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L' odore umano
Un poeta e intellettuale ebreo racconta le vicende sue e di un gruppo di ebrei di Budapest nel 1944. Il momento storico è denso e tragico: dall'occupazione tedesca del paese, nel marzo 1944, attraverso i deboli tentativi del reggente Miklós Horthy di proteggere gli ebrei, fino all'avvento del governo filo-nazista di Ferenc Szàlasi. Testimone e vittima della follia antisemita, Ernó Szép, all'epoca sessantenne, osserva le sofferenze della sua gente, la crudeltà degli aguzzini, l'indifferenza di molti e la generosità di pochi eroici concittadini. E consegna una storia tragica che non rinuncia a cogliere, nell'abiezione, barlumi di pietà umana, di bellezza, persino di ironia. -
Turismo urbano
Don Arturo Fernandez Raymond, poeta squattrinato dal nobile sembiante cavallino; Eva, una donna nata nella capitale, che si trova a tenere una conferenza in provincia; un giovanotto che fa di mestiere l'organizzatore di eventi letterari. Hebe Uhart, maestra dell'arte del racconto, mette in scena artisti, professori, signore amanti della cultura, e le loro quiete bizzarrie. Otto racconti di densa brevità, che colgono con esattezza cristallina il mistero di accadimenti in apparenza marginali ma capaci, per forza di sguardo e di scrittura, di definire un'intera vita. -
A metà dell'orizzonte
"Il lettore sentirà quanto è forte la pioggia quando si vendica. Sentirà quanto è struggente raccontare storie, rimettere in moto il Tempo anche se solo per lo spazio di un romanzo. Scrivere Tuono e sentirsi già meglio, scrivere Lampo, Pioggia, Acqua, e abbeverarsi di parole, anche se non tolgono del tutto la sete. Essere bambino, chiamarsi Gus, entrare dentro una storia come questa e sapere che alla fine, nonostante tutto, il bambino sarà uomo."""" (dal testo di Andrea Bajani)" -
L' uomo è morto
Nato come opera di denuncia e indicato dallo stesso Soyinka come un invito al lettore a prendere coscienza contro il susseguirsi dei colpi e contro-colpi di Stato e degli incessanti brogli elettorali in Nigeria, ""L'uomo è morto"""" è un libro che, col tempo, si è cristallizzato [...]. A cinquant'anni dagli avvenimenti e a trent'anni dalla prima edizione italiana, qualche considerazione è d'obbligo. """"L'uomo è morto"""" è una pagina di storia che nel museo degli orrori del Novecento, sullo scaffale riservato alle atrocità poliziesche, va a collocarsi accanto a La confessione. Nell'ingranaggio del processo di Praga di Artur London e al monumentale Arcipelago Gulag, 1918-1956 di Aleksandr Isaevi Solzenicyn [...]. Prefazione di Oreste del Buono. Con un testo di Luigi Sampietro."" -
Gli Huligani
Nel 1935, quando ""Gli Huligani"""" viene pubblicato in Romania, Mircea Eliade ha solo 28 anni, ma nel suo paese è già molto celebre. Il romanzo ottiene immediatamente un grande successo e diviene un caso editoriale. La critica reputa impudica l'intraprendenza delle ragazze di buona famiglia che animano il racconto, ma in realtà la ragione dello scandalo andrà ritrovata altrove. Attraverso la descrizione lucida e ironica della giovane borghesia romena affascinata dall'ideologia fascista e intossicata da un mito collettivo, Eliade dà un volto agli huligamn, quella generazione della barbarie nouvelle che vuole affermare se stessa costruendo l'uomo nuovo, l'unico - degno e coraggioso - del quale la Romania potrà andare fiera. L'accattivante impianto narrativo e le multiformi sfaccettature dei personaggi e dei loro sentimenti creano un'atmosfera che molto più di qualsiasi saggio prelude alle tragedie che incombono sull'Europa."" -
