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La vita oltre l'opera. I concetti della Kunstkritik di Walter Benjamin (1919-1925)
Questo lavoro si concentra sul concetto di ""critica d'arte"""", nella fattispecie """"critica letteraria"""", in relazione ad una particolare e focalizzata costellazione temporale dell'attività di Walter Benjamin, quella degli anni che vanno dal 1919 al 1925, periodo in cui vedono la luce tre fra le più importanti opere della sua produzione globale: la dissertazione Der Begriff der Kunstkritik in der deutschen Romantik, il saggio Goethes Wahlverwandtschaften e il trattato Ursprung des deutschen Trauerspiels. Attraverso un lavoro di confronto sistematico tra questi testi, sinora mai intrapreso negli studi su Benjamin, la nostra ricerca prova a verificare come i concetti della Kunstkritik e le immagini di pensiero elaborate nelle Goethes Wahlverwandtschaften costituiscano modelli già maturi che poi l'autore riprenderà nell'Ursprung des deutschen Trauerspiels, dove gli stilemi critici, considerati da sempre più significativi e caratterizzanti, in realtà trovano precisi ed analoghi riferimenti; riprese """"successive"""" che, da un punto di vista di teoria e prassi critiche, nulla aggiungono all'esemplarità dei Begriffe elaborati nel saggio sul romanzo goethiano. Si vuole in sostanza dimostrare la centralità assoluta delle Goethes Wahlverwandtschaften per la Kunstkritik del """"primo"""" Walter Benjamin."" -
Pat O'Regan, Michele Ghio e gli altri. Un agente segreto tra i partigiani di None e dintorni
Chi è il capitano Pat? Perché una spia alleata si nasconde nella casa di un dottore nella tranquilla cittadina di None presidiata dai fascisti? Due giovani storici tentano di ricostruire le vicende di Patrick O'Regan, agente segreto di sua Maestà britannica, seguendolo da Cipro a Torino nell'ultimo duro anno della Resistenza piemontese. Accurate ricerche in archivi militari londinesi recentemente desecretati hanno permesso di gettare nuova luce sul passato di un uomo che collaborò a stretto contatto coi partigiani del pinerolese e su cui finora si avevano poche informazioni, rari ritratti lasciati dai protagonisti di quei drammatici eventi. Raccontare di O'Regan significa anche scrivere di Michele Ghio, maggiorente nonese, negli ultimi mesi di lotta a capo della banda partigiana locale. Questo volume è inoltre l'occasione per rileggere parte della Resistenza piemontese da un'ottica inusuale e originale: attraverso gli occhi del ventiquattrenne inglese O'Regan la storia di None e dei partigiani della zona finisce di diritto nel contesto europeo del secondo conflitto mondiale. Orefazione di Alberto Cavaglion. -
Giorgio Manganelli. Amore, controfigura del nulla
Un dramma recitato dall'archetipo materno prima, e dalla fredda brevità coniugale poi, che ha suscitato un violento scompiglio organico, rendendo impossibili ulteriori relazioni, rapporti, vicinanze, se non nell'abuso di un sentimento oramai disfatto. Manganelli, di conseguenza, ha abbandonato il focolare domestico, definitivamente spento, e s'è diretto alla corte effimera dell'eternità, dov'era ubicata una donna secolare, equivoca, menzognera, tirannica: la letteratura. Ne aveva percepito il richiamo, bisognoso e al contempo disperato, la richiesta di soccorso immediato. Era stata maltrattata, fraintesa, speculata, reclusa nei giardini del senso, della storia e soprattutto - del realismo piatto, della mimesi tesa meschinamente all'adulazione del lettore, affamato di riconoscersi nei racconti di chi cercava riconoscimenti. La letteratura era divenuta il ""fascino indiscreto della borghesia"""", perduta nella sterilità dei premi e delle lodi fittizie. Manganelli, coltissimo """"giocoliere del linguaggio"""", incline allo svelamento delle ombre e ad una sincera esposizione dei drammi, ha voluto dissacrare la vergogna ipocrita dei cosiddetti scrittori leggibili, ribadendo l'eroismo del suo """"umile"""" corteggiamento."" -
