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Il match fantasma. L'America sognava Tyson vs Foreman. Intrighi e misteri vissuti a bordo ring
L’autore racconta le grandi sfide che attraversano la storia di trent’anni della categoria più prestigiosa, quella dei pesi massimi. A guidarlo è la caccia a un match impossibile, quello tra il più giovane e il più anziano campione del mondo di sempre. Mike Tyson era in difficoltà dopo Buster Douglas e tre anni di prigione. George Foreman era in grande spolvero dopo avere riconquistato il titolo contro Moorer a 45 anni. Dario Torromeo analizza i tentativi per mettere in piediquell’incontro, segue il percorso parallelo dei protagonisti.Leggendo il libro capiamo cosa abbia scatenato la ferocia di Tyson contro Biggs e Bruno, conosciamo meglio le angosce di Holmes e Spinks. Rubiamo la gioia di Foreman nel momento in cui mette ko Moorer, scopriamo i retroscena dell’insolito combattimento contro Hernandez. Uno che neppure quelli della sicurezza credevano fosse un pugile. L’autore, che ha vissuto queste storie da vicino, ci racconta le incredibili vite degli uomini che hanno inutilmente tentato di fermare Big George e Iron Mike, di quelli che li hanno inchiodati alla sconfitta. Un viaggio nel cuore della boxe e della società americana, da metà anni Settanta agli inizi del Duemila. -
La normalità del campione. Da Jordan a Senna, da Borg a Simoncelli, storie e leggende di 16 immortali dello sport
La storia dello sport è costellata di grandi figure, di campioni, di affascinanti storie personali. Il libro racconta sedici storie di protagonisti assoluti. Dallo sci al calcio, dal basket al tennis e al ciclismo, ma anche motori, nuoto, atletica leggera e ginnastica. Sedici atleti, quindici uomini e una donna, che non solo avevano alle spalle vittorie e record, ma possedevano anche e soprattutto una storia che parlasse di personalità tormentata, percorsi difficili, anni segnati dai drammi della vita, dalla fame e dalla voglia di emergere. Dentro queste pagine trovate Tomba, Sugar Ray Robinson, Pelè, Rivera, Chamberlain, Jordan, Spitz, Phelps, Lewis, Bolt, Coppi, Senna, Schumacher, Simoncelli, Borg e la Comaneci. Personaggi che possedevano non solo la voglia di vincere, ma anche quella di seguire un istinto primordiale, che poteva essere correre più velocemente, andare più in alto, metterci più forza o più incoscienza degli altri, e dimostrare a se stessi che i limiti che per altri sono invalicabili a loro hanno regalato la chiave dell'immortalità. Non dimenticando che lo sport è una delle chiavi del successo, ma non ci risparmia mai una punta di amarezza. Perché il destino non può essere cambiato neppure dalla più grande delle vittorie. -
Non è mai finita
Nato ai bordi dell'Italia ma in mezzo all'Europa, da Trieste Matteo Boniciolli intraprende un lungo viaggio che lo porta al centro della pallacanestro. L'esperienza giovanile, gli anni della Stefanel, la Nazionale, i primi successi a Udine, l'inaspettato trionfo ad Avellino. Ma anche le stagioni di Roma, Teramo, Messina. Il ritorno a Trieste. E poi il palcoscenico di Bologna, negli anni d'oro di Basket City. «Tutta la mia vita è stata decisa dal fatto che sono alto». I grandi americani, le riflessioni, i talenti italiani, le amicizie, i maestri, le rivalità. I derby fra Fortitudo e Virtus, vissuti da entrambe le panchine, con un rumore in sottofondo, «il rumore della battaglia, l'unica cosa che ci mancherà quando saremo vecchi e dimenticati». L'avventura all'estero: prima in Belgio, poi in Kazakistan, dove diventa anche et e viene premiato come migliore allenatore di Russia. E da lì la scelta sorprendente di tornare alla Fortitudo, in quarta serie, per riportarla al suo posto. Quella di Boniciolli è una vita tutta in direzione ostinata e contraria. Da quando Nicoletta, che sarebbe diventata sua moglie, lo convinse a non andare a vendere estintori, «perché tu sei nato per fare l'allenatore di pallacanestro». -
Binario 15. Il calcio britannico. Un viaggio in treno tra luoghi, rituali e rivalità senza tempo
