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Poesie in libertà
Poesia in Libertà vuol rappresentare l'ovunque, un luogo di costruzione del spere e delle emozioni in cui chiunque utilizza il proprio stile per dar forma a emozioni e pensieri. E' una manifestazione di grande valore simbolico aperta a tutti, rappresentativa, quindi, di spazi senza confini, dove ciascuno esprime ciò che sente. Per questo Poesia in Libertà si caratterizza per la varietà di espressioni, perché l'intento è di disseminare poesia e promuovere l'intreccio tra la poesia e altri linguaggi artistici. Questo straordinario coinvolgimento si rinnova durante la festa dei Centri Storici di Toffia, un piccolo centro medievale in provincia di Rieti. Il luogo della festa è visto non solo come luogo utopico ma anche, come occasione unica di incontro fra portatori di idee e storie e cose provenienti da tutto il mondo. Perché il paese in festa diventa accogliente con le sue delizie culinarie, le musiche, l'artigianato, gli spettacoli di teatro da strada. Il clima mite delle notti d'estate, poi, favorisce gli incontri e lo scambio di emozioni, e la poesia, disseminata tra i vicoli, diventa vita; si diffonde ovunque nell'aria destando meraviglia: -
Rollback. Nessuna notte è infinita
Sergio Serpieri è uno spregiudicato manager sessantenne a capo di un grande gruppo industriale internazionale, nonostante le origini modeste della sua famiglia. Un giorno gli viene diagnosticata una malattia mortale che potrebbe manifestarsi improvvisamente, come una bomba a orologeria di cui si ignora l'orario di innesco. Decide così di riappropriarsi del tempo che gli rimane. Qualche giorno a settimana decide di vivere nella zona di Roma in cui è nato e condurre una vita ""di quartiere"""" dai tempi dilatati, profondamente diversa da quella vissuta dal manager di grido. Le frequentazioni con gli abitanti del quartiere lo portano a una inaspettata riscoperta di se stesso e a un cambiamento lento ma radicale, da cui sarà impossibile tornare indietro. Intenso e al contempo ironico e scanzonato, Maurizio Carletti corteggia gli stilemi classici della commedia americana di successo per addentrarsi nei territori OZ-iosi, ma non oziosi, del sovvertimento più o meno provvisorio di classe sociale."" -
L' irto sentiero ovvero le mie memorie
Le memorie di Giuseppe Capoccetti (1893-1978) coprono un arco di tempo che va dai primi del '900 alla fine della Prima Guerra Mondiale. Se la parte dedicata alla prima gioventù racconta la vita nella natia Cascia - località agricola dell'Appennino umbro che si trasformava in un centro turistico internazionale legato al culto di Santa Rita - il memoriale di Capoccetti si alza di pathos quando intreccia la sue vicende con quelle della guerra. L'irto sentiero ricorda Un anno sull'altipiano di Lussu, laddove l'abbrutimento degli uomini è legato all'accusa d'incompetenza e crudeltà del comando. Nella guerra descritta da Capocetti si fa strada l'idea che non finirà mai, risucchiando tutti in un vortice atemporale dove solo il ricordo della famiglia e la ricerca spasmodica di conoscenti riporta a una dimensione reale. Con questo memoriale, che viene qui pubblicato per la prima volta, Capoccetti si prefigge di fissare nella memoria collettiva l'inutilità di ogni conflitto, prima che sia il conflitto stesso a ricordarci il valore della vita. ""Non sono mai stato tanto attaccato alla vita"""", scriverà Giuseppe Ungaretti, anche lui, come Giuseppe Capoccetti, reduce della Grande Guerra."" -
Accompagnarti
