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Giambattista Vico tra Barocco e Postmoderno
Della cultura barocca, tutt'altro che buia e polverosa, Vico parla in modo insospettato alla sensibilità contemporanea, contribuendo a delineare i tratti di una nuova pratica culturale, basata sul potenziamento delle facoltà connettive come l'immaginazione, la memoria, l'ingegno, e di una nuova visione del sapere fondata sull'apporto paritetico delle diverse facoltà e discipline umane. È così - sostiene l'autore - che il pensiero barocco di Vico entra curiosamente in relazione con i nostri tempi postmoderni, gettando su di essi nuova luce e ricevendone contemporaneamente nuova attualità. -
Sull'ontologia. Fenomenologie et exempla
Il libro affronta l'ontologia, tema classico della filosofia, cercando di decostruirne il significato teorico. L'essere che non c'è come oggetto privilegiato del pensiero èil luogo dove necessariamente appare qualsiasi nostro dire intorno al mondo, alsapere, alla cultura. L'opera presenta nelle ""fenomenologie"""" e negli """"exempla"""" una ricchissima gamma di temi teorici che vanno dalla rappresentazione alla temporalità, alla memoria, al senso, all'immagine, alle tecnologie, alla città, alla politica, allavoro. Una filosofia che non parla di sé, ma che cerca di esplorare aspetti del mondo e dell'esperienza che costituiscono la forma della nostra vita."" -
Dallo sviluppo all'evoluzione nel XIX secolo
Lo studio a più mani che viene qui riproposto era stato pubblicato inizialmente come numero speciale della rivista di storia delle scienze Thalés nel 1962, che a sua volta raccoglieva il lavoro di un seminario condotto da Georges Canguilhem nel 1960 per commemorare il centenario della pubblicazione dell'Origine delle specie di Charles Darwin. Si tratta di uno studio collettivo - Georges Canguilhem, Georges Lapassade, Jacques Piquemal, Jacques Ulmann - suscitato dall'attualità dei problemi darwiniani, dalle polemiche passate (ma anche attualissime) sull'ereditarietà, sull'evoluzione e l'evoluzionismo, sulle condizioni di validità dei modelli organici dell'individualità sollevate da biologi, filosofi o storici delle idee, sui concetti di sviluppo e sottosviluppo usati dai politici e dai sociologi. Come scrivono Balibar e Lecourt nella prefazione, si tratta di un libro che abbraccia assai più che il campo specifico della storia della biologia. Esso è importante sia sul versante della stessa biologia (da quando l'embriologia, in connessione con l'attuale genomica, costituisce nuovamente un fronte avanzato della ricerca, e da quando ci si interroga con sempre maggior insistenza sui rapporti fra il ""programma"""" e l""""'epigenesi""""); sia sul versante delle ideologie sociali (con l'espansione della sociobiologia o l'utilizzazione smodata dei """"nuovi paradigmi"""" biologici in economia e in filosofia politica)."" -
Il teatro degli eteronimi. Il neopagamesimo estetico di Fernando Pessoa
Fernando Pessoa, insieme agli eteronimi Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Álvaro de Campos e António Mora, progetta ed elabora la costituzione di un movimento chiamato “neopaganesimo portoghese”. Questo appare sempre più metafora delle concezioni artistiche del Poeta, ovvero della sua aspirazione a essere un poeta drammatico, in quanto è nel “dramma” che si realizza il maggior grado di spersonalizzazione dell’artista. È la spersonalizzazione, infatti, che indica la frammentarietà costitutiva della coscienza di Pessoa. Il neopaganesimo, perciò, quale salvaguardia della pluralità dei racconti, e tali si configurano gli eteronimi, si rivela come la narrazione del tentativo di rappresentare la pluralità della coscienza del Poeta di Lisbona: progetto destinato al fallimento. Pessoa sopravvive così come un ‘dio minore’ che, volendo riprodurre la creazione della pluralità, mantenendola plurale, prerogativa del vero Dio, si scopre umano, troppo umano, per essere l’inizio di un nuovo cosmo, tanto che tutto gli sfugge dalle mani in una dolorosa deflagrazione di sé. Deflagrazione che ci rimane come opera bella. -
La poesia e le cose. Su Leopardi
