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Scugnizzo. Una storia italiana
Lanciata dalle cronache del quotidiano «Il Mattino» e dalla letteratura, la parola scugnizzo si diffonde rapidamente nell'Italia del Novecento, veicolata anche da canali tipici della modernità (teatro, canzoni, cinema), in una storia in cui entrano poeti e cronisti, poliziotti e criminologi, attori e cantanti, ricchi filantropi e sacerdoti, ma anche i futuristi e gli eroici scugnizzi delle Quattro Giornate di Napoli del 1943. Attraverso le testimonianze di fonti diverse, questo libro ricostruisce la storia di scugnizzo a partire dal dramma sociale dell'infanzia abbandonata, che in diverse città europee (Londra, Napoli, Milano, Torino, Firenze) si trovava a stretto contatto con la malavita. Proprio ascoltandola dai bambini di strada il poeta Ferdinando Russo (1866-1927) scoprì la parola scugnizzo come voce del gergo, da lui in precedenza mai sentita in napoletano. I dati storici e ambientali incoraggiano ora una nuova ipotesi etimologica orientata a sondare la particolare creatività del lessico gergale e delle sue motivazioni semantiche. -
Miti cristiani e forme del politico nella letteratura del Rinascimento
Dedicati al rapporto tra letteratura, religione e potere politico, i capitoli di questo libro affrontano, prendendo spunto dalle opere di scrittori di prima grandezza (Guicciardini, Della Casa, Folengo, Tasso) ma anche di personaggi meno noti (Ferrante Carafa, Tommaso Buoninsegni, Giovanni Fratta), una serie di questioni cruciali per la civiltà del Cinquecento: il rapporto tra profezia e astrologia, la rappresentazione in forma epica di eventi contemporanei reali o fittizi, le relazioni tra intellettuali e forme del potere. Le pagine dedicate all'arte metaforica di Giacomo Lubrano, inserite in appendice per ragioni cronologiche, costituiscono la prosecuzione del medesimo discorso in un contesto storico ormai profondamente mutato. -
Racconto & storytelling. Attualità e forme del narrare
La magia della narrazione ha da sempre rapito la mente dell'uomo con il suo potere immaginifico e la capacità di creare ponti tra generazioni, di trasmettere valori e di costituire un'identità comunitaria, nelle sue forme più svariate: il mito, la fiaba, la favola, il racconto, il romanzo. Oggi l'arte del narrare è ancora più centrale: ci si racconta sui social network e sui blog, si leggono reportage narrativi, si scrivono fanfiction sulle community; persino i selfie e i video su Snapchat non sono altro che un modo di raccontare la propria storia. Per non parlare dell'ambito della comunicazione (d'azienda, politica, turistica ma non solo), in cui l'evoluzione delle tecniche di storytelling dà vita a coinvolgenti universi narrativi per promuovere un prodotto, un marchio, ecc. Il volume passa in rassegna le modalità di racconto del sé e del mondo, partendo dalla tradizione orale, per poi concentrarsi su elementi di narratologia, sui tipi di storytelling e sui suoi settori di applicazione, affrontando inoltre il tema dell'autobiografia (e la sua trasformazione in personal storytelling) e, in ambito giornalistico, quello del reportage narrativo. -
Le migliori gioventù. I periferici e la sessualità nella narrativa italiana del secondo dopoguerra
Nello spazio globalizzato della contemporaneità, il concetto stesso di distanza sembra essere stato abolito; eppure c'è chi ancora parla di centri e periferie, richiamando l'attenzione su un divario che si sta accentuando. Non sarà, dunque, anacronistico ripensare il nostro passato prossimo, gli anni dalla Liberazione al 'Boom', che costituirono per l'Italia uno spartiacque economico, culturale, forse antropologico. Moravia, Brancati, Parise, Pasolini, Bianciardi, Viani, Morante, Testori, Cassola, Meneghello, Fellini hanno raccontato il cambiamento, assumendo come punto di osservazione il rapporto tra giovani e sessualità, inscenato in vacillanti microcosmi marginali. Hanno rappresentato, cioè, le seducenti ambiguità insite nell'omologazione portata avanti dai centri e, al contempo, la varietà fascinosa e declinante di province e periferie. -
Al femminile. Scritti linguistici in onore di Cristina Vallini
