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Il giardino d'inverno
La vita ci porta a confrontarci con i rimpianti, i rimorsi, la rabbia e il dolore che, in un alternarsi di silenzi e grida, ci inseguono quando siamo consapevoli del male fatto e ricevuto. Nasce spontanea la domanda: vogliamo perdonare? Possiamo essere perdonati? Possiamo perdonarci in quella stanzetta del cuore dove l'Altro non c'è? Dove, raccolti e senza maschere, siamo solo noi allo specchio? Viviamo di rapporti; i più significativi sono quelli di amore, di amicizia, le relazioni familiari, professionali. Sia Fabio sia Giovanni, protagonisti dei due racconti contenuti nella silloge, sono stati duramente provati dalla vita e ognuno a modo proprio cerca un riscatto. Fabio avrebbe voluto studiare Lettere invece a causa dello sconsiderato comportamento del padre si ritrova autista di autobus con una moglie sensibile al corteggiamento. Giovanni deve prendersi cura di una sorella incapace di intendere e volere, di una madre su sedia a rotelle per paralisi progressiva e di un padre in fase oncologica terminale. Il terzo testo è un racconto-non racconto, in bilico tra riflessione e flusso di coscienza: il protagonista si interroga sulla reale opportunità di vivere fino a cent'anni e anche di più. -
Già in strada, il teatro!
Ognuno plasma della propria giovinezza un simulacro mitico, ricco di sogni, grandi speranze, rosee attese, potenzialità in boccio, cancellando i dubbi, le paure, le ansie che accompagnavano quel difficile periodo della vita. Cosa pensavano, quali erano i passatempi preferiti dagli adolescenti delle famiglie borghesi ai tempi in cui non c'era ancora la televisione e i social media quali Facebook, Twitter e Instagram erano ancora nel limbo della mente dei maghetti di Harvard? L'autore quegli anni li ha vissuti, e in questa silloge narra delle lunghe ore di sonnolento studio sulle sudate carte di leopardiana memoria, intervallate da frequenti fughe alle finestre per osservare con interesse e curiosità la vita che si svolgeva là fuori: i pittoreschi personaggi che si agitavano sul palcoscenico della strada, assorbendone il colorito linguaggio popolare cercando di ricostruirne le storie, ora drammatiche ora buffe. Pare quasi di vederli: Federico, intraprendente e sempre pronto a ribattere alle altrui battute, Enrico, ragazzo riflessivo e lettore onnivoro, infine Gianni, il più atletico dei tre. L'humus culturale di cui erano, bene o male, imbevuti li riportava alle baruffe della commedia dell'arte, alle burle di Buffalmacco, al teatro di Goldoni. -
Lasciami parlare... ancora
"Lasciami parlare... ancora"""" è la seconda silloge di racconti che permette a personaggi celebri di dare voce ai loro tormenti, offrendo loro la possibilità di raccontarsi in un'unica seduta nello studio di uno psicanalista. Si tratta di sette protagonisti di celebri opere musicali, teatrali, letterarie, ma anche di personaggi storici che tutti noi abbiamo conosciuto e di vere e proprie icone del mondo fantastico. Le loro parole hanno lo scopo di valorizzare il delicato e al tempo stesso potente equilibrio su cui si regge, in fin dei conti, la vita umana. Eros e thanatos, intese come vuole la teoria freudiana quali pulsione di vita e pulsione di morte, trovano in questi racconti la loro diretta espressione in quanto potenti forze che regolano e tengono sospesa in un magico equilibrio l'esistenza. Durante questo secondo viaggio nell'animo e nella psiche, ci ritroveremo a danzare trascinati da meravigliose musiche, ad ascoltare di amori rapiti, traditi e impossibili per approdare all'amore per il sapere e per la cultura. Percepiremo l'odio che pervade certe foreste oscure, e verremo travolti da potenti bufere per giungere all'amore per la famiglia e per il popolo. Infine, ci abbandoneremo, non senza una certa curiosità, nel magico mondo della fantasia." -
Racconti di inizio novembre
