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Le tragedie
Ambiguo, razionalizzante, precursore di un intellettualismo di tipo «moderno», e insieme cinico, dissacratore. L'enigma Euripide ha attraversato i secoli come emblema della decadenza del tragico, responsabile di averne tradito le premesse rituali legate alle radici del sacro, che costituiscono le basi fondanti, ineludibili dei suoi predecessori e rivali. Oggi crediamo non sia possibile «inquadrare» Euripide secondo precise categorie. È necessario leggerlo e rileggerlo più volte, superando gli ostacoli di un linguaggio drammaturgico capace di toccare le gamme più diverse e di rovesciare tradizioni e convenzioni. Nulla di più utile dunque di questa traduzione, opera di un unico sforzo interpretativo, per seguire l'evoluzione diacronica, tragedia dopo tragedia, di un autore «ribelle» e tuttavia consapevole della pesante eredità di un genere legato al sacro e della sua ricaduta politica e civile. Il palcoscenico di Euripide si popola di eroi ed eroine che si misurano con un quotidiano sempre più lontano dagli dei: alla fine, il trionfo è ancora e sempre quello di un potere occulto che si rifà a radici lontane e si impone anche con la violenza e la forza, in nome di un'antica, forse non più compresa, sapienza iniziatica.•Alcesti• Medea• Ippolito• Eraclidi• Supplici• Andromaca• Ecuba• Elettra• Eracle• Ione• Troiane• Ifigenia in Tauride• Elena• Fenicie• Oreste• Ifigenia in Aulide• Baccanti -
Tre studi su Claudia Cardinale
Il volume propone tre analisi della star a partire da altrettanti episodi della sua carriera, nel periodo compreso fra l'inizio e la fine degli anni sessanta, il decennio che segna la sua ascesa internazionale. Nell'intento di non disgiungere la figura divistica e la performance attoriale, ogni segmento è composto da una ricerca sull'immagine pubblica di Claudia Cardinale e da un affondo sulla sua recitazione colta in altrettanti film essenziali nel definirne la personalità artistica. -
La comunicazione interculturale in azienda e nelle organizzazioni
Le differenze linguistico-culturali incidono significativamente sulla qualità delle relazioni nel mondo aziendale. Tale qualità, come ampiamente dimostrato in questo volume, ricade anche sul successo economico delle organizzazioni. A dispetto di dinamiche economico-commerciali globali, l'essere umano si dimostra fortemente ancorato alla propria dimensione culturale e spesso inconsapevole dei condizionamenti agiti dalla cultura. Ne consegue che la mancata conoscenza delle differenze culturali e di come esse ricadano sulla comunicazione può creare fraintendimenti, conflitti e ingenti perdite economiche. Per ovviare a tali problemi è necessario allora sviluppare un'adeguata competenza comunicativa interculturale per il mondo del lavoro. Il volume propone un originale modello di osservazione della comunicazione interculturale, attraverso il quale approcciarsi anche al marketing, alla leadership, alla negoziazione ecc. offrendo possibili vie di soluzione per aumentare la consapevolezza rispetto alle ""trappole"""" comunicative interculturali e per migliorare l'efficacia nel business e nelle relazioni. Un lavoro fondamentale per chi (azienda, organizzazione o privato) voglia affrontare le sfide dei mercati internazionali e dei team multiculturali con strumenti comunicativi innovativi e scientificamente fondati."" -
Parola, spazio, suono. Il teatro musicale di Adriano Guarnieri
Un approfondimento sull'affascinante repertorio teatrale di Adriano Guarnieri, una delle massime figure della musica contemporanea, costituito da una dozzina di lavori che rappresentano una delle più seducenti ipotesi di rinnovamento e attualizzazione dell'opera lirica. Un teatro onirico e visionario, simbolico e insieme evocativo in cui l'assenza di una vera e propria vicenda non impedisce al compositore di esercitare una forte suggestione emotiva sullo spettatore grazie all'intensità magmatica dei colori strumentali e alla dirompente energia espressiva delle voci, oltre che all'uso esteso delle tecnologie di spazializzazione del suono e degli apparati video. Prefazione di Paolo Petazzi. -
