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Robert Pan. Sternenstaub/Quasar. Ediz. italiana e inglese
Il Quasar (contrazione del termine inglese Quasi stellar radio source, radiosorgente quasi stellare) è un corpo astronomico dall'intensa luminosità rossa, che secondo alcuni scienziati testimonia l'origine cosmologica delle galassie. Per l'artista Robert Pan il cosmo è un'ossessione ricorrente, un'immagine archetipica che riproduce la compagine dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo. Mostra e catalogo proseguono il percorso iniziato da Pan con le personali sul mistero insondabile dell'infinito: Dharma (legge cosmica), Lîlâ (gioco cosmico), Zenit e Sternenstaub (polvere di stelle). Pan plasma i suoi lavori come uno scultore, fabbricando l'oggetto per sovrapposizione di strati, per accumulazione di resine e pigmenti: è una prassi perfezionata in anni di sperimentazione, una tecnica connessa con lo spazio e con la dimensione del manufatto. L'artista sonda il cosmo per indagare l'uomo: nell'immensità eterica delle sue mappe, così simili agli universi della fisica quantistica, avvertiamo il fervore partecipe e trepidante di un sentimento umano, quasi troppo umano. -
Valentina D'Amaro. Oltre il paesaggio. Ediz. italiana e inglese
"Nella pittura mentale di Valentina D'Amaro il paesaggio, la natura e l'ambiente divengono immagini elaborate, che nello sguardo dell'artista si sviluppano, si evolvono, si susseguono fino a divenire astratte composizioni. La pittura è distesa nel suo lento procedere, con una """"calma quasi orientale"""", con una """"composta suspense"""" di disciplina e di controllo, e fa """"vibrare"""" in lente oscillazioni, negli strati del colore, come onde di pressioni, in quelle piatte campiture, verdi paesaggi che si sedimentano nell'animo. Valentina D'Amaro ha parlato di momenti ipnotici, dove la magnetizzazione imprigiona visioni e coinvolgimenti, e la nostra retina sembra gettarsi in una sorta di ipnosi ammaestrata da comportamenti inconsci, dove iniziano a emergere i topos dei ricordi. Quella ferma atemporalità che fa parallelamente scorrere natura e introspezioni.""""" -
Man Ray. 1944
"1944"""" è la storia di un eroe smarrito in una città immaginaria, una sorta di alter ego dell'autore, l'indimenticabile artista Man Ray, in un significativo momento storico, l'inizio della fine della Seconda guerra mondiale e il ritorno della speranza. Questo romanzo inedito trova oggi un editore che lo rende accessibile nella sua forma integrale. Il volume anastatico, in lingua inglese, riproduce il manoscritto originale e la calligrafia dell'autore, così come un'introduzione e una postfazione di Janus, critico sensibile ed esperto, a cui l'amico Man Ray lasciò in eredità le proprie pagine. Accompagnano il tutto alcune illustrazioni di opere di Man Ray degli anni Quaranta e un compendio in italiano a traduzione di tutti i contenuti. Come scrive Janus: """"1944 è un romanzo, ma è soprattutto l'idea di un romanzo. Nonostante la sua incompletezza - non è stato mai terminato tocca alcuni punti importanti della poetica di Man Ray: [...] l'ipotesi d'una città futura, d'una città del sole perennemente inondata di luce e di colori, la fantasia di un pittore che cerca conferma anche per la sua vocazione letteraria, che cerca un posto ben preciso anche per la parola, a cui Man Ray credeva moltissimo come elemento connettivo [...] tra la forma e l'idea""""." -
Franco Guerzoni. Musivum. Ediz. illustrata
"Musivum"""": il titolo stesso di questa mostra, che riunisce i lavori più recenti di Franco Guerzoni, ci conduce nel territorio dell'archeologia e di quella memoria antica, profonda e stratificata, di cui tutte le culture affacciate sul Mediterraneo, la nostra specialmente, sono più o meno consapevolmente intrise. È quello, del resto, il territorio in cui da sempre Guerzoni si muove con la serena consapevolezza di chi, come lui, può contare su una cultura vasta e profonda ed è dunque animato, secondo il principio socratico del """"so di non sapere"""", dalla curiosità intellettuale di conoscere, scavare, indagare. Ma se il territorio di scavo è lo stesso di sempre, è del tutto nuova la lingua con cui oggi Guerzoni ci fa partecipi della sua ricerca. Forte di questa familiarità con il passato, caparbiamente cercata e coltivata, l'artista si nutre senza remore del patrimonio visivo che tutti noi abbiamo ereditato, ma che non tutti conosciamo e riconosciamo con la sua stessa acuità di sguardo. Al passato è assegnato il ruolo di matrice e di nutrimento per ogni nuovo percorso, senza per questo essere appesantito da quell'eredità. In una parola, Guerzoni ha il dono raro di saper rendere davvero """"vivente"""" il lontano passato, traducendolo nella lingua del nostro tempo.""""" -
