Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6121-6140 di 10000 Articoli:
-
Plutonio. Navi a perdere, vincerà chi avrà l'ultima bomba
Le navi a perdere, ci hanno raccontato, viaggiavano cariche di rifiuti. E questo è vero. Ma tra un contenitore e l'altro, tra un fusto tossico e l'altro, si nascondeva qualcosa di molto prezioso... -
Manuale per una riforma della sanità in Calabria
Dal dicembre 2009 la Calabria è in ""Piano di rientro dal disavanzo finanziario del Fondo Sanitario Regionale"""", ma, nonostante il blocco delle assunzioni, la tentata riconversione di alcuni ospedali e l'IRAP e l'IRPEF elevate che i calabresi pagano annualmente, poco o nulla è migliorato nel S.S.R.; basta, infatti, osservare la patologica spesa della mobilità passiva della Calabria. Per invertire la rotta è necessario comprendere appieno le cause che hanno portato al disavanzo finanziario e alla mancata attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza analizzando il perché della mancata attuazione delle leggi di riforma della sanità che il Parlamento ha approvato a partire dalla 833 del 1978, ai Decreti Legislativi 502 del 1992, 229 del 1999 e 56 del 2000; leggi che, se applicate, avrebbero dato risposte alle nuove sensibilità che si stavano affermando a partire dagli anni '70 nel Paese e alle patologie croniche non trasmissibili che, grazie all'incremento dell'aspettativa di vita, colpiscono oltre il 39% degli italiani. Bisogna fare presto percé l'Italia, dopo il Giappone, si attesta al secondo posto per popolazione più anziana al mondo!"" -
Carneade
"Carneade... vi starete chiedendo chi diavolo sia costui. Sono io, il perfetto sconosciuto che si aggira in mezzo a voi, seminando morte solo per il gusto di farlo. Un killer, un assassino, chiamatemi come vi pare. A me piace vedermi un po' come il fato dell'antica Grecia o come una specie di divinità chiamata a proteggere la bellezza di questo mondo dalla vostra stupidità. Mentre gli altri vi illudono promettendovi vite migliori, io preferisco restare in silenzio, nascosto dietro la mia identità di comodo, elargendo in dono la morte alle vostre inutili esistenze. Non provate a cercare un briciolo di bene in me, sprecherete solo il vostro tempo. La bontà è pura finzione e, in fondo al vostro animo, sapete bene che è così. Siete tutti colpevoli di recitare la parte dei buoni, umani e solidali, ed è per questo che io vi ammazzo. Fin dalla più tenera età volevo diventare un assassino e ci sono riuscito. Novantuno omicidi alle spalle e nessuno ha mai sospettato di me. Come ho fatto? Beh, sta a voi scoprirlo...""""" -
L' antica Sant'Agata di Reggio e la chiesa di San Nicola. Una storia ricostruita
Il libro rappresenta ad oggi un importante e prezioso tassello che contribuisce ad arricchire la storia della Vallata del Sant'Agata il cui territorio è oggi inglobato per la maggior parte nella città di Reggio Calabria. Frutto di inedite ricerche storiche ed archivistiche, attraverso l'utilizzo di immagini, disegni e ricostruzioni tridimensionali consente una immediata e chiara divulgazione dei contenuti. Si suddivide in due parti, una prima, generale e descrittiva dell'antica città di Sant'Agata, accompagnata da foto e spiegazioni minuziose, quasi una guida turistica, un racconto di quel che è stato un tempo e che oggi resta ed è ancora visitabile sulla rupe di ""Suso"""". Una seconda, interamente dedicata alla chiesa protopapale di San Nicola, con lo studio degli imponenti ruderi per lo stato di fatto e le ricostruzioni virtuali delle fasi principali ed infine un approfondimento sul pregevole portale rinascimentale che oggi si trova posto in opera nella chiesa parrocchiale di San Giovanni a San Salvatore."" -
Vite piegate dal vento. Racconti
