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Il museo in scena. L'alterità culturale e la sua rappresentazione negli spazi espositivi
Il museo sta entrando in una nuova epoca, quella del decentramento fuori dall'Occidente, in cui lo spazio espositivo diviene luogo di attrazione turistica, non solo per le opere d'arte ospitate, ma in quanto esso stesso opera d'arte architettonica. Di fronte all'inaugurazione del Louvre di Abu Dhabi e alle controversie che questa ha generato, come si plasma l'interpretazione che occorre dare alla forma del museo in quanto tale e, in particolar modo, al modello occidentale di un museo che si vuole ""universale"""" anche fuori dall'Occidente? Sulla scia di Foucault e delle sue """"eterotopie"""", Jean-Loup Amselle esamina la condizione carceraria delle opere d'arte, in particolare di quelle di cui l'Occidente si è appropriato e che ha imprigionato nel corso della sua lunga storia coloniale. L'autore dimostra come il museo costituisca una vera e propria """"eterotopia"""", ovvero un luogo di extraterritorialità, come la prigione o il manicomio, che priva di senso le culture che vi sono esposte, raccolte dalla cultura occidentale in modo totalmente arbitrario, e celate sotto la maschera dell'universalità. L'esportazione del museo fuori dai confini occidentali costringe a porsi la questione della legittimità di questa forma di esposizione in quanto lecita rappresentazione dell'alterità."" -
Techno. Ritmi afrofuturisti
Giunto alla seconda edizione Techno. Ritmi afrofuturisti ripercorre il confronto culturale tra Africa e Occidente attraverso le tappe che hanno portato la techno, nata dalle tribù metropolitane, a diffondersi dal Nord America all’Europa, dai ghiacci islandesi fino all’Estremo Oriente e alle isole dell’Oceano Indiano, tra le masserie del Sud Italia e i paesaggi posturbani delle metropoli. Un saggio, un racconto epico della cosmologia della musica black. La città di Detroit, il movimento filosofico dell’afrofuturismo, la diaspora africano-americana e la black science-fiction hanno contribuito a nutrire l’immaginario che ha reso la techno un fenomeno mondiale.rnAll’alba del XXI secolo questo genere musicale si conferma sempre più centrale nel panorama internazionale per la capacità della sua scena di sfuggire a etichette, continuando piuttosto a esplorare nuove possibilità grazie all’ironia a tratti cupa combinata con la vena dark e soul della tecnologia. L’underground, il mainstream e la coolness, lo schiavo, l’alieno e il robot, insieme alle nozioni di postumano, djing, laptop music, sampling, loop e remix sono qui indagati secondo una prospettiva mediologica e sociosemiologica sensibile alle pratiche culturali urbane e ai suoi protagonisti. -
Archeologia dei media. Temporalità, materia, tecnologia
Il volume accompagna il lettore nel territorio di uno dei fronti più innovativi nel panorama degli studi sui media. L'approccio media-archeologico permette di ripensare i media in chiave storica e teorica, stimolando ricerche innovative su tecnologie, immagini e oggetti mediali di tutte le epoche. Nell'archeologia dei media lo storico, il teorico, l'artista, l'artigiano, l'hacker e l'attivista trovano ugualmente spazio in pratiche che esprimono e problematizzano genealogie, funzioni, operazioni e potenzialità dei ""nuovi"""" media del presente e del passato. La resurrezione di un grammofono nell'epoca dell'mp3, la revisione del cinema delle origini nella stereoscopia contemporanea, le potenzialità ideologiche di rifiuti, scarti e detriti tecnologici, media redivivi, media mai morti, media sempre e comunque nuovi: l'approccio archeologico al mondo dei media apre prospettive originali non solo allo storico, ma anche all'artista, al curatore, al cineasta sperimentale, a chi semplicemente si diverte a smontare e re-inventare un videoregistratore."" -
