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Le regine dei Longobardi e altri saggi
Il contributo linguistico e onomastico che l'età longobarda ha lasciato in Italia è fonte inesauribile di spunti di interesse per gli storici, i linguisti, i filologi e gli storici della lingua italiana. Aspetti storico-antropologici sorprendenti emergono, per esempio, dalle narrazioni sulle Regine dei Longobardi tramandate nelle cronache altomedievali, dove si conservano elementi peculiari della loro cultura arcaica. L'autorità delle regine (vedi saggio iniziale) appare qui in aperta contraddizione con lo stato giuridico delle donne longobarde. Il volume presenta poi una scelta di saggi sulla lingua e cultura dei Longobardi apparsi in anni recenti. Si tratta soprattutto di studi sui nomi propri, che costituiscono la traccia più cospicua di ciò che resta di questa tradizione in Italia. Le testimonianze della lingua longobarda sono scarse, ma il patrimonio dei nomi di persona documentati per l'epoca longobarda (568-774) è assai vasto, costituito da più di 2.000 antroponimi. L'eredità linguistica dei Longobardi in Italia appare diseguale da regione a regione, e alcuni degli articoli indagano le varie realtà locali, come i nomi dell'Italia meridionale o quelli della Toscana. Alcuni analizzano invece singoli nomi emersi dalle fonti o da scavi archeologici recenti. Il periodo tardo e finale del regno longobardo si è caratterizzato anche per una particolare commistione onomastica tra elementi longobardi e latini, indice di una progressiva assimilazione e integrazione... -
Esilio e memoria nella narrativa austriaca
Nella letteratura austriaca la figura del migrante, del fuggiasco, del reduce è stata sovente al centro di opere narrative e teatrali. In tale ambito l'autrice analizza una scelta di testi contemporanei che trattano il motivo dell'esilio, la figura dell'esule, il tema della memoria. In molti casi i confini tra finzione e documentazione sono labili e l'esperienza dell'esilio rappresenta lo snodo principale di una serie di movimenti all'indietro e in avanti nel tempo della narrazione. Dalla lettura di romanzi di autori e autrici appartenenti sia alla generazione degli esiliati che a quelle successive emergono da un lato i tentativi di ricostruire la propria identità personale in risposta ad un senso di alienazione diffuso, dall'altro la volontà di riportare alla luce un passato individuale e collettivo spesso pericolosamente rimosso. Negli anni, al di là dei differenti approcci, permane comunque la funzione di monito di fronte a nuove forme di discriminazione. -
Fontana e Burri. Un incontro senza incontri
Il saggio vuole ricostruire il rapporto fra due artisti di primissimo piano nell'arte italiana (e non solo) della seconda metà del XX secolo: Lucio Fontana e Alberto Burri; insegue la loro storia espressiva, nel quadro artistico degli anni del secondo dopoguerra e oltre, per rilevarne la singolare vicenda che da un lato li accomuna e dall'altro li distingue profondamente proprio nella concezione dell'arte. Di qui il senso del titolo 'Fontana e Burri, un incontro senza incontri': ""Nell'azione dell'arte, Fontana ha fatto della materia uno spazio incondizionato d'immagine fuori dalle convenzioni di pittura e scultura, Burri un'infinita condizione d'architetture e modulazioni materiche attraverso gli statuti di pittura e scultura... Alla miscredenza di Fontana risponde l'atto di fede di Burri""""."" -
Goti e Vandali. Dieci saggi di lingua e cultura altomedievale