Rigore e passione sono parole che raccontano molto bene ciò che è stata Maria Stella (1950-2004). Brillante anglista e raffinata studiosa, ma anche appassionata poetessa come si evidenzia in questa raccolta di liriche, qui riproposta con nuovi contributi di Simonetta de Filippis e Piero Boitani, dopo una prima pubblicazione avvenuto nello stesso anno della morte. Pochi - forse nessuno - erano a conoscenza di queste poesie che la famiglia ha scelto di pubblicare per onorare la sua memoria e aggiungere ai suoi tanti libri ""scientifici"""" un piccolo libro davvero speciale, un'espressione più intima della sua vita interiore; un'espressione del suo sentire - scrive Boitani - """"strettamente privata e personale eppure lasciata in fondo ad un cassetto come il manoscritto infilato in una bottiglia e affidato alle onde del mare e perciò destinato a essere ritrovato e letta"""". Un """"documento di poesia """" che raccoglie liriche bellissime. Poesie che """"a tratti - scrive de Filippis - ci stupiscono e ci incantano per l'abilità nella costruzione di versi, per la padronanza della tecnica e soprattutto per la delicatezza di emozioni e di sentimenti cui è riuscita a dar voce"""". Questo volume di poesie rinnova oggi il ricordo della poetessa, offrendo a coloro che avevano avuto già modo di leggere queste poesie la possibilità di """"ritrovarle"""" e riscoprirle, mentre i nuovi lettori potranno """"ricevere piacere dal loro incanto, ricavare motivo di riflessione dal loro spessore, meravigliarsi per la loro semplicità e complessità"""". Molte delle poesie di Maria Stella - ha scritto il filosofo Paolo Rossi Monti - """"sono vera grande poesia""""."" -
Corviale cerca poeti
Corviale cerca poeti raccoglie i versi presentati nel corso dell'eponimo ""piccolo grande festival della poesia"""" che si svolge annualmente al """"Corviale"""", quartiere noto nell'imaginario mediatico come propaggine estrema del suburbio romano caratterizzato dalla presenza del Serpentone una tra le più controverse opere di edilizia pubblica realizzate nell'Italia post-bellica. Eppure attraverso queste poesie la periferia - additata invariabilmente in termini di degrado, di anonimato e di fonte perenne di malaise - diventa centro vitale di scambio nonché luogo di crescita, integrazione e inclusione sociale. Qui - si scopre - la cultura continua a essere un valore perché è strumento che genera pensiero etico e politico e bellezza. C'è qui un'idea di stringersi a raccolta e a fare muro delineando scenari di speranza e prospettiva, perché l'intento è di immaginare un futuro diverso disseminando poesia che, malgrado tutto, continua a essere motore di conoscenza e meraviglia. """"Nel mio quartiere - canta Sbaglio, un giovanissimo rapper che vive a Corviale - il grigiore è arcobaleno""""."" -
Ode al Monte Soratte
Il Monte Soratte, nei pressi del quale Claudio Damiani si è da qualche anno trasferito, è fonte vitale di ispirazione poetica. È, come il poeta stesso scrive, ""miniera di natura e storia, montagna sacra tempestata d'eremi e chiese, e prima templi pagani, e prima ancora altri templi (dio Sole, dio Lupo), area sacra tra genti diverse, ponte tra culture antichissime. Montagna magica anche, se Goethe nel Faust vi ambienta la notte di Valpurga classica, cioè il grande sabba di tutte le streghe d'Europa. E poi, andando indietro fino al Giurassico, la storia geologica che l'ha visto parte del calcare apuano, isola circondata dal mare, e solo recentemente (600.000 anni fa una bazzecola) coinvolto nel vulcanismo sabatino (quello che originò i laghi laziali), che fece sì che il Tevere, che prima gli scorreva a nord, sopra la testa, gli passasse poi a sud, sotto i piedi."""" Impreziosiscono il volume nove illustrazioni del pittore Giuseppe Salvatori."" -
Un lieve disordine
