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Spie? L'Intelligence nel sistema di sicurezza internazionale
Che cos'è e a cosa serve l’Intelligence in Europa, nel mondo e in particolare in Italia? In che modo vengono raccolte le informazioni vitali per la sicurezza degli Stati e per fronteggiare la minaccia del terrorismo? Di quali particolari tecniche e coperture ci si avvale? In cosa differiscono i servizi segreti di intelligence da quelli di sicurezza interna? E cosa è cambiato dopo la recente riforma dei servizi? A queste e a molte altre domande risponde Paolo Salvatori che, grazie a una vita spesa nei servizi di intelligence italiani, ne conosce ogni aspetto per esperienza diretta sul campo. Prefazione di Robert Gorelick, già responsabile della C.I.A. in Italia, e postfazione-intervista ad Alberto Manenti, direttore dell’A.I.S.E. (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna). -
Ascesa e caduta di una stella. La vita e i film di Lino Ventura
Era il 14 luglio 1919. Lino, all'anagrafe «Angiolino, Giuseppe, Pasquale», è figlio di Giovanni e di Luisa Borrini. Il 7 giugno 1926, Luisa e il piccolo Lino, abbandonati da Giovanni, arrivano a Parigi. La vita del piccolo migrante è difficile. Il riscatto di Lino avviene con lo sport, dopo aver partecipato alla Resistenza in Francia. Nel 1953 è lanciato da Gabin in una carriera straordinaria nel cinema. Rifiuta una proposta di Steven Spielberg; sul set non bacia mai le donne, da Brigitte Bardot a Françoise Fabian. Diventa un mito. Sposato a Odette, Ventura si lega fraternamente a Jacques Brel, Georges Brassens, Claude Pinoteau e José Giovanni. Questa biografia, narrando le vicende di una vita emblematica, delinea anche un quadro inedito del Novecento. Dal 1966, Ventura aiuta i bambini portatori di handicap e le loro famiglie con il suo patrimonio, creando istituti di ricerca medica e l'associazione umanitaria «Perce-Neige», che sopravvive, dopo la sua morte (il 22 ottobre 1987), come Fondazione. -
Ghilgames. Il primo eroe della storia
Ghilgameš, unico grande eroe prima dei mitici guerrieri omerici, è protagonista di vari poemetti sumerici, alcuni dei quali utilizzati per la composizione di opere più complesse. Quella che possediamo proviene soprattutto dalla biblioteca del sovrano assiro Assurbanipal (vii secolo), risale al periodo medio-babilonese e viene qui presentata e commentata nella traduzione diretta dal testo cuneiforme, integrato, quando vi siano lacune, da brani sopravvissuti di narrazioni più antiche. Ne emerge un personaggio contradditorio ma di grande interesse: c'è un Ghilgameš prevaricatore e invincibile, ammirato da giovani e donne, che vuole che il suo nome sia ricordato dai posteri, ma c'è anche un Ghilgameš che ha paura, invoca sua madre e si rivolge al dio. E un Ghilgameš che ama l'amico, ne soffre la mancanza, ne esalta la memoria con il culto dei morti, ma cerca l'immortalità per sé stesso. È testardo, coraggioso, impulsivo, pigro, speranzoso, generoso e distratto. La sua storia apre uno squarcio sul complesso mondo della religione del suo tempo, sulle credenze e sui miti, sulla morte dei vivi e sulla vita dei morti. È un faro nella notte che illumina gli aspetti contradditori delle eterne aspirazioni dell'uomo, ha in sé la scintilla divina, ma è destinato a morire. Saporetti ha aggiunto anche la traduzione di qualche tavoletta in cuneiforme ritrovata recentemente, colmando alcune lacune del testo. -
Incontri all'angolo di un mattino
