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Sociologia delle differenze. Genere, cultura, natura
Il superamento di una concezione binaria e semplicistica della differenza è attualmente al centro di molte riflessioni oltre che dell'emergere sulla scena pubblica di protagonisti e temi nuovi, centrati su una visione sempre più complessa delle articolazioni tra differenze. Nelle scienze sociali la necessità di analizzare queste trasformazioni si è espressa attraverso approcci variamente costruttivisti della conoscenza, con l'intento di mostrare l'infondatezza di confini netti tra le differenze, evidenziandone invece la natura di prodotti storico-sociali, intrecciati, temporali e mutevoli. Tre sono le costellazioni di differenze della cui intersezione si occupa il volume: di genere, tra culture, tra natura e cultura. Il libro ricompone il dialogo tra argomenti di solito presentati separatamente dalle rispettive letterature specialistiche, con lo scopo di mettere in risalto collegamenti e contenuti comuni. L'ultimo capitolo mette in luce come questi intrecci siano sempre più frequenti nella produzione della cultura visuale, oggi principale canale di nuove forme di socializzazione alla differenza soprattutto tra i giovani. -
L' utopia discontinua. Saggi su Italo Calvino
Dal Sentiero dei nidi ragno alla trilogia I nostri antenati, dalla Speculazione edilizia alle Cosmicomiche, da Se una notte d'inverno un viaggiatore al postumo Un re in ascolto, attraverso La giornata d'uno scrutatore, Le città invisibili, Palomar: l'itinerario di Italo Calvino presenta una grande ricchezza tematica e una sorprendente varietà di soluzioni formali. Per questo Claudio Milanini, rifiutando ogni rigida opzione di metodo, ha scelto tecniche di accostamento differenti, accomunate solo dall'intento di porre i fatti di linguaggio in un rapporto serrato con le esperienze esistenziali di Calvino, con le sue aperture interdisciplinari, con i suoi rovelli morali e civili. Ogni capitolo di questo libro può essere letto indipendentemente dagli altri; tuttavia chi avrà pazienza potrà partecipare a un dialogo a diverse voci, grazie al quale risulterà ancor più palese come davvero possa dirsi ""classico"""" l'autore che a ogni lettura ci comunica qualcosa di nuovo e che, anche coltivando pudore ed equilibrio, finisce sempre con l'insegnarci molto a proposito dei grovigli che s'annidano nell'animo umano. E, agendo così, ci stimola e ci aiuta a fare i conti con maggior lucidità con le questioni che di volta in volta interrogano e assillano ogni epoca."" -
Alberto Carocci e «Nuovi Argomenti». La nascita di una rivista attraverso carteggi inediti
Alberto Carocci (1904-1972) è stato il fondatore e il direttore di alcune tra le riviste letterarie e di cultura più significative del Novecento, da “Solaria” alla “Riforma Letteraria”, da “Argomenti” a “Nuovi Argomenti”, convinto del ruolo dell’intellettuale e della letteratura nella società. Come ha ricordato Alberto Moravia, i periodici sono stati per lui «mezzi di espressione letteraria e al tempo stesso strumenti di impegno civile». La scoperta e l’inventariazione del consistente archivio di redazione di “Nuovi Argomenti” hanno consentito all’autrice di ripercorrere la prima serie della rivista diretta con Moravia tra il 1953 e il 1964, una rivista di letteratura e di cultura «echeggiante tutti i motivi per i quali gli uomini, nella vita di ogni giorno, lottano e soffrono», aprendo così a nuove prospettive di indagine. Con lo studio della corrispondenza inedita tra Carocci e alcuni protagonisti di un decennio di imponenti trasformazioni – Norberto Bobbio, Italo Calvino, Giulio Einaudi, Franco Fortini, Georg Lukács, Adriano Olivetti, Sergio Solmi – questo libro pone le basi per ricostruire la storia di “Nuovi Argomenti” e per riportare alla luce l’opera culturale e civile di Alberto Carocci. -
