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Una straordinaria antipatica. Oriana Fallaci giornalista e scrittrice
Oriana Fallaci ha scritto sulle vicende che hanno segnato il secondo Novecento e ce ne ha fatto conoscere i protagonisti; ha colto lo spirito del tempo e lo ha consegnato a una narrazione importante, attraverso un originale linguaggio giornalistico e letterario. Nelle opere la sua biografia si alterna al personaggio-celebrità che lei stessa ha contribuito a creare, fino a fondersi con esso. Amata dai lettori e riconosciuta a livello internazionale, a fronte del successo è stata relegata nell'ambito dell'eccentricità. Fallaci è sempre stata scomoda, per la televisione, i giornali, i partiti, la critica, l'opinione pubblica: è stata un'autrice “antipatica” – si potrebbe dire, parafrasando il titolo di un suo famoso libro. Oggi è possibile raccontare Fallaci riconoscendo indipendenza ai suoi testi, superando lo stereotipo della scrittrice straordinaria tenuta fuori dal canone e quello della personalità eroica, ma anche lo strumentale utilizzo ideologico della sua figura. Grazie a una lettura libera dal pregiudizio, la sua scrittura e il suo stile acquisiscono nuova luce. L'elaborazione della propria soggettività autoriale, maturata nel confronto con grandi scrittori, lo sviluppo della sua individualità di intellettuale militante, la trasformazione del suo personaggio in un mito e la mediatizzazione di quest'ultimo attraverso tanti generi espressivi sono le tre prospettive offerte in questo volume per avviare una riscoperta dell'opera di Fallaci. -
«Cesare taccio». Saggi di critica letteraria
Che cos’è oggi la critica letteraria? Solo accertamento storico-filologico, ricostruzione delle fonti e navigazione intertestuale? Solo spunto per analisi linguistiche o filosofiche? E a quali lettori reali si rivolge chi prova a praticarla anche al di là di questi limiti? Ha senso questo tentativo? È possibile non accettare il disciplinamento che ha ristretto le forme e i generi della critica allo spazio dell’accademia e alle griglie concorsuali e di valutazione? I saggi raccolti nel volume praticano una forma di critica letteraria che risponda a queste domande, spaziando da Dante ai moderni (Čechov, Saba, Montale, Fortini, Cunningham, McCarthy, la letteratura catalana, Auerbach, il canone della lirica). In modi diversi, tentano dunque di superare il confine che separa la letteratura dalla vita reale, anche in cerca di destinatari interessati a forme di critica non specialistica. Ulisse, il piccolo Berto e il bambino di The Road non dovrebbero forse condurci verso la vita interiore e aiutarci a capire il mondo grande e terribile? Ma ne sappiamo davvero ancora parlare, del mondo grande e terribile? Lo sappiamo fare al cospetto dei testi letterari? Il titolo del libro allude a questa rinuncia, ma lascia anche affiorare la fiducia, nonostante tutto, nella capacità di coinvolgerci nelle figure della realtà che la letteratura mette in scena; anche passando per una preterizione. -
Illusioni di potenza. La diplomazia sabauda e la Francia nel cuore del Seicento (1630-1648)
Nel corso del Seicento le relazioni tra il ducato di Savoia e il regno di Francia furono particolarmente difficili. Lo Stato sabaudo, infatti, a causa della strategica posizione geografica, si trovò, suo malgrado, a essere conteso tra le monarchie francese e spagnola. Il volume prende in esame gli anni fra il 1630 e il 1648, che furono cruciali per il ducato sabaudo, governato, dopo il breve regno di Vittorio Amedeo I, dalla reggente Cristina di Francia. La duchessa riuscì a tenere testa alla politica aggressiva del cardinale Richelieu, a proteggere lo Stato piemontese e a consegnarlo quasi integro al figlio Carlo Emanuele II. Per muoversi in questo contesto internazionale così complesso e per misurarsi con avversari tanto pericolosi, Cristina si avvalse di un servizio diplomatico di prim’ordine, che non aveva nulla da invidiare a quello veneziano o romano. Gli ambasciatori piemontesi erano presenti in tutte le sedi europee, pronti a difendere gli interessi ducali e spesso si trattava di diplomatici molto abili, come Claude Chabod, marchese di San Maurizio, inviato in missione in Francia e ai trattati di pace in Vestfalia, o Ludovico San Martino, marchese d’Aglié, che si mise in mostra nel corso della sua lunga ambasciata a Roma. Il libro offre un sintetico profilo della diplomazia sabauda del Seicento e la inserisce nel quadro più ampio degli studi europei sulla diplomazia in età moderna. -
Il tuffatore di Paestum. Cultura del corpo, eros e mare nella Grecia antica
