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Critica delle nuove schiavitù
Nel volume si analizzano le nuove forme di schiavitù dal punto di vista antropologico, economico, etico, sociologico e filosofico con l'intento di ripensare, alla luce dei problemi del nostro tempo, la libertà civile (individuale e politica). -
Lineamenti di una teoria dei segni
Nuova edizione del fondamentale testo di Charles Morris del 1938 nella traduzione, con introduzione e commento, di Ferruccio Rossi-Landi, originariamente apparso nel 1954 e riedito negli anni 1963, 1970, 1999. Tale lavoro fu rivisto a più riprese da Rossi-Landi fino agli ultimi anni della sua vita per una nuova edizione che non riuscì a realizzare e che qui si presenta avvalendosi anche delle sue più recenti correzioni, precisazioni e aggiunte annotate a penna sulla sua copia personale dell'edizione del 1963. Quest'opera di Morris è una breve ma compatta introduzione alla semiotica, cioè alla teoria o scienza generale dei segni e della comunicazione. Col passare dei decenni, la sua importanza è andata sempre crescendo, tanto che la si può considerare come un piccolo testo classico del pensiero del Novecento. Charles Morris (1901-1979) è uno dei maggiori rappresentanti della filosofia e della semiotica del Novecento. In italiano sono stati pubblicati: Lineamenti di una teoria dei segni, Paravia 1953; Segni, linguaggio e comportamento, Longanesi, 1949; e a cura di Susan Petrilli: Segni e valori, Adriatica 1988; Significazione e significatività, Graphis 2000; L'io aperto, Graphis 2002. -
Saperi dell'insegnamento. Strumenti per la didattica
Il volume affronta temi centrali di teoria e pratica dell'insegnamento individuando, in particolare, alcuni saperi essenziali del dispositivo didattico: la progettazione, la programmazione, la comunicazione e la valutazione. A riguardo sono anche forniti alcuni strumenti didattici che fanno riferimento ai modelli dell'apprendimento di matrice costruttivista e cooperativa. Il testo è utilmente diretto a studenti, dei diversi corsi di laurea di ambito pedagogico ed educativo, nonché a docenti, dirigenti e a figure professionali impegnate, a vario titolo, in processi di sviluppo e di formazione. -
Simone Weil. Tra filosofia ed esistenza
La figura di Simone Weil, originale pensatrice e interprete acutissima del suo tempo, travalica le mode filosofiche passeggere e le tendenze culturali effimere e si impone come una delle personalità più intense e interessanti del secolo scorso. Ella ha, nel corso della sua breve vita, rielaborato in forme inedite la propria approfondita formazione filosofica attraverso una relazione ininterrotta con la storia e la politica, divenute oggetto non solo di instancabile riflessione, ma anche di scelte radicali in cui la filosofia è venuta traducendosi in modalità dell'esistenza. In tal senso, la sua è stata una vera e propria ""vita filosofica"""", poiché ogni esperienza teoretica, culturale o intellettuale proveniva da vicende deliberatamente sperimentate e appassionatamente vissute."" -
Latenza valutativa e pedagogia della mitezza. Alla ricerca di nuovi paradigmi nella valutazione scolastica
Dopo che negli anni ’70 del secolo scorso si cominciò a ridefinire radicalmente i rapporti tra centro e periferia nelle istituzioni scolastiche, vi è stato tutto un fiorire di studi, ricerche e proposte sulle modalità di valutazione nella scuola. Negli ultimi anni riscontriamo segnali ambigui che attraversano l’istituzione a partire dal centro e fino all’estrema periferia. Questa pubblicazione vuole offrire materia di riflessione e in parte di reimpostazione non soltanto tecnica, ma anche pedagogica del paradigma della valutazione a cominciare dall’atteggiamento di fondo che riteniamo debba ispirare il processo valutativo: Il paradigma della MITEZZA. -
Leggere per vivere in tempi incerti