Polibio e Roma, l'alba di un impero
Tra gli autori antichi, Polibio si staglia per la peculiarità della sua prospettiva – un Greco che si propone di spiegare la nascita della supremazia di Roma nel Mediterraneo (III-II secolo a.C.) – e per l’acume con cui, abile militare e politico, esprime i propri argomenti. Attraverso l’utilizzo della categoria di resilienza, gli autori dei vari contributi del volume offrono una nuova lettura dell’opera e un originale apprezzamento dei tempi storici di cui tratta, oltre a evidenziare inediti aspetti di Polibio come figura storica. La complessità e polivalenza dell’opera polibiana emerge anche grazie alla discussione delle molteplici interpretazioni – a tratti fortemente ideologizzate – che ne sono state date nel Novecento. -
L'impero culturale di Napoleone in Italia. Stampa, teatro, scuola secondo il modello francese
Durante l'epoca napoleonica in Italia furono avviate importanti politiche di francesizzazione della società. L'obiettivo era vincere le resistenze all'occupazione e creare adesione all'ideologia imperiale, uniformando le istituzioni e i luoghi di cultura ai modelli francesi. Queste politiche, attuate in gradi differenti nella penisola, preoccuparono gli intellettuali sensibili alla causa nazionale, poiché si scontravano con la delicata questione dell'identità e della cultura italiane ancora in formazione. Il volume studia i vari modi di diffrazione del progetto imperiale di espansione della lingua e della cultura francesi, esaminando ciò che avvenne sulla stampa, nel teatro e nel sistema d'istruzione. Il progetto si concretizzò infatti in maniera estremamente diversificata attraverso un gioco di circostanze, di rapporti di forza, di trazioni autoctone preesistenti. Tali divergenze non cancellano le evidenze di una strategia che indubbiamente fu pensata dai funzionari francesi e dall'imperatore, ma venne spesso disattesa o non applicata in maniera coerente perché gli elementi in campo, al di là dell'ovvio fattore tempo, erano troppo difformi. -
I mostri di Shakespeare. Figure del deforme e dell'informe
Nella cultura rinascimentale inglese si assiste a un processo di graduale secolarizzazione che libera il mostruoso dal dominio della religione e della superstizione. Da moniti divini i “mostri” si trasformano in oggetto di curiosità e, grazie alle esplorazioni geografiche, dai confini del mondo approdano nel cuore delle città europee, fino a diventare materia viva di quell’approccio medicalizzante che si affermerà nel Settecento. È questo il ricco campionario di cui la parola shakespeariana si nutre e a cui dà voce attraverso rielaborazioni metaforiche. I mostri di Shakespeare non sono dunque creature fantastiche bensì individui che sconvolgono, eventi che turbano o paradigmi che si rovesciano. Il volume indaga quelli presenti in Richard III, The Tempest, Macbeth, Othello e King Lear, cinque drammi che catalizzano le derive tragiche dei cambiamenti epistemologici del loro tempo per farne teatro della mostruosità. La mappatura dei discorsi aperti da queste opere intorno al concetto di mostro, ad oggi unica nella sua ampiezza, si muove lungo tre binari tematici: corpo, sguardo e linguaggio. A guidare l’analisi, l’inedita categoria del mostruoso deforme/informe, che fa emergere con particolare efficacia la capillarità e la complessità del mostruoso shakespeariano, ponendo l’enfasi sul suo dinamismo generativo, inteso come continua proliferazione di forme nuove ma mai fisse che – mutando – incrinano, sovvertono, rinnovano. -
Lessico critico pascoliano
