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1992. Sulle strade di Falcone e Borsellino
A pochi giorni dall’anniversario dell’attentato in via D’Amelio, a Palermo sono proseguiti gli atti vandalici e intimidatori a opera di ignoti. Non è la prima volta che la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di altre figure esemplari che hanno fatto la storia della lotta alla mafia viene vigliaccamente oltraggiata. rnQuesto non è solo un libro, è una carta geografica che dà voce a tanti luoghi simbolo dell'egemonia mafiosa e, soprattutto, della resistenza antimafiosa. È anche una mappa letteraria e della memoria degli ultimi decenni di cronaca italiana, che ci avvicina alle vite di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Un percorso appassionato e attento lungo strade, piazze e angoli di una città, Palermo, tracciato pensando anche ai ""post-Millennials"""", ai ragazzi che oggi hanno meno di vent'anni. Se le generazioni nate prima del 1992 sono cresciute con la certezza che più nessuno avrebbe dimenticato dove fosse e con chi quel 23 maggio e quel 19 luglio, per i """"Duemila"""" è tutto diverso. È per loro che questa sorta di guida trova il suo massimo significato: un passaggio di testimone perché il ricordo di Giovanni e Paolo e l'esempio di altre persone straordinarie non rischino di andare persi. È un testo da sottolineare e da evidenziare, pensato con un desiderio: vedere, accanto alle parole dell'autore, quelle dei lettori, scritte a mano ai margini delle pagine. Perché questa storia non finisca qui."" -
Una strage semplice
Capaci. E la sua continuazione, via D’Amelio. Una strage in due tempi. Quando il Paese sembrò impazzire. Mentre Milano osannava i giudici e a Palermo terribili immagini di guerra ne raccontavano la carneficina. Due Italie all’apparenza lontane e invece, come spiega il libro, segretamente vicine. Quella che portò a morte prima Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino fu una strage semplice, frutto di una logica lineare. Che vide convergere Sud e Nord, economia e politica. Che prese la rincorsa all’inizio degli anni Ottanta per conto della mafia palermitana e giunse all’appuntamento di dieci anni dopo in rappresentanza delle paure e ostilità di un intero sistema illegale. Su tutto, l’incubo che il giudice più odiato da Cosa Nostra potesse guidare una struttura nazionale di indagini, da lui ideata, e colpire i crescenti rapporti tra gruppi imprenditoriali d’avventura e capitalismo mafioso; tra mafia e appalti, tra criminalità finanziaria e complicità politiche. Questo libro vuole ricostruire il contesto evidente in cui tutto accadde. Per andare oltre la retorica, e oltre il mistero. -
Canto per Francesca
"Anche Francesca era un magistrato, un ottimo magistrato, di cui quanti la conobbero ricordano la sensibilità, l'intelligenza e la straordinaria dedizione al lavoro, specialmente alla tutela dei minorenni, ai quali dedicò la parte più significativa della sua professione"""". Un monologo di Cetta Brancato. contributi di: Marcella Ferrara, Maria Teresa Ambrosini, Giuseppe Ayala, Amalia Settineri, Alessandra Camassa. Su progetto e con il patrocinio della Sezione Distrettuale di Palermo dell'ANM." -
Le due guerre. Perché l'Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia
Dalla Torino degli anni Settanta alla Palermo dei Novanta, trentacinque anni di storia italiana attraverso lo sguardo di un protagonista della lotta contro il terrorismo di sinistra e contro la mafia. Due guerre in difesa della democrazia, una vinta (quella contro il terrorismo), una in sospeso (quella contro la mafia). Dal processo ai capi storici delle Brigate rosse al pentimento di Patrizio Peci, dalle stragi di Capaci e via D'Amelio all'arresto di Totò Riina e di decine di altri latitanti, passando per il caso Cossiga/Donat-Cattin e il processo a Giulio Andreotti. In mezzo, il ricordo di tanti, troppi amici che, in questa storia aspra di rischi e di eroismi, combattendo hanno perso la vita. -
