Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6161-6180 di 10000 Articoli:
-
Dolci (c)reati
Un libro come modello ed esempio di buone pratiche autoeducative. Una narrazione in cui si mescolano creativamente tutti i fattori necessari al reinserimento sociale di chi è privo della libertà personale. Una Direzione carceraria costituzionalmente orientata a sostenere e a promuovere la crescita del senso di responsabilità individuale e collettiva dei ristretti. Un laboratorio di pasticceria, esso stesso laboratorio di scrittura e lettura, e la prefazione di una personalità come quella di Luca Montersino, a riprova di un'interazione sui generis del carcere con la società civile. L'autorizzazione, in via eccezionale, a scattare fotografie all'interno dell'istituto penitenziario e la collaborazione di insegnanti volontari e di agenti di polizia penitenziaria come parte essenziale della stessa procedura compositiva dell'autore, tra artigianato e arte. Sono questi soltanto alcuni degli ingredienti principali per la realizzazione del ""dolce (c)reato"""" più saporito: l'articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana."" -
Alvaro e Belmoro nel dedalo tantalico una lettura surrealista
"È così"""" dissi """"Magnitudo mi piace. Vi ho trovato gente la cui forza andrebbe adoperata. [...]"""". """"Gente vecchia"""", replicò il dolonese. """"Abituata a creare avvenimenti quotidiani in ogni atto, in ogni gesto. [...]. È un problema. Hanno il senso della personalità e dell'individualità, ma si sono ridotti allo stato di massa. [...]"""". Perché Alvaro, perché Belmoro, perché adesso? È davvero possibile leggere Alvaro, dopo quasi un secolo dalla pubblicazione del suo primo romanzo, e farlo con occhi e mente finalmente nuovi? Che cosa definisce ciò che è vecchio e ciò che è nuovo? Che cosa è compiuto e che cosa non può esserlo perché, per sua natura, destinato a rigenerarsi ciclicamente? Rileggere l'opera di Corrado Alvaro in un momento storico nel quale la cultura umanistica cede il passo all'omologazione accademica, non è solo un atto di onestà intellettuale nei confronti di uno degli scrittori più acuti del panorama europeo contemporaneo. Leggere Corrado Alvaro, e liberarlo dai lacci del provincialismo tout court, è il bisogno impellente di un nuovo respiro culturale, il quale sappia guardare oltre il limite di ciò che è tangibile e dare nuova vita a """"chi per lungo silenzio parea fioco"""", come direbbe Dante. Per farlo, però, è necessario recuperare la scintilla dell'atto creativo, il genio, la follia: unica in grado di carpire la Verità, o almeno ci si può provare. Ma come farlo? Accostandosi, con sguardo a volte spregiudicato, a un breve romanzo d'esordio, che ha in sé la forza di un'opera matura, e a un ultimo capolavoro, il quale non poteva che rimanere incompiuto perché si rivelasse fino in fondo la grandezza del suo autore." -
Prefetto in terra di 'ndrangheta. Dove la criminalità contende allo Stato territorio e consenso
Il corretto funzionamento della società non può prescindere dall'educazione all'etica pubblica e dalla formazione di una coscienza della legalità da parte dei cittadini, incoraggiate e promosse, in prima istanza dalle istituzioni. A mediare fra le due parti - comunità e apparato pubblico - si pone la figura del prefetto, per dare voce alla popolazione, intercettandone i bisogni, individuando le soluzioni più opportune alle esigenze del territorio. Partendo da questo assunto, ""Prefetto in terra di 'ndrangheta"""" analizza «le trasformazioni del fenomeno mafioso, i complessi rapporti tra cittadini e 'ndrangheta di attrazione-repulsione, in perenne tensione tra silenzio e rivolta, omertà e denuncia, sfiducia e speranza», ma anche le conseguenze della crisi in un territorio già fortemente provato, in special modo dall'Unità d'Italia in poi, proponendo di ripartire dalla scuola, dalla cultura, e ripensare a nuovi metodi di sviluppo e cambiamento per costruire il futuro."" -
Il presepe Barbaro