Aviero. Labyrinth. Il filo rosso della conoscenza
Catalogo pubblicato in occasione di una mostra presso la Pinacoteca Civica del Comune di Follonica, unica città della Provincia di Grosseto a detenere una struttura espositiva permanente, che stavolta ospita uno dei maggiori artisti contemporanei, Aviero, residente proprio in questo territorio. Con una serie di suggestive installazioni interattive ""Labyrinth"""" affronta il problematico rapporto dell'uomo con se stesso e poi con la diversità. L'artista propone sculture, pannelli a basso rilievo e disegni che raccontano, in modo del tutto personale e originale, la storia che ci viene dal mondo classico: il labirinto, Teseo, il Minotauro, il filo di Arianna. Il pubblico si confronta con se stesso e con l'altro, prendendo in considerazione il Minotauro che alberga nel proprio cuore: """"Il Minotauro - sostiene Aviero - rappresenta l'essere differente e Teseo non si presenta come il suo carnefice, ma come colui che vuole comprenderlo, per conoscerlo e per conoscersi, e che desidera farsi una ragione sulle diversità""""."" -
Bigas luna + Paolo Magis. Bioners 2012. Ediz. italiana e spagnola
Volume che testimonia il lavoro a quattro mani di due artisti, uno spagnolo e l'altro italiano, un affermato regista e un giovane talento, due mondi diversi che si incontrano sulla base di un comune linguaggio, quello dell'amore per l'arte e per la vita, per l'espressività e per la terra. Bigas Luna, artista multidisciplinare, sviluppa la sua opera pittorica e i suoi montaggi video-grafici parallelamente alla carriera cinematografica; Paolo Maggis ha recentemente festeggiato i dieci anni di attività ed è oggi una certezza del panorama internazionale. La loro collaborazione nasce in uno studio nelle campagne del tarragonese, in Spagna, lontano dalla città, a contatto con la terra, che significa origine, natura, energia. Il libro Carlo Cambi Editore è una conversazione tra i due personaggi, corredata da un testo del gallerista Pere Soldevila, da riflessioni della giornalista Roberta Bosco e da immagini dello studio, dei lavori in progress, della campagna circostante, dei prodotti della terra, degli animali, della vita che torna ad essere Bio. -
Arcangelo. Da terra mia, opere su carta 1983-2012. Ediz. italiana e inglese
Arcangelo è un artista radicale. Lo è in senso letterale e testuale, perché tutta la sua ricerca è fondata sul radicamento e sul senso di appartenenza, e sulla condivisione di un'eredità culturale, quella sannita, che egli ha saputo estendere e trasformare, fino a comprendere i retaggi di altri luoghi e altri popoli. L'affezione al luogo d'origine ha poi saputo evolversi e trasformarsi in qualcosa di più potente e universale, generando una pittura a vocazione ""globale"""", popolata di suggestioni provenienti dall'Africa e dal vicino Oriente, dal Mediterraneo, dalla lontana Cina e da molte altre realtà. Una selezione di circa sessanta opere su carta, dal primo ciclo Terra mia del 1983 fino ad arrivare a quello dell'estate del 2012, intitolato Ex-Voto, attraversando così quasi trent'anni di lavoro dell'artista. Terra mia è la chiave per comprendere l'afflato fisico e sanguigno della pittura di Arcangelo, tesa a scandagliare la natura non attraverso la luce chiarificante della ragione, ma tramite un'adesione sensuale, e spirituale, all'oggetto della rappresentazione."" -
Aldo Damioli. Generi e rigeneri. Ediz. italiana e inglese