Quello che novembre occupa nel ciclo dei mesi è un posto particolare: è il momento in cui le ombre dell'autunno si allungano tanto sui paesaggi reali quanto su quelli interiori dell'uomo, presagio di una stagione di buio e di distacco. È il momento in cui le riflessioni su se stessi diventano più profonde e intimamente affilate, nel tentativo di soddisfare una sopraggiunta necessità di tracciare ineffabili bilanci di un percorso esistenziale. I protagonisti dei sette delicati racconti di Lidia Mingrone sono tutti molto diversi tra loro: dalla piccola Eugenia, bambina dall'intelligenza prodigiosa sulla soglia di una svolta importante, al maturo Sebastian, uomo solitario e analitico, ma improvvisamente sorpreso dalla propria fantasia; da Benny, costretto nell'immobilità nel corpo ma di estrema dinamicità nel pensiero, ad Armando, che ha attraversato quasi tutta una vita a cui ora può ripensare con serenità. Ad accomunarli, la particolare sensibilità che dispiegano nelle loro storie intense di umanità e di ascolto di se stessi e del mondo che li include e li pervade. Un senso di esiziale ineluttabilità permea le pagine di ""Racconti di inizio novembre"""". Nell'autunno dell'esistenza, infatti, nel medesimo modo che in quello del mondo, la luce diviene via via più breve: paure, perdite, rimpianti e solitudini si affastellano. Un pensiero vertiginoso e malinconico, sì, ma proprio da esso emerge, in tutte le storie, il desiderio, anzi la necessità, brillante e incontenibile, di aderire profondamente alla vita, nelle sue complesse e sfuggevoli trame, e di esporsi senza riserva a essa. Una scrittura che non si risparmia nel trasmettere un messaggio: ogni istante di vita è un dono da assaporare."" -
Confini incerti
Protagonista della silloge è la felicità, che appare e scompare fra le righe, manifestandosi ogni volta in forme singolari, come un istrione che calca la scena indossando le maschere più improbabili. Una figura che non ha nulla di estremo, poiché non ha una vita propria, ma sboccia o si secca, si presenta o si dilegua, in relazione a chi di volta in volta, la nutre, la ospita o la trascura. Nel suo peregrinare non ha una meta, né uno scopo propri, non appartiene a nessuno e non si concede a chi l'ama ma solo a chi si lascia amare. Così, quando ai più sembra scomparsa o addirittura inutile, a coloro che sanno riconoscerla appare come chi ha già svolto il proprio compito ed è pronto ad altre sfide. La felicità corre continuamente da un confine all'altro suggerendo a tutti la stessa domanda: confine, cosa c'è di là che non ci sia di qua? -
No!
Cinque racconti distinti come le dita di una mano ma, come in questa, uniti tra loro da un unico contesto, la Sicilia, dove convivono alcune delle sue contraddizioni: violenza e voglia di riscatto. Da qui il titolo della silloge ""No!"""", che riprende quello dell'ultimo racconto, e si pone quasi come un manifesto comune. Le parole gridate rabbiosamente dalla figlia del funzionario di polizia al padre durante una lite provocheranno in lui un turbamento profondo e delle scelte coraggiose nel racconto """"L'urlo"""". In """"Vent'anni"""", ambientato nella Sicilia del dopoguerra, la carcerazione del padre per una condanna a vent'anni di reclusione all'Ucciardone di Palermo indurrà Tonio a studiare per potere corrispondere con suo padre e riempire quello che gli appare come uno spazio indefinito e immenso. Il coraggioso rifiuto di Carla e Michele di soggiacere alla violenza intimidatoria in """"Racket"""" contribuirà a fondare il primo associazionismo antiracket nella Sicilia degli anni '90. """"Sei la mia terra adesso, non tradirmi"""" è la speranza di Ismaila, in """"La mia isola"""", che la convince a restare in questa nuova terra che desidera sentire come propria dopo il suo lungo viaggio da migrante. Infine in """"No!"""" la ribellione di Luisa ai suoi coetanei che vogliono violentarla configurano e attualizzano in un diverso contesto la violenza e il suo rifiuto. """"Sento ancora nella mia testa quel grido, e non mi do pace, no! No! No!"""""" -
Leonardo alla sbarra