Il romanzo ritrae la generazione degli anni Settanta prima e dopo quel decennio e dietro i nomi dei vari personaggi si celano veri protagonisti di quell'epoca. Gli amori, le amicizie della protagonista, la sua sensazione di claustrofobia, il bisogno di altro, di nuovo, nel periodo che ha preceduto il Sessantotto, sono lo specchio di una generazione. Poi tutto si interrompe e il tempo passa. Molti anni dopo la protagonista visita con un suo amico il cimitero della città natale: tra le tombe ritroviamo quelle degli amici di sempre. Vengono allora rievocati molti altri personaggi, che per lei sono stati come ""stelle comete"""", fondamentali sia per la sua storia personale, che per quella di un'intera generazione. Riviviamo allora gli anni Settanta: il movimento studentesco, la rivoluzione sessuale, il femminismo, le lotte per i diritti civili, la musica, la militanza politica."" -
Il vascello delle meraviglie
I teatri dell'ultimo mezzo secolo sono porti che hanno accolto grandi avventure umane e sceniche. Questo non è quindi un saggio di storia del teatro o di critica teatrale, ma un viaggio alla ricerca del meraviglioso, di quella particolare croce costituita dal teatro e dalla spiritualità . La scena è il luogo in cui avviene la trasformazione dell'esoterico in essoterico, un'epifania di verità spirituali. Il dio genera il gran teatro del mondo e l'uomo creatore lo imita, creando a sua volta l'arte della scena. Il pubblico osserva la rappresentazione ed è osservato dalla divinità . In questo gioco di sguardi si compie l'opera alchemica. Da Carmelo Bene a Pierre Klossowski, da Giorgio Strehler a Luca Ronconi, da Tadeusz Kantor a Jerzy Grotowski, Peter Brook, Leo De Berardinis, le avanguardie romane degli anni Sessanta-Settanta, la sperimentazione del decennio successivo, attraversando Georges Ivanovic Gurdjieff, Madame Blavatski, Rudolf Steiner, Arthur E. Powell, Elémire Zolla, Claude Lévi-Strauss, la storiografia teatrale classica, le biografie di attori e registi, le testimonianze dei protagonisti e la diretta esperienza di sala dell'autore, il velarium nasconde il segreto del rapporto tra visibile e invisibile. -
Segni indelebili
Il romanzo è ambientato in un Paese dell’America Latina negli anni ’70, scon- volto da un sanguinoso colpo di stato. Il protagonista, attaché dell’Ambasciata italiana, ci racconta il suo incontro e il suo amore per Camila, vicepresidente di un collettivo politico e i rastrellamenti, le violenze, le torture, le uccisioni e i rapimenti destinati a coinvolgere anche la ragazza che ama, che scomparirà misteriosamente. L’Ambasciata deciderà di ospitare alcuni ricercati politici, che vi si erano rifugiati per sfuggire alla polizia. Rientrato in patria, dopo cinquant’anni il protagonista avrà una grande sorpresa, destinata a riaccendere il fuoco di un amore che non era mai riuscito a dimenticare. -
Cosmogonie & cosmologie. Una breve storia delle rappresentazioni dal simbolo alla fisica
Un libro pieno di bellissime illustrazioni a colori, che offre un’ampia rassegna di come le diverse civiltà hanno immaginato le origini del nostro Universo. Uno splendido arazzo, che attinge alla mitologia, all’antropologia, alla filosofia, alle fiabe e alla storia delle religioni, non trascurando ma anzi dando ampio spazio alle moderne teorie della fisica sull’origine del Cosmo. L’autore, astrofisico, si chiede se la visione scientifica del cosmo abbia qualcosa in comune con i miti del passato, fin dai primi graffiti sulle pareti delle caverne. Particolare cura viene dedicata al significato di molte parole, che troppo spesso vengono utilizzate in modo scorretto nel linguaggio comune. Parlare male spesso significa pensare ancora peggio. -
Omicidi faticosi
Vicino al laghetto dell'Idroscalo di Milano, dove di solito si appartano le coppiette, viene scoperto il cadavere di una giovane donna priva di documenti. Non è stata violentata, né rapinata, tuttavia è stata assassinata. Le scarpe sono pulite e nei dintorni non viene ritrovata nessuna automobile: qualcuno l'ha portata lì. E'stata uccisa altrove? Qual è la sua identità ? E perché, con tutta la gente che frequenta quel luogo, nessuno ha visto niente? Indagano il capo della omicidi, il comandante dei carabinieri, i magistrati e il Ris. Entrano in scena luminari della medicina, suore, seduttori seriali, donne ricchissime e povere immigrate, avvocati, entomologi, adulteri, ambientalisti e spie. Segue un secondo omicidio, ma tutte le piste sembrano finire nel nulla. Le migliori menti della città brancolano nel buio, ma alla fine, a risolvere il caso, saranno un verme e una mosca. -
