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I padri lontani
Non sono mai sicura dei miei gesti: non c'è accordo tra me e lo spazio che mi circonda! Quando mi muovo, devo districarmi da mille nodi invisibilirn«Su tutte le cose della sua vita Jarre posa lo stesso sguardo distaccato, straniante e lievemente ironico» - Marta BaroneUn racconto dalla forma autobiografica, che si snoda dal paese di origine dell'autrice, la Lettonia degli anni venti e trenta, alle valli valdesi, alla Torino dei giorni nostri, ma sottratto a ogni vagheggiamento nostalgico. Le figure e gli ambienti familiari - il padre elusivo e bellissimo, la madre colta e severa, la sorella, i nonni, la nuova famiglia che Marina si costruisce in Italia - sono sottoposti a un ferreo controllo prospettico che ne restituisce immagini oggettivate e precise. La voce narrante dialoga con se stessa, con le figure chiave della sua vita e con i lettori, affrontando con coraggio il passaggio dall'infanzia all'adolescenza e il rapporto con gli inaccessibili genitori, che forse solo in età adulta sembra riuscire a decifrare. -
Il ricco e il povero
Una lettura asciutta e trascinante, un ritratto di famiglia nel mondo e, nelle parole di Mario Fortunato, un esempio di come “il romanzo è tuttora l’unico strumento affidabile di conoscenza che l’umanità abbia elaborato per riuscire a comprendere qualcosa di sé stessa.rn«Questo libro, così compiuto e così totale, appare non solo l'opera migliore di Irwin Shaw, ma anche uno degli affreschi più esaurienti dell'America e delle sue contraddizioni» - Daniele Del GiudicernrnAxel Jordache è un fornaio immigrato dalla Germania negli Stati Uniti: sposato con l’orfana Mary, passa la vita a lavorare senza risparmiarsi inseguendo l’illusione dell’agio modesto che otterrebbe se solo riuscisse ad aprire un piccolo ristorante tutto suo. Cosa che non accadrà. Siamo a Port Philip, sulle rive del fiume Hudson, non lontano da New York. Il sogno non può che scorrere nel sangue della prossima generazione, che cresce e desidera grandi cambiamenti mentre la seconda guerra mondiale sta per finire. Ciascuno dei tre giovani Jordache possiede la stessa avidità di vivere meglio e avere di più, ma ciascuno la declina a modo suo: Gretchen si lascia prendere da una storia con il suo capo e continuerà a inseguire l’amore attraverso due matrimoni; Tom, insolente e ribelle, trova i suoi compagni di strada nei bassifondi e il suo compimento in una carriera da pugile; l’ambizioso Rudolph disegna a freddo una carriera modellata sull’esempio del magnate locale, Teddy Boylan, e avrà il mondo in pugno. E intanto la Storia corre e preme là fuori, un quarto di secolo in cui accade di tutto. -
I famelici. Sacrifici, espedienti e intrepide prodezze di gente comune, e di noi che siamo venuti dopo
Davide D’Urso indaga nel microcosmo dei legami familiari per realizzare un affresco lucido e partecipe del Paese, raccontandoci chi eravamo e cosa siamo diventati.rnrnMio padre ha passato la vita a realizzare i suoi sogni, io passo il tempo a difendere quel poco che ho costruito dall'incertezza di questi annirn«I Famelici riesce a partorire, in prima persona, una storia di formazione, una confessione costruita attorno alla figura cruciale di un padre settantenne» - Orazio Labbate, RobinsonrnrnIl protagonista di questa storia è un settantenne di straordinaria vitalità, un uomo di successo. Sacrifici ne ha fatti tanti ma la congiuntura più favorevole nella quale poteva sperare di imbattersi – gli euforici e dissoluti anni ottanta – e una famelica volontà di affermarsi gli hanno permesso di sfuggire al destino da subalterno a cui sembrava condannato. L’altro protagonista di queste pagine – la voce narrante – è un giovane uomo cauto e pensoso. Era convinto che la laurea gli avrebbe garantito un futuro luminoso, invece il suo sogno – e quello di un’intera generazione – si è rivelato ben presto un’illusione e oggi, diviso tra lavori e amori precari, è costretto a ridimensionare