Amboise, maniero di Clos-Lucé, 23 aprile 1519: Leonardo da Vinci, prossimo alla morte, detta il proprio testamento. Al suo fianco, con il notaio e altri testimoni, c'è il pittore Francesco Melzi, giovane allievo con cui condivide da qualche tempo l'esperienza artistica in Francia, sotto l'ala protettrice del re Francesco I. Si spegnerà poco più tardi, il 2 maggio. Eretico, falsario, esoterista, spia: su di lui se ne sono dette molte. Forse perché la sua biografia è costellata di enigmi non ancora risolti. Forse perché fu un uomo estremamente curioso, che annotò qualunque cosa gli passasse per la mente. Tranne ciò che riguardava la sua sfera privata. Maria Teresa Landi e Luciana Tola immaginano Leonardo alle prese con la vita in un aldilà che molto somiglia a una corte rinascimentale, un luogo riservato a pochi in verità, in cui bellissime donne e colti gentiluomini conversano e inventano passatempi. Tra questi, ogni anno viene aperto un cosiddetto processo, il cui imputato è scelto da una commissione composta da Isabella d'Este, Ginevra de' Benci e Cecilia Gallerani. Scopo del processo è quello di conoscere l'animo dell'imputato, di esprimere un parere sia sulla persona sia sul suo operato, attraverso le testimonianze di amici, parenti e conoscenti. L'arrivo di Leonardo pare un segno del destino. Toccherà a lui sedere alla sbarra... -
Scrivo il tuo nome
Siamo abituati a dire ""io mi chiamo"""" ma in realtà sono gli altri a chiamarci: i nostri genitori scelgono un nome per noi alla nascita, e noi impariamo a identificarci con quello. I nomi hanno sempre un significato, non soltanto in senso etimologico, e ognuno porta con sé una storia con un'origine e, probabilmente, un destino... Altrettanto facciamo con i nostri animali, gli diamo un nome e con esso un'identità che lo contrassegna come appartenente a una famiglia. All'interno di questa famiglia l'animale ha il diritto di sentirsi protetto. Almeno in teoria. In realtà ogni giorno l'uomo si macchia di crudeltà nei confronti degli animali. Molti vengono uccisi, spesso in modo barbaro, molti altri portati via dal loro habitat naturale per il divertimento dell'uomo, altri ancora privati di ogni dignità e usati come cavie da laboratorio. A questi si aggiungono tutti quelli vittime di violenza gratuita, di abbandono, di solitudine. Lottare per i diritti degli altri animali e per l'ambiente è fondamentale anche per garantire migliori rapporti tra gli stessi esseri umani."" -
La terza stanza delle torture. Interviste a persone e personaggi
Coccodrillo, traduzione italiana del più noto termine anglofono obituary, è il nome con cui viene definito, in gergo giornalistico, un articolo biografico pronto o in larga parte già scritto prima che il protagonista della biografia sia effettivamente morto. La traduzione si riferisce alle lacrime che il coccodrillo verserebbe in modo ipocrita, dopo aver divorato la vittima... Nel coccodrillo perfetto un aneddoto o una frase attribuita alla celebrità scomparsa hanno il compito di disegnare una parabola umana che spesso ha segnato un'epoca. Cinzia Donati è una giornalista anomala tanto quanto i suoi coccodrilli. Dichiaratamente allergica alle interviste (!) cerca di trasformarle in piacevoli chiacchierate consapevole però che per gli intervistati possano essere entro certi limiti una tortura. In una ideale stanza delle torture, magari davanti a un caffè, con la prospettiva di raccontarsi al pubblico del quindicinale Paspartu, i torturati dall'autrice sono persone e personaggi che hanno qualcosa da dire. Poiché, per avere qualcosa di più o meno interessante da dire non importa essere famosi, ecco che troviamo nomi noti e meno noti, alcuni mai sentiti nominare! L'importante per l'autrice è che, alla fine di ogni intervista, il lettore abbia l'impressione di aver imparato qualcosa di nuovo. -
Il naufragar m'è dolce in questo web
Perché essere sui social network? Semplice, perché altrimenti non sei nessuno. I social network sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, questo è un dato di fatto indiscutibile. Facebook, Twitter, Instagram... sono solo alcuni dei social più famosi e utilizzati che registrano giornalmente condivisioni, aggiornamenti e apprezzamenti da tutte le parti del mondo. I social sono mezzi comodi, accessibili da chiunque e in pochi click. Basta un indirizzo e-mail e una password e sei subito connesso con la realtà virtuale. Che tu sia in ufficio, a casa o per strada, non ha alcuna importanza, puoi usarli anche da lì. Grazie ai social network puoi curare i tuoi rapporti interpersonali, non solo restando in contatto con chi già conosci ma anche facendo nuove amicizie e conoscenze. Puoi condividere pubblicamente tutto ciò che riguarda le tue passioni e i tuoi pensieri in modo da cercare un confronto con i tuoi contatti. Tutti abbiamo il desiderio di essere ascoltati e di relazionarci attivamente con chi ha qualcosa in comune con noi. Possiamo utilizzare i social per esternare liberamente i nostri stati d'animo con la speranza di essere compresi o come semplice valvola di sfogo. Per Gianni Raugi il proprio profilo, e di conseguenza i pensieri che compaiono in questa silloge, è una sorta di diario del naufrago, testimonianza del suo passaggio sul web... anche quando ne sarà scomparsa ogni traccia, anche quando avrà deciso di cancellarsi dai social. -
