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Julius. Un inverno ad Arona
La vicenda ruota intorno alla figura di Julius, chirurgo cinquantenne dell'ospedale milanese di Niguarda, il quale, dopo essersi speso per il lavoro in maniera quasi ossessiva, viene costretto a qualche settimana di riposo forzato, in seguito alla morte in sala operatoria di un suo paziente. Julius decide di trascorrere quel periodo nella vecchia casa dei genitori ad Arona, sul Lago Maggiore, dove non mette piede da diverso tempo. Nella straordinaria atmosfera di una nevicata come non se ne vedevano da anni, il protagonista si abbandonerà a vecchie passioni e porterà a termine la costruzione di una barca a vela lasciata incompiuta da quando frequentava l'università. Nel frattempo farà la conoscenza di un bizzarro taglialegna italo-tedesco, col quale condividerà ben presto i pasti, discorrendo degli argomenti più variegati: dal lavoro al mondo della scuola, dalla ricerca della serenità al movimento dei corpi nello spazio. -
L' attesa della notte
Sei racconti di orrore quotidiano, sei momenti di incursione dell'irrazionale nella vita di persone comuni che sperimentano lo spalancarsi dell'abisso del Non Senso in esistenze fino a quel momento scandite da consuete routine. È proprio il contrasto tra realtà e fantasia, tra la cosiddetta normalità e un mondo popolato da creature mostruose ma affascinanti, che fa scattare l'inquietudine più profonda e diffonde il senso dell'horror che pian piano dilaga. Vampiri e zombie dei nostri giorni i protagonisti delle storie: una madre nella fase depressiva post-partum, un giovane precario, introverso e sfigato in perenne ricerca del lavoro, una ragazza che cerca un po' di stabilità sentimentale, un giovane in analisi per presunta crisi di identità, un anziano che non si rassegna alla perdita dell'amore per la morte della sua amata, un ragazzino che ha paura di vedere zombie che nessun altro nota. Il tutto a comporre una vera e propria sinfonia del terrore come nei film dell'espressionismo tedesco, ma che si riempie, man mano che si passa da un movimento all'altro (o da una stanza all'altra) di echi e atmosfere gotiche e urbane al tempo stesso. Da Milano alla Sicilia, passando per Roma, «L'attesa della notte» è un viaggio nell'isteria di un'Italia sempre più divisa tra paura del diverso e disperata solitudine generata dai media. Soprattutto è una ricognizione nelle spire di quel sonno della ragione che genera mostri. -
Diario minimo di uno scrittore esordiente
Con ""Diario minimo di uno scrittore esordiente"""", Gaetano Cinque smette momentaneamente i panni di narratore per soffermarsi, con un'analisi puntuale, accurata e comunque stilisticamente intrigante, sulle questioni più generali che concernono l'attività letteraria nel contemporaneo. Nella prima parte, sono riuniti gli appunti che l'autore ha raccolto in approssimativamente tre anni e mezzo di intense riflessioni su molti differenti aspetti della letteratura, sia considerandola in un senso ampio e universale, sia prendendola in esame dal punto di vista di una sua consolidata esperienza personale da appassionato fruitore e preparato interprete di essa. Nella seconda parte, il ragionamento si fa ancora più comprensivo, assumendo la forma di saggio: la trattazione ripercorre con minuziosità tutta la produzione letteraria dell'autore, testimoniando i passi di un processo creativo originale, emozionalmente impetuoso e incapace di fare sconti alla sincerità delle esigenze espressive. In un continuo raffronto anche con altre concezioni dell'attività di scrittura, nonché con gli autori preferiti, non ci si sottrae a nessuna delle questioni più complesse. La letteratura viene descritta come capace di aprire meglio di ogni altra arte la possibilità di vivere, ancora più che raccontare, infinite storie, dando a chi ha la costanza e il coraggio di coltivarne la pratica il privilegio di una libertà assoluta e completa."" -
