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Veneti in controluce
"Veneti laboriosi, determinati, creativi, a volte ipocriti, ottusi o trasgressivi. Una molteplicità di protagonisti, un unico filo conduttore: l'anima veneta vista """"in controluce"""". I pregi e i difetti di un popolo raccontato con affettuoso distacco da uno di loro. Sullo sfondo della pianura, delle balle di fieno, dei colli, della goliardia padovana e delle campagne vicentine, diciotto brevi scorci di vita che mostrano come sia cambiata questa terra negli ultimi decenni, e che fanno emergere quelle contraddizioni - una per tutte: la nostalgia del passato contadino contrapposta alla smania arrogante della modernità - che lasciano trasparire i tratti somatici della sua gente. Un'antologia che descrive un popolo nella sua concretezza, ripercorrendone i luoghi e descrivendone gli aspetti caratteristici così da farne una fotografia autentica""""." -
L' universo, all'improvviso. Coop for Words 2018
Scrivere per passione, scrivere per evadere, scrivere perché piace, ma anche scrivere come terapia o perché fa stare bene. Per dare sfogo all'immaginazione o perché si ha qualcosa da raccontare, o molto più semplicemente perché è così naturale. Magari scrivere per gioco, o addirittura scrivere perché non lo si è mai fatto. E poi c'è chi da sempre ha un vero talento, o chi lo scopre mettendosi, per caso, alla prova... Tutto questo è Coop for words, il premio letterario che da sedici anni Coop Alleanza 3.0, Coop Lombardia, Coop Reno e Unicoop Firenze dedicano ai giovani autori under 40 per dar loro l'opportunità di sperimentare diversi linguaggi, affidando alle parole la possibilità di esprimersi. Alcune si ritagliano appena un minuto, per finire nell'incipit di un racconto, altre si coprono d'inchiostro sul retro di uno scontrino; poi ci sono quelle che calcano la prima pagina di un quotidiano o di uno scottante rotocalco in una storia di cronaca. Altre infine compongono versi per dar vita a una poesia o, accompagnate da una base musicale, diventano le strofe e il ritornello di una canzone. A voi tutti, buona lettura. -
Partigiani. Storie della resistenza raccontate a teatro
"Scrivere di Resistenza è una cosa molto complicata. Sempre. A maggior ragione è complicato scrivere di Resistenza in questa epoca, lontana dal tempo, dal paesaggio sociale, dai linguaggi - dal mondo, insomma - in cui essa ebbe luogo. Eugenio Sideri lavora ormai da molti anni - quasi tre lustri - su questo terreno accidentato. Si è preso sulle spalle un bel fardello. Specie se si considera che con il suo lavoro si è proposto anche nelle scuole, al pubblico più giovane e quindi più lontano (almeno anagraficamente) da quei fatti la cui memoria non è generalmente più oggetto della trasmissione orale, familiare e sociale. Dover quindi non solo narrare, attraverso l'azione teatrale, ma anche informare e spiegare. Il risultato è molto convincente. Regge bene tutte queste prove. Per chi non abbia mai assistito alla rappresentazione dei suoi lavori può essere un'utile guida a prepararsi a farlo e un invito a vedere sulla scena quel che il testo narra. Ne esce una compattezza e una continuità di temi e di situazioni che consentono di immergersi bene nelle drammatiche, spesso tragiche situazioni in cui i protagonisti e i testimoni vengono fatti agire. La difficoltà delle scelte, i dilemmi, la sofferenza, il riscatto. Cose che furono pane quotidiano per i partigiani, per chi li aiutò, per chi non li osteggiò o li tradì (spesso a rischio della vita), che furono insomma la trama fondamentale, fuori della retorica, entro la quale si svolse la Resistenza. Una serie di buone ragioni, insomma, perché i lavori di Eugenio Sideri vengano letti e soprattutto rappresentati, e perché lo siano ancora in futuro."""" (Dalla Postfazione di Guido Ceroni) Prefazione di Michele De Pascale." -
L' Appennino incantato. Montagne, cieli, orizzonti