Storie di immaginaria realtà. Vol. 6
Una miscellanea di trenta racconti e venti liriche, che rappresenta un assaggio del meglio che la nona del premio letterario nazionale Streghe, vampiri & co. ha prodotto a livello lirico e narrativo. -
Ventenne casalinga disperata
Ormai da un anno Giorgia si è addossata tutti gli impegni familiari in quanto, dopo la morte del padre, sua madre, molto provata dalla disgrazia, deve anche lavorare a tempo pieno per mantenere la famiglia. Questa incombenza però è molto frustante per la ragazza in quanto le impedisce di proseguire nei suoi progetti universitari. Inoltre i rimproveri della madre la fanno sentire poco apprezzata così si rifugia nell'amicizia di Amalia, anziana vicina che conosce fin da piccola e che la incoraggia sempre. Nelle pagine del diario che decide di scrivere per tenere traccia della sua infelicità, incontriamo Laila, una bella egiziana, moglie di un nipote di Amalia, apprendiamo del ritorno a Venezia dell'amica Angela, del soggiorno presso la famiglia di Nina, un'amica della madre, e seguiamo gli eventi più o meno tragici che accadono nel mondo. Finalmente, la routine di Giorgia si interrompe quando durante una gita sull'isola lagunare di S. Erasmo conosce Daniel, un fotografo di origine ebrea... ma sarà la decisione di intraprendere il Cammino di Santiago a svoltare definitivamente la sua vita. Un romanzo spigliato, una sorta di lettera aperta al lettore, qui alla sua terza edizione, ampliata. L'autrice dipinge con garbo, senza esprimere alcun giudizio morale, la situazione in cui molte ragazze più o meno giovani si trovano quando devono sacrificare la propria vita a favore dell'equilibrio familiare. -
Scrivo racconti solo per non pagare le bollette della luce
Venti racconti brevi in cui l'autore affronta, con un'ironia e un brioso quanto dissacrante pizzico di umorismo, il tema dell'energia e del cambiamento climatico, in un momento in cui, sui media, continuano a imperversare toni catastrofistici che potrebbero allontanare le persone dal problema piuttosto che contribuire alla loro sensibilizzazione. Le storie, ambientate a Napoli, fotografano l'uomo e il suo rapporto conflittuale con l'energia, il risparmio energetico e l'ambiente in generale. La tecnologia invade le vite dei protagonisti, sconvolgendole, oppure generando il pensiero che, in fondo, risparmiare energia sia tutto uno sforzo inutile, o ancora solleticando il lato oscuro dell'uomo che, a volte, riesce a prevalere sulle buone intenzioni. Nelle pagine del libro, dunque, l'energia non è una variabile fisica ma culturale, che influisce sulle vite dei personaggi e le condiziona. Il ruolo dell'autore è stato quello di osservare una loro giornata, un semplice episodio o la loro intera esistenza. Ogni lettore potrà riconoscersi nel petroliere Nabil, nella povera Caterina vessata dal marito maniaco del risparmio energetico o nel posteggiatore abusivo che chiede un miracolo tecnologico a San Gennaro. -
Le notti dell'alchimista
Tutto ha inizio in una fresca sera d'estate di fine sedicesimo secolo. Tra i campi poco distanti dall'antica città siciliana di Leontini, l'odierna Lentini, i due giovanissimi fratelli Girolamo e Vito Chiaramonte cercano di ritrovare il loro cagnolino, scappato da casa. Giunti nei pressi di un rifugio abbandonato, ove un tempo viveva un misterioso vecchio, Girolamo si spinge all'interno richiamato proprio dai lamenti della bestiola. Qui, rinviene alcuni misteriosi e antichi incartamenti che riportano le istruzioni per la realizzazione di una portentosa quanto leggendaria medicina. Vent'anni dopo, Girolamo si trova a Napoli ed è ormai un affermato alchimista, nonché inventore dell'Elixir Vitae, un efficacissimo medicamento. Una brutta notte, però, le carte che aveva ritrovato anni prima e che sono alla base dei suoi studi e delle sue pozioni, gli vengono sottratte dal Munaciello, un famigerato spiritello napoletano, estremamente dispettoso e ostile verso la città di Napoli e i suoi abitanti. Nulla ha, invece, contro il famoso alchimista ed è ben disposto a restituirgliele purché egli abbandoni la città. Girolamo gliene chiede conto e lo spiritello gli spiega i motivi di tal gesto nonché di ciò che si cela dietro il suo eterno tormento. Sulla scia delle parole del Munaciello, il siciliano ha l'occasione grazie al prezioso supporto della Bella 'Mbriana, di mettersi in discussione. -