Nel libro l'autore descrive il suo interesse per il presepe con particolare riferimento alla tradizione napoletana del Settecento. Il volume si apre con la descrizione della storia del presepe seguita da un approfondimento riguardo ai presepi nel Mondo e al collezionismo. Con ricchezza di dettagli e particolare cura, l'autore ci guida verso la conoscenza del presepe napoletano attraverso la descrizione del valore simbolico di ciascun pastore e l'illustrazione dei luoghi e degli spazi che lo caratterizzano. Il nucleo centrale del volume è costituito dalle fasi che hanno portato alla realizzazione di un presepe napoletano nella propria abitazione, il presepe Barbaro. La lettura scorre veloce, ci racconta come è nata la passione dell'autore e prosegue illustrandoci quali sono i materiali e le fasi necessarie alla realizzazione di ciò che, a tutti gli effetti, è un'opera d'arte. Infine, le dieci scene sono meticolosamente descritte e ci danno un quadro complessivo della composizione aiutandoci a comprendere il significato profondo della Natività. -
Sveglia! L'umanità non si arresta
"Il declino della sinistra e dei suoi addentellati ideali, sociali e psicologici, è l'ossessione e la sofferenza dei protagonisti del """"romanzo"""": non si rassegnano che all'acuirsi di grandi problemi planetari - dalla sostenibilità ambientale alla fame, dalle emigrazioni alle disuguaglianze - non si registrino contromovimenti di contrasto adeguati da parte delle forze progressiste; non concepiscono che ci si possa accomodare ad una realtà segnata da profondi squilibri sociali e spaziali, che i partiti di sinistra siano subalterni ai meccanismi del degrado socio-economico e delle stesse relazioni umane. Daccapo, non si limitano all'indignazione e allo stupore passivo, ma propongono soluzioni, individuano percorsi di rinascita e riconquista di punti di vista, analisi e strumenti per l'azione: nuove forme di insediamento dei partiti nei gangli vitali della società, selezione e formazione ideale e pratica di gruppi dirigenti consapevoli e attrezzati, coinvolgimento delle nuove generazioni"""". Dalla Prefazione di Domenico Cersosimo." -
Urbanistica e trasformazione digitale-Urban planning and digital trasformation. Ediz. bilingue
"A partire dalle prospettive disegnate dal dibattito scientifico, che ci stimola a reimmaginare e ricostruire i luoghi che attraversiamo sulla base del nuovi rapporti che tendono a stabilirsi tra il mondo materiale e quello virtuale, il testo riconsidera efficacemente le conseguenze che tali modificazioni stanno producendo sulle discipline del progetto e sull'urbanistica in primo luogo, con implicazioni che riguardano i differenti linguaggi della tecnica, della politica e della stessa creazione artistica"""" (dalla Prefazione di Michele Talia)." -
C'era una volta la 'ndrangheta. Ricordi e desideri di un uomo che l'ha conosciuta
"Il no alla 'ndrangheta, perentorio, deciso. Tiberio Bentivoglio ha detto no e insieme alla sua famiglia continua a dire no, no al sopruso, no alla violenza, sì alla dignità, si all'amore, no all'odio; uno schieramento chiaro, preciso, definito, al costo di costare troppo, tanto. La sua storia è reale, vera; vera come l'abbraccio di molti, vera come i proiettili mafiosi, vera come l'inerzia di una parte dello Stato. Egli e sua moglie in quell'abbraccio che mai è cessato si stringono fortemente e tentano di fare quel passaggio che in questo testo è lampante: """"Non più vittime di mafia ma sopravvissuti consapevoli"""", sopravvissuti allo scempio mafioso e allo scempio di parte dello Stato, allo scempio dell'isolamento sociale, allo scempio della violenza; consapevoli perché sanno, resistono, vivono anche con il dolore e accanto al dolore"""". Dalla Postfazione di Antonino Giorgi. Prefazione di Nando Dalla Chiesa." -
Poesia dalla roccia