Il comandante dello zucchero
Il quinto romanzo in lingua francese di Confiant è ambientato in Martinica nel 1936. Ha come protagonista il mulatto Firmin Léandor, a cui il proprietario (bianco) ha affidato la sorveglianza dei numerosi tagliatori di canna, esclusivamente neri e trattati quasi come schiavi, che lavorano presso le sue ricche piantagioni. Una pungente ironia pervade il libro, che presenta uno spaccato della società martinicana del tempo, dove il razzismo è presente non solo presso i bianchi, ma anche nella mentalità della gente di colore, che relega all'ultimo posto della scala sociale coloro che possiedono la pelle più scura. -
Golk
Nella sua opera d’esordio originale e tagliente, che rivaleggia rncon Il giorno della locusta come uno rndei romanzi piu profetici che siano mai stati scritti sull’industria rndell’intrattenimento americano, Richard Stern suggerisce in chiave tragicomica un probabile scenario per il futuro della televisione.rnrnrn«È un romanzo ricco e magnificamente cesellato, scritto da un uomo di profonda intelligenza.» - rnNorman Mailerrn rn«Sembra Roth e invece no: è il suo maestro.» - rnLivia Manera – La Lettura (Corriere della Sera)rnrnNell’America della metà del Novecento, che si rilassa davanti ai teleschermi dopo aver vinto la guerra europea, un uomo venuto dal nulla crea un programma che conquista milioni di spettatori, dandogli un potere quasi sconfinato. È la prima Candid Camera della storia, e il nome del suo inventore, Golk, entra nel lessico di ogni famiglia. Golk, aggettivo, verbo, nome proprio e comune. Golk, golkare, golkismo. Ma anche «golk» come l’inverso di «god»: dio. E proprio come un dio, lui, Golk, sopra ogni cosa; deciso a colpire i potenti e a soddisfare la propria sfrenata ambizione.rnCompletano una sconsacrata trinità i suoi due principali collaboratori: Hondorp, uno smidollato flâneur newyorkese vittima del fascino di Golk che illudendosi di prenderne il posto sarà coinvolto nella sua rovina; e Hendricks, una giovane donna assetata di esperienza che dopo i successi della crudele macchina golkiana tornerà al dorato ovile di un marito miliardario.rnNella sua profetica opera d’esordio, Richard Stern propone in chiave tragicomica molti dei temi di cui si è discusso per decenni e che continuano ancor oggi ad animare libri, giornali e talk show televisivi. -
Lo sfaccendato
«Sono diventato romanziere osservando le opere di Tanpinar, di Oguz Atay e di Yusuf Atilgan. E amo Usuf Atilgan perché è riuscito a essere uno scrittore intensamente turco usando le tecniche occidentali e ispirandosi a Faulkner» - Orhan Pamuk – Premio Nobel per la LetteraturaQuattro stagioni e un anno della vita di un uomo. Un uomo controrntutto e tutti, che si aggira indolente per le strade di Istanbul,rnin cerca di un amore, che sfiora senza mai raggiungere. Unornsfaccendato, che non ha neanche un nome. Lo scrittore lo chiamarn«C.». C. non sopporta la vita ordinaria, la monotonia dellernabitudini, cerca diversità, giustizia, ma è, prima di ogni altra cosa,rncosciente dell’inutilità del suo sforzo. Un carattere difficile, unarnvita difficile, un romanzo di una travolgente essenzialità. -
Un chicco di grano
