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Zikomo 1977-2018. Padre Mario Pacifici, 41 anni di gioia non terminata in Malawi
"Zikomo (grazie) al vescovo Alessandro Assolari, per quasi trentanni vescovo di Mangochi (il primo, a Mangochi), che recando a destinazione Bambo Mario, atterrato il 19 marzo 1977 all'aeroporto di Chileka, rischiò ripetutamente di addormentarsi al volante (una 124 bianca), nello scuro come la pece di una notte fonda. Colpi di sonno e risalite repentine di testa, a rimbalzo, per le strade tortuose con i tronchi affioranti. Bambo Mario in reverente silenzio accanto. Per fortuna cascando nel dormiveglia Bishop Assolari allentava il piede dall'acceleratore. Riuscirono a scamparla. In tal modo avvenne lo sbarco nel cuore caldo del continente Africa. Da allora sono capitati 41 anni""""." -
I cento anni la meraviglia e il solletico-A hundred years one wonder leads to another
"Il Museo Civico di Scienze Naturali """"Enrico Caffi"""" compie nel 2018 cento anni. Li festeggia senza troppo scomporsi, accogliendo amici e visitatori attraverso un'area d'ingresso nuova di zecca preservando intatto tutto il proprio fascino. Era il 14 luglio 1918 quando venne inaugurato il Museo di Scienze Naturali di Bergamo, nel Palazzo Nuovo in piazza Vecchia. In quel casuale ossimoro costituito dal palazzo Nuovo in piazza Vecchia - oggi sede della Biblioteca Civica Angelo Mai - si potrebbe trovare un segno dei molteplici opposti che ancora oggi caratterizzano il Museo e ne fanno allo stesso tempo un luogo di svago e cultura, istituzione formale ma anche occasione informale di conoscenza e approfondimento. Per non parlare del contrasto tra l'immobilità di fossili, minerali, animali tassidermizzati e scheletri, e il rimando continuo che da questi stessi si proietta verso la natura che sta fuori dal Museo, mutevole e vivace; i pezzi delle collezioni etnografiche che parlano di vite e culture apparentemente lontane nel tempo e nello spazio e oggi spesso così vicine a noi per i flussi migratori intervenuti""""." -
Forse è proprio il tempo di cambiare parola
"Gli amici di Carlo, alla domanda se il Dal Lago fosse un poeta, risponderebbero di sì, senza esitazione. Lo era innanzitutto fisicamente: fateci caso, i poeti hanno tutti un'aria un po' ritrosa, a metà tra l'allegria e la malinconia, in bilico. E dalla faccia si nota. Mai visto un poeta dalla faccia tronfia o tracotante. Insomma il proprio oro lo sanno nascondere. E poi, si sa, i poeti vedono le cose in modo particolare: prima di leggerli, non le avresti mai viste ma poi, appena lette, ti stupisci di non essere stato proprio tu a scriverle tanta è la forza della loro verità. Questo accade leggendo molti testi di Carlo, ancora oggi nuovi e capaci di suscitare stupore e subito dopo condivisione nel lettore: provare per credere. Sono tempi grigi, oggi, avari di poesia più del solito, eppure a noi piace ricordare Carlo poeta proprio seguendo quel che diceva Andrea Zanzotto: la poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza. Un modo per ricordarlo perché ce ne sarebbe bisogno"""". (A. Pozzi)" -
Il cavaliere
La trilogia del Cavaliere è nata tanti anni addietro dopo una lunga serie di letture che spaziavano dal Perceval di Chrétien de Troyes al Il fruscio delle ali di Gabriele di Shihab al-din Yahya Suhrawardi, da Talete a Ippone, da Gitta Mallasz a R. Steiner e C. Jung, da G. Gurdjieff a M. Ruiz, C. Castaneda, P. Coelho, J. Charpentier e tanti altri. È il racconto di una ""cerca del Graal"""" iniziata da un cavaliere, ma potrebbe essere la ricerca che ogni persona fa alle domande chiave della vita: chi sono e dove andrò? Nel sufismo si dice a volte che il cercatore è un malato la cui malattia è il dolore provato nel cuore, mentre il maestro è il medico spirituale in grado di guarirlo con i suoi insegnamenti. Il Cavaliere non ha alcuna pretesa di insegnare. Semmai di far riflettere che dopo l'oscurità c'è sempre la luce e soprattutto ricordare che l'amore vince tutto."" -