le aspettative. Ma senza piangersi addosso. A dispetto dei cliché che lo vorrebbero fragile e spaesato, resiste. Forse grazie a una dose d’ironia partenopea capace di stemperarne il disincanto. Non è tutto. C’è un legame inscindibile tra i due uomini: sono padre e figlio, e questa è la storia del loro scontro. E forse quella di una possibile riconciliazione. Il racconto procede per istantanee, schegge di uno specchio infranto nel quale tutti ritroviamo un pezzo di noi. I riti, le parole, lo stile di una famiglia guidata da un acceso desiderio di riscatto compongono il mosaico dei tic e delle idiosincrasie dell’Italietta piccoloborghese novecentesca. Evocandole una per una, il figlio narratore riordina le tessere di questo passato con occhi nuovi, più indulgenti, capaci di riconoscere a chi lo ha preceduto lo slancio, l’abnegazione, un’innata gioia di vivere. Due uomini radicalmente diversi. Il primo, passionale e tenace, ha ottenuto tutto dalla vita. L'altro - diviso tra lavori provvisori e amori precari, il sogno mai realizzato di aprire una libreria e la scrittura come unica via di fuga - sembra il perfetto emblema dei tempi che stiamo vivendo. Sono un padre e un figlio. E questo complica le cose. Due generazioni a confronto, ma un'unica classe sociale: quella piccola borghesia di provincia oggi in crisi, tradita dallo stesso benessere che ha inseguito per anni. Forse, la chiave per superare lo stallo in cui versa il loro rapporto è guardare la vita da una diversa angolazione, fino a superare la corrucciata idea dell'altro sulla quale sembrano entrambi abbarbicati. Riuscirà il sentimento della famiglia, delle radici a favorire un incontro dopo tanti conflitti? Riusciranno il figlio e il padre a fare i conti con il ginepraio di rimorsi, rancori e silenzi che sono le loro esistenze? -
La voce della quercia
Una storia gotica, che viaggia tra leggende locali e un presente attraversato dall'orrore, con un finale da mozzare il fiato.«Autenticamente e meravigliosamente disturbante» – Roddy Doyle«Hurley si è creato una sua nicchia come brillante scrittore gotico» – Observer«Un trionfo di inquietudine» – Mail on Sunday«Uno degli scrittori più interessanti dell'horror contemporaneo» – Independent«Una lettura mozzafiato, perfetta per una notte buia» – HeraldNon sempre quel che cerchi è anche quel che trovi.Richard e Juliette devono affrontare il dolore più grande che due genitori possano provare: la morte improvvisa di Ewan, cinque anni. Starve Acre, la loro casa al confine con la brughiera, da cuore di una nuova famiglia è diventata un nodo di dolorosi ricordi. Juliette è convinta che Ewan sia ancora con loro, in qualche forma, e cerca l'aiuto di un gruppo di occultisti per parlare con lui. Richard invece si concentra sul campo di fronte a casa, il campo dove Ewan amava giocare da solo, e avvia gli scavi alla ricerca dei resti di una quercia antica e maledetta. Che nesso c'è fra il passato remoto di quel luogo, teatro di forme di sommaria e brutale giustizia, la strana malattia che si è portata via Ewan, e la sua propensione alla violenza? La terra rivoltata darà forse le sue risposte, ma non saranno quelle che ci si aspetta. -
M. L'uomo della provvidenza
Il cammino di M. Il figlio del secolo – caso letterario di assoluta originalità ma anche occasione di una inedita riaccensione dell'autocoscienza nazionale – prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell'oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor più ardito tra narrazione e fonti dell'epoca.rnrnrn«Con questo secondo volume Scurati prosegue la sua notevole impresa di rendere le vicissitudini del fascismo e di Mussolini oggetto di letteratura» - Massimo Recalcati, La Repubblicarn«Il secondo volume del romanzo sul Duce di Antonio Scurati m'è parso ancora più avvincente del primo» - Corrado Augias, il Venerdìrnrnrnrnrnrn«Una prosa del genere nella produzione letteraria corrente, curata con potenti antibiotici, è da medaglia al valore» - Antonio