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Saggi aretini. Anatomia di un dialetto
I venticinque saggi raccolti nel volume sono il frutto di più di trent'anni di ricerca dedicata alle parlate delle quattro vallate aretine e in particolare del Casentino e della Valdichiana. Poco trattata dai cultori della dialettologia italiana, l'area aretina, grazie alla sua posizione di confine fra Toscana e Umbria, offre spunti interessanti per saggiare gli strumenti interpretativi della geografia linguistica e il suo dialetto è una delle chiavi più penetranti per rileggere con altri occhi le vicende travagliate della sua storia. Lo scavo etimologico del suo lessico, deposito di arcaismi inediti e di creazioni originali, rivela aspetti della cultura materiale e spirituale che di solito sono appannaggio dell'etnologia e dell'antropologia, aprendo prospettive di mondi lontani dalla nicchia a prima vista ristretta del vernacolo. Infine lo studio stratigrafico dei toponimi permette di attraversare tutte le fasi storiche del territorio e dei popoli che lo hanno abitato fino a raggiungere le radici remote della preistoria. -
Scrittori e intellettuali italiani del Novecento on the road
Il Novecento letterario italiano è un crocevia di strade che hanno condotto i nostri intellettuali ai quattro angoli della terra. I contributi qui raccolti esaminano le interazioni fra mobilità geografica, scrittura letteraria e circolazione di idee; non mancano i viaggi associati ai generi e alle modalità tradizionali della letteratura odeporica, ma in non pochi casi le esperienze di esilio, migrazione e dispatrio danno adito a forme di scrittura innovative, in cui la tensione conoscitiva si associa a sentimenti di spaesamento o straniamento. Gli autori di questo volume si sono avventurati dall'Europa all'America, dall'Asia all'Africa sulle orme di scrittori fra loro molto diversi: Aleramo, Bontempelli, Buzzati, Cardarelli, Celati, Cialente, De Céspedes, Landolfi, Manganelli, Montale, Moravia, Parise, Pasolini, Pintor, Raboni, Silone, Vittorini, Tabucchi, Tondelli, Ungaretti. Chiude il libro un Indice dei nomi, dei luoghi e delle parole chiave che potrà servire da bussola per orientarsi sulla mappa ideale che si troveranno davanti i lettori on the road. All'interno i saggi di Pierluigi Pellini, Doris Nátia Cavallari, Martina Damiani, Fabrizio Fioretti, Rosario Gennaro, Monica Biasiolo, Salvatore Renna, Gianni Cimador, Nicoleta Calina, Maria Belova, Olga Gurevich, Valerio Angeletti, Ludovica del Castillo, Rosina Martucci, Donatella La Monaca, Chiara Marasco, Liudmila Saburova, Remo Castellini, Aleksandra Koman, Sara Faccini, Nunzio Ruggiero, Stefania Petruzzelli, Leonarda Trapassi, Corinne Pontillo, Letizia Vallini e Lin Yang. -
Decostruzioni dell'Homo Italicus nella poesia italiana del Novecento. (Pascoli, Gozzano, Campana, Gobetti, Montale e il secondo Novecento)
La riflessione sullo strappo nella poesia del Novecento rispetto ai canoni più tradizionali e vincenti dell'Homo Italicus, come potremmo chiamare il prototipo letterario e culturale dell'Italiano sedimentatosi nei secoli, emerge sin dal titolo del volume. Fondamentale, nel rompere quel canone, è il Gobetti lettore di poesia e critico implacabile degli aspetti più inquietanti e reazionari dell'«autobiografia della nazione». Proprio il dialogo di Montale con Gobetti e Papini fa da cerniera tra primo e secondo Novecento, riflettendo su «ciò che siamo» e ancor più «non siamo». A precederlo alcuni dei suoi padri nobili: Pascoli, Gozzano e Campana; a seguirlo, le voci maggiormente rappresentative del genere poetico di contestazione più radicale: quella forma invettivale quanto mai viva nel secondo Novecento e oltre. Tra le peculiarità di questo volume di Carla Chiummo spicca la scelta di un taglio ""militante"""" e insieme attento - come è proprio della metodologia della studiosa - alle caratteristiche stilistiche, linguistiche e intertestuali degli autori qui attraversati."" -
L'italiano lungo le vie della musica: l'opera lirica
