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Imparo il tedesco
"Che senso ha chiamarsi Ernst Wommel e non sapere il tedesco?"""" si chiede il giovane protagonista di questo romanzo, sentendosi improvvisamente diverso dai suoi compagni di scuola. E che qualcosa non quadri nella sua vita è evidente: Ernst è nato negli anni Sessanta a Parigi da genitori tedeschi che non parlano mai la lingua madre, ha una malattia all'occhio sinistro che lo obbliga a complicati medicamenti e, in più, quelli che dovrebbero essere i suoi amici lo chiamano """"Rommel il Crucco"""" o """"Hitler"""". Ernst reagisce e, alle medie, sceglie il tedesco come lingua straniera, provocando uno sconvolgimento degli equilibri familiari che deflagra quando torna da Saarbrücken, in Germania, dove era andato a conoscere Rolf Bauer, il suo amico di penna con il quale condivide la propria iniziazione sessuale e la presa di coscienza che la Storia può lasciare un'eredità traumatica. Forte di un'omosessualità vissuta con naturalezza, Ernst intraprende così un doloroso ritorno alle origini che si annoda alla ricerca di sé, e si ritrova a fronteggiare la separazione dei genitori e l'inconsistenza della memoria collettiva europea." -
La bionda e il bunker
Anna è bionda, un biondo quasi bianco, chimico. Vive da separata in casa con il marito John - romanziere di culto - a Montmartre, in una stramba abitazione che somiglia a un bunker. Gray è fagocitato nelle loro vite, nell'architettura del bunker, nell'ossessione per una foto che ritrae John nell'atto di scrivere qualcosa sulla fronte di una bionda (Anna?). E poi c'è la collezione Castiglioni, inarrivabile, una raccolta di opere d'arte nate per non essere viste che scompare e riappare in posti lontanissimi. La fine e l'inizio di tutto. -
Terribile splendore. La più bella partita di tennis di tutti i tempi
20 luglio 1937, centrale di Wimbledon, finale interzone di Coppa Davis. Davanti a quattordicimila spettatori, il barone von Cramm affronta Donald Budge in una partita che segnerà la storia di questo sport. La Seconda guerra mondiale è ormai alle porte, l'arroganza nazista miete le prime vittime e molti percepiscono che quello che sta per giocarsi non è solo un incontro di tennis: è Stati Uniti contro Germania, libertà contro regime, il bene contro il male. Budge, giovane e arrembante, ""guance rosa confetto"""", gioca per il suo paese e per la gloria sportiva, von Cramm - il """"sofisticato aristocratico"""", l'elegantissimo atleta-eroe, il modello per la gioventù tedesca - intimidito dalla Gestapo e da una telefonata di Hitler pochi minuti prima dell'inizio del match gioca per sé stesso, per la sua vita. """"Era Hitler, voleva augurarmi buona fortuna"""" dirà a Budge e al cerimoniere. A guardarli c'è Bill Tilden, il più famoso e chiacchierato tennista del tempo, l'americano amico dei divi, l'""""intellettuale"""" che più o meno segretamente allena la squadra tedesca. Von Cramm appare teso, il volto è meno luminoso del solito. Eppure il suo inizio è fulminante. Dopo poco più di un'ora conduce per due set a zero. La rimonta di Budge però non si fa attendere, fino all'estenuante quinto set. Raccontare lo sport è raccontare gli uomini, ed eventi come questa partita perdurano, dando l'impressione che la storia è sempre lì in attesa di manifestarsi in tutto il suo terribile splendore."" -
Un giorno scriverò di questo posto