Roma. Piccola storia simbolica
Intrecciando con seria levità frasi di imperatori e stemmi sui tombini, luoghi monumentali e moderni quartieri periferici, miti fondativi e canzoni popolari, norme legislative e graffiti sui muri, libri eruditi e romanzi di culto, frammenti cinematografici e rituali della vita quotidiana, meraviglie e orrori della città eterna, questo libro si propone di offrire ai romani e agli stranieri, a cittadini e turisti, un modo diverso di percorrere significati e luoghi, conflitti e aspirazioni, bruttezze e bellezze di Roma nell’arco dei suoi quasi tremila anni di vita. -
Calma e quieta è la notte
1566: lo sterminato esercito di Solimano il Magnifico circonda una piccola cittadina ungherese. È destino che tutti debbano morire. Un vecchio si ritira nei bagni turchi deserti e, in quel silenzio irreale, aspetta la fine. Lì, apparentemente per caso, incontra un ragazzo che, nell’attesa, gli racconta una storia. Si dipanano così due trame parallele, fuori l’assedio, con l’orrore della morte che incombe, dentro invece il tempo sembra fermarsi durante il racconto: una storia d’amore tra due ragazzi che conoscono solo il presente. Lei scompare, lui la insegue. Prima a Venezia, poi su un’isola abitata da monaci banditi, dove un misterioso prigioniero prepara una nuova carta del mondo, poi a Istanbul. Lei è rinchiusa proprio nel palazzo di Solimano. Alla fine le due storie, l’assedio e il racconto d’amore, convergono, e il vecchio capisce che non può trattarsi di un caso. L’epilogo, a sorpresa, getta nuova luce sull’intera vicenda. L’inizio e fine di questa storia sono eventi storici, il resto appartiene al regno del possibile... -
Misteri ed enigmi nell'archeologia e nell'arte
È successo a tutti noi di restare incantati davanti a un’opera d’arte, ma al tempo stesso di percepire che nasconde un segreto, presenta un enigma, non rivela pienamente lo scopo per cui è stata creata. Di chiederci il significato di un oggetto misterioso in un museo, o di un particolare simbolo in un quadro. Oppure una statua o un affresco in una cattedrale richiamano ricordi lontani o suscitano associazioni improvvise. Claudio Saporetti, assirologo, archeologo e storico dell’arte, direttore della rivista Geo-Archeologia, durante i suoi viaggi, in Italia e in Medio Oriente ha raccolto pensieri, idee e ipotesi sul nostro patrimonio artistico, misurandosi con enigmi piccoli e grandi, a volte risolvendoli in modo brillante, altre volte lasciandoci in eredità sia il compito di diradare la nebbia che li avvolge, sia la passione necessaria per risolverli. Ne è nato questo libro, certo più denso di problemi che di soluzioni. Ma è meglio tramandare ad altri problemi irrisolti, piuttosto che ignorarli per sempre. -
Il lievito dell'eternità
In quest'opera si tratta dei capisaldi della primordiale religione siderale (unica per tutto il mondo, come il mito della Fenice che la rappresenta), naturale religio perennis, fondata sulla natura divina del cielo, degli astri e dell'intelletto dell'uomo (nous). Il suo sacramento è la Pietra Filosofale, eterno nutrimento d'immortalità . Questa dottrina, enunciata dai Pitagorici e dal Corpus hermeticum, sviluppata da Platone e dai neoplatonici, esposta da Cicerone nel Sogno di Scipione poi commentato da Macrobio, insegnata da Anchise nel VI libro dell'Eneide, fu codificata nelle Nozze di Filologia e Mercurio di Marziano Capella. Infusa nelle religioni salvifiche delle quali costituì l'intima essenza, essa ha rappresentato per più di dieci secoli la vera fede delle élites che risiedevano sulle rive del Mediterraneo, e il suo ruolo non è terminato. -