D'Orrico, la LetturaAll'alba del 1925 il più giovane presidente del Consiglio d'Italia e del mondo, l'uomo che si è addossato la colpa dell'omicidio di Matteotti come se fosse un merito, giace riverso nel suo pulcioso appartamento-alcova. Benito Mussolini, il ""figlio del secolo"""" che nel 1919, rovinosamente sconfitto alle elezioni, sedeva nell'ufficio del Popolo d'Italia pronto a fronteggiare i suoi nemici, adesso, vincitore su tutti i fronti, sembra in punto di morte a causa di un'ulcera che lo azzanna da dentro. Così si apre il secondo tempo della sciagurata epopea del fascismo narrato da Scurati con la costruzione e lo stile del romanzo. M. non è più raccontato da dentro perché diventa un'entità distante, """"una crisalide del potere che si trasforma nella farfalla di una solitudine assoluta"""". Attorno a lui gli antichi camerati si sbranano tra loro come una muta di cani. Il Duce invece diventa ipermetrope, vuole misurarsi solo con le cose lontane, con la grande Storia. A dirimere le beghe tra i gerarchi mette Augusto Turati, tragico nel suo tentativo di rettitudine; dimentica ogni riconoscenza verso Margherita Sarfatti; cerca di placare gli ardori della figlia Edda dandola in sposa a Galeazzo Ciano; affida a Badoglio e Graziani l'impresa africana, celebrata dalla retorica dell'immensità delle dune ma combattuta nella realtà come la più sporca delle guerre, fino all'orrore dei gas e dei campi di concentramento. Il cammino di M. Il figlio del secolo – caso letterario di assoluta originalità ma anche occasione di una inedita riaccensione dell'autocoscienza nazionale – prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell'oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor più ardito tra narrazione e fonti dell'epoca. Fino al 1932, decennale della rivoluzione: quando M. fa innalzare l'impressionante, spettrale sacrario dei martiri fascisti, e più che onorare lutti passati sembra presagire ecatombi future."" -
Il pomeriggio di un fauno
Il pomeriggio di un fauno è un breve romanzo tagliente che esplora il significato di verità in un'epoca in cui questo concetto appare più che mai manipolabile e l'esercizio più praticato è la riduzione della realtà ai propri interessi. Sullo sfondo dell'ascesa al potere di un tronfio, misogino colosso d'oro e d'avorio, una meditazione amara e sottile su ciò che siamo disposti a credere, o pronti a non credere, delle storie che sono le vite degli altri.«Non possono sopravvivere gli uomini dal viso di fauno, coi loro puri contorni e con la loro strana calma amorale» – D.H. LawrenceMarco Rosedale, giornalista televisivo inglese trapiantato a New York, dopo una giovinezza rapace ha avuto un buon successo, ancorché non vistoso, e gode di una meritata, solida reputazione. Che rischia di essere spazzata via dal lancio imminente del memoir di Julia Gault, ex collega già brillante ma in declino, di cui trapela in anticipo parte del contenuto: un'accusa di stupro che viene dal passato remoto. Marco si confida con il narratore, inglese in America come lui, che si trova combattuto tra gli obblighi di un legame di vecchia data e il desiderio di ricostruire che cosa è successo quarant'anni prima in una camera d'albergo a Belfast, ammesso che sia possibile. Un desiderio che lo fa precipitare nell'orbita della donna al centro del caso, in un terreno ambiguo dove il confine tra difesa e complicità muta e sfuma di continuo. -
Le due torri. Il Signore degli anelli. Vol. 2
La Compagnia dell'Anello si sgretola. Merry e Pippin sono fatti prigionieri dalle forze del Male. Aragorn, Legolas e Gimli stringono un'alleanza con i guerrieri di Rohan. Mentre Frodo e Sam continuano il loro viaggio verso il Monte Fato.rnrnNelle «Due Torri» la Compagnia si sgretola. Merry e Pippin sono fatti prigionieri dalle forze del Male, ma riescono a fuggire e trovano soccorso tra gli Ent, esseri giganteschi, mezzi alberi e mezzi umani, con i quali si lanceranno all'attacco della torre di Saruman. Aragorn, Legolas e Gimli stringono un'alleanza con i guerrieri di Rohan, un popolo fiero e luminoso come l'argento di cui si veste, che per secoli ha resistito all'assalto delle tenebre. Nel frattempo Frodo e il devoto Sam continuano il loro faticoso viaggio verso il Monte Fato guidati da Gollum, l'antico possessore dell'Anello Unico. Ma spaventose creature li attendono e il loro cammino si interrompe tragicamente ancora una volta. -
