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PD. Un partito da rifare? Le ragioni di una crisi
Il Partito Democratico è stato fondato nel 2007 e da allora ha vissuto una costante caduta dei propri consensi elettorali: dai 12 milioni di voti del 2008 ai 5 milioni e 300mila delle elezioni del 25 settembre 2022. Di fronte a tutto ciò, alcune domande sono obbligate: è possibile ancora provare a riformare questo partito? E può essere davvero “rifatto”? E come? Antonio Floridia indaga le ragioni profonde della crisi del Pd, ricostruendo la sua vicenda, analizzando i “miti fondativi” che ne hanno segnato le origini, il suo modello organizzativo, i tentativi (falliti) di rinnovarlo; la progressiva riduzione della sua capacità di parlare ai settori della società che un partito della sinistra dovrebbe in primo luogo proporsi di rappresentare; l’indeterminatezza della sua cultura politica e della sua identità. Un contributo al duro e aperto confronto politico oggi sempre più necessario, non solo per le sorti del Partito Democratico, ma per il futuro della sinistra italiana. -
Piotr e i treni
Vi sono luoghi, dove la realtà è generata dai sogni di coloro che in quel luogo vivono. Reves, Drimmoli, Traumlich, Dulcimer sono alcuni di questi, uniti da una fratellanza che si rinnova due volte l'anno, in occasione dell'equinozio di primavera e di quello d'autunno, con una festa che dura parecchi giorni e che ognuno di essi ospita a turno. È durante un equinozio di primavera, a Dulcimer, che ha inizio questa storia. Su un palcoscenico visionario e immaginifico si muovono personaggi mistici: i suonatori di gocce, capaci di rendere liquide e musicali le emozioni; il Narratore, che un'antica leggenda vuole destinato a raccontare le vicende di quanto sta per accadere; la scogliluna, sorta di sciamana unita da un profondo legame alla terra; Piotr, un ragazzino che osserva i treni passare perché per poter andare qualcuno li deve guardare; e ancora la seminatrice di sogni, gli incantatori di ricordi, i danzatori temporali. Mentre fervono i preparativi per la festa, la seminatrice di sogni ha un oscuro presagio: un'ombra si sta addensando intorno, un'ombra pesante che minaccia di distruggere la serenità di Dulcimer. L'autore dipinge una Realtà del sogno, approdando a un finale, non scontato, in cui ribadisce, appunto, l'importanza che ha il sognare, anche, e soprattutto, in un mondo che sembra avere smarrito la capacità di farlo. Anzi, è proprio in un mondo del genere che il Sogno può evolversi, sino a trasformarsi nel più potente strumento che abbiamo per ridefinire la realtà. -
Traditi e traditori
È l'8 aprile 1945, mancano alcune settimane alla fine del III Reich. Kristine riceve un messaggio da suo marito, generale delle SS di stanza in Polonia: lei e i loro tre figli devono salire in macchina e fuggire verso ovest fino a che non raggiungeranno la Baviera, invasa dagli americani. Attorno a loro è in atto la migrazione biblica di milioni di persone in fuga dall'Armata Rossa incalzante. Dopo tre notti all'addiaccio, sfiniti e affamati, i fuggitivi scoprono una casa disabitata nella foresta e lì finalmente possono recuperare le forze dimentichi del dramma che si svolge non distante da loro. Finché non irrompe nelle loro vite Vladislav anche lui in fuga, in realtà in missione per la Resistenza Polacca. Il giovane si unisce alla compagnia e, improvviso, nasce un amore impossibile, tumultuoso e contrastato per la differenza di età con Kristine e per il vissuto di entrambi. Non lontano, al di fuori della foresta, avvengono eventi drammatici mentre quattro eserciti si stanno dispiegando sul territorio tedesco sbaragliando quello che resta di uno degli eserciti più forti di tutti i tempi, in rotta rovinosa. L'incontro e la fuga dalla casa nel bosco sono caratterizzati da contrasti interiori e da colpi di scena che coinvolgono Kristine e Vladislav consci del fatto che il loro rapporto non possa andare oltre il contingente della fuga stessa. Il futuro riserverà ad ambedue sorprese che segneranno profondamente le loro vite. -