Arte e architettura nel cimitero di Bergamo
L'8 giugno 1896 la municipalità della città di Bergamo decise di costruire il nuovo, grande cimitero unico, pubblicando un bando di concorso nazionale: il nuovo cimitero si sarebbe costruito accanto a quello già esistente di San Maurizio. Il progetto vincitore fu quello dell'architetto milanese Ernesto Pirovano. Nel 1900 partirono così i lavori per la realizzazione di quello che per molti anni è stato ricordato come Cimitero Unico, oggi chiamato Monumentale per differenziarlo dagli altri cimiteri cittadini in uso. Il cantiere è ricordato negli scritti dell'epoca come il più grande della storia della città, perché vi lavorarono centinaia di operai. Fu il primo manufatto a utilizzare il cemento armato a Bergamo. Il cimitero civico, deputato all'eterno riposo, non è solo un luogo nel quale si ravviva il ricordo dei propri cari ma è anche uno straordinario luogo di memoria storica ed artistica del nostro territorio. Attraversando i suoi viali, infatti, si possono ripercorrere le vicende della comunità cittadina, riconoscendo nei ritratti e nelle cappelle di famiglia uomini e donne che hanno fatto la storia della nostra città (ass.ri Angeloni-Ghisalberti). -
Il convento di Santa Maria della Ripa. Istruzioni per l'uso. Vol. 1
"Questo libro non è: non è un'opera specialistica, né ha pretese storiografiche, anche se tutto quel che viene riportato proviene da una ricerca storica e le note, di cui sono prive le guide turistiche, permettono anche agli appassionati di storia di verificare e, perché no, approfondire quanto vien esposto; non è un elenco di informazioni: non avrà il taglio performativo del tipo """"alla vostra destra, alla vostra sinistra..."""" ma cercherà di rendere più acuta la vista oppure, ancor meglio, di rendere penetrante la potenza dell'immaginazione; non è un punto di arrivo, ma lascerà aperti dubbi, se non altro perché si spera in una sua continuazione e per lasciare agli storici il loro mestiere; non è rivolto a quel tipo di visitatore che, chiudendo l'ultima pagina, si voglia sentire soddisfatto delle informazioni apprese. Piuttosto al passante curioso che, varcata la soglia del convento, voglia lasciarsi andare a un percorso a ritroso seguendo tracce e indizi; non ha un taglio strettamente cronologico ma tematico: è una serie di istruzioni per l'uso di un luogo, re-impaginando una storia provvisoria e instabile che avrà bisogno di studi futuri (peraltro già in corso)."""" Alessandra Pozzi" -
Nestorio Sacchi Architetto. Esperienze di progetto e design nella Bergamo del Novecento
Personaggio tanto impegnato quanto schivo, Nestorio Sacchi è tra gli architetti meno indagati, sostiene Bassanelli. Ed ecco che il suo lavoro tende a colmare i vuoti: ripercorre l'itinerario umano e professionale di Sacchi, contestualizzandolo negli anni della sua formazione; dei suoi incontri e collaborazioni con personaggi di spicco come Giò Ponti; del fermento culturale della Bergamo del secondo dopoguerra. Emergono i nomi di coloro che hanno segnato un periodo che prometteva e presentava novità di grande rilievo per Bergamo, mentre la città provava ad inserirsi in dinamiche internazionali; Sacchi faceva parte di questo gruppo. Michela Bassanelli ci fa conoscere un architetto degno di nota, aiutandoci anche con una appendice che ci può illustrare una ricca raccolta di dati. Scopriamo il suo ruolo come promotore del Collegio Architetti e dell'Ordine professionale; veniamo a conoscenza dei suoi progetti architettonici e urbanistici. Individuiamo i suoi interventi in luoghi che incontriamo quotidianamente; cominciamo a riconoscere i segni dei suoi progetti d'interni. Intravediamo la sua passione per la pittura. (Dalla prefazione di Maria Mencaroni Zoppetti) -
