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Conflitti globali (2006). Vol. 4: Internamenti Cpt e altri campi.
Se si guarda la cartina riprodotta nell'apertura di questo numero, emerge l'immagine di un'Europa in gabbia. Circa duecento strutture dedicate all'internamento, al controllo e all'identificazione dei migranti. Non solo in Europa, ma anche nei paesi candidati e aspiranti all'ingresso nella Ue, nei tributari, come Marocco, Algeria e Tunisia, e in quelli con cui l'Europa intrattiene relazioni complesse, oscillanti tra la connivenza e il sospetto, come la Russia di Putin. Oggi il vero confine d'Europa passa nei campi che gli stati Ue creano nel proprio territorio o appaltano ai paesi limitrofi. Oggi come ieri, il limes considerato più esposto è quello orientale. Non è un caso che la Polonia, ignara del suo passato, pulluli di campi e che Varsavia sia la sede di Frontex, l'agenzia europea preposta al controllo delle frontiere. Questo volume nasce dalla necessità di esplorare il senso politico do questa mappa, a partire da una serie di domande: esiste la possibilità di ricondurre i campi del presente, in tutte le loro possibili manifestazioni a una forma più generale? -
Contro il '68. La generazione infinita
La spinta propulsiva ed eversiva delle nuove generazioni rappresenta da sempre la linfa delle società evolute, la possibilità di un ricambio vitale ed emozionale. Un ricambio che in Italia manca da più di vent'anni, da quando i sessantottini sono diventati classe dirigente tenendo ben strette le redini del potere politico e mediatico. Figli del boom economico, borghesi pasciuti e scolarizzati, sono stati la prima generazione moderna di un'Italia che da rurale diventava urbana e ha avuto accesso a beni di consumo, cultura, viaggi e tempo libero. Onnivora e vorace, ansiosa di scoperte e nuove esperienze, la generazione contestataria ha tentato l'assalto al cielo simulando una fantomatica contrapposizione di classe. In realtà il Sessantotto non ha aperto alcuna stagione politica e culturale nuova (troppo superficiali, conformisti e intolleranti ideologicamente per una vera rivoluzione), ma può essere considerato come l'ultima fiammata spontaneista di un grande cambiamento iniziato negli anni Cinquanta. Bertante scardina da sinistra la mitopoiesi postuma del Sessantotto, evidenziando le ambiguità della parabola esistenziale dei suoi protagonisti che, una volta adulti, hanno inaugurato la stagione edonistica e liberistica degli anni Ottanta, all'origine dell'attuale decadenza etica e culturale del Pese. Facendo propria la voce dei ""figli"""" dei sessantottini, l'autore sottolinea la tutela alla quale è ancora sottoposta la sua generazione."" -
Evasioni e rivolte. Migranti, Cpt, resistenze
Le lotte e le resistenze dei migranti sono sistematicamente eluse da tutti gli studi e le riflessioni sui Centri di permanenza temporanea. Un rom, un sudamericano, un africano e un arabo raccontano in presa diretta la fuga dai Cpt. Testimonianze drammatiche e avvincenti che rivelano un lato sconosciuto della condizione dei clandestini in Italia e pongono domande inedite: il loro limite di sopportazione è già stato superato? Quali sono le ricadute sociali di tale esasperazione? Esiste una pratica comune tra i migranti? Evasioni e rivolte traccia un percorso che varca i confini del nostro paese, grazie alle agghiaccianti parole di una donna internata nei campi di lavoro albanesi e di uomini che stanno dall'altra parte della barricata, i militari e i contractor. Un volume che prova a ragionare sugli scenari del conflitto globale, su una guerra che ha ormai raggiunto e aggredito le nostre metropoli. -
Lumi di punk. La scena italiana raccontata dai protagonisti
La nascita del punk in Italia si è intrecciata allo straordinario movimento della sinistra extraparlamentare. Da questo incontro, quasi inesistente altrove, esplode un'originale esperienza che utilizza gli spazi occupati dalla precedente generazione per organizzare concerti autogestiti e strutturare un'innovativa e radicale proposta politico-esistenziale. Lungo tutta la penisola decine e decine di gruppi punk formano un circuito perfettamente funzionante che crea le basi di un preciso stile di vita anticonformista e riottoso, destinato a influenzare in profondità anche il presente. In ""Lumi di punk"""" trenta protagonisti di quella scena prendono la parola. La prima tappa di una ricognizione sui sussulti che hanno dato origine all'ultimo periodo in cui l'Italia non è stata provincia."" -
Conflitti globali. Vol. 5: Un mondo di controlli.