Dal lungo Senna a Firenze. Diario d'artista scritto e dipinto sulle vie d'Europa
Huang Yongyu, della minoranza etnica Tujia e originario di Fenghuang (provincia Hunan), è nato nel 1924. Non ha mai completato la scuola elementare. Il suo primo lavoro fu quello di operaio in una fabbrica di statue di porcellana bianca della Bodhisattva Guanyin, a Dehua nella provincia Fujian. È stato poi insegnante alle elementari, alle medie, giornalista, editorialista (dal 1949 al 1952 ha lavorato ad Hong Kong presso l'importante testata Dagongbao) e insegnante all'Accademia centrale di belle arti di Pechino, lavorando anche in vari altri campi della cultura e ricevendo innumerevoli riconoscimenti. Ha studiato da autodidatta arte e letteratura, dedicandosi a incisioni, pittura tradizionale cinese, pittura ad olio, scultura, caricatura, prosa e poesia. Il diario ""Dal Lungo Senna a Firenze"""" è stato scritto fra il 1990 e il 1991 e pubblicato prima ad Hong Kong e poi a Pechino, in numerose edizioni."" -
Women in translation-Donne in traduzione
"Bella e infedele"""", secondo la definizione di Gilles Menage, seducente, elusiva, mai scontata, la traduzione e stata spesso accostata all'immagine della donna e partecipa dell'essenza stessa della femminilità per il suo potere simbolico che si manifesta proprio nell'abilita di congiungere due mondi, due culture, due lingue e, non di rado, due donne distanti per secoli, tradizioni e usanze. Se tradurre e concedersi un'altra possibilità di leggere l'ordine delle cose nell'universo scomposto della letteratura in un'altra sonorità linguistica, la traduzione al femminile e del femminile cui spetta anche il merito di aver dato voce a numerose scrittrici destinate a rimanere confinate nel silenzio da certa cultura patriarcale - apre a nuove possibilità nell'interpretazione testuale e critica. La raccolta """"Women in translation"""" vuole far luce sul significato attuale della presenza delle donne nel mondo della traduzione attraverso la rivisitazione di una serie di agenti - traduttori, scrittori, personaggi fittizi che si chiamano donne, una categoria per niente monolitica, ne omogenea. I saggi del volume nascono dall'incontro di numerosi traduttori e traduttrici con straordinarie figure di donne reali o fittizie." -
Women in love. Ritratti di donne in letteratura
Scrive Emily Dickinson: ""Che l'amore sia tutto quel che c'è/è ciò che sappiamo dell'amore"""". E Rimbaud: """"L'amore è da reinventare, si sa"""". Queste parole introducono al tema dell'amore con la semplicità e l'originalità della grande poesia capace di evitare la banalità di una parola usurata fino a sembrare vuota di significato. Un tema universale, l'amore, che ha percorso la letteratura occidentale in tutte le epoche, riflettendo concezioni filosofiche e strutture sociali molto diverse. Dai miti classici all'amore cortese al teatro rinascimentale, dal romanticismo al realismo alle riscritture moderne e postmoderne, l'amore viene continuamente reinventato e studiato. Nelle pagine di molti scrittori si trovano figure femminili memorabili, muse ispiratrici e immagini di bellezza idealizzata, femmes fatales destinate a portare rovina e scatenare guerre, eroine tragiche e vittime sacrificali. La donna oggetto d'amore e desiderio, sublimato e irraggiungibile, romantico e sentimentale, passionale e carnale. Rare, ma non del tutto assenti, le voci femminili che hanno cantato l'amore in passato, mentre nella modernità con sempre maggiore frequenza le donne scrittrici parlano d'amore da una prospettiva femminile, con corpo di donna. La donna come soggetto d'amore e di scrittura. Il titolo """"Women in Love"""" evoca solo in lontananza il romanzo di D.H. Lawrence, ma è inteso come riferimento più ampio e ambivalente al tema delle donne innamorate e del ruolo delle donne nell'amore..."" -