I kodici delle illusioni
Un magma di lemmi e sensazioni in divenire: passato, presente, futuro, modellabile e senza struttura. Innocenza non ancora foggiata. Questo è il codice delle illusioni: inusuali prospettive, utopia, serici intendimenti, respiri nei respiri, stupori... Ed è di questi contrasti che si nutre la raccolta, composta da sessanta componimenti a verso libero, senza rima: un incedere di versi che non rispondono a nessuna metrica, se non a quella dell'anima, in cui l'autore si immerge per far scaturire il malessere della società e delle angosce umane con una lingua poetica desueta, fatta di termini ricercati ed eleganti. L'abbrivio d'ogni lirica può nascere da qualsiasi spunto o termine che ispiri un suono o che tinga un pensiero purché se ne ricavi brivido. L'accurata forma lessicale si plasma per valorizzare l'astrazione enigmatica del concetto, le analisi inquiete, per dar voce alle rievocazioni, alle grida sottaciute, alle esistenze trascorse o da trascorrere. Un misterico getto di parole e versi in cui si coglie, nello spazio sconfinato della scrittura ermetica, una passione tragica e introspettiva, quasi decadente, tesa verso un destino inesorabile. Anche i termini onomatopeici, spesso usati dal poeta, aiutano a entrare nel canto, a volte lamentoso della lirica, e ci cullano nella lettura con un effetto quasi consolatorio. -
La quiete e la tempesta
"Per essere chiamate poesia le parole debbono essere incatenate insieme dal ritmo e dalla scansione ma al tempo stesso richiedono pause improvvise, troncature, sospensioni; le frasi poetiche, legate tra loro come i ritornelli delle canzoni, sono continuamente interrotte per l'esigenza di consentire a chi legge le soste necessarie per percepire - e gustare - le emozioni e le sensazioni che le pieghe dei versi contengono e custodiscono, che altrimenti resterebbero celate nella foga della lettura. Le parole di Simone Raffaelli sono piene di anfratti, di rifugi per la riflessione, di nascondigli ricchi di tesori poetici: ne è un esempio la reiterazione di una stessa parola o di una frase, usata con dolce scaltrezza per comunicare un'immagine e al tempo stesso imprimerla e consolidarne la robusta presenza nella narrazione lirica (in cima al vecchio molo, proprio in cima). Stupisce e ammalia, in questi versi in cui non è raro scorgere qualche accenno di rima ben intessuta nel contesto o qualche allitterazione, la presenza omnipervasiva, fin al titolo, dei temi della natura: il trascorrere del tempo è cadenzato dalle stagioni, vive nel tripudio dei colori autunnali la sua esistenza più vistosa ma poi sonnecchia il torpore dell'esistere che pare quasi preludere con serena fatalità all'ineluttabile scadenza (il tempo della neve e della perplessità)."""" (dalla prefazione della dott.ssa Marcella Malfatti)" -
Bukowski. Inediti di ordinaria follia. Vol. 4
Charles Bukowski è uno degli autori più conosciuti e apprezzati della letteratura statunitense del Novecento. E il più controverso. La sua ingente produzione, che comprende romanzi, racconti e poesie, si avvale dell’imprescindibile confronto con la vita, quella autentica che Bukowski ha realmente vissuto sulla propria pelle. La miscellanea “Inediti di ordinaria follia – Vol. 4” comprende trenta poesie e altrettanti racconti. In ognuno dei testi l’autore ha raccontato la vita vera, fatta di sofferenza, di sospetti, di compromessi ma anche di gioia, di risate e di amore. E lo ha fatto attingendo alle proprie esperienze e sensazioni, incurante delle mode stilistiche ed editoriali. La selezione è il risultato della quarta edizione del Premio Letterario Nazionale Bukowski. -
