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Digital transformation war. Retailer tradizionali vs giganti dell'e-commerce
I nuovi consumatori omnicanale forzano le aziende tradizionali del retail ad affrontare la trasformazione digitale dei loro processi di business. Milioni di shopper acquistano indifferentemente nel mondo fisico e virtuale, secondo principi di convenienza, efficienza, engagement. Sempre connessi alla rete grazie ad uno smartphone, vivono nei social network le relazioni con i brand e le aziende di ogni settore, passando sempre più tempo all'interno dei messenger di Facebook e Whatsapp. Sebbene l'e-commerce rappresenti oggi solo il 7% delle vendite complessive del commercio al dettaglio globale, le aziende tradizionali del retail subiscono l'aggressione dei giganti dell'e-commerce. Walmart, Tesco, Carrefour, Esselunga, che per anni hanno avuto il monopolio sul cliente finale grazie ad una capillare rete vendita di migliaia di negozi, sono sfidati apertamente dai giganti dell'e-commerce (Amazon, Ebay, Alibaba) con big data, algoritmi e droni, alla conquista definitiva del cliente omnicanale. Questo libro, rivolto ad operatori del marketing tradizionale e digitale e agli studenti universitari appassionati di strategie e innovazione, è la guida definitiva alle migliori esperienze, soluzioni tecnologiche, modelli strategici e operativi per consentire al retail di affrontare e vincere le sfide competitive. È fondamentale conoscerne le armi: sopravvive chi rimane in piedi per ultimo. -
Relazionalità consapevole. La comunicazione pubblica nella società connessa
Sono trascorsi più di venticinque anni dalla nascita della Comunicazione Pubblica, in Italia e in Europa. Anni caratterizzati da processi di riforma e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, esplosione di Internet e avvento della società connessa. Quali sfide deve affrontare oggi una disciplina nata per rendere la comunicazione una leva del cambiamento istituzionale e uno strumento di governo, a tutela dei diritti di cittadinanza? Quale ruolo essa svolge nelle attuali democrazie investite da una profonda crisi economica, in cui prevale un senso di sfiducia verso le istituzioni? Il volume affronta il modo in cui il rapporto fra PA e cittadini è stato inteso nel corso del tempo, con riferimento alle teorie sociologiche sulla comunicazione, sui media e sull'organizzazione. Modelli e principi, norme, strumenti e professioni creati per curare l'informazione e la comunicazione esterna e interna della PA italiana a partire dagli anni Novanta costituiscono un punto di riferimento per rinnovare oggi il sistema di comunicazione pubblica integrata e realizzare un'amministrazione realmente partecipata e condivisa. Ciò richiede la crescita di una ""relazionalità consapevole"""" da parte delle istituzioni: il superamento definitivo della propaganda, una forte presa di coscienza della necessità di curare relazioni efficaci con i cittadini on e offline, il potenziamento del public engagement, la capacità di abitare il nuovo ecosistema mediale adottando forme dialogiche e impiegando strumenti e linguaggi contemporanei. Tale consapevolezza può consentire alla PA di affrontare in modo positivo, evitandone gli effetti perversi, le nuove sfide digitali, fra cui una maggiore trasparenza e accountability attraverso gli open data e la gestione della propria presenza sui social media."" -
Educare alla consapevolezza ecomonica. Proposte multidisciplinari per la promozione del benessere
L'educazione alla consapevolezza economica rappresenta un aspetto importante nella formazione dei cittadini ed è globalmente riconosciuta come un fondamentale elemento di stabilità e di sviluppo socioculturale. A partire dagli approcci al benessere e all'educazione economica in ottica interdisciplinare (socio-psico-pedagogica) si vuole attuare un passaggio culturale che ponga le condizioni per cui l'educazione economica e finanziaria divenga, nella società, una cultura necessaria per la costruzione ed il mantenimento del benessere individuale e sociale. La pedagogia e le altre scienze umane, tradizionalmente poco coinvolte sul tema dell'educazione economica, possono fornire elementi utili in modo che l'""alfabetizzazione economica"""" non resti solo un problema di contenuti, ma anche di modalità e di significati. Nella prima parte del volume, Trame, gli interventi dei ricercatori affrontano la consapevolezza economica attraverso prerogative disciplinari psicologiche, sociologiche e pedagogiche. Nella seconda parte, invece, si narrano esperienze educative in Contesti differenti per età e approcci."" -
