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L' eredità di Emmy
Rose è una giovane infermiera che trascorre la sua vita in una ripetitiva routine di lavoro e poche amicizie. La sorte, però, benché in una circostanza drammatica, le fa a un tratto incrociare Emilia, una anziana signora dai modi affettuosi e dall'aria autentica di chi ha tanto vissuto. Un lampo d'oro, quello di un piccolo gioiello che Emilia in punto di morte le regala, spalanca la vita di Rose a travolgenti cambiamenti, conducendola nell'avventura di un arcobaleno di colori: il giallo sporco del mistero di un delitto efferato, il verde smeraldo degli occhi di un uomo affascinante, il rosso sgargiante del ricordo romantico di un paese lontano, l'azzurro lieve di una terrazza che nasconde un enigma, fino ai toni neri e cupi di un terribile segreto che riaffiora dal passato. Poco a poco, Rose farà tornare alla luce la storia dimenticata di Emilia, dalla sua prima infanzia nella grande famiglia di origine, ai suoi lunghi viaggi alla scoperta del mondo e dell'amore, alle sue scelte più difficili e dolorose. Con passione, coraggio e curiosità, la ragazza mischierà la propria storia a quella della signora gentile, per cercare di svelare il mistero che l'ha accompagnata e darle finalmente quella pace che non ha trovato in vita. -
Poesia da usare
"Collettivamente e culturalmente abituati come siamo, a leggere, studiare, imparare e analizzare la poesia, la proposta di Olga Rita Rovai ci arriva spiazzante: usare la poesia come elemento catalizzatore ed evocatore delle nostre emozioni, delle nostre memorie emozionali, delle nostre immagini interne. Olga Rita ci propone questa raccolta di versi non solo come il frutto della sua intima urgenza di espressione, ma anche come una sorta di laboratorio emotivo su carta. Poesie da usare appunto per generare uno spazio dentro il quale le emozioni possano esprimersi con maggiore consapevolezza. Da sempre gli scrittori sono consapevoli del potere magico delle parole; alcune sono creature del giorno, le si percepisce nella veglia e sono infinitamente numerose. Alcune sono invece entità misteriose che vivono nascoste nell'oscurità della notte, sono timide ed escono dai loro nascondigli quando dormiamo. Spesso le udiamo senza comprenderle e non sono molte. Sorelle di queste parole sono quelle della poesia, esse nascono dal silenzio e la loro verità è celata, non è mostrata, è solo evocata. Sono potenti, il solo evocarle suscita sensazioni, emozioni, rivela una verità che si cela dentro di noi e che risiede nei nostri sogni e nei nostri frammenti di vita rimossi. Ogni volta che le pronunciamo, rinnovano la loro magia, rinascono ogni mattina e ci conducono in un paesaggio della nostra anima che in termini psicologici si chiama inconscio. L'inconscio non è altro che l'insieme delle parole che giacciono silenti dentro di noi e che trapelano contro le nostre intenzioni consapevoli. Fare uso della poesia servendoci delle metafore, ci permette di scavalcare gli abissi del tempo e dello spazio e di aprire la porta dalla quale affiora la nostra autenticità."""" (dalla prefazione di Giuseppe Del Bianco e Giuseppina Tazzioli)" -
Martin, l'altro anatroccolo
La bella stagione stava sbocciando, mentre tra le canne mosse dalla leggera brezza, nello stagno di Dunkville, Mamma anatra covava le sue uova. E intanto, immaginava già i suoi piccoli nuotare nell'acqua calda del lago, belli, robusti, lucenti da far invidia a tutte le anatre del vicinato! Accadde che, una mattina Mamma anatra si accorse di un altro uovo un poco strano. Forse era scivolato via dal nido? O forse... Mamma anatra non ci pensò due volte e lo accolse. Poi aspettò che si schiudessero. Dapprima fu la volta di Tom, cui fecero seguito Emy e Joy. L'uovo strano invece ci mise un po' più di tempo... Martin, questo il suo nome, era sì carino, ma diversissimo dai fratelli. Il suo aspetto inconsueto fece scalpore nel vicinato e la notizia rimbalzò da una sponda all'altra del lago, di becco in becco: a Dunkville non si parlava d'altro... Età di lettura: da 5 anni. -
Finché Coronavirus non ci separi