Leopardi non si lamenta dell’impossibilità teorica di affermare un infinito oltre il finito. In questione è per lui piuttosto il non darsi di un “infinito terreno” che sia ad un tempo visibile udibile gustabile tastabile annusabile. È la “vanità” delle cose, la loro strutturale incapacità ad appagarci pienamente, ciò che il “vero” – misura: essenzialmente cognizione di limiti e confini – non può mancare di annunciare: una radicale ingratitudine, un’ostinata obiezione a riconoscere che queste cose non sono affatto nulla, pur nella loro irrimediabile fragilità. Non si tratta ai suoi occhi né di negare il limite né di assolutizzarlo, ma piuttosto di leggerlo in rapporto continuo “coll’infinito e coll’uomo”: di lasciare che sia il desiderio a cogliere l’oltre che ogni limite, proprio in quanto limite, annuncia. Un’illusione: ciò che è più vero del vero. L’icona più tipicamente leopardiana di tale operazione è certamente la siepe de L’Infinito, allorché, concludendo le possibilità dello sguardo, apre orizzonti “interminati” e “sovrumani”. -
Racconti da due mondi
La struttura del libro ricorda il sogno di Alice: i ""due mondi"""" sono l'Africa, nella quale l'autore ha trascorso gran parte della propria vita, vivendo affetti ed emozioni, e Pavia, con tutto il suo fascino di città antica, misteriosa ma """"bloccata"""" da un destino di maledizione. Di qua e di là dello specchio, d'uno specchio che non è altro la coscienza di ciascuno di noi, e poi una breve serie di racconti che formano il """"ponte"""" tra di due mondi del vissuto dell'autore. L'Africa terra madre, ricca di misteri e di magia, radicata nel profondo del cuore di chiunque vi abbia vissuto. Per contrasto, una Pavia in cui non si stenta a riconoscere personaggi, luoghi e situazioni reali, pur """"camuffati"""" dalla narrazione che sembra fantastica, mentre in certi passaggi è solo ironica, nei confronti della """"madre-matrigna"""". Infine, s'intravede il mondo complesso dell'interazione tra genti, popoli e culture."" -
Estetiche dell'ornamento
Nell'architettura, tra la fine del secondo e l'inizio del terzo millennio, si assiste al crollo di quei principi di firmitas, utilitas e venustas che, da Vitruvio in poi, erano stati alla base dell'arte dell'edificare; ai valori del peso, della struttura, dell'ornamento subentrano altre categorie estetiche: l'immaterialità, la multimedialità, la sensorialità. Pertanto non si può più parlare di ornamento secondo le chiavi di lettura tradizionali, quali ad esempio la dialettica struttura/decorazione o utile/superfluo, ma è preferibile ricorrere ad un linguaggio metaforico che, gravitando nell'ambito semantico del ""corpo"""", della """"veste"""", del """"trucco"""" e della """"maschera"""", coinvolge spesso la polarità tra verità e inganno. Attraverso le pagine di alcuni autori che dall'antichità ai nostri giorni hanno affrontato, da prospettive diverse, la questione dell'ornamento (Senofonte, Vitruvio, Alberti, Perrault, Laugier, Piranesi, Burke, Le Camus de Mézières, Kant, Semper, Baudelaire, Ruskin, Loos, Le Corbusier, Adorno, Arnheini, Venturi, Mendini) questo testo esamina le tensioni fondative che animano lo statuto teorico dell'ornamento e mette in luce come la retorica antica, attraverso il principio del decorum, possa essere una valida chiave ermeneutica per cogliere l'orientamento dell'architettura contemporanea."" -
Architettura, miti e misteri
"Questo volume affronta i vincoli che legano l'architettura al mito, nonché alla radice comune che unisce il mito stesso ai liberi muratori. L'origine della Massoneria è un mito architettonico e pertanto si può, senza alcuna remora, ampliare il tema integrando l'interdipendenza dei termini Massoneria, miti, misteri e architettura - fino ad una piena identificazione materiale e allegorica. Conviene dunque ricordare che la Libera Muratoria, quella di connotazione operativa, ebbe origine all'interno delle corporazioni medievali dei muratori e degli scalpellini, ossia in seno alle maestranze impegnate alla costruzione delle grandi cattedrali romaniche e gotiche, ove la religiosità del lavoro si accompagnava alla mitica concezione delle """"dimore filosofali"""". Testimonianze di questa antica immagine degli artigiani si ritrovano nei simboli della squadra, del compasso, del sigillo di Salomone, nella scacchiera, nella stella fiammeggiante e nell'occhio divino al centro del triangolo. Più recentemente basterebbe ricordare come l'idea libero muratoria, anche in età illuminista, continuò a ruotare attorno al concetto di """"costruzione"""" intesa come razionale aspirazione mitica ed evolutiva, quale progresso di spiritualità e di tensione intellettuale e morale."""" (dalla presentazione di Blasco Mucci)" -