Simboli vivi. Il potere delle immagini nelle ceramiche preistoriche del Pakistan. Catalogo della mostra (Roma, 25 giugno-20 settembre 2014). Ediz. italiana e inglese
Catalogo della mostra al Museo Nazionale d'Arte Orientale ""G. Tucci"""" 25 giugno - 21 settembre 2014."" -
La fortuna dei proverbi, identità dei popoli. Marco Besso e la sua collezione
"Nel 1887, il bibliofilo Marco Besso pubblica un libro dal titolo 'Roma nei proverbi e nei modi di dire'. La fonte d'ispirazione fu la preziosa collezione di edizioni paremiologiche che egli acquistò nel corso della sua vita, custodita, ancora oggi, presso la Biblioteca privata della Fondazione, da egli stesso istituita a Roma nel 1918. Oggi come allora, la curiosa sezione paremiologica ha continuato a suscitare grande interesse anche negli autori di questo libro. Sagaci, scherzosi o irriverenti, i proverbi hanno delineato da sempre un ponte tra tradizione ed attualità. Il libro è frutto di una attenta e sapiente ricerca arricchita da interessanti riferimenti letterari e di attualità che prendono spunto dalla tradizione popolare. Si affronta il tema della 'sapienza della vita', con lo scopo di proporre una riflessione serena sui valori di amore, libertà, speranza, sofferenza e coraggio. Gli autori aprono un varco verso la conoscenza di differenti visioni del mondo che si uniscono in un reticolato di singolarità e di sfumature insite nei dialetti regionali italiani, nelle più note lingue europee fino ad arrivare ai meno conosciuti proverbi dell'estremo Oriente."""" (Laura Lalli)" -
Andrea Pozzo e il Corridoio di S. Ignazio
Sono qui scandagliate dall'autrice le molteplici ispirazioni stilistiche ed il ricco bagaglio scientifico del grande e poliedrico artista seicentesco Andrea Pozzo; si trovano così riunite e studiate insieme le sue importanti novità pittoriche in ambito figurativo, come l'elaborazione di una varietà raffinata di iconografie ignaziane. Il Corridoio è soprattutto il trionfo della resa dell'illusione prospettica dell'architettura dipinta e della straordinaria meraviglia degli inganni ottici, grazie anche all'originalità dell'uso dell'anamorfosi. Le distorsioni apparenti delle figure degli angeli costituiscono un unicum nel suo genere. Pozzo opera un'effettiva trasformazione del Corridoio in un sorprendente ""teatro ignaziano"""", nel solco degli apparati effimeri gesuiti dell'età barocca, dando vita ad uno degli esempi più spettacolari di decorazione pittorica di una galleria. L'interpretazione spirituale dell'insieme del complesso decorativo è suffragata da approfondimenti del contesto religioso e artistico in cui ha operato Pozzo in quegli anni. Lo studio è arricchito da una vasta documentazione fotografica. In appendice gli importanti contributi di Maurizio De Luca e di Filippo Camerota, e una postfazione di Andrea Dall'Asta S.J."" -
Felix Austria? Nuove tendenze nella letteratura austriaca
