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Il Caravaggio scomparso. Il mistero del quadro rubato e la sua unica copia
L'autore ricostruisce minuziosamente tutte le vicende legate al furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco, avvenuto a Palermo nell'autunno del 1969 e le relative indagini compiute per tentarne il recupero e rese note, in questi quaranta anni, principalmente attraverso la stampa italiana. A questa vicenda si lega quella dell'unica copia del quadro di Caravaggio, fedele e di buona fattura, dipinta solo pochi anni dopo l'originale e ritenuta perduta da tutti gli studiosi, ma scoperta dall'autore stesso a Catania nel 1984. Vicende che vedono coinvolti carabinieri, boss della mafia, soprintendenze, pentiti, scrittori, detective da strapazzo, collezionisti italiani, svizzeri, sudafricani, prefetti, speculatori, narcotrafficanti, storici dell'arte, estortori, interpol, politici e visionari. Indagini che proseguono fino a quando il quadro diventa un ""personaggio"""" letterario, e anche la sua copia potrebbe diventarlo..."" -
Eros e pathos. Ai margini della cura
Il libro raccoglie i contributi di diversi autori, psicologi, psichiatri, psicoanalisti che si muovono lungo la scia clinica e teorica del pensiero junghiano e che da anni lavorano con il disagio psichico grave nelle sue molteplici manifestazioni, sempre con un occhio particolare al rapporto tra la dimensione clinica e la cornice epistemologica, nonché alle trasformazioni culturali del nostro tempo. In tale volume il racconto della storia clinica si interseca, all'interno di un crogiuolo alchemico, con i molteplici aspetti della cura così importanti in un progetto riabilitativo-terapeutico che restituisca l'individuo all'unità con se stesso e alla totalità col sociale e il culturale. In questo senso la dimensione della psicologia del profondo apre, partendo dalla soggettività del singolo, le porte sul mondo della cura come terapia e conoscenza nella relazione con la propria Anima, junghianamente parlando, e con l'Anima Mundi. -
Sulle questioni sociali
I profondi mutamenti che investono la società italiana nel periodo post-unitario offrono un retroterra interessante in cui inquadrare le vicende e l'opera di quegli intellettuali, come Luigi Sturzo, che hanno inciso e vissuto con partecipazione un periodo della storia d'Italia ricco di trasformazioni ed incertezze. Il suo pensiero contribuisce al controverso dibattito sociologico nel periodo fascista, incentivando l'osservazione dei fenomeni sociali a partire da categorie analitiche proprie dell'umanesimo europeo. Tale contributo va rintracciato oltre che nei suoi scritti esplicitamente dedicati alla sociologia anche nei saggi e nei vibranti articoli volti a definire criticamente le dinamiche di relazione tra i soggetti attivi della società storicamente determinata. Lo stile asciutto ed incisivo che risuona nelle pagine di Sturzo mostra con sorprendente lucidità ed attualità vizi e virtù della società e della politica italiana. Tali indubbie capacità analitiche ed i nterpretative declinano la posizione sturziana come caratterizzata dalla forza delle idee che si uniscono, in modo ineludibile, all'azione. -
De Ecclesia. Cento vergilianus
Il centone cristiano De Ecclesia, d'incerto autore e collocabile intorno al IV-V secolo d.C., ambisce, come tutti i centoni cristiani, a realizzare quello che può definirsi un nuovo, ""definitivo"""" sincretismo tra la cultura classica (qui rappresentata dal massimo esponente della poesia latina, Virgilio) e le verità del credo cristiano, alla ricerca di un equilibrio tra mondo pagano e nuovo mondo cristiano, che soddisfi le esigenze e le ansie (si pensi al sogno di Gerolamo, quando Dio lo accusò dicendogli di essere ciceronianus, piuttosto che christianus) dei dotti letterati convertitisi alla nuova religione. Gli esiti di una tale operazione, difficile da giudicare e comprendere da parte di noi moderni, devono essere valutati non solo e non tanto in relazione al loro pregio letterario, ma soprattutto guardando a siffatti componimenti come a testimonianze preziose che ci permettono di aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del nostro passato."" -