La raccolta ""Un lieve disordine"""", tradotta in italiano da Mario Scotognella, fu scritta da Jonathan Keates in un arco temporale di dieci anni. Si tratta di quattro novelle nelle quali è pervasiva la presenza dell'Arte, demone che ognuno dei protagonisti crede di poter afferrare. Le aspirazioni di ciascuno, tuttavia, si scontrano con le difficoltà di un tempo e un luogo difficili, vale a dire l'Italia preunitaria col suo sfondo di complotti, di violenza repressiva, di dolore impotente e di idealità confuse. Vi si intravede lo stesso senso di smarrimento e di incertezza morale che incombono sull'Italia di oggi. """"Uno studio più approfondito della storia italiana e della sua cultura - scrive Keates - ha notevolmente inciso sulla mia capacità di comprenderla a fondo. In più è cresciuta la mia conoscenza dell'Italia in sé, della sua lingua e della sua gente. Sento, nondimeno, che questa Italia immaginaria, ricostruita da uno scrittore inglese, possegga una certa attendibilità e sono lieto di sottoporla, finalmente, al giudizio dei lettori italiani""""."" -
Conversazione a Teheran
Conversazione a Teheran, dell'affermato scrittore iraniano Reza Gheissarieh, classe 1947, e italianista fra i più importanti del suo Paese, prende la forma di un dialogo fra un padre e un figlio. È un confronto diretto, ironico e confidenziale, dove si inseriscono via via le voci di altri personaggi che contribuiscono a rendere articolato e sfaccettato il poliedrico quadro di una vicenda personale sì, ma anche collettiva, di una società oscillante tra un vicino e ancora palpitante passato e un presente che scorre veloce ed è irrimediabilmente proiettato al futuro. Si stagliano nette due generazioni, due Iran, si schiudono storie singole e personali che appartengono però a una più grande e onnicomprensiva storia, che non termina con la morte dei padri e che lascia nel lettore un sapore conosciuto che lo invoglia a superare i facili luoghi comuni, per conoscere di più e meglio l'Iran, la sua gente e le sue storie, per scoprire infine che sono anche le nostre storie. Gheissarieh ha scelto di pubblicare Conversazione a Teheran per la prima volta in assoluto in Italia. Paese dove, scrive, ""ho trascorso gli anni migliori della mia gioventù, così felice e serena""""."" -
Hiss semmh nju' (Loro siamo noi)
Nello zibaldone di racconti, riflessioni, estratti di letture, poesie che Mimmo Galluppi intitola ""Hiss semmh nju"""", i contorni del paesaggio tremolano e fluttuano creando la dissolvenza della memoria e la macchina del tempo sbuffa e tossisce, la nebbia produce storie, leggende, drammi e letizia, guerra e pace. Lo scopo, raggiunto, di Mimmo è quello di sbalzare in bassorilievo quei fermimmagine temporali e restituirceli non con la prosopopea della parabola, non con l'arroganza del saggio o il narcisismo dell'esercizio di stile, ma con la statura, la dignità e l'urgenza di chi sa di 'appartenere', non solo al pianeta Terra, non solo all'Europa e all'Italia ma, soprattutto, all'Abruzzo. Si chiama identità e, in questo caso felicemente, è certificata da una ghirlanda di 'documenti' miliari, che scandiscono le distanze vibrate fra le persone del passato e del presente. Scrive Galluppi: «Loro siamo noi! Il comportamento degli altri è speculare al comportamento di ognuno di noi, perché noi siamo loro e loro sono ognuno di noi; noi siamo la gente, noi siamo il nostro vicino, il nostro amico, il forestiero; siamo la persona verso cui proviamo astio, e forse ne abbiamo dimenticato il perché»."" -
Mia cara mamma, ti bacio forte forte e ti chiedo la Santa benedizione. Le lettere dal fronte di Alessandro De Nobili (1917-1918)