Il Covid 19 è stato sconfitto. Il lockdown è alle spalle. Una convivenza anomala, forzata, senza precedenti. Il giovane Ivan Moretta ripercorre gli eventi in cui la sua famiglia allargata è stata coinvolta immediatamente dopo che il governo ha istituito le zone rosse per contenere l'espansione del virus. È la notte del sette marzo 2020. Mentre sta rientrando a tarda notte verso Pralormo, intenzionato a passare dalla fidanzata Alena, che abita a Cellarengo d'Asti in linea d'aria a pochi chilometri da casa sua ma in una provincia diversa, è fermato dalle forze dell'ordine e informato che la zona di Asti è chiusa. I due, decisi a incontrarsi comunque, decidono di tagliare per il bosco, dandosi appuntamento presso la Cascina di Pian San Pè, di proprietà della famiglia di Ivan. Una decisione che segnerà le loro vite e quella dei loro congiunti. Lungo il percorso, infatti, Ivan rinverrà il corpo del secondo marito della madre, corpo che il presunto assassino farà sparire di lì a poco, scatenando ipotesi e sospetti. Intanto, nella casa di Pralormo, la madre di Ivan si ammala e scatta subito l'allarme Coronavirus. Confinati tra quattro mura, undici persone dovranno fare i conti non solo con la paura del virus ma soprattutto con i propri demoni. Con finezza, Franco Sorba esplora il tema delle relazioni interpersonali, rivelando la vulnerabilità e le contraddizioni che covano sotto la cenere in ogni famiglia. -
Fra gli ultimi del mondo. Vol. 3: Dedicato alle ultime del mondo.
Una miscellanea di undici liriche e tre racconti, che rappresenta un assaggio del meglio che la terza edizione del Premio Letterario Gli ultimi del Mondo, spin off del Premio Montale Fuori di Casa, ha prodotto a livello lirico e narrativo. -
Anime perse
Emily è una giovane studentessa la cui vita scorre tranquilla finché non inizia a sognare una donna misteriosa, che invade i suoi ricordi e i suoi pensieri ogni notte. Disorientata, cerca dapprima di placare le sue inquietudini isolandosi dagli amici, fino a trascorrere un'intera estate in solitudine. Poi, con la ripresa della scuola, la routine giornaliera la illude che tutto possa sistemarsi, che gli incubi finiranno e che lei potrà tornare a essere la ragazza spensierata che era. Fino a quando, un pomeriggio d'autunno, inoltratasi nel parco per leggere alcune pagine di un libro appena iniziato prima di rientrare a casa, viene aggredita da uno sconosciuto che mormora una strana litania. Nel tentativo di difendersi, Emily risveglia un arcano potere dormiente che le consente di impossessarsi della forza vitale dell'anima di qualsiasi essere, vivente oppure no. Senza averne contezza, è appena diventata una Raccoglitrice. E un altro Raccoglitore è nel parco quello stesso pomeriggio, erede di una delle più antiche e prestigiose casate di Irlanda: i Blawick. Insieme dovranno fronteggiare e contrastare l'Ordine dei Cacciatori e l'Ordine della Rosa che temporaneamente alleati mirano a impossessarsi della Raccoglitrice e del suo potere. Costretta a dover scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato, se vivere e assecondare un potere misterioso. È un'anima sola, incerta sulla strada da seguire, perché non si ha modo di ripararsi da una battaglia quando l'unico scudo, in realtà, è l'arma che sta per trafiggerti il cuore. -
Come polvere al vento
Chi, da bambino, vedendo un manichino nella vetrina di un qualche negozio non si sarà chiesto, sotto sotto, se anche lui ha un'anima? Intrigante quesito, nella sua apparente ingenuità, cui questo romanzo cerca di dare una risposta, facendo proprio di un gruppetto di manichini, prigionieri di un grande magazzino, i suoi veri protagonisti, i quali, assorbendo e riflettendo specularmente le alterne vicende, i drammi umani con cui si interfacciano, diventano, per sé e per gli altri, catalizzatori di una spasmodica ricerca di verità. Verità che coincide soprattutto nella tentata scoperta della propria identità, operazione questa resa tanto più complessa, quando non addirittura vana, dall'affollarsi di immagini illusorie che, dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi, hanno finito