Wainaina ha impiegato sette anni per raccontarne poco più di trenta della sua vita in questo memoir di formazione che ha l'impatto di una confessione collettiva, quella del continente africano che si confronta con il mondo. La sua non è un'infanzia di stenti, la sua non è l'Africa degli affamati e delle multinazionali ma un'Africa che vuole trarre forza dalla diversità. Il giovane Binyavanga affronta i ricordi e li distilla nella sua visione emotiva della Storia. Il punto di partenza è un fatto che cambierà per sempre il suo paese. Nel 1978 muore Kenyatta, ""il padre della patria"""", e gli succede Daniel arap Moi - un kalenjin al posto di un kikuyu. Mentre il Kenya appare al mondo come """"un'isola di pace"""", impazza la rivalità tra le tribù e il razzismo. Binyavanga non può studiare nella scuola che ha scelto, e questa è solo la prima di una serie di rinunce. Finite le secondarie, decide di emigrare in Sudafrica per studiare finanza ma la nostalgia di casa e un senso di inadeguatezza avranno il sopravvento. Sono i libri a salvarlo: Binyavanga legge sempre, ovunque; si convince che il linguaggio è l'unico modo per dare una struttura al mondo. Ragionare sulle parole lo aiuta a costruirsi una coscienza politica, a laurearsi. E così, a un certo punto, è tempo di agire: """"Ho letto romanzi e osservato le persone. Ho scritto quello che vedevo nella testa, ho dato forma alla realtà mettendola in un libro"""", perché la vita non è solo capire chi sei ma anche chi dovresti essere."" -
Le luci di Pointe-Noire
Giugno 2012. Dopo ventitré anni Alain Mabanckou torna nella sua Pointe-Noire. Invitato dall'Institut français per un ciclo di conferenze, alloggia in un appartamento per artisti e scrittori dove, appeso alla parete del salotto, c'è un quadro che ritrae una donna dallo sguardo triste. Durante il soggiorno, oltre agli impegni ufficiali, si dedica alla scrittura del suo libro di ricordi, ma è bloccato, ha un nodo in gola. Sa di essere tornato nella città natale non solo per motivi di lavoro, ma soprattutto per riappropriarsi del passato, per riportare alla luce un'infanzia smarrita nel groviglio della memoria, per salutare i membri della sua numerosa famiglia, orfana di mamma Pauline e papà Roger, e per rivedere i luoghi cari - la casetta di legno ""reggia"""" della madre, il cinema Rex """"garanzia del sogno"""", il liceo archivio di episodi dell'adolescenza. Ma Pointe-Noire non è più la stessa: la casetta è cadente, rovinata dal tempo, il cinema è diventato una chiesa pentecostale, il liceo ha un altro nome e gli appare come un labirinto. Perdipiù tra i familiari ci sono dissapori, e sembrano interessati solo ai suoi soldi. Alain è scosso, disorientato, ma nel mostrare a un amico una foto che si è fatto scattare con i nipoti si rende conto che quei bambini sono liberi e felici, come in fondo lo era lui da piccolo, e non baratterebbero la loro infanzia con niente al mondo. E al momento di ripartire la donna del quadro lo saluterà con un sorriso e avrà i lineamenti della sua amata mamma."" -
L' artista
Il sedicenne Remo Gualandi sta per essere fucilato dai nazisti ""senza neanche avere addosso un paio di mutande vere"""". Solo l'intervento di un misterioso deus ex machina, l'Artista, sottrae il giovane al suo destino, ma a un prezzo insopportabile: la perdita di Marta, amore che inseguirà per il resto della sua vita. È questa """"la storia più bella"""" che Remo racconta al figlio anni dopo, nella Bologna del 1964, alla vigilia dello storico spareggio con l'Inter che consegnerà alla squadra cittadina il suo settimo e ultimo scudetto. E mentre nell'Italia del boom economico ogni sogno sembra realizzarsi, l'esistenza apparentemente normale dei Gualandi è sconvolta da una sequenza di eventi drammatici nei quali l'Artista gioca sempre un ruolo cruciale. Perché? Cosa lo spinge ad aiutare Remo e il figlio? Interrogativi che affiorano in un commissariato di polizia e che troveranno risposta solo tredici anni più tardi, in una città ferita dalle rivolte studentesche. Gabriele Romagnoli, impareggiabile nel descrivere i personaggi nel momento in cui un evento drammatico li trasforma, con questo suo trittico generazionale ci inchioda alla più urgente delle riflessioni: per riappropriarsi della propria storia è necessario """"assumersi la responsabilità di tutta la vita che si è avuta alle spalle""""."" -