Nel passato l'Austria si è rivelata un ""paese felice"""" dal punto di vista della creatività letteraria, in quanto interprete e anticipatrice di cambiamenti epocali che non hanno riguardato solo la sfera artistica. È ancora oggi così? Quale XXI secolo si percepisce e si preannuncia nelle pagine di autrici e autori mitteleuropei sempre più partecipi di una dimensione globale? Non si tratta soltanto di analizzare la capacità di tradurre in scrittura la contemporaneità, ma anche di capire se la letteratura e il teatro sono ancora in grado di rispondere alle sfide che il mondo attuale ci pone. In questo senso al tema della denuncia e rielaborazione del passato nazista e del recupero della memoria, Leitmotiv di tanta letteratura austriaca degli anni Ottanta e Novanta, si affiancano problematiche di dimensioni sovranazionali, quali i nuovi fenomeni migratori, l'informatizzazione della vita quotidiana, la crisi economica, le catastrofi ambientali. Dai contributi raccolti in questa prima ricognizione del panorama letterario austriaco contemporaneo risulta come autrici e autori già noti e figure emergenti siano estremamente reattivi ai cambiamenti portati dalla mondializzazione, non rinunciando alla prospettiva storica-filosofica-esistenziale o allo scavo e esperimento linguistico. Al contrario, proprio lo spazio letterario viene considerato e vissuto come alternativa possibile ai tentativi di omologazione e appiattimento sul presente."" -
Tracce. Memoria e fotografia nella letteratura tedesca contemporanea
Negli anni successivi all'unificazione tedesca il panorama politico-culturale della Germania è stato dominato dal tema della memoria e della tradizione memoriale degli eventi legati soprattutto al passato nazionalsocialista e alla Shoah. Nell'ambito di questo ""memory boom"""" sono numerosi i cosiddetti """"romanzi generazionali"""" (Generationenromane) che si sono confrontati con il tema del ricordo e del confronto tra generazioni. Questi testi sono altresì accomunati da una particolare attenzione per il medium fotografico, evocato indirettamente attraverso la descrizione linguistica (il classico procedimento dell'ekphrasis) o inserito direttamente nel testo (è il caso dei cosiddetti iconotesti o fototesti letterari), che assume un ruolo fondamentale per il processo memoriale descritto nelle opere. A partire dall'immagine fotografica, autori come Sebald, Maron, Timm, Drawert, Beyer e altri, si interrogano non solo sul suo """"statuto ontologico"""", ma anche e soprattutto sulla possibilità che la letteratura stessa ha di rammemorare e far rivivere il passato."" -
Un luogo per spiriti più liberi. Italia, italiani ed esiliati tedeschi
Gli studi raccolti in questo volume intendono approfondire il rapporto esistente tra gli intellettuali e gli artisti che, sfuggendo al pericolo hitleriano, ebbero a che fare con l'Italia, sia perché la scelsero come luogo d'esilio, di residenza o di transito, sia perché la consideravano un riferimento culturale. I saggi qui contenuti contribuiscono ad arricchire il vasto mosaico delle relazioni letterarie e culturali sviluppatesi tra l'Italia e i paesi di lingua tedesca, cercando di analizzarere le risposte date da artisti e letterati di entrambi i paesi di fronte a fenomeni come le persecuzioni, l'esilio, la guerra, lo sterminio di massa in uno dei periodi più bui della storia d'Europa. Vengono qui prese in considerazione in particolare le esperienze di Stefan Zweig e Thomas Mann, nei loro rapporti con l'Italia e con i suoi mediatori culturali, come Lavinia Mazzucchetti e Giuseppe Antonio Borgese; di autori come Alexander Sacher-Masoch, Hilde Domin, Dinah Nelken e Hilde Spiel; di figure quasi fantasmatiche come la Luise von Landau di cui parla Walter Benjamin; di artisti figurativi che eleggono la costiera amalfitana a luogo di residenza, come Irene Kowaliska e Kurt Craemer. -
Usi civici. Ricerca storico documentaria riguardo i comuni di competenza del Commissariato Usi Civili per Lazio, Toscana ed Umbria con inediti inventari ...