Conoscere la guerra per amare la pace. Nel Centenario della Grande Guerra le lettere e cartoline di Alessandro De Nobili (1899-1918), uno dei tanti ragazzi del '99 reclutati ancor prima di aver compiuto i 18 anni, diventano testimonianza di un periodo storico che ha cambiato il futuro dell'Europa e del mondo. Per quanto la Grande Guerra possa sembrare lontana, la storia del telegrafista del 3° reggimento genio, originario di Cerreto di Spoleto in Umbria - potrebbe essere la storia di un ragazzo dei nostri giorni, ancora timido, legato alla famiglia, pieno di speranza per il futuro ma travolto da eventi molto più grandi di lui. -
Nuove terzine
Un tessuto onirico che si svela sotto il costante ritmo dei tre versi. Citazioni tratte da canzoni e testi letterari fanno da commento insieme a stralci autobiografici. Il paradosso di queste nuove terzine sta nel fatto che l'evanescenza delle riflessioni teologiche ed esistenziali lascia costantemente il posto a frammenti più prosastici e quotidiani. Le terzine di Spagnulo commuovono per la capacità che hanno di punture lo sguardo sull'interiorità, sulla psicologia, sul mistero dell'uomo e anche sulla società, sulle diseguaglianze sessuali, sul mestiere della scrittura, sulle difficoltà tipiche di un rapporto amoroso, sull'amicizia e sulla fede. Le Nuove terzine registrano quindi il passaggio da un'infanzia vissuta con un irrazionale desiderio di morte all'appagamento dell'amore in età adulta, passando per un calvario di illusioni, delusioni, conflitti, disprezzo per il mondo circostante, inettitudine e isolamento. Le terzine di Spagnulo riservano delle particolari sorprese: i componimenti verbografici con cui l'autrice ha arricchito il testo e che stupiscono e commuovono il lettore. Riferimento esplicito di questo prosimetro, è ""Il mondo salvato dai ragazzini"""" di Elsa Morante."" -
Il poeta e i pazzi. Episodi della vita di Gabriel Gale
Straordinario romanzo in forma di racconti, ""Il poeta e i pazzi"""" (1929) riformula le regole del poliziesco attraverso il personaggio di Gabriel Gale, pittore e poeta in grado di tracciare la personalità dei criminali come un modernissimo profiler. Gilbert Keith Chesterton, l'immaginifico creatore di personaggi come Padre Brown, inaugura la nascita del giallo psicologico. Il detective non è più un superuomo dotato di conoscenze e capacità incredibili, ma un """"uomo più degli altri"""" che, scandagliando gli angoli bui del proprio animo, vi riconosce le zone d'ombra dove nascono i crimini. Ma Gabriel Gale spingerà le sue indagini molto più in là: non basta scoprire perché un uomo è morto, il detective filosofico deve farci intuire come restare vivi, conservando la sanità interiore in un mondo che pare averla smarrita. Questa prima edizione integrale presenta gli otto capitoli del ciclo narrativo di Gale in una nuovissima traduzione, arricchita da un apparato di note e un'introduzione indispensabili per comprendere il genio di Chesterton."" -
Censimento degli invisibili
Gli ultimi, coloro che vivono in eterne periferie, dell'anima e dello spazio, ai margini della storia; quelli di cui ci si ricorda solo attraverso statistiche e numeri. Sono loro i protagonisti di Censimento degli invisibili, un duplice e coraggioso viaggio, reale e immaginario, che Cavoni fa snodare lungo due distinti versanti narrativi; da una parte gli invisibili che affiorano dalla realtà, fino a farsi cronaca: malati, migranti, vittime di guerre e regimi; dall'altra il simbolo di un altro viaggio che rispecchia la ricerca di senso di ogni persona. Solo la poesia può predisporsi a un censimento di tutto ciò, cose e persone, che pur viaggiandoci accanto sembrano invisibili. Figure e storie che entrano tutte in un gigantesco museo dell'inquietudine. La seconda sezione ""Ulisse all'idroscalo"""" si pone infatti come il diario personale di un viaggio che partendo dal cuore dell'Europa, arriva alle radici universali dell'umano. Il calvario di Ulisse è quello di ognuno di noi. """"Arriva la fine della poesia / senza aver aperto il pacco delle promesse / in cui non c'era un biglietto per l'infinito / in prima classe, ma solo un semplice giro / intorno al perdono, dietro casa""""."" -