S.O.S. dal faro
Gianpierpaolo, detto Gippì, e Domitilla, detta Milla, sono cugini e hanno rispettivamente dieci e nove anni. In una calda giornata estiva decidono di fare una passeggiata fino al faro, vi entrano e restano intrappolati. Cosa succederà? Nonostante la paura, saranno trascinati in mille fantastiche avventure con i personaggi delle fiabe. Tutto comincia quando Gippì decide di prendere in mano una vecchia lampada d'ottone. Un'agile prefazione, rivolta ad insegnanti ed educatori, suggerisce in chiave non didascalica linee di lettura e di possibile, positivo, rispecchiamento. -
L' origine dei media: Hawthorne e Poe
Pochi lo sanno ma, nella prima metà dell'Ottocento, due importanti scrittori americani - Nathaniel Hawthorne ed Edgar Allan Poe - hanno affrontato in alcune loro opere il tema della comparsa dei mezzi di comunicazione di massa nella società moderna. Pur celandola dietro modalità metaforiche ed allusive e ricorrendo agli strumenti espressivi propri della letteratura, entrambi mostrano di possedere una notevole consapevolezza del fondamentale ruolo sociale che, già all'epoca, i media avevano iniziato ad assumere. Questo libro presenta i loro due racconti più famosi da questo punto di vista, Wakefield e L'uomo della folla, preceduti da un'introduzione dello studioso dei media Alberto Abruzzese, che li mette in diretto collegamento evidenziandone le connessioni e rintracciando in entrambi un vero e proprio ""punto d'origine"""" dei media odierni."" -
Service learning. Per un apprendimento responsabile
Le istituzioni formative, che dovrebbero muoversi secondo linee utopiche e atopiche allo stesso tempo, riflettono e a loro volta rinforzano l'ethos individualistico che caratterizza il tempo presente. L'approccio individualistico alla formazione - e in generale alla vita -, nutrito dall'enfasi sulla competizione e le prestazioni tecnicistiche del singolo, oblitera il carattere intimamente relazionale del nostro essere al mondo, consentendo il dilagare di una forma di analfabetismo delle competenze di civiltà. L'educazione non può essere ridotta al solo, seppur imprescindibile, piano dell'istruzione, ma deve essere mossa dall'intenzione di facilitare lo sviluppo di ogni aspetto della persona, cognitivo, affettivo, etico e politico. Il compito di una istituzione formativa è quello di predisporre buone esperienze di apprendimento che offrano contesti dove sviluppare la capacità di pensare, di sentire e di agire con competenza nel mondo con gli altri. Il compito di una istituzione formativa è invece quello di predisporre buone esperienze di apprendimento che offrano contesti dove sviluppare la capacità di pensare, di sentire e di agire con competenza nel mondo con gli altri. Quello che proponiamo in questo testo è un modo di agganciare la formazione al reale (experiential learning), ma andando oltre un uso strumentale della realtà. È il modello del ""service learning"""": una pratica didattica che consente agli studenti di apprendere dall'esperienza vissuta in un contesto reale e allo stesso tempo di partecipare alla vita di una comunità attraverso il coinvolgimento attivo all'interno di esperienze di servizio metodicamente organizzate per incontrare i bisogni reali di una comunità. Con la disposizione a guadagnare qualcosa non solo per sé, ma anche per gli altri con cui stiamo in una relazione di senso."" -
Dialogo tra generazioni. Sul ruolo del delegato sindacale
I risultati di uno studio sull'evoluzione del ruolo del delegato sindacale condotto con i metodi della ricerca sociologica vengono comunicati in maniera snella e con una metodologia ibrida, a metà strada tra il saggio e la sceneggiatura tea-trale. Uno strumento che in questo modo si rivolge tanto al mondo sindacale quanto a chi di questo mondo desidera farsi un'idea, potendo infine interessare la comunità scientifica per lo sperimentale approccio drammaturgico. -
Le marche siamo noi. Navigare nella cultura del consumo