per disorientare l'umanità moderna al punto di doversi porre l'annosa domanda: Ma chi sono io? I manichini, inconsapevolmente, assumono i tratti e gli umori degli umani, avventori e commessi, con cui vengono in contatto. Ed è soprattutto di notte, quando il negozio è chiuso, che essi si sentono liberi di sciogliersi dalla fissità delle loro rispettive pose, e di dare sfogo ai loro sentimenti. Capeggiati da un vecchio manichino, che li istiga alla ribellione e alla fuga, vivono una breve stagione illudendosi che una fuga dalla realtà, e dalla prigionia esistenziale in cui ognuno di noi è rinchiuso, sia davvero possibile. La loro arma vincente: l'immaginazione; il loro obiettivo: la terra promessa. Ma questa fuga e questa lotta per la libertà non saranno prive di nuove tragedie, di nuovi soprusi, di nuove peripezie a cui pochi sopravviveranno. Il romanzo è cadenzato dal ritmo, a volte forte a volte lento, della pioggia che cade incessantemente, e che finirà per trasformarsi in una massa d'acqua di proporzioni bibliche che agirà a un tempo da forza punitrice e di riscatto. -
E se non ci fosse un day after
Nell'Antico Testamento l'uomo si diletta a immaginare il mondo ridotto a un luogo inabitabile. Un luogo senza regole, dove la civiltà è un avanzo del passato e il futuro una lotta per la sopravvivenza perpetrata con ogni mezzo. Nel tempo, l'Apocalisse ha trovato altri fattori scatenanti oltre l'ira divina. La visione apocalittica di Benedetta Moroni si incentra sul conflitto tra natura e uomo e pone al centro del suo atipico romanzo breve l'importanza della conservazione dell'ambiente. In una struttura polifonica, che riecheggia quella della narrazione a episodi, dà voce a una umanità potenzialmente già sconfitta in partenza da se stessa: sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, utilizzo della tecnologia non sempre per fini etici e sociali, malattie di origine sconosciuta. Estinzioni di massa e colossali ecatombi del passato hanno più volte segnato un nuovo inizio per altre forme di vita. Ma ci sarà sempre un day after? Disastro, nemesi, estinzione: parole chiavi che assumono significati talvolta distopici. -
Trovar ascoso
"Trovar ascoso"""" di Rosa Galli Pellegrini è una silloge che si distende sul mare della vita, sui fatti e le alterazioni dell'esistere, cercando di raccogliere ciò che ancora ondeggia di buono nella propria e nell'altrui esistenza. Con efficacia, instaura un dialogo poetico che si avvale di una metrica pervasa da sonorità e assonanze moderne. La versificazione scorre fluida e introduce il Lettore in una più ampia tradizione poetica esistenzialista che intinge il sentire negli umori di un'immediata evidenza visiva. Il dettato poetico sa ospitare sentimenti e confidenze che seguono, talvolta, la quotidiana mutevolezza della natura senza mai arretrare in vezzi poetici fuori calibro e riuscendo, invece, a evidenziare le parti sostanziali dei sentimenti umani attraverso analogie e profonde considerazioni. Rosa Galli Pellegrini sa ben marcare le relazioni con il sé poetico, aperto a un ascolto e a un dialogo vero con il mondo fatto di oggetti e scenari ai quali il suo poetare riesce a dare o togliere valore. La poetessa rivolge le sue attenzioni verso la vita e le sue fantasiose colorazioni, vive nella cosciente finitezza con uno sguardo di necessità verso l'infinito, inclinato verso un dinamismo pur nella sua staticità e con il desiderio di un'epifania di ribellione. Anela a partecipare, pur nella sua quotidianità, fatta anche di espedienti esistenziali, alla vivacità della vita; nelle sue descrizioni poetiche ne sostiene la bellezza. La silloge si dipana attraverso liriche che, mistericamente, si richiamano l'una all'altra, sia nei significati sia nella musicalità." -
Il ragno nascosto