Lo zoo in piazza delle Fogne
Moso e Mattia, che è anche la voce narrante delle loro esperienze, sono due giovani fiorentini amanti della vita notturna, tanto che quasi ogni sera escono in cerca di avventura e vagano per locali da quelli più alla moda a quelli trash. Il loro preferito è il Manifesto gestito da Otello, un caratteristico barman attento alle chiacchiere degli avventori. Qui Moso, professore di matematica in un liceo, va a correggere i compiti dei suoi alunni ché a casa le continue chiacchiere dei genitori lo distraggono e Mattia, dopo avere tentato uno stage come cameriere prontamente licenziato, espone i suoi quadri. Dei due è Mattia quello più sfrontato e concreto, così mentre l'amico discetta di hamburger vegetariani ai funghi e di libri Mattia tenta di rimorchiare le belle ragazze che incontrano nei loro giri notturni. Ed è proprio il popolo della notte a essere co-protagonista della silloge, popolo variegato fatto di signore âgé in cerca di divertimento, di uomini maturi al braccio di ragazze giovanissime, di bellezze in tacco quindici concentrate su sé stesse e qualche mosca bianca. Una raccolta di racconti anomala perché in realtà si tratta di bozzetti tutti realizzati in stile diverso - si va dall'ibrido monologo interiore-flusso di coscienza al dialogato stretto - i cui protagonisti sono però sempre loro: Maso e Mattia. L'autore attinge all'espressione gergale giovanile, al dialetto fiorentino con i suoi modi di dire, porta il colloquiale sulla pagina scritta e narra di una generazione, quella dei trentenni, alle prese con il desiderio di andare a vivere da soli, di trovare un lavoro che li soddisfi, una ragazza o magari anche tante in attesa di quella giusta, di sbronze, di chiacchiere. Non per questo una generazione vuota, solo un po' più fragile e confusa. -
Strade inverse
La silloge di esordio di Marco Martinenghi è elegante, raffinata eppure distante dagli schemi tradizionali, versi brevissimi talora note appassionate su un pentagramma d'autunno, talaltre secchi, disincantati come ciottoli scheggiati sul greto di un fiume abbandonato. Sottende una melodia tagliata, un ritmo cadenzato che apparentemente si risolve in una lettura semplice, immediata. In realtà, ogni lirica racchiude un universo di sensazioni e riflessioni, il desiderio del desiderio di andare oltre l'apparenza delle cose, controvento impavidi, lucidi e consapevoli. Avvicinandosi, sotto certi aspetti, alla street poetry soprattutto nella ricerca costante di un modo per esprimere il pensiero in libertà e in modo accessibile. Se però i poeti di strada hanno bisogno di liberarsi dalla schiavitù della carta sì da entrare in contatto con gli innumerevoli passanti scrivendo sui muri, Martinenghi il suo muro di anima e carta lo plasma con sorprendente empatia. Quale street (paper) poetry, sia pure anomalo, non lavora molto sull'aspetto estetico - quasi assente la retorica, funzionale ma libera la metrica - quanto a quello rappresentativo: il suo unico fine è trasmettere il messaggio e il suo valore. Da qui la priorità e l'importanza assegnata alle parole. Si avverte la cura con cui sono state scelte e assemblate, nella convinzione che un uso impreciso possa manipolare le coscienze e le menti. Il poeta sviluppa un flusso verbale che orchestra i temi della vita quotidiana, un soffio leggero con la forza di un vento impetuoso. Attraversa l'amarezza delle cose umane nella loro vicissitudine di violenza, malattia, depressione, morte, ma incontra anche il demone erotico, e con esso il sogno, la fantasia, e i libri e le figure del passato che illuminano il presente. Con un'attenzione costante alle pieghe infinite e alle corrispondenze sotterranee dell'esistenza. -
Tra di noi Central Park