I brand vivono! E se li consideriamo come entità sociali, creati dalle imprese e fatti vivere dai consumatori nella società, meglio comprenderemo il nuovo rapporto fra imprese e mercato. Questa la tesi di fondo del volume, che si articola in tre parti. Nella prima, si mostra come l'azione dei consumatori trasformi marche e oggetti di consumo in risorse culturali, sociali e identitarie. Pratiche come il caffè sospeso e il ticket crossing, e fenomeni come i fandom dimostrano come l'influenza della cultura di consumo vada oltre il rapporto consumatore-mercato incidendo su vari ambiti della vita sociale. La seconda parte illustra le marche come strumenti di mediazione fra persone. Le vite dei consumatori diventano ""brandizzate"""" non, come in passato, per la ricerca di uno status, ma perché il brand è un ponte per stabilire legami sociali. Allora ecco casi di """"vita sociale di marca"""" come quelli di Alfa Romeo, Apple, Barilla, Decathlon, Ducati, Google, Lego, Nutella, La Scala, Star Trek, Tough Mudder... Ed ecco pratiche sociali nuove: brand verb, brand days, brand surfeits, brand volunteers... Infine, nella terza parte, il risvolto della medaglia: nell'era della vita sociale delle marche, soprattutto in un contesto digitale, anche il brand corre dei rischi; la forza di un consumatore capace di generare e diffondere significati può diventare dirompente, dirottando il senso della marca, inserendola in tensioni più ampie e determinando una brand crisis. Per le sue caratteristiche, il volume si rivolge in primo luogo ai professionisti del marketing e del brand management e a quanti si occupano di ricerche sul consumo, ma anche a tutti coloro che vogliano esplorare lo scenario attuale del consumo e comprendere le dinamiche di cambiamento in atto."" -
L' educazione in ostaggio. Sguardi sul carcere
Entrare in carcere è calarsi in un mondo insospettato con le sue regole, le sue pene aggiuntive fatte di umiliazioni, scherni, divieti arbitrari, ricatti e imposizioni che confondono il lecito e l'illecito, riconfigurando la linea di demarcazione tra detenuti e interpreti - non sempre irreprensibili - del sistema di giustizia. Un concentrato di malessere, rabbia, solitudine che le condizioni di reclusione e convivenza coatta in spazi asfittici moltiplicano, rendendo esplosive. Eppure, nonostante studi e statistiche abbiano dimostrato che un maggiore scambio con l'esterno riduce il rischio di recidiva, abbassi il livello di tensione e pericolosità, dentro e fuori dai luoghi di pena e detenzione, sul carcere e i suoi ospiti è riservata dall'opinione pubblica scarsa attenzione e soprattutto disprezzo, indifferenza, risentimento. In queste condizioni nessun avvicinamento, nessuna pratica di cambiamento è possibile: ognuno finisce per arroccarsi nei propri territori, coltivando rabbia e distacco. Nelle realtà in cui qualcosa è cambiato, decisiva è stata una destrutturazione degli schemi mentali e dei loro perimetri: la contrapposizione noi-loro è stata sostituita dalla logica noi-con-loro, a partire dal riconoscimento che le radici del male sono in ognuno di noi, per quanto diverso sia l'esito a cui portano. Si tratta di passare dal paradigma della distanza e della reciproca estraneità a quello della prossimità e della contaminazione, per vedere se e come questo cambia l'azione e la considerazione reciproca. Questo è ciò che tenta di fare il volume, dando voce a diversi soggetti che sono venuti a contatto con la realtà carceraria e che riferiscono della caduta di certezze e punti di riferimento fino a poco prima ritenuti ferrei e inattaccabili. La convinzione è che a partire dalla cedevolezza dei confini sia possibile ripensare la struttura detentiva, che qualcosa ha modificato a contrasto dell'immobilismo e dell'assoluto isolamento del reo dal mondo-comune, ma con una lentezza che rischia di dissolverne i benefici. -
La Valtellina. Economia montana, sviluppo alternativo, nuovo soggetto sociale