Questa non è propaganda. Avventure nella guerra contro la realtà
Fake news, social media e bombardamento mediatico: ecco come la propaganda si traveste da libertà.«Molto più dell'ennesimo punto di vista sulla guerra dell'informazione, questo libro sostiene che dovremmo capire come la propaganda cerca di dare forma ai nostri pensieri più profondi prima di poterla affrontare» – Anne Applebaum«""Questa non è propaganda"""" è un'esplorazione del relitto della democrazia liberale e una ricerca dei segnali della sua ripresa. Cosa potrà salvarci? Leggere, tanto per cominciare» – The GuardianLa censura è morta, viva la censura. Da quando quella del KGB costringeva Igor e Liana Pomerantsev, lui giornalista e lei documentarista, a lasciare la Russia insieme al figlio Peter, di acqua sotto i ponti ne è passata. Del KGB si parla solo nei film di spionaggio, il regime è caduto e la guerra fredda è finita: il modello democratico occidentale ha vinto a colpi di libera informazione. O forse no? La pluralità di voci che oggi si leva dai social media sembra il frutto maturo della vera democrazia: ciascuno può esprimere il proprio pensiero senza subire né censure né propaganda, descrivendo la realtà come appare agli occhi di chiunque. La stessa esistenza di questa pluralità però cancella l'idea di una realtà univoca e valida per tutti. “Censura tramite rumore” la chiama Pomerantsev, una vera tattica comunicativa: si inondano i social di una tale quantità di fake news che anche i contenuti verificabili si riducono a una delle tante versioni possibili e perdono il loro valore di verità. Dalle Filippine alla Cina, passando per Russia, America Latina, Gran Bretagna e Finlandia, Pomerantsev intreccia la propria storia con quella delle mutazioni subite dall'informazione mostrandoci che abbondanza e mancanza di fonti possono essere la faccia della stessa propaganda, ma soprattutto che non sempre la pluralità di opinioni significa democrazia."" -
L' eccellente avventura di Marta e Jason (per non parlar di Bjørn e Camillo)
Una briosa favola per adulti che con leggerezza e profonda ironia ragiona di ambiente e racconta di una natura ostinata e adattabile e di uomini capaci di passione che la sanno amare e rispettare, nonostante l'istinto, nonostante tutto.La vita è un terno al lotto: puoi nascere salmone, come Marta e Jason, o puoi nascere uomo, anzi, pescatore, come Camillo e Bjørn, poi tutto dipende dagli incontri che fai. Marta e Jason sono una coppia affiatata di salmoni atlantici che decidono (Marta) di fare il grande passo e tornare ai luoghi dell'infanzia, in Norvegia, nel fiume Mandalselva, per costruirsi una famiglia con qualche migliaio di eredi. Guidati da un prodigioso senso dell'orientamento (sempre Marta), affrontano con coraggio (molto Jason) le insidie di mari e fiumi e incontrano vecchi amici e nuovi compagni che vanno verso il loro stesso destino. Anche Camillo e Bjørn sono diretti al Mandalselva, per la stagione di pesca al salmone: Camillo trascorre mesi preparando con cura minuziosa le mosche con cui armerà la sua lenza per poi immergersi con tanta pazienza, nelle acque gelide del fiume in attesa del confronto, della lotta con l'avversario. Da Malpensa a Oslo e lungo le vie invisibili che attraversano i mari del mondo, si snoda questa briosa favola per adulti che con leggerezza e profonda ironia ragiona di ambiente e racconta di una natura ostinata e adattabile e di uomini capaci di passione che la sanno amare e rispettare, nonostante l'istinto, nonostante tutto.«Jason?»«Che c'è?»«No, tu, che c'è.»«Non lo so.»«Ti agiti.»«Vivo le mie inquietudini, Marta, cosa vuoi che ne sappia. Oggi marca male. L'acqua sale e se non smette, lo sai com'è, si intorbida tutto e insieme alla corrente scende qualsiasi cosa: ti ricordi un mese fa quando c'è stata la piena? Non sapevamo più dove finiva il fiume e dove cominciavano i campi. Ti sembra normale che un salmone a un certo punto della sua vita si trovi davanti a una verza? Eppure a me è successo!»«Succede sempre tutto a te.» -