Via Matris Domini
Nel giugno 1940 l'Italia fascista abbandonò la formula di ""non belligeranza"""" e affiancò la Germania in quella che qualcuno si illuse potesse essere una blitzkrieg, una guerra lampo. Nel clima infuocato di quegli anni, che non risparmiò la popolazione civile, e nel radicale cambiamento che la guerra portò nelle famiglie, nella scuola e nei rapporti sociali a tutti i livelli, l'autore dà voce ai ragazzi della sua generazione, a coloro """"che il dramma della guerra l'hanno vissuto personalmente, l'hanno toccato con mano"""", svelando, in un rigoroso inquadramento storico, gli stati d'animo e i sentimenti che caratterizzarono la vita di tutti i giorni di quei bambini e delle loro famiglie. Un intreccio di vicende autobiografiche e di eventi storici che esprimono il clima di quel periodo senza mostrarne le atrocità ma permettendo al lettore di avvertire l'aria che si respirava a Bergamo quando ancora i piccoli e i grandi giocavano per strada, come succedeva, appunto, in via Matris Domini."" -
Diritto di famiglia, protezione dei soggetti deboli e giudice tutelare
La terza edizione di questo testo mantiene tutte le caratteristiche della prime due, pensate e realizzate per costituire un testo di riferimento completo, autosufficiente, facilmente utilizzabile e accessibile anche a studenti provenienti da indirizzi e piani di studio diversi. Il diritto di famiglia, dopo circa un ventennio di quiete statica, negli ultimi anni è stato oggetto di numerose e profonde innovazioni. Una importante e recente novità legislativa per il nostro ordinamento è costituita dalla legge 20 maggio 2016, n. 76 (cd. legge Cirinnà), recante il titolo «Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze», che ha finalmente previsto anche in Italia una disciplina per le unioni omosessuali e le convivenze non matrimoniali. Altre importanti innovazioni sono riconducibili alla giurisprudenza, come le recenti decisioni della Corte di Cassazione che, dopo circa quarant'anni di costante e consolidato indirizzo giurisprudenziale, hanno incisivamente mutato il modo di intendere e di applicare l'obbligo di mantenimento fra i coniugi divorziati (il cd. assegno divorzile). -
Davide Casari. Operasosta
"Questa brunita scultura/segno, il cui rigore grafico rimbalza nell'interminabile sequenza di stampe che l'hanno preparata, si presenta come oggetto paradossale, inconcludente, inservibile. Una tavola cui resta impossibile sedersi. Una promessa di ospitalità mortificata dalla stessa fonte che la suscita. Un desiderio che mentre si accende contemporaneamente si nega. (G.Z.) Operasosta è anche un invito al visitatore, moderno viandante che interroga la memoria dei luoghi: le lapidi sulle tombe nell'antichità per parlare di sé, per potere, anche se mute, intrecciare un dialogo con il fortuito passante, lo pregavano di una sosta e di un ascolto. È quello che, in fondo, questa mostra chiede, per consegnare al ricordo ciò che le opere sono: un vuoto desideroso d'accoglienza e un silenzio gravido di possibilità. (G.B.) I giorni in cui abbiamo lavorato a San Lupo sono stati guidati da due parole: collocazione e corrispondenza, cioè la ricerca del luogo adatto alle opere scelte, in modo che dialogassero tra loro ed entrassero in relazione con l'Oratorio. Il termine corrispondenza richiama connessioni e legami che possono essere anche lontani"""". (D.F.) Fotografie di Marco Ronzoni." -