In treno, ogni settimana, lungo tutto il Regno Unito.Il libro racconta un lungo viaggio tra riti e consuetudini del football britannico. La febbre del sabato narrata attraverso racconti e tradizioni, vicissitudini pallonare estoriche delle città visitate.Sulle coste meridionali della Cornovaglia c’è un legame intimo tra la squadra di Plymouth e i celebri avi: i Padri Pellegrini, che raggiunsero l’America nel 1600. Varcato il Vallo di Adriano, a Glasgow bisogna addentrarsi nel quartiere di Parkhead per vivere l’accesa rivalità non solo calcistica tra Celtic e Rangers. I tifosi diventano attori protagonisti in Galles: a Swansea detengono una quota della società e la gestiscono come fossero dirigenti a tutti gli effetti. A Londra ci sono le memorie di uno stadio demolito dopo 112 anni accanto al Castello di Anna Bolena. A Manchester è ancora in atto una rivoluzione, dove prima c’erano i fasti industriali ora c’è una capitale del calcio tra campioni, trofei e milioni di sterline. When Saturday Comes, la febbre è ancora alta ed è già tempo del prossimo viaggio. -
Juventus. Una storia scritta in panchina. Da Jeno Karoly a Max Allegri. Gesta e segreti di tutti i tecnici che l'hanno aiutata a crescere
Da Jeno Karoly a Massimiliano Allegri: centovent'anni di Juventus raccontati attraverso i suoi allenatori. Una galleria di ritratti che permette di ricostruire l'evoluzione di un mestiere e la storia di un grande club, tra successi e rare amarezze, cicli felici e momenti oscuri, impronte tattiche e psicologiche, sogni realizzati e speranze in frantumi. Ritratti di tecnici più o meno vincenti e di uomini diversi, per epoca e temperamento: la sensibilità di Sandro Puppo, il rigore di Heriberto Herrera, la spregiudicatezza di Gigi Maifredi, la carica di Antonio Conte... Sfilano meteore e monumenti, tradizionalisti e innovatori, catenacciari e zonaioli, ma sullo sfondo rimangono sempre una società importante e una Famiglia appassionata, gli Agnelli: nel 1923, appena eletto presidente, Edoardo volle il primo allenatore professionista e scelse Karoly; nel 2014, in un momento delicatissimo, il nipote Andrea ha puntato su Allegri, completando con lui la leggenda dei sei scudetti consecutivi. Prefazione di Massimiliano Allegri, introduzione di Massimo Giletti. -
Le quattro vite di Mike
È stato un grande campione, ma anche un tossicodipendente. Una star piena di dollari e un uomo di mezza età senza un centesimo. Ma soprattutto, Mike Mitchell è stato una persona vera, capace di misurarsi con debolezze e difetti senza mai mollare. Ad Atlanta, dove nasce, è una star all'High School e al College. Negli anni Settanta inizia la scalata nella Nba dove diventa una stella con i San Antonio Spurs. È la prima vita di Mike, non sarà la sola.La droga gli fa perdere tutto, costringendolo a lasciare gli States. In Italia assapora la terza vita. Gioca con Reggio Emilia un campionato da protagonista, è capocannoniere del torneo e a 41 anni va in campo per la semifinale scudetto. Si riscatta anche come uomo, mette a disposizione dei giovani la sua esperienza, impegnandosi al fianco dei ragazzi tossicodipendenti. La quarta vita si chiude tragicamente. Il cancro ai polmoni, le difficoltà per curarlo, l'aiuto dei vecchi amici. E poi la morte, a 55 anni. -
Che lotta è la vita. Emanuele Blandamura. Prima bullo, poi campione. Salvato da un nonno eroe
Emanuele Blandamura ha solo dieci mesi quando viene abbandonato dai genitori. Va avivere dai nonni, Felice e Isabella. Incubi e dubbi non lo lasciano mai. A 12 anni rischia di essere stuprato da un pedofilo, sfiora la depressione. Cerca aiuto nei posti sbagliati, prova la droga e ne esce. Arriva a sfiorare il suicidio. Lo salva nonno Felice, maresciallo dei carabinieri in pensione. Gli insegna ad amare la vita. È un rapporto speciale quello che nasce tra il ragazzo ribelle e l'anziano signore che ne ha vistetante nella sua esistenza. Guerra e prigionia comprese. La storia va avanti, sino a quando i ruoli si invertono. Il bulletto di periferia, capita la lezione, si prende curadel nonno malato. Il tempo passa, Blandamura diventa pugile: campione europeo, sfidante al mondiale dei medi. Ritrova la mamma dopo ventisette anni di silenzio, intensifica i rapporti con il papà dopo tanti problemi. Ma il dolore non l'abbandona, nonno Felice non c'è più. Tutto questo Lele racconta in prima persona. Sullo sfondo della storia c'è una Roma di periferia, palestre che sembrano grotte, strade violente,culture che si fondono. -