Arti e mestieri. Una scuola artistico-professionale a Catania fra Otto e Novecento
Fondata nel 1881, la Scuola d'arti e mestieri di Catania ha svolto una storica attività di formazione professionale, radicata nel tessuto sociale del centro etneo e del suo comprensorio. La Scuola presenta così una testimonianza della storia della città in un periodo significativo per l'interazione tra le classi imprenditoriali e le abili maestranze a vario titolo associate all'istituzione, configurandosi altresì come crocevia delle figure d'intellettuali e di artisti che vi hanno operato. Essi hanno offerto agli allievi della Scuola la preziosa risorsa della loro esperienza artistica e professionale e nel contempo hanno trasmesso al gusto dei catanesi la loro influenza in materia di arte applicata. -
La vertigine del nulla. Nichilismo e pensiero tragico in Angel Ganivet
La concezione filosofica di Ángel Ganivet (Granada, 1865 - Riga, 1898), figura significativa della generazione spagnola del 1898, deriva essenzialmente dalla sua visione tragica dell'esistenza e dalla lettura, in particolare, di Seneca e Schopenhauer. Da questo punto di vista Ganivet incarna emblematicamente la ""crisi nichilista"""", il mal du siécle che abbracciò l'Europa sul finire del XIX secolo. Le sue opere, che spaziano dal romanzo al dramma mistico, dal saggio filosofico all'articolo giornalistico, sono tutte indistintamente venate da un forte accento melanconico e disvelano il dramma dell'uomo moderno lacerato di fronte ad un mondo disincantato e vuoto, cui ormai il razionalismo positivistico faticava ad attribuire un senso."" -
Combattere. I dilemmi delle democrazie
L'attualità dei problemi posti dalla relazione fra guerra e democrazia, e delle difficoltà che la seconda si trova ad affrontare quando deve interagire con la prima, non possono sfuggire nemmeno al più distratto degli osservatori, pur non trattandosi certo di temi nuovi. Più di quarant'anni fa - quando ancora infuriava il conflitto in Vietnam - un antropologo di Chicago già si interrogava sul rapporto fra regime democratico, servizio militare obbligatorio, e popolarità delle operazioni belliche. Nello scegliere quali conflitti combattere, come combatterli, e a fianco di chi, le democrazie non possono permettersi di tenere conto, coeteris paribus, soltanto di quale sia la strada migliore per ottenere la vittoria, ma il loro calcolo deve anche subordinarsi - come è ovvio che sia - a criteri di democraticità, in particolare il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte politiche, incluse quelle di stampo militare, e il rispetto della pubblica opinione. -
La lezione di Friedrich Ludwig Schroder. Lo sviluppo della recitazione realistica nella Germania del secondo Settecento
Ricordato come il prototipo dell'attore pre-romantico, Friedrich Ludwig Schröder (1744-1816) è stato forse il massimo rappresentante della scena tedesca nell'ultimo quarto del XVIII secolo. Guidato dalle concezioni teatrali di Lessing, sposò gli ideali di Nationaltheater, di recitazione e attore borghesi, divenendo il fautore della svolta realistico-psicologica della recitazione che dominò la Germania del secondo settecento. Fino all'ultimo, egli ribadì le idee che lo avevano animato lungo lo svolgersi della sua vita artistica: con la ""lezione"""" (la Vorlesung) che tenne nel 1810 agli attori del teatro d'Amburgo, di cui era direttore e comproprietario, e che viene qui riportata, tradotta, in appendice. Cercando di inquadrare il percorso compiuto dall'attore nel contesto storico-teoretico in ci si dispiegò, il libro intende non solo offrire il ritratto di una delle figure fondamentali della storia del teatro in Europa, ma anche far emergere le istanze su cui si sviluppò la scena tedesca nel momento in cui, dalla metà del Settecento, la Germania si pose al centro del dibattito che portò ad un rinnovamento sostanziale del modo di fare, valutare ed intendere il teatro."" -