Anja, la segretaria di Dostoevskij
Proposto al Premio Strega 2020 da Claudio Strinati.rnrnVera Macchina del Tempo, questo romanzo sonda il mistero del legame profondo che si stabiliì tra Dostoevskij e Anja nel breve tempo della stesura del Giocatore, restituendoci, con una scrittura straordinariamente evocativa, atmosfere, clima, e persino odori e rumori della Pietroburgo del XIX secolo.rnrnPietroburgo 1866. Lo scrittore, quasi cinquantenne, Fedor Michajlovich Dostoevskij è afflitto dall'epilessia e reduce dall'aver firmato un contratto capestro col suo mefistofelico editore: si è impegnato a consegnare un nuovo romanzo nell'arco di un mese. In caso contrario perderà i diritti su tutte le sue opere passate e future. Consigliato dagli amici, si rivolge a una scuola di stenografia che gli mette a disposizione la migliore delle sue allieve: Anja Grigor'evna, una graziosa adolescente curiosa del mondo, che ha ereditato dal padre la passione per la letteratura. Fra i due, in ventisei giorni, nascerà un amore estremo a dispetto dello scandaloso divario di età. Anja rimarrà la fedele custode dell'opera di Dostoevskij fino alla propria morte, avvenuta trentasette anni dopo quella del marito.rnrnProposto al Premio Strega 2020 da Claudio Strinati: «Manfridi, con questo lavoro, tocca a parer mio un apice della sua parabola di autore teatrale, sceneggiatore cinematografico, poeta e narratore. E' il motivo per il quale ho ritenuto di avanzare la sua candidatura e ne illustro in poche parole le ragioni. Si può dire che in questo lavoro Manfridi abbia profuso sia tutto il suo invero vastissimo sapere sia la sua vieppiù sorprendente capacità di scrittura visionaria, multiforme, monumentale, in qualche modo costantemente ""sopra le righe"""". Una capacità che lo ha già reso, e da tempo, un autore teatrale tra i più rimarchevoli, forse, del nostro Paese. Questo romanzo, in realtà, è leggibile anche come una sorta di opera para-teatrale dove il gigantismo della scrittura e l'intimismo della narrazione convergono in una sorta di paradossale cortocircuito espressivo che sembra raccogliere in maniera alquanto spiazzante e tutt'altro che pretestuosa il retaggio delle grandi avanguardie storiche italiane, dal Gruppo ‘63 al teatro di Carmelo Bene, fino alle lucide e stratosferiche geometrie di un Manganelli o un Arbasino. Manfridi, però, ha un suo stile a mio giudizio incomparabile con chiunque l'abbia preceduto su questa strada invero un po' rischiosa. Già il genere in cui Anja sembra andare a collocarsi appare anomalo e stralunato. Alla prima sembra trattarsi di un romanzo storico che racconta in modo filologicamente ineccepibile e con intensa partecipazione emotiva, la vicenda reale e ben documentata della creazione del romanzo Il Giocatore da parte di Dostoevskij. Oppresso dai debiti, da un contratto capestro con il suo editore, in preda a tremende turbe psichiche, Dostoevskij deve scrivere in meno di un mese un nuovo romanzo, altrimenti si vedrà togliere i diritti dei lavori precedenti e in corso, sprofondando nel disastro economico e morale. Assume allora una giovanissima e bravissima stenografa che lo aiuterà scrivere il libro entro la perentoria scadenza prevista. Da questo incontro nascerà un profondo amore tra il maturo scrittore e la ragazza che si rivela personalità formidabile... -
Semafori rossi