"Ricordi che mi hanno permesso di vivere altre vite, oltre la mia già colma, che mi hanno resa partecipe delle loro speranze, delusioni e rabbie. Io ho solamente ascoltato con l'attenzione del cuore e della mente; qualche volta avrei voluto gridare la mia rabbia per la loro imbecillità nel rovinarsi la vita, nel non essere capaci di vedere soluzioni più semplici e meno costose. Altre volte sono state loro, queste donne amiche, che mi hanno regalato un sentimento di rassegnazione, quasi di gioia nello scontare una pena che consideravano meritata. Qualche volta, ma è accaduto raramente, ho riso con loro perché il ricordo non faceva troppo male""""." -
Pezzi. Dal Regno della Litweb
"Alla nascita del blog andai dal mio libraio e gli diedi la notizia aggiungendo: """"Sai, sono a tremila click"""". Lui mi rispose come Fassina: """"A tremila ci arrivano tutti, a cinquemila non ci arriva nessuno"""", facendomi intendere di aver capito tutto. Io non avevo aperto il blog, me lo avevano aperto, e non mi interessava il click ma avere un luogo dove scrivere tutta la mia disperazione di dover vegetare in un luogo orribile, per le relazioni con gli abitanti, come quello dove sto tuttora. Nello scrivere la disperazione si attenuava e mi sentivo meno sola. Click o non click intanto siamo arrivati quasi a trecentomila e anche questo non ha molta importanza, se non fosse che con moltissimi di chi mi legge sono diventata amica. L'amicizia nasce dal blog""""." -
267, Elizabeth Street Nuova York
Lo scorrere del Nuovo Secolo accompagna la vita di Sammy e della sua famiglia attraverso il dolore dell'emigrazione per sfuggire alla miseria, alle tragedie del terremoto e delle guerre, ma anche offrendo opportunità di riscatto e di rivalsa sociale. In questo romanzo di formazione che pian piano si tramuta in romanzo familiare caratterizzato dall'aspro contrasto generazionale tra un padre ed un figlio, le storie e la Storia si intrecciano in maniera fitta ed indissolubile per formare una tela che - dal suo cuore, Melito - si espande ed estende fino ad Elizabeth Street a Nuova York ma anche a Napoli, a Reggio, a Firenze ed alle alture del Nord Est e poi ancora in Pennsylvania e in molti altri luoghi, tante quante le storie vissute dal vulcanico Sammy e dal suo irrequieto figlio Bobby. Così diversi tra loro i due personaggi, eppure così simili nella loro capacità di risolvere le difficoltà e nell'avviare iniziative nuove e brillanti. Così intima e vivace come un episodio raccontato davanti al braciere, la narrazione riecheggia la storia di molte famiglie del Sud rievocandone colori e profumi, lacrime e sorrisi. -
Parlarsi. Racconti minimi
"In Francesco Cento c'è una vocazione (o un istinto) pedagogica che lo porta ad aprire le porte di una sua repubblica interiore che si riflette, pure fuori dalle classi, nella concretezza del suo studio. Che è un luogo pieno di opere che manifestano stupori, saperi, dolori pulcinelleschi insieme a maternità, miti rivisitati con le viscere e la ragione, lame di luce e lame per livellare, rovistare, forare e tagliare. Scuri e chiari. E voglia (ma tanta) di vita e di gioco. A questo studio-laboratorio chi suona viene accolto. Non solo. Ogni tanto lì dentro trovano spazio letture comuni, canzoni cantate. E discorsi di vecchi e di giovani. Ventenni che parlano di versi e delle cose di cui si parla da giovani. E da vecchi. Perché mica è un argomento la vita. E mica siamo noi che parliamo. È il linguaggio che ci parla, giovani e vecchi, artisti e analfabeti, quasi vivi e quasi morti. Ubriaconi e sofisti. Noi non parliamo. Noi siamo, invece, parlati"""". Dalla prefazione di Gianni Priano." -
Scienza fede amore