Angolo di riposo
Il tatto. È il tatto il nemico mortale della castità, della lealtà, della monogamia, della rispettabilità, con i suoi codici, le sue convenzioni, le sue restrizioni. Con il tatto veniamo traditi e tradiamo gli altri quando la carne aspetta c'è l'elettricità nel più lieve dei contattirn«Un libro che si distingue per bellezza e potenza ineguagliabili» - The New Yorkerrnrn«Due storie, una passata, l'altra presente, si fondono per creare ciò a cui la rande letteratura tende sempre: l'epifania del vero senso della vita» - Los Angeles Timesrn1970. Lyman Ward, storico in pensione colpito da una rara malattia ossea che lo sta trasformando in un fossile, si ritira nella casa di famiglia a Grass Valley, in California, per studiare la vita della nonna paterna, Susan Burling Ward. La figura di questa donna determinata e fuori dal comune, illustratrice e scrittrice di viaggio, affascina e cattura Lyman, che si getta a capofitto nell’analisi di diari, lettere e disegni, in continuo confronto con la sua generazione e quella dei nonni. Poco alla volta emerge il ritratto sfaccettato e contraddittorio di una donna singolare. Quando Susan incontra il ruvido ingegnere Oliver Ward se ne innamora subito e parte con lui per gli sconfinati paesaggi del West. La famiglia cresce, Oliver colleziona fallimenti, mentre Susan consolida la sua fama. Gli equilibri sono precari e basta un passo falso per far scattare i demoni della gelosia e del senso di colpa. Nel ripercorrere la vita di questa indomita pioniera Lyman riuscirà a vedere con occhi diversi anche la propria, e forse troverà la risposta che cercava. Un grande romanzo di portata universale, denso e suggestivo, che esplora con delicatezza ogni aspetto dell’animo umano. -
La mezzaluna di sabbia. Le ultime indagini di Gori Misticò
Finalista al Premio Nebbiagialla 2021 per la Letteratura noir e poliziescaCon una lingua ricca di sfumature, sullo sfondo di una Calabria divisa tra degrado e splendore, Fausto Vitaliano dà vita a un noir pieno di umanità e a un personaggio che, guardando la morte negli occhi, mantiene un tenacissimo amore per la vita.«Mattanze efferate e omicidi elegantissimirnin una Calabria che profuma di peperoni ripieni» - Tuttolibri""Intanto che ci sono ancora gli voglio rendere la vita difficile, a 'sti vastàsi.""""Gregorio detto Gori Misticò: maresciallo dei carabinieri, una predilezione per Topolino e una cicatrice all'altezza del cuore. Dopo anni in servizio al Nord è rientrato a San Telesforo Jonico, il paesino calabrese dove è cresciuto, ma ora è in aspettativa. Nessuno sa perché tranne il suo amico Nicola Strangio, oncologo in un grande ospedale milanese. I pochi abitanti del paese lo vedono spesso avviarsi verso la spiaggia del Pàparo, una mezzaluna di sabbia senza un bar o un filo d'ombra, ma dove ancora nidificano le anatre e il mare scintilla come i più nitidi ricordi di gioventù. Gori non ha più voglia di lottare contro il male, che trova sempre il modo per avere la meglio. Eppure, quando il giovane brigadiere Costantino invoca il suo aiuto per un caso di omicidio, qualcosa lo spinge a iniziare l'indagine... Tutti conosciamo la paura annidata nello scorrere del tempo, la tentazione di gettare la spugna, il disgusto per la mediocrità – eppure ciascuno di noi ha la sua mezzaluna di sabbia dove coltivare un'irriducibile speranza."" -
La sabbia brucia. Le ultime indagini di Gori Misticò