Il vivente, l'analogia, le scienze. Studi di archeologia dei saperi
II libro è composto di saggi che mettono in luce il ruolo costitutivo dell'analogia nelle trasformazioni delle scienze e nella crescita della conoscenza. Nel primo saggio l'analogia viene studiata come strumento metodologico della storia (o ""archeologia"""") delle scienze. Nei successivi i temi vengono esposti attraverso un'analisi e una discussione del pensiero di una o più figure della cultura filosofica, scientifica e/o storiografica francese. Una particolare attenzione è dedicata da un lato a G. Canguilhem e alla storia e alla filosofia delle scienze della vita, e, dall'altro, ai protagonisti della rivoluzione storiografica delle Annales, Febvre e Bloch. I temi affrontati riguardano questioni di grande attualità nel dibattito filosofico e scientifico, quali il rapporto tra organismo e macchina o il progetto dell'Intelligenza Artificiale. Il filo conduttore che emerge da questi studi riguarda la crucialità delle analogie tratte dalla razionalità biologica, dalle quali prevalentemente dipendono alcuni mutamenti decisivi nelle scienze contemporanee, secondo una prospettiva aperta da Foucault in """"Le parole e le cose""""."" -
Quattro saggi fuori luogo
Questi quattro saggi hanno una veste dimessa e un compito alto: si propongono di vagliare alcuni concetti generali di una filosofia dell'immaginazione, proponendo una lettura libera, ma attenta di alcuni capolavori della nostra cultura letteraria e pittorica. Così, nella forma di una discussione pacata che prende volutamente le distanze dallo stile del saggio scientifico, l'autore ci invita a riflettere sul tema della memoria e della dimenticanza nell'Odissea, sul rapporto tra cornice e narrazione ne Le città invisibili di Calvino, sul significato di Las Meninas di Velàzquez e su uno splendido duplice ritratto del Ghirlandaio che racchiude in sé una meditazione sul tempo e sul suo trascorrere. Un libro di filosofia, dunque, ma anche un contributo ammirato alla ricchezza di pensiero che è racchiusa nelle opere dell'immaginazione. -
Connected family. Come aiutare genitori e bambini a comprendersi nell'era di internet. Con CD-ROM
Il testo affronta la tematica, estremamente attuale, di come gestire in famiglia e a scuola il problema del primo contatto dei bambini con i computer e gli strumenti della comunicazioni digitale. La tesi centrale del saggio è che sono proprio i bambini, con il loro innamoramento spontaneo per la tecnologia, che possono aiutare genitori e insegnanti ad aumentare le loro competenze tecnologiche. Gli adulti devono farsi guidare dai bambini, piuttosto che imporre la loro logica e il loro modo di considerare le nuove tecnologie. Nello stesso tempo, però, è fondamentale che essi riflettano attentamente sul ""mega-cambiamento"""" che la rapidissima diffusione dei nuovi media introduce nel modo di rapportarsi con il mondo dei loro tigli e studenti. Solo in questo modo sarà possibile mantenere e rinsaldare il patto educativo e formativo tra le generazioni, che proprio queste grosse trasformazioni rischiano di minare, e sfruttare a pieno il potenziale di innovazione e creatività che le tecnologie implicitamente veicolano, stabilendo con i """"digital kids"""" un terreno comune di dialogo."" -
Come organizzare una scuola di qualità
"Come organizzare una scuola di qualità"""" è un quaderno di """"Epistème""""- Annali del Liceo """"M.G. Agnesi"""" di Merate ed è da considerare """"materiale comodo"""" per un rapido e sintetico aggiornamento professionale degli operatori scolastici e materiale propedeutico all'approfondimento tramite specifici manuali. La sua destinazione è, quindi, quella di quanti nel sistema-scuola hanno bisogno di un pensiero sistemico che la governi e di professionisti che partecipino, agiscano e decidano all'interno di una leadership il più possibilmente diffusa e partecipata, al fine di progettare i processi didattico-educativi." -