James Reed, giovane scrittore newyorkese in ascesa, sta ultimando il suo ultimo libro, quello che secondo la sua agente gli assicurerà il meritato successo. Separato e con un figlio, Liam, quattordicenne affettuoso, riflessivo e brillante, dietro le apparenze di padre attento e artista ambizioso, James cela un inconfessabile segreto: la passione per Nicole, l'affascinante fidanzata di Travis, suo amico fraterno. È proprio la notizia improvvisa dell'imminente matrimonio tra i due a sconvolgere il delicato equilibrio che James era riuscito a organizzare nella sua vita: sente infatti di non poter più fare a meno di rivelare ciò che prova e a tal fine inizia a elaborare un piano diabolico che porti alla rottura tra i due. Ma una serie di complicazioni e coincidenze di lì a poco lo investiranno come il vento gelido che soffia a Central Park in inverno. In un susseguirsi di colpi di scena dipanati tra incontri travolgenti, passioni irresistibili e opportunità inaspettate, James sarà costretto a ridefinire più volte non solo i suoi orizzonti personali, ma anche il significato dell'amicizia e dell'amore. -
La memoria e l'inconscio
La storia di Giulia, sensibile e romantica sognatrice, si avvia sullo sfondo del primo dopoguerra italiano, bambina troppo presto sradicata dall'infanzia, vittima di un terribile segreto che segnerà tutta la sua vita. Allontanata da casa per ragioni di salute e mandata in montagna dai nonni paterni, Giulia, nei racconti della nonna e nel vivace rapporto con la zia vive un periodo di serenità lontana da una madre insoddisfatta della sua vita e da un padre adorato ma che mette la moglie sempre al primo posto nei suoi affetti. Il rientro in famiglia, più difficile del previsto, costringe però di nuovo Giulia a fare i conti con una realtà decisa a non regalarle nulla. -
Una rivoluzione quasi perfetta
Una rivoluzione è il mutamento radicale di un ordine statuale e sociale, nei suoi aspetti economici e politici ed è perfetta, quando raggiunge il suo obiettivo senza alcuna violenza e coerentemente con gli ideali prefigurati. Ma può una rivoluzione essere non violenta? Può realizzarsi senza alcuna forma di oppressione e sofferenza? E durante il suo svolgimento, i rapporti umani, sia nella dimensione pubblica, politica, collettiva che in quella privata, familiare, individuale possono essere improntati al rispetto reciproco, alla solidarietà, alla comprensione, all'amore disinteressato? Oppure non c'è alcuna speranza e la violenza domina, come una radice inestirpabile, nella vita politica e nella convivenza umana, sempre e comunque? E inoltre può l'ideologia, la fede rivoluzionaria, essere più forte dell'amore, dell'attrazione fisica, della passione? È a queste domande che cerca di dare una risposta Paolo S., il singolare protagonista di questo romanzo, che a settant'anni, intende fare i conti col suo passato per una verifica dei suoi giovanili ideali non violenti. L'occasione per questo particolare esame di coscienza gli è offerta dal suo tentativo di scrivere un romanzo su Gesù, inteso soprattutto nella sua dimensione di profeta dell'amore e della non violenza. La costruzione della trama narrativa lo costringe a guardarsi dentro e attorno, a cogliere i risvolti umani e politici dei grandi eventi storici, in cui si è trovato a vivere (il Sessantotto e l'antimilitarismo, il referendum sul divorzio, la strage di Piazza Loggia, la caduta del muro di Berlino). Contemporaneamente, il presente gli riserva ulteriori sorprese, che mettono a dura prova il suo equilibrio psichico e la sua serenità intellettuale. -
Creature selvatiche
