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La moda nella letteratura contemporanea
il volume esplora la presenza della moda nella letteratura contemporanea, analizzando in maniera specifica un intreccio perlopiù trascurato, e tuttavia fondamentale per definire il senso di una modernità segnata dal profondo rapporto con il corpo e con l'effimero. In un orizzonte non solo italiano, ma anche europeo, l'autrice rilegge opere e scrittori attraverso il tema degli abiti, scoprendo dietro l'apparente frivolezza una sorprendente complessità simbolica e significativi riferimenti socioculturali. Si definisce così una vera e propria letteratura della moda, con un panorama polimorfo di interpreti: da Leopardi e Baudelaire a Wilde, Mallarmé, d'Annunzio e Proust, dai futuristi ai crepuscolari sino a De Pisis, da Pirandello a Joyce e Moravia, da scrittrici come Irene Brin e Gianna Manzini ad attenti indagatori del costume quali Pasolini e Arbasino, capaci di rappresentare le inquietudini e le contraddizioni della contemporaneità anche attraverso la descrizione dell'apparire. -
Per un'etica della comunicazione
Inizialmente concepito per rappresentare e comprendere il reale, oggi lo spazio mediatico, pervaso dall'elettronica e caratterizzato dalla pubblicità del privato, è diventato un universo sempre più autonomo, guidato da proprie logiche interne. Un universo che rischia di diventare completamente autoreferenziale, sostituendosi alla realtà. Il volume si interroga sulle condizioni, sugli scopi, sulle conseguenze e sulla possibilità stessa di un'etica della comunicazione nella contemporaneità, cercando di dare una risposta in senso filosofico ai quesiti di maggior rilievo. La concezione moderna del mondo come immagine rende ancora possibile giustificare la nozione di verità? Quali sono i postulati dell'etica della comunicazione e gli elementi che consentono ai principi morali di essere applicati nel contesto della multimedialità? In che cosa consiste la netiquette, il galateo di comportamento dei fruitori dei nuovi servizi della Rete? Quali sono i presupposti di un atto comunicativo autentico? -
Vivo altrove. Giovani e senza radici: gli emigranti italiani di oggi
Gabriele, ingegnere navale a Oslo, Davide che fa l'autore teatrale a Berlino, Giulia che sta a Barcellona, canta in una band, e ha avuto un colpo di fortuna... Sono l'Italia fuori dall'Italia. Sono i giovani, sempre più numerosi, che hanno scelto di vivere lontani da casa, alla ricerca di un lavoro che qui non hanno trovato, o di una vita diversa. Questo libro racconta le loro storie, che sono piene di vitalità e venate di malinconia, scanzonate, tenere, in fondo preoccupanti. Sono il ritratto di un paese virtuale, e di un futuro, forse, mancato: perché il paese che questi ragazzi hanno deciso di abbandonare continua a non ascoltarli. -
Impresa & Stato. Rivista della Camera di Commercio di Milano. Autunno 2010. Vol. 89
Focus: Trasparenza, opacità, regole. Dibattito: oltre il PIL. Laboratorio: le politiche di Housing. Argomenti: le energie rinnovabili in Italia e Lombardia. Il senso delle Parole: trasparenza, opacità, regole e netiquette. -
La Costituzione degli Stati Uniti. Storia, testo inglese, nuova traduzione, commento e note
La Costituzione degli Stati Uniti è oggetto di un consenso che praticamente non ha eguali in altri Paesi: i cittadini rispondono ai sondaggi proclamando regolarmente la loro fiducia nella Carta fondamentale e nella Corte suprema incaricata di vigilarla, assai più che verso deputati e senatori. Il sistema politico americano è inoltre un punto di riferimento costante nel dibattito di tutte le democrazie. La più antica Costituzione scritta oggi in vigore, che da oltre duecento anni struttura la cultura politica degli Stati Uniti, viene qui proposta in un'edizione pensata per le esigenze della ricerca scientifica sul passato e della riflessione politica sul presente. Accanto al testo originale, si forniscono dunque una nuova traduzione; un'amplissima introduzione che ne inquadra il percorso storico, il significato politico e giuridico e i rapporti con le altre carte costituzionali; un ampio apparato di note e una bibliografia. -
Popoli dell'Africa. Storia di un continente