Il tuffatore di Paestum è una delle opere d'arte più belle ed enigmatiche dell'antichità. È un soggetto inconsueto, la cui unicità rappresenta una sfida per gli studiosi di arte e archeologia classica. Si tratta di un'immagine simbolica o di una scena di vita reale? E qual è il suo significato nel contesto di una tomba? La lettura che ne dà Hölscher – illustre studioso fra i massimi esperti al mondo di archeologia classica – è un viaggio avvincente negli spazi e nei tempi che caratterizzavano la vita dei giovani nella Grecia antica, nella delicata fase di passaggio alla condizione adulta. -
Nella mente di un'ape
Le capacità comunicative delle api, intese come collettività, sono note ai più; pochi invece sanno quanto siano intelligenti come individui. In un racconto appassionante, Lars Chittka ci illustra le incredibili risorse cognitive e la sofisticata mente di queste piccole creature, che riconoscono i fiori e i volti umani, mostrano emozioni di base, sono in grado di contare e utilizzare strumenti semplici, risolvono problemi e imparano dall'osservazione degli altri. Esplorando la complessità di un insetto le cui esperienze sensoriali possono essere paragonate a quelle degli esseri umani, Nella mente di un'ape ce ne rivela il mondo, straordinario e davvero sorprendente. -
Cartesio non l'ha mai detto
Cartesio è uno dei più noti filosofi del mondo occidentale, ma, paradossalmente, non è abbastanza conosciuto: tutti credono di sapere ciò che ha detto e molti si dispensano dal leggerlo. Perciò al filosofo della chiarezza e della distinzione è toccato in sorte di essere oggetto di semplificazioni, fraintendimenti, schematismi e riduzioni sommarie che – malgrado gli studi seri e rigorosi che certamente ci sono stati e continuano a esserci – nascono spesso dalla confusione tra ciò che egli ha detto e ciò che altri hanno detto su di lui, compresi i suoi seguaci, i suoi successori, i suoi amici. Kambouchner svolge quindi un lavoro prezioso di costante riferimento ai testi del filosofo al fine di confrontarsi in maniera minuziosa con alcune critiche o alcuni stereotipi che hanno generato una vera e propria vulgata cartesiana, dove pullulano i “veri” Cartesio, disegnati ora da sostenitori dogmatici ora da detrattori superficiali. In ventuno capitoli chiari e pungenti, che affrontano diversi temi della sua filosofia, il volume offre un quadro dei pregiudizi duri a morire, elencati con vivacità e confutati con metodo. -
Inventario medievale. Percorsi, storie e protagonisti dell'età di mezzo
Il Medioevo è un tempo ancora poco definito e uno spazio dai confini labili, una dimensione storica scarsamente conosciuta che continua a essere lo specchio deformante del nostro presente: “cose da Medioevo” si dice, come se non appartenessero ai giorni nostri. Per orientarsi in un Medioevo spesso invisibile a occhio nudo, ma che sottende tutta la nostra storia, bisogna quindi immergersi nel passato con un inventario d'autore e seguirne i percorsi, fatti di storie, personaggi, luoghi e intersezioni, cercando di dipanare una fitta trama di false credenze. Il risultato è il viaggio inusuale e sorprendente che ci propone questo libro. -
L'altrove della tragedia greca. Scene, parole e immagini
Antigone, Medea, Agamennone, Oreste, Edipo… lunga è la schiera degli eroi e delle eroine che sfilano e si muovono sulla scena del teatro di Atene. Qui e ora, nel tempo dello spettacolo, i personaggi del mito vivono le loro storie, come se fosse sempre la prima volta: agiscono, parlano e soffrono, andando incontro al loro destino. Seduto in silenzio nella cavea, il pubblico vede e ascolta. Ma che tipo di esperienza suscita la tragedia? Quali nodi della condizione umana, della conoscenza e della politica sono toccati dall’agire tragico? A quali visioni e a quali emozioni Dioniso, signore della maschera e della follia, conduce gli spettatori insieme ai personaggi stessi? Forse in un altrove dove le identità si lacerano, i discorsi si spezzano, la mente manca la presa della realtà, l’esistenza si disgiunge dall’essenza. Perché è solo perdendosi nella ferita spaesante di un altrove che la parola e lo sguardo possono rigenerarsi, trovando una diversa consapevolezza del vivere. Quell’altrove che noi stessi, ancora, intimamente siamo, anche quando non lo sappiamo e non vogliamo intenderlo. -
L'uomo in azione. Letteratura e mimesis da Aristotele a Zola
Secondo Aristotele, la cosa più importante nella poesia è l’azione. La mimesis della realtà è possibile solo perché la narrazione, che sia epica o drammatica, dà un ordine logico al divenire, stabilendo rapporti causali tra i fatti. Il racconto produce così verosimiglianza e universalità. Questa dottrina è strettamente legata al tentativo aristotelico di reintrodurre il tempo nell’essere, di riconciliare il divenire e la conoscenza. Ma, come mostra il volume, la lunga tradizione poetica occidentale ha fatto un uso spesso diverso del concetto di mimesis o imitazione. All’antica preoccupazione metafisica e conoscitiva, la retorica antica, il Rinascimento italiano e il classicismo francese hanno anteposto la necessità della persuasione e il rapporto con l’opinione pubblica. Questa dualità della mimesis è ancora visibile nell’Ottocento naturalista, che rilancia la sfida della conoscenza, e nel Novecento formalista, che ritrova le esigenze della retorica. -