Aldo Damioli e la sua pittura figurativa, a cui spetta l'arduo compito di rigenerare e attualizzare procedure che affondano le radici in un tempo lontano. Generi e rigeneri è, quindi, un titolo esemplificativo della speciale attitudine dell'artista, che interpreta la conoscenza tecnica e la riflessione sul linguaggio come parti fondanti di un processo in divenire. Damioli è, senz'ombra di dubbio, un pittore apollineo, capace di imbrigliare il daimon dell'espressività entro confini certi e di dominare il colore, la composizione e la prospettiva con scientifica acribia. -
Gilmour & Mathis. L'arte contemporanea incontra l'industria. Ediz. multilingue
Il rapporto tra arte e industria ha radici profonde, fin dal realismo pittorico di fine 800, dove rappresentazioni di vita reale prendono il posto di ambientazioni scenografiche e bucoliche di matrice romantica, per giungere al Futurismo che fonda le basi del proprio pensiero culturale ed espressivo nel dinamismo meccanico, nella velocità, nell'enfasi modernista. La maggior parte degli artisti opera in un ambiente metropolitano e globale, dove l'importanza dell'industria e il valore del lavoro sono intesi e vissuti come principi fondanti di una società competitiva, nonostante il periodo di contrazione economica. In questo senso si inseriscono le esperienze di Chris Gilmour e Jill Mathis. -
Alessandro Mendini, Francesco M. Caberlon. Stilemi moderni
Stilemi moderni è un confronto tra due artisti, Alessandro Mendini e Francesco Caberlon. Un confronto sviluppato in un territorio linguistico di confine, dove arte e progetto, pittura e graphic design si incontrano, rivelando per un attimo quell'alfabeto comune a tutte le discipline visive, che sono appunto ""gli stilemi"""". A questo si aggiunge poi l'attivazione """"moderni"""", che inserisce nel contesto visivo il fattore tempo, o meglio, il fattore """"storia"""": e sul difficile concetto di """"moderno"""", nell'evoluzione del suo significato, soprattutto Mendini ha costruito molta parte della sua riflessione teorico-pratica (se non altro per virtù anagrafica: più di una generazione lo separa da Caberlon) e l'ha proposta attraverso tavole e oggetti, molti dei quali presenti in mostra. Allo stesso modo, Caberlon presenta una serie di tecniche miste, in cui gli stilemi - anche qui - si rincorrono, e ripropongono la memoria di un apparato visivo ormai entrato a far parte della nostra quotidianità."" -
Giuseppe Maraniello. Attratti. Ediz. italiana e inglese
Antologica di Giuseppe Maraniello con opere comprese tra la fine degli anni Settanta e i giorni nostri. L'artista esordisce in un'epoca di sperimentazione nell'uso di fotografia e video, ma decide presto di ricercare nuovi orizzonti, dedicandosi al recupero della pittura e ai linguaggi tradizionali dell'arte. L'influsso delle esperienze poveristiche e concettuali degli anni Sessanta diventa per lui il punto di partenza per affermare una maggiore libertà espressiva. Attento e sensibile protagonista dell'arte contemporanea, Maraniello volge la sua vis creativa al recupero di miti e forme ancestrali, reinterpretati e tradotti nel linguaggio plastico della contemporaneità. Sin dagli inizi negli anni Settanta il suo itinerario artistico, in bilico tra pittura e scultura, si confronta dunque con la classicità, una sfida che lo induce a valutare la possibilità di una dimensione temporale e a intraprendere scelte formali ben precise. Il fascino delle sue opere deriva dal loro essere pitture e sculture al tempo stesso e dal combinare, in una magica coincidenza, imprendibili coppie dialettiche come arcaico e moderno, maschile e femminile, colore e forma, superficie e volume, pieni e vuoti. -
Arte in circolo. Gabriele Simei, Francesco Patriarca
Come spiega Gianluca Marziani: ""Due artisti, due personali ogni tre mesi: da una parte la pittura, dall'altra la fotografia. Un viaggio figurativo che è una sfida estetica tra linguaggi, tematiche e formule concettuali"""". Da una parte Gabriele Simei dialoga fluidamente con i materiali e la loro indole aperta. Parla in modo diretto, ma complesso, agli elementi fisici che diventano ingredienti elettivi della scultura. Nel farlo stabilisce una conversazione privilegiata tra il suo modus operandi e la radice plasmabile del metallo, del legno, del plexiglas... il colloquio che ne scaturisce indica un'attitudine alla manualità demiurgica, al rito plastico del modellare la base primordiale di