Culla dell'umanità, terra immensa e ostile coperta da savane, foreste e deserti, territorio di conquista per gli uomini primitivi prima e per i colonizzatori europei poi, l'Africa è il continente antichissimo in cui ha inizio la storia del mondo. Gli africani furono i primi uomini a sfidare la natura e l'ignoto, veri e propri pionieri che esplorarono terre sconosciute e costruirono, in mezzo a distese sconfinate e poco fertili, società stabili in grado di produrre cibo per la propria sopravvivenza. Quella africana è una storia difficile e straordinaria, nel corso della quale il continente è rimasto a lungo in condizioni di isolamento e sottopopolazione, che ne hanno plasmato le istituzioni sociali, economiche e politiche, costrette a fronteggiare senza sosta la scarsità e la dispersione di risorse territoriali e umane. Successivamente, la pacificazione intervenuta in epoca coloniale, la rivoluzione sanitaria e le innovazioni del XX secolo hanno favorito uno sviluppo della popolazione, fino al punto di generare una delle crescite demografiche più rapide della storia mondiale che, malgrado carestie ed epidemie, resta ancora oggi elevata. Dalle origini del genere umano alla tratta degli schiavi, dallo sfruttamento coloniale alI'epidemia di AIDS, Iliffe ripercorre la saga del passato africano, esaminandone i principali mutamenti storici attraverso il filo rosso della sua storia demografica. -
Il senso del consumo
Qual è il senso del consumo? Quale molla spinge donne e uomini a spendere una quantità così grande del proprio tempo nello shopping? Questo studio rigoroso colloca la comprensione del consumo nell'intersezione tra la sfera simbolica e la sfera della vita materiale. Attraverso il consumo raccontiamo di noi: la nostra storia, le nostre rappresentazioni del mondo, le attese, i desideri, le paure. Costruiamo e ricostruiamo di continuo l'immagine di noi stessi. Al di là di ogni tentazione di liquidare il consumo come asservimento passivo al mercato, le strategie del consumo sono invece strumenti di ricerca individuale di senso del mondo. -
Pensare per immagini. Tra scienza e arte
Da sempre, l'uomo pensa per immagini. Ma l'approccio visuale manifesta oggi una sua particolare attualità. Viviamo infatti in una cultura che dall'immagine è intensamente dominata. Di fronte al riaffacciarsi della potenza della rappresentazione iconica, che già l'antichità aveva conosciuto e talvolta condannato come idolatria, rimessa in contatto con la sua portata conoscitiva ma anche con la sua natura ingannatrice, la cultura contemporanea ha fatto propria la sfida dell'immagine creando un nuovo universo scientifico, guello degli ""studi visuali"""", che questo libro indaga secondo una prospettiva inedita, attenta all'intersezione fra i tradizionali domini dell'estetica e il mondo delle scienze. La presenza dell'immagine non è infatti confinata all'arte. E non si estende solo alla pubblicità e al design, ma include anche la scienza e la tecnica (si pensi per esempio al significato dell'immagine nell'ambito della diagnostica medica). Anche nel caso della conoscenza scientifica, come già nell'arte, si impongono stili della visione. Apprendendo che spesso conosciamo il mondo attraverso l'immagine, diveniamo edotti della natura storica del nostro modo di vedere e di intuire. E comprendiamo come, nel succedersi degli stili della visione, si avvicendano i mondi culturali."" -
Congedi. La crisi dei valori nella modernità
Un'analisi della progressiva e profonda crisi ""dei valori che ha segnato la società occidentale degli ultimi secoli. Esaminando il pensiero di grandi intellettuali della modernità - da Baudelaire a Valéry, da Spengler a Camus, da Nietzsche a Heidegger, a Derrida -, l'autore riflette sulla perdita traumatica dell'orizzonte di senso che segue all'affermazione della nuova civiltà borghese, incentrata sul progresso tecnologico-scientifico, e ne indaga gli effetti a livello sociale, filosofico e letterario. A emergere con forza è una tradizione intellettuale nichilista, in cui siamo tuttora immersi e che mette in discussione la possibilità di proporre valori assoluti come metro interpretativo. La tendenza culturale dominante diviene così il relativismo, in bilico tra il rischio di accettazione passiva e omologante di tutte le idee e la speranza di apertura autentica alla negoziazione e al dialogo."" -
L'Italia degli scienziati. 150 anni di storia nazionale