"Allorquando, qualche tempo fa, l'amica Gloria Oliveti mi ha chiesto di scrivere una breve introduzione alla raccolta poetica del marito Francesco Cardone, avrei voluto ritrarmi per paura di riaprire una ferita non rimarginata. Franco ha infatti accompagnato, fino alla sua prematura scomparsa, una parte importante della vita dell'Associazione Anassilaos e della mia personale. Oggi la bruttezza, la volgarità e la menzogna dilagano intorno a noi e nel mondo intero e viene spontaneo pensare se valeva ieri, - e vale oggi - la pena di dedicare tante energie ad attività che incidono poco nel chiacchierio generale tanto più se il tempo ha scavato intorno a noi - come nel caso di Franco - vuoti incolmabili. Parlare di Francesco Cardone significa oggi fare un bilancio personale di quanto di positivo è stato realizzato insieme a lui ieri ma anche, e soprattutto - da qui la mia ritrosia, quasi il timore di parlarne - il bilancio di ciò che sarà al presente e nel futuro, nella consapevolezza che 'the bright day is done'."""" (Dalla presentazione di Stefano Iorfida)" -
Blog sessantasette. Pillole di storia e costume di un anno stranissimo
"Perché proprio il 1967? E perché quest'umile operazione revanchista che avete testé fra le mani? Parliamoci chiaro, amici lettori: il 1967 è un anno strano, direi folle, dodici mesi con la testa negli anni Sessanta e la coda nei Settanta. Nel bel mezzo, una successione di eventi, lieti (pochini) o tristi (abbastanza), che si sviluppano ad un ritmo vertiginoso quanto irregolare, con improvvisi cambiamenti e capovolgimenti di fronte che già segnano la trasformazione globale, il """"futuro"""" destinato ad arrivare ben presto. Potrebbero sembrare le solite cose di ogni anno, eppure proprio in quel 1967 si registrano delle cose nuove, o quantomeno inconsuete per il periodo, destinate a lasciare una traccia, in qualche caso anche indelebile. Non è certo un caso che il Sessantotto delle rivolte studentesche sia iniziato con largo anticipo sui brindisi e botti di San Silvestro, con una graduale occupazione delle principali sedi universitarie italiane sin dall'inverno precedente. E come dimenticare quella """"chiave di tutto"""", la famosa Summer of love che segnò la repentina affermazione degli hippies e dei loro emuli europei detti figli dei fiori?""""" -
Notti mai abbastanza
Queste note, o storie miniature, nascono così, senza inizio né fine, e vogliono solo fermare l'attimo, prima che si dissolva. Un po' come quando, dal buio della notte, si forma il chiarore dell'alba: è appena un attimo che resta sospeso tra cielo e terra, e basta che ti distrai un secondo che già diventa giorno. Un attimo appena, sospeso a metà, prima che il pensiero diventi ricordo, mentre delicatamente attraversa quelle notti mai abbastanza. -
Dietro il cielo
"Un nascondiglio deve solo assolvere ad una convenienza: nascondere. E il cielo non può nascondere nulla. Semmai può solo amplificare dall'alto del mondo di un karma senza sensi le dissolvenze umane. Maria Luisa De Ciancio lo sa, comprende che il cielo è un ottimo punto di osservazione. Ma non un nascondiglio o un ricovero. Il suo mondo conoscitivo ci porta al mondo """"dietro il cielo"""". Non sappiamo, non conosciamo, se non con l'esperienza, di mondi, pianeti e stelle e galassie. Ma se lì dietro ci fossero i sentimenti che oggi nessuno sente? Amore, fratellanza, onestà intellettuale, buon senso, potrebbero essere """"dietro il cielo"""" e la poetessa De Ciancio è una privilegiata, perché è anch'essa lì. E sa"""". Dalla Prefazione di Caterina Provenzano." -
La 'ndrangheta come alibi. Dal 1945 ad oggi
"Questo """"lavoro"""", appena sei mesi fa, non esisteva - se non in maniera confusa - neanche nella mia testa. Ha preso forma nel momento in cui sono stati resi pubblici alcuni documenti relativi alla """"Repubblica di Caulonia"""" e mentre prendeva corpo l'inchiesta su Riace che ha fatto scattare gli arresti del sindaco Mimmo Lucano. """"Repubblica rossa di Caulonia"""" e """"Riace"""" sono i punti estremi di partenza e di arrivo di un viaggio lungo 73 anni. Tra i due punti non c'è il vuoto ma la storia della Calabria che è storia d'un popolo sconfitto piuttosto che una vicenda criminale come alcuni vorrebbero far credere. Una Regione """"vittima"""" di un unico disegno repressivo che ha utilizzato la """"legalità"""" come arma verso i più deboli e la 'ndrangheta come alibi per la progressiva colonizzazione e criminalizzazione del popolo calabrese. Tutto ciò è avvenuto con il consenso di larga parte della classe """"dirigente"""" regionale, sostanzialmente inetta, collusa e subalterna al sistema di potere dominante. Non troverete comunque nel presente lavoro alcuna nostalgia neo-borbonica e nessuna indulgenza verso forme di anacronistico secessionismo. Ritengo che la """"questione meridionale"""" debba essere parte della questione nazionale da risolvere nel contesto di una Europa Federale. Aspiro quindi a un'Italia migliore e a un """"Sud"""" libero dalla morsa delle mafie e della falsa antimafia; il ripristino dello Stato di diritto e il rispetto sostanziale della Costituzione"""". Dalla nota introduttiva dell'autore." -
Il costo della verità
Marco Carboni, sindacalista sardo, viene inviato in Calabria dalla segreteria nazionale del suo sindacato per cercare di risolvere una lunga e dura vertenza aperta dagli operai delle industrie della piana di Gioia Tauro. Un mese dopo il suo arrivo viene assassinato a Rosarno, al termine di una cena. Sette anni più tardi la famiglia Carboni, su precisa richiesta di un fratello dell'ucciso, fatta in punto di morte, chiede allo studio legale Deffenu di cercare di scoprire la verità. L'inchiesta giudiziaria aperta sull'assassinio non ha portato a nulla e rischia la definitiva archiviazione. Il capitano dei carabinieri Gino Murgia, recatosi in Calabria per indagare, stabilisce che Marco Carboni era stato ucciso perché aveva scoperto che la 'ndrangheta utilizzava il porto di Gioia Tauro per traffici illeciti, ma, per una tragica concatenazione di eventi, l'inchiesta non riparte. Una parte della famiglia Carboni è comunque soddisfatta del risultato, un'altra no perché, senza un processo o una sentenza, i figli e la moglie dell'ucciso non avranno diritto ad alcun risarcimento. -
Il tripode di Delfi
"Il Tripode di Delfi"""" è una silloge di poesie che si intreccia in un volume che presenta una variegata gamma di sonetti rimati e di canti, un suono ineludibilmente antico al richiamo del poeta che rifiuta la voce della Musa moderna. Indubbiamente oltre la ragion d'essere della comprensione lessicale, il presente volume risulta un clangore di suoni che variamente sparsi si contraggono e si esplicano per costituire una fonte di visione unigenita. Si potrà ricercare nelle tematiche delle poesie l'aspetto politico nel suo feticismo silente, quale nel canto Carme alla Palestina; vi è un richiamo lontano di echi di amori come tra un Satiro e le varie ninfe di passioni lontane dell'autore, e suoni dediti ad una Italia e una patria rappresentata come grembo di eterogeneità. Il tutto in un idioma arcaico richiamando il volgare antico, come in una ambage di suoni dell'antica Pizia posta sul tripode in Delfi." -
Stagioni. Haiku
Nel richiamo alla più genuina tradizione nipponica, questi haiku sono ordinati secondo le stagioni: cominciando dalla primavera e svolgendo l'intero ciclo dell'anno, riannodano l'esistenza umana al respiro potente e delicato della vita naturale. Tuttavia il gioco si rivela subito più complesso: nella trama cangiante delle apparizioni traluce, e talora insorge, la presenza umana che si mostra nella sua fragile e tenace ricerca di senso; con i suoi dubbi, nostalgie, inquietudini, interrogazioni; aperta al riverbero inconfondibile di una trascendenza esigente, ma intima e fraterna. Lo haiku, pur fedele alla sua tradizionale struttura metrica, si volge allora in epigramma, in conciso accumulo di significati, in sintesi di sensi in gestazione. Finché torna ad accordarsi alla polifonia discreta della compresenza, magari con un sorriso, un gesto di tenerezza. Concludendo con l'invito che il lettore troverà nella quarta di copertina: imparare a leggere, chiudendo gli occhi. -
Allegria