I circuiti celesti. Marco Simoncelli, la breve vita di un angelo centauro
"Ci sono campioni che si imprimono nel cuore della gente con una forza che sovrasta ogni logica. Marco Simoncelli non ha vinto tanto, eppure, più di altri, incarna l'epica del motociclismo - l'ultima testimonianza dell'antica cavalleria e della giostra -, l'ultimo sport che esige un dominio severo dell'uomo sulla macchina. I campioni si riconoscono da come infiammano il pubblico, da come richiamano coloro che a certi sport si sentono estranei. Simoncelli era un angelo che combatteva battaglie antiche, fatte di sacrificio al servizio del talento. Se è vero che il modo migliore per scrivere una biografia è compromettersi, Tonon lo fa svelandosi, procedendo per folgorazioni, scrutando le profondità oltre il visibile. I circuiti celesti e infatti un dialogo, una confessione inattesa, un'elegia che attraversa la vita di Simoncelli senza giudicarla, facendone anzi lo specchio della propria. Ed ecco così Tonon operaio e novizio, Tonon scrittore del sublime fondersi a Simoncelli angelo e bambino, congiungersi alle sue braccia aperte, alla sua gioia in una doppia biografia emotiva che proietta il lettore in un firmamento di puri spiriti. La teologia della devozione.""""" -
Zitto e muori
Julien Makambo lascia il Congo e a Parigi assume una nuova identità. Ad accoglierlo c'è Pedro, suo connazionale, Sapeur e uomo dai loschi affari. Pedro lo prende sotto la sua ala e le cose sembrano procedere bene fino a un fatidico venerdì 13, quando Julien si ritrova accusato di un omicidio che giura di non aver commesso. Avrebbe scaraventato una giovane francese giù da una finestra. In prigione Julien scrive la sua storia su un diario - un uomo che sfida il destino. Forse non è un caso che Makambo in lingala significa ""guai"""", perché di fronte ai guai regna inesorabile una regola: zitto e muori."" -
Il ring invisibile
Dentro il ring invisibile che Alban Lefranc costruisce intorno al giovane Cassius Clay, verità e immaginazione lottano corpo a corpo per dare vita a una biografia visionaria e incandescente. Tutto nasce da un fatto di cronaca che ha cambiato la storia degli Stati Uniti: il macabro omicidio di Emmett Till, l'adolescente afroamericano massacrato il 28 agosto 1955 nella cittadina di Money, Mississippi, per aver osato importunare una donna bianca. Cassius ha quasi la stessa età della vittima e ancora non sa che un giorno diventerà Muhammad Ali, ""The Greatest"""", ma sarà proprio l'immagine scioccante di quel volto sfigurato - pubblicata su tutti i giornali del paese - a trasformare un ragazzino di Louisville nel più straordinario dei combattenti. """"La sera mio padre ci parlava di Emmett e ci raccontava in modo accorato il delitto. Continuai a pensare a lui, fino al giorno in cui mi venne in mente come far pagare ai bianchi la sua morte"""". È da questa confessione che Lefranc parte per raccontare Ali prima di Ali - ovvero la genesi dell'atleta che più di ogni altro ha saputo trasformare l'impresa sportiva in un atto politico, civile e rivoluzionario."" -
Nostra Signora del Nilo