Non spegnete quel fuoco. I pompieri di La Spezia contro il Grande Torino. Una battaglia epica
La Spezia, autunno 1943. I bombardamenti devastano la città, il porto militare e le industrie belliche vengono presi di mira ogni giorno. La gente scappa nelle campagne, i partigiani organizzano la resistenza e vanno a combattere sui monti. I nazifascisti controllano il territorio: arresti, rappresaglie, fucilazioni, terrore. Si vive nell'inferno, paralizzati dalla paura. Ma in questo inferno, contro ogni logica, un gruppo di persone decide di inseguire un sogno: costruire una squadra di calcio e iscriverla al Campionato di Guerra Alta Italia. È un'impresa folle e, come tutte le follie, bellissima. I giocatori vengono arruolati nel 42° Corpo dei Vigili del Fuoco. Sono pompieri a tutti gli effetti: dormono in caserma e, quando serve, vanno a spegnere gli incendi e a aiutare la gente. Hanno il lasciapassare per viaggiare nei territori occupati dai tedeschi e, soprattutto, sono esentati dal servizio militare. Giocano a pallone per evitare la guerra. Una squadra di disperati che rischia la pelle, si diverte e, partita dopo partita, costruisce un'impresa che entra nella storia. La speranza, anche in mezzo al dolore, è una luce che sopravvive. -
Sotto una nuvola a forma di banana. Ironia, tecnica e storie di mare. Segreti di una vita in barca a vela. Ediz. ampliata
Come tradizione marinara vuole, Maurizio Lamorgese scrive per aiutare gli altri a non commettere i suoi stessi errori, a non sottovalutare il mare. Dopo aver preso la patente nautica, si ha spesso la convinzione di poter condurre qualsiasi tipo di mezzo. Un errore che si può pagare caro. L'autore colma questa lacuna nei suoi 40 capitoli, tutti tesi a fornire esperienze concrete al novello marinaio. Dalla navigazione alle riparazioni, dalla manutenzione della barca alla ricerca dello spirito del mare. Il tutto attraverso una vena ironica, mai didascalica e con uno stile narrativo che si avvale di divertenti aneddoti. ""Sotto una nuvola a forma di banana"""" è un testo ricco, intriso di """"filosofia del marinaio"""", preciso nelle puntualizzazioni tecniche e al tempo stesso profondamente spirituale. L'amore per il mare è inteso non soltanto come meta dei sogni, ma anche come luogo da vivere, rispettare, amare e preservare. Lamorgese, attraverso la sua esperienza, porta per mano il lettore in questo lungo cammino alla ricerca sì del modo migliore per andare a vela, ma anche e soprattutto per capire di più se stessi. Prefazioni di Michele Zambelli e Matteo Miceli."" -
Un milione di rovesci sbagliati
Mentre Nicola Argentieri, n. 4 della classifica ATP, veleggia senza problemi nel tabellone degli Internazionali, suo fratello Adriano, ex grande promessa del tennis, perde malamente al primo turno contro uno sconosciuto. L'ennesima conferma di aver gettato al vento il suo talento sprofonda Adriano in una cupa depressione. Lucio, amico di entrambi, prova a rincuorarlo, riuscendo a mettere Adriano di fronte a se stesso in una sorta di seduta psicanalitica in cui lo spinge a raccontargli tutto ciò che passa nella sua testa di tennista ferito. Nicola intanto prepara il match dei quarti contro il giovane ceco che ha eliminato il fratello. Vince facile il primo set, ma nel secondo si capisce che qualcosa non va come dovrebbe... Nasce da queste premesse una delle storie tennistiche più avvincenti, ricche di suspense e di colpi a sorpresa, “giocata” in presa diretta sul Centrale del Foro Italico, davanti a un pubblico che avrà la possibilità di vedere il proprio beniamino giocarsi il tutto per tutto contro i fantasmi del passato. -
E d'improvviso successe un Sessantotto. Città del Messico, Olimpiadi 1968. Gli otto giorni che sconvolsero l'atletica: battuti 24 primati che ancora oggi garantirebbero l'oro olimpico