Riflessi unici
Parole distese, nella cadenza di un equilibrio maturo e sistematico, adempiente a trasmettere emozione attraverso il filtro di una personale e meticolosa riflessione, in un lirismo controllato, ma delicato, elegante, che rifiuta ogni abuso e che inequivocabilmente non si distacca mai dal più dolce calore umano. Nelle liriche, si canta una presenza alla vita e nel mondo che trova il proprio primo respiro nella comprensione del fatto che esistere rappresenti, prima di ogni altra cosa, una precipua esigenza di notare, di sentire insieme, di far scintillare; da un ascolto sì privo di pregiudizio ma fiero della propria unica storicità, un principio di empatia con gli altri. Accanto alla contezza della reiterata trasformazione come basilare elemento di costituzione di ogni attimo della vita, trova spazio il pensiero intimistico, mai lasciato in balia di una angustiata deriva malinconica, bensì riconosciuto nella propria discreta essenza costruttiva del presente, e soprattutto di un futuro a cui orientarsi con trasparente coraggio. Il ripiegamento introspettivo, in necessari istanti da attraversare senza abbandonare la coscienza di sé e senza farsi spaventare dal vuoto, affianca l'affermazione del bisogno imprescindibile di una limpida libertà individuale non distinguibile dal più stretto significato dell'umanità. La poesia di Luca Bucciantini, con la sobrietà di colori espressivi che non depauperano la passione nella superficialità, è capace di tratteggiare significati pregnanti ai dettagli del quotidiano, in un complesso fenomeno di mosaici semplici. -
Vertigine vermiglia
Remo Rossi, giovane impiegato di un'azienda milanese, conduce una vita semplice, dividendosi tra il lavoro e la famiglia. La sua routine si interrompe bruscamente a causa della morte della moglie. Costretto a crescere la figlia Martina, cui è legatissimo, si appoggia per un aiuto alla madre, un'insegnante di matematica in pensione. Tuttavia, le difficoltà hanno su di lui un effetto anomalo, anziché deprimerlo e fargli avvertire la solitudine lo rinvigoriscono nel fisico e nello spirito: esce dal guscio in cui si era rintanato e inizia una inarrestabile scalata professionale. Riacquistando sicurezza in se stesso e nelle sue possibilità, riaffiora anche di pari passo l'interesse verso la compagnia femminile. In particolare, scatta il feeling con Delizia, una collega appena trasferitasi a Milano. Si capiscono, si completano, si invaghiscono. Purtroppo però, lei è già sposata. La clandestinità a cui i due sono costretti crea disagio a Remo, il quale deve anche fare i conti con uno stalker che gli lascia misteriosi bigliettini. In soccorso del giovane giunge l'incontro con un colto e raffinato esponente della massoneria: che sia un'ultima possibilità di redenzione e di uscita dalla situazione di impasse in cui è miseramente caduto? -
Gocce d'acqua
Quando l'ingegner Guglielmo Dini esce per una rilassante passeggiata per i sentieri delle colline del suo paese di origine, non sa che, suo malgrado, sarà travolto da una assurda e vertiginosa avventura nel tempo. Ad accoglierlo saranno prima un futuro opprimente e incomprensibile e poi un passato confuso, sotto una nuova misteriosa identità: vestirà infatti i panni dello sceriffo di Waterville, villaggio della leggendaria frontiera del vecchio e selvaggio West americano. Ma cosa è successo? Chi è veramente il protagonista delle peripezie che si susseguono tra la polvere del deserto? In effetti non tutto, sembra essere esattamente come ci si potrebbe aspettare... Perché infatti le danze della pioggia sono concerti rock? Perché i pistoleri parlano proprio come nei film di Sergio Leone e i contrabbandieri trafficano in camicie firmate? E, ancora, perché echeggiano ovunque le note di Lucio Battisti o di Fabrizio De André? In queste sorprendenti pagine, Giuseppe Bianchi ci proietta in un mondo onirico e imprevedibile, al cospetto di personaggi dai tratti surreali, e all'interno di situazioni inafferrabili. Episodi dalla scanzonata impronta comica si alterneranno a riflessioni dai toni più intimistici e malinconici, tra storia, ironia e allucinazione. Attraverso il filtro della narrazione, viene trasmesso un messaggio pregnante, legato non tanto a una fantasia letteraria e creativa ma a una realtà più attuale e incombente: la necessità improrogabile del rispetto di uno dei doni più preziosi della natura, l'acqua. -