Il prestigio della cultura musicale italiana è ancora oggi testimoniato dai vari italianismi utilizzati in numerose lingue straniere (adagio, allegro, pizzicato, soprano sono solo alcuni degli innumerevoli esempi) e riflette il fatto che l'italiano, lingua di per sé ancora oggi percepita come particolarmente ""musicale"""", era considerata in passato addirittura la lingua della musica per eccellenza. In questo volume si affronta il tema dell'italiano dell'opera lirica: dal punto di vista linguistico-musicale con interventi su singoli autori e su specifici contesti (Francia, Croazia, Ungheria, Egitto), dal punto di vista didattico con approfondimenti su singole opere (come la Cenerentola di Rossini), su particolari problematiche (come l'acquisizione della pronuncia, la costruzione del sillabo) e su specifici profili di apprendenti (studenti, cantanti e musicisti di madrelingua francese, russa, cinese, tedesca). All'interno saggi di Pierangela Diadori, Guglielmo Pianigiani, Ilaria Bonomi, Giuseppe Barbaro, Maria Luisi, Maura Filippi, Tamara Török, Shaima Fathy Semman Ismaiel, Fabio Rossi, Fanny Eouzan, Luciano Pellegrini, Anna Aksenova, Beatrice Fanetti, Jessica Lombardi, Maria Cecilia Luise, Giulia Tardi e Paolo E. Balboni."" -
Oceano Mediterraneo. Naufragi, esili, derive, approdi, migrazione e isole lungo le rotte mediterranee della letteratura italiana
Pensare al Mediterraneo in un'ottica geo-culturale induce a interrogarsi e a immaginare un'identità mediterranea plurima, conflittuale quanto armonica. Un passo ulteriore implicherà il sondaggio degli strumenti espressivi, degli intrecci di voci, dei linguaggi che raccontano il Sud dei Sud, quello mediterraneo, facendo emergere le mutazioni nell'assetto dei generi letterari e la formazione di idioletti e linguaggi che si affermano quale patrimonio comune ai popoli delle sue sponde. Le innumerevoli rotte e le vie marittime che solcano l'angusto spazio del bacino mediterraneo generano infatti una rete di rimandi culturali e di costellazioni metaforiche dalle fittissime maglie. Il cerchio mediterraneo è, nella sua perfezione, attraversato da rette, continue e tratteggiate, e dalla bisettrice appenninica che con la sua dimensione peninsulare fa sì che l'Italia vi sia completamente immersa. Le rette sono rotte esistenti da secoli e che oggi, alla luce degli avvenimenti che muovono, fondono e cancellano culture e popoli, più che mai esigono una lettura critica che confronti, non precludendo una lettura comparata o transmediale, il discorso letterario italiano contemporaneo con il contesto in cui si muove e che gli è naturale, quello mediterraneo. -
L' italiano lungo le vie della musica: la canzone
Non meno che all'opera lirica (cui è dedicato il volume gemello di questa serie), alla canzone cosiddetta ""leggera""""(sulla quale esiste ormai una nutrita bibliografia) è dovuto il persistente successo della lingua e della cultura italiana nel mondo. In questo volume si affronta il tema da un punto di vista prevalentemente linguistico e testuale, senza trascurarne il risvolto didattico. Sia che si tratti di profili diacronici o tematici complessivi (storia della canzone e storia dell'Italia unita; uso del dialetto nella canzone italiana); sia che ci si occupi di singoli artisti del passato (come Rodolfo De Angelis) o di esponenti della grande tradizione della canzone d'autore (Fabrizio De André e il suo rapporto con Umberto Saba, Vinicio Capossela, Francesco Guccini); sia infine che si illustrino singoli momenti e movimenti (Italo Calvino e i Cantacronache, il progressive rock all'italiana, la lingua del recente fenomeno rap), i saggi non mancano di inserire il fenomeno nel contesto internazionale, come è ancor più esplicito negli interventi relativi all'italiano usato da cantanti di madrelingua non italiana (è il caso, tra l'altro, dei francesi Phoenix e degli elementi italiani nei testi del cantautore istriano Blaskovic). Ma la canzone può essere anche un supporto prezioso per l'insegnamento della lingua e della cultura