Petali tra le pagine. Aforismi e pensieri randagi
Piero Burnelli si cimenta ancora una volta con gli aforismi. In questa edizione si è incontrato in unità d'intenti con l'artista incisore Fulvio Tomasi. Ne è nato un progetto di pensieri randagi e immagini tra arte e riflessioni in libertà che unisce l'ironia, l'incanto e il disincanto della parola e della grafica d'autore. -
Quel giorno che l'Atalanta conquistò lo scudetto. Quando la fantascienza diventa realtà
Non ha una data precisa il «miracolo» atalantino. Chissà mai quando è successo? Nel sogno dell'autore che tanto ha amato la squadra bergamasca emergono la storia di questa straordinaria società, le vicende dimenticate, i suoi protagonisti e le curiosità meno note. Nelle pagine affiorano il grande amore dei bergamaschi per la compagine calcistica e il fiero attaccamento per la città. Un rapporto, quello fra l'Atalanta e Bergamo, che va al di là delle dimensioni sportive. L'Atalanta è la squadra di calcio di una piccola città, tra le più belle e caratteristiche d'Italia: un gioiello di squadra per una meraviglia di città! Secondo la mitologia greca, Atalanta era una splendida principessa, un'eroina, una ninfa,: troppo poco per i tifosi bergamaschi, che con fervida fantasia l'hanno trasformata in una dea. L'Atalanta è «la Dea». -
Bergomum. Un colle che divenne città. Catalogo della mostra (Bergamo, 16 febbraio-19 maggio 2019)
Al tempo degli antichi Romani Bergamo fu un'importante città, edificata su un colle in posizione strategica tra i monti e la pianura. La fisionomia originaria del colle fu modificata da interventi urbanistici e architettonici, che resero Bergomum una città romana a tutti gli effetti. Quarant'anni di scavi archeologici in Città Alta hanno riportato alla luce consistenti tracce di questa millenaria occupazione. La mostra ha il duplice scopo di valorizzare gli anni di impegno sul campo e di raccontare una significativa parte della storia della città. Saggi: Ermanno A. Arslan, Alberto Barzan., Chiara Bianchi, Massimo Brutti, Stefania Casini, Lorenzo Castellano, Nicoletta Cecchini, Sergio Chiesa, Mattia De Amicis, Stefania De Francesco, Donato Fasolini, Chiara Ficini, Maria Fortunati, Valentina Galante, Angelo Ghiroldi, Davide Gorla, Omar Larentis, Fabio Malaspina, Renzo Mangili, Diego Marsetti, Alessandra Mazzucchi, Filippo Motta, Caterina Pangrazzi, Renata Perego, Dario Personeni, Ilaria Piccolini, Roberta Pini, Raff aella Poggiani Keller, Cesare Ravazzi, Paolo Rondini, Mauro Rottoli, Furio Sacchi, Cristina Salimbene, Lia Scotti, Silvio Tomasini, Marina Uboldi, Marina Vavassori, Mariagrazia Vitali. -
Tutto il male viene da fuori
"Tutto il male viene da fuori"""" si compone di tre testi in continuità tra loro: il primo omonimo, il secondo dal titolo """"Donne, bambini, paure"""", il terzo """"Il male che viene da dentro: il tradimento"""". Nel primo si introduce il concetto delle società umane che, dall'antichità (la Tebe di Edipo) al Novecento (l'Europa prefigurata da Kafka), tendono a trovare in chi viene da fuori il responsabile dei loro mali: decadenza, immoralità, pestilenza o altro. Tra gli estremi, per brevi capitoli, il Medioevo e l'età industriale, con particolare attenzione alle figure dei teatranti. Il secondo saggio riprende il discorso sulle paure collettive, mostrando come esse si centrino in particolare sull'insidia portata a donne e bambini fin dal mito e dalla fiaba, scontornando la figura maledetta dell'ebreo. Nel terzo, dopo una breve presentazione generale del tradimento, si considera come il pensiero romantico-risorgimentale (soprattutto di Berchet e Mazzini) abbia utilizzato il tema per fondare la nazione. Il nemico interno è dunque lo specchio subdolo di quello esterno da additare per il costituirsi e rinsaldarsi della comunità." -