Non solo poeti, santi e navigatori, ma anche scienziati, tecnici e inventori hanno fatto - e, talvolta, fatto grande - l'Italia. Tuttavia, dal 1861 a oggi, questo aspetto della storia nazionale non ha sempre ottenuto adeguata attenzione. A 150 anni dall'Unità, è giunto il momento di raccontare il ruolo significativo che la cultura scientifica ha avuto e continua ad avere nella storia d'Italia, nei suoi intrecci fondamentali con politica e società, insieme alla rilevanza profonda dei contributi applicativi e delle scoperte che hanno inciso sulla struttura economica e sul benessere della nazione. ""L'Italia degli scienziati"""" ripercorre questa storia appassionante, a partire dalle vicende dei suoi protagonisti. Dai matematici coinvolti nelle guerre d'indipendenza, che trasferirono in seguito il proprio impegno civile nelle aule parlamentari, ai pochi scienziati che nel 1931 rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo, come il chimico Giorgio Errerà e il matematico Vito Volterra, passando per lo storico incontro tra l'espatriato Meucci e un Garibaldi inedito, appassionato cultore di materie scientifiche; dagli inventori di fama internazionale come Guglielmo Marconi, adottato dalla propaganda fascista in veste di testimonial dei progressi della scienza e della tecnica italiane, ai """"ragazzi di via Panisperna"""", che collaborarono alle ricerche sull'energia nucleare di Enrico Fermi, per arrivare fino agli ultimi Nobel novecenteschi, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia e Rita Levi Montalcini."" -
Soggettivazione e destino. Saggi intorno al «Flaubert» di Sartre
Questo libro raccoglie una serie di saggi brevi che ruotano attorno all'ultima grande opera di Jean-Paul Sartre: ""L'idiota della famiglia. Gustave Flaubert dal 1821 al 1857"""". Un'opera ingiustamente dimenticata dalla cultura contemporanea, nonostante la sua forza concettuale e stilistica inconfondibile la rendano unica. In piena epoca strutturalista, Sartre ha il coraggio, confrontandosi in particolar modo con la psicoanalisi di Freud e di Lacan, di porci, attraverso la biografia di Gustave Flaubert, le domande che restano al cuore della sua filosofia e anche della stessa pratica della psicoanalisi, e che egli vede perdersi nell'affermazione del primato della struttura: """"Qual è la verità di un uomo?"""" """"Qual è il rapporto dell'uomo con l'opera?"""". Un inedito di Sartre, sempre dedicato a Flaubert, impreziosisce ulteriormente il volume."" -
Giovanna d'Arco e la guerra dei cent'anni
Nell'inverno del 1429, una giovane donna in abiti maschili si presentò alla corte di Carlo VII, delfino di Francia. Diceva di sentire voci dal Cielo. Nata in un villaggio della Lorena, regione di frontiera dove scorrerie e saccheggi erano all'ordine del giorno, quella fanciulla semplice, figlia di contadini, sosteneva di essere investita di una missione divina: doveva mettersi a capo delle truppe di Carlo per debellare l'esercito inglese e riconquistare i territori che spettavano di diritto al re. Che fosse una pazza o un'eroina, una lucida condottiera o una contadina invasata, una strega o una santa, certo è che Giovanna d'Arco fu in grado in pochissimi mesi d'infliggere pesanti sconfitte agli inglesi, guidando il suo esercito con audacia, carisma e genio strategico. Armata di una spada leggendaria e di un bianco stendardo decorato di gigli, la vergine guerriera che sapeva tener testa ai teologi e scherzare con i soldati, che cavalcava e maneggiava la lancia con la più grande perizia, prima di essere catturata e giustiziata per eresia a soli diciannove anni riuscì a riconquistare Reims, far incoronare il delfino di Francia e sottomettere le campagne tra Parigi e Bourges, dopo aver mutato grazie al suo coraggio le sorti dell'assedio di Orléans. E il destino dell'intera nazione francese. -
La logica dialettica di Hegel