italiana a stranieri, come si mostra nei saggi della seconda sezione, da una riflessione generale di carattere neurolinguistico all'impiego della canzone d'autore come avviamento all'educazione letteraria, a specifiche esperienze didattiche in diversi contesti linguistici (Polonia, Croazia). Il volume si rivolge dunque non solo a italianisti e linguisti interessati alle forme espressive della canzone italiana, ma anche a chi di questa si serve nella pratica didattica quotidiana. All'interno, introduzione di Lorenzo Coveri e Pierangela Diadori; nella Parte I (La lingua della canzone italiana e il contesto internazionale), saggi di Roberto Sottile, Edoardo Buroni, Luciana Guido, Maria Alessandra Pappaterra, Francesca Bravi, Giovanni Inzerillo, Iva Persic, Leonardo Masi, Gabriella Cartago e Jacopo Ferrari, Stefano Telve, Simone Barco, Valter Milovan; nella Parte II (La canzone per l'insegnamento della lingua e della cultura italiana a stranieri), saggi di Valentina Bianchi, Fabio Caon e Camilla Spaliviero, Gerardina Antelmi e Marcello Giusto, Sandra Tamaro, Antonia Luketin Alfirevic."" -
Idee, forme e racconto della città nella narrativa
Nella letteratura a noi più prossima, quella comparsa nell'arco cronologico che va dai primi decenni del Novecento al Terzo Millennio, la città diviene il punto di incontro di diverse prospettive metodologiche che hanno promosso felici contaminazioni, muovendo dalle teorie di pensatori quali Benjamin, Lotman, Foucault, Deleuze, Bachelard, Augé e giovandosi dell'intera riflessione postmoderna. Nei saggi raccolti in questo volume città reali e dell'anima, luoghi e non luoghi si rispecchiano gli uni negli altri in un costante gioco di rinvii che privilegia il punto di vista storico-letterario, si arricchisce dello sguardo linguistico e non si sottrae a punti di vista liminari, talvolta stranianti, che recuperano spazi 'perduti' o in attesa di riscatto. Studiare la città letteraria significa dunque, in queste pagine, non solo ragionare sulle modalità con cui essa è stata narrata, ma arrivare sino alla sua essenza artistica, architettonica, sociologica e storica, interagendo così con l'immaginario individuale e collettivo dei lettori. All'interno saggi di Lucinda Spera, Monica Cristina Storini, Cristina Placido, Ana Stefanovska, Erica Bellia, Dirk Vanden Berghe, Giulia Zagrebelsky, Hanna Serkowska, Linda Garosi, Paola Cantoni, Dragana Kazandjiovska, Silvia Contarini, Francesca Rubini, Liana Tronci, Nikica Mihaljevic, Sonja Caric, Anastasija Gjurcinova, Katarina Dalmatin, Elis Deghenghi Olujic e Caterina Romeo. -
Più di sacro che di profano: alcuni esempi di scrittura femminile
Gli studi raccolti nel volume trattano aspetti differenti della scrittura femminile. Prevale l'interesse per i testi religiosi, che tra medioevo ed età moderna hanno rappresentato il nucleo essenziale delle opere scritte da donne: l'educazione e le letture devote ne forgiavano, infatti, anche la lingua e, in particolare, il lessico, le immagini e le metafore. Intende, invece, contrastare il pregiudizio che spesso ha accompagnato la scrittura femminile il saggio sul libretto dell'opera prima di Gioacchino Rossini, Demetrio e Polibio, composto da Vincenzina Viganò Mombelli, esperta conoscitrice delle tendenze del suo tempo. Compiono un vertiginoso salto temporale gli ultimi due studi dedicati ai romanzi di Elena Ferrante, scrittrice che, pur rinunciando a commutazioni di codice, riesce a far percepire il suono del dialetto contrapposto all'italiano e a rappresentare, anche attraverso questo contrasto, la conquista ancora faticosa di identità e sapere da parte delle donne. -
Leggere senza libri. Conoscere gli e-book di letteratura italiana