Non è mai una sola la vita che viviamo. Da bambini ci costruiamo mondi alternativi in cui di volta in volta ricopriamo ruoli diversi a seconda del momento e dell'umore, ci tuffiamo nei primi libri d'avventura e solchiamo mari aperti alla ricerca del mitico tesoro del capitano Kidd, facciamo finta di essere appassionati di ballo per sospirare sulle piroette del primo amore. E impariamo la nostalgia, il senso di vuoto quando se ne va per seguire la famiglia. Ma c'hanno già scritto una canzone o forse persino più di una. Da adulti ci immedesimiamo nel protagonista di un film, di una soap opera, con lui piangiamo, ridiamo e inviamo poco caritatevoli commenti allo sceneggiatore se questi si azzarda a ipotizzare filoni di storia che non condividiamo. Aspettiamo con ansia l'uscita dell'ultimo libro del nostro autore preferito, chiedendoci sotto sotto un po' infastiditi in caso questa ritardi che altro abbia da fare di più importante che rifornire di storie, di mondi e di vite da esplorare noi avidi lettori. E poi, e poi ci capita tra le mani una storia da raccontare, tra i ritagli di tempo che il lavoro ci concede, che l'amico giramondo non fagocita, che la famiglia non reclama. E tutto accade a Forte dei Marmi o giù di lì, in spiaggia mentre la mente è in libera uscita, il cuore si ferma di fronte all'Angelo Volteggiante. L'ha già scritta qualcuno la sua storia? Una bellissima creatura danza con il mare improvvisando figure sul bagnasciuga. Ed è difficile capire se siamo i lettori o lo scrittore perché in fondo, nell'abisso più intimo di ciascuno di noi, riluce l'ambigua consapevolezza che ciò che appare forse è solo un impalpabile fantasma, un rebus, un enigma: quale frammento od oggetto della mia realtà interna corrisponde a quello che vedo fuori di me? -
I giovani di Holden. Vol. 3
Una miscellanea di trenta racconti e altrettante poesie, che rappresenta un assaggio del meglio che la undicesima edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden ha prodotto a livello lirico e narrativo. -
Puoi avere una parte di me
Una silloge atipica per Luca Centoni, artista poliedrico in costante evoluzione. In alcuni poeti il confine espressivo tra poesia, riflessione poetica e prosa lirica è molto sottile, per altri è sinonimo di crescita contaminare il proprio stile con inflessioni diverse, come un musicista pop che assorbe ritmi jazz e country disarticolando generi e aspettative. Per Centoni appare una necessità il passo compiuto in direzione della prosa sotto forma di intuizioni, monologhi e flussi di coscienza che disattendono spesso la versificazione e si riversano in una struttura più narrativa. Non c'è una dimensione intimista e solitaria nella silloge, qualunque sia la forma espressiva adottata di volta in volta, il poeta ha sempre un altro cuore a cui rivolgersi - un amore, un amico, un familiare - cuore che non fugge mai il confronto, soggetto attivo anche nel silenzio o nell'assenza. Un costrutto relazionale intessuto di fili sottilissimi, fragili come la speranza, l'amore e l'amicizia. Che non disdegna di mettersi in discussione, di osservare la realtà effettuale minata da disastri naturali, avidità, interessi personali. Dov'è allora la dimensione affettiva, la memoria, il rispetto per l'altro? Forse la risposta non è nelle pieghe di un verso, di un pensiero o nelle pennellate di un dipinto scolpito di lemmi ma soffermarsi su di essi può essere un inizio. Musica che scalpita, che batte sorda, parole che si rincorrono come purosangue, epifanie sensuali, ricordi agrodolci, certezze che danno respiro alla mutevolezza del pensiero. Una silloge che si rinnova e si arricchisce a ogni scorrere di pagina. -
Skyping