Il volume raccoglie i saggi che Nicoletta Francovich Onesti ha dedicato alla lingua e alla cultura dei Goti e alle sparute tracce linguistiche dei Vandali. Quello che conosciamo sulle lingue di queste popolazioni germaniche, precocemente estinte, è in gran parte circoscritto alle forme onomastiche poiché, fatta salva l'eccezione della Bibbia gotica di Wulfila e di pochi altri testi minori, esse quasi non hanno lasciato alla storia altra memoria di sé. I dati antroponimici non sono però studiati soltanto per ricostruire lingue altrimenti poco o punto attestate; essi rappresentano soprattutto la chiave di accesso ai complicati meccanismi di prestito, scambio e simbiosi attraverso i quali, tra la tarda antichità e gli albori del Medioevo, è venuta conformandosi la convivenza tra le popolazioni germaniche dei Goti e dei Vandali e le genti stanziate sulle sponde del Mediterraneo: in Italia e Spagna, ma anche nell'Africa settentrionale. Sono nomi di sovrani e notabili, ma anche di uomini - e donne - di estrazione più modesta: se ne identificano qui l'origine, l'etimologia, l'assimilazione nei coevi sistemi grafo-fonetici del greco e del latino, la diffusione nei diversi strati sociali. L'analisi linguistica procede dunque parallela alla valutazione dei dati storici, e con essi si tenta una sintesi di più ampio respiro, volta a determinare come quell'intreccio di lingue, usi, tradizioni, abbia segnato la nascita della cultura europea. -
Il corno delle Alpi. Evoluzione di uno strumento pastorale
"Perché proprio il corno delle Alpi...?"""" Questo è ciò che più spesso mi è stato domandato durante le diverse fasi di ricerca. Cosa spinge una cittadina romana, cresciuta tra palazzi di cemento, semafori e traffico, a interessarsi a uno strumento tipico delle regioni alpine, nato nei pascoli svizzeri, tra valli sconfinate? Uno strumento che nulla possiede di meccanico, che anticamente non era altro che un tronco d'albero scavato e svasato. Forse il desiderio di novità, di qualcosa che andasse totalmente oltre il mio retaggio culturale, che fosse totalmente """"altro"""" rispetto, soprattutto in campo musicale, al tipo di formazione ricevuta. Fu solo però quando lo udii per la prima volta suonare, che capii cosa mi avesse spinto lontano dall'Italia, dalla mia rigida formazione classica, dal mio sistema temperato, dal mio palazzo di otto piani. Il suono fuoriusciva fluido e caldo, libero, privo di ostacoli. Lo """"vedevo"""" librarsi in aria, potente, udibile a chilometri di distanza, libero di raggiungere alberi e prati, boschi e vette, senza barriere, senza limiti. Finalmente compresi. Cercavo la libertà." -
Femmineo eterno. Quarant'anni di germanistica dalla parte di lei
Il volume raccoglie trentaquattro saggi scritti tra il 1974 e il 2012. I saggi testimoniano una militanza socio-politica - mai disgiunta da un rigoroso impegno scientifico - nata negli anni del movimento di liberazione delle donne e contemporanea agli analoghi studi di germaniste tedesche e statunitensi. Comune denominatore è la problematica dell'emancipazione femminile, sia che se ne ricerchino le radici storiche in Germania, sia che si rendano note scrittrici ignorate o sottovalutate nelle storie letterarie: com'è il caso di Dorothea Mendelssohn Veit Schlegel, delle autrici del Vormärz e di quelle attive durante la rivoluzione del 1848. Vengono messi in luce aspetti particolari delle posizioni femministe, come quelli trattati dalle scrittrici della ex RDT. Ma non solo: la ricerca viene orientata anche sull'ideologia del 'femminile' che si manifesta negli scritti di autori importanti come Nietzsche e Wedekind. L'indagine prosegue fino ai giorni nostri, con la lettura dei testi teatrali di Elfriede Jelinek, da cui risulta che dopo tanti anni di lotta la meta finale è tuttora lontana. -
Arte e rivoluzione a Roma. Città e patrimonio artistico nella repubblica romana (1798-99)