Nella vita di tutti i giorni, facciamo molta attenzione alla qualità: facciamo colazione con caffè fair trade e biscotti in cui non vogliamo olio di palma, beviamo acqua minerale con pochissimo sodio e ci informiamo accuratamente sui grassi contenuti nei vari cibi. Se però - ad esempio - vogliamo leggere sul nostro tablet un'opera della letteratura italiana, non facciamo abbastanza caso a ciò che scarichiamo da internet. C'è un curioso paradosso nell'uso che facciamo del web: prendiamo per buono quasi tutto ciò che vi troviamo, senza chiederci come vi è stato caricato né come ""funziona"""" un e-book. A partire dagli anni Novanta, si è assistito a una vera e propria corsa alla digitalizzazione di opere letterarie, specie se non soggette a diritti d'autore. Dal commercio di biblioteche digitali su CD-ROM, si è presto passati a piattaforme online gratuite, almeno in apparenza. La forza di tali progetti è nella quantità di titoli inseriti, più che nell'affidabilità di ognuno di essi, che risente fortemente delle dinamiche - frettolose e low cost - con cui queste risorse sono state acquisite. Questo libro avverte sulle dinamiche della digitalizzazione di massa e sulla conseguente ipoteca che grava sulla qualità dei relativi prodotti, non per scoraggiarne l'impiego - ormai entrato nella prassi quotidiana di ampie fasce della popolazione - ma per abbinarvi la necessaria consapevolezza critica, che consiglia spesso una verifica sulle più accreditate fonti cartacee."" -
La figura del mediatore linguistico e culturale nell'era digitale
L'era digitale è quella dei ""big data"""" e dei """"social media"""" ma è anche, e forse proprio per questo, l'epoca dei """"large contacts"""". Ciò significa che la mediazione linguistica e culturale è destinata a diventare una funzione strategica affinché questi contatti inneschino una """"comunicazione"""" reciprocamente comprensibile ed empatica. Operazione che, risalendo all'etimologia del termine, significa """"mettere qualcosa in comune"""", presupposto necessario, sebbene non sufficiente, di ogni transazione pacifica, condivisa e mutualmente proficua. Per dirla con uno slogan, nel XXI secolo la mediazione linguistica e culturale pur senza essere tutto sarà dappertutto. Una funzione pervasiva per cucire le smagliature sociali, ridurre le distanze culturali tra mondi che un tempo non si incontravano, negoziare significati nel babelico flusso della comunicazione digitale. Pertanto di fronte a questo nuovo scenario globale la mediazione linguistico-culturale, come processo, e il mediatore, come figura professionale, sono entrambi concetti da ridefinire e aggiornare alla luce delle rapide trasformazioni in atto. Il volume propone una selezione di interventi su questo tema presentati in occasione del convegno """"La figura del mediatore linguistico e culturale nell'era digitale"""" organizzato a Fermo nel 2018, evento che ha tenuto a battesimo anche la nascita dell'Osservatorio Nazionale sulla Mediazione Linguistica e Culturale (OSSMED)."" -
L' Odissea di Ulisse nella cultura italiana. Un insolito pellegrinaggio in sette tappe
Una vera e propria odissea, quella di Ulisse nella cultura italiana... Oggi, di tutti gli eroi antichi Ulisse è forse il più amato, e particolarmente in Italia. Invece è ben lungi dall'essere stato sempre popolare. La sua vicenda italiana, a giudicare dalle numerose riscritture di cui fu oggetto, è caotica, intervallata da periodi d'ombra. Solo col secolo XX risorge alla luce. Questo libro propone un percorso sulle tracce di Ulisse nei vari secoli della cultura italiana, un pellegrinaggio che porta il lettore dal mondo antico alle soglie del Duemila, in cui le tradizionali Sette Chiese hanno la forma di sette tappe (i sette capitoli del libro). Mette in rilievo le opere che in passato lo celebrarono, ma anche rivela, tramite tanti testi ormai dimenticati, la forma di penitenza nella quale fu mantenuto, e soprattutto la fosca figura che di lui propose il teatro. Parallelamente esamina le possibili ragioni dell'occultazione o dell'incredibile deprezzamento di cui per secoli Ulisse fu vittima, ma anche i motivi, altrettanto inauditi, della sua riabilitazione alla fine dell'Ottocento. Mettendo in rilievo il ruolo di primo ordine giocato dall'Italia nella storia europea di Ulisse, questo percorso conduce il lettore nei vari settori della cultura, in compagnia di autori del passato, sia maggiori (Dante, Petrarca, Boccaccio, Monteverdi, Foscolo...) che minori (innumerevoli), fino a quelli del Novecento e dopo. -