Questo numero della rivista semestrale ""Confltti globali"""" raccoglie gli articoli di: Salvatore Palidda, Heric Heilmann, Gary T. Marx, Didier Bigo, Roberto Ciccarelli, Bernard Harcourt, Lorenza Sebasta, Aldo Giannulli."" -
Con il sangue agli occhi. Lettere e scritti dal carcere
Il volume raccoglie le lettere e i saggi di teoria politica che l'autore scrisse dopo la morte del giovanissimo fratello Jonathan, ucciso mentre tentava di liberare tre detenuti neri. George L. Jackson fece uscire clandestinamente dal penitenziario di San Quentin questo manoscritto pochi giorni prima di essere assassinato dai secondini, il 21 agosto 1971. Sepolto vivo nell'isolamento del carcere, Jackson compose un testo audace, disperato, espressione di gelido e sprezzante odio contro l'impero statunitense, un fondamentale contributo alla lotta di liberazione della ""Colonia nera"""" che in quegli anni infuriava dentro e fuori le prigioni. Una colonia """"interna"""" costretta in condizioni di ordinaria schiavitù, simili a quelle che molti migranti vìvono oggi nelle metropoli del capitalismo globalizzato. """"Con il sangue agli occhi"""" offre anche spunti per decifrare la complessa grammatica del conflitto contemporaneo."" -
Brancaleone. Vol. 2: Il cinema e il suo doppio.
Non di solo cinema vive ""Brancaleone"""", ma di arte, cultura, società. Questa seconda monografia, """"Il cinema e il suo doppio"""", è dedicata al cinema visto dal nuovo teatro italiano e viceversa. Vi si parla di e con i migliori gruppi della scena: Motus, Teatro delle Albe, Teatrino Clandestino, Socletas Raffaello Sanzio, Fanny & Alexander, Pippo Delbono, Danio Manfredini, Armando Punzo, Emma Dante e molti altri ancora. Questo teatro diverso, visionario, """"cinematografico"""", che prende da Pasolini, Fassbinder, Lynch, Burton, diversamente dai cinema italiano si confronta con il presente, parte dalla realtà, dal basso, per sperimentare nuovi sguardi, nuovi linguaggi, senza negarsi al tragico e al sublime ed esplorando le zone oscure del mondo contemporaneo."" -
Eyal Sivan. Il cinema di un'altra Israele
Autore lontano dalle formule abusate del cinema politico, Eyal Sivan racconta Israele come nessun altro. Dall'interno, secondo un'interrogazione appassionata del passato e della memoria, con uno sguarda rivolto al presente e alla realtà del mondo. Da ""Uno specialista"""", cronaca sulle tracce di Hannah Arendt del processo al burocrate dell'Olocausto Adolf Eichmann, a """"Route 181"""", viaggio lungo la linea di confine di un possibile Stato binazionale, ad """"Aus Liebe zum Volk"""", immersione nel modernissimo sistema di controllo della Germania Est, Sivan ci invita a una lettura che rovescia le certezze consolidate degli immaginari occidentali. Il suo dispositivo cinematografico, spostando l'attenzione dalle vittime ai colpevoli, rivendica il primato della responsabilità e della giustizia. Lo spettatore trova nei suoi film visioni nuove, spiazzanti, problematiche."" -
Conflitti globali (2008). Vol. 6: Israele come paradigma.