Gli incubi dell'inquisitore
Sortilegi e malefici erano proibiti già nell'antica Roma, così come nei comuni medioevali. Ma è solo nel 1300 che si diffonde l'idea che le streghe siano una minaccia per il mondo: oscure presenze che agiscono per conto del demonio, e che devono quindi essere stanate e uccise. Una strage che durò oltre quattro secoli, attraversando tutta l'Europa. Nel 1326 la Chiesa dichiarò la stregoneria simile all'eresia: entrambe le pratiche dovevano perciò essere debellate. Circa un secolo dopo, nel 1487, due frati domenicani pubblicarono ""Il martello delle streghe"""", un vero e proprio manuale dedicato alla stregoneria: la fortuna del testo fu enorme, scatenando processi in tutta Europa. Avere del latte o del burro andato a male in casa. Avere un neo o una voglia particolare. E ancora, essere mendicanti, adultere o poco socievoli. Bastava uno di questi elementi per subire un processo per stregoneria. Padre Geremia, uomo colto e dalla mente brillante, è reclutato molto giovane nella Santa Inquisizione e grazie alle sue capacità in pochi anni diventa un inquisitore potente e stimato. Nel suo animo però si agitano molte riserve: dubbi sull'uso della tortura negli interrogatori, dubbi sulla veridicità dei racconti diabolici delle donnette di paese che spesso paiono più una maldicenza che una vera e propria prova d'accusa. Tali dubbi diventano assillanti in occasione di un processo, apparentemente simile a tanti altri. Costretto a fare un viaggio sotterraneo nel mondo del Piccolo Popolo, saggerà sulla propria pelle ciò che riserva alle presunte streghe, ritrovandosi costretto ad accettare una diversa visione della realtà. Dopo l'incontro con la diafana ed eterea Erika, infatti, non sarà più lo stesso, e dovrà compiere alcune scelte drammatiche che metteranno in dubbio prima la sua carriera e poi la sua stessa sopravvivenza."" -
Poesie dall'etere di un poeta riconosciuto
Etere. Un termine avvolto da sempre dal mistero profondo della creazione e che ha assunto, nel corso della storia, una moltitudine di significati. Aristotele vide in esso quella quintessenza immutabile ed eterna del mondo celeste, dell'universo e quindi del cosmo. Filosofi come Plotino lo identificavano come ""l'anima del mondo"""" da cui si è generata la vita. Ancora, per gli alchimisti, esso era l'essenza stessa della pietra filosofale. Anche la fisica se ne occupò a cavallo tra Ottocento e Novecento e un grande sostenitore, fu il genio Nikola Tesla. Secondo la sua visione, l'etere è una sostanza diffusa in tutto l'universo che sprigiona una quantità illimitata di energia. Ed è da questa visione che prende vita il pensiero del poeta. Egli pensa all'etere come a una sorta di dimensione dove esiste una grande quantità di energia, a cui si può accedere attraverso un profondo silenzio; il tipico silenzio che si potrebbe avvertire solo nello spazio vuoto. Ed è proprio da quel silenzio così meditativo e sacro che si genera e germoglia l'arte, da quel silenzio, i poeti, i musicisti e dunque gli artisti, ascoltano in accordo alle vibrazioni del proprio ventre, l'energia conduttrice di parole, di voci, di dolori, di gioia, l'energia della vita e della morte, l'energia del nulla e del tutto. Gli individui che si aprono a certe percezioni, diventano in qualche modo dei recettori viventi dove non manca una certa vulnerabilità a visioni nefaste. Dal fagocitare questa essenza energetica, l'arte esplode nel suo grande fragore."" -
Atto
Molti sono gli atti di cui siamo protagonisti, spesso inconsapevoli, durante il corso delle nostre esistenze: atti di fede e di coraggio, atti di discriminazione e di dolore, atti di assenso e di dissenso, atti di violenza e di gentilezza, atti di libertà e di rispetto, atti di unione e di tolleranza, atti di opposizione e di convivenza, atti di forza e di emancipazione, atti di rinuncia e di speranza. Gli atti scandiscono il trascorrere del tempo, ci rendono padroni del nostro destino, ci regalano il dono più prezioso: il libero arbitrio. Un atto, spesso, è qualcosa di quasi impercettibile. È qualcosa di sottile, ma può cambiare la percezione stessa della vita. La poetessa indaga nell'intimo del suo animo e scartavetra emozioni e speranze ricomponendo i filamenti in un continum atemporale. -