In questo saggio si è illustrata la possibilità di uno sviluppo nazionale autocentrato, fondato sulla specificità delle risorse naturali e culturali dei luoghi, grazie al quale l'Italia sarebbe nelle condizioni di assumere un nuovo ruolo nel quadro mondiale. Al fine di verificare la validità teorica e pratica dell'ipotesi, si è voluto dare un esempio delle sue potenzialità immaginando una politica degli interventi a livello locale, ovvero in Valtellina, una realtà territoriale tra quelle in cui, per ragioni strutturali, appare più arduo il compito di innescare un adeguato processo di sviluppo. La nuova prospettiva avrebbe alla base due forme economiche, rete stretta e mercato alternativo. La prima forma, un'organizzazione produttiva caratterizzata da un coordinamento strategico e paritario, permetterebbe alle imprese del made in Italy di operare per l'egemonia sui mercati internazionali, contrapponendo la propria produzione di qualità e personalizzata a quella low cost delle multinazionali, specchio di una classe lavoratrice sfruttata e impoverita. La seconda forma, un'organizzazione caratterizzata da una speciale fonte di finanziamento, il reddito differito e le tasse autogenerate, renderebbe possibile il completo controllo dell'ambiente e, nello stesso tempo, la piena occupazione. Le piccole e medie imprese della montagna, proprio a causa della loro collocazione territoriale, avrebbero l'opportunità/necessità di essere avamposti della nuova offerta produttiva, gettando le basi di un autentico processo democratico, sempre più ampio e pervasivo, a scala mondiale. La coralità produttiva dei distretti industriali di Becattini potrebbe allora diventare un nuovo soggetto sociale, il sostituto storico dell'operaio collettivo e cooperativo di Marx. -
Branded entertainment. La rivoluzione del settore marcom inizia da qui
La riduzione dell'attenzione dei consumatori verso la pubblicità tradizionale è un fatto ormai assodato. Molteplici sono le motivazioni: la crescente frammentazione del consumo dei media, un cambiamento sostanziale nel rapporto tra consumatore e brand, l'introduzione di nuove tecnologie e nuovi dispositivi che consentono alla comunicazione (anche commerciale) di raggiungere l'utente sempre e ovunque. Se la capacità del brand di essere visto e ascoltato è sempre più a rischio, la priorità assoluta di ogni azienda è spendere il proprio budget pubblicitario in modo efficace ed efficiente e ciò significa rivolgersi ad approcci nuovi: nascono così, e proliferano, strategie di branded entertainment, che a volte funzionano altre no. Advertiser Funded Programming, web series, cortometraggi, advergaming... sono tantissime le possibili declinazioni di branded content & entertainment su cui si concentra l'analisi di questo volume, che vuole non solo proporre esempi e casi particolarmente riusciti per la loro originalità, con un occhio attento allo scenario internazionale, ma che prova anche a definire un settore della comunicazione d'impresa ancora fluido e poco chiaro: come si struttura l'offerta? Perché la domanda cresce esponenzialmente? Funziona davvero? Quali sono finalità e funzioni? Di particolare rilevanza anche il focus sul purpose driven content marketing, ambito di ulteriore sviluppo per il branded content & entertainment. Questo testo vuole condividere con i professionisti della comunicazione e del marketing il know how che l'autrice ha maturato alla direzione dell'Osservatorio Branded Entertainment in stretto contatto con i practitionner e le aziende che lo hanno sperimentato, offrendo le coordinate per realizzare e competere in quest'arena con progetti nuovi ed efficaci. -
#UX Designer. Progettare l'esperienza digitale tra marketing, brand experience e design
Fra le professioni del digitale, quella dello User Experience Designer è fra le più richieste, sia per consulenze sia come figura da inserire nelle aziende. Anche il mondo della formazione si sta adeguando a questa tendenza, e molti sono i percorsi formativi sul tema. Inoltre, il concetto di User Experience (UX) e il valore dell'esperienza digitale sono sempre più riconosciuti dalle ""persone comuni"""", e discriminanti nelle scelte di acquisto. Questo testo definisce e inquadra la professione dello UX designer in modo sintetico, ma completo ed efficace, descrivendo tanto le conoscenze di base, quanto le competenze pratiche e specifiche, raccontate con esempi e casi sul metodo di lavoro e sulle tecniche più utilizzate. Uno degli aspetti più interessanti dello UX Design è il suo essere una materia trasversale, che sconfina in ambiti come la comunicazione e il marketing digitale, la computer science e le scienze umane, e lo UX designer deve possedere l'elasticità per confrontarsi con ambienti e tecnologie anche molto differenti fra loro. Il manuale si rivolge a coloro che intendano approfondire le proprie conoscenze sui metodi e le tecniche del design dell'esperienza, e a quanti vogliano comprendere che cosa è necessario sapere e saper fare per diventare un (bravo) UX designer."" -