Oggi il Lessico è il migliore strumento di critica, il più agile e funzionale, debitamente e selettivamente invasivo nelle profondità di un autore e di un'opera, specie se questi ultimi, come nel caso di Pascoli, hanno alle spalle un'epoca intera di letture, interpretazioni, commenti, mistificazioni, se hanno segnato due secoli, Otto e Novecento, e se hanno forgiato una mentalità e un costume. La complessa storicità, espressasi in saggi, commenti, libri di letteratura e di storia, si posiziona nel Lessico come esito finale. Le trentadue voci del Lessico critico pascoliano, affidate ai più accreditati studiosi sull'argomento, sono ognuna un raggio che penetra la materia sensibile, la morte, la natura, la lingua e le lingue, Leopardi, Dante, il dantismo e i misteri dell'esegesi, rianimando nei lemmi prescelti figure, personaggi, suoni, intere aree presemantiche, semantiche e concettuali, origini biografiche e archetipiche. Ciò lo rende uno strumento scientificamente curato, testato ogni volta su una problematica critica che faccia il punto su un comparto autoriale di ingente vastità bibliografica. Queste le caratteristiche e gli obiettivi del volume, rivolto agli studenti e ai docenti interessati a un rinnovato incontro con un poeta grandissimo, le cui contraddizioni e proverbiali complicazioni di mente e di cuore sembrano contenere in sé, avviluppata e in parte ancora prigioniera, tutta la nostra modernità. -
«Col rovescio del binocolo». Montale e il sublime del comico
Il volume è un percorso di lettura attraverso la quarta raccolta di poesie di Eugenio Montale, Satura, che costituisce un vero e proprio ponte fra le prime tre (Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro) e le ultime tre (Diario del ’71 e del ’72, Quaderno di quattro anni, Altri versi): in questo quarto libro sembrano infatti coesistere elementi sublimi, caratteristici della prima produzione, ed elementi comici, più frequenti nell’opera del Montale senile. Possiamo dunque parlare di una forma di “sublime del comico”, un vero e proprio shock tra aulico e prosaico che dà luogo a una raccolta ricca di contraddizioni e di novità: una svolta nella lirica montaliana, interpretabile da diverse prospettive e soggetta a molteplici letture. -
Hjelmslev e la teoria delle correlazioni linguistiche
Il volume traccia la genesi e lo sviluppo della teoria delle correlazioni linguistiche di Louis Hjelmslev, uno dei più importanti linguisti strutturalisti del secolo scorso. Attraverso l'esame dei testi editi e delle fonti inedite, si ricostruisce lo sforzo di Hjelmslev di identificare, descrivere e formalizzare le leggi che regolano la struttura e l'evoluzione dei sistemi linguistici, a partire dall'assunto secondo cui gli elementi di una qualsiasi categoria contraggono opposizioni vaghe, di tipo prelogico. Tale idea, denominata ""partecipazione"""", costituisce la risposta di Hjelmslev alla teoria della marcatezza sviluppata negli anni Trenta del Novecento da Roman Jakobson e Nikolai Trubeckoj. Esplorandone gli ingredienti concettuali e mostrandone la portata in quanto tentativo di formalizzare il funzionamento della logica naturale del linguaggio, il libro pone un utile tassello nella ricostruzione del pensiero strutturale in quanto tale."" -
Lucio Elio Seiano. Il potere all'ombra dell'imperatore Tiberio
Nella vita di Seiano - il prefetto del pretorio dell'imperatore Tiberio - ci sono tutti gli elementi per un noir. Ben Jonson - il drammaturgo amico e rivale di Shakespeare e autore della tragedia Sejanus: His Fall - se ne era accorto già nel Seicento. L'ascesa da origini equestri al consolato, ricoperto addirittura insieme al principe stesso. Le calunnie per aumentare il proprio potere a scapito di membri della famiglia imperiale. L'uso di ""agenti provocatori"""" per accusare gli avversari. L'adulterio con la nuora dell'imperatore. I processi a intellettuali e aristocratici. La crescita esponenziale della sua influenza a Roma dopo l'allontanamento di Tiberio a Capri. Fino al colpo di scena finale: un'improvvisa lettera del principe al senato che, invece