Una storia avvincente, una lezione mirabile su come di come i grandi eventi che cambiano la storia abbiano rivoluzionino anche le vite e le relazioni dei singoli rn«Nel corso degli anni ho spesso tratto ispirazione dalla straordinaria tradizione letteraria africana: le opere di Ngugi Wa Thiong’O illuminano il nostro mondo in modo potente e unico» - rn Barack Obama rnrnrnPubblicato in inglese nel 1967 e per la prima volta in italiano da Jaca Book nel 1978, il romanzo di Ngugi Wa Thiong'o, più volte candidato al Nobel per la letteratura, rappresenta una cruda analisi degli smarrimenti e delle divisioni affrontati dai kenioti dopo la celebrazione dell'Uhuru, il giorno dell'Indipendenza (12 dicembre 1963).rnIl romanzo ruota attorno ai festeggiamenti di questa giornata memorabile avvitando, in un incastro sapiente di passato, presente e futuro, le storie dei vari personaggi, tutti nativi dello stesso villaggio. Un intreccio che suscita emozioni quasi da romanzo «giallo», fino all'imprevedibile conclusione che il lettore giunge a scoprire spogliata di ogni trionfalismo. -
Gli interpreti
All’indomani dell’Indipendenza della Nigeria e prima della guerra civile, cinque giovani intellettuali fanno ritorno in patria con grandi speranze di rinnovamentornSono gli interpreti del titolo: Egbo, impiegato al Ministero degli Esteri; Bandele, professore universitario; Sagoe, giornalista; Sekoni, ingegnere e scultore, e Kola, artista. Essi rileggono il quadro umano e sociale dello sterminato paese africano degli anni ’60 alla luce delle esperienze culturali vissute in Occidente, ma devono ben presto fare i conti con la disillusione e con una profonda crisi morale. -
Notti a Serampore. Nuova ediz.
Tre intellettuali diversi per origine, estrazione sociale e fede, s'incontrano a Serampore, nei pressi di Calcutta, a cavallo degli anni Trenta del Novecento. La loro amicizia, nutrita dai comuni interessi culturali e spirituali, viene sconvolta da un evento straordinario: durante una calda notte estiva, persi nella fitta foresta del Bengala, sono testimoni dell'assassinio di una giovane donna. Un crimine che però è avvenuto in quei luoghi centocinquant'anni prima! Sospeso tra realtà e sogno, tra passato e presente, tra orrore e liberazione, Notti a Serampore rievoca in parte fatti e persone reali dei primi anni del soggiorno in India di Mircea Eliade, sviluppando concezioni della fisiologia mistica che sono parte integrante della «religiosità cosmica» del pensatore romeno. Un romanzo breve dell'Eliade «esoterico», che, attingendo al tantrismo e al folklore yogico, sa combinare in modo peculiare occultismo e magia. -
Maitreyi. Incontro bengalese. Nuova ediz.
Allan è un impiegato della compagnia dell'ingegnere Narendra Sen. Ospite in casa sua dopo una lunga degenza per aver contratto la malaria, il giovane si innamora della figlia di Sen, Maitreyi. Tra i due nasce un amore appassionato e illecito. Il trasporto di Allan è tale che accetta di convertirsi all'induismo pur di sposarla, ma la sorella di Maitreyi, Chabu, riferisce ai genitori degli incontri notturni dei due, e Allan viene allontanato. Per dimenticare Maitreyi, Allan si ritira allora sui monti dell'Himalaya. Nel novembre del 1928 un ragazzo romeno poco più che ventenne parte per l'India con una borsa di studio. Vi resterà quattro anni. Mircea Eliade dirà di quel suo soggiorno: «L'India mi ha formato». -
Stagione di anomia