Scene da un condominio
Otto donne e un condominio. Ognuna con il suo carattere, le sue manie, i segreti, le aspirazioni, i sogni. Donne che ogni giorno si sfiorano, quasi si rincorrono, per ritrovarsi ahimè quasi sempre nel grande calderone della solitudine. Quali sono le parole, i gesti, gli sguardi per attrarre attenzione? Come raccontarsi per mettere a nudo i tanti vissuti, ma anche i piccoli o grandi scheletri nascosti nell'armadio del tempo? Come smorzare l'indifferenza che, più di un giudizio feroce, accentua distacco e chiusura? Non è mai facile trovare la strada giusta e soprattutto le parole giuste. In questa commedia condominiale otto figure femminili entrano in scena cariche di affanni e di rimpianti generati perlopiù da abbandoni, perdite e tradimenti; ma anche con tanta voglia di vivere. Con sé portano soprattutto l'ironia. Un filo ora comico, ora sarcastico, con cui avvolgere in modo leggero, quasi evanescente, le storie ma anche gli stati d'animo più intimi. Che, se non camuffati, sarebbero ancora più devastanti. -
F come fibromialgia
La fibromialgia, o sindrome fibromialgica (FM), è una condizione caratterizzata da dolore cronico diffuso associato a dolorabilità, cioè la sensazione di dolore localizzato, che diventa acuto in alcune situazioni, per esempio un abbraccio o un contatto accidentale e inaspettato. A questo si aggiunge una serie di manifestazioni apparentemente non correlate tra loro, ma comuni nei pazienti fibromialgici, tra cui stanchezza, disturbi del sonno, disturbi del sistema nervoso centrale e vegetativo. Si stima che in Italia, siano due milioni le persone che soffrono di fibromialgia, in nove casi su dieci donne. Di quella che fino a poco tempo fa si chiamava la malattia invisibile, si comincia a parlare sempre di più. Ciononostante, c'è ancora poca informazione sulla fibromialgia, a volte anche tra gli specialisti (reumatologi compresi). L'educazione e la conoscenza della malattia giocano un ruolo importante nella diagnosi e nella terapia, quindi nella qualità di vita dei malati. In Italia, il Ministero della Salute non l'ha ancora inserita nel Lea (i Livelli essenziali di assistenza, ovvero la lista delle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale garantisce ai pazienti). Federica Carmagnola è una giovane donna di trentatré anni, fibromialgica. Ha voluto riunire, in una sorta di diario, la sua esperienza quotidiana, la battaglia costante che ingaggia con la FM. Per restituire dignità a tutti i fibromialgici che devono fare i conti con le umiliazioni lungo il percorso accidentato per arrivare alla diagnosi di questa malattia invalidante, che qualcuno chiama orfani della sanità. -
Padre e figlio. Le infinite sfumature dell'attesa
In un'afosa mattinata d'estate un giovane cammina per le vie della sua città fino al parco, qui si siede su una panchina umida e sporca incurante di tutto. I suoi pensieri sono rivolti alla compagna che l'ha abbandonato senza una spiegazione. Per lei era stato disposto a tagliare i ponti con la propria famiglia che osteggiava il loro rapporto. Triste, infelice e apatico osserva coloro che si muovono intorno a lui: bambini che giocano, giovani coppie a passeggio. Finché non gli si avvicina un vecchio che si siede proprio sulla stessa panchina. Chi è quell'uomo? E perché subito si mette a fissarlo intensamente con occhi malinconici e poi lo abbraccia stretto chiamandolo figlio? L'attesa ha moltissime sfumature di luce e di speranza. Quella di un padre sono infinite, non possono mai identificarsi in un solo colore, perché è la vita stessa che non lo permette. Il padre investe in un figlio, il padre vede nel figlio la sua immortalità, e si sbaglia. Perché quella immortalità non gli appartiene, per cui non resta che attendere, come avviene nella vita di ciascuno di noi. -