una materia. Dall'altra Francesco Patriarca, il quale nasconde un processo artistico estremamente coerente ed unitario. Le singole opere agiscono, infatti, come tessere sagomate di un grande puzzle, che è l'artista stesso, la sua coscienza biografica, il suo universo di riferimenti metabolici. Dipingere su svariate superfici con tecniche diseguali significa proprio ricomporre una visione, organizzando l'impianto dello sguardo, la radice della molteplicità, l'imprinting della forma. Stesso discorso per i temi che l'artista affronta: sono cicli con una propria cronistoria, autonomi tra loro, eppure collegati da un identico sguardo metabolico, da un'attitudine che unisce contesti, visuali, interpretazioni."" -
Piume di amore
Un nuovo libro di poesie dell'artista di Pienza, Saba Cappelli. Un nuovo itinerario in un mondo di valori e sentimenti che sembrava tramontato, una raccolta all'insegna dell'amore, che è per tutti elemento vitale. Come le scrive il Prof. Bruno Aloia, artista del legno: ""[un] tesoro pieno di armonia, dai colori festosi, da cui non traspare più dolore, paura, ma il gusto della vita, l'amore per la natura che ti circonda ed una luce interiore, che anima ogni tuo verso. Sono poesie bellissime, una più bella dell'altra, esprimono l'impegno e la tua generosità nel voler donare a tutti, quello che hai sempre custodito nel tuo io""""."" -
Fiamma Zagara. Bipolarismi. Ediz. multilingue
Il lavoro di Fiamma Zagara è concettuale, ricco di elementi linguistici soggettivi, racconti vissuti in prima persona, diventati segni e immagini, che non fanno riferimento all'autoreferenzialità dell'arte, ma al dialogo tra il proprio universo e il mondo esterno. L'equilibrio, la simmetria, la proporzione, l'armamentario degli elementi che organizzano il lessico dell'arte classica, non sono più i riferimenti centrali e i modelli validi per l'adempimento della performance artistica utilizzata per raggiungere il risultato stilistico dell'opera. Lavori dall'aspetto informale gestiti da un'impostazione apparentemente distruttiva, bruciando corpi fisici riciclati con l'obiettivo di destrutturare, fondere, sformare ciò che prima aveva una precisa identità in qualcosa d'altro rispetto all'originale. La metamorfosi è il tema che guida l'ispirazione poetica e introduce alla questione dell'innovazione, intesa come esigenza di comprendere la propria personalità nel procedere della vita. -
Dino Boschi
Il maestro Dino Boschi, coerente per oltre 40 anni al proprio modo di dipingere, è rimasto fedele a una pittura che rappresenta la realtà dei luoghi da lui vissuti, realtà interpretata e mutevole solo per gli effetti di un raggio di luce o semplicemente per una differente prospettiva di osservazione. A coloro che guardano le sue opere viene restituita l'intenzione di evocare la suggestione di un momento, l'attimo di uno spostamento fissato sulla tela, di un ombrellone da spiaggia che si staglia sul cielo azzurro o di uno scorcio della stazione bolognese dei treni, che presto sostituiremo con una nuova e più moderna. Boschi quella stazione l'ha fermata con il pennello sullo sfondo di suggestivi tramonti bolognesi, dove le vite che si incrociano sono quelle dei binari. Dipingere, per l'artista, voleva dire dimostrare come la realtà fosse una finzione avvalorata dai sogni, e da suggestioni che nel racconto pittorico si sviluppano tra figure e colori. -
Vitali sospiri di luce
Un nuovo libro di poesie dell'artista di Pienza, Saba Cappelli. Un nuovo itinerario in un mondo di valori e sentimenti che sembrava tramontato, una raccolta all'insegna dell'amore e della famiglia: famiglia proprio come indissolubile amore, come scambio vicendevole e aiuto reciproco. -
Remotti di carta