Come ne ""Gli interpreti"""" del 1965 (ripubblicato in Calabuig nel 2017), Soyinka esplora l'esperienza individuale in un processo di cambiamento della società e racconta, con toni più foschi, fatti e personaggi sullo sfondo di lotte inesauribili. Ofeyi, insoddisfatto dell'operato della Corporazione Nazionale del Cacao che controlla il piccolo centro di Aiyéró, si fa portavoce di idee rivoluzionarie, opposte a quelle dei poteri dominanti. Ma introdurre valori positivi in una società la cui classe dirigente è consumata da cupidigia e brama di potere diventa pretesto per una reazione che conduce a un'ondata di terrore. Agli avvenimenti si intreccia la ricerca del protagonista Ofeyi, che, novello Orfeo in cerca della sua Euridice, compie un viaggio terribile per salvare l'amante rapita Iriyise. Nel romanzo, scandito sugli eterni ritmi della natura in contrasto vivo con le distonie operate dall'uomo, l'amore si fa allegoria fondendo miti africani e archetipi europei, portandoci attraverso una contemporaneità in cui la devastazione fisica e morale mette ancora più a fuoco il cinismo di un'élite e la sconfitta di chi vi si oppone."" -
La strada
Nel teatro di Soyinka parlano le forze del mito, confliggono morte e rigenerazione, come nei tragici greci e negli elisabettiani.rnrn""Se in Samuel Beckett vediamo un mondo immobile, paralizzato, infossato in un drammatico e terminale atto di dolore, suprema metafora della crisi dell'Occidente, nel teatro di Soyinka parlano le forze del mito, confliggono morte e rigenerazione, come nei tragici greci e negli elisabettiani. E come quello elisabettiano e greco, il suo teatro affronta la condizione umana nella sua totalità. 'La strada', uno dei suoi capolavori, storia di camionisti, è un dramma sulla ricerca del destino e della rinascita. Storia di camionisti significa storia di uomini che percorrono la strada: il camion è l'erede moderno dei vascelli e dei velieri, da cui nasce la letteratura di mare, che e letteratura metafisica, inchiesta sul destino. Qui la ricerca della parola, della vita oltre la morte, si scontra con la necessità di accettare il percorso segnato dalla vita, di non prescindere in modo prometeico da ciò che la strada insegna. Questa storia dei camionisti è la straordinaria metafora di una ricerca metafisica in un orizzonte culturale africano, ma capace di immediata estensione universale."""" (Roberto Mussapi)"" -
I custodi del tempio
Se L'ambigua avventura è una favola metafisica, il secondo romanzo di Kane ne rappresenta il suo prolungamento come romanzo sociale. I custodi del tempio invita a una lettura materialista e storica dell' identità culturale post- coloniale.rnCinque anni dopo aver ottenuto l'indipendenza, un immaginario Paese africano che richiama molto il Senegal è ancora scisso fra tradizione e progresso, tra la propria identità culturale e gli strascichi dell'influenza coloniale. Le tensioni sfociano in un vero e proprio conflitto tra le autorità politiche e la comunità ancestrale dei sessene, legata a una particolare pratica di sepoltura considerata reazionaria. Ben presto il conflitto sfugge a ogni controllo, degenerando in uno sciopero generale che paralizza l'intero Paese e costringe le autorità a richiedere l'intervento francese per sopprimere i manifestanti. In questo scenario si intrecciano i destini dei custodi del tempio: Farba Mâri, griot legato alla cultura tradizionale, e Daba Mbaye, giovane intellettuale rivoluzionaria. -
La pietra di Salomone. Nuova ediz.