Isabel Graf è una sedicenne solitaria e indipendente, appassionata di arte, di musica e di libri. Nella bella villa di famiglia in cui vive, appena fuori il centro storico di Merano, tutto deve svolgersi secondo il volere del patriarca, il quale nutre assai poco interesse non solo per la figlia maggiore ma anche per il figlio maschio e per la bella moglie. Durante un pomeriggio di pioggia, annoiata e senza nulla da fare Isabel si lascia tentare dalla curiosità. Entrata fortunosamente in possesso dell'unica chiave che apre la porta della soffitta, interdetta pare a causa di problemi strutturali, e ignorando una storia di fantasmi che là dimorerebbero, la giovane penetra nella stanza. Davanti ai suoi occhi un coacervo indescrivibile di mobili, bauli e cianfrusaglie. Ma anche un ragnetto, ormai anziano, che ha assistito parecchi anni addietro a una tragedia sconvolgente: la morte della bellissima Eloisa. Ma chi era Eloisa? E perché i suoi abiti, le lettere indirizzate a un giovane fotografo veneziano, alcune foto e soprattutto il suo diario sono custoditi in questa soffitta? Un racconto lungo in cui l'atmosfera romantica, quasi surreale a tratti, si sposa a una narrazione di denuncia sociale. -
L' alba di un nuovo mondo. Cronache del dopo pandemia
In un prossimo futuro il genere umano, minacciato da un nuovo virus che trasforma chi ne viene a contatto in esseri pericolosi e violenti chiamati Infetti, è sulla soglia dell'estinzione. Per preservare la propria esistenza, il Popolo si barrica dietro imponenti città-fortezza sì da tenere l'epidemia al di fuori delle Mura. Tuttavia, per sopravvivere la società è costretta a darsi delle precise e rigide regole che garantiscano non solo la sopravvivenza ma lo status quo sociale e politico. Vera, una giovane di circa vent'anni, nata e cresciuta in Città, a causa di un banale incidente sul lavoro viene condotta dai Tutori davanti al Tribunale, l'organo deputato a stabilire se lei sia o meno una possibile minaccia per il Popolo, e se e quando abbia infranto una delle sue regole. Senza che le sia data la possibilità di spiegarsi, abbandonata da amici e conoscenti, è considerata Infetta e bandita dalla città. Proiettata in un mondo che non conosce, incapace di provvedere a se stessa, Vera deve venire a patti con la sua voglia di sopravvivere nonostante tutto. Intanto, una nuova specie, creata dalla mutazione genetica del virus, si sta affermando nei territori liberi. Una narrazione lucida e spietata, che affresca a tinte forti un futuro apocalittico lungi dall'essere improbabile. -
Fermati
È uno strumento straordinario la parola. Dalle innumerevoli sfaccettature e possibilità. Per Claudia Cangemi è sia strumento per esplorare le proprie sensazioni sia professione, poiché da molti anni si occupa di cronaca e cultura in qualità di giornalista. Due anime, scavare nel proprio vissuto e fotografare la realtà spesso nei suoi aspetti più crudi, che in questa sua ultima silloge si compenetrano perfettamente. Sfera privata e sfera pubblica. Ché per le donne, in particolar modo, come recitava un famoso slogan degli anni Settanta del secolo scorso il personale è politico. La Poetessa trova la parola giusta per dare un nome al dolore, alla tristezza, alla speranza, alla fragilità e alla forza che albergano in ognuno di noi, e accoglie al contempo uno sguardo che si apre al mondo. La poesia non si limita a distillare emozioni e riflessioni intime ma esprime il disagio nei confronti di una società che si presenta confusa e dolente e nella quale è sempre più difficile identificarsi. La Poetessa si concentra sul prossimo nel senso evangelico del termine, che sia vicino o lontano poco importa. I rigurgiti d'intolleranza, di razzismo, la rozza disumanità di chi sbraita slogan che inneggiano all'egoismo la portano a solidarizzare con le vittime e a chiedere al lettore uno sforzo di empatia nei confronti di quanti hanno un diverso colore della pelle ma soffrono gli stessi dolori. Non ci sono però solo i profughi in questi versi, che sanno dare voce all'angoscia della malattia mentale e di quella fisica, al tormento della dipendenza. C'è poi l'intollerabile ingiustizia che colpisce un popolo senza pace, un giovane idealista, o una città, c'è l'invocazione a una presa di coscienza per ritrovare il senso di una fratellanza universale, proprio quella in cui credeva la madre narrata nella poesia che apre la raccolta. Né mancano versi più intimi, dedicati ai figli, agli amori, alla nostalgia dell'infanzia. In un breve viaggio di parole che colpiscono e restano dentro. -