Il guardiano delle oche
In un paesino di provincia, siamo negli anni Sessanta, si svolge il funerale di Michelangelo, un ospite dell'ospizio locale. Fin dalla nascita, fu evidente la sua diversità, tanto che da subito fu considerato debole di mente. Accudito amorevolmente, fino alla morte dei genitori, collabora al ménage familiare portando al pascolo le oche: sono anni felici per lui, a contatto con la natura, in un ambiente che gli assegna un ruolo, una funzione, dove è protetto da rassicuranti consuetudini. Poi il suo mondo crolla, e se possibile si fa ancora più invalidante la sua voracità alimentare: Michelangelo, detto Pirce, ingurgita di tutto e in continuazione. Alloggiato in ospizio, che diviene presto la sua seconda casa, sa catturare la simpatia del personale di servizio, suscita ilarità per le sue strane manie ma deve anche difendersi dagli scherzi di un altro ospite e fronteggiare le visite della bigotta sorella, Imelda, costantemente preoccupata per la sua salute morale. -
Il fine ultimo
Cinque personaggi, due uomini, due donne e una bambina, si ritrovano in una radura nebbiosa. Non si conoscono, né ricordano la loro vita di prima, il loro nome, né come siano arrivati in quel luogo. Privi di identità iniziano a interrogarsi su tutto ciò che sta loro intorno, e attraverso le parole degli altri, come lampi di luce, si risvegliano, piano, i ricordi legati al passato. Non tutti, però, solo quelli cruciali che li hanno condotti in quel luogo misterioso. Ricostruiscono le loro esistenze attraverso il dialogo: la parola si fa epifania, manifestazione del vero. Forse li lega un filo conduttore? L'aver scelto, al bivio dell'esistenza, di imboccare una via piuttosto che un'altra? L'unica certezza è che la bambina è lì per tutti loro; con i suoi sguardi indagatori e intermittenti, sembra essere il simbolo della coscienza giudicante che è in ognuno di noi sempre attiva, anche se qualche volta pare, come lei, dormire, e lasciarci da soli, e della possibilità, dopo la comprensione dei propri errori, di una metaforica rinascita spirituale. -
Stampi perduti
Toscana litoranea, anni '60. L'abolizione della mezzadria e l'esplosione dell'industria hanno rivoluzionato la vita delle campagne. Non tutti i contadini sono disposti a rinchiudersi in fabbrica, a divenire operai, così alcuni di essi, per scelta o per obbligo, si trasformano in braccianti, orgogliosi di conservare quelle conoscenze preziose, acquisiste da generazioni, che facevano dell'agricoltura un'arte più che un mestiere. Nella silloge sono raccolte alcune storie dell'incontro tra un giovane neolaureato, cittadino, e queste persone, ricche di umanità, ma soprattutto di buon senso, temprate alle fatiche e ai disagi, abituate da sempre a confrontarsi con la volubilità del clima, opponendo a esso la loro intelligenza e la preziosa manualità. Nonostante questo conservano uno stretto legame con le loro tradizioni: la caccia, la burla al cittadino, lo scherzo a volte un po' cattivo al vecchio che mal si adatta alle nuove situazioni, senza accorgersi che questi per non deluderli recita volutamente la parte dello sciocco. Queste persone ora non ci sono più e di esse si sono persi anche gli stampi. -
Nella tana del ghiro
Un affresco di tensione lirica che si stempera e ricompone in una caleidoscopica e originalissima varietà di registri linguistici. Il poeta traccia il recupero dei suoi ricordi, più o meno dispersi nel tempo, affinandoli attraverso una peculiare scelta lessicale, disponendo i lemmi su un pentagramma emozionale dominato da figure retoriche tra cui similitudini e metafore. Il lettore è invitato a scoprire i diversi piani di lettura all'interno dello stesso verso, a romperli nell'afflato delle proprie emozioni. Si avverte la scansione temporale che ha accompagnato la stesura delle liriche, gli stati d'animo talvolta antitetici. Se è, innegabilmente, il recupero della memoria quale fil rouge della silloge mai esso perde quel carattere di universalità che è proprio della poesia di Valerio Innocenti. -