L'insediamento del governo repubblicano, nel 1798, sollecitò fin da subito l'adozione di provvedimenti urgenti per la gestione dell'immensa eredità materiale e simbolica della Roma pontificia. Alla ""damnatio memoriae"""" dei simboli e delle immagini del potere papale e alla riconversione in chiave laica di luoghi istituzionali (Campidoglio, Quirinale), fecero seguito la soppressione e l'incameramento delle proprietà di un gran numero di enti religiosi. Per il patrimonio artistico ecclesiastico si prospettarono due destini opposti: la vendita all'asta o la tutela nel Museo Nazionale, in Vaticano, versione romana del Louvre rivoluzionario, che raccoglieva quelle opere di chiese e conventi soppressi ritenute capisaldi della storia dell'arte italiana ed europea, in un arco cronologico compreso tra Leonardo da Vinci e Pompeo Batoni. Attraverso fonti archivistiche questo libro ricostruisce vicende di riutilizzo e trasformazione di luoghi chiave della ex città pontificia, come pure di dispersione e di tutela di opere d'arte, offrendo al contempo spunti di riflessione sul ruolo assunto dalla Repubblica Romana nella formazione di una nuova coscienza del patrimonio artistico inteso come portatore di valori economici, storici, civici e identitari."" -
Scritti sparsi. Saggi di storia dell'arte
In questo libro sono raccolti dieci saggi di Anna Grelle comparsi in tempi e luoghi diversi tra il 1961 e il 2000, Scritti sparsi su riviste come ""Paragone"""", """"Napoli Nobilissima"""", """"Studi Romani"""", offerti oggi alla riflessione del lettore di cose d'arte: I Crescenzi e l'Accademia di via S. Eustachio (1961); Frammenti medioevali nella Cattedrale di Sorrento (1962); Scultura campana del secolo XI. I rilievi del Duomo di Aversa (1965); Storici dell'arte medievale e moderna (Rassegna Bibliografica) (1971); Sant'Angelo in Lauro (1971); Presentazione del restauro degli affreschi di S. Lucia alle Malve (1976); Palazzo Poli, sede dell'Istituto Nazionale per la Grafica (1979); Di alcuni rilievi protoromanici del Museo Campano di Capua (1985); Le matrici incise del Mercurio Geografico. Appunti su una emblematica vicenda editoriale (1996); Orientamenti editoriali della Calcografia Romana: produzione e acquisizione delle matrici cartografiche (2000)."" -
Iwein nel manoscritto b.r. 226 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Testo tedesco a fronte
Redatto in una zona liminare del dominio linguistico tedesco quando il Medioevo è al suo crepuscolo, il manoscritto ora alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze perpetua la fortuna di due tra i massimi capolavori del romanzo cortese tedesco, Tristan di Gottfried von Strassburg e Iwein di Hartmann von Aue. Si deve probabilmente a un nobile boemo vissuto all'inizio del XIV secolo la committenza di un codice che fu letto frequentemente, come indicano i chiari segni di usura sul primo e sull'ultimo foglio di ciascun romanzo. E probabile che il committente del manoscritto traesse dalla lettura di quei romanzi il diletto dell'evasione ma è anche lecito supporre che egli riuscisse a scorgere in quelle articolate vicende di dame e cavalieri - e se ne compiacesse - l'incrinatura di un mondo di ideali cortesi che preludeva alla nascita di una società nuova nella quale egli stesso ambiva a svolgere un ruolo. Vero è anche che il codice fiorentino celebra nei versi che custodisce i temi fondanti e senza tempo della letteratura universale e tutto ciò che incarna l'eterna ricerca del compromesso tra sé e il mondo: la ricerca della felicità e l'esperienza del dolore, l'amicizia e il tradimento, l'amore e la morte. Restano misteriose le strade attraverso le quali il manoscritto, tra le mani di ignoti proprietari o mercanti, ha attraversato una così ampia parte d'Europa per giungere in Toscana, e non è chiaro quanti li fossero in grado di apprezzare la straordinaria caratura dei versi di cui esso è scrigno. -
Rifrazioni d'autore