In occasione della seconda giornata nazionale LaAV (Letture ad Alta Voce), ad Arezzo Festival, Nausika ospita, per una “lezione popolare” sulla lettura Michèle Petit, straordinaria antropologa autrice di numerose ricerche sull'esperienza della lettura. I risultati dei suoi lavori suscitano l'interesse di un pubblico molto vasto, Michèle Petit si è, infatti, interessata non soltanto alle opinioni “di settore”, ma soprattutto a quelle di chi fa della lettura un'esperienza viva. Michèle Petit ha intervistato, negli anni, moltissime persone di ogni età, soprattutto provenienti da ambienti privi di una forte connotazione culturale (culturalmente deprivati, si sarebbe detto una volta) ed ha confrontato i racconti di queste esperienze con i significati che alla lettura attribuiscono gli “addetti ai lavori”. Le differenze sono sostanziali: mentre insegnanti, bibliotecari, editori e persino scrittori parlano della lettura come uno strumento di supporto all'apprendimento ed allo sviluppo di competenze i lettori, di qualsiasi estrazione culturale e di qualsiasi età, parlano soprattutto dell'apertura di altri mondi possibili, dell'attribuzione di senso e significato alla propria esperienza e di una migliore comprensione della stessa. -
Storia e avventure di un atomo
Bella invenzione. Condurre il lettore lontano, lontanissimo, dall’altra parte del globo per narrare i fatti di casa propria. Si narra così dell’Oriente, ad essere precisi del Giappone, ma lo sguardo è rivolto alla politica del governo di Sua Maestà imperiale, il re d’Inghilterra. È un Oriente costruito ad arte, dove il Giappone è l’Inghilterra e le alte cariche dello Stato, politici e militari, rimandano ai contemporanei di Smollett. rnThe History and Adventures of an Atom racconta di re e regine, primi ministri e generali, ammiragli, mercenari e scrittori prezzolati. Sono loro i protagonisti – tutti corrotti o, comunque, corruttibili – di questo roman a clef del 1769, tutti burattini nello spettacolo messo in scena da Mercurio per dilettare gli Dei. Non realtà dunque, ma illusione di realtà. rnSmollett, timoniere e guida del nostro viaggio, conduce i lettori in un mondo fatto di ‘Storia e avventure’, romance e novel, guerre feroci e umane ossessioni. -
La bilancia della giustizia. Ripensare lo spazio politico in un mondo globalizzato
Al centro delle riflessioni di Nancy Fraser raccolte in questo volume vi è la necessità, resa più stringente dall'avanzata della globalizzazione, di un complessivo ripensamento dell'imparzialità della giustizia così come della delimitazione degli spazi geopolitici di sua pertinenza. La frantumazione della cornice keynesiano-westfaliana il cui disegno corrispondeva a quello dello stato nazionale territorialmente delimitato ha reso impossibile la risoluzione equa delle controversie incentrate sulla contrapposizione tra i due paradigmi della ridistribuzione e del riconoscimento, ed ha evidenziato la necessità di tener conto di una terza, essenziale dimensione della giustizia, la rappresentanza, di natura specificamente politica. -
In lotta per Schopenhauer
Nel caso di Nietzsche esistono numerosi e preziosi studi, che acclarano la sua distanza storica dal nazismo ed escludono la sua diretta paternità filosofica nei confronti del partito di Hitler. Invece, per quanto riguarda Schopenhauer, questo tema di ricerca non è stato ancora scandagliato con cura. Ad esso il presente studio intende offrire un contributo, con il quale si propone di indagare una parte della storia della Schopenhauer-Gesellschaft sinora rimasta inedita: la lotta che, attorno all’eredità filosofica di Schopenhauer, si svolse prima negli anni Venti e poi durante il nazismo, e che vide come protagonisti da una parte la Società Schopenhauer e dall’altra le fazioni nazionaliste, antisemite e xenofobe, interne ed esterne, e lo stesso partito nazionalsocialista, ed ebbe come posta in gioco la possibilità di una strumentalizzazione di Schopenhauer come uno degli ideologi del movimento nazista.rnL’indagine, basata su una imponente documentazione archivistica inedita, si svolge lungo tre fasi storiche principali: la prima fase, che parte dagli anni Venti, in cui la Schopenhauer-Gesellschaft dovette combattere il “nemico interno”, ovvero una fazione vicina agli ambienti nazionalistici, la quale in seguito si distaccò e prese il nome di Neue Deutsche Schopenhauer-Gesellschaft; la seconda fase, che va dalla metà degli anni Venti alla metà degli anni Trenta, coincidente con la presidenza di Hans Zint e con l’ascesa del partito nazista, durante la quale la Schopenhauer-Gesellschaft dovette combattere il “nemico esterno”, contrastando con ogni mezzo i tentativi di epurazione dei suoi membri di origine ebraica da parte del partito nazista ormai al potere; la terza fase, che coincide con la presidenza di Arthur Hübscher e che va dal 1937 sino agli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, durante la quale la Società Schopenhauer, evitando ogni scontro frontale con il potere, tentò di difendere la propria sopravvivenza, in parte difendendo la propria autonomia e in parte adattandosi alla Jetztzeit. Infine, si descrive brevemente il periodo della ricostruzione della società dopo la guerra, lasciando intravedere la successiva rinascita degli studi schopenhaueriani, cominciata nei primi anni Cinquanta. -