Uomini soli. Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Sono morti venti, trent'anni fa. Giù a Palermo. Lo sapevano che li avrebbero fermati, prima o poi. Facevano paura al potere. Italiani troppo diversi e troppo soli per avere un'altra sorte. Una solitudine generata non soltanto da interessi di cosca o di consorteria. Ma anche da meschinità più nascoste e colpevoli indolenze, decisive per trascinarli verso una fine violenta. Avevano il silenzio attorno. A un passo. Pio La Torre, nel partito al quale ha dedicato tutto se stesso. Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa nella sua Arma, lui che si pregiava di avere ""gli alamari cuciti sulla pelle"""". Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in quel Tribunale popolato da giudici infidi. Vite scivolate in un cupo isolamento pubblico e istituzionale. Fino agli agguati, alle bombe. Un racconto collettivo scritto da Attilio Bolzoni, giornalista tra i più colti e sensibili, che ha memoria diretta di tutti e quattro i protagonisti e che da Palermo ha spiegato per decenni all'Italia personaggi e retroscena, misteri e drammi pubblici della Sicilia insanguinata e mai rassegnata."" -
I racconti di Nené
Le storie di Andrea Camilleri sono straordinarie non solo per quello che raccontano, ma anche per lo sguardo insieme ironico e affettuoso che lo scrittore riserva ai suoi personaggi. Ed è per questo che finiamo per amarli: ci sembra di conoscerli, di aver fatto con loro un tratto di strada. Questi racconti - tra i più intimi e sentiti del romanziere siciliano - ci riservano una sorpresa in più, perché i personaggi si chiamano Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo e Renato Rascel, Samuel Beckett e George Patton. Ed è così che Camilleri ci porta per mano dentro storie vere, che appartengono alla sua vita e alla sua memoria, e che finalmente vedono la luce. L'avvento del fascismo e lo sbarco degli alleati, il separatismo e la mafia, le amicizie e la famiglia, gli incontri con i grandi maestri e, su tutto, lei: l'amata Sicilia. Un libro che ci fa sedere vicino al creatore di Montalbano. Che prende la parola, si mette a raccontare e ci incanta. -
In nome del figlio. Saveria Antiochia, una madre contro la mafia
Il 6 agosto 1985 la mafia uccise a Palermo Roberto Antiochia, giovane poliziotto. Sua madre Saveria, nel nome del figlio, è rinata per dedicare ogni energia all'impegno antimafia e per far conoscere e diffondere i valori e gli ideali del suo ragazzo. Consegnò a «la Repubblica» una lettera implacabile indirizzata al ministro degli Interni: ""Li avete abbandonati"""", provocando forti polemiche. Fu tra i fondatori del Circolo Società Civile di Milano, del Coordinamento antimafia di Palermo e di Libera. Nel 1990 venne eletta al Consiglio comunale di Palermo, ma la politica non era il suo mondo. Dal 1993 frequentò Sariano, un paesino del Polesine diventato quasi un'università popolare dell'antimafia per la caratura e la passione dei partecipanti ai dibattiti: magistrati, giornalisti, politici, semplici cittadini provenienti da tutta Italia. Con fatica fu presente a ogni udienza dei processi per l'uccisione di Roberto e Ninni Cassare e la sua testimonianza fu determinante. Non tollerava alcun cedimento dello Stato alla mafia, tanto meno l'ipotesi di una trattativa, ed era subito pronta a prendere la penna o il telefono per far sentire la sua voce fremente e la, sua indignazione. Nelle scuole di tutto il Paese raccontò, senza lacrime, gli ideali di Roberto, la sua volontà di difendere i diritti dei più deboli, di lottare per una Italia libera e democratica, contrastando l'arroganza e la violenza mafiosa; e il silenzio con cui veniva ascoltata aveva qualcosa di magico. Prefazione di don Luigi Ciotti."" -
La mafia dopo le stragi. Cosa è oggi e come è cambiata dal 1992
Totò Riina è scivolato nella tomba con tutti i suoi segreti e la mafia delle stragi non c’è più. È finita un’epoca. Sono passati più di venticinque anni dalle uccisioni di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino ma oggi sappiamo tutto e niente. Le mafie hanno preso altre forme, sono élite criminali che puntano ad accorciare le distanze fra mondo legale e mondo illegale. Sono diventate apparentemente sempre meno aggressive e sempre più “collusive”, attraenti. E si nascondono. A volte non le riconosciamo più. «Io non so più come fotografare la mafia perché non riesco a vederla», dice Letizia Battaglia, la grande fotografa che con i suoi scatti l’ha fatta conoscere fuori dai confini italiani. -
Polvere di 5 Stelle. Un viaggio nella grande illusione