Remo Remotti scriveva, disegnava, dipingeva, manipolava, costruiva, recitava, declamava, partecipava... entità umana per molti indefinibile, sfuggente come olio in discesa, geneticamente radicale e controcorrente, fuori da ogni categoria ma dentro il teatro delle voci libere ad altissima gradazione ""alcolica"""". Remotti era la voce atavica della città, un grido archeologico e futurista, un'opzione militante tra regola e sregolatezza. Tutto e il contrario del quasi tutto, sperimentando il confine e la contaminazione, lo slittamento verbale, il riciclo e il riuso, il sacro e il profano, l'alto e il basso ma anche l'intermedio quando necessario. Un artista che scrive per immagini, senza sforzo apparente, seguendo la linea rossa del cuore: questo libro ne è la prova mai scontata, un viaggio in cui il disegno aderisce emotivamente all'attore iconoclasta, al poeta polemico, al dissacratore arrapato. Tratto e stile sono la carta identitaria del nostro originale artista, dei suoi organi interni e del suo vestire figurativo."" -
Sergio Russo. Rilievi biologici
Un viaggio nel circuito biologico del riuso attivo, nei materiali saggi di una campagna generosa, pronta ad offrire lo spunto testuale, l'escamotage figurativo, la chiave concettuale. Quando parliamo di campagna s'intende, in realtà, il serbatoio continuo di scarti agricoli, meccanici, idraulici ed elettrici, che una tenuta nel verde produce a ciclo continuo. Immaginate una fucina in cui gli scarti vengono divisi per tipologia di materiale, un posto di attrezzi e macchinari da cui pescare con vorace energia. Adesso pensate a Sergio Russo, che gestisce quei frammenti con le sue mani flessuose, capaci di trattare il ferro e il legno con morbida passione. La fucina si trova nella campagna laziale, dove l'artista ha costruito il suo rifugio straordinario. Qui, seguendo le vicende cromatiche del paesaggio, Russo sviluppa le sue forme sinuose, i colori mai casuali, i prelievi di frammenti che giungono dal paesaggio. Qui sta nascendo un giardino tra land art e botanica visionaria, un luogo sorprendente, che rimanda ai singoli pezzi di una visione poetica tra natura e artificio. -
Spoleto contemporanea
È arrivato il tempo per Palazzo Collicola Arti Visive di fare il punto sulla Spoleto dei nostri giorni, di rivelare una città a tratti nascosta, ricca di talenti e idee, di persone che progettano e viaggiano, una Spoleto talvolta inaspettata, piena di contenuti e molteplici identità. ""Spoleto Contemporanea"""" è un radar che racchiude la Geografia delle Arti in un territorio circoscritto ma fertile. Sono stati scelti autori che dimostrano continuità rispetto al proprio passato o che sperimentano volentieri sul presente: veterani e giovanissimi, uomini e donne, coloro che sono rimasti e coloro che tornano, fino agli """"stranieri"""", che hanno scelto Spoleto come città d'elezione. Artisti ma anche architetti, designer, illustratori, videomaker e tutti coloro che producono fattori culturali ad un livello di adeguata qualità e contemporaneità, perché raccontare un territorio culturale significa tracciare una rete umana di visioni, intrecci, indicazioni, connessioni, cortocircuiti, e significa avere il coraggio di fare il punto, con la coscienza dell'errore e il vantaggio dell'intuizione."" -
Natino Chirico. Mitologie di un eterno presente
Un viaggio retrospettivo nella visione di Natino Chirico, le sue mitologie contemporanee, i suoi universi che si trasformano in calibrate alchimie pittoriche. Nato a Reggio Calabria nel 1953 e trasferitosi a Roma nel 1975, l'artista si divide tra la Capitale e l'Umbria, dove ha costruito la casa del benessere spirituale, il luogo della fuga senza fughe, lo spazio del viaggio interiore, il luogo in cui la luce assume un valore meditativo, i vuoti diventano pieni e il colore connette la retina alle ragioni del paesaggio. La mostra e il catalogo per Palazzo Collicola Arti Visive inizia con le opere nate tra la metà degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta. Sono quadri che indicano una prima strategia teorica: l'abbassamento della temperatura cromatica, la frammentazione della figura, la precisione iperrealista. Chirico escludeva qui la città e vincolava l'occhio agli strumenti domestici del fare pittura, dal cavalletto ai tubetti, all'autoritrarsi per dettagli. La svolta verso il colore arrivò poco dopo, nella seconda metà degli anni Ottanta. La figura si apre agli echi di un paesaggio avvolgente, fatto di colori vividi e astratti. Da un certo momento in poi l'autore intraprende il suo close-up sulle mitologie del presente, sui lampi che illuminano l'immaginario collettivo, come tanti soli che scaldano paesaggi sentimentali e vertigini emotive.