L' invenzione dell'etnia
Troppo disinvoltamente richiamata dal mondo della comunicazione, utilizzata impropriamente nel lessico dell'emergenza e dell'umanitario, la nozione di etnia, già presente nel discorso coloniale, è stata ambiguamente riconvocata nel campo politico e nel dibattito pubblico del nostro paese solo dall'inizio degli anni Novanta, quando i processi di transizione dell'Est europeo e il lungo conflitto nella ex Iugoslavia ne hanno drammaticamente evidenziato il potere di mobilitazione. Questo volume è frutto di un lungo lavoro collettivo che ha preso le mosse proprio dal rifiuto dell'abuso di espressioni come ""etnia"""", """"conflitto etnico"""" o """"lotta tribale"""" e dall'esigenza di riaffrontare criticamente i termini del discorso identitario, a partire dall'analisi delle contraddizioni della realtà africana contemporanea. Partendo da casi emblematici come il Mali, la Costa d'Avorio, il Ruanda e il Congo, i saggi di Jean-Loup Amselle, Jean Bazin, Jean-Pierre Dozon, Jean-Pierre Chrétien, Claudine Vidal ed Elikia M'Bokolo criticano una visione """"primordialista"""" e falsamente oggettiva della nozione di identità etno-culturale, proponendo un completo ribaltamento di prospettiva, per analizzare la costruzione degli spazi politici africani e delle categorie identitarie alla luce della loro storicità, in quanto elementi che maturano già nel quadro della """"situazione coloniale"""" e poi nella realtà postcoloniale. Gli autori contribuiscono ad animare il dibattito intorno alla costruzione di una scienza sociale africanista, in cui il canone di identità è ridefinito come genere al tempo stesso plurale e singolare, postulando una vera creolità di ogni gruppo etnico e linguistico."" -
Tecnologie del dominio. Lessico minimo di autodifesa digitale
Le parole delle tecnologie del dominio sono molte, e riguardano tutti gli abitanti del pianeta Terra, anche non umani, anche le macchine. Alcune sono antiche, altre sono di nuovo conio; spesso sono termini inglesi: algoritmo, big data, blockchain, digital labour, gamificazione, internet of things, pornografia emotiva, privacy, profiling, trasparenza radicale e altre ancora. Sono collegate fra loro da una fitta trama di rimandi e sottintesi, una rete di significati colma di ambivalenze e incomprensioni. Insieme compongono il variegato mosaico della società presente e di quella a venire. In questo quadro emerge come ideologia prevalente l'anarco-capitalismo, una dottrina vaga eppure molto concreta nei suoi effetti devastanti sui legami sociali, la costruzione delle identità individuali e collettive, la politica. Sembrano parole d'ordine solide come acciaio temprato, senza crepe, senza debolezze. Ma a osservarle con le lenti dell'ironia, con gli occhiali dello humor e della consapevolezza storica, con il desiderio hacker di smontarle e capire come funzionano, si sciolgono come neve al sole. -
Di cosa parliamo quando parliamo di urbanistica?