Gli otto giorni che sconvolsero l'atletica, che continuano a sconvolgerla: ai Mondiali di Londra di pochi mesi or sono i campioni di mezzo secolo fa avrebbero messo le mani su dieci medaglie: sei sarebbero state d'oro. Quarantanove anni dopo! In un mondo mutato, in uno sport sottoposto a stucchevoli cambiamenti, ad adeguamenti alle mode, i giorni di Messico - come tutti giorni di quel '68 di sangue, tormenti, aspirazioni, voglia di libertà, fantasia che voleva arrivare al potere - rimangono meraviglie del possibile, una catena di racconti di fantascienza che seppero calarsi in uno stordente reale. Chi li ha vissuti da protagonista, da testimone diretto, da spettatore che guardava estasiato quelle immagini in bianco e nero, non ha dimenticato, non ha rimosso. Come il 1453, quando cadde Costantinopoli, come il 1789, quei giorni si trasformarono in un confine storico, in una nascita del moderno, in un respiro mai interrotto di contemporaneo. Riviverli è stato un piacere e un esercizio di ardore. -
Il paese più sportivo del mondo
"Quando Paolo Rossi segnò il gol al Brasile... quando Villeneuve fece quello storico sorpasso... quando Coppi conquistò l'Alpe di Huez..."""". Sono innumerevoli i quando entrati a far parte della nostra vita. Questo libro racconta quei momenti. La normalità dei protagonisti unita ai grandi momenti sportivi che si trovano ad assistere, anche solo davanti a una radio, a una televisione, a un maxischermo. Come quel tale che festeggiava i trent'anni di matrimonio e gli chiesero cosa ricordasse di quel giorno: """"Praticamente nulla, se non che era domenica e che la Fiorentina vinse a Napoli. Segnò Antognoni, su punizione."""" E poi c'è un piccolo paese toscano, più immaginario che reale. Lo chiamano """"il paese più sportivo del mondo"""", gli abitanti narrano storie alle quali non sarà difficile affezionarsi, perché parlano di noi. Gli abitanti del paese sono i motori delle storie: maestri e contadini, segretari comunali e preti, bottegai e bariste prosperose. Il paese più sportivo del mondo racconta storie così, dove ognuno è a suo modo protagonista di qualcosa che passa alla Storia." -
I predatori della gioia perduta. Dell'inarrivabile bellezza dei romanisti ed altri avvenimenti minori
"E quindi, dove eravamo rimasti? Ah, certo, stavamo giusto intonando """"che Salà, Salà, ovunque ti seguirem"""", che ecco sbarcà a Roma il prode Eusebio da Sassuolo. Un eroe dei nostri tempi, non tanto per quel che ha dato, ma per aver accettato, di buon grado, la panchina più chiacchierata e radiofonica d'Italia. Puntuali come un lunedì feriale, tornano più giallorosse che mai le pagelle e i commenti della pagina """"Sabatini acquista cose"""". Perché perso un Walter, riconfermato, seppur part time, un Warte, ecco sbarcare nella Capitale un Monchi. Un cambio di rotta in salsa spagnola, tra paella, Siviglia e sassuolizzazione, nella speranza di tornare a riveder trofei. Ed ecco che l'utopia, la terra promessa, diventa luogo di una possibile vacanza estiva. Mentre tutto scorre, tra l'evitabile e l'inevitabile,l'armata gialloroja comincia la scalata che non t'aspetti: Londra, Baku, Donetsk, fino alla Kamchatka, per arrivare ad attaccare la sede del partito catalano con tre carrarmatini. Sembra l'inizio di qualcosa, la fine della gioia interrotta, il passaggio epocale che da prede ci vede diventare predoni. Ma poi ecco tornare indietro quell'egiziano tutto sorrisi e Battisti...""""" -
Palombelle tra amore e guerra. L'incredibile storia di Dusan Popovic, il gigante fragile. Dai trionfi in acqua a una tragica fine