La nuova uscita della serie ""Conflitti globali"""" ha per tema uno dei maggiori nodi conflittuali del nostro tempo: Israele. Rompendo con le letture più consuete, il volume avanza la tesi che Israele rappresenti non un'eccezione ma una sorta di paradigma, in cui tendenze diffuse su scala planetaria si manifestano con un vigore e un'intensità maggiori. L'analisi delle dinamiche politico-strategiche che si sviluppano sullo scacchiere israeliano, da questo punto di vista, rappresenterebbero un paradigma alla luce del quale leggere gli sviluppi di temi quali la gestione delle frontiere, le politiche di internamento, i dispositivi di controllo sociale, le pratiche segregative, i conflitti per le risorse, l'uso della guerra e l'erogazione della violenza, il ricorso al militare per la gestione dell'ordine interno."" -
Come macchine impazzite. Il doppio sparo dei Kina
Come hanno fatto tre ragazzi nati in una piccola città circondata dalle Alpi a incendiare i palchi più combattivi di mezza Europa per oltre un decennio? ""Come macchine impazzite"""" è un intreccio di due narrazioni ambientate in epoche diverse ma sullo stesso asse geografico (Aosta-Torino-Berlino), entrambe girano sulla giostra della vita mosse dalla contraddittoria energia del punk. La prima, raccontata dalla voce del bassista Gianpiero Capra, è la cronaca dell'avventura di un gruppo seminale della scena hardcore italiana, i Kina. Una vicenda vissuta in prima fila nelle trincee degli anni ottanta, tra interminabili tour, sfide all'ultimo accordo e notti trascorse sui materassi più precari di un'Europa ancora divisa. La seconda storia è quella di Stephania Giacobone, una giovane della Valle d'Aosta che s'appassiona a una band nata dalle sue parti tanti anni prima, al punto da prendere dalla musica e dal loro immaginario, gli strumenti adatti per iniziare un percorso di riscatto personale. L'incontro di Stephania con Gianpiero segnerà la chiusura del cerchio che ha come esito un libro scritto sul crinale di una memoria in grado di agire sul presente, in contrapposizione all'oblio nostalgico. L'ultima parte del volume è dedicata all'apparato iconografico e alle testimonianze dei partecipanti al viaggio dei Kina, tra cui il chitarrista Alberto e il batterista Sergio."" -
Guida steampunk all'apocalisse
Come il cyberpunk un quarto di secolo fa, sta sbocciando oggi lo steampunk, un movimento culturale, una tendenza estetica, uno stile di vita che affonda le sue radici nella moderna fantascienza di William Gibson e Bruce Sterling attingendo anche dai mondi immaginati da Verne e da H.G. Wells. Come il cyberpunk, anche io steampunk deve alle sue suggestive atmosfere e alla sua estetica singolare la capacità di filtrare in altri media, di mescolarsi ad altre correnti affermandosi nell'immaginario popolare nei modi più disparati. In un mondo alle soglie della catastrofe ecologica, dove la lotta per le risorse ricrea in tutto il pianeta condizioni simili ai bassifondi della Londra di fine Ottocento, molti iniziano a considerare l'idea della decrescita, del ritorno a condizioni protoindustriali, come l'unica vera soluzione per una società più equa. Lo steampunk aggiunge un tocco di estetica vittoriana al principio hacker del ""metterci le mani dentro"""". Ne nascono macchine e soluzioni spettacolari che tra incantevoli spire di ferro battuto, crinoline e cappelli a cilindro celano robot, ingranaggi e complessi computer, riportando il lettore a un'era in cui le macchine si potevano ancora inventare, costruire e sviluppare con le proprie mani. In questo contesto, Steampunk - guida all'apocalisse è un manuale do-it-yourself per la sopravvivenza ai vari scenari apocalittici possibili."" -
Claire Simon. La leggenda dietro la realtà
"Il documentario è come un film di finzione improvvisato."""" Con questa libertà e voglia di scoprire un nuovo rapporto tra cinema e reale, Claire Simon realizza film da più di trent'anni: cortometraggi, miniserie, lungometraggi di finzione e soprattutto documentari. Il suo sguardo analitico e appassionato si posa sui giochi dei bambini che rivelano i rapporti di potere tra adulti (Récréation), sul sistema capitalistico che trasforma in campo di guerra anche una piccola impresa alimentare (Coùte que coùte) e soprattutto sulla condizione femminile. L'adolescenza e la scoperta della passione (Ca brulé), la difficoltà dell'accostarsi alla sessualità (Le Bureaux de Dieu), il legame tra donna e maternità (Sinon oui) sono esperimenti cinematografici che mettono in discussione il ruolo del femminile nella società contemporanea." -