A dispetto delle apparenze, la logica dialettica di Hegel non è mai stata così popolare. Suoi frammenti sono riemersi come genealogie, catene di spostamenti simbolici e somiglianze di famiglia; ma quel che più conta è che il suo punto di vista è costantemente riaffermato da quanti si genuflettono nei confronti dello stato attuale delle cose, per esempio della suprema razionalità del mercato, e considerano ogni discorso normativo o utopico una patetica espressione dei propri desideri. Per Ermanno Bencivenga, kantiano devoto, questa logica è il nemico; ma di essa egli ammira la straordinaria potenza e capacità di seduzione. In questo libro dunque si impegna a renderne conto, in un confronto onnicomprensivo con il testo hegeliano e in un discorso formulato con la consueta chiarezza. La logica hegeliana è messa in puntuale contrasto con la sua principale alternativa, la logica analitica di Aristotele, e la sua essenza è riscontrata in una caratterizzazione del significato come narrazione, come storia. Da questo punto di partenza Bencivenga sviluppa la sua interpretazione del concetto e dello spirito hegeliani, e del senso in cui Hegel si pone, e non si pone, alla fine della storia, arrivando infine ad articolare nel modo più esplicito la presenza di Hegel nel mondo contemporaneo e il pericolo che essa rappresenta. -
Fra le immagini. Fotografia, cinema, video
C'era un volta il cinema, la fotografia, la pittura. Ci sono ormai, sempre più spesso, le immagini. Passaggi tra le immagini. Perché tutto ""passa"""" in televisione. Perché il video ha potuto formare, trasformare tutte le immagini (è il destino delle """"nuove immagini""""). Tra fotografia, cinema, video l'""""entre-image"""" è un luogo di passaggio, il luogo dove oggi passano le immagini tra immobilità e movimento, figurazione e defigurazione. E, anche, tra pittura e letteratura, o linguaggio. Tra queste immagini, questi passaggi, bisogna scegliere le immagini e le opere per le quali far esistere ancora un mondo e un'arte. I saggi raccolti in questo volume tentano di disegnare un campo d'azione delle immagini, facendo di questo studio uno dei libri più autorevoli sull'arte video: l'indagine tra arte, cinema e video di uno dei più importanti studiosi francesi delle figure in movimento."" -
La vita etica e le buone ragioni
Quale rapporto c'è fra la vita personale e la moralità? Che cosa significa agire per ""buone ragioni"""" e quale valore hanno le """"mie buone ragioni"""" in una società multiculturale? Fra l'identità personale e la riflessione morale vi è una tensione costante, che è compito dell'azione concreta di volta in volta risolvere. Ogni azione è un giudizio. Per questo, le ragioni che motivano le azioni devono essere oggetto di una riflessione critica che consenta un ragionevole confronto con gli altri. In un dialogo serrato con autori come Bernard Williams, Charles Taylor, Thomas Scanlon ed Emmanuel Mounier viene qui tratteggiata un'interpretazione di ispirazione kantiana delle ragioni morali e della loro valenza pubblica. Nella moralità mettiamo in gioco la nostra natura di persone libere per costruire un'identità individuale. Attraverso il confronto critico con il senso morale comune si esprime l'autonomia di individui impegnati nella formazione di sé e nella ricerca di una vita comune giusta. Il criterio morale fondamentale di questa costruzione è il rispetto per tutte le persone, inclusi noi stessi. Rispettare l'autonomia e l'integrità significa anche, per esempio, non deformare il corpo e i desideri delle persone, come minaccia di fare la nuova eugenetica. Le vite personali si propongono come uniche e irripetibili, ma il loro apprezzamento e il loro valore talvolta esemplare sono possibili solo se le """"buone ragioni"""" che le hanno orientate sono effettivamente ragionevoli."" -
Storia della decolonizzazione nel XX secolo
Nel secolo appena trascorso l'ordine mondiale è stato travolto - dall'Africa all'Asia - dalla lotta per l'indipendenza dei popoli colonizzati. Il crollo del sistema coloniale, che aveva portato l'Europa al dominio sulla quasi totalità dei continenti, e il fallimento della ""missione civilizzatrice"""", dietro la quale si mascherava lo sfruttamento economico dei territori conquistati, lasciarono finalmente ai popoli la facoltà di decidere del proprio destino. Ma l'indipendenza non ha sempre significato la vittoria della democrazia e dei diritti dell'uomo. Spesso il vecchio vincolo coloniale ha lasciato spazio a un rapporto di dipendenza economica e politica nel quadro dei rapporti tra Nord e Sud del mondo, e se ha permesso libertà ed emancipazione, la decolonizzazione ha generato tensioni, creato antagonismi, moltiplicato conflitti regionali e guerre civili. Con grande rigore e chiarezza espositiva, Bernard Droz analizza le diverse modalità, pacifiche o violente, in base alle quali essa si è declinata da un continente all'altro: una sintesi che ripercorre, in maniera cronologica e per aree geografiche, le tappe e gli sviluppi di quello che è stato uno degli episodi fondanti della contemporaneità, descrivendone strascichi ed eredità che rappresentano ancora oggi questioni aperte e dibattute."" -