Armelie Bernardi, rientrata in polizia e assunta la conduzione dell'Anticrimine, riapre il cold case di Guido Terriani, uno scrittore misteriosamente scomparso otto anni prima. A innescarne la riapertura è il doppio omicidio della stessa moglie dello scrittore, Michela, e a distanza di poche ore di quello della figlia Anna: due crimini a sangue freddo, resi ancor più feroci dalla brutale tortura subita dall'anziana professoressa. Cosa voleva disperatamente l'assassino da loro dopo otto anni? Sia Guido che Michela prima di morire avevano appuntamento con Gianni Goiro scrittore vezzeggiato dalla critica e dallo star system nonché titolare della Crimedit, una piccola casa editrice specializzata nelle crime-stories, conosciuta in tutto il mondo. Per gli inquirenti è un particolare degno di nota e si concentrano fin da subito sull'ambiente editoriale. Terriani era uno scrittore mediocre, pubblicato per mera amicizia da Goiro. Su questo tutti concordano. Eppure, dopo otto anni dalla sua scomparsa, riceve una lettera da parte di una società francese che si occupa di tutela del diritto d'autore: perché Terriani ha sentito la necessità per la prima volta nella sua carriera di scrittore di depositare il suo manoscritto? Comincia a prendere corpo l'idea che avesse finalmente per le mani un best-seller. Ma in questo caso dov'è? È questo che cercava l'assassino delle due donne? E perché solo ora? Un caso complesso per il neo capo dell'Anticrimine che si appoggia al fiuto investigativo del suo ex socio e amante, Giorgio Romani, questa volta in collegamento via Skype con il Madagascar. -
Dentro la bestia
Scott Edward è un giornalista inglese che si occupa di reportage da zone di guerra. Inviato a Istanbul, la porta d'Oriente, città avvolgente e misteriosa prende vita il progetto di scrivere di guerra, antica e moderna. Troade e Kurdistan. Ieri e oggi. Un'idea arrivata all'improvviso, che conferma il suo interesse per Troia e per i protagonisti che ne decretarono la leggenda. Sulla scia di uno studio antropologico forense che ritiene di avere individuato i resti di Ettore durante uno scavo recente, Edwars, stimolato dalla lettura di Troilo e Cressida di Shakespeare, si interroga sulla fine di Ettore e sul destino di Elena. Tra oggi e ieri, tra passato e presente, tra leggenda e finzione, è Menelao ad assumere il comando della seconda campagna troiana. Insoddisfatto dei resoconti che i vincitori, di cui egli fa parte, tramandano, ossessionato dal bisogno di sapere, con puntigliosa insistenza, tornato in patria, sollecita la lega greca a investigare e ottiene, nonostante le resistenze, pieno mandato per la nomina di uomini giusti ai quali affidare il compito di indagare. E un testimone viene rintracciato, è un sopravvissuto troiano: Glauco racconta dei tempi dell'assedio, di quando era il custode del dio Apaliunas. Un romanzo breve che ci restituisce una storia di Troia lontana dalle spire del mito, se possibile ancora più immortale. -
Diversamente animali
Ogni giorno l'uomo si macchia di crudeltà nei confronti degli animali. Molti vengono uccisi, spesso in modo barbaro, negli allevamenti intensivi per soddisfare il suo consumo di carne, molti altri portati via dal loro habitat naturale per il suo divertimento, altri ancora privati di ogni dignità e usati come cavie da laboratorio. Lottare per i diritti degli animali e per l'ambiente è fondamentale anche per garantire migliori rapporti tra gli stessi esseri umani. Il matematico greco Pitagora già nel 400 a. C. avvisava: ""Fintanto che l'uomo continuerà a distruggere gli esseri viventi inferiori, non conoscerà mai né la salute né la pace. Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra di loro. Perché chi semina delitto e dolore non può mietere gioia"""". Ariel Carrapa, vegana e salutista, dà vita a una silloge di sette racconti i cui protagonisti sono animali vergognosamente vessati dall'uomo, e li lascia raccontare a ruota libera le proprie esperienze. Un cucciolo di beagle narra della sua prigionia in laboratorio, una delfina bianca dello sterminio della sua famiglia, un toro del suo destino a combattere in una corrida, una lupacchiotta della volontà di salvare un essere di specie diversa, un leoncino, Simba, di come si vive in cattività in attesa di esibirsi in un circo, una volpe della sua cattura per poterne utilizzare la pelliccia e un orso di come sopravvive in attesa che gli venga prelevata la bile. Ma ci sono anche esseri umani buoni nel mondo, solo che restano nell'ombra e fanno meno rumore, come sostiene Simba. Esseri umani decisi a riequilibrare le forze in campo. Che sia finalmente venuto il momento di farlo rumore?"" -