La prima parte di questo volume ripercorre la storia dei territori geografici dei comuni di competenza del Commissariato di Roma (Lazio, Toscana ed Umbria) ed esamina, in modo puntuale e attento, la legge del 1927 e il suo regolamento di attuazione, fornendo una lettura critica di indubbio rilievo. La seconda parte è dedicata alla ricerca storico documentale e descrive analiticamente il complicato quadro organizzativo ed i meandri del percorso documentario che ogni studioso deve esplorare per una appropriata utilizzazione delle fonti. La pubblicazione non è un ""saggio"""" sugli usi civici ma un """"manuale pratico"""" che riepiloga e riassume gli adempimenti necessari per la ricerca propedeutica all'accertamento degli usi civici; e fornisce alla pubblica amministrazione ed agli operatori del settore uno strumento agile di reperimento di notizie non facilmente rintracciabili. Sono riportati, in appendice, inventari riguardanti la quasi totalità dei provvedimenti giudiziari e amministrativi adottati nella materia dalle preposte autorità."" -
Alla moderna. Antiche chiese e rifacimenti barocchi: una prospettiva europea. Ediz. italiana e inglese
Le nuove istanze devozionali promosse dalla Controriforma hanno dato luogo, tra il XVII e il XVIII secolo, a numerosi interventi di rinnovamento rivolti a importanti monumenti sacri: dalle basiliche romane alle chiese abbaziali e alle cattedrali gotiche di tutta Europa. Il forte potenziale simbolico di questi edifici e la volontà di mantenere una continuità - ideale e materiale con l'esistente hanno dato luogo a un singolare connubio tra il nuovo linguaggio barocco, con la sua forza unificante, e un'antichità non accettata nelle concezioni artistiche dell'epoca, ma di fatto accolta e reinterpretata. Esigenze liturgiche, politiche o di statica dell'edificio hanno dato luogo a un'ampia casistica di relazioni tra spazi, elementi strutturali e decorativi; un fenomeno per lungo tempo sottovalutato o letto attraverso le categorie del restauro moderno. Da quali valutazioni scaturivano le finalità conservative in un orizzonte lontano dallo storicismo? Le motivazioni simboliche, pratiche, ideologiche di tali interventi hanno radici comuni o sono più forti le specificità delle singole realtà geoculturali? Rispetto a tali interrogativi questo libro offre un terreno comune di confronto, assieme a una riflessione sui rapporti tra progetto e preesistenza in un momento in cui la contemporaneità si interroga sul ruolo da affidare al patrimonio architettonico e in cui si indebolisce la fiducia di un effettivo, profondo rapporto con il nostro passato. -
Viaggio dalla terra al cielo. Concorso internazionale per opera d'arte
Il volume-catalogo, raccoglie le opere esposte al concorso internazionale bandito dalla Soprintendenza SBAPSAE di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro per scegliere i manufatti artistici che andranno a essere collocati a corredo dell'aeroporto di Alghero. Il concorso ha visto una grande risposta, con la partecipazione di ben 301 concorrenti. Gli artisti che si sono aggiudicati il premio sono gli architetti Francesca Mariano e Mirko Mellino; l'opera da loro progettata è un'installazione di apparente aerea leggerezza, in realtà di rigoroso studio strutturale. statica e dinamica insieme, ispirata alla grafica di Maurits Cornerlis Escher, è un'onda di elementi geometrici che vanno mano a mano mutando forma e colore, esaltati e accarezzati da un gioco notturno di luci. -
Tempo, spazio e architetture. Avezzano cento anni o poco più
