina, indica una strada da percorrere per automigliorarsi. Il libro è concepito per accompagnare il praticante delle arti marziali interne nello studio sia teorico sia pratico, evitando di cadere in quel torpore tipico di chi intellettualizza eccessivamente la propria pratica. I temi trattati e le informazioni presentate costituiscono inoltre un valido spunto di riflessione per qualsiasi altra disciplina, anche non marziale, grazie a un carattere spiccatamente trasversale che porta a sublimare le differenze, gli ostacoli e le sfide, puntando diritto al significato profondo del concetto di arte marziale. -
Le avventure di un libraio
Quella di Orioli fu una vita fatta di ""incontri straordinari"""": fu con D'Annunzio in Fiume occupata, conobbe Tristan Tzara, fondatore del dadaismo, era commensale abituale alle cene in trattoria con Eugenio Montale e altri poeti, le gite a Siena con Aldous Huxley... Orioli fu un uomo del suo tempo: avventuroso (da cui il titolo perfettamente calzante del suo libro), grande viaggiatore (spesso a piedi per paesini, musei e chiese sperdute alla ricerca dell'in-folio introvabile), spregiudicato, con una filosofia esistenziale sfrontatamente scanzonata e anticonformista per amori, frequentazioni e intraprese commerciali. Quando, infine, si arriva all'ultima pagina e si legge «non mi dispiacerebbe rivivere questa mia vita...», bisogna ricordare che egli morì in piena guerra, lontano dall'amata Italia, a Lisbona, a soli 58 anni, abbandonato da tutti, in solitudine e povertà, assistito solo dal fedele aiutante Carletto."" -
Quattro libri sulle proporzioni umane
I Quattro libri sulle proporzioni umane qui presentati e tradotti integralmente dal tedesco da Giuditta Moly Feo sono, per Albrecht Dürer, protagonista dell'arte rinascimentale tedesca, il punto di arrivo della ricerca e del lavoro di tutta una vita. «Se ne avesse avuto il tempo», scrivono gli amici nel colophon del libro, pubblicato postumo, «Albrecht avrebbe continuato a pubblicare molti altri studi sui colori, sulla prospettiva, sulla luce». Ma la morte, in età ancora giovane, interrompe bruscamente il suo lavoro di Wiedererwachsung (letteralmente rinascita) dell'arte: l'affermato maestro di Norimberga, mentre la bottega fiorisce e sforna capolavori come i cicli della Passione e dell'Apocalisse o la celebre Melencolia I, lavora alla stesura di un grande “libro dell'arte” che illustri la disciplina sia dal punto di vista pedagogico, trattando diffusamente l'educazione e la formazione dell'apprendista pittore, sia gli aspetti propri e specifici della materia, dagli elementi di geometria e prospettiva, al trattamento dei colori e della luce, alla figura ideale dell'uomo e del cavallo, alle buone proporzioni. Col tempo, il progetto iniziale si sfalda e nell'arco di venti anni porta alla pubblicazione di tre distinti trattati, l'ultimo dei quali dedicato alle proporzioni della figura umana. L'opera letteraria di Dürer, e in particolar modo il libro sulle proporzioni, pietra miliare nella storia della lingua tedesca e della letteratura artistica europea, rappresenta il primo momento di riflessione estetica da parte di un artista e di analisi del proprio ruolo culturale e del significato del lavoro e dell'attività artistica. -
I racconti del vampiro
Tutto il mondo magico, soprannaturale e misterioso dell'India antica rivive in questi racconti nei quali scopriamo il fascino delle leggende tradizionali indiane, che nel corso dei secoli giunsero fino in Occidente arrivando a influenzare altre culture: si ritrovano dalle Mille e una notte arabe fino al folklore europeo. È un universo in cui esseri umani, dei, spiriti celestiali, demoni e schiere di mille altri esseri invisibili, divini o diabolici, vengono a contatto nella vita quotidiana, si alleano, si combattono, si innamorano, senza nessun confine preciso tra il mondo umano, terrestre, e tutti gli altri. In questo gioco cosmico della manifestazione, ogni cosa è verosimile e, per quanto fantastica e perfino grottesca, è nondimeno considerata reale. -
Consigli a un giovane scrittore
In un'epoca segnata dalle avanguardie come la prima metà del Novecento, in cui tutti i linguaggi pittorici, letterari, musicali, architettonici vengono messi in discussione, fatti esplodere, ricombinati fino alla dissoluzione di tutte le forme, André Gide riesce a imporsi con uno stile che è l'essenza stessa del classicismo. I suoi ispiratori sono i più grandi autori del passato: Goethe, Keats, Virgilio, Montaigne e molti altri ancora. Proprio con continui riferimenti e collegamenti lo scrittore arriva a rivendicare l'importanza di lasciarsi ispirare dalla grande letteratura, perché per esprimere una vera originalità non occorre volersi mostrare originali a tutti i costi. Rivolgendosi con i suoi aforismi a un giovane scrittore, forse reale, forse immaginato, parla allo stesso tempo anche al lettore, dandogli il senso di ciò che rappresentano l'ispirazione e il processo creativo, ma anche la difficile disciplina dello scrivere, senza la quale nulla potrebbe ""nascere"""" dalla penna pur prolifica di un autore."" -
Il morbo di Gutenberg e altre patologie. Avventure e sventure di un drogato di carta stampata. Nuova ediz.