Professione pittore. Produttività, organizzazione e gestione a Bologna tra Cinque e Seicento
La professione di pittore nella Bologna tra Cinque e Seicento – l’età d’oro della creatività degli artisti felsinei, dai Carracci a Guido Reni, da Francesco Albani a Guercino – è normata da una corporazione che ne determina il ruolo e la produttività. Attraverso documenti editi e inediti, fonti a stampa, pale d’altare e quadri da galleria e da stanza, il libro delinea i meccanismi interni della società dei pittori, analizzando e valutando il censo degli artisti, la loro carriera, i loro guadagni, gli investimenti, le proprietà, gli strumenti della professione e, ovviamente, l’economia invisibile delle pittrici, quali Lavinia Fontana e Elisabetta Sirani. Bologna è, infatti, una città che si distingue dagli altri centri di produzione e commercializzazione di opere d’arte per una sorta di autarchia culturale che garantisce agli artisti di riconoscersi in un sistema economico che cresce, si afferma e offre a tutti una nicchia di mercato più o meno redditizia. -
L'Arca di Niccolò. Riflessioni e documenti
Niccolò dell’Arca, considerato oggi uno dei più grandi scultori del Quattrocento italiano, rimane per molti versi un enigma. Prima del suo arrivo a Bologna, nell’aprile 1462, non sappiamo nulla di lui. Il Compianto su Cristo morto – la sua prima opera conosciuta –, firmato «Opus Nicolai de Apulia», fu consegnato all’Ospedale di Santa Maria della Vita l’8 aprile 1463. Dopo l’esecuzione del coperchio e dell’ornamento dell’Arca di San Domenico (1469-1473), che completavano il sarcofago eseguito due secoli prima da Nicola Pisano e bottega, Niccolò «de Apulia» divenne Niccolò «de Arca». Tra il Compianto e l’Arca esiste una discrepanza stilistica che è difficile spiegare, data l’assenza di opere e documenti sulla sua formazione. La straordinaria anomalia di Niccolò ha indotto a formulare varie ipotesi: una formazione a Napoli, un ipotetico viaggio in Borgogna, l’incontro con le opere dei pittori ferraresi (Tura, Cossa, Ercole de’ Roberti). Questo libro segue una strada diversa. Documenti perduti e ritrovati, sconosciuti o conosciuti ma ignorati dagli studi, hanno aperto la strada a un’analisi del rapporto di Niccolò con l’ambiente umanistico, non solo bolognese. La figura di Niccolò emerge così in una luce nuova. -
Mario Martone. Il cinema e i film
Trent'anni fa appariva nel panorama del cinema italiano un film nuovo e spiazzante: Morte di un matematico napoletano. Mario Martone (Napoli, 1959) esordiva nel lungometraggio dopo una già lunga esperienza teatrale, iniziata nel lontano 1977, che non avrebbe mai abbandonato. Innumerevoli le performance, le installazioni, le regie teatrali, le opere liriche, il lavoro per la radio, il videoteatro, i documentari, le direzioni dei teatri stabili. Un corpo produttivo impressionante, testimonianza di una delle carriere artistiche più prolifiche, feconde, aperte e curiose che il nostro Paese abbia mai espresso. Nella storia del cinema italiano il caso Martone è unico. Pur non essendo mancati i registi che dividevano il loro lavoro con la scena, non si era mai visto uno scambio così inarrestabile, rigenerante. Una volontà dichiarata di permeabilità, un desiderio di farsi attraversare e invadere dal fuori campo, un laboratorio permanente, una vera e propria officina: immaginare il cinema di Mario Martone come un cantiere è il modo più corretto per rendere il lavorio che permette ai progetti di intrecciarsi, travasare idee e intuizioni da un nucleo tematico a un grumo formale nuovo. Questo libro fa i conti con tutto ciò che il cinema di Mario Martone rappresenta e ha rappresentato e, soprattutto, con la modalità con cui oggi si proietta ancora instancabilmente in avanti, in un costante e incessante movimento creativo. -