Le avventure di Pietro in Ladakh. Ediz. illustrata
Il tema del libro di Roberto Contin è assai interessante e originale, al limite tra il racconto di avventure e il diario di bordo, narra la vicenda del primo grande viaggio fatto da Pietro, bambino italiano che vive fra Bologna e Venezia. La meta è l'India, precisamente la zona del Ladakh, racchiusa tra le mitiche catene montuose del Karakorum e dell'Himalaya. Si parte da Venezia, da sempre ponte verso l'oriente. Un'avventura memorabile durante la quale Pietro non solo scopre paesaggi mozzafiato per bellezza e colori, usi e costumi tanto diversi da lasciare senza parole, ma soprattutto scopre il dono universale dell'amicizia. Il viaggio di Contin in Ladakh - ""terra degli alti passi"""" all'estremità occidentale dell'altopiano tibetano - è un viaggio senza tempo e senza confini, ed è per questo che il fotografo Contin (con un esperienza di scatti in oltre 50 paesi) ci offre non le sue foto, ma disegni da amare con lo stupore dello sguardo di un bambino. È un viaggio fra gli uomini, e che questi siano mongoli o veneziani, buddisti, induisti sono etichette che a Pietro Contin non interessano e spesso non dovrebbero interessare nemmeno a noi."" -
Amorosi sensi
Fischia il vento urla la bufera canta la vecchia canzone partigiana ma ventiquattro anni dopo quando Luca Di Cantro che è stato il Griso, partigiano garibaldino, ritorna a casa dopo l'esilio in Cecoslovacchia il vento non fischia più. Venusso in Guado, il paese che ha vissuto sulla propria pelle lo scontro sanguinoso chiamato Resistenza, è ora un tranquillo luogo di villeggiatura. Ma il passato, morto e sepolto per tutti, Luca lo ha solo riposto in un cassetto che adesso riapre e ne escono frammenti di vita: il marchese Leonardo suo padre, comandante della Brigata Nera, messo al muro dai partigiani; il palazzetto di famiglia, abbandonato e fatiscente; gli antichi compagni partigiani; Wanda, la vecchia governante di famiglia; Ida, che è ancora legalmente sua moglie e convive con l'uomo con cui lo ha tradito mentre era partigiano in montagna e quello era il Podestà fascista del paese; Irene, che per tre anni ha creduto sua figlia, che Ida, nei giorni convulsi della Liberazione, gli ha confessato non essere figlia sua ma dell'ormai ex-Podestà. Irene è adesso una splendida donna padrona della sua femminilità. Ma nubi oscure di vecchi debiti mai saldati minacciano la resa dei conti. -
La pelle degli altri
Alle 7:45 del 9 settembre 1943 - dopo il proclama di armistizio del maresciallo Badoglio - aerei tedeschi JU 52 lanciano 900 paracadutisti su Monterotondo, città strategicamente ubicata alle porte di Roma. I tedeschi avviano le operazioni a terra con il compito di occupare il Castello Orsini, sede dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, già trasferito altrove. Una Compagnia di Carabinieri, contrasta energicamente l'attacco nemico con l'aiuto dei civili. I tedeschi vengono circondati e si salvano solo mediante accordi col feldmaresciallo Göring. La battaglia di Monterotondo del 9 e 10 settembre 1943, nonostante lo sbandamento dei vari corpi presenti sul territorio dovuto alla fuga dei vertici militari e di Governo, causa la morte di 300 militari tedeschi, 157 militari italiani e 101 civili. I tedeschi, sconfitti, devono abbandonare Monterotondo. Questo romanzo è il racconto corale di quelle giornate. Una narrazione di sentimenti, paure, violenze e speranze che narrano la tragedia di questa e di mille altre guerre attraverso lo sguardo attento e partecipe di Osvaldo Scardelletti, un ragazzo, poi uomo, che allora ne fu testimone. -