Le teorie dello sguardo e della percezione, che hanno animato il dibattito filosofico del XX secolo, hanno impresso al fenomeno della rifrazione una dimensione ontologica in relazione all'atto del guardare. Alla radice del pensiero, ci ricorda Merleau-Ponty, c'è la visione e il sentire. Tutto lo snodo delle sue analisi, articolate intorno all'esperienza fenomenologica della percezione, comportano un'implicazione tra chi vede e ciò che si lascia osservare e, per esemplificare il fenomeno della rifrazione, si serve dell'immagine delle piastrelle sul fondo di una piscina, che non si danno allo sguardo malgrado l'acqua e i suoi riflessi, ma si fanno vedere attraverso essi, a partire da essi, con le loro distorsioni e zebrature. I saggi qui raccolti si sono metaforicamente misurati su questo asse visivo e si sono interrogati sulle pratiche di interferenza e di sconfinamento che scrittori e artisti hanno fatto proprie nel momento in cui i due differenti sistemi semiotici, l'iconico e il verbale, sono entrati in un rapporto di convergenza, rifrangendosi l'uno sull'altro, contaminandosi vicendevolmente. Il volume ripercorre alcuni momenti di questo incontro tra le arti e dei loro sguardi reciproci, a partire dal XIX quando il legame tracciato dall'immagine e dalla parola si fa più intenso, fino a diventare imprescindibile e fondante nel corso del XX secolo, dando origine a nuove forme di narratività, in sintonia con un'epoca di ormai acquisito primato della visualità. -
Il turno di notte. La poesia portoghese nel secondo Novecento
Nel 1987 la casa editrice Frenesi pubblica a Lisbona l'antologia poetica Sião (Sion). Un libro scomodo, che ha l'audacia di affiancare ai grandi nomi del canone poetico portoghese quelli di poeti grosso modo sconosciuti; inventando una tradizione instabile, perché priva dell'avallo delle istituzioni, però energica e senza debiti: disinvolta. Una produzione di certo poco letta e poco studiata nel momento in cui viene alla luce: un ""turno di notte"""", appunto, come la definisce Antonio Cabrita. E la poesia che si afferma dopo il 1974, finita la dittatura, e che si realizza in contesti eterodossi, dando voce a tematiche fino ad allora troppo rischiose per venire affrontate apertamente: la sessualità, la dissidenza, il margine; l'improduttività come scelta esistenziale. Curata dai poeti Paulo da Costa Domingos, che ne è anche l'editore, Al Berto, uno dei massimi esponenti della sua generazione, e Rui Baião, Sião si offre come """"azione collettiva"""", garantendo ai poeti della nào-geracào degli anni Settanta e Ottanta un luogo in cui manifestarsi come gruppo, palesando identità eterogenee ma condivise. All'analisi del contesto storico-culturale dell'epoca e dei metodi di lavoro della casa editrice Frenesi, dove la relazione fra autori ed editore risulta studiatamente centrata sull'affetto piuttosto che su ragioni di mercato, segue la traduzione con testo a fronte dei poeti che rappresentavano, alla fine degli anni Ottanta, la """"contemporaneità""""."" -
Ieri, domani
Nei colloqui nati casualmente tra nonno e nipote sulla terrazza di una casa a mare in contrada Fontane Bianche (Siracusa) si esplorano gli interrogativi fondamentali dell'esistenza umana, nella duplice prospettiva di chi si affaccia alla vita (Giorgio, studente di architettura) e di chi la vita ha concluso (don Gaetano, ingegnere a riposo). Che cos'è l'amore? Esiste Dio? Esiste la libertà? E, in concreto, esiste per un giovane di talento la possibilità di realizzare i suoi sogni in una società di lupi? In mezzo alla quale, è questo il timore del nonno, ""un uomo di valore ha solo due possibilità: soccombere o imparare a ululare con i lupi""""."" -
L' Austria contemporanea tra crisi e trasformazione. Quattro saggi di storia e storiografia