Il quinto paradigma. Come trasformare la propria azienda in un'organizzazione agile
Innovazione continua, crescita costante, adattamento veloce, margini elevati in qualsiasi condizione di mercato: come raggiungere questi quattro obiettivi che tutte le aziende perseguono? Come ottenere trasformazione continua e generare nuovi business? È in primo luogo nel paradigma organizzativo a cui fanno riferimento le persone che si trova la chiave. Il paradigma attualmente più diffuso, predizione e controllo, porta infatti disfunzionalità all'interno delle organizzazioni, provocando disengagement, deresponsabilizzazione e insoddisfazione; al contrario, il paradigma emergente dell'autonomia condivisa permette alle organizzazioni, al di là del settore di appartenenza e delle dimensioni, di diventare agili e di rispondere con velocità e flessibilità agli stimoli del mercato. Cambiare il mindset delle persone e capire che esistono modalità di governance più efficaci è la condizione per cogliere tutte le potenzialità di un'organizzazione, e ottenere risultati migliori e duraturi. Attraverso l'esempio di aziende che hanno saputo reinventarsi adottando il ""quinto paradigma"""", il volume illustra non solo le differenze tra i diversi paradigmi oggi diffusi ma anche i principi, i metodi e gli strumenti di quello di autonomia condivisa, offrendo uno spunto d'interesse per imprenditori, manager, responsabili di risorse umane, coach e consulenti organizzativi."" -
Scene da una separazione. La mediazione familiare e la regolazione del conflitto di coppia
La mediazione familiare propone una forma di intervento innovativa sulla conflittualità separativa che cerca di conciliare le istanze individuali legate al rapporto di coppia, le responsabilità genitoriali e il benessere dei figli coinvolti nel processo di riorganizzazione familiare. Essa si colloca tra gli interventi volti a sostenere le competenze dei genitori nelle normali crisi evolutive della famiglia attraverso un approccio promozionale, alternativo ai tradizionali interventi di tipo valutativo e di controllo. Da oltre vent'anni la mediazione familiare si è affermata anche in Italia, tuttavia oggi sappiamo ancora poco sulla sua diffusione, utilizzo e impatto nella gestione della conflittualità genitoriale. Attraverso le risultanze di una ricerca condotta nelle Marche, il volume analizza il processo di integrazione della mediazione familiare nel sistema locale dei servizi e considera come l'insieme dei significati associati alla mediazione familiare stia contribuendo a plasmare le rappresentazioni e le pratiche degli operatori sociali e giuridici. Nell'opinione degli operatori la mediazione familiare rappresenta una risorsa ricca di potenzialità e in alcuni casi efficace; peraltro, almeno nei modi in cui è attuata in regione, non si prospetta come un intervento risolutivo della conflittualità coniugale e delle ricorrenti problematiche della genitorialità post-separazione. Non può essere infatti applicata a tutte le situazioni di conflitto, specie a quelle più acute, in cui invece si tende a invocarne il ricorso. Inoltre, la scarsa conoscenza dell'istituto, le insufficienti risorse dei servizi, la prevalenza di istanze valutative e di controllo limitano ulteriormente l'utilizzo di questo intervento. -
Social moda. Nel segno di influenze, pratiche, discorsi