Gianriccardo Piccoli. Moroni in nero
Molti artisti Pop italiani hanno attinto al repertorio dei modelli antichi, penso in particolare a Tano Festa e alle sue gioiose interpretazioni di Michelangelo. In Piccoli non c'è niente di divertente, al contrario si respira un'aria tetra, da Controriforma, forse suggestionata dall'uso esclusivo del colore nero. Solo nel Ritratto di Pace Rivola Spini si percepisce un'ombra di rosso. Da qualche tempo Piccoli è sedotto dal nero e dalle sue sfumature. I meandri di questo colore lo soggiogano nel profondo. (S. Facchinetti) Da una posizione di rispetto e d'interesse per il passato, il pittore si pone in relazione con esso da un punto di osservazione contemporaneo: la nobiltà del nero, di cui Moroni è stato artista prodigioso, diviene per Piccoli, che padroneggia la trasparenza con effetti raffinati ottenuti attraverso l'uso di garze che filtrano l'apparenza, il simulacro della ritrattistica moroniana. Piccoli sposa l'intimità e la sobrietà della poetica di Moroni con la decantazione di una memoria del nero profonda, sensibile e ricca di vibrazioni. (M.C. Rodeschini) -
Il convento di Santa Maria della Ripa. Bambini alla scoperta dell Ripa. Vol. 1
Questa non è una guida (non è solo una guida) è un libro piccolo che si può usare in tanti modi. Puoi leggere le informazioni che ti dà ma anche poesie e storie che racconta. Puoi scriverci dentro. Puoi guardare i disegni. Puoi farci dei giochi. Puoi capire qualcosa e perciò dopo che l'hai letto dovresti essere un po' diverso (perciò guardati allo specchio adesso, prima di leggerlo, e poi guardati dopo)... È qualcosa che può servirti per ""guardare"""" meglio il convento della Ripa. Il convento della Ripa continua a stare dove sta, va avanti nella sua storia, imperturbabile (= senza essere disturbato nella sua quiete) dall'arrivo dei suoi visitatori. Se a te interessa farne la conoscenza, ti consigliamo di guardarlo bene attraverso i tre tempi, dentro cui, come sai già, accadono le cose: il presente, il futuro, il passato. Età di lettura: da 6 anni."" -
UDHR poster for human rights. Catalogo della mostra (Bergamo, 1-31 marzo 2019). Ediz. a spirale
La mostra ""Posters for human rights"""" vuole contribuire ad aumentare la consapevolezza pubblica, di tutti noi, riguardo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La mostra porta una visione grafica e diretta di questi Diritti, interpretati grazie a esperienze di vita e contesti culturali anche fortemente diversi dal nostro, e si propone come occasione per riflettere su quanto è stato ottenuto, sulla situazione attuale nel mondo, sulle sfide e opportunità future dei Diritti Umani. Testi di: Marzia Marchesi (Presidente Consiglio comunale di Bergamo), Dario Carta, Stefano Reboli, Barbara Ghisletti (Coordinamento Provinciale Bergamasco degli Enti Locali per la Pace e Diritti Umani e Rete della Pace di Bergamo), Giuliano Zanchi (Segretario generale Fondazione Adriano Bernareggi), Michele Salmi (delegato lombardo Aiap), Bruno Goisis (Presidente Cooperativa Ruah). Poster di: Alberto Biffi, Laura Bortoloni, Cristiano Bottino / studio FM milano, Mauro Bubbico, Gianluca Camillini, Dario Carta, Francesco Dondina, jekyll & hyde, Orith Kolodny, LaTigre, Lucia Lamacchia, Gianni Latino, Claudio Madella, Armando Milani, Francesca Pignataro, Stefano Reboli Studio, Mariangela Savoia."" -