Prospettive letterarie sulla migrazione nel romanzo italiano contemporaneo
Come interpretare le migrazioni italiane nel XXI secolo? Le scienze politiche, la storia, la sociologia e l'antropologia affrontano l'argomento da vari punti di vista con modalità molto diverse tra loro, senza giungere a una definizione di ""migrante"""" universalmente riconosciuta; d'altro canto, le rappresentazioni mediatiche si rivalgono del lessico della migrazione per creare scenari stereotipati delle persone in movimento. Analizzando gli immaginari fittizi ma verosimili che gravitano attorno alle parole """"migrare"""", """"straniero"""", """"profugo"""", """"esodo"""", """"trasferimento"""" e """"integrazione"""" in quattordici romanzi italiani degli anni Duemila, il volume intende mettere in luce i diversi significati di cui si fa portavoce il lessico della migrazione e al contempo interrogarsi su di una parola che, rappresentando gli spostamenti umani, include una percezione del mondo tanto individuale quanto collettiva e globale."" -
Volgarizzare e tradurre con altri scritti sulla traduzione
Nato come intervento ad un Convegno triestino sulla traduzione e come tale stampato nel 1973 negli Atti relativi, pubblicato poi nella forma di un prezioso volumetto rosso Einaudi nel 1991 (e successivamente stampato in altra collana e tradotto in francese), ""Volgarizzare e tradurre"""" si imponeva allora e si impone ancora oggi per l'originale triplice prospettiva in cui l'argomento era affrontato: quella terminologica (con volgarizzare che tradisce una considerazione per così dire verticale del tradurre, dalla lingua sentita come più prestigiosa a quella popolare, il verdeutschen di Lutero), quella linguistica (col secolare dibattito su """"tradurre-tradire"""" o sulla traduzione ad sensum o ad verbum) e quella filosofica che vede sullo sfondo dell'atto del tradurre la difficile soluzione del confronto tra culture e civiltà diverse, adombrato anche nel «bisticcio traduzione=tradizione», «motto dialettico» caro a Folena. Già nella sua Premessa al volumetto, Folena riconosceva che negli anni intercorsi dal primo articolo «un'alluvione teorica» aveva investito la bibliografia prettamente linguistica sulla traduzione, e molto più di allora si è ormai arricchita anche quella sulla storia della traduzione. Ma il percorso foleniano attraverso i tre rami sopra indicati dell'indagine, capace di trasferire la problematicità del soggetto nell'evoluzione della storia, con i suoi rappresentanti eccellenti come san Girolamo, Leonardo Bruni, fino al folto dibattito sette-ottocentesco, mantiene tutti i suoi caratteri di originale, complessa e comprensiva messa a fuoco della traduzione."" -
Insolite e ignote. Drigo, Brin, Bonanni: scritture femminili negli snodi del Novecento
Il volume è dedicato a quel lato nascosto della narrativa e della scrittura femminile del Novecento italiano che merita di essere portato alla luce, non solo per ragioni di riscatto sociale. Vi sono motivi letterariamente intesi, per una collocazione ai crocevia del secolo XX che non appaia solo la ""riserva indiana"""" per scritture minori. Paola Drigo dal regionalismo veneto merita di avere voce in quella narrativa d'inizio secolo scorso che va dallo smarcamento dell'ipoteca verista e della scrittura d'appendice a forme di realismo autentico, impiantate sul femminismo e sull'esame del mutamento delle funzioni e sul ruolo domestico della donna, dietro la spinta di nuovi agenti culturali. Un contributo importante, talvolta ambiguo, alle dispute femministe negli anni Trenta è anche quello di Irene Brin: animatrice di dibattiti sul garbo donnesco e di imprese artistiche, Brin fu prima ancora il primo grande esempio al femminile di giornalismo, di critica e di narrativa colta negli anni di cambiamenti di rilievo nel romanzo, al campo sociale e professionale. Infine Laudomia Bonanni, a cui una vicenda personale di riservatezza ha impedito il riconoscimento di un indubbio talento narrativo. Da un contesto ambientale non agevole, Bonanni ha riflettuto con raro effetto artistico novità anche radicali nel nostro romanzo tra anni Cinquanta e Sessanta, ponendosi ad osservatorio critico fuori dalle facili etichette delle scritture femminili dell'epoca."" -