Tempo, spazio e architetture rappresentano le chiavi di lettura di questo studio; parole che, parafrasando il titolo di un'opera chiave della storia dell'architettura moderna (Siegfried Giedion, Space, Time and Architecture: The Growth of a New Tradition, 1941), raggelano l'identità urbana ed edilizia di Avezzano: una città di cento anni o poco più. La storia ""vera"""" di una città nella cui pianificazione urbana ed edilizia, ripercorsa a partire dagli anni quaranta dell'Ottocento e fino e oltre il sisma del 1915, ritornano sia i modelli sistini sia il tecnologismo ottocentesco, a cui Giedion riconduce la continuità della Storia e le basi degli architetti moderni. La distruzione causata dal terremoto fonde in un corto circuito l'interrelazione spazio-tempo, il rapporto spazio-architettura e costruzione-architettura (o ingegneria-architettura). Temi che rinviano alle trasformazioni urbanistiche delle città europee dell'Ottocento, all'entusiasmo per una modernizzazione simbolo e aspirazione di un benessere diffuso, fino alle sperimentazioni tecniche dei nuovi materiali, del cemento armato in particolare. Una trama d'idee e fatti che si confrontano prima con la sostanza viva di un piccolo borgo murato dal tessuto medievale segnato nel corso dei secoli da chiari poli religiosi e civili e, poi, dopo il sisma, con la tabula rasa delle demolizioni e, quindi, di una possibile """"libera"""" reinvenzione."" -
L' Io allo specchio. Tre voci nello «spazio autobiografico». Max Frisch, Christa Wolf, Gregor von Rezzori
L'Io nel Novecento non riesce più a rappresentarsi attraverso il racconto lineare della propria vita, perché ponendosi davanti allo specchio non incontra se stesso in un'immagine nitida e ben definita. Lo specchio riflette un'immagine frantumata, moltiplicata, restituendo soltanto schegge del sé. Il tentativo di ricomporle nella scrittura costituisce l'azzardo dell""'Io che scrive"""" nella consapevolezza dei limiti della lingua e del dicibile. Max Frisch, Christa Wolf e Gregor von Rezzori hanno contribuito al discorso autobiografico novecentesco, facendo della propria esperienza esistenziale il presupposto dell'espressione artistica. Ponendo l'Io, celato dietro una maschera oppure palesato, al centro delle loro opere, i tre autori hanno sperimentato diverse tipologie testuali e """"generi"""" letterari, fondendo tradizione e innovazione strutturale in conformità con i concetti novecenteschi di soggettività e di realtà. Nella loro produzione letteraria alcune opere a carattere ibrido, a metà tra autobiografia e finzione, sono particolarmente significative per il valore estetico della strategia di autorappresentazione ivi messa in atto e suscitano l'interesse del lettore anche per la materia storica - di carattere personale e collettivo - trattata. Scrive Strässle Thomas nella prefazione al libro: """"La scrittura autobiografica ha una lunga storia e un ricco presente. Il lavoro di Angela Checola individua tre testi recenti appartenenti a questa tradizione letteraria - Montauk (1975) di Max Frisch, Kindheitsmuster (1976) di Christa Wolf e Blumen im Schnee (1989) di Gregor von Rezzori - e li mette a confronto, indagando in particolare sull'interazione tra autorappresentazione e autoinvenzione come aspetto caratteristico della 'scrittura del sé'."""""" -
Feste barocche. Per inciso. Immagini della festa a Roma nelle stampe del Seicento. Catalogo della mostra (Roma, 1 aprile-26 luglio 2015)
"Le stampe esposte nella mostra Veste barocche provengono da un solo fondo del Museo di Roma, denominato Avvenimenti, costituito da ben 1089 incisioni datate tra il Cinquecento e il Novecento, tutte dedicate al tema della festa a Roma. La raccolta fu acquistata per 70.000 lire dal Governatorato con la delibera 1792 del 15 marzo 1930, pochi giorni prima dell'apertura del Museo nella sua prima sede di via dei Cerchi, che fu inaugurata il 21 aprile successivo. Insieme agli acquerelli romani di Ettore Roesler Franz è dunque uno dei nuclei fondamentali della collezione museale. L'acquisto, infatti, ben si accordava