Essere, linguaggio, discorso. Aristotele filosofo dell'ordinario
A partire dalla cosiddetta ""svolta linguistica"""" della filosofia, si sono imposte nel pensiero contemporaneo un'idea e una pratica dell'impresa filosofica come analisi semantica e chiarificazione di concetti, oltre che come argomentazione. Spesso però, nonostante i continui """"ritorni ad Aristotele"""" invocati nella filosofia contemporanea entro i campi più svariati - dall'etica alla politica, dall'ontologia alla filosofia della mente e alla filosofia della vita - si trascura che è proprio Aristotele ad aver inaugurato l'approccio semantico-concettuale ai problemi filosofici, sì da poter essere considerato a pieno titolo il primo """"filosofo del linguaggio ordinario"""". In questo libro Diego Zucca ripercorre la filosofia aristotelica mostrando i molti modi in cui il linguaggio ordinario, come sistema di strutture e collettore di contenuti, prestazione bio-cognitiva tipicamente umana, deposito sociale di norme, regole e intuizioni, sia scandagliato e valorizzato da Aristotele con una profondità e una sistematicità tali da fare del filosofo un potente anticipatore della sensibilità metodologica contemporanea."" -
Tracce. Nichilismo moderno postmoderno
«Ho pubblicato ""Tracce"""" da ragazzo, avevo smesso da poco di leggere """"L'isola del tesoro"""". Ecco la quarta di allora: """"'Tracce', una parola chiave della filosofia del Novecento (Ernst Bloch, Jacques Derrida), in questa raccolta di saggi delinea una serie di percorsi - dunque, di tracciati e di vie di ricerca presenti nella riflessione contemporanea: dal dibattito sul nichilismo alla 'crisi della ragione', dal 'pensiero debole' alla 'condizione postmoderna'. Vale a dire, al tempo stesso, una rete concettuale eterogenea e ancora in fieri, sul traino della storia delle idee; e la deliberata rivendicazione di un pensiero della differenza e della molteplicità, sul piano della riflessione teorica propriamente detta (Deleuze, Derrida, Lyotard, Vattimo, Rorty...). Di questi progetti incompiuti o sentieri interrotti, Tracce vuole offrire una presentazione ragionata, seguendo il filo conduttore (tematico e teorico) di un nichilismo non patetico né eroico che abbandoni cioè 'un certo tono apocalittico adottato da qualche tempo in filosofia'"""". Da allora molte cose (non tutte) sono cambiate, in me e fuori di me. Dire che non rinnego niente sarebbe falso, visto che per me diventare filosofo (ammesso e non concesso che ciò sia avvenuto, e che qualcosa del genere, """"diventare filosofo"""", avvenga in generale) ha coinciso proprio con il rinnegare, denigrare, sbeffeggiare, o anche solo stufarsi di buona parte delle cose che scrivevo in quel libro.» (Maurizio Ferraris)."" -
Leggere il Capitale
Questa è l'edizione italiana completa dei seminari sul ""Capitale"""", tenuti presso l'Ecole Normale di Parigi nell'anno accademico 1964-1965 da Althusser e i suoi allievi. La rilettura proposta da Althusser e dalla sua scuola è diventata un punto di riferimento fondamentale e costituisce tuttora, come sottolineano i curatori dell'edizione francese del 1996, """"una sorta di classico"""". Si tratta di una lettura sistematica, che considera tutta l'opera di Marx, mettendo in luce le profonde differenze filosofiche presenti nel """"giovane Marx"""" dei """"Manoscritti"""" e nel """"Marx maturo"""" della critica dell'economia politica. Dunque a ragion veduta veniva privilegiato, alla fine, """"Capitale"""", anch'esso affrontato nella sua interezza, nelle sue contraddizioni apparenti o reali, nelle difficoltà terminologiche e concettuali che ne rendono ardua l'interpretazione, nella complessità della sua articolazione per cogliere """"l'unità profonda di un testo, [...] ossia la sua problematica""""."" -
Filum cogitandi. Leibniz e la conoscenza simbolica