Il bambino che rincorreva i gabbiani
Mimmo vive a Viareggio con i genitori e ha una nonna cui è molto affezionato. Gli piace andare in spiaggia a costruire castelli di sabbia e a rincorrere gabbiani. È intelligente, curioso, riflessivo. Mimmo, però, ha scelto di vivere nel silenzio e tranne poche esclamazioni monosillabiche, non parla. Gli specialisti da cui mamma e papà lo hanno portato gli hanno diagnosticato, sia pure in forma leggera, la sindrome autistica. Genitori e nonna non sempre riescono a relazionarsi al meglio con lui, o almeno non ne sono sicuri perché come si fa a essere certi che comprenda il senso del discorso se non interagisce ponendo quesiti e dando rassicurazioni? Eppure, non vogliono arrendersi. Poiché non ci sono motivi fisiologici a impedire il linguaggio, solo la calma e l'attesa potranno risolvere la situazione. Mimmo riuscirà a trovare un modo, ne sono certi, per avere un approccio attivo alla vita relazionale. Clara Morelli in questo romanzo breve pone particolare attenzione sulla necessità di mettere in comunicazione due mondi, quello cosiddetto normale e quello nel quale si rifugia la persona autistica accompagnando Mimmo lungo il suo percorso di crescita. -
La camicia da notte
A tutti è capitato di svegliarsi di soprassalto con ancora in testa una voce o un immagine che per qualche istante lo accompagna nel mondo della veglia. La scienza parla di stato ipnopompico, cioè dello stadio che porta dal sonno alla veglia, e che corrisponde quindi alla fase del risveglio. In tale fase, come pure in quella che viceversa porta dalla veglia al sonno (detta stato ipnagogico), si possono verificare fenomeni psichici sensoriali, in modo particolare visivi e uditivi ma talvolta anche olfattivi e tattili, che spesso, a causa della loro vividezza, possono essere percepiti come reali. Una possibile causa di queste allucinazioni sarebbe un'alterazione nella secrezione di melatonina. Potrebbero, però, essere solo i sogni che per qualche secondo premono sulla linea di confine tra sonno e veglia, là dove sono intrappolati. Se è un confine sottile quello che separa la veglia dal sonno, quanto della vita è reale e quanto è sogno? Un ventaglio può essere chiuso o aperto, ma tra l'aperto e il chiuso cosa c'è nel mezzo? Per quanto velocemente si faccia il movimento ci sarà sempre un passaggio intermedio, uno stato in cui non lo puoi definire aperto ma non è nemmeno chiuso. In questo momento incerto, quando sogno e realtà sono frammisti, sono ambientati i tre racconti che compongono la silloge: una giovane donna si risveglia nel cuore della notte e si ritrova in camicia da notte a righine rosse proiettata nel bel mezzo di una festa settecentesca; un'altra incontra una creatura d'altri tempi sulle rive del lago e la rivede mentre viaggia in treno. Allucinazioni? -
La casa nella valle
Federica insieme al fratello eredita, alla morte di nonni, la casa di famiglia. Si tratta di un edificio che, pur essendo stato affittato negli ultimi anni, ha bisogno di manutenzione; tuttavia i due fratelli si accorgono quasi subito che i problemi più grossi non sono le perdite dalle tubature o le piastrelle da sistemare. Ai problemi strutturali si aggiungono poi quelli legali causati da un vicino che lamenta diritti non ben identificati. Ma è soprattutto l'atmosfera che vi si respira a inquietare i nuovi proprietari, come se la casa portasse con sé un peso antico: rumori che si sentono di notte, figure intraviste, strani brividi. Ombre, luci, rumori e ricordi di un passato di cui loro non hanno memoria. Dalla zia Maria, sorella della madre, verranno a conoscenza di un segreto di famiglia e prima di poter godere della casa nella valle, dovranno fare i conti con una verità che non è sempre e soltanto quella effettuale. -