L'universo non funziona per accelerazioni, ma per inerzia, vale anche per te, misticò. Scappare non ti servirà a niente.rn«Un noir di primissimo ordine che riesce a domare, letterariamente, la Calabria come si fa con una belva feroce» - Antonio D'Orrico«U maresciallo nòvu è un carabiniere vero, anche se mette poco la divisa: legge Topolino ed è inseguito da ricordi che pungono come calabroni. Se Mario Soldati fosse nato a Olivadi, l'avrebbe inventato prima lui» - Roberto Iasoni, Settern«Misticò è una ventata d'aria fresca nel panorama del giallo nostrano» - Giuliano Aluffi, il VenerdìrnGori Misticò è un carabiniere in prima linea. Lavora a Milano, è impegnato in una delicata operazione antiterrorismo. Ma improvvisamente qualcosa va storto, ed eccolo seduto nello scompartimento di un treno diretto in Calabria, con un biglietto di sola andata. Julia non è nemmeno venuta a salutarlo. Forse il commissario spera che tornare a San Telesforo Jonico, dove è cresciuto, significhi trascorrere le giornate leggendo Topolino in un ufficio deserto e pranzando in riva al mare. Ma dovrà imparare che per quanto tu fugga, i ricordi ti inseguono. Che più ti ostini a ignorarli, più i sintomi si fanno fastidiosi. E che la sabbia finissima della spiaggia del Pàparo, sotto il sole della Calabria, brucia più dell’alcol su una ferita. In queste pagine piene di humour e di umanità torna Gori Misticò, il carabiniere in lotta contro la malattia e la malinconia. Dovrà indagare su un’“ape regina” in cerca del fuco da amare e divorare ma soprattutto su se stesso. Al commissariato di San Telesforo l’estate si annuncia rovente. -
Un pinguino a Trieste
Un romanzo di crescita e di scoperta del mondo, ideale compagno di Fuori fuoco, con cui ha in comune lo stile limpido e la tessitura fitta e precisa di storia, cronaca e immaginazione: e c’è posto anche per un piccolo pinguino vero, clandestino a bordo dell’Europa e poi consegnato a una lunga, onorata carriera come mascotte della città di Trieste.""Come fai a sapere che tuo papà è ancora vivo, dopo tutto questo tempo?"""" mi ha chiesto Susanna. """"Lo so e basta."""" Pausa. Ancora pausa.""""Se lo trovi dobbiamo rivederci. Voglio sapere la fine della storia.""""Sono molte le cose che Nicolò non sa di suo padre. Non sa dove si trovi, prima di tutto: in un campo di prigionia in Eritrea, così si diceva. Ma la guerra è finita e lui non è tornato. Quando un articolo di giornale lascia intravvedere un’altra possibilità, per inseguirla Nicolò s’imbarca come piccolo di camera sulla motonave Europa, undicimila tonnellate, velocità venti nodi, destinazione Sud Africa. È la fine di marzo del 1953. A quindici anni lascia tutto ciò che conosce: Trieste, lo zio Franco che l’ha ospitato e l’ha fatto studiare, Irma, la bella sarta che gli fa da sorella maggiore e da confidente. A bordo affronta mille regole, lavora con persone che gli vogliono bene e con persone che lo detestano, e incontra Susanna, capelli di cannella, lentiggini come miele, occhi verdissimi dietro le lenti, da subito sua complice. E a terra, in città sconosciute – Durban, Cape Town – dove si parlano lingue sconosciute, insegue, solo e ostinato, la pista che lo porterà davanti a un uomo segnato dal dolore"" -
Il diavolo in corpo
La storia di una passione irresistibile e distruttiva raccontata con una prosa sobria e asciutta, il capolavoro di Raymond Radiguet da rileggere in una nuova, vibrante traduzione.rnL'amore, che è egoismo a due, sacrifica ogni cosa a se stesso, e vive di menzogneÈ il 1918. Un liceale di quindici anni brillantissimo e viziato dal padre, incontra una giovane donna, Marthe, di diciotto anni, con cui intreccia una relazione nonostante lei sia in procinto di sposarsi con Jacques, un soldato in partenza per il fronte. L’amore folle e assoluto che scoppia tra i due non si ferma davanti a nulla e sfida i giudizi degli amici e dei genitori, ma presto li trascinerà in una spirale di angoscia e crudeltà involontarie da parte del ragazzo, incapace di vivere una storia d’amore adulta. Pubblicato nel 1923, il romanzo ha suscitato critiche e scandalo per i temi erotici e l’apparente disimpegno nei confronti della guerra e negli anni ha conosciuto vari adattamenti cinematografici. -