In ""Semafori rossi"""" l'autrice racconta sé stessa attraverso le vicende della protagonista Lia, una donna coraggiosa che si sforza di capire i propri e altrui sentimenti, anche quando passione e amore confondono le carte. Sposata infelicemente a un marito che la tradisce con una sua amica, rimasta incinta di un altro uomo, Giuliano, deve dissimulare la gravidanza per sfuggire al licenziamento e a problemi giudiziari,mentre affronta il carattere ondivago, prepotente e instabile di Giuliano: il rapporto con lui implicherebbe la perdita dell'indipendenza e la rinuncia al proprio amato lavoro. Questo libro è una testimonianza preziosa di una donna che ha lottato per non tradire sé stessa, difendendo la propria dignità e i propri ideali di giustizia e libertà . Le brevi soste dovute ai Semafori rossi del titolo sono quelle che l'hanno aiutata a riflettere su sé stessa e a prendere le giuste decisioni. Al termine del romanzo, quattro brevi racconti approfondiscono la storia di altrettanti personaggi."" -
Il segreto di Ippocrate
Ippocrate, giunto alla vecchiaia, racconta a Pòlybos, suo allievo prediletto, le sue memorie: la fanciullezza nell'isola di Coo, l'adolescenza tra inquietudini e nuove consapevolezze, gli insegnamenti del padre, anch'egli medico e suo primo e più grande maestro; i suoi incontri con i personaggi illustri dell'epoca, le vicende drammatiche che lo hanno segnato nel profondo. Parla di malanni, interventi e terapie, espone tecniche dell'arte medica del V secolo a.C. Ippocrate apprendendo dai suoi maestri, diviene egli stesso un maestro; viaggia in tutte le terre conosciute, sfiora eventi storici grandiosi, impara a curare gli altri e ad amare il suo prossimo in un modo sofferto, innovando la sua arte con brillanti intuizioni. Il romanzo è frutto di una accurata lettura del Corpus Hippocraticum, l'insieme degli scritti attribuiti al celebre Ippocrate, autore del Giuramento e padre della medicina occidentale. Alcune particolari scelte narrative sono motivate nell'appendice, che riporta anche brevi riferimenti storici e interpretativi. -
La gatta della regina
All'inizio del Cinquecento si ampliano i confini di un mondo in rapida trasformazione. Tra Tenerife, Europa e Americhe tre fratelli si confrontano con una realtà in continuo divenire, alla ricerca di sé stessi. à lvaro s'immerge negli affari tra l'Andalusia, le Canarie e Genova, dove l'ammiraglio Andrea Doria gli propone una missione diplomatica presso l'imperatore Carlo V; ad accompagnarlo sarà un'affascinante nobildonna, Camilla Parodi. Inés diviene dama di compagnia dalla regina Giovanna La Pazza, madre dell'imperatore, e a Toledo s'innamora di Maria Pacheco, la donna che guida la rivolta dei Comuneros; la scoperta della sua vera identità sessuale sarà per lei anche il movente di scelte estreme. Juan s'imbarca per le Indias per studiare la flora del Nuovo Mondo e in Amazzonia toccherà con mano la violenza della conquista. Attraverso le audaci vicende dei tre protagonisti, raccontate con attento rigore storico, il romanzo ci porta nel cuore di un'epoca di sconvolgente mutamento. -
L'equazione della coscienza
Questo non è un libro scientifico e non propone al lettore né una mappa delle funzioni del cervello, né una nuova teoria sulla psiche, né un'ennesima forma di spiritualità new age. Si tratta di una provocazione intellettuale, di una bomba a mano gettata sull'interpretazione filosofica materialista e riduzionista del dualismo psiche/materia: la forma-discorso adottata di solito dal riduzionismo si rivolta come un aspide contro gli iper-razionalisti. In questo senso il termine ""equazione"""" serve solo per creare una metafora il cui scopo è quello di scardinare fino alle fondamenta la lettura mortificante della coscienza umana, quella che riduce ogni cosa ad algoritmi e schemi linguistici e comportamentali. Siamo in un'epoca in cui molti ritengono che l'Intelligenza Artificiale stia per superare quella umana e che si debba estendere il termine """"coscienza"""" anche alle macchine. La metafora di cui si serve l'autore rende possibile una riflessione su cos'è veramente la coscienza che include, tra i fattori da considerare, il sogno, l'intuizione, la conoscenza non-verbale e perfino la conoscenza mistica, quella su cui, direbbe Wittgenstein, «non si può parlare ma si deve tacere». È anche una possibile lente per scorgere in trasparenza quel quid misterioso che trasforma la somma delle nostre esperienze in senso di identità . Gettate pure la scala dopo averla utilizzata, ma assicuratevi prima di aver cambiato piano di percezione!"" -