La rondine nella pioggia
Giada Falorni nel corso di un'intervista dichiara che gli scrittori che non hanno parenti celebri, che non appaiono in televisione, che non sono stati alla ribalta della cronaca se riescono a pubblicare un loro manoscritto sono come le rondini nella pioggia. Subito dopo quell'apparizione in televisione, la donna ripercorre la sua vita. Direttrice di una rivista di cucito e ricamo, sposata a un pittore di talento ma con il vizio del gioco e sensibile al fascino femminile, un bambino piccolo da accudire è costretta a fare i conti sia con un critico letterario che stronca il suo primo romanzo sia con un grande dolore che segna la sua vita. Giada non abbandona la scrittura, anzi trae forza da Sergio, protagonista del suo romanzo di esordio, uno scrittore inedito, i cui scritti sono molto disprezzati tra i suoi amici e conoscenti, e da Melanie, protagonista dell'ultimo romanzo, una affermata scrittrice non vedente che scrive storie d'amore che hanno un grande successo tra i suoi lettori, ma che non ha mai davvero imparato ad amare. -
L' ospite inatteso
La memoria nulla distrugge, e l'autrice, attraverso il quadernetto delle elementari del padre, giunto per caso tra le sue mani, lo immagina bambino e inizia così un dialogo, un confronto e un'amicizia con un onirico maestro Antonino. Il suo è un raccontare mite, a volte rovente, che si dipana tra più emozioni che la infilano in storie mescolate con altre, con la sua, con quella della famiglia di fonditori di campane da cui discende. Che la mettono a confronto con la sua terra di origine: il Molise. Tutto si svolge tra simulazione e concretezza in una congerie verosimile alla vita che è fusione e confusione di menti, di accadimenti imminenti e distanti che scuotono, vengono, vanno, ritornano. Gli anni dell'esistenza sono oggetto di riflessione e dunque è certo che ""in un'orbita turbinosa la vulnerabilità dell'infanzia ritorna nella vecchiaia, e il cerchio della fragilità umana si chiude""""."" -
Sentieri oscuri
La notte è uno spazio-tempo in cui cadono tutte le maschere e il mondo sembra rivelarsi in un'atmosfera più autentica, che sublima tutte le ansie, i sogni, i dubbi, gli interrogativi e le aspirazioni dell'umanità. Due uomini camminano nel buio. Il primo sotto una pioggia incessante, l'altro lungo le strade di Bruxelles. Mentre uno si domanda come farà a percorrere i molti chilometri che lo separano dal prossimo villaggio, il secondo cerca disperatamente un bar per bersi un whiskey e dimenticare la donna che lo ha lasciato. Il primo trova riparo alla pioggia in una casa spoglia, ospite di uno strano padrone di casa che gli chiede di ascoltare una confessione. L'altro trova compagnia al bancone di un locale elegante. Entrambi faranno i conti con il mistero che solo nel buio trovano l'epifania risolutiva. Due racconti diversi per genere eppure legati da un indissolubile fil rouge. -
Il club del lunedì
Eleonora nota per caso un via vai sospetto nella palazzina di fronte alla sua. Il suo sesto senso le dice che qualcosa di strano sta accadendo e che è suo dovere di onesta cittadina verificare. Decide così di andare a osservare la situazione un po' più da vicino, con la scusa di gettare la spazzatura, quand'ecco che una persona gira l'angolo: Eleonora si avvicina di soppiatto e si nasconde dietro a un'automobile parcheggiata. Una donna elegante, vestita di lilla, bussa a una porta tre colpi a distanza di due secondi l'uno dall'altro e pronuncia quella che pare una parola d'ordine. Eleonora non esita, si avvicina e bussa tre volte anche lei. Da quel momento in poi nulla sarà più come prima. Il Club del lunedì esige massima segretezza. Una silloge di racconti insolita, dal vago sapore onirico.