In questa nuova edizione notevolmente accresciuta rispetto alla precedente, si inizia un viaggio nell'universo che ruota attorno al libro. Le persone, le passioni, le pulsioni, la conoscenza, i piaceri, le manie, le follie. Incontri con uomini straordinari: Eugenio Montale, Ettore Sottsass, Fernanda Pivano, Paolo Volponi, Giovanni Testori, Alda Merini, Bill Bernbach, Paul Bowles... Ritratti di personaggi assorbiti dalla febbre della ricerca dei libri. Si viaggia tra mercatini, bancarelle, librerie, antiquari di libri, rigattieri, trafficanti clandestini di carta stampata. Si entra nella psicologia di collezionisti ossessivi, di lettori possessivi, di editori creativi, combattivi, sovversivi. Un mondo di esseri curiosi divorati dall'ansia della rarità, persi come gli antichi cercatori d'oro nell'eterna speranza di una pepita, di un intero giacimento di prime edizioni mondiali. -
Diario di un letterato di epoca Ming
Un raffinato letterato cinese di epoca Ming, Zhang Dai, e il suo diario che per la prima volta viene qui pubblicato in traduzione italiana. Un insieme di ricordi e sogni - Reminiscenze oniriche è, infatti, il titolo originale - che ci rimandano un quadro vivido e palpabile del raffinato mondo delle élite culturali cinesi della fine della grande dinastia Ming (1368-1644). -
Ah, la vecchia BUR! Storie di libri e di editori. Nuova ediz.
È difficile immaginare oggi l'enorme impatto che ebbero i piccoli volumetti grigi della BUR quando uscirono nel 1949 e si diffusero in tutta Italia, da Palermo a Trieste. In un'Italia appena uscita dai disastri della Seconda guerra mondiale, ma desiderosa di riprendersi e rinascere dalla crisi economica e morale ereditata dal ventennio fascista. Oltre alla ricostruzione materiale delle case, delle industrie, delle strade, dei commerci, era indispensabile e urgente una ricostruzione culturale e morale. La nascita della BUR si inserisce in questo sforzo di ripresa di un decoroso e civile livello di vita. I libri della BUR presentavano i grandi classici di tutti i tempi e di tutte le letterature, in ottime traduzioni integrali a un prezzo bassissimo. Per tutti gli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta la diffusione della BUR fu un fenomeno mai visto prima in Italia. Già nel 1952 l'Unesco definì la BUR ""iniziativa di importanza e interesse mondiale"""". Poi venne il Sessantotto e la contestazione della cultura tradizionale, quindi dei classici, e nel 1965 gli Oscar con la narrativa contemporanea e le copertine colorate. Era cambiato il mondo, era in corso il miracolo economico e l'innalzamento della scuola dell'obbligo alla media. Anche la BUR doveva cambiare e cambiò. Fu introdotta la narrativa contemporanea, per i classici fu introdotto il testo a fronte e le introduzioni e le note si alzarono di livello. Era nata la seconda BUR. Per definire la differenza tra la prima e la seconda BUR non ci sono parole migliori di quelle di Giorgio Manganelli: """"La vecchia BUR assomigliava alla Reclam, l'universale tedesca che esiste tuttora; la nuova prende il tè con la Loeb, con i Classiques Garnier, magari si fa presentare alle Belles Lettres"""". Queste vicende ci racconta Evaldo Violo, storico direttore della collana dal 1973 al 2002, in una lunga conversazione con Marco Vitale, ripercorrendo, da un'angolazione privilegiata, un buon tratto delle storia dell'editoria italiana della seconda metà del secolo scorso."" -
Le Monnier. Un editore del Risorgimento
Lo straordinario mosaico costruito da Cosimo Ceccuti dedicato a Felice Le Monnier, è stato condotto attraverso un meticoloso e paziente lavoro di ricostruzione. Il tipografo-editore, piccolo grande uomo giunto a Firenze in fuga da una Parigi scossa dai moti del 1831, senza mezzi ma con una grande volontà di raggiungere il successo, di distribuire i suoi volumi, di conquistare nuove fasce di lettori, entra a pieno titolo fra i protagonisti del Risorgimento italiano, al pari dei ""suoi"""" """"autori"""" e collaboratori, Leopardi e Niccolini, Foscolo e Mazzini, Cantù e Tommaseo, Farini e Balbo e - suo malgrado - Alessandro Manzoni, oppostosi inutilmente alla pubblicazione dei suoi Promessi Sposi nella «Biblioteca Nazionale», dando in questo modo vita alla più clamorosa causa sulla proprietà letteraria. «Oggi è di moda parlare di """"industria culturale"""". Se ne parla a proposito e a sproposito. Ma chi ripercorra la storia segreta di Felice Le Monnier, come ce la racconta Cosimo Ceccuti, documenti alla mano, archivi sotto gli occhi, al di fuori di ogni ostentazione retorica e di ogni mania declamatoria, chi riguardi alle varie e singolari fasi di questa vita eccezionale finora avvolta dal discreto riserbo degli studiosi distratti, non potrà che trarre precise conclusioni sulla forza invincibile dello spirito di costruzione e di intrapresa, come base - oggi non meno di centocinquant'anni fa - di un'industria editoriale concepita con serietà di propositi e con rigore di impostazione etico-politica. «Felice Le Monnier: un personaggio in cui si intrecciano intimamente idealismo e realismo, spirito di evasione e attenzione al reale, fedeltà a un certo programma ideale e occhiuto controllo dei bilanci, capacità di sfidare rigori di diplomazie e di censure. «Le Monnier parte da un'intuizione fondamentale: avvalersi dell'arte tipografica come strumento per divulgare certe opinioni, per allargare il circuito delle idee». (dall'introduzione di Giovanni Spadolini)""