Dire la pratica. La cultura del fare scuola
Attraverso le interviste a trentacinque insegnanti di tutti i gradi della scuola italiana, finalizzate a conoscere le azioni e le riflessioni che ne caratterizzano l'attività quotidiana, la ricerca mette in luce il profilo di un agire complesso, segnato in modo particolare dalla pratica del pensare come habitus che permette ai docenti di tessere un continuo dialogo tra sé, il mondo, la situazione concretamente vissuta a scuola, e di attuare forme di mediazione creativa tra saperi e contesti. Analizzando le differenti esperienze atte a dotare di senso il percorso formativo, il volume indaga ""dall'interno"""", per mezzo della voce dei protagonisti, le varie modalità dell'agire a scuola, senza sovrapporvi sistemi di pensiero astratti sulle competenze dell'insegnante e sulle sue funzioni, per restituire un quadro il più autentico e indicativo possibile."" -
Storia degli ultimi settant'anni. Dal XX al XXI secolo
Due elementi hanno caratterizzato il periodo che si aprì con il 1945: il sistema internazionale fondato sul bipolarismo e la guerra fredda, e lo sviluppo economico attuato sia dal capitalismo che dal socialismo. Le vicende di questi due sistemi cominciarono a intrecciarsi al principio degli anni settanta, quando si realizzò la distensione e l'Urss dovette aprirsi alle relazioni commerciali con il mondo capitalista. Il capitalismo riuscì poi a superare le crisi petrolifere, mentre l'Urss non seppe compiere il cruciale passaggio all'economia della conoscenza e dell'informazione e la sua sola potenza militare si rivelò una carta di basso valore. Finiva l'epoca storica dei rapporti fra sistema internazionale e sviluppo economico, segnata dalla stabilità. Con il capitalismo globale e la rivoluzione telematica, si fece strada l'unipolarismo politico-militare degli Stati Uniti, favorito dal moltiplicarsi dei conflitti locali e dal terrorismo islamico. La nuova edizione, aggiornata e interamente rivista, di questo libro introduce al possibile equilibrio che si viene profilando per il XXI secolo, con le disillusioni del capitalismo senza regole e la necessità di definire un sistema internazionale di multipolarismo politico. -
Storia politica dell'Italia repubblicana
Un'innovativa indagine storico-politica sull'Italia del secondo dopoguerra, che contribuisce anche a ripensare i fattori di continuità e discontinuità nella più ""lunga storia"""" postunitaria. Si muove dall'analisi dei caratteri genetici della cultura civica repubblicana, nell'intreccio fra ideologie politiche ed apprendistato alla cittadinanza, per giungere a coniugare in modo fecondo la storia delle istituzioni con quella della classe politica e delle passioni collettive. Ricco di nuovi percorsi di ricerca, il volume contribuisce a far emergere le peculiarità del caso italiano nel contesto delle trasformazioni delle democrazie europee."" -
«Documents». Una rivista eterodossa
Fondata dal mercante d'arte Georges Wildenstein e diretta da Georges Bataille, la rivista ""Documents"""" ha rappresentato, nel breve arco della sua esistenza (1929-1930), uno straordinario momento di ripensamento sia della nozione tradizionale di arte sia di quella di avanguardia, in grado di influenzare ancora oggi teorie e pratiche. In opposizione, da un lato, all'estetismo accademico, dall'altro, al surrealismo, la rivista - a cui parteciparono Cari Einstein, autore delta prima opera consacrata all'""""art negre"""", Michel Leiris e, sotto il nome di Georges Monnet, Claude Lévi-Strauss - attribuì un ruolo centrale alle scienze umane, in particolare all'etnologia, perseguendo una filosofia aggressivamente anti-idealistica in cui ebbe forte rilievo l'uso trasgressivo della fotografia e dell'immagine cinematografica, volto a scardinare il concetto di antropomorfismo. Il volume restituisce gli atti del convegno internazionale """"Documents"""", una revue hétérodoxe (Roma, Ambasciata di Francia, 11-12 giugno 2009), evidenziando con efficacia, attraverso i saggi di alcuni dei maggiori studiosi di Bataille e dell'immaginario visivo, l'originalità del contributo fornito da questa pubblicazione al processo di decostruzione delle categorie estetiche tradizionali.""