La ricerca storica in educazione. Aspetti temi questioni
Il presente studio ripercorre, con vigilanza critica, le tappe fondamentali del processo evolutivo che la storiografia educativa ha compiuto nel corso dei secoli. Quindi, delinea le peculiarità della ricerca storico/educativa internazionale contemporanea, ne definisce le linee teoriche ed operative, ne traccia lo stato dell’arte, ne evidenzia le zone d’ombra e i nodi problematici. In modo particolare approfondisce le tematiche relative alla metodologia della ricerca per la storia “materiale” dell’educazione, attraverso le fonti di archivio e i “beni didattici”. -
Educarsi alla «cura». Un itinerario riflessivo tra frammenti e sequenze. Con DVD
La formazione di un buon medico, di un buon infermiere, di un buon fisioterapista, di un buon educatore professionale, di un buon terapista della riabilitazione è ancor’oggi centrata soprattutto sulla costruzione di una competenza tecnica che produca un’expertise capace di agire in conformità con protocolli e standardizzazioni della medicina ufficiale. Ma quella che non viene considerata di pari dignità è la possibilità di formare i futuri professionisti della cura anche alle doti di riflessività, responsabilità umana, “impegno” personale ed ascolto competente. Operazione questa che fa propria una “medicina della persona” costituita dal crocevia dei saperi, delle scienze e dell’etica della cura. rnCi siamo mossi, nel progettare questo volume, al confine tra scienze dell’uomo, scienze biomediche e le loro epistemologie, ed abbiamo costruito occasioni formative che “espongano” la mente degli studenti a temi/criticità/contraddizioni presenti nella quotidianità delle professioni mediche e sanitarie.rnNell’impianto di questo volume abbiamo utilizzato più registri: le sequenze di film presenti nei dvd che accompagnano il testo, i frammenti di riflessione prodotti dagli studenti e, ovviamente, in forma più tradizionale, i saggi con i necessari riferimenti alla letteratura scientifica sui saperi di cura. Abbiamo voluto mettere gli studenti di fronte alla complessità del loro pensiero, alle loro aspirazioni, ai loro sentimenti, alle loro emozioni, aiutandoli a capire che la formazione alla professione di cura è, comunque, una forma di “narrazione”, la cui consapevolezza emerge riflettendo sulle proprie esperienze. In sostanza, vogliamo invitare gli studenti ed i professionisti ad assumere loro stessi come oggetto della loro formazione. -
La cultura politica del PSI negli anni ottanta. Discussioni e propaganda nelle riviste socialiste
Gli anni Ottanta, considerati il decennio della lunga transizione italiana, non hanno ancora ricevuto adeguato approfondimento storiografico. Su questo fatto hanno molto pesato giudizi condizionati dalle appartenenze politiche, rivolti spesso a considerare questo periodo come la fase di incubazione della crisi italiana, che avrebbe portato al crollo giudiziario del tradizionale sistema dei partiti. Si è voluto, quindi, evidenziare soprattutto il superamento di questo decennio, non approfondendone l'insieme degli aspetti, che sono al contempo di crisi e di affiorante modernità. Gli anni Ottanta, sia come esperienze di governo che come fase di elaborazione di nuove culture politiche, hanno subito una sorta di esilio. Solo da qualche anno, con l'evidente affiorare della crisi culturale nella Sinistra italiana - tanto a lungo mascherata o negata - gli anni Ottanta hanno riacquistato dignità storiografica, offrendo alla ricerca numerosi ed assai interessanti spunti di approfondimento. Uno fra i tanti, l'elaborazione culturale e politica nel Partito Socialista Italiano. Tale elaborazione, che può essere ben seguita ed analizzata attraverso lo studio delle riviste del partito, appare di maggiore interesse allorquando esce dalla dimensione del dibattito e cerca di farsi realizzazione politica concreta; ci si riferisce al quadriennio del governo Craxi in cui maturarono proposte e soluzioni politiche, sia nell'ambito interno che in quello internazionale, di grande interesse. -