Un figlio che non ricorda l'odore di sua madre, la quale ama di un amore disobbediente e custodisce una foto che cela una storia, dura come il cuore di nonna Ferrina e calda e rugosa come la lingua di Prugna. ""Ci sono storie che meritano di essere raccontate"""" e, dopo un lungo vagare, trovano la loro strada. """"È il miracolo dell'attimo - afferma Edouard Boubat - a salvarci quando il tempo ci opprime"""" e Francesco Idotta coglie quell'attimo, con la gentilezza di un cielo sereno e con lo sguardo profondo di un adulto bambino, e lascia che l'alba sorga nuovamente tra le vette dei monti, le nuvole tornino a correre nel cielo e un ragazzino ritrovi la gioia di rotolarsi sui prati col proprio cane."" -
Quanto inchiostro nelle vene
"Una foglia di acero che cade, è cambiamento, cambiamento che dietro la tristezza riscopre un'incessante primavera. Nelle liriche, l'autrice non ricorre ad un periodare oscuro, ma trafigge con una semplicità naturale e spontanea, resa stilisticamente preziosa dal garbo e dalla freschezza innata. I suoi versi invitano a fermarsi di tanto in tanto, ad ammirare le bellezze e la maestosità della natura, ad annusare i fiori che crescono lungo quel cammino che è la vita. Descrizione tridimensionale che, in prospettiva si anima in cortometraggi, questa è la visione del suo scrivere. Scrivere - dice Annamaria - è per vivere ancora questo incantesimo reale, inesistente come il futuro, che diventerà il presente di ogni tempo"""". Dalla prefazione di Rosetta Neto Falcomatà." -
Lezioni (frontali) di storia
Dieci lezioni per ripercorrere altrettante vicende della storia contemporanea ed evidenziare il ruolo che in esse hanno svolto i singoli individui, a volte personaggi di vertice, altre volte persone comuni che, con il loro impegno quotidiano, hanno costruito il mondo in cui oggi viviamo. Dieci lezioni per ribadire l'idea che non è il presente l'unico tempo della storia, ma che in ogni ruga del passato c'è il fascino, grande e dolente, di un'umanità in cammino. -
La notte delle notti
"Transiti, sul """"confine del tempo"""", sono la continuità di un dialogo interiore che si snoda in un quotidiano frammentato di luoghi e non luoghi, incontri ed abbandoni, spesso dolorosi od effimeri, ma intensamente vissuti. Sono paesaggi del corpo e della mente ove il """"morire e rinascere"""" di goethiana memoria sono impegno del pensiero e del cuore perseguiti con ostinato e consapevole amore per la vita e per gli altri. I transiti sedimentano, in dissolvenze di emozioni, voci, memorie, suoni, trattenuti a sovvertire l'abbandono al nemico scorrere del tempo, per non dimenticare, nella continuità di un'avventura esistenziale di ricerca faticosa e sofferta, il dialogo con il sé profondo che chiede risposte. Sono frammenti d'anima che aspirano convergere verso punti luce-verità, per ritrovarsi nell'altro e nel Tutto che nel suo multiforme divenire è avvertito nella Bellezza di un epilogo. Dall'infanzia vissuta nel sogno per sfuggire al dolore della realtà, la trama di un filo rosso che intesse Note d'Aria in Itinerari che evadono verso eterni Commiati e Ritorni sulle ali di un L(ari)de, a volte stanco del disamore prodotto dall'uomo, in volo verso orizzonti d'innocenza-parolasimbolo, per rammemorare una possibile stagione di verità. Tempo dell'Io, dell'inconscio in dialogo con il Super-Io, stagioni in tensione costante di negazione e speranza, cercate, spesso, nelle zone d'ombra del dolore, accettato, in solitudine profonda di elaborazione. È un Io, che, forse per la prima volta, sembra precedere l'altro, che fra immagini e parola cerca le stesse risposte alle domande mai eluse, in un mondo che si va scoprendo sempre più complesso affidato al """"qui ed ora"""". È, perciò, un itinerario sempre nuovo ed in mutamento che scompiglia materia e spirito investendoli di gesti emotivi, spesso in antitesi ragione cuore, così come all'origine del Pensiero"""". Antonio Festa"