di consacrare Seiano coreggente di fatto, condanna a morte l'ignaro praefectus. A chiosa di una carriera maledetta da molti c'è anche l'accanimento del popolo sul suo cadavere, poi gettato nel Tevere. Ma chi è stato davvero questo cavaliere odiato dalle fonti aristocratiche antiche? Un """"mostro"""" che congiurava per diventare imperatore? Un docile strumento del tiranno Tiberio? Un arrivista disposto a tutto? Di certo, un personaggio controverso che ha segnato l'età tiberiana e suscitato, negli antichi e nei moderni, interrogativi sull'ascesa al potere e i suoi pericoli."" -
Evangelista Azzi, cartografo risorgimentale. La vita, le opere, la rete di relazioni (1793-1848)
Compiuta l'unità politica dell'Italia, ben presto ci si rese conto della necessità di avviare un processo di nation building nei confronti della popolazione del nuovo Regno. Tuttavia, nel contesto culturale di quel «lungo Risorgimento» (Gilles Pécout) visioni di Italia erano chiare già da diversi decenni tra quegli uomini di cultura e di scienza che costituivano una comunità d'ampiezza peninsulare ed europea, dove circolavano idee e saperi in grado di travalicare i confini preunitari avvertiti come troppo stringenti. In questo contesto si mosse Evangelista Azzi, topografo militare capace di affermarsi come principale cartografo nella corte di Maria Luigia di Parma, autore delle “immagini” ufficiali delle capitali ducali e promotore di un vasto progetto cartografico all'avanguardia per l'istruzione scolastica dei fanciulli, composto da un atlante e da grandi carte geografiche murali. Il volume analizza la figura di un cosiddetto “cartografo minore” dell'Italia preunitaria, che tuttavia ebbe un'incidenza importante sull'ambiente culturale e pedagogico dell'epoca, riscuotendo anche una certa fortuna internazionale -
Una provincia tutta da inventare. L'annessione dell'Alto Adige all'Italia (1918-1922)
Durante la Conferenza di pace di Parigi, seguita alla Prima guerra mondiale, la delegazione italiana riuscì a ottenere, a dispetto del principio di autodeterminazione, che insieme al Trentino le venisse assegnata anche tutta la regione sudtirolese. Ma cosa indusse il Regno d’Italia, che si era costituito sulla base del mito fondante dell’unità nazionale, a desiderare una terra abitata prevalentemente da tedeschi? Per spiegare come l’Italia abbia programmato e giustificato l’annessione, il volume propone una dettagliata analisi della prospettiva italiana, mettendo in luce aspettative e iniziative che il mondo diplomatico, politico e culturale rivolsero al Sudtirolo nel primo dopoguerra. Fonti pubbliche e private descrivono con quale stato d’animo alla fine della Grande Guerra l’Italia abbia scoperto il Sudtirolo. I discorsi e i commenti sulla nuova terra, sulla sua popolazione e sulla sua cultura testimoniano come l’acquisizione della regione abbia contribuito alla definizione dell’identità nazionale italiana. Ma soprattutto i dibattiti e le pubblicazioni dei contemporanei raccontano come l’Alto Adige, che fino all’inizio del Novecento era l’“invenzione” di un solo uomo, dopo il primo conflitto mondiale sia potuto diventare una nuova provincia del Regno d’Italia. -
Immagini del tempo e della storia nella modernità
Fino a tempi recenti in Occidente è prevalsa una concezione della storia e del tempo storico come una progressione unitaria e orientata al futuro. È quello che Reinhart Koselleck ha definito «concetto moderno di storia» e François Hartog «regime di storicità moderno». Un’idea che aveva preso forma verso la fine del XVIII secolo e che deve le sue origini all’affermazione dell’egemonia europea sul resto del mondo e all’avvio di quella trasformazione radicale del rapporto fra uomo e natura che chiamiamo Rivoluzione industriale. In questi ultimi decenni, la crisi dell’egemonia occidentale e i limiti evidenti