Patologie della ragione. Storia e attualità della teoria critica
Storia e attualità della ""teoria critica"""": è questo ciò che Axel Honneth si propone di ricostruire con questa sua raccolta di scritti. Interrogarsi sulle origini concettuali della """"Scuola di Francoforte"""" per comprendere se, in un prossimo futuro, essa sarà ancora in grado di incidere sui modelli di interpretazione della realtà sociale. Nonostante la loro disparità di metodo e di oggetto, Honneth sostiene che Theodor W. Adorno, Max Horkheimer, Jürgen Habermas, Franz Neumann, Albrecht Wellmer (per citare solo alcuni) condividono l'idea fondamentale secondo cui le condizioni di vita nelle moderne società capitalistiche generano pratiche sociali, atteggiamenti e strutture della personalità che condizionano - sottoforma di deformazioni patologiche - la capacità situata e relazionale degli uomini di ragionare."" -
Web 2.0 scuola e comunità territoriali. Il progetto «didaduezero» della provincia di Trento
La ricerca condotta dall’Istituto per la Ricerca e Sperimentazione Educativa (IPRASE) della provincia di Trento assieme al Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Università degli Studi di Padova, presenta una ricca esperienza di integrazione di contesti educativi e formativi tra formale ed informale attraverso i social software e gli strumenti del web 2.0.rnQuesti hanno permesso a studenti ed insegnanti di interagire efficacemente con persone riunite attorno a comunità del territorio su temi percepiti come importanti, fortemente situati e basati su attività reali. In questo contesto, utilizzando la prospettiva metodologica dell’animazione socio-culturale nella progettualità scuola-extrascuola, è stato possibile creare reti di attori sul territorio per favorire l’empowerment di comunità. Cambia in quest’ottica anche il ruolo dell’insegnante che può divenire un facilitatore dei processi di apprendimento contestualizzati nel reale ed un mediatore fra gli studenti, le comunità e gli artefatti digitali realizzati. -
FLFL. Fun learning for life. Diario di bordo per l'acquisizione delle 16 competenze di base
Il volume è strettamente collegato al volume per docenti ""Le 16 competenze di base. Vademecum per docenti tutor e operatori"""". In caso di adozione del testo per allievi (e di quello per docenti) da parte di insegnanti, formatori, educatori essi riceveranno gratuitamente gli aggiornamenti e gli approfondimenti di entrambi i volumi dal sito pratika.net."" -
Le 16 competenze di base. Vademecum per docenti, tutor ed operatori
Le 16 competenze di base, organizzate in quattro assi culturali, sono gli obiettivi (assieme alle competenze chiave o di cittadinanza) definiti come risultati in termini di apprendimento per le scuole di ogni ordine e grado del sistema di istruzione italiano. Ogni ragazzo ed ogni ragazza dovrebbe, entro il compimento dell'obbligo di istruzione (dunque entro il biennio della scuola secondaria di secondo grado), padroneggiare queste 16 competenze di base capaci di integrare gli apprendimenti classicamente intesi con la loro applicabilità e traducibilità nella vita quotidiana. Questa importante novità, capace di avvicinare il sistema di istruzione italiano alle richieste europee, di coinvolgere i ragazzi/e e responsabilizzarli rispetto all'apprendimento, di avvicinare la scuola alla vita, è stata introdotta dall'agosto 2007, ma trova, ancora oggi, forti resistenze in prassi ancorate ad una scuola dei contenuti e della lezione frontale. -
Tracce migranti e luoghi accoglienti. Sentieri pedagogici e spazi educativi
La presenza di minori di origine straniera in Italia sollecita la riflessione sulla costruzione di un tessuto sociale solidale, sulla cittadinanza attiva e partecipata e sulle seconde generazioni. Le prospettive educative, in tale ottica, richiamano a una progettualità capace di attivare il continuum teoria-prassi attraverso la riflessività. Il dialogo interculturale cresce se si orienta al “noi”, riscoprendo per primi il valore della dignità della persona e della solidarietà e, perché ciò avvenga, è necessario progettare luoghi accoglienti e spazi educativi. Il volume presenta una ricerca sul campo: “I minori di origine straniera fra cortile e territorio”, dove