Vento, muschio e conchiglie
Esiste un luogo dentro al nostro cuore da cui le parole sgorgano come timidi ruscelli e lentamente si fanno spazio fino a ricomporsi in versi: ponte tra diverse solitudini. È il nostro mondo interiore che reclama di essere ascoltato, di disancorarsi dalla meschinità, dalle piccole miserie dell'animo umano e innalzarsi verso Dio. Aspira a toccare un animo nobile che lo sappia consolare e lo renda luminoso di virtù. Rimane sospeso a nutrirsi d'amore. E osserva quanto intorno a lui si muove e vive. Ecco allora le stelle, avvinghiati al nostro dolore, bramiamo un barlume di gioia per cui brillare e osare speranza. Ecco i girasoli, alla ricerca della felicità e del calore del sole. Ecco le foglie, tanto verdi e rigogliose d'estate, accese di rosso fuoco in autunno, cadono d'inverno ai piedi dell'albero, riparandone le radici dal gelo: come le nostre rinunce che conservano intatta la vera essenza. Siamo farfalle dalle ali tenere e fragili, che guardano al mondo con occhi puri. Timide prima e poi d'un tratto coraggiose, sfioriamo le acque placide del fiume: la vita. I nostri ricordi, le nostre esperienze che ci hanno fatto ciò che siamo oggi. Una sinfonia di emozioni liberamente catturata tra i lemmi di uno spartito d'amore. -
L' esistenza è il male di vivere
Silloge di esordio essenziale, inquieta e nostalgica. La poetessa dichiara fin dai primi versi il suo amore per la Natura, l'appassionato sguardo al paesaggio su cui riversa e proietta il proprio stato d'animo in una sorta di panismo ingenuo e seducente. Anela alla serenità, alla trasparenza dei sensi e al contempo soffre un amore che le impregna l'anima e il cuore e da cui non sa fuggire. O non vuole. Abbracciata a questo amore che non si sofferma prende atto della transitorietà d'affetto con un'eleganza emozionale spiazzante. E ancora, la Poetessa osserva disincantata ma mai rassegnata l'umanità che la circonda, ne vede gli spigoli più biechi e sente sé stessa tuffarsi nell'abisso della solitudine consapevole però che l'epifania è già scolorata. Maria Cristiana Di Prospero danza sulle sue afflizioni con la lievità di chi riesce a illuminare il buio affidandosi a una parola dopo l'altra ricombinandole più per la loro intrinseca musicalità che per il loro significato contestuale. Proprio per questo talvolta le sue liriche appaiono incompiute, perché c'è sempre un qualcosa oltre e altrove da inseguire, fosse solo un'eclissi luminosa e melanconicamente irresistibile. -
Lungo il sentiero della nostalgia
Mario e Berenice si conoscono negli anni Sessanta, giovanissimi, subito si sentono attratti l'uno verso l'altro ma la vita, come spesso accade, li conduce su strade parallele: il primo studia legge e diventerà insegnante in un Istituto Tecnico Commerciale lucchese; la seconda si sposa ed emigra in Argentina. Destini diversissimi. Mentre Mario può affiancare allo studio prima e al lavoro poi le partite di pesca sul fiume, le gite in montagna con gli amici e le cene del sabato sera nella cantina di Pietrino, Berenice fa i conti con un Paese straziato dalla povertà e dalla dittatura militare. Molti anni dopo, la donna rientra a Lucca e suona alla porta di Mario. Entrambi hanno alle spalle un'esistenza di cui l'altro ha voglia di sapere, per ricostruire quel legame abortito troppo presto, troppo in fretta. E così, in una convivenza all'inizio un po' impacciata poi via via più naturale si raccontano le esperienze vissute e approcciano il quotidiano fatto di bellissimi e semplici eventi - apparecchiare la tavola, preparare la cena, curare i fiori - per imparare a conoscersi di nuovo.