Linguaggio simbolico e formazione. Questa storia mi riguarda e riguarda tutti noi
Il volume accompagna il lettore alla riscoperta di un mondo simbolico che permette a ciascuno di noi di entrare in contatto con i propri timori e risorse. Poiché immaginare e visualizzare simbolicamente ciò che accadrà in futuro consente di prepararsi con maggiore consapevolezza a come poi si agirà nella realtà, questa metodologia può essere utilizzata anche in ambito formativo e aziendale: le fiabe e le tematiche evocative consentono di ""mettere in scena"""" e """"drammatizzare"""" un problema e aiutano a trovarne la via d'uscita. Sono esercizi di fantasia, creatività e astrazione e aprono infinite prospettive di interpretazione leggendo """"oltre le righe"""": attivano l'immaginazione, mettono in luce le potenzialità insite in un progetto e mettono a fuoco un percorso di trasformazione condiviso, aiutando a superare le difficoltà e a trovare nuove soluzioni."" -
La conta
Questo è un piccolo grande romanzo che racconta della vita di chi è rimasto a casa in tempo di guerra, ma soprattutto di un'incontenibile voglia di vivere. Tutto accade in tre giorni. Un tempo breve, ma particolarmente carico di emozioni per Ninco e Topi. Tre giorni in cui le due amiche del cuore, tredici anni, con gli entusiasmi e le inquietudini di tutte le ragazze della loro età, imparano cosa significa vivere in una zona di guerra dimenticata dal mondo. Una lingua di terra dove sono rimasti solo i vecchi, le donne e i bambini. E allora bisogna essere sfacciate e scaltre, farsi venire in mente qualcosa, altrimenti non si arriva a nulla. Niente vestiti, niente sigarette, manca anche il latte per il fratellino che non smette di strillare. Ora le vecchie regole non valgono più. Perché la guerra non è solo una cosa da uomini. Intorno a Ninco e Topi è in atto un combattimento che non fa rumore, ma grava sulla loro vita come uno sfondo tetro e gli sottrae la leggerezza dell'amicizia, la normalità del quotidiano, le sorprese dell'adolescenza, facendole crescere troppo in fretta. Ispirato alla guerra che lacerò la Georgia negli anni Novanta, e poi nel 2008 con l'invasione dei carrarmati russi, quello di Tamta Melašvili è un racconto di disarmante sincerità e immediatezza che, attraverso lo sguardo stupito di due ragazzine, mostra l'insensatezza di ogni conflitto. -
Putin. Una vita, il suo tempo
Imprevedibile anomalia o prodotto di un sistema? Iroso despota mosso da sentimenti di rivalsa o freddo calcolatore votato alla ragion di Stato? Figlio politico del Kgb o stratega a cavallo tra due secoli? Abile manipolatore o soggetto a influenze e pressioni esterne? Sono molte e tutte controverse le questioni che Philip Short affronta in questa poderosa biografia, frutto di otto anni di ricerche. Partendo da alcune misteriose esplosioni avvenute a Mosca nel 1999, pochi mesi prima che Putin diventasse presidente, questa indagine che intreccia una corposa mole di testimonianze raccolte in tutto il mondo e una incalzante narrazione degli eventi, ci riporta ai giorni dell'infanzia di Putin nella Leningrado sovietica, agli studi alla facoltà di giurisprudenza, ai primi passi nel Kgb e all'incarico a Dresda, fino alla vera svolta politica, accanto al potente sindaco di San Pietroburgo, e poi a Mosca. Nella ricostruzione a più voci si susseguono gli incontri-scontri con figure di primo piano degli ultimi decenni - da Angela Merkel a Boris Johnson, da Donald Trump a Emmanuel Macron -, gli enigmi irrisolti sulla sorte di oppositori, alleati scomodi e nemici pericolosi, la gestione del «tandem» con Dmitrij Medvedev e dei conflitti in Cecenia, fino alle invasioni della Crimea e dell'Ucraina. Sullo sfondo, i processi economici e sociali che hanno profondamente mutato la Russia e il mondo intero, aprendo la strada a un nuovo equilibro multipolare. Senza indulgere in spiegazioni semplici, per venire a capo delle tante contraddizioni dell'«ultimo zar», l'autore rilegge gli snodi fondamentali della storia recente portando il lettore ad assumere di volta in volta il punto di vista russo e quello occidentale, e fornendo così più chiavi interpretative per capire come la personalità di Putin abbia plasmato il suo regime e quali elementi della sua gestione del potere. -