La pallanuoto occupa la scena, sullo sfondo la guerra etnica in Jugoslavia. Al centro un giovane serbo: Dugan Popovic, Pop per gli amici. Gentile nella vita, modi spicci nelle battaglie in acqua. Gioca nel Posillipo, squadra bella e vincente. La sua realtà è sconvolta dalla sfida di Champions a Becej, nel cuore della Serbia, contro la squadra del comandante Arkan: signore della guerra e di sanguinarie nefandezze. Vince il Posillipo. Pop è devastante, come la rabbia di Arkan. Un avvertimento mafioso allarma il gigante fragile. La casa dei genitori a Belgrado è privata dell'energia elettrica, unica nell'intera zona. Teme possa essere legato alla minaccia di morte per la sua relazione con la donna di un criminale. Torna a Napoli. Il campionato è alla stretta finale. Il contributo di Pop si rivela insufficiente. La notte della sconfitta decisiva, con la sua auto sgangherata è vittima di un frontale a Castelvolturno. I medici dicono: sarà tanto se tornerà a camminare. Ma la vita toglie e dà. A lui regala l'amore, quello di Nadia, giovane napoletana che lo seguirà anche a Firenze. Lì riprende a giocare. Diventa allenatore, ci mette il cuore. Poi scopre l'avversario più terribile, la depressione. Va a Belgrado. Cerca di recuperare il rapporto con la vita. Un altro incidente - forse d'auto o forse no - mette il punto definitivo al romanzo di Pop. Questa è molto più della storia di uno sportivo. È un intricato mistero, con dubbio finale. -
Carta, penna e calamaro. Storie di un marinaio in cucina
La cucina in barca nasce all'impronta, con ciò che si ha in mano, con quello che si è appena pescato, con pochi ma sani ingredienti. Non solo... È una cucina che cambia da un approdo all'altro, in ossequio alle tradizioni gastronomiche e marinare del posto, ma sempre con il filtro della fantasia di chi è chiamato a esibirsi ai fornelli. Così, Maurizio Lamorgese ha dato forma a questo libro, unendo i racconti e le esperienze di mare realmente vissuti, in giro per i porti del Mediterraneo, con i piatti (soprattutto primi piatti o piatti unici) che le risorse di giornata gli consentivano di realizzare. Fusilli alla sorrentina, durante un viaggio da Fiumicino a Policoro; la Carbonara di tonno, inventata dopo una giornata di pesca fra le isole greche; gli spaghetti al pesce spatola per allietare una sera a Procida; le alici fritte, in una ricetta ""rivista e corretta""""; e nella rada di Ponza, dopo una giornata terribile, gli immancabili Gnocchetti gamberi e zucchine."" -
Da calciopoli ai Pink Floyd. Una firma storica del Corriere della Sera intervista i protagonisti del grande calcio
Da Francesco Totti, bersagliato dalle barzellette fiorite sul suo conto, ad Andrea Pirlo, maestro di soccer a New York City, passando per il calcio mistico di Kakà. Dal sogno inappagato di Carlo Ancelotti alle Veline di Gigi Riva, fino alla turbolenta convivenza scozzese di Rino Gattuso con Gascoigne, nelle vesti di improbabile tutor. Sullo sfondo i piccoli-grandi avvenimenti che hanno contrassegnato quelle stagioni, non sempre facili, del calcio made in Italy. La ""colonizzazione"""" a tappeto da parte della televisione, iniziata negli anni Novanta, non soltanto ha stravolto usi e costumi del mondo del calcio, ma ha pure costretto i quotidiani a inventarsi un diverso modo di scrivere. In questa ottica anche le interviste hanno conquistato nuovi spazi sulle pagine dei giornali, con i personaggi spesso raccontati al di fuori dal loro ambiente professionale. Quelle raccolte in questo volume esemplificano in modo evidente il cambiamento: apparse sul «Corriere della Sera» tra il 2002 e il 2016, presentano sotto una luce insolita i protagonisti del pallone. Prefazione di Rino Gattuso e Andrea Pirlo."" -
Strepitosi. Il terzino sinistro da Renzo De Vecchi a Giorgio Chiellini. Da centoventi anni i maestri siamo noi
Undici fuoriclasse del calcio che hanno attraversato da protagonisti la storia del nostro Paese. Hanno tutti interpretato, a loro modo e sempre con grande successo, il ruolo di terzino sinistro, rappresentato tradizionalmente con il numero 3. Difensori insuperabili in copertura che diventato attaccanti, addirittura goleador. Figure che hanno sempre affascinato i tifosi ed esaltato la critica. Parliamo di Renzo De Vecchi, Umberto Caligaris, Luigi Allemandi, Pietro Rava, Virgilio Maroso, Sergio Cervato, Giacinto Facchetti, Antonio Cabrini, Paolo Maldini, Fabio Grosso e Giorgio Chiellini. Giocatori che provenivano e provengono da diverse squadre italiane (Genoa, Casale, Juventus, Inter, Torino, Fiorentina, Milan, Palermo) e indossando la maglia azzurra hanno contribuito alla conquista di quattro campionati mondiali, un'Olimpiade e un Europeo. In queste pagine, intrecciate con le vicende di un'Italia luminosa e drammatica come fu lo straordinario evolversi del contraddittorio Ventesimo Secolo, gli autori ci accompagnano attraverso un percorso fatto di aneddoti, curiosità, retroscena. Una storia lunga 120 anni. Momenti da non dimenticare, ma da rivivere con passione. -