"Il volume che ci accingiamo a presentare è un contributo in onero di Cristina Vallini, offerto da amici, colleghi e allievi, che hanno voluto cimentarsi intorno a un tema a lei caro, quello del femminile, affrontandolo secondo una pluralità di prospettive, tutte da lei nel tempo variamente e sapientemente esplorate.""""" -
Dialetto e canzone. Uno sguardo sulla Sicilia
Negli ultimi decenni la canzone in dialetto ha conosciuto una straordinaria fioritura in concomitanza con lo ""sdoganamento"""" delle varietà locali. Oggi che nel nostro Paese il processo di italofonia può dirsi pressoché concluso, si ritorna al dialetto per una specie di senso di nostalgia. E mentre il dialetto perde parlanti nativi e funzioni comunicative """"ordinarie"""", compare in ambiti nuovi, fino a qualche tempo fa del tutto impensabili. Così nella canzone, dove si presta ad ampliare il «potenziale di variazione», a soddisfare bisogni espressivi ai quali l'italiano non sembra in grado di rispondere e, più in generale, a simboleggiare il ritorno alle radici come """"meccanismo di difesa"""" dall'effetto alienante della globalizzazione. Il volume descrive il dialetto nella canzone facendo riferimento ai testi di artisti prevalentemente siciliani all'interno di un panorama ampio ed eterogeneo che abbraccia le esperienze di successo anche internazionale (Carmen Consoli, Franco Battiato, Agricantus) e quelle più locali e meno note."" -
Ecce video. Tv e letteratura dagli anni Ottanta a oggi
«Il libro di Melani e Venturini copre un periodo che va dalla conclamata conquista dell'egemonia mediale da parte della tv, all'inizio degli anni Ottanta, sino ai nostri anni, in cui l'abdicazione verso rete e new media - attesa come nella Fortezza Bastiani lo erano i Tartari - non è ancora intervenuta. Sono i decenni in cui il dibattito è passato dagli ultimi fremiti apocalittici sulla «cattiva maestra» a interrogativi meno superficiali e moralistici sul modo in cui la tv costruisce e modella ciò che presenta e rappresenta. [...] Dalla televisione come male, flagello che cí sferza dall'esterno per soggiogarci, alla televisione come forma di modellizzazione sociale, che ridisegna e ridefinisce gerarchie e ruoli attraverso il criterio unico dell'intrattenimento. [...]. L'«Ecce Video» letterario è diventato così un «Ecco a noi»: un modo per chiederci quale sia l'acqua in cui siamo immersi e in cosa consista il nostro flagello, attuale e virtuale al tempo stesso.» (dalla Prefazione di Stefano Bartezzaghi) -
L' e-taliano. Scriventi e scritture nell'era digitale
Il volume raccoglie cinque saggi su quella varietà di scritto che qualche anno fa Giuseppe Antonelli, autore della messa a punto che fa da apertura al volume, ha denominato e-taliano; seguono quattro contributi dedicati rispettivamente alle risorse digitali nell'insegnamento dell'italiano (Stefano Telve), alla tipologia delle scritture spontanee di scriventi non professionisti (Giuliana Fiorentino), alla scrittura burocratica che cerca sul web quella chiarezza che non è stata raggiunta in oltre vent'anni anni di interventi legislativi (Sergio Lubello) e alle produzioni dei nuovi semicolti (Rita Fresu). -
Fake news. Cosa sono e come imparare a riconoscere le false notizie
Le fake news sono nate con Internet e i social network o anche questa è una bufala? Come si fa a riconoscere una notizia vera da una falsa? Ma, prima ancora, cos'è una fake news, chi le crea e perché? A queste e a molte altre domande risponde Michelangelo Coltelli, fondatore di BUTAC - Bufale un tanto al chilo - uno dei blog di fact-checking più letti in Italia, insieme al suo braccio destro Noemi Urso. Gli autori ci portano indietro nel tempo, fino ai tempi di Costantino, per farci scoprire che le fake news ci accompagnano da secoli, e poi ricondurci al presente, pagina dopo pagina a capire come non perdersi tra le milioni di informazioni che ci scorrono sotto gli occhi ogni giorno. Questo attraverso degli indicatori, delle ""spie"""" che ci aiutano a valutare se ciò che leggiamo è attendibile o meno e dunque a non diventare anche noi dei """"condivisori"""" di false notizie, online e offline. Una guida """"antibufala"""" da tenere sempre a portata di mano, ricca di consigli, spunti di riflessione, approfondimenti, strumenti e luoghi del web a cui affidarci per verificare i fatti, e vederci più chiaro."" -