Scrittura, pittura e fotografia al servizio di un libro che racconta l'Appennino bolognese, per sua natura discreto e silenzioso, lontano dalle capitali del turismo così come da quelle dell'arte e degli intellettuali. Un tentativo di far dialogare in un equilibrio armonico tre diverse forme espressive, tre mondi assai lontani fra loro, con l'obiettivo di narrare la bellezza aspra e dolce, impervia e garbata di un territorio. In questo libro la fotografia non è l'illustrazione del racconto, il racconto non è la didascalia del quadro, e il quadro, infine, non è una semplice decorazione. Sono tre modi diversi di descrivere lo stesso luogo, le sue storie e i suoi personaggi. Il risultato è il ritratto poliedrico di una terra dalla bellezza selvaggia e materna, voluttuosa di una seduzione ipnotica e inebriante. -
Piccola italiana
Sotto il regime fascista, Agata Amodio viene abbandonata sulla soglia di un istituto gestito da suore. La piccola crescerà lì, dimostrandosi presto ""diversa"""": bizzarra, riottosa, autonoma in un contesto in cui l'autonomia non è affatto prevista. I suoi rapporti con le religiose e con le insegnanti non saranno facili. Né quelli con le compagne di scuola. Per il suo temperamento, Agata diventerà un """"caso"""" da sottoporre all'inquietante psichiatra dottor Marcus e alla sorveglianza della vigilatrice Itala Calcaterra, da sempre invaghita di Mussolini e persa in vaneggiamenti su una possibile storia d'amore con lui. Agata riuscirà a disinnescare ogni tentativo di farsi ridurre all'obbedienza e alle regole. Refrattaria al sentimento, la bambina si legherà soltanto a Virginia Levi, una coetanea ebrea. Le due stringeranno, per iscritto, uno strano """"patto d'amicizia"""" voluto proprio da Agata. Quest'ultima, però, ha in mente un disegno folle che sbalordirà la sua giovane amica..."" -
A bocca chiusa
A bocca chiusa, romanzo d’esordio di Stefano Bonazzi, pubblicato per la prima volta nel 2014 dall’editore Newton Compton, racconta la genesi di un assassino. Un viaggio allucinato tra i deliri del protagonista, che partendo da un’infanzia di violenze e privazioni sfocia in un finale tragico e surreale. rnrn«Credo che la morte abbia le sembianze di un signore distinto. Abiti scuri, scarpe lucide. Con i capelli bianchi come la neve, il viso pulito, senza barba né baffi. Me lo immagino camminare per le strade con un branco di cani neri al guinzaglio. Sono scuri come pantere, con le orecchie basse, sempre furiosi. Non fanno altro che sbavare e urtarsi tra loro per stare in testa al branco. Sono affamati e ringhiano contro chiunque passi loro vicino. Il signore distinto ce la mette tutta per tenerli al guinzaglio, ma ogni tanto uno gli scappa e la bestia si fionda indemoniata verso il primo disgraziato che incontra sul suo cammino. Gli salta addosso e gli strappa via l’anima a morsi.rnÈ così che muoiono le persone».rnrnrnrnL' afa d’agosto è insopportabile, soprattutto quando hai dieci anni e sei costretto a startene chiuso in casa con il nonno, una belva in gabbia la cui violenza trova sfogo su di te. E se non puoi frequentare gli altri bambini, anche tu diventi un animale solitario, destinato a crescere somigliando ogni giorno di più al tuo aguzzino. rnCosì finisci per accogliere il seme del male. Lo covi per anni, lo senti germogliare, finché non spunta il desiderio di vendetta. Ma se la persona che ti ha allevato, trattandoti come una bestia, ora è morta, devi scegliere qualcun altro su cui sfogare la tua rabbia... -
Lea Bendandi «Sultana». Partigiana della libertà