Chiocciole e rapimenti
Le radici di un uomo sono nella sua storia personale, in quella familiare, in quella locale e territoriale. Infine, nella memoria collettiva dei suoi connazionali. La Storia, pertanto, stabilisce il legame selettivo e critico con il passato. Rinvigorendo il presente. E infondendo speranza operativa nel futuro. Il recupero dei valori della tradizione fissa l'identità dell'individuo, favorendo quel processo di auto-riconoscimento all'interno di un gruppo sociale di cui egli sente di far parte. Il senso di appartenenza sviluppa il radicamento. E nei giovani contemporanei questo bisogno di appartenenza è assai forte. Inoltre, contribuisce alla costruzione di un mondo significativo, ricco di senso, perché pregnante di contenuti e di valori universali per tutta l'umanità. Da qui la necessità di riportare il vissuto e le esperienze personali alla luce, non solo per conservarne memoria, ma soprattutto per coglierne il valore educativo. Infatti se un'esperienza non viene raccontata si disperde e restano nell'oblio anche i saperi che essa produce. Grazie al suo potere demiurgico il metodo narrativo rappresenta lo strumento privilegiato per costruire significati. Attraverso la narrazione l'esperienza viene ricostruita, modellata e riempita di senso e tale lavoro diviene un esercizio meta-riflessivo in grado di promuovere educazione e apprendimento sia per chi narra sia per chi ascolta. Ogni vissuto cela un significato che chi lo narra ha il dovere di far emergere e chi lo ascolta ha il diritto di accogliere. Rolando Guerriero tratteggia in quattro racconti, con garbo e un pizzico di ironia, gli anni in cui la televisione era un elettrodomestico a disposizione di pochi privilegiati, per mantenere i contatti con amici e familiari occorreva riempirsi le tasche di gettoni telefonici o monete equivalenti, andare all'estero era un'avventura. -
Voce minore. Pietre
Seconda silloge per Lucilla Chiaradia, voce interessante e originale nel panorama poetico italiano. Si compone di liriche che accompagnano il lento cammino della poetessa, segnano il passo nell'arco della sua vita, come delle pietre miliari. Esplorano temi quali solitudine, incontri, esperienze, interrogativi identitari, ricerca e svelamento della propria essenza più intima. Esse sono, negli anni, dei punti fermi, delle tappe, sono la voce minore, segreta, oscura e a tratti lieve, sempre ricca, umida, femminile anche nell'apparente aridità e viva difficoltà del momento vissuto. Una dopo l'altra, testimonianza di un percorso, fino ad arrivare all'apertura all'Altro, alle poesie d'amore, all'espressione dell'Amore più puro. Un tributo a chi tanto ha dato - e parecchio ha ricevuto. Compaiono l'ironia, il nonsense, l'invenzione linguistica, fertile materiale dell'eterogeneo e personale gioco poetico. -
Il destino di un poeta
Silloge in cui i temi si rincorrono, creando intrecci e immagini che colpiscono l'animo e la mente del lettore in una ridda di emozioni e visioni toccanti. Con la sensibilità profonda che lo caratterizza, il poeta ci guida nei meandri cupi della migrazione o nella notte scura, o ancora nel vortice di una sofferenza, dove ogni riferimento è vano e la mancanza di parole diventa un ostacolo, una tempesta di vento che cancella il sentiero e rende arduo il viaggio della vita; viaggio reale e al contempo metaforico, che ognuno si trova prima o poi ad affrontare. La vita, suggerisce il poeta, è un affiorare silenzioso di ricordi, spesso bagnati di lacrime, di sogni che cadono in frantumi. La linea del tempo segna lo scorrere degli anni fino a diventare eternità, dove il silenzio sancisce l'essere insieme e l'abbandono tra le braccia dell'essere amato dà la forza di superare ogni tristezza, alla ricerca di una difficile pace, di un futuro, arricchito di bellezza. Solo le parole ritrovate permettono allora di esprimere sensazioni, sentimenti e la Poesia diventa strumento salvifico che disperde il dolore e combatte l'oblio di chi rimane. -
Intanto, a Stoccolma...