Condannato a vita. Storia di ipocondria e precariato
Lorenzo vive limitato dall'ipocondria. Il cibo, l'igiene, il lavoro, gli spostamenti, il sesso: tutto è un problema a cui pensare ossessivamente. Viviamo la sua routine fatta di paranoie e gabbie emozionali, arrivando a riderne pur provando pena. La ""voce dell'ipocondria"""" suona nella sua testa e ci appare in tutta la sua feroce invadenza. Un evento inaspettato lo porterà, contro la sua volontà, ad affrontare la vita reale mettendo a dura prova la spessa corazza che lo difende da tutte le emozioni, positive e negative."" -
Nelle notti riflesse delle anime incendiate
A produrre il 'poema' non è solo il rilancio da una pagina all'altra di un tema o di un vocabolo (ad esempio l'""oriente"""", la """"tigre""""...); è specialmente, e tenacemente, il divieto che Tentori impone a se stesso di 'posarsi', di 'riposarsi' a una qualsiasi delle stazioni del libro. Se non c'è punteggiatura, se nessun componimento ha un suo titolo specifico, ciò dipende dall'intenzione d'autore (quindi inconfutabile) di fornire di sé un'immagine ansiosa, quasi ansimante in perpetuo: dove si rinvia a qualcuno esplicitamente (Campana, già nel titolo 'notturno' e 'incendiario' che unifica i singoli pezzi) o magari allusivamente (Rimbaud con la sua «farfalla a maggio») il richiamo non tende a istituire una rassicurante complicità fra poeta a poeta, non a invocare la protezione lirica di un'eletta famiglia di auctores; no, qui ogni momento, ogni foglietto, risponde a un'ansia primaria, che può anche attraversare i campi della letteratura e della tradizione poetica ma non necessariamente e tanto meno programmaticamente."" -
Discorsi politici
Nato nel 1925 nel Congo, allora possedimento belga, Patrice Lumumba, è un eroe dell'indipendenza nazionale e dell'unità africana. Il discorso che pronunciò in occasione della cerimonia d'indipendenza della Repubblica del Congo, il 30 giugno 1960, continua a risuonare forte nella memoria collettiva dell'Africa e non solo. Lumumba, primo ministro democraticamente eletto e primo capo di governo del Congo indipendente, fu presto destituito, poi arrestato, imprigionato, torturato e, infine, ucciso. La sua morte ha segnato indelebilmente il destino del Congo e il suo pensiero continua a essere una fonte d'ispirazione. ""Non faremo regnare la pace dei fucili e delle baionette-pronuncia nel Discorso in occasione della cerimonia d'indipendenza il 30 giugno del 1960-ma la pace dei cuori e della buona volontà."""""" -
Pizzi, pizzi Trangola. Prima di facebook
Dopo una vita tra politica, impegno civile e ""ostinata devozione"""" al lavoro, un funzionario dello Stato in pensione, Cosimo """"Mimmo"""" Quaratino, mette insieme le storie prima di facebook, per consegnarle alla nipote. """"Pizzi, pizzi Trangola"""" (incipit di una filastrocca in dialetto tarantino), scritto pensando a come lasciare una testimonianza a una adolescente spesso distratta dal sottofondo degli smartphone, whatsapp e social, è ciò che si definirebbe una biografia. Ma si capisce subito che è un reportage sull'Italia degli ultimi 60 anni che parte dal Sud e dalla cultura contadina per arrivare alla metropoli, alle rivoluzioni internazionaliste. Ci sono i mille volti dei coprotagonisti: non solo persone vicine a Mimmo ma anche i volti noti e meno noti di politici, giornalisti, intellettuali che hanno segnato la storia di questo Paese-maschere in grado di guidare il lettore in una riflessione su ciò che è diventata la politica privata degli ideali e dei sogni, e con essa l'individuo, la famiglia, le pulsioni e la società. Magari per riscoprire che la risposta è in un nuovo Umanesimo, tutto da costruire ma impossibile da realizzare senza un legame con l'Eredità dei padri. E dei nonni.""