La moda è scritta, trascritta, indossata, visualizzata. Racconta e condivide storie, spesso evanescenti, insinuandosi nella mente e nel corpo di chi la segue. Riflette lo spirito del tempo, cristallizzando i suoi tratti e motivi dominanti nella cultura umana e sociale. I social network, termometri contemporanei dei cambiamenti del costume, registrano e determinano le tendenze che gli individui fanno proprie per creare lo stile più adatto alle loro identità; e anche le riviste di moda, consce di questo potere, hanno profondamente cambiato le loro linee editoriali per tenersi al passo con i modelli di consumo online. Per avere piena coscienza di tali processi, e soprattutto per saperli gestire, serve allora una metodologia di analisi basata su concetti fluidi che possano adattarsi a un contesto in continua evoluzione: in questo volume si propone un metodo di ricerca qualitativa di stampo semiotico, ma con respiro multidisciplinare, che possa guidare il monitoraggio delle pratiche social con strategie basate sulle dinamiche della rete. Ormai basta una sola azione per diventare parte attiva del discorso di moda, per contribuire a riscriverlo e a replicarlo all'infinito; imparare a sfruttarla al meglio è di fondamentale importanza. -
La famiglia adottiva tra crisi e sviluppo
L'adozione, nazionale e internazionale, è ormai una realtà consolidata nel nostro Paese. Migliaia di bambini e ragazzi hanno trovato una famiglia in cui vivere e tante coppie hanno realizzato il loro sogno di avere dei figli. Ma con il diffondersi del fenomeno sono aumentate le situazioni di crisi che hanno richiesto l'intervento dei professionisti. Cosa contraddistingue una famiglia adottiva dai molteplici modi di essere famiglia oggi nella nostra società? Quali difficoltà possono sorgere nel processo di formazione e di sviluppo della famiglia adottiva? A quali risorse possono attingere genitori spesso smarriti e bambini segnati da abbandoni precoci? Quale formazione e quali competenze devono possedere i professionisti che intendono occuparsi delle diverse fasi dell'adozione? Quali sono i percorsi e gli obiettivi dell'intervento terapeutico con i genitori e i figli adottivi, quando emerge una difficoltà relazionale? Quali sono le sfide da adulti per tanti bambini adottati da piccoli? Quale attenzione rivolgere alle madri biologiche che danno un figlio in adozione e quali interventi proporre? Questo libro intende offrire un contributo a questi quesiti secondo un modello di osservazione e di intervento relazionale che tende alla comprensione dei processi di sviluppo della famiglia nell'arco di più generazioni. Il percorso che propone al lettore è quello di un viaggio nella storia della famiglia adottante e in quella del bambino adottato: dal passaggio dall'essere coppia a diventare famiglia, alla crescita in famiglia del bambino e alla sua integrazione scolastica e sociale. In questo viaggio, un ruolo importante è svolto dagli operatori socio-sanitari che attraverso la loro competenza professionale e la loro sensibilità umana accompagnano per mano adulti e bambini nella realizzazione di un incontro magico dove è possibile donarsi amore e rispetto reciproco. -
Guida pratica all'employer branding. Teoria, dati e casi
Qualsiasi azienda è un organismo economico composto di persone e di beni volti al raggiungimento di un determinato scopo che si ottiene attraverso il lavoro. Promuovere l'azienda come luogo dove questo lavoro si svolge meglio che altrove equivale a promuoverne l'essenza stessa. Il brand dell'azienda come luogo di lavoro è divenuto un elemento imprescindibile del marketing aziendale. Come gestirlo e per raggiungere quali obiettivi sono il fulcro di questo volume che presenta, dopo una breve introduzione teorica, gli strumenti e le tecniche per attivare efficaci strategie di Employer Branding, disciplina sorta in tempi recenti proprio per promuovere l'immagine aziendale come luogo di lavoro unico e peculiare. Il volume è rivolto a tutti coloro che si occupano di brand e di risorse umane. Studenti, manager e imprenditori avranno a disposizione una guida per poter individuare i confini dell'Employer Branding e muoversi con agilità al loro interno. Il testo è corredato di esempi, dati e case history. -
Il test del disegno dell'albero. Guida all'interpretazione in ambito clinico e forense