L'urbanistica è una forma di conoscenza e azione che organizza e mette in relazione differenti informazioni, frammenti di saperi diversi, azioni e soggetti plurali, perché plurale e articolato è l'oggetto di cui si occupa: è quanto emerge dalla lettura di questo libro – nato a seguito di un ciclo di conferenze e un seminario presso la Facoltà di Architettura dell'Università IUAV di Venezia – che alla domanda “cos'è l'urbanistica” offre le risposte di numerosi professionisti e studiosi. Evidente la difficoltà di inquadrare la disciplina in definizioni rigide, la variabilità di significati che a essa vengono attribuiti, senza però negare l'esistenza di un nucleo di tecniche e saperi che cerca di perpetuarsi e consolidarsi nel tempo. Le differenti interpretazioni degli autori concordano comunque nella comune consapevolezza di avere a che fare con un sapere (che è anche una pratica) che deve la sua ricchezza proprio alla sua complessità, ai suoi riferimenti multipli. Perché l'urbanistica, contesa tra più soggetti e discipline, cambia continuamente, cercando di interpretare adeguatamente le modificazioni della città e del territorio. -
Digressioni nella storia. Dal tempo del sogno al tempo della globalizzazione
Nell’ambito della parola anonima della storia, le digressioni della pratica del raccontare, attraverso differenti generi di discorso, offrono spazio per la riflessione, il ripensamento critico, l’ascolto, il dialogo, l’incontro, l’accoglienza reciproca.rnrnCon testi di Marco Castagna, Noam Chomsky, Umberto Eco, Blaise Essoua, Deana Neubauer, Augusto Ponzio, Giovanni Matteo Quer, Mike Rann, Nicola Sasanelli, Shiori Shakuto-Neoh, Genevieve Vaughan, Margherita Zanoletti, Ghil’ad Zuckermann -
La spirale del silenzio. Per una teoria dell'opinione pubblica
"L'opinione pubblica"""" non è solo un'espressione ricorrente nel linguaggio quotidiano politico e giornalistico, ma un fenomeno vivo che attraversa la storia del genere umano, dalla polis ateniese alle democrazie occidentali mediatiche. Elisabeth Noelle-Neumann - che in queste pagine ne ricostruisce la genesi e l'evoluzione - la definisce """"la nostra pelle sociale"""", la superficie del nostro senso di appartenenza alla comunità che esalta o comprime le possibilità di esprimerci liberamente. Opera di una vita, questo volume è stato costantemente arricchito e aggiornato dall'autrice, sensibile sia allo scandiglio """"archeologico"""" del concetto (il cui uso viene fatto risalire a Cicerone) sia alle novità determinate dalla presenza forte e pervasiva dei mezzi di comunicazione di massa nell'arena della comunicazione globale." -
Sociologia
Pubblicato nel 1908, ""Sociologia"""" costituisce la maggiore realizzazione della vocazione intermittente per la sociologia che caratterizza il complesso e multiforme percorso intellettuale di Georg Simmel. Nel volume, il talento simmeliano per l'individuazione di nuovi oggetti analitici e la cifra saggistica della sua scrittura si coniugano con il proposito di fornire una fondazione alla nuova disciplina scientifica. L'azione reciproca e le forme della sociazione e dell'interazione sono individuate come l'oggetto specifico su cui costruire l'autonomia della prospettiva di indagine sociologica. Si tratta di un'impostazione che, se nell'immediato non avrà una particolare fortuna, nel corso del tempo manifesterà un notevole impatto accreditando Simmel come terzo padre fondatore della sociologia, a fianco di Weber e Durkheim, anche se in posizione anomala e defilata. Ma Simmel, in """"Sociologia"""", non si limita a offrire le coordinate di un possibile approccio metodologico, ce lo mostra all'opera in riferimento a un ampio campionario di temi e problemi, proponendo sviluppi che consentono, ancora oggi, di guardare da prospettive non scontate un complesso di questioni che vanno dal conflitto all'articolazione fra individuale e collettivo, dalle forme dell'inclusione differenziale alla costruzione sociale dello spazio."" -