Io e l'asino mio. Storie dei Crepax raccontate da Valentina Crepax
Ho cercato di spiegarlo benissimo anche ai miei nipoti perché potessero crescere in linea con lo stile di famiglia: un cretino è un cretino e per questo è apprezzabilissimo.rnrnTutte le famiglie felici si somigliano, ma questa no, non somiglia a nessun’altra. Nella felicità i Crepax sono inclini al riso, vivissimi, brillanti, inarrestabili. Adulti, bambini, cani, tartarughe, case e mezzi di trasporto, avi e fidanzati: l’appartenenza o la prossimità al casato porta un taglio di luce obliqua su ogni cosa e persona e tutto così diventa sketch, teatro, epopea. Che si tratti di rivoltare un cappotto vecchio, affrontare una crisi famigliare, produrre musica o fumetti (e che musica, e che fumetti), tutti loro mostrano i tratti di una creatività istintiva che li rende, generazione dopo generazione, perfetti personaggi da romanzo. Eppure quelle che ci racconta la Valentina di carne (e non quella di carta, disegnata da uno zio geniale) sono storie di vita reale e quotidiana, a volte travagliate e dolorose, sempre attraversate dalla forza dirompente dell’ironia. Sullo sfondo, bellissima e riservata, la Milano degli anni Cinquanta, dove c’era da rifare tutto – la musica leggera, i giornali, l’arredamento, il modo di stare al mondo. Finito di leggere il libro, un’amica che si chiama Natalia Aspesi ha scritto una lettera all’autrice: “Mentre ricordavi, hai capito di essere molto fortunata?”. Fortunati siamo certo noi, a cui il libro di Valentina Crepax riporta l’umorismo naturale di una famiglia che ha speso con amore e senza mai risparmiarsi il suo talento nella Milano che stava inventandosi una vita meno agra. -
Avanti, parla
Ancora una volta, Lidia Ravera illumina un ritratto di donna alle prese con il tormento della maturità, quando tutto è finalmente chiaro e la resa dei conti, se hai abbastanza coraggio, può trasformarsi in un nuovo, tardivo inizio.Scrivere per nessuno è come lanciare la palla contro un muro. Tutto quello che dico mi rimbalza addosso. E lo so, in fondo l'ho sempre saputo, che quando si scrive per dimenticare si finisce per ricordare. Tutto.Giovanna ha i capelli bianchi, però lunghissimi e folti. Vive in un bell'appartamento che guarda il fiume, nel centro di Roma, ma è un'operaia in pensione. In un tempo in cui tutti inseguono il successo, la popolarità, lo svago lei vive sola, non parla con nessuno, non va mai in vacanza. Le sue giornate si susseguono uguali e attente fra la musica che ascolta per dimenticarsi di se stessa e i romanzi che legge per rispecchiarsi nelle vite degli altri. Non è felice né infelice, è come se vivesse uno sconfinato tempo supplementare dopo una partita che per lei si è chiusa presto, quasi quarant'anni fa, nel secolo scorso, quando per la smania di cambiare il mondo potevi commettere sbagli così gravi da pesare sulla tua coscienza per sempre. Ha pagato il suo debito con la giustizia, Giovanna, ma se hai un'anima come la sua la punizione non basta mai. Un silenzio da penitente, dunque, quello che ha scelto, un silenzio che va in mille pezzi quando nell'appartamento accanto al suo arriva, anzi, irrompe una famiglia di beniamini degli dei: Michele, musicista svagato, Maria, bellissima e sempre un po' spogliata, Malcolm, tredicenne impegnato a salvare il pianeta, e Malvina, tre anni di pura gioia. Giovanna prima li guarda e li ammira, poi si lascia coinvolgere nella loro vita: bambinaia volontaria, amica grande, presenza silenziosa e generosa. E infine dalla loro vita viene travolta, come succede quando l'amore apre una breccia nelle tue difese e ti ritrovi vulnerabile, nuda. Ma di nuovo viva. Una prima persona asciutta e nervosa, un memoriale che al lettore rivela, pochi indizi alla volta, un quadro finale di sconcertante, dolorosa dolcezza. -
Il sogno della macchina da cucire