La città di Stoccolma e la sua metropolitana sono i protagonisti di un romanzo destrutturato e simbolico. Ventidue episodi corrispondenti ad altrettante sotto-tracce narrative che a loro volta coincidono con le intersezioni tra i personaggi e le linee della metro della capitale svedese. Ogni episodio è sostanzialmente raccontato attingendo a stili o registri diversi, a sottolineare, se ce ne fosse bisogno, la stessa eterogeneità dei personaggi. Né scompone il quadro o spoilera una lettura a caso dei vari episodi: il lettore, mai spettatore passivo, può decidere percorrendo la storia in metropolitana, di partire da una qualunque linea ossia da un racconto a suo piacere. Perché, in fin dei conti, che sta succedendo a Stoccolma?... Un romanzo brillante che, stante la polifonia narrativa e un certo gusto per l'ironia, fotografa impietosamente la quotidianità. -
Scandalo in Val Gardena. Nessuno resterà impunito
Di quel bambino, in un paesino sulle Dolomiti, non ne vuole sapere nessuno. Non il padre, non le zie, nemmeno il sindaco o il prelato. Perché quel bambino è illegittimo, e la sua sola esistenza, in quegli anni Cinquanta, è motivo di vergogna per tutta la comunità. Solo il grande, intrepido amore della madre lo fa venire alla luce, e gli consegna un nome in cui racchiude tutta la folle speranza per il rifiorire di un futuro migliore. Ma è un futuro che lei, la bella e intrepida Katharina, non conoscerà. I fili tessuti dal destino ricamano storie che gli uomini non possono comprendere. Quando una mano provvidenziale strappa il piccolo dagli artigli della tragedia, non sa che con quel gesto pietoso sta avviando una catena di eventi sbalorditivi, che a distanza di anni e anni porteranno quel bambino a divenire un uomo colto, ricco e potente. E quando la verità viene finalmente svelata, ecco che il temibile uomo sbocciato da quel bambino abbandonato scatena la propria vendetta implacabile. Romanzo intenso e appassionante, costruito su un intreccio complesso come la vita ma sempre lucido come la determinazione del suo protagonista, un Edmond Dantes contemporaneo che un profondo, inesorabile senso di giustizia personale spinge fino agli estremi. -
«Pazzi innocui che consumano il tempo a frugare vecchie carte». Raccolta di saggi per il centenario de I Comuni di Campagna e Marittima di Giorgio Falco
Cento anni fa, nel 1920, con la pubblicazione del volume XLIII (1919) dell'«Archivio della Società romana di storia patria» vedeva la luce la prima puntata de ""I Comuni della Campagna e della Marittima nel Medio Evo"""" di Giorgio Falco. Questo lavoro rappresenta ancor'oggi un imprescindibile punto di partenza per lo studio della storia dell'età comunale del basso Lazio (e non solo di questa sub-regione), nonostante alcune importanti sintesi e gli studi specifici che su tale argomento si sono susseguiti in questo secolo."" -
Dante e Beatrice. L’amore sublime attraverso la pittura preraffaellita
L’amore tra Dante e Beatrice scaturisce da un’esperienza giovanile sublimata in esperienza spirituale nella maturità. Ciò comporta sia un distacco fisico dell’oggetto dell’amore, che avviene con la morte di Beatrice, sia un distacco stilistico e culturale dal Dolce Stil Novo, dichiarato dallo stesso Dante, per un’apertura verso l’opera della Divina Commedia, frutto di esperienza umana, culturale e spirituale. -
La medicina fisica e riabilitativa per il corso di laurea in scienze motorie
Il Libro ""La Medicina Fisica e Riabilitativa per il Corso di Laurea in Scienze Motorie"""" è dedicato al rap-porto tra la Medicina Fisica e Riabilitativa (MFR), disciplina medico-specialistica dedicata alla presa in carico della Persona con disabilità, e le Scienze Motorie, disciplina rivolta allo studio delle perturba-zioni determinate dall'esercizio fisico sull'individuo e sulle sue capacità fisiche, psichiche e tecniche. Il Libro si compone di 18 capitoli, suddivisi in due sezioni per oltre duecentocinquanta pagine a stampa, offrendo al lettore le nozioni di base della MFR, i principali strumenti di valutazione della disabilità e gli schemi di allenamento adattato in disabilità conseguenti a patologie muscolo-scheletriche, neurologiche, cardio-respiratorie e vascolari. La prima sezione, definita come parte generale, descrive i campi di competenza della MFR, le figure pro-fessionali coinvolte nel progetto riabilitativo individuale, i sistemi valutativi utilizzati per caratterizzare le limitazioni funzionali, la descrizione dell'esercizio fisico, allenante e terapeutico, e alcune proposte ludico-motorie innovative nell'ambito del Ben-essere.""