Le false libertà. Verso la postglobalizzazione
"Le false libertà"""" è un'antropologia del presente; analizza la realtà attuale, approfondisce e indaga la ricaduta che la cosiddetta globalizzazione, con le sue credenze illusorie, ha sulla vita delle persone. Sì, perché è soprattutto di persone che si parla qui, anzi di storie: i bengalesi a New York, i pachistani a Londra, fino alla straordinaria storia di un emigrato o alla folle dichiarazione d'amore a una città mai vista. Ma c'è anche chi mangia cani morti e chi utilizza la cucina etnica per sedare i conflitti, e poi padri senza figli e figli senza padre... Storie vere, nate dalla ricerca sul campo. Per lo scienziato sociale la bellezza delle storie sta anche nel fatto che raccontano pezzi di vita e, proprio perché soggettive e parziali, ciascuna offre un punto di vista """"esclusivo"""". E sono tutte queste prospettive a fornire sguardi inediti che si intrecciano alle interpretazioni per disegnare il panorama di una realtà che viaggia verso la postglobalizzazione." -
Oltre Adriatico e ritorno. Percorsi antropologici tra Italia e Sudest Europa
L'ultimo ventennio ha visto la rinascita, all'interno dell'antropologia italiana, di un interesse per il sudest Europa, in linea con una diffusa attenzione dell'opinione pubblica, stimolata dai drammatici accadimenti successivi alla fine della Guerra fredda. Il volume è un inedito tentativo di riflettere sulle ragioni di questo rinnovato interesse, attraverso percorsi di ricerca che esplorano lo scenario mobile in cui si ridefiniscono le relazioni e gli equilibri tra le due sponde dell'Adriatico. I contributi spaziano dalla cooperazione internazionale agli interventi militari, dalle strategie produttive alle migrazioni e al turismo, fino alla più recente crisi economica. A fare da filo conduttore è il comune approccio etnografico-riflessivo, attento ai rapporti di potere, ai processi e agli ordini discorsivi che configurano l'interesse per uno spazio geopolitico e culturale spesso percepito attraverso il doppio registro della prossimità e della distanza. -
La fabbrica. Memoria e narrazioni nella Taranto (post)industriale
La retorica sviluppista si è conclusa, il mito della società industriale si è consumato. Ma cosa resta? La situazione attuale non è un ""dopo l'industrializzazione"""", ma un convivere con i suoi resti e le sue eredità. La storia di Taranto ci parla di capitalismo e modernizzazione, memoria sociale e identità collettiva, diritti umani e ambiente. Una città che ha """"subito"""" lo sviluppo dalla fine dell'Ottocento con l'insediamento dell'Arsenale e della marina militare, e poi agli inizi degli anni sessanta con la costruzione del polo siderurgico Italsider, oggi Ilva. In entrambi i casi si è trattato di una forma di colonialismo industriale ed eterodiretto dallo Stato con il beneplacito dei gruppi economici e delle élite politiche locali. Taranto rappresenta il naufragio di un modello di sviluppo novecentesco che ha sacrificato non soltanto paesaggi ma vite umane - """"morti di progresso"""" - per il sogno mai compiuto di una crescita economica, culturale e sociale. Presentazione di Paolo Jedlowski."" -
Ambienti mediali
La rivoluzione digitale ha modificato in modo molto profondo l'habitat dell'essere umano trasformandolo sempre più capillarmente in un intreccio di ambienti nei quali è la presenza di uno o più media a impostare, e spesso a programmare, le forme di interattività che di volta in volta vi si dispiegano. In questo libro un nutrito gruppo di studiosi di fama internazionale e di giovani ricercatori sottopone la nozione di ambiente mediale a un'analisi multipla, mobilitando nell'ambito di un disegno teorico unitario una serie di competenze specialistiche che vanno dalla linguistica alla filosofi a della mente, dalla teoria dei media all'estetica. -
Mediterraneismo. Il pensiero antimeridiano