Il principe rosso. Alessandro Tasca di Cutò. Un socialista dimenticato
Alessandro Tasca Filangeri di Cutò, il ""principe rosso"""", come fu soprannominato, per le sue idee socialiste è un personaggio complesso, ignorato per lungo tempo, pur avendo tutti i requisiti per essere considerato un """"eroe"""", per i suoi ideali e per lo slancio con cui li difese. Egli fu anticonformista, trasgressivo, sempre pronto ad avversare ogni forma di banalità e mediocrità del pensiero e dell'azione. Il paradosso del suo comportamento sta nel fatto che egli fu, contemporaneamente, un socialista convinto e un possidente aristocratico. Sperperò tutto il suo patrimonio, forse in modo sconsiderato, secondo il comune buon senso, per combattere lo sfruttamento e le prevaricazioni nei confronti delle classi operaie, deboli e sfruttate nel contesto sociale tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Ed è proprio per questo che merita di essere ricordato."" -
La rappresentazione incorporata. Una etnografia del corpo tra stereotipi coloniali e arte contemporanea
Il corpo è sempre stato un oggetto di studio sfuggente, pericoloso e indocile per le scienze sociali. A partire dal superamento della radicale separazione tra corpo e mente sulla quale si sono fondati i diversi sguardi della modernità (scientifico, antropologico, coloniale), il concetto di incorporazione ha da tempo aperto la possibilità di ripensare gli approcci classici allo studio del corpo. Attraverso un'analisi dello stereotipo coloniale come strumento di costruzione dell'identità che passa per la rappresentazione del corpo, questo studio esplora le possibilità di una sua sovversione nel lavoro delle artiste contemporanee Lorna Simpson e Kara Walker. Utilizzando un approccio interdisciplinare tra antropologia, sociologia, studi culturali e postcoloniali, studi visuali e storia dell.arte contemporanea, questa analisi esplora il modo in cui le opere delle artiste smascherano e disinnescano lo stereotipo di matrice coloniale sul corpo. -
Gastone Manacorda. Storico del contemporaneo
Il volume indaga i percorsi storiografici con cui Gastone Manacorda (1916-2001), illustre storico della storiografia marxista italiana del secondo dopoguerra, ha ricostruito i modi concreti con cui hanno operato le strutture sociali e politiche del movimento operaio italiano tra '800 e '900 facendo del movimento operaio un elemento decisivo della più generale storia dell'Italia contemporanea. -
Eamus cum dei adiutorio. Guerra e religione nella Gallia merovingia
In Gallia, tra il V e l'VIII secolo, si assiste al crescente coinvolgimento dell'alto clero nell'attività bellica dei reges franchi. Clodoveo ed i suoi successori, infatti, impugnarono le armi in nome della fede cattolica, per accrescere, con l'aiuto di Dio, i confini del regnum Francorum e offrire nuovi spazi all'opera di evangelizzazione dei missionari. Il volume ripercorre le tappe di questo articolato processo, focalizzando l'importante ruolo avuto dall'episcopus nei rapporti, sempre più stretti, tra monarchia merovingia e Chiesa. -
Prose militari. Dispacci, lettere e scritti di un combattente
Il libro, con prefazione di Enrico Iachello, raccoglie i dispacci, le lettere gli scritti del Garibaldi combattente. Una sintesi del pensiero militare dell'Eroe dei due mondi. -
Gli scritti teatrali di Stéphane Mallarmé. Notes sur le Thèatre