Noi viandanti insistiamo, siamo anche testardi, non vogliamo consigli, non vogliamo compassione. Molti pensano male di noi perché non hanno capito, è gente senza nome che non lo cerca e non lo vuole cercare. Noi viandanti ci buttiamo nell'avventura, nell'avventura nera, nell'avventura rossa, nell'avventura dalla quale non sappiamo se usciremo, un giorno o una notte, vivi o morti, morti nell'anima e nel corpo. Viandanti di un tempo, di oggi e di domani, valichiamo un duro percorso, saranno viottoli, sarà il mare, saranno monti. Non sappiamo, non ricordiamo, il pensiero lo abbiamo lasciato davanti alla porta di casa prima di andare, adesso ne cerchiamo uno nuovo, quello che è nostro, cerchiamo noi stessi, vogliamo avere coscienza di noi, di quel noi disperso nell'aria, filtrato forse da un raggio pesante, ammorbato da una luna noiosa. Siamo fuggiti dal caldo e dalla noia, l'unica cosa che ci resta è camminare, accorparci delle nostre idee rubate e derubate. Vogliamo troppo anche da quel Dio che forse non ci ha attenzionato. Viandanti, viandanti, gente malvista, fannulloni, perdigiorno, lo dice chi ha una zappa sulla spalla, chi ha l'oro nelle mani, loro non lo sanno, inconsapevoli della loro vita, vivono la quotidianità pallida e piatta. Noi solleviamo zolle ardite, noi andiamo sugli alberi e tentiamo di volare come gli uccelli nell'esasperazione di capire qualcosa, di prendere per le mani quel bandolo che forse si trova più in alto o forse si è disperso nell'etere. Noi viandanti andiamo, continueremo per tutta la vita, se la vita sarà lunga forse scopriremo qualcosa di più e ci sazieremo di viatico, se la vita sarà corta moriremo da viandanti senza novità, senza sapere chi siamo. Come dice Trento Longaretti, l'artista che dipingeva i viandanti, saremo sempre: ""figure inclinate, obliquamente tese in avanti, inquieti errabondi in cerca di chissà quale meta""""."" -
Eroine
"Quella che state per leggere non è una storia vera ma prende spunto da vicende realmente accadute. A dimostrazione del fatto che niente meglio della realtà offre materia alla fantasia quando si ha la bravura di coglierne le suggestioni. La protagonista principale si chiama Marisa ed è nata dalla parte sbagliata della società. La parte nella quale dominano la violenza, la sopraffazione e il sopruso: dove la legalità semplicemente non esiste. Marisa ne ha vissuto integralmente la brutalità, assimilandone anche la crudezza dei rapporti. Ma non è stata del tutto domata, c'è ancora in lei una scintilla che le permette di separare il bene dal male. E quando questa scocca, la sua vita prende fuoco. Marisa si trova improvvisamente catapultata nella parte giusta della società, costretta però a recitare una parte sbagliata in un vortice di sentimenti forti al punto da risultare scioccanti: come fossero il marchio indelebile della sua vita precedente"""". (Dalla Prefazione di Sergio Rizzo)" -
Attiviamoci. Percorso di cittadinanza attiva, solidale e responsabile per i bambini della scuola primaria
Marco, dopo la difficile esperienza della scuola dell'infanzia, inizia l'istruzione primaria. Sulla sua strada incontra la maestra Vanna, un'insegnante affettuosa e sensibile, ma al tempo stesso determinata, competente e, quindi, in grado di affrontare qualsiasi problematica educativa. La docente, sin dal primo momento, conquista la fiducia e l'affetto del piccolo allievo, il quale, pian piano, riesce a superare tutti gli ostacoli e si inserisce perfettamente nel gruppo classe. Il testo racconta alcune delle vicende scolastiche vissute da Marco e dai suoi compagni. I temi trattati, pur essendo di diverso genere, si intrecciano tra loro dando vita a un'unica storia che educa, emoziona e diverte allo stesso tempo. Età di lettura: da 6 anni. -
Note di vento. Poesie
"Il mare è come la poesia... il mare è il respiro che abbiamo dentro. La musica del mare è qualcosa che ti prende l'anima e non ti lascia più. Mi sono perso nella sua bellezza e nella sua immensità e tutto quello che provo, l'ho riassunto in queste poesie, veloci e sincere come i baci di un innamorato. Una Poesia fotografica, estemporanea, volta a catturare un istante fugace come un soffio di vento. Ogni poesia è legata ad un ricordo, ad un'emozione... come una canzone, basta rileggerla e risento quello stesso incanto di quando l'ho scritta. Ho scelto di condividere con voi il mio viaggio affinché possa essere portato nei vostri cuori. Il mio mare, i miei tramonti, le mie emozioni, sono tutte qui in questo libro. La mia anima è tra i raggi di questo tramonto racchiusi in questo libro da leggere in riva al mare.""""" -