Carmen
Carmen non è il suo vero nome. È nata a Reggio Calabria e porta il nome della nonna paterna, Carmela. Da poco separata dal marito Andrea, il quale non le ha perdonato un tradimento consumato nel corso di una vacanza in Spagna. Carmen però non vive da sola. Coabita con l'affezionata Tonia, la libertina Blanca, l'alcolista Sandraccia, la sottomessa Elena, il protettivo Alan. Un corpo solo, sei personalità. Succede che talvolta il cervello si scinde come una cellula in due, poi in tre, poi in quattro, e così via. A volte si ferma presto. A volte continua a dividersi fino a creare un centinaio di identità diverse racchiuse in un solo organismo. Il corpo umano diventa una sorta di condominio in cui vivono tante persone che non si conoscono, e a volte litigano, e che hanno storie, abitudini e ricordi diversi. Tecnicamente, si parla di disturbo dissociativo dell'identità. Può definirsi come un meccanismo di difesa sviluppato dal cervello per proteggere la persona che ha subito gravi traumi e che lo fa entrare in una specie di coma psicologico. Ne deriva lo sviluppo di tanti altri, cinque nel caso di Carmen, che prendono ciclicamente il controllo del suo comportamento, dando vita a vuoti di tempo e a cambiamenti repentini di linguaggio, di atteggiamento e di abilità. Qual è il trauma che ha scatenato il disturbo di Carmen? Forse ha qualcosa a che fare con l'ammonimento di Alan a munirsi di un coltello se proprio ha intenzione di invitare a casa l'ex marito... -
Jean e la piccola maga bionda
Il romanzo breve ""Jean e la piccola maga bionda"""" si svolge in un regno incantato situato sulla riva del mare. I due protagonisti, ovvero Jean, cantore e prestigiatore, e la piccola maga bionda, esperta di poesia e di arti magiche, intrecciano le loro avventure con quelle di altri personaggi fantastici. Il primo di questi è una cattivissima strega che, come tutte le streghe che si rispettino, aveva un carattere lunatico, bisbetico e persino permaloso, ma soprattutto non sopportava la felicità. Guai a essere felici o rendere felici gli altri! Così, quando si accorse che i bei riccioli neri di Jean erano cresciuti verso l'alto e venivano usati a mo' di scale da bambini e adulti per vagabondare tra le nuvole, decise che era ora di guastare tutto. Tagliò le scale di riccioli e subito dopo lanciò un maleficio sì che i capelli di Jean non potevano più ricrescere. Come fare per salvare chi era rimasto intrappolato in cielo senza possibilità di scendere? La piccola maga bionda non si perde d'animo... A un perfido incantesimo ne succede uno involontario che addormenta tutta la gente del paese. Riuscirà Jean a strappare la piccola maga bionda ai suoi studi nella grotta marina e a convincerla a cercare un antidoto? Stupefacente narrazione, percorsa da numerosi riferimenti musicali e messaggi diversi a seconda dell'età o del momento in cui ci avviciniamo alla lettura."" -
Müssü Greguar
Il vecchio tipografo armeno Greguar è tornato dalla sua passeggiata mattutina. Si siede, stanco, nella veranda di casa a Istanbul sulla poltroncina di vimini addossata alla finestra di cucina. All'interno c'è un insolito andirivieni da cui egli è stato estromesso di buon mattino e di cui avverte gli echi attraverso la finestra semiaperta. Non se ne sente coinvolto più di tanto, perché un senso di estraniazione dalla realtà lo porta a rivivere gli anni della sua infanzia e della sua gioventù. Dagli esodi a cui la sua famiglia, la sua gente e lui stesso sono stati sottoposti, al suo arrivo nella metropoli ottomana, all'impegno morale e politico, alla perseveranza della fiducia in un mondo migliore. All'interno di una Storia più grande di lui, fino alla fine, e forse fino alla rinascita.