Sono trascorsi più di cinquant'anni dall'ideazione del test del disegno dell'albero e dalle sue prime standardizzazioni. Nel tempo sono mutate le modalità di consegna, il setting di somministrazione, la scelta degli indici più opportuni da analizzare, l'interpretazione, ma è rimasta invariata la natura del test, che può considerarsi un valido strumento proiettivo della personalità e del funzionamento psichico di bambini e adulti. Questo manuale, rivolto a tutti gli specialisti del settore medico (in primis psicologi, psicoterapeuti e neuropsichiatri infantili), è il frutto di anni di ricerca e di esperienza clinica dell'autore che, grazie anche alla collaborazione degli allievi del Centro Italiano Psicodiagnostica Integrata (CIPI), ha revisionato la letteratura sull'argomento introducendo importanti novità: una modalità di somministrazione che consente una più facile proiezione della personalità; la scelta di analizzare soltanto gli indici che più si sono mostrati validi e affidabili nel tempo; un'interpretazione fondata su basi scientifiche e lontana dai retaggi psicoanalitici di vecchia scuola; l'introduzione dell'uso del test in ambito forense. La presenza di esemplificazioni e casi clinici rende il testo fruibile sia dallo specialista del settore sia dallo studente alle prime armi. -
Il paziente cittadino. L'ospedale come sistema e come esperienza
L'ospedale non è solo il luogo dove si concentrano le conoscenze terapeutiche, la ricerca e l'innovazione tecnologica, ma anche quello in cui si esprime la relazione che intercorre tra salute e malattia, tra il sistema-ospedale e l'esperienza del paziente. È un mondo. I mutamenti nella forma e nell'organizzazione degli ospedali non riflettono soltanto l'evoluzione della cultura e della pratica progettuale ma anche, più in generale, della medicina, della scienza e della cultura medica diffusa. E, soprattutto, rivelano il rapporto costante e dinamico che lega l'ospedale alla città e che ha determinato dapprima il suo distanziamento come isola impenetrabile della malattia e del possibile contagio, e successivamente la sua integrazione nel tessuto urbano. L'evoluzione dell'ospedale, dunque, è strettamente legata al modificarsi della città e della cultura diffusa che in essa si esprime. I progressi della scienza medica, per quanto rivoluzionari, non sono infatti sufficienti da soli a spiegare queste trasformazioni che hanno profondamente modificato il ruolo stesso del paziente. Per la prima volta l'ospedale è visto anche con gli occhi di chi deve, sia pur temporaneamente, viverlo e la sua esperienza di persona, non semplicemente di malato, diventa preziosa per chi deve progettare e governare la struttura. Il volume intende contribuire all'analisi del nuovo mondo ospedaliero e, attraverso di essa, a una riflessione sulle profonde trasformazioni della città che nell'ospedale si riflette. -
Teatro e cinema: un amore non (sempre) corrisposto. La storia, le testimonianze degli artisti, le Buone Pratiche
Quello tra teatro e cinema è un amore che dura da oltre un secolo, una danza fatta di allontanamenti e avvicinamenti, prestiti e furti, innamoramenti e abbandoni. Le due arti, senza mai rinunciare alla loro identità, anzi cercando costantemente di trovare la loro natura più autentica, hanno tratto da questo confronto indicazioni preziose ma anche ispirazione, energia, talenti artistici e tecniche. Per capire la fecondità di questo rapporto, che investe aspetti sia estetici e sia produttivi, è utile concentrarsi sui registi e sugli attori ""anfibi"""", cioè quelli che riescono a eccellere sia sulla scena sia sullo schermo, secondo la definizione di Angelo Curti. Senza rinunciare alla loro identità, questi artisti sanno utilizzare al meglio i due linguaggi e le due diverse modalità produttive. Teatro e cinema: un amore non (sempre) corrisposto esplora questa complessa e affascinante vicenda, a cominciare da una panoramica storica e da una variegata esemplificazione del concetto di anfibio. Segue il contributo di numerosi artisti che hanno operato con modalità diverse personali sul confine tra i due territori, con le interviste e la testimonianza delle Buone Pratiche del Teatro. Prendono la parola tra gli altri, Roberto Andò, Eugenio Barba e Julia Varley, Michela Cescon, Eleonora Danco, Emma Dante, Pippo Delbono, Fanny & Alexander, Fabrizio Gifuni, Enrico Ianniello e Renato Carpentieri, Antonio Latella, Luigi Lo Cascio, Mario Martone, Glauco Mauri, Giuseppe Piccioni, ricci/forte, Toni Servillo e Paolo Sorrentino, Scimone-Sframeli, Serena Sinigaglia e Stephen Amidon, Teatro delle Albe, Zapruder. Sguardi e prospettive si intrecciano e ci aiutano a capire che è possibile fare un cinema che abbia la stessa presenza e intensità del teatro e un teatro che abbia la stessa capacità narrativa e visionaria del cinema.""