C'è uno sguardo sul Mediterraneo intriso di pregiudizio sull'arretratezza orientale dei suoi popoli. E c'è uno sguardo lirico ed estetizzante che vorrebbe il Mediterraneo come mare resistente contro la potenza oceanica del capitalismo. Entrambe le immagini sono false. Entrambe hanno contribuito a costruire un Mediterraneo di fantasia, che ha ventriloquato eventi, popoli, stagioni. Un percorso di decostruzione di entrambi i mediterraneismi (dell'arretratezza e dell'alternativa) attraverso lo sguardo della filosofia politica, della filosofia del diritto, dell'antropologia, degli studi postcoloniali e subalterni (usati bene), della letteratura, del cinema... -
Punctum fluens. Comunicazione estetica e movimento tra cinema e arte nelle avanguardie storiche
Un saggio di Antonio Bisaccia ripubblicato nel 2017, con una prefazione di Patrick Rumble e una lunga post-fazione del cineasta canadese Bruce Elder.rn«Tale sintetico viaggio dentro un universo filmico ""fuori placenta"""", oltre a rappresentare un lucido compendio storico-critico, offre diversi spunti teorici interessanti.» - il manifestornrnrnLa sperimentazione cinematografica come ri-scrittura del movimento: partendo da questo punto di vista Antonio Bisaccia ricerca le molteplici connessioni tra il cinema e le arti, riflettendo sulla complessità del rapporto tra parola scritta e luce dell'immagine. Incontra lungo il suo cammino le seduzioni del film assoluto e astratto, del dadaismo, del surrealismo e di tutte le avanguardie storiche. Un viaggio che parte con Leopold Survage e i futuristi, proseguendo con Louis Delluc, Jean Epstein, Marcel L'Herbier, Abel Gance, Germaine Dulac, Fernand Léger, Apollinare, Man Ray, René Clair, Marcel Duchamp, Salvador Dalì, Luis Bunuel. L'apparente ossimoro del titolo, Punctum fluens, descrive il paradosso della luce in movimento sullo schermo. Bisognerà intendere il punctum non come segno grafico che conclude un periodo o come luogo determinato e circoscritto - accezione, questa, che si oppone all'idea dello scorrere - ma piuttosto come momento ad interim e istante di un flusso - a volte imprendibile - di dati visivi in movimento. Come """"qualcosa che ci punge"""", appunto, e che attira la nostra attenzione. E in questa dinamica dello sguardo, in quest'area del particolare, in questa antieconomia dell'illusione che l'autore c'invita a entrare, scegliendo di mettere da parte preoccupazioni sterilmente filologiche e proponendoci del cinema d'avanguardia proprio ciò """"che ci ha punto"""". Premessa di Patrick Rumble, postfazione di R. Bruce Elder."" -
Inconscio e ripetizione. La fabbrica della soggettività
L'argomento centrale di questo libro è un nuovo tipo di inconscio, diverso dall'inconscio psicoanalitico tradizionale. Ne fanno parte tutti gli automatismi (motori, cognitivi, emotivi) interiorizzati dal soggetto durante la sua formazione e il suo sviluppo grazie alla ripetizione, volontaria o involontaria, di determinate esperienze e situazioni. Questi schemi contribuiscono a definire, senza che ce ne rendiamo conto, i nostri modi abituali di leggere e di affrontare gli eventi del mondo e sono alla base di molte delle nostre più diffuse e profonde abilità, ma anche di molte nostre insufficienze e incapacità. L'indagine si dispiega a partire da questa contrapposizione e si pone in dialogo continuo con la teoria psicoanalitica freudiana dell'inconscio, della quale capovolge e al contempo arricchisce la prospettiva, mettendo in luce oltre all'importanza di ridurre anche la necessità di custodire e di ampliare gli spazi d'inconsapevolezza e oblio di sé, nei quali dimora ogni concreta possibilità di sviluppo, salute e trasformazione del soggetto. -
Fisicalismo dell'essere. I grandi paradigmi del nuovo millennio