La ricchezza dell'opera di Stéphane Mallarmé (Parigi, 1842 - Valvins, 1898), in versi come in prosa, propone tuttora al lettore moderno una riflessione in cui arte ed estetica sono elementi di una visione più ampia, che si spinge a delinearne il senso su un orizzonte antropologico. Le Notes sur le théâtre compongono, nell'arco di nove mesi tra il 1886 e il 1887, quella che il loro autore definì una ""campagne dramatique"""", condotta sulla """"Revue Indépendante"""" sotto forma di rubrica periodica dedicata all'offerta teatrale parigina del periodo. Rielaborati e rimontati successivamente per la sezione Crayonné au théâtre nelle raccolte di prose Pages e Divagations, i nove interventi sulla rivista sono qui tradotti in italiano, accompagnati da Richard Wagner: rêverie d'un poëte français (1885), con l'intento di dare conto di un'idea di teatro a tratti sorprendente nella sua originalità, in una fase storica caratterizzata da incessanti dibattiti e significative istanze di riforma della scena. Ai fini di inquadrare il pensiero di Mallarmé in tale contesto, la traduzione è introdotta, corredata di note e seguita da un ampio saggio conclusivo."" -
Come un angelo di fuoco. Verità, immaginario e scenotecnica in Pirandello
Il volume percorre due grandi direttrici: l'illustrazione e l'analisi del funzionamento della particolarissima 'macchina della fantasia' posta in opera dalla narrativa e (soprattutto) dal teatro pirandelliani; una più approfondita verifica dell'autentica portata di quel procedere verso la conoscenza delle verità ultime che aveva costituito, per l'autore, lo scopo principale sia della sua costante meditazione sull'uomo e sul mondo sia del suo diuturno impegno a suscitare e animare forme artistiche sempre trasparenti al manifestarsi d'una risentita 'ricerca di senso'. Grande rivendicatore della più inquietante autonomia vitale delle creazioni fantastiche, e grande mago-regista dell'immaginario, Pirandello aveva scelto di sperimentare in prima persona il rapporto con scena e spettacolo secondo modalità tali da costituire un primo approccio italiano alla dimensione poetica della regia moderna. Ed è proprio dall'irrequieta ricerca del grande autore sulle potenzialità e sulle problematiche della scenotecnica contemporanea che scaturiscono elementi validi a definire una nuova e più penetrante visione della sua ultima stagione drammaturgica. -
Il rappezzo ininterrotto. Benedetto Croce tra scritture e riscritture
Non suoni irriverente il titolo di questo libro, evocatore di faticoso e incompiuto lavorio, adoperato a proposito di chi, Benedetto Croce, voleva essere ricordato come ""tutto pensiero"""". Ma a usarlo, quel termine """"rappezzo"""", davanti all'Estetica che si accingeva a riscrivere, fu lo stesso Croce, come attestano i suoi Taccuini di lavoro. E da lì è stato tratto, assunto come l'emblema di una condanna alla perpetua riscrittura, a un ininterrotto adeguamento dei propri testi al tempo. Croce fu infatti inesauribile scrittore, e uno dei grandi, ma anche implacabile correttore di se stesso. E fu scrittore ancor prima di farsi filosofo. La sua scrittura fu sempre continua rielaborazione, incessante rincorsa del suo pensiero. E dei suoi testi soprattutto quelli originati nella prima fase (giovanile, ottocentesca, napoletana), ebbero il destino di essere ripetutamente riscritti. Questo libro ne restituisce i caratteri peculiari e i significati originari, rimasti occultati sotto il palinsesto delle riscritture novecentesche, obliati tra le ingiallite pagine di rare riviste."" -
L' ombra dell'eroe. Il mito di Garibaldi nel romanzo italiano