Iride reggina
Nella Reghion del 470 a.C., in un simposio d'una notte di mezz'estate allietato da musici, acrobati, mimi e danzatrici nella villa sul mare dell'etrusco Vulca, si ritrovano vari personaggi: c'è il poeta Licofròne, il magistrato Ipparco con l'inseparabile Icco, il filosofo cinico Antìstene con il pitagorico Filolào e molti altri. Ma c'è pure una bella e misteriosa signora etrusca, in viaggio su una nave proveniente da Alessandria d'Egitto. -
Buffy non deve morire. Adolescenti, mito e fantastico nei nuovi media
Dopo tre anni di lavoro, finalmente vede la luce ""Buffy non deve morire. Adolescenti, mito e fantastico nei nuovi media"""". Quest'opera vi offrirà un ulteriore strumento di comprensione del genere Fantastico, nello specifico della capacità di alcune serie televisive - collocabili dalla fine degli anni Novanta ad oggi - di rinnovarne la fascinazione presso il pubblico più giovane; lungo il percorso fanno capolino noti casi mediatici (es. """"Westworld"""", """"Il racconto dell'ancella"""" e, ovviamente, la bionda ammazzavampiri che ispira il titolo del volume) che gli autori investono di inattese suggestioni letterarie, mitopoietiche e sociologiche. Non mancano alcune digressioni su serie epocali come """"Ai confini della realtà"""" o """"Il segno del comando"""", né approfondimenti sull'odierna contaminazione, sempre più evidente, tra generi e forme espressive diversi (Cinema, TV, piattaforme social), che trova nelle tetralogie di """"Scream"""" e """"Twilight"""" validi esempi."" -
Parole del Sud
«""Parole del Sud"""", ma anche dal Sud, parole d'amore e di rabbia, di rivendicazione e di promesse, di analisi e di progetti, parole di poesia che ripercorrono luoghi, situazioni, protagonisti di una regione che non è riuscita ad affermare la sua vocazione alla cultura, e non è riuscita a conservare intatta la natura, la bellezza di un luogo che a volte fa dire spontaneamente, a calabresi e non, è un paradiso... Piace, di Gangemi, la capacità di fare poesia civile nel mentre offre spaccati lirici o delinea situazioni addirittura di cronaca. Come ha dichiarato all'inizio usa la penna per giocare / oppure per combattere e lo fa con la disinvoltura di chi ha attraversato i dilemmi che da sempre la Calabria si trascina, pur avendo avuto, e Gangemi li cita, uomini come Costabile, La Cava, Seminara, Calogero.» (dalla Prefazione di Dante Maffia)"" -
Mi volle donna
"Parlare delle liriche di Caterina Borgese, professore d'orchestra e apprezzata violinista, non consente certo di produrre un giudizio oggettivo, si snaturerebbe tra l'altro l'essenza stessa della poesia che è per sua natura soggettiva. La raccolta è brevissima, appena sedici poesie corredate da immagini ben connesse con i versi... ma la qualità del risultato raggiunto è inversamente proporzionale alle dimensioni della silloge. La sonorità dei suoi versi appare in piena armonia col battito interiore e il tutto conferisce rilevanza all'impatto metrico. Se ciò è frutto di deformazione professionale, mai circostanza fu più opportuna, essa ha consentito alla poetessa di dirigere la prua lungo la scia della norma antica che vuole la musicalità inscindibile dalla parola. L'intimismo è la cifra distintiva della poetessa... abile è il poeta che manipola sapientemente il linguaggio al fine di portare alla luce la propria interiorità. La poesia è anche, direi soprattutto, dialogo con la parte immersa di se stessi e deve rispondere pertanto soltanto alla verità intima del poeta. Caterina Borgese questa dimensione l'ha certamente raggiunta, dalla sua poesia traspare la chiara espressione di un moto dell'anima individuale che, esaltando la magia della parola, giunge armoniosamente all'orecchio del lettore e le sue liriche risultano di una bellezza e profondità che non possono essere sottaciute."""" (dalla Prefazione di Franco Arcidiaco)" -