«Io ci sto». Quando pronuncia queste poche parole, Lea Bendandi ha ventun anni e un'infanzia grama alle spalle: Ho accettato subito, d'istinto, ho detto: sì sì, io ci sto. Ecco, ho fatto la partigiana per essere libera. Il nome di battaglia, ""Sultana"""", non l'ha scelto lei, ma i capi partigiani. Mai un nome, però, fu più azzeccato. Una Sultana in bicicletta che sfreccia sugli argini dei fiumi, che sfugge ai controlli dei nazifascisti con una pistola o un rotolo di manifesti nella sporta. Una staffetta giovane e bella che fa del suo fascino un'arma per non farsi catturare e distribuire propaganda antifascista. È una Sultana quando organizza i Gruppi di Difesa della Donna o quando diventa comandante dei GAP femminili di Russi. È una Sultana che, da semplice staffetta partigiana, diventa presidente dell'Anpi di Russi. Una Sultana il cui estro la porta poi a diventare stilista di moda. Bologna, Milano, Parigi. Passano trentacinque anni e la Sultana torna a casa, a Russi, per rendersi utile ancora: per parlare ai bambini delle scuole della Ines e della Candina, le mie compagne staffette che sono state ammazzate... Presentazioni di Enzo Bolognesi, Maria Rosa Cutrufelli e Barbara Mapelli."" -
Strani mondi
Ogni persona, ogni vita, è un mondo. E certe persone, certe vite sono molto strane. E poi ci sono universi fantastici, ben più interessanti del nostro ordinario ambiente quotidiano. Ogni racconto di questa antologia, scritta dagli 'allievi del corso di Gianluca Vorozzi organizzato a Ravenna da Urban Fàbrica, esplora un mondo strano. Quello di un anziano che vede lentamente svanire la propria lucidità, o quello di un cestino deciso per un lancio di biglie. Quello di un feroce cacciatore notturno, o quello che attende dei fratellini in fuga. Il mondo di un uomo chiamato Vecchiopazzo, o un'originale rivisitazione del contrappasso dantesco -
Orazione epica
"Orazione epica"""" è un poema in rima composto da 483 versi, che riprende i toni e il ritmo dell'epica greca per raccontare alcuni temi universali: l'amicizia e il tradimento, la guerra e l'esilio. Ne è protagonista Filottete, personaggio mitologico abilissimo con l'arco, ricevuto in dono da Eracle. Mentre era alla testa di una flotta che doveva raggiungere Troia venne morso da un serpente sacro: la gamba ferita mai si rimarginerà, ma sgorgherà sempre sangue purulento. Ulisse convinse la flotta a ripartire, abbandonando Filottete sull'isola di Lemno, dove lo sfortunato rimase per ben dieci anni. Da qui si sviluppa il racconto di Eugenio Sideri, che trae spunto dal """"Philocktet"""" del drammaturgo tedesco Heiner Müller e, soprattutto, da una riflessione sulla natura umana. Seguendo le vicende degli eroi epici «immaginavo quella guerra, e le guerre che attraversano il mio tempo. E quegli uomini e questi uomini; di loro, sempre, raccontiamo. Di ciò che resta, delle case che lasciano, delle madri e mogli e figli e figlie che non rivedranno. Ne è valsa la pena?» Un tentativo, un esperimento, come lo definisce lo stesso Sideri: «Misurarmi su un terreno da me inesplorato, ma sempre amato. Avvicinare il verso poetico alla narrazione di eventi. E mentre le spade e le frecce fanno ardere scintille, provare a scandagliare l'animo umano»." -
Tecla tre volte
Una vicenda sentimentale dalle sfumature mistery: la profezia di un uomo venuto dal futuro, la testardaggine di insistere su una relazione che sembra inevitabilmente destinata a naufragare...rnrn«Quel che all’inizio di una relazione è una buffa caratteristica, nel corso del tempo si trasforma in un difetto e alla fine diventa la tragica pietra tombale del vostro amore...»rnrnC'è un cubo. Un cubo grazie al quale è possibile riavvolgere il tempo, cancellando così errori, incomprensioni, scelte sbagliate. Ma è possibile utilizzarlo solo per tre volte, perché poi smetterà di funzionare. Nazario Mazurca lo ha tenuto nascosto in cantina per ventiquattro anni, da quando, bambino, lo ha ricevuto da un misterioso uomo proveniente dal futuro. Ora è cresciuto, è diventato il cantante di una cover band dei Genesis, e si è innamorato di Tecla, una specie di Gloria Guida ma con il look da bibliotecaria. Nonostante i saggi consigli della sua migliore amica Amelia, Nazario continua a sbagliare qualcosa nella relazione con Tecla, fino a provocarne la rottura. Ma Nazario ha il cubo. Può riavvolgere il tempo e cancellare l'errore, superando l'ostacolo. Riuscirà a non sbagliare per più di tre volte? -
L' Appennino ferito. Vite, volti e storie