Una storia al futuro. Pirelli, 150 anni di industria, innovazione, cultura. Ediz. illustrata
Un racconto a più voci delle principali innovazioni tecnologiche di Pirelli e dei protagonisti del mondo della ricerca dalla fondazione dell'azienda, nel 1872, fino ai giorni nostri. In evidenza elementi di continuità nell'approccio di Pirelli agli ambiti della ricerca, come il rapporto di collaborazione con il mondo accademico e il ruolo di avanguardia nello sviluppo tecnico-scientifico dei processi e dei prodotti del settore gomma. Il volume è costituito da un apparato testuale di racconti e testimonianze e da un corpus iconografico di rielaborazioni fotografiche inedite sui temi della scienza e della tecnologia e di materiali provenienti dall'Archivio storico del gruppo. L'uscita del libro è inserita all'interno del palinsesto delle celebrazioni dei centocinquant'anni dell'azienda, che ricorreranno nel 2022. -
Thinking ahead. Pirelli:150 years of industry, innovation and culture. Ediz. illustrata
Un racconto a più voci delle principali innovazioni tecnologiche di Pirelli e dei protagonisti del mondo della ricerca dalla fondazione dell'azienda, nel 1872, fino ai giorni nostri. In evidenza elementi di continuità nell'approccio di Pirelli agli ambiti della ricerca, come il rapporto di collaborazione con il mondo accademico e il ruolo di avanguardia nello sviluppo tecnico-scientifico dei processi e dei prodotti del settore gomma. Il volume è costituito da un apparato testuale di racconti e testimonianze e da un corpus iconografico di rielaborazioni fotografiche inedite sui temi della scienza e della tecnologia e di materiali provenienti dall'Archivio storico del gruppo. L'uscita del libro è inserita all'interno del palinsesto delle celebrazioni dei centocinquant'anni dell'azienda, che ricorreranno nel 2022. -
Come si uccide una coccinella
La sanguinosa estate in cui l’ex ispettore di polizia Herman D’Amore e i suoi due colleghi Walter Canzio e Gaetano Brugliasco hanno sfiorato la morte nel tentativo di fermare un feroce assassino è passata, ma il vero responsabile degli atroci delitti che hanno sconvolto le loro esistenze e le loro carriere è ancora a piede libero e non ha mai smesso di uccidere. Mentre si avvicinano le feste, in una Roma di strade bagnate e addobbi natalizi stretta nella morsa di un freddo cane, la caccia privata del terzetto non conosce soste. È un’impresa rabbiosa e disperata, non solo perché il Mostro che ogni notte infierisce sulle sue vittime con indicibile efferatezza è un personaggio potente, protetto ai più alti livelli, ma anche perché il contatto con il Male non ha lasciato immuni nemmeno loro. Le ossessioni a cui Herman cerca di sfuggire rifugiandosi nel sesso, la lotta contro la malattia di Walter e quella con la propria coscienza del commissario Brugliasco s’intrecciano con la missione di giustizia omicida che hanno giurato di portare a termine a ogni costo, nonostante le ripercussioni che ciò sta avendo sulla loro vita e su quella delle persone a loro più care. E sull’intera vicenda si stende il velo nero del sospetto che uno dei tre possa essere a sua volta un serial killer, lo spietato giustiziere conosciuto come il Fiocina. Natale sta arrivando, ma porta doni che grondano sangue. -
Mondo frantumato