Voi non ci sarete. Cronache dalla fine del mondo
L'apocalisse è una delle suggestioni più antiche del genere umano, ma se un tempo era evocata solo da veggenti e profeti, oggi invade minacciosa gli schermi al plasma, si dilata all'infinito, si spalanca sotto i piedi e deflagra nelle vite quotidiane. Diventa normalità, una merce come un'altra, tesa a renderci indifferenti persino all'inquietudine che si scatena dentro i nostri corpi. Immaginare la catastrofe non è quindi un esercizio di stile o un artificio retorico, piuttosto un'azione di fantasia diretta per svelare ciò che si nasconde sotto il velo dell'emergenza. Le voci di questo libro provano a inventare come sarà. Come sarà l'epilogo, lo sfaldarsi dell'unica realtà che conosciamo. Già nel titolo, provocatoriamente, ci dicono ""Voi non ci sarete"""". Scelti dallo scrittore e critico Alessandro Bertante, gli esponenti di una nuova scena letteraria, tutti tra i venti e i trent'anni, narrano la fine del mondo."" -
Splendido splendente. Romanzo per Moana
"Splendido splendente"""" ripercorre la vita di Moana Pozzi da un punto di vista inedito. La voce narrante è quella di Marzio Milani, che conosce l'attrice nel 1978, quando sono entrambi adolescenti, e ne segue la parabola pubblica ed esistenziale con lo sguardo che si riserva a un vero amore. Sullo sfondo l'Italia che cambia, dagli anni ottanta ai nostri giorni, e il rapporto con il desiderio e la morale di un paese che sembra condannato, al di là dei suoi slanci, a rimanere comunque provinciale. Rielaborando con scrittura incalzante le fonti di cronaca e l'immaginario pop, Ivan Guerrerio restituisce vita al mito e lo mostra sotto una nuova luce." -
Conflitti globali. Vol. 7: Palestina anno zero.
Dopo il volume ""Israele come paradigma"""", la nuova uscita di """"Conflitti globali"""" si concentra sull'altro versante di quel conflitto; quello palestinese. A un anno dall'offensiva su Gaza il campo palestinese appare frammentato e diviso come non mai, da frontiere fisiche, check point, muri e colonie che rendono la Cisgiordania una terra in cui è quasi impossibile vivere e muoversi. Gaza, con le sue frontiere sigillate ormai da anni, appare più come un enorme campo di internamento che come territorio di un futuro stato. Le divisioni non sono solo fisiche ma anche politiche: il conflitto tutto palestinese che contrappone Fatah e Hamas - laici e religiosi - crea ulteriori barriere. """"Palestina anno zero"""" si interroga sulle strategie di sopravvivenza che caratterizzano una popolazione da decenni sotto occupazione. Autorevoli studiosi italiani e stranieri, attraverso le voci dei palestinesi, fanno emergere tanto la ricca trama di pratiche di resistenza quanto la frammentazione causata da un'esistenza confinata."" -
Stupidi giocattoli di legno. Lo skate nel cuore della metropoli
La città è un grande libro aperto, da leggere ma anche da scrivere. Lo strumento migliore per incidere il tessuto urbano è indubbiamente lo skate. Corpo e tavola come penna e inchiostro. Più stile di vita che sport, lo skate caratterizza l'identità di alcune comunità urbane, creando una precisa consapevolezza del ruolo del soggetto nello spazio in cui vive ogni giorno. ""Stupidi giocattoli di legno"""" è un saggio che propone un dialogo con una molteplicità di opinioni e differenti punti di vista, offrendo così uno sguardo originale sul fenomeno. Architettura, urbanistica, semiotica, filosofia e scienze cognitive sono le discipline mobilitate per leggere i codici di una cultura giovanile che ha l'irrefrenabile desiderio di riscrivere e piegare costantemente lo spazio che ci circonda, sfuggendo nel contempo alle costrizioni dominanti. Un percorso a cui si aggiungono le voci dei protagonisti: skater, progettisti, filmaker e produttori. Il primo tentativo in Italia di riflettere su questo fenomeno usando la cassetta degli attrezzi delle scienze umane, lasciando la parola a chi lo skateboarding lo vive giorno per giorno, nella mente, sul proprio corpo e negli spazi che lo circondano. Le foto che accompagnano questo volume sono state realizzate appositamente da Andrea Pozzato e regalate all'autore dal collettivo Chef Family."" -