«Un cerchietto d'oro vecchio, annerito e contorto, con al centro una pietra cubica su cui erano incisi dei caratteri ebraici»: è ciò che resta della corona di Re Salomone, una reliquia sacra e miracolosa che consentirebbe al possessore di ottenere la divina conoscenza. Quando vengono alla luce le vere potenzialità dell'oggetto, sottratto con la corruzione dal diabolico scienziato Sir Giles ai suoi custodi millenari, mito e religione compenetrano la realtà: quale sarebbe l'impatto sulla società capitalista di un oggetto che può guarire ogni ferita, consentire al possessore di spostarsi nel tempo e nello spazio, e che può moltiplicarsi infinite volte senza perdere alcuno dei suoi straordinari poteri? Cosa accadrebbe se ogni uomo avesse accesso al potere divino? Thriller sovrannaturale, romanzo metafisico e allegoria morale, ""La pietra di Salomone"""" attinge all'immaginario religioso per esplorare le sfaccettature dell'animo umano."" -
Farinet il falsario
Una sfida ai codici borghesi tanto radicale da riuscire utopica, resistente, politicarnrn«Farinet, il falsario è il romanzo che esemplifica al meglio le caratteristiche di questo scrittore, vero e proprio classico in ombra, la cui potenza espressiva sembra inversamente proporzionale alla limitatezza geografica del territorio che per sempre e' rimasto al centro della sua immaginazione e ispirazione» – Alias, Il ManifestornrnrnFiglio di contrabbandieri, montanaro giovane e forte, Farinet per le autorità svizzere del cantone vallese è un falsario. Ma per i suoi concittadini è un eroe capace di sfidare leggi e convenzioni. Il vecchio Sage, cercatore di piante officinali e di oro, prima di morire gli aveva confidato il suo segreto: l’ubicazione di un filone aurifero purissimo. Il giovane si era così messo in testa di battere monete d’oro zecchino, più «vere» del vero denaro. In questo come in altri suoi romanzi, Ramuz prende le mosse da un fatto di cronaca per indagare i meccanismi di una vita clandestina, di una caccia all’uomo che sconfina nella leggenda popolare, costruendovi attorno il mito seducente della verità nella libertà. -
Il discorso vuoto
Dietro consiglio di un amico, l'autore decide di sottoporsi a una «grafoterapia»: inizia a scrivere quotidianamente su un quaderno nella speranza che, insieme alla grafia - se è vero che rispecchia il carattere - anche il suo equilibrio psicofisico ne tragga giovamento. Dovrà ben presto arrendersi all'incapacità di concentrarsi sul mero esercizio calligrafico, finendo per affidare alla pagina sogni, aneddoti e riflessioni sulla vita, la famiglia, l'atto dello scrivere, il (non)senso dell'esistenza. Un diario paradossale, umoristico, melanconico e non-poi-così-intimo che denuncia l'impossibilità di produrre un discorso vuoto. Perché «è possibile lasciarsi portare dalla vita per poi ritrovarsi al momento giusto nel posto giusto, e questo ""lasciarsi portare"""" è il modo di essere protagonisti delle proprie azioni - quando si è arrivati a una certa età»."" -
Nella casa dell'interprete
"Nella casa dell'interprete"""" è il feroce racconto della storia di un uomo e di una nazione.rnrn«Nella casa dell’interprete, tradotto dall’inglese da Maria Teresa Carbone, ha al centro gli anni dal 1955 al 1959, trascorsi alla Alliance High School, quando in Kenya imperversava la guerriglia anticolonialista Mau Mau, alla quale si era unito anche il fratello di Ngugi, Good Wallace.» - Marco Bruna, La Letturarnrn«Come ha potuto un intero villaggio, la sua gente, la sua storia, tutto, svanire in questo modo?» Se lo chiede il giovane Ngugi wa Thiong'o, di ritorno nell'aprile 1955 dal college britannico vicino Nairobi che frequenta, quando scopre che il suo paese natale è sparito, e la sua casa di famiglia rasa al suolo. Lo scrittore rievoca con commozione le esperienze che lo trasformarono in un autore, più volte candidato al premio Nobel per la letteratura, e, in quanto dissidente politico, in un esempio morale per tutti." -
Giuda
Giuda fu pubblicato Lanza del Vasto nel 1938 e si presenta come il racconto più completo e più suggestivo scritto sul traditore.« Il racconto, il personaggio, non ebbi da inventarli, perché Giuda l’ho incontrato. La prima volta non si presentò. Stava chiacchierando con altri mentre sbirciava dalla mia parte. La seconda volta mi investì con saluti festosi come fossimo amici che si ritrovavano, e amici diventammo. Lo presentai ai miei. Intrigò con la moglie d’un mio fratello contro l’altro. C’imbrogliò tutti, ci rovinò per gioco. Il giorno che lo seppe scrissi le prime pagine del Giuda».