Con i suoi studi sulle lingue storico-naturali e sui linguaggi artificiali, Leibniz è tra i filosofi che più hanno segnato la storia del pensiero linguistico. Ma come si articolano questi molteplici interessi nel sistema della filosofia leibniziana? Il volume propone una chiave di lettura unitaria: rileggere i testi di Leibniz sui segni e sul linguaggio a partire dalla sua teoria della conoscenza, e precisamente dalla nozione di pensiero cieco o simbolico. Presenti nell'opera del filosofo fin dai primi scritti, le riflessioni sulla cogitatio caeca, che usa parole e segni al posto di idee, rappresentano per molti aspetti una svolta rispetto al modo in cui tradizionalmente era concepito il rapporto tra pensiero e linguaggio. Si tenta qui di ricostruire i lineamenti di questa teoria, mettendone in luce la presenza, più o meno nascosta, in ambiti speculativi apparentemente molto distanti: dalle prove dell'esistenza di Dio agli interrogativi morali, dalla costituzione degli oggetti materiali al problema della certezza e della fondazione del sapere. Matteo Favaretti Camjosampiero (Venezia 1974) ha studiato filosofia all'Università di Venezia, dove sta ora terminando il dottorato di ricerca. È autore di interventi su Locke, Leibniz e Wolff. I suoi interessi sono rivolti alla riflessione filosofica sul linguaggio tra Seicento e Settecento. -
La coda del drago. L'America del Sud nelle carte antiche, medievali e rinascimentali
Da tempo sono note carte dei secoli XV e XVI, in cui l'America del Sud appare unita alla Cina come il ramo d'un albero al proprio tronco; questa Coda del Drago Cinese era considerata come un errore, privo d'importanza scientifica. Il professor Gallez ha preso sul serio queste rappresentazioni. Ha scoperto la rete completa dei grandi fiumi sudamericani in una carta, disegnata prima del primo viaggio di Colombo. Questo libro è ben lontano dalle fantasie attualmente in voga sui viaggi di scoperta. Passo dopo passo, l'autore valuta i concetti della cartografia antica e medievale, e identifica l'America del Sud con la Coda del Drago in numerose carte precolombiane. -
Un folle volo. Note ed esercizi di critica empatica
In questo volume atipico di critica l'autore sviluppa l'ipotesi che agli strumenti consueti e razionali della critica letteraria si possa affiancare con profitto un approccio empatico, che scaturisce da un accostamento emozionale profondo nei confronti del testo. La critica empatica vuole prendere sul serio l'affermazione paradossale di Rilke nelle ""Lettere a un giovane poeta"""", quando sostiene che solo l'amore può tentare di avvicinarsi alla solitudine indicibile delle opere d'arte. Pur non essendo mai stato teorizzato compiutamente, un tale genere di critica trova consonanze con l'estetica di Bergson e Croce e traduzioni significative in diversi scrittori, da Du Bois in poi. Il volume affronta alcuni importanti autori otto-novecenteschi, adottando un'idea di poesia lirica intesa come capacità di ridurre la visione e come circuito parallelo alla realtà della vita ordinaria. L'appendice riprende un dialogo-intervista con Mario Luzi, del quale si riproduce una lettera autografa sull'approccio empatico usato dall'autore."" -
Governance. Teorie, principi, modelli, pratiche nell'era globale
Lo sconvolgimento della geopolitica globale a cavallo del millennio ha rilanciato le pratiche di governance. I saggi raccolti in questo volume presentano un panorama indicativo delle trasformazioni intercorse nello spazio della politica tanto nazionale, quanto globale. -
Aurora nascente
Opera prima del ciabattino entusiasta Jakob Böhme, scritta di getto nel tentativo di esprimere in parole il contenuto della rivelazione mistica ricevuta, ""Aurora"""" è stata colpita da accusa di eresia subito dopo la sua stesura nel 1612. Da allora il libro è scomparso e riapparso nel corso dei secoli seguendo vicende storiche complesse e affascinanti, letto in cenacoli di pochi iniziati e conservato gelosamente dai discepoli che lo salvarono dal silenzio - se non dalle fiamme - della censura. Si presentano per la prima volta in traduzione italiana a partire dal manoscritto originale i primi sette capitoli - una parte in sé conchiusa dell'opera - di un testo fondamentale del misticismo tedesco. L'ampia introduzione alla lettura consentirà al lettore di entrare in contatto con un pensatore mistico del tutto inusuale, che lo stesso Hegel, apparentemente distante dagli eccessi barocchi di Böhme, definì """"primo filosofo tedesco"""".""