Mia nonna d'Armenia
Nel 2014, riordinando le cose di famiglia, Anny Romand scopre un quaderno di settanta pagine di cui non sapeva nulla. Scritto da sua nonna nel 1915 in armeno, francese e greco, racconta il viaggio di un gruppo di donne e bambini armeni sulle strade dell'Anatolia, verso il deserto e la morte. Nel libro vengono pubblicati alcuni estratti di quel quaderno, in parallelo con le conversazioni che l'autrice aveva con la nonna che l'ha cresciuta. Confrontando il ricordo di quelle conversazioni con le terribili descrizioni del quaderno, Anny Romand rivive l'infinito dolore degli Armeni, filtrato attraverso gli occhi di una bambina. L'innocenza di fronte all'orrore. «Quando avevo 8 anni mia nonna mi raccontava la sua storia, la storia tragica del massacro degli armeni, avvenuto cinquant'anni prima. Ero la sola ad ascoltarla, affascinata e sconvolta. Mia madre era molto contrariata quando ci trovava in lacrime, una nelle braccia dell'altra: la farai impazzire, questa bambina! …Ma dal racconto di mia nonna emergeva una giovane donna colta, bella, raffinata e libera. Vorrei condividere con voi quel racconto» (Anny Romand). Prefazione di Dacia Maraini. -
Il profumo dello stramonio
La Sardegna è una terra avvolta nel mito, oscura e violenta, refrattaria a infiltrazioni esterne. Eppure, è proprio qui che un maresciallo dei carabinieri chiede di essere trasferito: il paese è Bonela, emblema del cuore antico della Sardegna. La scomparsa di un bambino fa pensare a un rapimento o a una faida. Ma un vecchio del posto cercherà di far capire al maresciallo che quello è un mondo senza spazio e senza tempo, raccontandogli storie di villaggi incantati; di regine che rapiscono bambini; di uomini-toro che annunciano la morte; di donne-streghe che succhiano il sangue dei neonati; di strani esseri primordiali che vivono negli interstizi dello spazio-tempo e che, sulla Terra, trovano rifugio nei nuraghi, come chiocciole nei gusci; di vecchie che, come Parche, recidono il filo della vita con un colpo di mazzola, mentre le attittadore piangono il defunto; di feti imbottigliati o capaci di mangiarsi l’un l’altro. E di popoli misteriosi, Sos mannos i Grandi Antichi: storie lovecraftiane che si confondono con quelle di una Terra antichissima, in una bolla sospesa tra mito e realtà, dove il maresciallo finirà per rimanere impigliato. -
Il signore delle furie danzanti. La prima indagine di Caio Celso
Roma, anno 366 d.C. Dalle acque del Tevere affiora il cadavere di una sconosciuta che ha con sé un anello, che la collega al culto dionisiaco. È l’inizio di una sconcertante vicenda su cui indagano due magistrati romani: Caio Celso e Alipio. Sullo sfondo un impero con due capitali, Treviri e Costantinopoli, due imperatori, Valentiniano e Valente e due religioni: quella degli antichi dèi e quella cristiana. Persino i fedeli cristiani si dividono tra due vescovi rivali, Dàmaso e Ursino. Caio Celso, seguace di Mithra e della filosofia di Seneca, capisce di trovarsi di fronte ad un intrigo in cui cristiani e pagani, nobili e plebei, schiavi e liberti perseguono i propri scopi, nascondendosi dietro mille maschere. Il signore delle furie danzanti è un thriller di straordinaria suggestione che, attraverso la chiave del mistery, ci mostra l’impero romano del IV secolo d.C. come illuminante metafora del mondo contemporaneo. Luigi De Pascalis ci restituisce il passato con correttezza storica e stile coinvolgente.