Narrare la tragedia. Nel centenario della nascita di Primo Levi
Il volume raccoglie i contributi del seminario Narrare la tragedia. Nel centenario della nascita di Primo Levi tenutosi presso l'Università di Pavia i giorni 3 e 4 dicembre 2019. L'evento, ideato e curato dai dottorandi pavesi del curriculum di Filologia moderna del Dottorato in Scienze del testo letterario e musicale, ha proposto una riflessione intorno alle modalità impiegate per narrare la tragedia collettiva nella letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri, con uno sguardo alle forme di espressione teatrale e cinematografica. Partendo dall'esperienza tragica vissuta e raccontata da Primo Levi, alla cui opera è dedicata la maggioranza degli interventi raccolti in questo volume, il discorso è stato esteso ai modi e ai temi del tragico in altri autori italiani, con un interesse precipuo per le vicende legate alla tragedia del Secondo conflitto mondiale, ma con excursus anche in altri periodi storico-culturali. -
Letteratura dialettale a Napoli. Testi, problemi, prospettive
Il volume raccoglie nuovi studi dedicati alla letteratura dialettale napoletana, offrendo un quadro articolato e dettagliato dei lavori in corso e rinforzando, mediante un rinnovato dibattito critico, una linea di ricerca più che mai feconda e tutt'altro che localistica. Con un'attenzione costante al nesso tra storia, lingua e testi, gli autori indagano l'ampio periodo cronologico compreso tra i secoli XVII e XX, con prime incursioni nel XXI, attraverso un ventaglio di proposte metodologiche altrettanto vasto: dai cunti di Basile alle vrénzole di Mariano Bàino il tesoro letterario di Napoli viene sondato tramite ricostruzioni dei contesti d'elaborazione e scrittura, ricerche puntuali e (ri)letture di opere più o meno celebri. La partizione cronologica per secoli, proposta e pensata per meglio circoscrivere le diverse fasi della storia del napoletano in letteratura, è inframezzata da due conversazioni con poeti napoletani novecenteschi e una ricostruzione storicoletteraria di più ampio respiro. -
L'italiano in Europa. Esperienze linguistiche del Settecento
Uscito nel 1983, ""L'italiano in Europa"""" aveva suscitato subito grande interesse, confermato, negli ultimi decenni, da Convegni internazionali ad esso espressamente ispirati. Nello stesso 1983 gli fu attribuito il Premio Viareggio per la saggistica. Il titolo, giocato sull'ambivalenza italiano lingua/popolo, fa prevedere la ricchezza dell'orizzonte d'indagine e insieme la pluralità dei suoi livelli. Va anche sottolineata una sorta di primogenitura che spetta, nella storia della tradizione critica non solo italiana, ai singoli argomenti del volume. Distribuito in quattro capitoli, ciascuno con una propria autonoma identità, L'italiano in Europa ha il suo inconfondibile filo conduttore nel ritratto di civiltà e culture che proprio nel Settecento vivono il momento d'oro dei loro reciproci contatti. Con questa riedizione si dà l'opportunità di leggere un testo validissimo a distanza di quasi quattro decenni. Gli studiosi più giovani, ai quali Folena si rivolgeva di preferenza e in primo luogo, ne trarranno lo spunto per approfondimenti, integrazioni e sviluppi della ricerca da lui così generosamente avviata. E all'autore sarebbe piaciuto accompagnare questa opportunità intellettuale con la speranza e l'augurio, rivolto ancora e soprattutto ai giovani, di quella Europa unita, votata ai più fruttuosi interscambi culturali, commerciali, linguistici, sociali e ideali, a cui aveva sempre aspirato e quale emerge persino dai suoi studi."" -
Testi a scuola. Tra lingua e letteratura