Bianca Pitzorno, creatrice di personaggi indimenticabili ed esperta cucitrice in prima persona, dà vita in queste pagine a una storia antica percorsa da uno sguardo modernissimo. Narrare della sartina di allora significa parlare delle donne di oggi e dei grandi sogni che dovrebbero diventare invece diritti: alla libertà, al lavoro, alla felicità.rnrnLa manovella della macchina da cucina gira: ogni giro una storia, ogni storia una donna che lotta, ama e spera.C’è stato un tempo in cui non esistevano le boutique di prêt-à-porter e le grandi catene di moda a basso prezzo, e ogni famiglia che ne avesse la possibilità faceva cucire abiti e biancheria da una sarta: a lei era spesso dedicata una stanza della casa, nella quale si prendevano misure e si imbastivano orli ma soprattutto – nel silenzio del cucito – si sussurravano segreti e speranze. La voce narrante di questo romanzo è una sartina a giornata nata a fine Ottocento, una ragazza di umili origini che impara da sola a leggere e ama le romanze di Puccini ma più di tutto sogna una macchina da cucire: prodigiosa invenzione capace di garantire l’autonomia economica, lucente simbolo di progresso e libertà. Cucendo, la sartina ascolta le storie delle tante persone che la circondano: la marchesina Ester, che va a cavallo e studia la meccanica e il greco antico; Miss Lily Rose, giornalista americana anticonformista; le sorelle Provera con i loro scandalosi tessuti parigini; Assuntina, la bimba selvatica... In una società rigidamente divisa per censo anche per la sartina giungerà il momento di trovare la sua strada nel mondo, con la sola forza dell’intelligenza e delle sue sapienti mani. -
Per voce sola
Cinque racconti come un romanzo sul male di vivere. Infanzia e memoria, sentimento e comprensione sulle storie atroci e dolcissime di bambini soli e molto infelici. È un libro che accompagna alla maturità del sentire, alla rivelazione di una verità e alla possibile rinascita. -
Casa d'altri e altri racconti
Racconti di inesauribile ricchezza, presentati in una nuova edizione a cent'anni dalla nascita di questo autore unico.Definito da Eugenio Montale ""un racconto perfetto"""", Casa d'altri ci immerge nell'aspro paesaggio dell'Appennino emiliano, da cui affiorano due figure desolate: Zelinda, un'anziana donna che conduce una misera esistenza da lavandaia, e Doctor Ironicus (come lo chiamavano da giovane in seminario), un prete di montagna che con rassegnazione assiste alle sagre e celebra matrimoni alla buona. Una domanda cruciale sull'esistenza li tormenta, difficile da pronunciare e priva di risposte consolatorie. La scrittura di Silvio D'Arzo qui e nelle altre storie che compongono la raccolta - tra cui Piccolo mondo degli umili, Una storia così, Fine di Mirco, L'aria della sera, Un ragazzo d'altri tempi - trova nell'oscillazione tra Arcadia e Cronaca la soluzione a un problema che accomuna tutti gli autori della sua generazione: raccontare la società del tempo senza impoverirla e senza impoverirsi."" -
Gennaio di sangue
Glasgow, primo gennaio 1973. Mentre i cittadini perbene si riprendono dagli eccessi di Capodanno e gli altri continuano a nuotare nell’alcol e nella miseria, l’ispettore Harry McCoy della polizia di Glasgow è nel carcere di Barlinnie: un detenuto gli rivela che una ragazza sta per essere uccisa. E forse lui può salvarla. Ma non arriva in tempo. In un’affollata stazione degli autobus Tommy Malone spara a Lorna Skirving e poi si toglie la vita. I giornali si scatenano, il Capo si aspetta una rapida soluzione del caso. Harry McCoy, trent’anni e una certa propensione a trasgredire ordini e passare limiti, si tuffa nell'indagine, tallonato dal novellino entusiasta Wattie. Ma è fin troppo simile alle persone a cui dovrebbe dare la caccia: tra bordelli, vicoli bui e droghe come unica via di fuga dalla realtà, l’indagine si cala nel mondo dell’intrattenimento sessuale, un mondo dove con i soldi si possono comprare l’anima e il corpo di chiunque.