People watching in rete. Ricercare, osservare, descrivere con l'etnografia digitale
Perché le persone decidono di far parte di una comunità virtuale e condividere le proprie esperienze? Con che linguaggio si relazionano sui social? Quali sono gli usi, i costumi e i rituali? L'etnografia digitale mappa e descrive i comportamenti umani in Rete, prendendo in prestito dalle scienze umane la paziente attitudine all'ascolto e all'osservazione: insomma, anziché studiare le persone nascosto dietro un cespuglio, il ricercatore lo fa mimetizzato in un gruppo chiuso su Facebook. Facendosi strada tra trending topic, gattini, small data e nuovi linguaggi condivisi, dribblando profili fake, lurker e ""marchette"""", analizzando le community più svariate - dai tifosi della Juventus ai fan di Nino D'Angelo, passando per Trump e le mamme pancine Alice Avallone traccia un percorso agile, pratico e ricco di storie che aiuta a capire meglio chi sta dall'altra parte dello schermo e, in fin dei conti, chi siamo noi quando ci muoviamo e conversiamo nei territori digitali. Si parte con lo studio: dalle osservazioni sui barbari nelle Storie di Erodoto del V secolo a.C. ai Cyberculture Studies degli anni Novanta. Poi, soprattutto, si fa pratica sul campo: si esplorano le motivazioni che ci portano a far gruppo sul digitale, i codici linguistici più ricorrenti, le emozioni che si nascondono dietro emoji e parole. E infine si scrive. Per raccontare il nostro presente e le tendenze del futuro."" -
La scoperta della lingua italiana. Linguistica per insegnare nella scuola dell'infanzia e primaria
Scoprire significa vedere qualcosa che c'è ma che fino a quel momento non si vedeva. Associamo di solito questa parola alle grandi conquiste di conoscenza compiute dall'umanità: il fuoco, l'America, la gravità. Se ci pensiamo un momento, arrivare a comprendere e a usare la propria lingua materna e poi a riflettere su di essa fino a svelare i segreti dei complessi meccanismi che la regolano, non è altro che una straordinaria scoperta. Un viaggio affascinante che ci coinvolge e ci attrae fin da bambini, ma che ha bisogno di guide che scelgano le tappe del cammino adatte alle forze del gruppo, che aiutino a trovare le soluzioni di fronte agli ostacoli, che siano consapevoli della potenza dello strumento linguistico e riescano a trasmettere l'entusiasmo della ricerca. In questo manualetto di linguistica italiana la materia è stata scelta e proposta tenendo conto dei bisogni degli insegnanti di scuola dell'infanzia e primaria, in modo che i futuri insegnanti sappiano aprire varchi, illuminare passaggi oscuri, stimolare i propri allievi allo smontaggio e riassemblaggio dei pezzi che compongono la lingua, facendo così emergere in superficie tutto quello che i bambini sanno e sanno fare senza averne consapevolezza. -
La lingua del bugiardino. Il foglietto illustrativo tra linguaggio specialistico e linguaggio comune
Perché ci si riferisce al foglietto illustrativo dei farmaci con un termine come ""bugiardino"""", così fortemente connotativo in senso negativo? In cosa consistono le """"bugie"""" che tale tipologia testuale veicola? Questo volume offre un'analisi linguistica del bugiardino, cercando, tra l'altro, di mettere in evidenza le ragioni di tale difetto comunicativo. L'analisi, condotta nei suoi diversi livelli di strutturazione linguistica, da quello testuale a quello morfo-sintattico e lessicale, conferma come l'obiettivo divulgativo (il foglietto illustrativo è, o dovrebbe essere, destinato al paziente) rimanga non pienamente realizzato. Nonostante ciò, nel libro, viene anche sottolineato come negli ultimi anni si sia avviato un processo di semplificazione nella scrittura dei foglietti illustrativi che li renderebbe sempre meno """"bugiardini""""."" -
L' italiano che parliamo e scriviamo