“Fidatevi di me”. Finisce così, con questa frase di Beppe Grillo, l’avventura di Marika Cassimatis nel Movimento 5 Stelle. Dopo avere vinto le primarie per la candidatura a sindaco di Genova, Cassimatis viene sconfessata dal leader maximo del M5S, che con un tratto di penna annulla il voto degli elettori grillini. È l’ultimo di una serie di episodi che in tutta Italia hanno fatto gridare al tradimento del sogno iniziale di democrazia diretta dal basso. Un sogno polverizzato con le espulsioni degli attivisti a colpi di post scritti sul Blog o di decisioni prese senza rispettare le stesse regole interne del Movimento. Cassimatis, con l’aiuto di varie testimonianze, racconta i progetti e le battaglie dei MeetUp, base fondativa del M5S, poi abbandonati a favore della creazione di un partito con caratteristiche “originali” ma con una regia ipercentralizzata. Dove non c’è più “l’uno vale uno” e manca quella trasparenza tanto pretesa dalla “vecchia politica” nella gestione dei finanziamenti o nel processo decisionale. Su tutto aleggia la Casaleggio Associati, con i suoi uffici milanesi accessibili a pochi, ma con un potere illimitato sui militanti e sul partito. Questo libro è un diario, è la storia di un viaggio, di una speranza, di una passione e di una cocente disillusione. -
Imperi criminali. I beni confiscati e il fallimento dello Stato
Sempre più ricche e sempre più nascoste, le mafie ripuliscono i loro soldi dentro e fuori i confini nazionali. Nell'era della comunicazione senza frontiere, al passo con i tempi, le organizzazioni criminali italiane si alleano con quelle straniere per una spartizione del potere che non è più geografica ma rigorosamente economica. È valutato intorno ai 30 miliardi di euro il patrimonio confiscato in questi ultimi anni a cosa nostra, 'ndrangheta e camorra. Un tesoro che lo Stato non ha saputo gestire. Più si sono moltiplicati i sequestri dei beni, più è affiorata - fra scandali e ritardi e fallimenti - l'inadeguatezza di agenzie governative e apparati giudiziari. Una ""guerra"""" contro le mafie che, al momento, è persa."" -
Salvate Aldo Moro. La trattativa e la pista internazionale
Furono giorni convulsi, quei 55 giorni tra via Fani e via Caetani. Ma tra l’aprile e il maggio 1978, quando tutto sembrava precipitare, con l’aiuto di Arafat e del Maresciallo Tito, i servizi segreti italiani cercarono una trattativa con le Brigate rosse per salvare la vita di Aldo Moro, passando per i palestinesi di George Habbash, la banda Carlos, i tedeschi della Baader-Meinhof. I rapporti tra gruppi terroristici e la galassia internazionale dei movimenti “rivoluzionari” esistevano da lungo tempo, si trattava di riattivare certi contatti. Le mediazioni andarono molto avanti, al punto che il 9 maggio era in programma uno scambio che avrebbe avuto dell’incredibile: alcuni terroristi tedeschi, catturati in Jugoslavia, sarebbero stati liberati e portati in Medio Oriente in cambio della vita dello statista italiano e per le Br l’agognato “riconoscimento politico” sarebbe giunto dai Paesi non allineati. All'ultimo tutto saltò. Nel libro vengono finalmente ricostruite le tappe di questa pista internazionale. Una ricostruzione asciutta, scevra di fantasie e connessioni ardite, esclusivamente composta di fatti e documenti. Che ci aiuta a capire alcuni contorni e passaggi essenziali di quelle drammatiche giornate. Ne emerge - nitido e inquietante - il racconto di una trattativa sommersa e parallela che avrebbe potuto cambiare il corso della storia e della politica in Italia. -
Mafia del Brenta. La storia di Felice Maniero e del Veneto che si credeva innocente
Della Mala del Brenta tutti conoscono il boss indiscusso Felice Maniero, la sua sfrontatezza, le rapine e le fughe rocambolesche. Meno si parla del potere feroce imposto nel Veneto per vent'anni. In questo libro Arianna Zottarel spiega le origini e l'evoluzione di un'organizzazione criminale speciale usando fonti orali, atti giudiziari e decenni di articoli di stampa: dalle rapine miliardarie al controllo delle bische, dal traffico di droga alle armi. E poi ancora i sequestri di persona, gli omicidi e i legami con le altre mafie. L'autrice cuce cronaca e analisi alla ricerca delle ragioni culturali, politiche e sociali che hanno permesso a una nuova organizzazione mafiosa di adattarsi e di radicarsi velocemente nel contesto veneto, dando vita a un modello di mafia autoctona e originale, autonoma dalle mafie storiche di altre regioni. Pagina dopo pagina si ripercorre una storia simbolica e per certi aspetti stupefacente, fino alle vicende più recenti. Prefazione di Nando Dalla Chiesa. -
A-Z. Il primo dizionario