All'uomo che coltiva il giardino
In collaborazione con Paolo Scanzi. Fotografie di Virgilio Fidanza. Storie di Ali Diarra, Marie Anicet Eyenga Nkou, Demba Kanteh, Demba Simaga, Mor Ndiaye. Dovremmo accostarci in punta di piedi, con delicatezza e a bassa voce a ogni testimonianza di vita vissuta perché ogni biografia pretende la compassione, cioè un sapere entrare in sintonia con il percorso irripetibile e singolare che è la vita di ognuno. Tanto più che, pur essendo storia di un altro, ogni biografia ci restituisce sempre nel confronto momenti di ripensamento di noi stessi. Ma in questo caso di più, perché queste voci, ricostruite in una lingua che è ""nostra"""", riecheggiano di suoni, di modi di vivere e di mondi """"altri"""", molto lontani, differenti e perciò complicati da decifrare e capire. Da qui la scelta di riportarli come parti di un tutto che non si vuole avere la presunzione di comprendere, come immagini ritagliate da un arazzo la cui trama ci sfugge, echi di discorsi lasciati a metà, allusi più che spiegati, interrotti da pause e da omissioni che spalancano vuoti da accettare nella loro distanza incolmabile. Da qui la necessità di proclamarci semplici ricucitori di frammenti, merlettai di un testo pieno di vuoti e di buchi."" -
Le facoltà dell'asino
Autori: Meris Angioletti, Samanta Cinquini, Federica Mutti, Jovica Mom?ilovi?, Nicola Russo, Gianluca Spitalieri. Introduzione di Chiara Fusar Bassini In occasione della mostra La facoltà dell'asino (22 marzo - 20 aprile 2019), luogo_e ha dato vita a una pubblicazione quasi omonima, ma plurale. Le facoltà dell'asino è una raccolta di sei racconti brevi nati dalle penne di Meris Angioletti, Samanta Cinquini, Federica Mutti, Jovica Mom?ilovi?, Nicola Russo e Gianluca Spitalieri - artisti e scrittori invitati da luogo_e a scrivere sull'asino, animale e soggetto letterario carico di tradizione culturale e possibilità di lettura. Meris Angioletti, Quando gli asini volavano. Considerazioni sparse sulla civiltà di Mâen. Samanta Cinquini, Diotima, l'Asina. Federica Mutti, Quattro ragli, se ho pronunciato bene. Jovica Mom?ilovi?, Tovar. Nicola Russo, L'alternativa bipede. Gianluca Spitalieri, L'asino e la luna. luogo_e / via Pignolo 116, 24121 Bergamo / www.luogoe.com / luogo.e@gmail.com / +39 035 247293 -
Insegnami a volare
Autori: Francesca Ariano, Myriam Bonacina, Alessia Bonadeni, Mattia Brembilla, Luca Colombi, Marco Colombi, Giulia Facheris, Anna Marinoni, Elena Masserini, Rosamarina Maggioni, Marta Naldi. Postfazione di Jovica Momilovi con la supervisione di Chiara Manzoni. Abbiamo usato la lente della scrittura per analizzare un ""caso clinico"""", la malattia che ha infettato Sarajevo, una città che qui parla in prima persona, per via di personificazione. Sarebbe stato opportuno un accurato lavoro di documentazione storica, ma pur apprezzando il metodo manzoniano, sapevamo di non poterne seguire il rigore e i lunghi tempi di preparazione, inoltre mentre lui guardava da lontano quel Seicento, noi non avremmo potuto giovarci della giusta distanza: tutto è appena accaduto. A questo punto ogni autore (tutti studenti del Liceo Lussana) ha scelto personaggi e situazioni, """"come se"""" fosse stato lì, in quella """"nostra"""" Sarajevo. [...] Abbiamo chiesto a un testimone, Jovica Momilovi, che dentro quella Storia si è trovato a vivere, di chiosare la nostra storia. Le sue parole, più che storiche, ci paiono poetiche e questo ci basta. (A. Pozzi)""