di un modello di sviluppo fondato sullo sfruttamento di risorse non rinnovabili hanno contribuito a rimettere in discussione questa visione unitaria, progressiva e lineare della storia. Allo slancio verso il futuro sembra essere subentrato un surplace nel presente. Come mette in evidenza il volume, però, fin dalle sue origini quella visione, apparentemente egemone per quasi due secoli, appariva in realtà fragile e incerta. Già nei primi decenni dell’Ottocento, autori come Chateaubriand e Tocqueville avevano messo in evidenza come democrazia e individualismo dissolvano i legami fra le diverse dimensioni temporali – passato, presente e futuro – e sfocino inevitabilmente in una “tirannia del presente”. -
Fare storia del cinema. Metodi, oggetti, temi
Viviamo schiacciati sul presente, siamo la società dell'oblio, la storia è marginalizzata. Da anni si leggono dichiarazioni di questo tipo, che certificano una tendenza profonda del modo in cui ci rapportiamo al passato. Nonostante la pervasività di questo fenomeno, non tutti i campi del sapere ne sono stati contagiati. Anzi, negli ultimi venti anni gli studi sul cinema sono stati caratterizzati da una ""svolta storica"""", dovuta alla convergenza internazionale di spinte interne ed esterne alla disciplina. Il libro offre un quadro della situazione italiana con una serie di saggi, scritti da studiose e studiosi che a tale processo hanno contribuito in modo determinante, sui metodi - da intendere in senso largo come approcci, campi e programmi teorici transdisciplinari -, gli oggetti - vale a dire fonti e strumenti con cui si fa ricerca - e i temi al centro di questa svolta. Il risultato è un volume vivace e polifonico, che rappresenta i modi in cui oggi si fa storia del cinema in Italia."" -
Itinerari del sapere. Teorie e pratiche della conoscenza in età contemporanea
Il volume raccoglie le riflessioni elaborate in occasione della seconda edizione del Seminario nazionale dei dottorandi e delle dottorande in Scienze politiche dal titolo Il sapere e la sua diffusione nell’età contemporanea. L’indagine sul problema del sapere sorge dalla constatazione della pluralità di prospettive da cui è possibile osservare la costruzione della conoscenza, la sua diffusione e i suoi rapporti con la realtà sociale nel mondo contemporaneo. Nelle cinque parti in cui è diviso il testo si riflette su questi temi seguendo approcci di tipo filosofico, giuridico, politologico, sociologico e storiografico. Il nucleo degli interrogativi da cui muovono i saggi riguarda, in particolare, la questione delle trasformazioni che la velocità, le forme e i modelli del sapere sperimentano nel tempo. Ad accomunare le diverse ed eterogenee ricerche è, pertanto, l’intento di cogliere il nesso fra tali trasformazioni e una serie di dinamiche storico-politiche individuabili nelle società della nostra epoca. -
Sahel: geopolitiche di una crisi. Jihadismo, fragilità statale e intervento internazionale
Teatro della guerra globale al terrorismo, corridoio di tutti i traffici, confine da sigillare, ma anche zona di competizione geopolitica, terra di conquista jihadista, somma di Stati fragili: il Sahel, realtà sempre più al centro dell'attenzione dell'Italia e del resto d'Europa, è attualmente una regione dalle svariate identità, la cui cifra condivisa sembra rappresentata dall'insicurezza. Dieci anni di interventi internazionali e venti di lotta alle insorgenze jihadiste non sono infatti riusciti ad arrestare quelle dinamiche di violenza che caratterizzano e alimentano oggi le molteplici crisi del Sahel, nuova ""frontiera meridionale"""" di un'Europa sempre più inquieta nell'osservare ciò che accade lungo la sponda sud del deserto del Sahara. Scomponendo e analizzando i diversi immaginari geopolitici che nel corso degli ultimi due decenni attori internazionali, gruppi jihadisti e regimi locali hanno cominciato a far convergere e a contrapporre nell'area, il volume indaga le ragioni che pare abbiano reso impossibile stabilizzare il Sahel e garantire la sicurezza di quelle popolazioni civili che stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi."" -