Undici studiosi fanno il punto sullo stato dell'italiano. La lingua non è uno strumento neutro: rivela la nostra visione del mondo, il nostro stile di vita; plasma la realtà che ci circonda, modificando valori e significati. La lingua è da sempre lo specchio di una società e l'italiano non fa eccezione. Porta in sé - stratificati - secoli e secoli di storia, ma continua a riflettere - giorno per giorno - l'evoluzione del nostro costume, della nostra mentalità, delle nostre abitudini. E infatti l'italiano continua a cambiare: cambia il nostro modo di usarlo, perché cambia il mondo in cui lo usiamo. Se si guarda a ciò che è accaduto negli ultimi decenni, ci si trova di fronte a una vera rivoluzione. Per la prima volta, grazie a Internet, l'italiano ha preso a essere non solo parlato ma anche scritto quotidianamente dalla maggioranza degli italiani. Una novità apparentemente paradossale, visto che l'italiano è nato e vissuto per secoli quasi soltanto come lingua scritta, e clamorosa, se si pensa che l'italiano scritto è sempre stato tanto forte nella sua codificazione quanto debole nella sua diffusione. Dopo aver conquistato l'uso parlato (a scapito del dialetto), la lingua nazionale ha finalmente conquistato anche l'uso scritto di massa (a scapito del non uso). E ciò comporta il venir meno delle coordinate che avevano caratterizzato e condizionato la scrittura per secoli. -
«Non ho scritto che un romanzo solo». La narrativa di Italo Svevo
L'ipotesi che sorregge questo libro è tanto semplice quanto economica. Per tutta la vita Svevo si è interrogato unicamente su un problema: il rapporto che lega e contrappone razionale e irrazionale, unità e caos, ordine e istinto. È il problema centrale del modernismo europeo, ossia, limitando lo sguardo al contesto italiano, dei primi trent'anni del Novecento; un problema però che non nasce dall'oggi al domani, ma trova le sue prime forme di gestazione già nel XIX secolo. E proprio i germi culturali di questa incubazione vengono prontamente colti da Svevo nei due romanzi di esordio, e poi, una volta deflagrati, eletti a principale oggetto di riflessione nella narrativa degli anni Venti. I sette saggi ripercorrono questa riflessione sveviana, che è caratterizzata da una progressiva evoluzione e non da rotture e scarti. È del resto lo stesso Svevo a rimarcarlo, quando nel 1927 scrive a Enrico Rocca: «non ho scritto che un romanzo solo in tutta la mia vita». -
Gli accoppiamenti maliziosi. Scambi e contatti di lingua, e altro, tra italiane e inglesi
Gli accoppiamenti maliziosi del titolo sono quelli tra parole inglesi e italiane. Nel volume si ripercorre la storia dei rapporti tra le lingue e si descrivono le principali caratteristiche dell'influsso inglese sull'italiano contemporaneo. Con lo spunto del sesso si vuol rendere la lettura più leggera e stuzzicare la curiosità del lettore su singoli casi, non sempre noti, per introdurre alcune nozioni scientifiche fondate sugli studi più aggiornati sul tema. Il volume si divide in cinque parti e dopo la storia e aspetti di politica linguistica passa a esaminare fatti di semantica e di morfologia, per poi approfondire problemi linguistici specifici, come pronuncia e grafia, formazione delle parole, interiezioni e ideofoni, e singole questioni di lessico e sintassi. -
Noir Sardegna. Percorsi controculturali e indagini storiche nel romanzo poliziesco contemporaneo
Negli ultimi vent'anni, la narrativa sarda è stata profondamente rinnovata dal romanzo poliziesco. Particolarmente versatile e aperto a temi che vanno dall'antropologia alla storia e dalla società alla scienza, il genere noir ha contribuito in modo straordinario al rinnovamento dell'immaginario associato alla Sardegna rimasto spesso ancorato a vecchi stereotipi, anche letterari, che il poliziesco sembra voler decostruire. Noir Sardegna prende in esame romanzi di Giulio Angioni, Flavio Soriga, Marcello Fois, Luciano Marrocu e Giorgio Todde. Abbracciando tematiche socio-antropologiche e storiche, questi scrittori sono accomunati non solo dalla capacità di far evolvere il genere poliziesco ma anche dall'elaborazione di un discorso controculturale che ci invita a rileggere criticamente fatti storici e culturali al fine di svelare, ed eventualmente smentire, i valori e i luoghi comuni che hanno alimentato l'immaginario collettivo sulla realtà sarda, e più generalmente italiana, ieri e oggi. -
Immaginari per viaggiatori. Raccontare territori, luoghi e storie al turista