Caci il brigante
"Seduto su un cippo dimenticato dagli anni, sul promontorio che dava al paese, il terribile Caci consegnava la sua anima al vento. Un fiume di ricordi e di lacrime immateriali si spargeva nel bosco alle spalle, e scendeva sulle case distanti e ammucchiate che egli insistentemente guardava. Malinconico, arrabbiato, riusciva a distinguere i palazzi dalle catapecchie, la gente avvicendarsi nei vicoli, sentiva i suoni e gli odori di cui erano piene le case, le voci della compagna e dei bambini. E chissà quante altre cose vedeva, quella notte, il mio padrone. Io intuivo solo un gruppo di pietre malmesse, e qualche fioca luce inghiottita dal bosco. Due donne si contendevano il brigante: una era la certezza, la famiglia, la madre e la casa, l'altra era il mistero, la sfida, il desiderio nascosto."""" (dalla prefazione di Antonella Italiano)" -
La cura provvisoria dei tratti fragili
Il libro è una elegia alla fragilità, alla tenera voce che ci tiene uniti: «i dolori vogliono la voce giusta, la voce da cui risalgono». I personaggi delle storie narrate sono diversissimi, ognuno detta il proprio smarrimento, eppure quanta energia in questa fragilità [...]: la cura ai tratti fragili è amare il vuoto, accarezzare ciò che è provvisorio, perché la ferita è ciò che ci avvicina al cuore selvaggio della vita, come disse magnificamente James Joyce. Dalla Prefazione di Cinzia Messina. -
Alfabeto di rime
«Ad un certo punto della vita ho avvertito il bisogno di fare un viaggio del tutto diverso da quelli che sono solita fare. Niente bagagli, né orari di partenza e di arrivo, ma solo qualche foglio di carta ed una penna per scrutare tra le pieghe dell'anima. Ho desiderato ripercorrere alcune vicende relative alla mia esistenza, riguardando dall'alto e, quindi, da una prospettiva diversa, più distaccata, sentimenti, luoghi, ricordi, emozioni ed affetti. Mi occorreva mettere assieme vita pensata e vita vissuta, la bruttezza e la bellezza, il male ed il bene, l'amore e l'odio, il coraggio e la paura, in una parola, tutti gli opposti contemporaneamente presenti nell'essere umano, caratterizzato ad un tempo da imperfezione e dalla continua tensione verso l'Assoluto. È nato così ""Alfabeto di rime"""".»"" -
Quella sconosciuta parte di me
Nicholas Fanciulli, cinquant'anni, supplente d'italiano e scrittore dilettante, è ancora alla ricerca di un'identità. Il giorno in cui assiste all'omicidio di un meccanico decide di ribellarsi alla malavita che tiene in scacco Reggio Calabria, la sua città: dichiara al commissario incaricato delle indagini che è in grado di riconoscere il killer e che è disposto a testimoniarlo in tribunale. Nicholas si mette sulle tracce dell'assassino e dei mandanti dell'omicidio. Inizia così una ricerca che lo porta anche a un sofferto confronto con la donna che ama e con il proprio passato, e a scoprire verità sconvolgenti sulla propria vita... -
Il vaso di Nakisa
Nakisa è una giovane donna di origine africana adottata in tenera età da genitori calabresi, che la accolgono dopo la prematura morte del padre e della madre naturali avvenuta su uno dei tanti barconi che giungono sulla costa jonica. Matteo è un artigiano, un uomo che dedica la propria anima al suo lavoro e all'arte, che trascorre ore immerso nel suo laboratorio di ceramica. Le personalità dei due non potrebbero essere più diverse: lei giovane e spensierata, ha appena iniziato a scontrarsi con le difficoltà della vita adulta; lui maturo e taciturno, marito e padre che si interroga costantemente sulla natura dell'animo umano. A seguito del loro incontro dovranno entrambi ricredersi su molte delle convinzioni instillate da un ambiente dalla mentalità ristretta e denso di preconcetti, e cercare di conciliare il loro passato con sensazioni nuove e prima inimmaginabili.