Tradizioni religiose e ordine sociale. Alle origini dell'immaginario giuridico
Lungi dall'essere ""rivelazioni"""" che scendono dal cielo, le religioni sono umanissimi prodotti culturali che variano nel tempo e nello spazio. Ma, a differenza di altre creazioni dell'ingegno umano - come le arti, le scienze e il pensiero filosofico -, esse presentano alcune caratteristiche specifiche: sono archetipi culturali, matrici di senso che lavorano come un crogiolo che miscela e fonde insieme componenti ideali e materiali. Il libro mette in rilievo come le religioni sviluppino un discorso complesso e soprattutto comprensivo, che include, insieme a molti altri elementi, l'ordine sociale, la sua architettura normativa e le sue modalità di funzionamento. Ubi societas, ibi religio: non esistono società o aggregazioni umane prive di religioni, così come non esistono società prive di diritto, di regole di coesistenza."" -
Lo spreco alimentare in Italia. Riflessioni, dati, testimonianze
Obiettivo del volume è promuovere una maggiore conoscenza e consapevolezza su cause, dimensioni, conseguenze e soluzioni percorribili rispetto al fenomeno dello spreco alimentare nel nostro paese. A tale scopo, considerazioni di carattere generale vengono supportate dalle evidenze scientifiche emerse dal progetto reduce, il più importante studio condotto fino a oggi in Italia sull’argomento. Il libro, che si apre con la Prefazione di Andrea Segrè, inquadra il tema con un saggio di Silvio Franco in cui si illustra come sia possibile perseguire un modello di agricoltura sostenibile solo riducendo le perdite e gli sprechi di cibo lungo tutta la filiera agroalimentare. Nella prima parte vengono presentati e commentati i risultati delle analisi condotte nell’ambito del progetto sullo spreco nella grande distribuzione, nelle mense scolastiche e nelle nostre case. La seconda parte raccoglie testimonianze di note figure del mondo della comunicazione, dell’imprenditoria, dell’arte, dell’educazione e della ristorazione, che offrono spunti di riflessione sugli atteggiamenti all’origine di questo fenomeno e sulle possibili azioni per limitarlo. In chiusura, il racconto dell’ultraventennale attività di ricerca di Luca Falasconi. -
Una fede alla prova. Sociologia del cattolicesimo italiano
Il volume ripercorre le trasformazioni del cattolicesimo italiano dalla nascita della Repubblica ai nostri giorni: il suo transito da “senso comune” a libera opzione adottata da una sempre più ridotta minoranza; un sistema di credenze che passa dall’omogeneità alla differenziazione; i vertici della Chiesa e il laicato cattolico organizzato di fronte alle sfide poste dall’incerto credere della società plurale. Tra deposito della fede e strategie di adattamento, una religione che ha concorso a guidare le scelte strategiche del nostro paese e che pare oggi destinata alla quasi irrilevanza politica. -
Breve storia archeologica dell'umanità. Dalle origini alle civiltà preindustriali
L'avvincente storia dell'uomo dalle sue origini nell'Africa tropicale fino all'ascesa e caduta delle grandiose civiltà e città preindustriali, con una particolare attenzione ai mutamenti radicali e agli effetti devastanti determinati da eventi quali l'avvio dell'agricoltura e la domesticazione degli animali o i lunghi periodi di siccità. Un libro che ci fa capire come lo studio del passato, pur lontanissimo dal mondo di oggi, possa assumere un particolare valore alla luce dell'attuale situazione di crisi climatica globale, miseria diffusa e crescente divario tra ricchi e poveri