Abba, Bandi, Checchi, Mario, Nievo e gli altri memorialisti che vissero e poi rievocarono l'epopea garibaldina; Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia e gli altri scrittori siciliani che la rivisitarono criticamente; e ancora Malaparte, Vittorini, la Banti, Bianciardi e altri narratori: dai loro libri l'icona dell'Eroe, Giuseppe Garibaldi, illumina comunque un secolo e più di letteratura, offrendo alla precaria identità dell'Italia d'oggi un mito che, anche quand'è messo in questione, nulla perde della sua efficacia. Si direbbe anzi che, come sul romanzo francese dell'Ottocento e sui suoi ambiziosi e sfortunati protagonisti si allunga l'ombra gigantesca di Napoleone, così sull'immaginario dei nostri narratori incomba l'archetipo-Garibaldi, con l'evidenza di un monumento equestre e con l'urgenza di un problema irrisolto. Un mito necessario, dunque, e tuttavia problematico, se oggi come ieri divide; ma è proprio su una memoria divisa, contrastata, plurale che si reggono l'identità e le sorti delle nazioni civili. -
Genius loci
Gli esseri umani hanno sempre sospettato che la realtà andasse oltre l'apparenza, che dietro la dimensione fenomenica si celasse uno sconfinato mondo di alterità indistinte che le pratiche magiche e spiritualistiche cercavano di individuare, conoscere, talvolta persino di controllare o sfruttare a proprio vantaggio attraverso riti divinatori, espedienti apotropaici, liturgie religiose. Nei luoghi sembrava nascondersi un.entità, un genius, che ne era sovrintendente ed espressione. Anche oggi l'uomo quello postmoderno, che affida al razionalismo, al relativismo, al vaglio della critica razionale, e qualche volta persino al cinismo, le modalità della conoscenza attribuisce ai luoghi un'identità. Persino la metropoli tentacolare, così apparentemente anonima e standardizzata, possiede una, anzi tante identità quante sono le componenti sociali e culturali che la abitano. La ricerca socioantropologica, grazie ad innovative metodologia visuali, può offrire suggestivi suggerimenti per rileggere la città nelle sue identità significative, nelle sue peculiarità che permettono a ciascun individuo di ritrovare sé stesso nei luoghi che frequenta e che gli sono familiari. -
Il sergente di Marco Paolini. Epica, memoria e narrazione
Nel 2004 Marco Paolini porta in scena Il Sergente tratto dal romanzo di Mario Rigoni Stern. Nel 2007 una nuova versione dello spettacolo viene trasmessa in prima serata su La7. Si tratta, in entrambi i casi, di una performance che intreccia la tensione memorialistica di Rigoni Stern con la capacità affabulatoria dell'attore. L'esito di tale ""trasposizione di esperienze"""" è uno spettacolo emozionante, in cui la guerra, fatta da poveri uomini, viene rivissuta senza enfasi retorica. Il libro ripercorre le diverse fasi di lavorazione dello spettacolo, mettendo in luce la sensibilità di Paolini, la forza della sua dizione, il coraggio di proporre """"un teatro forse come addestramento"""", un teatro """"come istruzione""""."" -
Il professor matusa e i suoi hippies. Cinema e musica in Italia negli anni Sessanta
Dalla fine degli anni Cinquanta il cinema italiano, sempre attento e ricettivo nei confronti del patrimonio musicale nazionale, segue i mutamenti in atto: la divisione tra i vecchi ""leoni"""" della melodia e le nuove leve che sulla scia del grande successo mondiale del rock and roll rielaborano i nuovi suoni in chiave di frattura generazionale; e poi, nel corso degli anni Sessanta, l.esplosione del Beat e tutti i fenomeni culturali di massa che alla musica legano strettamente nuove immagini, modi di vestire ed atteggiarsi che colgono e amplificano le ansie di libertà di una generazione che si avvia alla vera contestazione sul piano sociale e politico. Il cinema italiano attinge ai nuovi suoni sia utilizzando le canzoni dell'epoca come paesaggio e contrappunto sonoro per la commedia all'italiana più attenta ai mutamenti di costume, sia dando vita a un vero """"sottogenere"""", battezzato """"musicarello"""" in evidente richiamo ai """"carosello"""" pubblicitario, che fa da lancio commerciale per le star canore, impegnate a recitare e cantare su canovacci semplici quanto efficaci, regolarmente attorniati da alcuni grandi caratteristi del cinema comico.""