La storia politica e sociale dell'Austria novecentesca è straordinariamente ricca di eventi e momenti di svolta, profondamente intrecciati alla storia europea e mondiale. Per un territorio che ha conosciuto nel giro di soli trent'anni cinque regimi politici differenti ed è stato protagonista del passaggio da un impero plurinazionale ad un piccolo stato repubblicano e di due guerre mondiali le date fondamentali e i nodi interpretativi connessi sono infatti numerosi ed ancora dibattuti. L'autore propone quattro percorsi di lettura su altrettanti aspetti, forse meno conosciuti dal pubblico italiano, che aiutano a comprendere meglio alcuni fattori strutturali, politici e identitari, dell'Austria contemporanea. In un arco cronologico compreso tra il 1907 e il 1955 sono così affrontati con originalità il rapporto contrastato tra l'avvento del suffragio universale maschile e gli etnonazionalismi, l'immagine dell'Italia e del Risorgimento allo scoppio della ""grande guerra"""", le interpretazioni del crollo finale dell'Impero asburgico, l'occupazione decennale da parte delle quattro potenze vincitrici della seconda guerra mondiale che fece di Vienna il laboratorio di una forma alternativa di """"guerra fredda""""."" -
Il giudizio
Un processo, accidentalmente attivato da una questione di eredità, mette il giudice Pulvirenti dinanzi a un insolubile dilemma: condannare il medico 'umanista' Fortunato Signorelli con l'imputazione di omicidio (non esistendo nel codice il reato di procurata eutanasia) o assolverlo con motivazioni extragiudiziarie. La legge (dura lex, sed lex) prescrive la condanna dell'imputato; la coscienza del giudice, messa in crisi dalla personalità del medico e dalla sua difesa durante l'udienza, propende per l'assoluzione. Troverà il coraggio di un giudizio che travalichi la giurisprudenza praticata nei tribunali? -
I pittori del dissenso. Giovanni Benedetto Castiglione, Andrea de Leone, Pier Francesco Mola, Pietro Testa, Salvator Rosa. Ediz. illustrata
Lo storico dell'arte Luigi Salerno, già nei primi anni settanta del '900, individuava una ""corrente del dissenso"""" in seno alla pittura ufficiale del Barocco. Secondo lo studioso la produzione di artisti quali Nicolas Poussin, Pietro Testa, Pier Francesco Mola, Giovanni Benedetto Castiglione e Salvator Rosa mostra rilevanti affinità nella scelta dei temi, nelle intenzioni e negli orientamenti filosofici. La condanna dei propri tempi si manifesta nella predilezione per i soggetti di derivazione stoica e ascetica. Al contempo la ricerca dell'evasione si dirama in una fitta trama di tematiche, quali la magia, l'alchimia, le scienze naturali e l'esotismo. Questo volume rimette in discussione proprio l'eredità e la validità delle tesi di Salerno, prendendo le mosse da istanze metodologiche e da ricerche di carattere monografico dedicate ai """"pittori del dissenso"""" negli ultimi decenni. L'accurata selezione di saggi qui raccolta offre importanti aggiunte al catalogo degli artisti """"dissenzienti"""" e in merito ai rapporti che intercorrevano tra di loro, materiale grafico e archivistico inedito, studi di critica d'arte, iconografia e storiografia, e novità in materia di committenza e collezionismo."" -
La Maestà di Montevergine. Storia e restauro
Il recente restauro del dipinto su tavola di Montano d'Arezzo e la sua ricollocazione nella Cappella Antica, fatta realizzare nell'ultimo decennio del 1200 dalla famiglia d'Angiò, hanno indotto l'Abbazia di Montevergine, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Salerno e Avellino, ad organizzare un incontro di studi finalizzato alla conoscenza e valorizzazione di un'opera d'arte capitale nel panorama culturale dell'Italia Meridionale a cavallo tra XIII e XIV secolo, anche alla luce dei risultati emersi nelle fasi diagnostiche propedeutiche all'intervento di restauro. -
Il senso del decoro. La scultura in pietra nell'Abruzzo angioino e aragonese (1274-1496)