In una scuola in cui l'analisi del testo (letterario e non) dovrebbe essere pratica ampiamente diffusa e condivisa si registrano ancora oggi molte arretratezze anche rispetto alle Indicazioni nazionali vigenti. Perciò vengono qui riproposti i termini del dibattito sulle intersezioni e interazioni tra educazione linguistica e educazione letteraria. È un dibattito che, benché di lunga data, non ha ancora prodotto un cambiamento significativo e generalizzato dei modi di fare letteratura a scuola e che sembra essersi quasi interrotto nel momento in cui si sono dati per acquisiti, se non superati, strumenti critici (linguistici, semiotici e narratologici) che invece non lo sono affatto e che qualunque docente, almeno di italiano, dovrebbe conoscere. Questi strumenti, qui riproposti in un modo che vuol essere semplice e chiaro, permettono di individuare meglio, sullo sfondo del mare magnum dei messaggi che si producono, la specificità di quei testi che chiamiamo letterari e che si dispongono agli estremi di un continuum che muove dagli usi linguistici più comuni. Così, pian piano, entrando nel mondo della finzione letteraria, se ne mettono a fuoco le possibili infrazioni sul piano della coerenza e della coesione, gli sdoppiamenti comunicativi nel far risuonare, nei testi, voci (di narratori e personaggi) diverse da quelle dell'autore, usando spesso anche lingue e varietà diverse, in un plurilinguismo che rispecchia quello reale o che se ne serve per giocarci espressionisticamente. Chiude il volume una piccola antologia di contributi di approfondimento che inducono a fare i conti con luoghi comuni ancora diffusi, relativi a testi narrativi e poetici considerati invece nella loro architettura, nella loro utilità anche entro la didattica interculturale o entro percorsi attenti all'intertestualità, alla storia e ai confronti con altri autori e testi. -
Poesia, lingua e ascolto. Una nuova didattica per la scuola dell'infanzia
Ciò che determina la maggior parte degli apprendimenti del bambino in età prescolare è la sua motivazione e curiosità a sperimentare le proprie abilità per perfezionarle o acquisirne di nuove. Fondamentale è quindi il ruolo del docente che con saggezza didattica organizza attività in cui il bambino mette in atto l'imparare ad imparare, una strategia che gli permetterà di accrescere le sue conoscenze per tutta la vita. Questo è l'obiettivo del testo Poesia, lingua e ascolto. Una nuova didattica per la scuola dell'infanzia che attraverso sei saggi fornisce input per riflessioni teoriche e per applicazioni in aula: si tratta di un assaggio che i docenti potranno sperimentare subito sia per insegnare il lessico sia per sviluppare le abilità di comprensione orale: un vocabolario ben sviluppato nella scuola dell'infanzia è un predittore efficace della comprensione della lettura negli anni centrali della scuola primaria. -
Celati '70. Regressione fabulazione maschere del sottosuolo
Quattro romanzi, quattro voci monologanti: in altrettanti capitoli (e un ""preludio"""") Giacomo Micheletti ripercorre per intero la prima produzione di Gianni Celati, quella che dal """"pararomanzo"""" di Comiche (1971), passando per Le avventure di Guizzardi (1973) e La banda dei sospiri (1976), approda alla """"fiaba di formazione"""" di Lunario del paradiso (1978), e che presenta caratteri per più aspetti irriducibili alle successive narrazioni. Muovendo da una ricognizione intorno ai concetti di regressione e fabulazione, decisivi nell'elaborazione della poetica celatiana (da cui la scelta di intitolare ogni capitolo in omaggio al personaggio-maschera al centro delle singole opere, giusta la concezione """"medianica"""" della pratica narrativa sviluppata dall'autore), il discorso critico incrocia riferimenti al contesto storico-letterario (e culturale in senso lato), affondi di natura stilistica e ipotesi intertestuali, indugiando in particolare sull'influsso esercitato sui singoli romanzi dalle coeve traduzioni da L.-F. Céline, firmate a quattro mani con l'amico Lino Gabellone.""