le strutture educative e aggregative coinvolte restituiscono un’immagine complessa rispetto ai bisogni dei ragazzi di origine straniera e ai possibili “sentieri pedagogici” da promuovere. Affinché gli indirizzi di riflessione e di azione siano efficaci, è necessario valorizzare la creatività sociale e la possibilità di ri-significare le tracce migranti, parlando non solo di cittadini del mondo, ma di un mondo di cittadini. L’interculturalità messa in discussione va attuata in contesti che siano laboratori di democrazia: gli oratori, le scuole, gli spazi del tempo libero, le famiglie. Come sostenuto nella conclusione del volume, “non rimarremo immobili di fronte al cambiamento e non ci faremo travolgere da una società che non stimoli il dialogo e che non si faccia garante di possibilità future per le nuove generazioni, prime o seconde che esse siano” -
L' amore infelice
Stefano Valli, consulente finanziario, arriva a Lecce dopo una lunga esperienza di lavoro a New York. Sono gli anni precedenti la crisi finanziaria del 2008 e Stefano pensa di ripetere in Italia i modelli e la cultura assimilata durante la sua lunga permanenza all’estero. Ha scelto di vivere con la sua famiglia a Lecce perché è rimasto affascinato dalla bellezza della città durante le precedenti vacanze estive in Puglia. Qui Stefano entra in contatto con la borghesia locale incontrando soprattutto medici, avvocati ed ingegneri. Poco per volta la mentalità borghese della città, ostile al cambiamento ed alla modernità, inizia a manifestarsi dietro la facciata della formale cortesia e garbo che lo hanno sempre affascinato. In un ricevimento Stefano conosce Milena. È dalle discussioni con Milena che Stefano apprende taluni aspetti della mentalità cittadina che confermano le sue intuizioni iniziali. Il fascino di Milena conquista Stefano che si sente attratto dalla donna per l’intelligenza vivace e per la sua avvenenza fisica che emerge a tratti dal controllo cortese dei modi. Milena vede in Stefano la carriera di lavoro che lei non ha avuto e l’esperienza in società diverse che avrebbe voluto conoscere. Fra i due le conversazioni sulla società leccese e sul mondo del lavoro, sono il preludio dell’innamoramento. Le vicende finanziarie di quegli anni travolgeranno il rapporto fra i due e quello con la città, muta ed indifferente al dramma dei due amanti. -
Il Mediterraneo. Dalla multiculturalità all'interculturalità
Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC) di Ostuni (Brindisi) e di Lecce, in collaborazione con l'Università del Salento, e all'interno del programma culturale del MEIC Nazionale (Roma), riapre il cantiere del pensiero critico con il Convegno biennale, che per il 2010 vuol approfondire un tema di radicale rilevanza culturale, etico-religiosa, socio-politica: ""Il Mediterraneo. Dalla multiculturalità all'intercultura. Quando le grandi culture si lasciano giudicare"""". Come si può rilevare, i gruppi MEIC della Regione Puglia insistono nell'impegno ad alzare lo sguardo """"verso"""" e """"dal"""" Mediterraneo, nella convinzione profonda che le realtà dell'Occidente non possono rinunciare ad attingere a quel serbatoio di senso che è rappresentato dal Mediterraneo, con la plurimillenaria storia che ha attraversato quel mare. La preoccupante regressione culturale e civile dell'Occidente è connessa anche alla pretesa di recidere il legame e prendere le distanze da quanto è sorto e continua a ribollire in quel mare (nostrum!)."" -
Le quindici canzoni. Lette da diversi II, 8-15 con appendice di 16 e 18
Quindici canzoni, le quindici canzoni ‘distese’ di Dante, tramandate ab origine in una serie compatta e unitaria che l’edizione critica di Domenico De Robertis ha saputo restituire alla coordinata continuità della tradizione. Le leggono, dandone commento puntuale e offrendone al tempo nuove interpretazioni, quindici studiosi, dantisti di varia scuola e provenienza, che hanno rinnovato l’antica pratica della pubblica lettura ed esegesi dantesca: in questo quaderno il testo scritto dei primi sette interventi.rnDa Così nel mio parlar vogli’esser aspro all’ultima canzone di Dante, Amor, da che convien pur ch’io mi doglia; dal programmatico scontro iniziale alla definitiva e conclusiva resa ad Amore, quindici nuove letture e un libro coeso, per la prima volta proposto nella sua smagliante autonomia di poetica e di stile.