Il compito che Boris Chersonskij si propone non è quello del fotografo, di fermare l'attimo fuggente, ma di prolungarne la vita, e ci riesce da virtuoso. I suoi versi sono costruiti come una scala e la pressione delle immagini spinge il lettore sempre più in alto lungo la verticale dell'esistenza. La fine, inattesa, allarmante, lo lascia nella pianura vuota dell'anima. La fede religiosa e la pratica psicoanalitica del poeta convergono in una lirica che scava nei fatti biografici e storici, pone domande scomode, si aspetta risposte. Questa breve raccolta comprende anche alcuni inediti: ""Quaderno di Crimea"""" del 2019 e il recentissimo, struggente """"Ode di commiato"""", un congedo del poeta alla cultura cosmopolita della sua Odessa. Quella di Chersonskij è una poesia concreta che lo apparenta all'impegno civile e ideologico di Boris Sluckij, ed è al tempo stesso metafisica, sulla linea di Brodski; è una poesia che scivola nella prosa, che sfoglia le pagine di un «archivio familiare» o di un «album fotografico», per far conoscere al lettore personaggi che il poeta, osservatore attento dei suoi simili, ha incontrato in Russia, in Ucraina, in Israele o in Italia."" -
Piero Gazzola
Il saggio indaga il contributo di Piero Gazzola (1908-1979) alla tutela e al restauro dei castelli, o meglio, delle architetture fortificate. Approfondendo un capitolo inedito della ricerca dello studioso, offre una lettura della vicenda-fortificazioni attraverso la lente della conservazione, con particolare riferimento alle acquisizioni teoriche maturate negli anni sessanta. L'ambito dei castelli, solo apparentemente settoriale, si rivela un osservatorio privilegiato per descrivere un più ampio spaccato della disciplina nel secondo Novecento, e la stessa azione di Gazzola per le strutture munite risulta ricentrata a favore del costruito esistente. In generale, le riflessioni che il saggio elabora si collocano nell'alveo degli studi rivolti al tentativo di rendere attuale l'architettura del passato, sono incentrate sulla relazione tra la dimensione diacronica delle fabbriche storiche e il rapporto sincronico da istituire con la contemporaneità e bilanciano cultura della conservazione e progetto. -
Area piccola
Chris è una ragazza che ha trovato nel basket un modo per farsi amare. Dal pubblico, dalle compagne di squadra, e dall’allenatore. Chris, nel gioco, cerca rassicurazioni: essere la più forte, essere la più talentuosa. Non vuole medaglie o convocazioni, ma essere vista. E lo vuole perché il successo le consenta, mentre è ancora adolescente, di essere vista da sua madre così che torni a casa e, da adulta, di stare bene insieme alle compagne di squadra e all’allenatore con il quale condivide il campo e l’amore. Chris si sente esclusa dal mondo e di fatto vive dentro un campo da basket da quando la madre se n’è andata. E in quel campo sa di essere protetta, e sa che la squadra è il sostegno di tutte le sue mancanze. Le ragazze sono state lì quando la madre non c’era, e continueranno a esserci perché l’hanno scelta come leader, nonostante le sue imperfezioni. Giorgia Bernardini, al suo esordio, racconta il basket come metafora del talento, di qualsiasi talento. E racconta soprattutto, con tenerezza e forza – caratteristiche di tutte le ragazze della squadra –, quanto dimenticare sia impossibile, ma perdonare sia la via per vivere. E vincere. Perché sì, si può vincere. -
Libro d'ombra
Gli scrittori giapponesi del periodo Meiji (1868-1912) erano affascinati dalla luce, che attraverso lo sviluppo della tecnologia aveva illuminato le buie città del paese. La «città senza notte», T?ky?, simboleggiava la trasformazione del Giappone durante l'epoca della modernizzazione e occidentalizzazione. La luce è un elemento essenziale nei primi racconti di Tanizaki, siano i raggi del sole che fanno risaltare la brillantezza del tatuaggio in Shisei (Il tatuaggio) o la luminosità del candore della pelle delle donne occidentali: bianco e bellezza sono sinonimi. Ma ciò che accentua e dà valore al bianco è l'oscurità. Il bianco in sé non crea nessun effetto estetico, se non nella contrapposizione con il nero. Il bello sta in quello spazio indefinito, in quel vuoto dove si addensa l'ombra che rende la bellezza dell'arte giapponese inseparabile dall'oscurità. Un valore