con le intenzioni che sostennero la nascita del Museo, in cui, come scrisse Antonio Muñoz, 'ogni quadro, ogni oggetto, ogni costume, ricorderanno un aspetto del caro volto della città nostra, una pagina della sua incomparabile storia. O meglio, più che della storia, della cronaca della nostra vita cittadina' (A. Muñoz, Il Museo di Roma, Roma 1930, p. 8), Niente di meglio, quindi, di un fondo di oltre mille immagini che tramandano il ricordo di feste, cavalcate, funerali e fuochi d'artificio: un ritratto della città attraverso gli eventi e le ricorrenze, in cui la festa è l'occasione per schiudere inedite prospettive sulla storia, sulla cronaca e sul costume. La raccolta di stampe fu pagata al libraio antiquario Giulio Landini, attivo fino al 1935 presso piazza dell'Aracoeli..."""" (Dall'introduzione di Federica Virarti)" -
Roma degli scrittori. Calvino, Gadda, Landolfi, Levi, Malerba, Manganelli, Moravia, Pasolini
Calvino, Gadda, Landolfi, Levi, Malerba, Manganelli, Moravia, Pasolini. Di questi, solo Moravia è romano: ""Non mi sono mai mosso da Roma, ma dentro Roma sì che mi sono mosso"""" (dice uno dei tanti personaggi dei Racconti romani). Gli altri hanno voluto che Roma ospitasse le loro esistenze, e che le loro esistenze ospitassero Roma. Calvino viene a viverci stabilmente solo nel 1980 (un anno dopo l'uscita di Se una notte d'inverno un viaggiatore), Gadda vi si trasferisce nel 1925, Landolfi si aggira per Roma fin dai primi decenni del Novecento (nel 1913-14 frequenta la prima elementare), Levi arriva nel 1945 (quando viene chiamato a dirigere """"Italia libera""""), Malerba """"migra"""" nel 1950 (dopo aver fondato la rivista """"Sequenze""""), Manganelli fugge a Roma nel 1953 (lasciandosi alle spalle qualche storia d'amore), Pasolini - nel 1950 - vede nella città eterna un'occasione ideale per liberarsi del suo passato. """"Solo la lettura ama l'opera - scriveva Barthes - e mantiene con essa un rapporto di desiderio"""". Tenendo sempre a mente queste parole, è stato possibile dialogare con questi scrittori, vederli passeggiare per le strade di Roma, incontrarli per caso in un caffè del centro, osservarli mentre allungano il passo per tornare a casa perché hanno lasciato un libro in sospeso. Postfazione di Filippo La Porta."" -
Orgoglio e pregiudizi. L'archeologia cipriota di Luigi Palma di Cesnola alla luce dei documenti e delle corrispondenze con l'Italia
Attraverso una raccolta di documenti e materiali largamente inediti, questo libro rappresenta il primo studio di insieme dedicato al controverso rapporto che ha legato Luigi Palma di Cesnola all'ambiente culturale italiano. Nobile piemontese, eclettico diplomatico ed intellettuale, certamente Luigi Palma di Cesnola fra Ottocento e primo Novecento è una figura internazionale indissolubilmente legata al capitolo ""eroico"""", in cui le scoperte di civiltà sepolte si contano fra le novità popolari e di costume e così si amplificano e deformano nell'eco di campagne sensazionalistiche mirabolanti. L'archeologia dell'epoca è avventura, missione culturale e business (per i pochi che la fanno), esotismo e moda (per i molti che ne fruiscono) e in questa temperie Luigi Palma di Cesnola a Cipro, al modo di uno Schliemann minor lontano da Troia e Micene, porta alla luce in innumerevoli frammenti sparsi quelle che si riveleranno poi le principali culture antiche dell'isola, dalla Preistoria alla Tarda Antichità. Per quanto abbia trascorso la sua vita lontano dal suo Paese, arrivando a ricoprire l'incarico di primo direttore del Metropolitan Museum of Art di New York, l'attenzione che Luigi Palma di Cesnola rivolge all'Italia non rimane unicamente un fil rouge affettivo ma si sviluppa in un vero ed intenso rapporto culturale e politico che coinvolge una fitta rete di """"amici lontani"""".""