Arrivano a bordo di portentose Range Rover, Mercedes e jeep militari, arrivano la domenica pomeriggio, a ottobre, arrivano al liceo Nostra Signora del Nilo che svetta nel cielo in tutta la sua fierezza, non lontano dalla sorgente del Grande fiume dove si erge la statua della Madonna nera. Ad accoglierle ci sono le suore, la madre superiora, il cappellano, le guardie comunali e il sindaco, e un immancabile stuolo di curiosi. Siamo a Nyaminombe, Ruanda, nei primi anni Settanta, e ad arrivare sono le allieve, figlie di ministri, uomini d'affari e ricchi commercianti - Gloriosa, Frida, Goretti, Godelive, Immaculée e tante altre, le ragazze destinate a diventare un modello per tutte le donne del paese. Ma ci sono anche Veronica e Virginia, due delle giovani tutsi ammesse in virtù della quota etnica, un misero dieci percento, un'elemosina degli hutu. Inizia così un nuovo anno scolastico, scandito da lezioni e pasti in comune, da pene e momenti di buonumore, e da preghiere, canti e pellegrinaggi alla statua di Nostra Signora del Nilo. Ma l'atmosfera di virginale ordine cela crepe minacciose, occulta la fosca lussuria del cappellano e l'astiosa impudenza di alcune allieve che sfocia in odio razziale, e niente rimarrà intatto di quel breve anno segnato dalla pioggia incessante. Con una scrittura avvolgente e ingannevolmente semplice, Mukasonga delinea un microcosmo femminile al tempo stesso puro e velenoso, in cui si riflettono le tensioni che agitano un paese nel suo desolante cammino verso il genocidio del 1994. -
Matematica congolese
Celio Matemona, per gli amici Célio Matematik, si serve di derivate, equazioni e teoremi per interpretare il mondo. Tra gli orfani e i diseredati di Kinshasa, però, le sue doti vanno sprecate fino a quando non viene assunto da un oscuro ufficio che lavora per la presidenza e si occupa di manipolare le informazioni. Ma politicanti e faccendieri devono tremare : Célio non ha intenzione di sprecare il suo talento al loro servizio. Il prezioso ""Compendio di matematica"""", l'oracolo da cui trae il suo sapere, finirà per trasformarsi in un'arma micidiale contro il potere corrotto."" -
Un giorno per disfare
Un'agghiacciante sequenza di cinque fotografie ritrae un enorme Pluto di peluche che avanza lungo Main Street, si sfila la testa pelosa e si dà fuoco con una bottiglietta di benzina. Siamo a Disneyland Paris nel pieno delle celebrazioni per il dodicesimo anniversario del parco. A scattarle è Jacques Vian, inviato di ""Le Monde"""", affetto dai primi disturbi del Parkinson e deluso dalla vita. Sotto il vestito sintetico c'è Matteo Danza, un dottorando in Etologia convinto di conoscere il modo per contrastare il """"declino dell'uomo"""". Jacques è attratto dal gesto di Matteo e come un esploratore si immerge nella sua storia, nelle sue convinzioni e nelle sue paure senza risparmiare sé stesso. Un lungo reportage emotivo in cui Jacques diventa il cantore dell'utopia di Matteo e ne suggella il sacrificio, consapevole anche lui che l'uomo è un animale in cattività nella natura artificiale che si è costruito e persuaso della necessità di """"riordinare le nostre convinzioni e correggere il punto di fuga"""", ridiventando finalmente uomini."" -
Suolo e salute. Le radici della sostenibilità
L'equazione fondante del libro è: suolo sano: piante sane; piantesane: animali sani; ambientesano: uomo sano: di qui società sana ed economia sana. Potremmo azzardare che sia un testo quasi profetico, visto che l'uomo ha continuato dal dopoguerra ad oggi a ripetere, con apparenti piccole variazioni, i medesimi errori, eludendo i saggi consigli di Howard. Albert Howard (1873-1947), micologo e botanico britannico, è considerato il padre dell'agricoltura biologica, maestro della gestione della fertilità del suolo. Nel momento in cui l'agricoltura cominciava a modificare radicalmente la produzione di cibo attraverso un uso sempre più intensivo di prodotti chimici, Howard raccomanda di prestare attenzione ai processi naturali. Già pubblicato il suo precedente studio ""An Agricultural Testament"""" (1940), tradotto in Italia col titolo """"I diritti della Terra"""" (Slow food, 2005/2021)."" -