Il Marchese del tennis. Retroscena, aneddoti e racconti esclusivi. L'autobiografia del più potente manager dello sport nell'Italia ruggente degli anni Ottanta
Questo libro lo ha voluto Cino Marchese. Lo ha pensato, lo ha raccontato di getto a Gaia Piccardi, che ha saputo renderlo frenetico e impulsivo proprio com’era la personalità di Cino, “inventore” della figura del manager sportivo in Italia, uno dei più importanti a livello mondiale. Poi se n’è andato. Si è spento, forse nella convinzione – è ciò che speriamo noi, che lo abbiamo conosciuto – di aver compiuto l’ultimo atto utile della sua incredibile vita. Marchese ha frequentato e spesso gestito molti dei più grandi personaggi dello sport degli anni dai Settanta ai Novanta: da Bjorn Borg ad Alberto Tomba, da Roby Baggio a Paolo Rossi, da Adriano Panatta a Mats Wilander. E poi Navratilova, Newcombe, Tiriac, Ivanisevic, Capriati, passando per Jiri Pellican e Rudolph Giuliani. Ha creato il Villaggio Vip agli Internazionali e gestito tornei importanti. Un racconto infarcito di aneddoti, retroscena, love story, miti internazionali dello sport e personaggi che non ti aspetti. Un divertente e incisivo affresco dell'Italia ruggente degli anni Ottanta e Novanta, una Dolce Vita vissuta intensamente sui courts del pianeta sport. -
La mia regola 18. Storia di un arbitro, di un padre, di un uomo felice
Se un giorno non fosse entrato in sezione per diventare arbitro, oggi farebbe ancora il mestiere che ha imparato da bambino andando a bottega da suo padre: insieme hanno girato le valli della Bergamasca per restaurare chiese, da piccolo era lui a preparargli gli scalpelli, le spazzole e la gommalacca. E magari nel tempo libero giocherebbe ancora a basket, la sua vera passione: la pallacanestro gli ha fatto incontrare gli amori della sua vita, Daiana e la Fortitudo. Il calcio è arrivato piano piano, con le figurine Panini che trovava nella tasca di papà, e poi è diventato molto di più. Quella di Paolo Mazzoleni è una storia sorprendente, fatta di cadute e di forza, di momenti complicati e di successi, di perdite laceranti e di passione, di insegnamenti che solo l’essere arbitro può dare. La regola 18 non esiste sui manuali: è semplicemente il buon senso. Una storia che si è illuminata con la nascita molto attesa ma inaspettata di Riccardo, il suo bambino, la sua vera ragione di vita. -
Juve in Coppa. Ieri e domani
Ronaldo non basta a realizzare il sogno.rnDopo cinque scudetti si chiude l’era Allegri,rnSarri rilancia la sfida.rnrnIl sogno di giungere sul tetto d'Europa parte da lontano. Nel 1925 Ferenc Hirzer arriva a Torino. È un attaccante magiaro dotato di scatto bruciante e incredibili capacità realizzative: 50 gol in 43 partite. Sembra un acquisto impossibile, Edoardo Agnelli e l'allenatore Jeno Karoly riescono a prenderlo. Si sta costruendo la squadra che Carcano guiderà più volte allo scudetto. C'è l'occasione per conquistare la Coppa dell'Europa Centrale. Ma la maledizione è in agguato. Il regime fascista impone norme restrittive sul tesseramento degli stranieri. Hirzer è costretto a tornare a casa, la Juventus abbandona il sogno europeo.Il libro è un viaggio nel tempo al seguito della Juventus in Europa, dagli inizi all'arrivo di Maurizio Sarri. Un racconto di felicità e tristezza, eventi dolorosi e giorni esaltanti. Anche nei momenti migliori la gioia non è mai totale. Si innesta un sortilegio che negli ultimi due decenni diventa un'ossessione.Estate del 2018. L'acquisto di Cristiano Ronaldo fa pensare che il sogno possa finalmente realizzarsi. L'eroe non delude, neppure davanti all'ostacolo più difficile, la partita impossibile contro l'Atletico Madrid. Ma l'Ajax spegne ogni entusiasmo.