Fra il 1944 e il 1945 la Linea Gotica, che correva lungo la dorsale dell'Appennino che va dal Tirreno all'Adriatico, è stata teatro di durissimi scontri fra le truppe nazifasciste e l'esercito alleato, fra miliziani del regime e partigiani. Il prezzo che la popolazione delle comunità e delle borgate appenniniche ha dovuto pagare, in termini di sofferenza e vite umane, è stato elevatissimo. Le storie di queste vittime innocenti, del loro territorio, delle loro case e dei luoghi a loro più profondamente cari. Non già racconti di battaglie o fatti d'armi, bensì umili vicende di madri, padri, figli e figlie, che pur non avendo imbracciato un fucile, pur senza colpa della guerra, hanno perso la vita e hanno visto morire le persone più care, non potendo fare nulla. Premessa storica di Michele Serafini. -
La donna che vedi
Quanto abbiamo dovuto lottare per diventare chi eravamo destinati a essere? E ci siamo riusciti o abbiamo tradito la nostra natura? La donna che si fa chiamare Myriam Labate sa già, fin da adolescente, che dovrà affrontare sfide difficilissime per poter diventare ciò che è. Dopo il liceo fugge in Inghilterra, con un nuovo nome e una nuova identità. Quando torna in Italia è una donna affascinante con un prestigioso master in business administration. Qui diventa direttore commerciale della casa farmaceutica fondata dall'eccentrico industriale Diktus Winter, che - una volta scoperto il segreto di Myriam - decide di proteggerla. Per dieci anni Myriam si dedica al lavoro ma, inaspettatamente, poco prima di morire Winter la licenzia senza alcuna spiegazione. Ora è davvero sola, senza famiglia, senza amici e senza una relazione stabile. L'unica persona che sembra mostrarle interesse è Said, lo spacciatore che le vende marijuana. Grazie a lui Myriam entra in contatto col mondo della Ferriera, un quartiere industriale dismesso e malfamato che, a quanto pare, frequentava anche Diktus Winter, il quale, proprio alla Ferriera e con l'aiuto di Said, aveva costruito un laboratorio farmaceutico clandestino. C'è un legame fra la misteriosa droga che Winter avrebbe sintetizzato e le amnesie in cui Myriam precipita e che riportano alla luce i fantasmi del suo passato? ""La donna che vedi"""" è la storia di una lunga metamorfosi, di un percorso pieno di colpi di scena che consentirà a Myriam di diventare finalmente sé stessa."" -
Ventotene e Santo Stefano
Le rovine romane di Villa Giulia, il carcere borbonico di Santo Stefano, i fondali cristallini, un ambiente selvaggio dominato dal mare e dal vento. Semplici itinerari fra storia, natura, cultura e tradizioni alla scoperta di una piccola isola ricca di tesori. -
L' isola delle storie
"Se non fai il bravo ti spedisco a Ventotene"""" recita l'antico ammonimento, che nei secoli ha sancito il destino di questa piccola isola sperduta nel Tirreno. E dunque il silenzio, l'attesa, il confino, il carcere: quelle stesse suggestioni a cui ha attinto una pattuglia di """"forzati della letteratura"""" scrittori e scrittrici fra i più noti del panorama italiano contemporaneo per farsi suggerire altrettanti racconti, dove la bellezza arcaica del mare e della natura si presta come spunto per riflettere sulla propria ispirazione letteraria e sul ruolo dell'intellettuale. Composti in occasione della seconda edizione del festival """"Gita al faro"""", e accompagnati da un saggio della direttrice artistica Sandra Petrignani dedicato non a caso a Virginia Woolf, questi racconti spaziano attraverso i generi, e offrono ognuno una prospettiva differente sulle infinite possibilità, che solo la letteratura ha, di tramutare in storie il fascino misterioso dei luoghi." -
Dall'ergastolo
Pastore analfabeta in una Sardegna poverissima, poi giovane soldato in un esercito ormai allo sbando, quindi la fuga, l'8 settembre, la scelta dei monti e la lotta per la libertà insieme ai compagni della Brigata Garibaldi Triestina. Questa è la storia di Luigi Podda, partigiano ed eroe della Resistenza. A cui segue, però, il ritorno a Orgosolo, la nuova povertà, e un oscuro fatto di sangue, condito da false testimonianze, in una terra segnata dalla lotta dello Stato al banditismo. Questa è la storia di Luigi Podda, detenuto modello, condannato ingiustamente alla pena più terribile, l'ergastolo. -