Mimmo e l'arcipelago Berga Berga
Età di lettura: da 10 anni. -
Il Rapporto sul Congo
1903. Roger Casement, un diplomatico irlandese al servizio di sua maestà britannica, viene inviato in missione nell'alto Congo. Le notizie sui massacri perpetrati dai belgi sono insistenti. Alcuni commercianti europei hanno subito violenze. Il console scopre una verità agghiacciante al termine di un ""viaggio all'inferno"""" durato tre mesi: da anni è in atto un genocidio, il primo del XX secolo. Risale il Congo e raggiunge aree un tempo densamente popolate ora quasi del tutto disabitate. Annota ciò che vede, conta i sopravvissuti di tribù popolose, ascolta le testimonianze che descrivono i massacri, le mutilazioni, la riduzione in schiavitù, la criminale sottrazione di risorse in cambio di ridicole contropartite. Al suo ritorno redige il Rapporto sul Congo presentato al parlamento britannico nel 1904. È un documento di eccezionale valore morale scritto da un uomo che è stato - come sottolinea il Premio Nobel Mario Vargas Llosa autore del """"El sueño del celta"""" basato sulla figura di Casement - """"uno dei primi europei ad aver avuto una chiara coscienza di cosa fosse realmente il colonialismo"""". Un orribile sopruso, dirà poi Conrad il cui Cuore di Tenebra fu ispirato anche dal Congo Report."" -
Poesia in libertà. 7° edizione della mostra itinerante di poesia. Toffia
"Poesia in libertà"""" vuol rappresentare l'ovunque, un luogo di costruzione del sapere e delle emozioni in cui chiunque utilizza il proprio stile per dar forma a emozioni e pensieri. È una manifestazione di grande valore simbolico aperta a tutti, rappresentativa, quindi, di spazi senza confini, dove ciascuno esprime ciò che sente. Per questo Poesia in libertà si caratterizza per la varietà di espressioni, perché l'intento è di disseminare poesia e promuovere l'intreccio tra la poesia e altri linguaggi artistici. Questo straordinario coinvolgimento si rinnova durante la festa dei Centri Storici di Toffia, un piccolo centro medioevale in provincia di Rieti. Il luogo della festa è visto non solo come luogo utopico ma, anche, come occasione unica di incontro fra portatori di idee e storie e cose provenienti da tutto il mondo. Perché il paese in festa diventa accogliente con le sue delizie culinarie, le musiche, l'artigianato, gli spettacoli di teatro da strada. Il clima mite delle notti d'estate, poi, favorisce gli incontri e lo scambio di emozioni, e la poesia, disseminata tra i vicoli, diventa vita; si diffonde ovunque nell'aria destando meraviglia." -
Io sono il cantiere! Amianto mai più
"Io sono il cantiere"""" è in realtà un libro corale e quel perentorio """"io"""" contiene le testimonianze di quindici vite violentate dall'incontro con la più subdola delle cause di morte industriale: l'esposizione all'amianto che, in attesa di diventare """"ufficialmente"""" malattia, stravolge vite e famiglie, futuro e speranza. Gli autori dei racconti, guidati da una psicologa, hanno compiuto un percorso grazie al quale hanno elaborato la loro percezione del rischio rendendocela nella più definitiva delle forme: quella scritta. Le loro parole formano un tutt'uno logico con alcuni brevi saggi, due poesie e un racconto noir inedito di Loriano Macchiavelli, e sono accompagnate da foto in bianco e nero di Isabella Balena che fungono da contrappunto alla narrativa piuttosto che da didascalica illustrazione. Una domanda aleggia costantemente lungo l'intero percorso narrativo: perché l'amianto malgrado il fatto che numerosi studi ne abbiano confermato la cancerogenicità continua a essere estratto, commercializzato, lavorato dalle industrie manifatturiere nel sud del mondo mettendo a repentaglio nei prossimi anni le vite di milioni di persone?" -