Guida pratica al sabotaggio dell'esistenza
L'amore è solo violenza, la famiglia psicosi, la religione brutalità, le droghe fuga sedante, l'unica ideologia possibile rimane il nichilismo estremo. Vittima di un patologico desiderio per Marta, abbandonato dall'amico Gero e in preda a una potente crisi d'astinenza da eroina, al protagonista restano solo nove giorni prima di morire. Sul palcoscenico di un'immutabile Sicilia soffocata dall'apatia va in scena la rappresentazione dei suoi traumi. Il padre gli insegna a leccare le mutandine delle amanti, il catechista lo molesta, la madre tenta il suicidio immergendosi in una vasca colma di Coca-Cola e alle feste si finisce per pisciare blu. Dalla nebbia onirica della follia affiora una vicenda grottesca che mischia sadismo e comicità: un Gesù Cristo che lo deride fumando sigarette, Van Gogh, Pirandello e Keith Moon che mortificano le sue aspirazioni artistiche, torture cilene che diventano atto d'amore e una pistola Bodeo che compare e scompare. Al sabotaggio dell'esistenza mancano nove giorni, ne mancano otto, sette... -
Suonare il paese prima che cada. Musica degli anni zero
Nella musica italiana qualcosa sta cambiando. È emersa una nuova scena, povera di mezzi e ricca di determinazione, refrattaria alle categorie e seguita da un pubblico trasversale. I musicisti che vi partecipano hanno attraversato il decennio senza tirare il fiato: intorno a loro crollavano palazzi e simboli, si aprivano crepacci in cui precipitavano certezze acquisite. Hanno visto sciogliersi lavoro e mercati, innalzarsi la soglia della povertà insieme al riscaldamento globale. Attaccato jack agli amplificatori mentre il cosiddetto primo mondo dichiarava una guerra dopo l'altra, suonato a tutto volume senza riuscire a sovrastare i focolai di risate televisive. Guidato per ore in furgone, attraversando la penisola alla faccia di presunte secessioni. E se anche l'Italia sta per crollare, questi artisti non si sono risparmiati. Non hanno aspettato tempi migliori per evitare di sporcarsi le mani. Non si sono trasferiti all'estero. Hanno continuato, con ogni forza residua, a suonare il paese prima che cada. -
Milano noir e giald. Luci e ombre in 36 variazioni. Con DVD
Il nero e il giallo. Il giald in dialetto milanese, il noir come genere letterario capace di raccontare il presente e di coinvolgere un pubblico sempre più numeroso. Il registro del noir appare particolarmente adatto anche per gettare uno sguardo critico e dissidente su una realtà come quella milanese in cui esclusione, cleptocrazia, speculazione e uso politico della paura hanno ucciso l'anima della città e trasformato in mostri le sue figure popolari, dal ""Me ciami Brambilla e fu l'uperari"""" al """"Me ciami zanza e fu l'assessur"""". In """"Milano noir e giald"""", e nel dvd allegato, si susseguono opere create perlopiù da giovani, raccolte attraverso una serie di iniziative organizzate dal centro sociale Cox 18, luogo storico dell'underground milanese. Testi, racconti orali, fotografie, disegni, fumetti, canzoni e immagini in movimento all'insegna dei due colori. Il nero di una città malsana e spietata che si può e si deve cambiare, il giallo perché questa inevitabile mutazione sarà piena di suspense, colpi di scena e criminali da scovare."" -
Il barbecue dei panda. L'ultimo party del lavoro culturale
Paranoici, solitari, acrobati sulla corda del reddito, sbilanciati da sbalzi d'umore maniaco-depressivi, incapaci di alzare lo sguardo all'orizzonte. I moderni creativi assomigliano ormai a timidi panda. Non fanno più sesso e rischiano il suicidio di massa. Si sono nutriti di film, libri e dischi, diventati con il tempo sempre meno saporiti, proprio come il piatto unico degli orsetti tristi: il bambù. Uno di loro viene incaricato di descriverli tra grottesca finzione e ironico realismo. L'occasione è la festa di chiusura di una casa editrice, a cui parteciperanno gli esemplari tipici di quel mondo: la modella, il designer, il dj, l'organizzatore di eventi, l'autrice televisiva, gli intellettuali (quello di sinistra e quello di destra) e l'immancabile pusher. La metafora dei panda prende il sopravvento fino a trasformarsi in una favola sulla fine del lavoro culturale dove l'inaspettato happy end è la ricetta per un barbecue a base di futuro da azzannare.