che non è ovvio, ma che si comprende solo alla luce dell'estetica classica nipponica. In In'ei raisan (lett. Elogio dell'ombra) del 1933, questa sensibilità tradizionale è posta come antitetica a quella del moderno Occidente: non è un'inversione di tendenza nei gusti estetici dello scrittore, né un'invettiva contro la modernità, ma la presa di coscienza di come il Paese sia cambiato seguendo un modello di occidentalizzazione che Tanizaki non condivideva. L'autore riflette sulla modernità nella vita quotidiana degli anni trenta, partendo dall'architettura della casa e dai problemi affrontati da chi vuole arredare un'abitazione mantenendo la tradizione e lo stile giapponesi. Nella conclusione riconosce che c'è un ambito dove può ancora concretizzarsi l'estetica dell'ombra: quello dell'arte e della letteratura. -
Storia del cinema giapponese nel nuovo millennio
Con l'ingresso nel nuovo millennio il mondo cinematografico giapponese ha ampliato notevolmente il suo panorama, in particolare grazie alla diffusione definitiva del digitale e all'apertura del mercato interno rispetto alle produzioni indipendenti, confermando l'arcipelago tra i Paesi con il numero più alto di film distribuiti annualmente. A questo si aggiunge un'ibridazione sempre più capillare tra i differenti media, elemento di arricchimento costante e in continua evoluzione. La commistione tra linguaggi prima esclusivi del cinema, del fumetto, dell'animazione o dei videogame ha portato alla creazione di nuove tendenze espressive oggi molto amate in Occidente e ha al contempo permesso di aprire il mercato interno a varie cooperazioni internazionali. Il cinema si interroga sempre sulle problematiche della contemporaneità: molte opere, infatti, portano a galla istanze sociologiche di estrema rilevanza, dall'integrazione degli stranieri al senso di disadattamento dei giovani, alla necessità di ridefinire il ruolo della donna negli ambiti lavorativi e familiari. A tali tematiche dedicano gran parte del loro cinema alcuni registi oggi molto amati a livello internazionale, tra cui Miike Takashi, Sono Shion, Koreeda Hirokazu, Kitano Takeshi e Kurosawa Kiyoshi. Prefazione di Miike Takashi. -
Il nodo, il nido. Il romanzo matrimoniale dopo l'Unità d'Italia
La stagione che va dall'Unità nazionale all'età umbertina segna un momento di svolta per il romanzo matrimoniale italiano. La narrazione dell'ordinaria vita coniugale si problematizza secondo le più variegate istanze di autorappresentazione della borghesia. Nel panorama della produzione postunitaria e di fine Ottocento, Dio ne scampi dagli Orsenigo e Piccolo mondo antico risultano opere emblematiche in tal senso, complementari nella loro diversità. Per quanto lontani sotto il profilo stilistico, questi due romanzi mostrano la principale qualità delle autentiche storie fictae: quella di rivelarci un mondo, il mondo, d'inventare il vero, come diceva Balzac. Cioè di dare forma all'istinto più vitale della letteratura: far trasparire ciò che si nasconde nell'apparenza della realtà. -
Disinformazione e democrazia. Populismo, rete e regolazione
Il binomio disinformazione e democrazia è una lente per comprendere qualcosa di profondo, antico ma sempre nuovo e vivo. Oggi la disinformazione è l’espressione di un mutamento dentro la cornice della comunicazione nelle democrazie contemporanee, che occorre ripensare. Capitol Hill, la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina sono i tre grandi snodi che le democrazie mondiali hanno affrontato negli ultimi anni, ma sono solo la punta di un iceberg di un sistema che ha bisogno di nuove regole a livello nazionale, europeo e internazionale. Sullo sfondo delle sfide populiste, il libro analizza il terreno ideale della disinformazione attraverso la trasformazione della sfera pubblica e della politica nell’era della post-verità; esplora la realtà virale della rete e l’incontro fatale tra la disinformazione e alcune caratteristiche della nostra mente.