L' età vittoriana nella letteratura
Gilbert Keith Chesterton (GKC) in questo saggio del 1913 sottolinea che la letteratura ha infranto il compromesso vittoriano che negava, grazie anche allo scudo morale offerto dall'utilitarismo, l'esistenza di un diffuso disagio sociale nell'Inghilterra della seconda rivoluzione industriale. I grandi scrittori - Dickens, sicuramente, ma soprattutto Stevenson - reagiscono a questa rimozione collettiva: ognuno a proprio modo ma tutti pienamente consapevoli che qualcosa di fondamentale fosse andata perduta nella loro società. L'Uomo. GKC intuisce che la ricerca ottusa del benessere ha portato a un autunno spirituale, a una strana e fredda atmosfera di vacuità: ""I vittoriani - scrive - credevano che il commercio estero dovesse portare la pace: e ha portato la guerra. Credevano che il commercio interno dovesse promuovere la prosperità: e ha in gran parte promosso la povertà. Ma per loro questi erano esperimenti; per noi devono essere insegnamenti. Se noi continueremo a trattare il popolo com'è nell'uso capitalista, se noi continueremo a servirci degli armamenti esteri com'è nell'uso capitalista, il nostro comportamento ricadrà pesantemente sui vivi. Il disonore non resterà ai morti""""."" -
99 haiku metropolitani
Claudio Grisanich nella sua prima uscita in volume di sue poesie in italiano, compie un vero e proprio ""tradimento"""" dell'haiku tradizionale, che, come scrive Fulvio Senardi, è un """"breve soffio di poesia il cui spirito è, nell'ispirazione originaria, quello di cogliere l'evanescenza dei fenomeni, in special modo naturali"""", sacrificando la volontà individuale a favore di una passività ricettiva che possa cogliere l'infinito. Nei 99 Haiku metropolitani Claudio Grisancich traccia invece un segmento di percorso esistenziale in un suggestivo attraversamento del senso della vita. Con la scelta di ambientare i suoi haiku nella metropoli occidentale, Grisancich supera definitivamente il modello giapponese sancendo quindi """"la vittoria dell'Io mercuriale e reattivo di un Occidente che ha inventato l'individualismo (sia pure ormai oltre le soglie dell'alienazione), il progresso (magari anche """"scorsoio"""", come vuole Zanzotto) e la democrazia (ancorché populista e teleguidata, nel paese della contro-rivoluzione permanente). Tutto ciò che, nel bene e nel male, costituisce la nostra identità."" -
Ti stringo la mano mentre dormi
La rottura di un vaso, il pianto dei bambini, il prato tagliato, il sopraggiungere dell'estate sono i piccoli fatti della realtà quotidiana da cui prende avvio l'ispirazione poetica di Elena Buia Rutt. Momenti concreti e definiti che si rivelano essere delle porte, capaci di spalancare domande o ""indicazioni di via"""" riguardo al mistero della nostra posizione sulla terra. Una poesia che narra di una serie di gesti semplici, quasi banali, che improvvisamente irradiano nuovi significati, poiché letti da una percezione intensa che vede l'extra-ordinario nell'ordinario, l'assoluto nel relativo, l'infinito in ciò che è limitato. Ed è la meraviglia l'intuizione essenziale che prevale in questa raccolta: una meraviglia per ciò che si è inaspettatamente mostrato, per ciò che è inaspettatamente emerso da un'esperienza faticosa e concreta della realtà, affrontata a capofitto e senza mezzi termini. Angoscia, incertezza, precarietà cedono dunque il passo allo stupore provato di fronte a una bellezza abbagliante, """"eccedente"""", come quella del piede della propria bambina appena nata, e il verso poetico si fa canto di un'esperienza originaria del mondo, canto di ringraziamento.""