L' isola delle storie
Come scrive Loredana Lipperini nella prefazione a questa raccolta di racconti nati dal festival ""Gita al faro"""" - manifestazione che anima l'estate di Ventotene, giunta nel 2014 alla terza edizione - l'isola si svela luogo di incanti ma ancor più """"luogo di cura"""". Ventotene cura dai propri affanni, ma soprattutto cura chi scrive, scrittrici e scrittori invitati per sei giorni a dimenticare recensioni, presentazioni, rapporti editoriali, per tornare all'essenza della propria vocazione letteraria. """"Essere scrittori, essere insieme, restituire parole"""". Come nelle letture notturne alla luce del faro, durante le quali questi racconti, composti """"al confino"""" per l'occasione, giungono immediati al pubblico, ai lettori. Racconti differenti, voci e temi diversissimi: la fragilità dei rapporti affettivi, la storia del carcere di Santo Stefano, una notte di guerra e di incontri, la solitudine di Giulia, nella villa dove fu rinchiusa dal padre imperatore... E sullo sfondo, onnipresente, il mare che dà pace."" -
Confini senza frontiere
Durante il fascismo venivano condannati al confino dissidenti di ogni tipo. Comunisti, anarchici, repubblicani, reduci dalla guerra di Spagna ma anche delinquenti comuni erano mandati in piccole isole o località sperdute del Sud Italia. Esiliati, fisicamente e socialmente messi ai margini per paura delle loro idee. Proprio come accadde a Ventotene, minuscolo scoglio abbandonato nel blu del mar Tirreno, dove alla caduta di Mussolini i confinati erano più di ottocento, e tra essi molti di coloro che diverranno i padri della futura Italia repubblicana. È lì che nel 1939 viene inviato Amedeo Dalmasso, giovane giornalista di belle speranze della ""Gazzetta del Popolo"""", per scrivere alcuni articoli su quella che il regime andava propagandando come la """"villeggiatura"""" riservata agli oppositori politici. Ma, una volta sull'isola, dovrà fare i conti con una realtà ben diversa, vivendo sulla propria pelle la pena di chi lì ingiustamente veniva privato della libertà. Al punto da non poter più tacere e iniziare a raccontarlo."" -
L' isola delle storie
Il volume raccoglie tutti i racconti inediti presentati durante l'edizione 2015 di Gita al Faro, il festival letterario che si svolge ogni estate sull'isola di Ventotene, arricchito quest'anno da alcune tavole di Zerocalcare ispirate alla figura di Gaetano Bresci. -
Via privata Siracusa
Una casa ""piccola, senza portineria, in una stradetta romantica, silenziosissima"""". È via privata Siracusa, a Milano, un rifugio perfetto per chi è stato costretto a scegliere la via della clandestinità. Ad abitarla un gruppo di giovani cospiratori liberali, uniti dal comune anelito per la libertà, e impegnati a rischio della vita nella lotta per il bene dell'Italia contro il nemico nazifascista. Nella rievocazione delle loro vicende, fra storie di false identità, sedi """"bruciate"""", violente perquisizioni, missive segrete, tragici arresti e fughe rocambolesche, scorrono in queste pagine i cento nomi di battaglia di chi ha animato le file della Resistenza fra la Liguria e la Lombardia, trovando in quella casa, anche solo per una notte, rifugio e ospitalità."" -
Il manifesto dei federalisti europei
Il ""Manifesto dei federalisti europei"""" - presentato qui nell'edizione critica a cura di Piero S. Graglia - scritto interamente da Altiero Spinelli nel 1956, è la naturale evoluzione del primo """"Manifesto di Ventotene"""", che lo stesso Spinelli elaborò con i compagni Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, preludio alla nascita del sogno europeo; di quel testo vuole recuperare i principi fondanti, aggiornandoli e attualizzandoli alla luce della breve stagione di fitta collaborazione tra i federalisti e i governi moderati agli inizi degli anni Cinquanta, e dei pochi esiti che ne scaturirono.""