Una mattina a scuola avevo proposto ai bambini di giocare a: ""È arrivato un bastimento carico di..."""" è capitata la S, facendo la conta fra i bambini è stato sorteggiato Stefano e, oltre a lui, i bambini hanno cominciato a dire tante parole con quell'iniziale, invece di una soltanto come al solito. Presi il blocco e cominciai a scriverle: Straniero, Sapone, Scarpe Serpente, Scuola... Abbondai il gioco e chiesi: """"Che vuol dire straniero?'' """"È uno un po' strano che non vive da nessuna parte..."""". È cominciato così il lavoro sul dizionario che alla fine era composto da settecentotto parole con la loro definizione e quasi altrettanti piccoli disegni. Età di lettura: da 6 anni."" -
Anna. L'avventurosa vita di Anna, barcaiola lariana
Da Lucia Sala una nuova pagina di storia lariana del Novecento: l'avventurosa vita di Anna Corti di Onno, classe 1926, barcaiola dall'età di sette anni. Con la sua barba 'Anna Onno', mossa unicamente dalla forza delle sue braccia e quando possibile dal vento, la protagonista ha unito per decenni Mandello a Oliveto Lario: un efficiente servizio di trasporto, in coincidenza con le corse del treno e disponibile ad ogni ora. Un mondo vivo, attivo e popoloso quello ricordato da Anna, autentica donna di lago in perfetta simbiosi con i venti e l'acqua, senza averne il minimo timore perché 'bello o brutto il lago non mi ha mai tradita'. -
Cercatori di stelle. Dei Magi si sa quasi nulla se non che una stella di straordinaria bellezza li guida a Beltlemme
Le tre 'storie' di ""Cercatori di stelle"""" si svolgono in accordo con ciò che accade sotto le stelle, e i segni più evidenti che si accendono nei cuori dei vari personaggi sono l'interrogarsi sul luogo della felicità e il desiderio di raggiungerla. Baldassarre, Melchiorre e Gaspare sono uomini come tanti e non dei privilegiati. Apparentemente non hanno nulla a che fare con le antiche profezie. Ciò che li rende emblematici è la disponibilità ad accogliere una verità che tocca la loro anima come potrebbe toccare quella di chiunque. Ogni sentimento, ogni pensiero, ogni azione acquista un significato più ampio e più profondo se la tenerezza e la compassione non abbandonano la vita degli uomini."" -
Bellagio. Il villaggio dei diplomatici
Un grande mosaico, coi tasselli delle testimonianze dirette: persone che hanno vissuto l'epoca, gente comune che ricorda e vide particolari che assemblati nell'insieme del racconto e del quadro storico fanno poi rivivere a noi uno spiraglio di ciò che realmente successe in quei mesi sul lago di Como e in particolare a Bellagio, eletto a ""villaggio dei diplomatici"""" della Repubblica Sociale Italiana."" -
Marburg-Pavia (1988-1989). Ediz. italiana e tedesca
Raccolta dei testi delle relazioni tenute all'Università di Marburg (1988) e di Pavia (1989) in occasione del seminario di studi germanico-italiano, nel quadro generale dei rapporti fra storia romana e storia contemporanea nella ricerca sull'antichità in Germania e Italia nei secoli XIX e XX. -
Emilio Gadda bibliografia
Vol. I: 1949-1995 Vol. II. 1995-2006 -
Piccolo mondo antico dal romanzo di Antonio Fogazzaro il film di Mario Soldati dalla sceneggiatura allo schermo
"Leggere una sceneggiatura è un po' come entrare nel laboratorio più intimo e segreto di un film 'in lavorazione': infatti, è proprio a partire da quelle pagine 'provvisorie' che il regista e i suoi collaboratori realizzeranno ciò che lo spettatore vedrà poi sullo schermo. Innanzi tutto bisogna premettere che quello che i critici, i filologi, gli storici sanno della sceneggiatura, se lo deducono dai soli titoli dei film, è sempre sbagliato. Non è vero quello che c'è scritto lì non è mai vero. C'è scritto: soggetto del tale, sceneggiatura del talaltro; non è vero: è magari di altri che non figurano. Questo innanzi tutto."""" (Mario Soldati)" -
La magia trasformatrice dell'uomo a miglior stato. Dialogo di Francesco Gerosa, fisico da Lecco
Si tratta dell'edizione moderna, curata da Franco Minonzio del trattato di magia naturale scritto, in forma di dialogo, dal medico Francesco Gerosa (1542-1608), e pubblicato all'inizio del '600. L'autore è un medico, nato a Lecco nel 1542, laureatosi forse a Padova forse a Pavia, gli atenei più frequentati in quel tempo dagli aspiranti medici dell'area nord-lombarda: rientrato nella sua città dopo il 1578, vi rimane per trent'anni, fino al 1608, anno nel quale pubblica la ""Magia trasformatrice"""", e data oltre la quale si perdono le sue tracce.""