Obiettivo di questo saggio è quello di porre l'attenzione sui grandi paradigmi del nuovo millennio, valutando attentamente quanto ci è stato tramandato dagli scienziati negli ultimi secoli. Partendo dall'assunto che esiste una sola domanda a cui non possiamo dare ancora una risposta concreta, ovvero ""perché esiste qualcosa anziché il nulla?"""", tutto il resto, in epoca moderna può essere interpretato in una chiave sempre più fisicalista: alle teorie ormai consolidate (anche se ancora di difficile interpretazione), come quelle che riguardano la meccanica quantistica e la relatività, se ne affiancano di nuove come quelle sull'informazione, sull'origine dello spazio-tempo e su altri enigmatici aspetti cosmologici. Il libro passa quindi in rassegna vari ambiti della conoscenza: filosofico, biologico, fisico e teologico, al fine di esaminare quanto fin qui abbiamo appreso, e soprattutto quanto tutto ciò influirà sulla nostra vita e sulle nostre coscienze nell'immediato futuro."" -
Baudrillard ovunque
Un volume che ha principalmente lo scopo di tentare un bilancio dell’eredità culturale e scientifica che ci ha lasciato questo importante sociologo.rnrnrnNel 2017, a dieci anni dalla scomparsa di Baudrillard, si è tenuto presso l'Università Iulm di Milano il convegno ""Jean Baudrillard e la teoria dei media"""". In seguito, alcuni degli studiosi che hanno partecipato al convegno hanno elaborato delle riflessioni che sono raccolte in questo volume. Un volume che ha principalmente lo scopo di tentare un bilancio dell'eredità culturale e scientifica che ci ha lasciato questo importante sociologo. Tutti i testi sono costruiti attorno a delle parole chiave, che rappresentano concetti o autori particolarmente rilevanti per il lavoro di ricerca di Baudrillard, in modo da formare un ideale lessico """"baudrillardiano"""" utile anche per chi si avvicina per la prima volta al pensiero di questo autore."" -
Imagocrazia. Miti, immaginari e politiche del tempo presente
"Imagocrazia"""" è una lettura mediologica della politica attuale. Gli individui e le comunità hanno sempre cercato di dare un senso alla propria esistenza aderendo a una visione della realtà che, nel corso dei secoli, è stata orientata dal mito, dalla religione e dalle ideologie. Oggi a farsi carico di tale funzione sono i media e gli immaginari che essi alimentano. La politica stessa, nell'era digitale, può essere interpretata come imagocrazia. La tradizionale distinzione tra destra e sinistra sta cedendo il passo al conflitto fra tre macroimmaginari: l'immaginario prometeico delle utopie digitali e dei leader messianici, quello dionisiaco, incarnato dai barbari acefali che fluttuano nel vuoto della Rete e infine l'orfico, ossia quello dei fautori di un ritorno ai concetti di sovranità, limite, confine e identità. Prefazione di Alberto Abruzzese." -
Senza governo. Un 'antropologia dell'anarchismo
Senza governo offre una panoramica plurale delle strutture politiche anarchiche che attraversano differenti tipologie di società, cercando di dimostrare cosa sia la pratica dell’anarchismo.rnrnSe pensiamo alla caduta di Adamo ed Eva ci vengono subito alla mente i grandi affreschi sul peccato originale e sulla cacciata dall'Eden e non possiamo non considerare quella storia nei termini del mito, o della favola. C'è però molto altro, perché la caduta dei progenitori è stata concepita per molti secoli, e fin dentro la modernità, come il preambolo per comprendere la natura umana, da quel momento preda di passioni antisociali. Che cosa sarebbe successo alla nostra convivenza se Adamo ed Eva non fossero caduti, se fossero rimasti nello stato di innocenza? E questa la sorprendente domanda controfattuale che filosofi, teologi, intellettuali si sono posti non per immaginare un mondo perduto, ma per poter meglio capire il nostro. Dal rigore di Agostino alle narrazioni storiche di Tolomeo da Lucca, dal sempre innovatore Tommaso d'Aquino al francescano Ockham, da Wyclif a Suàrez e a molti altri, in un conflitto continuo e creativo di idee, di teorie, di immagini, di posizioni irriducibili e di aperture sempre nuove, lo stato d'innocenza è il luogo paradossale per pensare l'ambiguità della convivenza, l'ambivalenza della politica, il perimetro della natura umana. Tutt'altro che semplice favola, stato d'innocenza è uno dei nomi della realtà. Prefazione di Alex Comfort.