Lo studioso Francesco Gandolfo, già molto noto per i suoi studi puntuali sulla scultura medievale in Abruzzo, ripercorre qui la storia, anche minuta, delle emergenze artistiche del territorio abruzzese con le chiese, i palazzi, le fontane e i monumenti religiosi e civili arrivati fino a noi. Oltre duecento anni di architettura e di scultura lapidea esaminata minuziosamente e documentata in oltre trecento immagini, per molta parte inedite, che l'autore ha personalmente selezionato nel corso dei suoi lunghi studi in loco. -
Franz Hessel. Il flaneur ritornato
Il ""flaneur ritornato"""" si rifà alla nota definizione di Walter Benjamin che celebra la novità della scrittura hesseliana. Il libro su Franz Hessel, dunque, flaneur a Parigi ma anche a Berlino, ripercorre la vita e la produzione narrativa di un autore, ancora poco noto al pubblico italiano, ma molto prolifico sia nei romanzi che nella prosa breve, la forma più in voga nei primi decenni del Novecento. L'apparente leggerezza con cui Hessel sembra smarrirsi per le strade delle sue più amate città, e che anzi teorizza come condizione imprescindibile di godimento esistenziale, non deve farci perdere di vista la realtà in cui lo scrittore si trova a vivere: l'isolamento e l'angoscia sotterranea in un momento storico e culturale complesso e lacerato. Accanto a sé fino alla fine - pur con improvvisi abbandoni e momenti di crisi violenta - avrà però la moglie Helen, la famosa Kathe del romanzo di Roché """"Jules e Jim"""", da cui Truffaut trarrà il film di culto. Nel famoso triangolo ri-raccontato da ognuno dei tre protagonisti, emergerà un altro tratto della personalità di Franz Hessel, ambiguo e inspiegabile: in ognuna delle donne che compaiono nei suoi romanzi, (anche nell'ultimo, ritrovato postumo e incompiuto) emerge e """"domina"""" Helen - l'indimenticabile Jeanne Moreau del film - la quale nella vita reale, a più di 80 anni, potrà dire il suo 'sì' al grande film di Truffaut."" -
La biga di Monteleone di Spoleto. Il trafugamento nei carteggi segreti tra menzogne e verità
La biga di Monteleone di Spoleto fu trovata nel 1902 e nello stesso anno trafugata, e portata al Metropolitan Museum di New York. Forte e reale, la verità sulla vicenda del trafugamento supera la fantasia dei gialli più avvincenti: si dice che J. P. Morgan abbia comprato il Carro ed organizzato il trafugamento insieme a trafficanti di opere d'arte e a logge segrete; alcuni funzionari dello Stato hanno cercato invano di impedirne l'espatrio; altri, probabilmente, lo hanno favorito. Il libro rende nota tutta la vicenda e tenta di avvicinarsi alla verità, sulla base dei documenti a disposizione e della ricerca svolta dall'autore, diventata via via una vera ""indagine"""". Con questo libro Carbonetti, oltre a contestualizzare la storia del Carro nel territorio Osco-Umbro-Etrusco, compie dettagliate analisi storiche e geomorfologiche e indaga sui fatti avvenuti all'inizio del secolo che hanno portato al trafugamento."" -
Storie del pomeriggio. Ovvero i vicendevoli amori di Conrad e Riccardo Frottola
L'infanzia degli eroi romanzeschi desta sempre grande interesse (meglio non destarlo prima delle nove, il grande interesse, se no si mette di malumore). Pensate come sarebbe bello conoscere le prodezze di Sandokan piccolo: come la mamma lo spupazzasse scompigliandogli quella barbaccia che tanto terrore avrebbe suscitato un giorno negli Inglesi; come il papà, pianista di vaglia, postale, cercasse di iniziarlo alla musica classica, ricevendo per tutta risposta delle risate pantagrueliche (omeriche! gemeva scoraggiato il pover uomo); come il piccolo San, insofferente alle lezioni della segaligna miss inglese (!), avesse, prima sforacchiato con la punta del kriss, poi distrutto a colpi di yatagan il pianoforte. Il birichino, bontà sua, non aveva gemelli. Conrad sì, e lo stesso si può dire, entro certi limiti, di Riccardo.