Se ben scelte, le parole sono magiche: prendono il turista per mano, lo accompagnano alla scoperta di nuovi territori e lo immergono in vibranti mondi narrativi. Quando poi queste parole si trasformano in storie, allora la scrittura si fa ancora più interessante. Da dove si parte per descrivere un territorio, una città, un set naturale? E un hotel, un ristorante, un'attività commerciale o culturale? Come si raccontano gli spazi senza inciampare nei cliché e a cosa possono servirti le figure retoriche? Mettiti un paio di scarpe comode e inizia a sfogliare questo libro: imparerai a descrivere i colori del mare con Foster Wallace, la geometria della campagna con Soldati, il via vai nelle strade con Gogol'. Che sia per una pagina di un portale turistico cittadino, una brochure di un B&B o un canale Instagram di un museo, non importa: qui dentro c'è tutto l'occorrente per ispirare le persone in cerca di esperienze di viaggio wow. -
Napoli città mondo nell'opera narrativa di Francesco Mastriani
La lingua di Mastriani, immenso tesoro ancora tutto da scoprire e apprezzare, è testimonianza enciclopedica della cultura napoletana. Storia, scienza, folklore, letteratura, teatro, arte e musica sono le aree tematiche dello sterminato repertorio linguistico dello scrittore. Come non riconoscere, con best sellers a catena delle centinaia di edizioni dei volumi, il valore sociale, o meglio socio-antropologico, di questo monumentale prodotto letterario? Il quale, a pronto uso e consumo del popolo che presenta e rappresenta, dà ad esso, ovvero alla fascia più ampia della popolazione di lingua italiana, voce propria, identità e occasione vera di emancipazione dall’ignoranza e dall’abulia sociale. -
Dante visualizzato. Carte ridenti. Vol. 3: XV secolo. Seconda parte.
Il volume, terzo della fortunata collana «Dante visualizzato», indaga la tradizione illustrata di quel periodo di snodo della cultura europea e umanistica che è la seconda metà del XV secolo nel quale l'invenzione della stampa ha permesso di affiancare ai manoscritti miniati l'inedito manufatto costituito dagli incunaboli illustrati. La rivoluzione generata dalla moderna editoria determina una rinnovata temperie intellettuale e artistica che, pur mantenendo sempre stretti certi legami concettuali e immaginifici con il Medioevo declinante, annuncia un nuovo rapporto tra esegesi e figurazione, modifica il rapporto con l'utenza a cui i prodotti sono destinati: si perde l'unicità dell'oggetto ma si allarga al contempo la fruibilità dei lettori, spingendo gli illustratori a sperimentare nuove tecniche di rappresentazione artistiche che si affermano soprattutto nelle xilografie. Che questa seconda metà del XV secolo sia realmente una stagione di feconda articolazione tra due tipologie di manufatti è attestato dal magnifico codice Urbinate Latino 365, commissionato da Federico da Montefeltro a Guglielmo Giraldi nel 1474, e che «conclude la stagione della produzione miniata dei codici della Commedia» (Cieri Via), solo di qualche anno dunque precedente al primo incunabolo illustrato. -
Lingue, scuola, cittadinanza
Il rapporto tra lingue, scuola e cittadinanza sembra essere diventato negli ultimi anni un tema di attualità, soprattutto in relazione al fenomeno migratorio. In realtà, si tratta di una questione che ha radici lontane. La 'cittadinanza' si è sviluppata per lo più come una nozione giuridica, mentre è rimasto spesso in ombra il legame fondativo con la lingua. La prospettiva da cui parte questo volume, articolato in due parti, è diversa e riguarda il ruolo delle lingue e dell'educazione nell'elaborazione, teorica e storica, del concetto di cittadinanza e del suo concreto esercizio. La prima parte ripercorre i momenti essenziali di questa elaborazione a partire da Aristotele fino al secondo dopoguerra. La seconda parte analizza il ruolo della scuola e dell'educazione linguistica per la costruzione della cittadinanza democratica sulla base dei principi costituzionali. L'analisi della dinamica tra plurilinguismo, didattica, istruzione e cittadinanza è uno degli argomenti centrali del volume, e viene sviluppata anche riguardo alla cittadinanza europea, al contesto migratorio e alle seconde generazioni. Si tratta di temi ineludibili, sui quali questo lavoro intende dare un contributo di riflessione.