Hannah Arendt. Filosofia e politica dopo Auschwitz
L'opera di Hannah Arendt prende corpo tra Europa e Stati Uniti, nello sforzo costante di comprendere gli eventi storici più rivelatori delle migliori possibilità e delle peggiori miserie della condizione umana. Riflettendo sul concetto di “politico” dopo Auschwitz, Arendt ha evidenziato i limiti dei precedenti tentativi di afferrarne il significato senza considerare che non l'Uomo al singolare, ma gli esseri umani abitano la Terra. La pluralità che Arendt ha in mente è quella che riesce a trovare piena espressione, attraverso discorsi e azioni, soltanto qualora esista uno spazio pubblico-politico in cui sia possibile condividere un mondo comune, come accadde, in modi differenti e per un breve periodo, nella polis democratica dell'antica Grecia e con il “nuovo inizio” della Rivoluzione americana. Dell'opera di Arendt il libro propone una ricostruzione dettagliata, attenta a cogliere motivi e modalità del suo profondo ripensamento del nesso tra filosofia, politica e storia, compiuto quando appariva ormai inesorabilmente spezzato il “filo della tradizione” risalente alla Bibbia e a Platone e Aristotele. -
Roma altomedievale. Paesaggio urbano, società e cultura (secoli V-X)
Nel corso degli ultimi decenni, in ambito storico e archeologico pochi temi hanno visto una crescita così impetuosa delle ricerche, un aumento così significativo dei dati disponibili e un mutamento così radicale dei paradigmi interpretativi quanto quelli relativi alla Roma medievale, in particolare riguardo al periodo più antico, fino all'anno Mille. La tradizionale visione della città altomedievale appiattita su una interpretazione esclusivamente in chiave di crisi e decadenza è stata messa in discussione dagli studi più recenti che, pur evidenziando la profondità della trasformazione e la gravità dei fenomeni di destrutturazione dell'assetto urbano, hanno messo in luce anche la continuità per tutto il periodo dell'insediamento all'interno dello spazio intramuraneo, l'importanza della città come centro di produzione e come terminale di flussi commerciali a scala mediterranea, il suo rilevante ruolo artistico e culturale. Nel volume alcuni dei più autorevoli specialisti italiani di archeologia, storia, storia dell'arte e cultura della Roma altomedievale tracciano un quadro complessivo dello stato attuale delle conoscenze sulla città dall'età tardoantica fino alle soglie dell'XI secolo. -
Leadership. Teorie, tecniche, buone pratiche e falsi miti
Perché molti governanti amano sfilare sotto la pioggia? Perché i bambini sorridono quando regalano un biscottino e cosa c'entra con la leadership? E ancora, quali caratteristiche fanno crescere la fiducia nel leader? Quali, invece, la fanno perdere? E cosa succede nella mente di chi gestisce il potere? A queste e altre domande risponde il libro, che coniuga gli studi scientifici più recenti con l'esperienza dei grandi leader di tutti i tempi, da Gandhi a Malala Yousafzai, da Marco Aurelio a Winston Churchill. L'autore ribalta alcuni luoghi comuni sul tema attingendo alle conoscenze di diverse aree di studio – dalla psicologia sociale all'antropologia, dalla biologia alla storia – per indagare un campo che è per sua natura complesso e multidisciplinare. Il testo è uno strumento utile ad approfondire l'argomento della leadership in ambito politico, istituzionale, sociale e aziendale. -
Schubert: Sinfonia «Incompiuta
Composta nel 1822, la Sinfonia “Incompiuta” di Franz Schubert è uno dei più celebri e misteriosi brani musicali di ogni epoca. Tragica e lirica, serena e inquietante, ancora oggi la sinfonia affascina e pone nuovi interrogativi a ogni ascolto. Questo libro, dedicato tanto agli appassionati quanto agli addetti ai lavori, ne esamina la storia, la sostanza musicale e il significato estetico, situandola nel contesto politico e sociale in cui vide la luce, la Vienna di inizio Ottocento. -
Puccini: La bohème
La triste storia d'amore tra una sartina malata e un giovane poeta squattrinato… è questo che oggi cerchiamo nella Bohème? Certamente no. La vicenda, un po' scontata e quasi stucchevole, diventa immortale una volta aperto il sipario: da questo momento, complice la musica, lo spettatore cade inesorabilmente nella “rete” ordita dall'autore. Come illustra il volume, La bohème ha un ruolo centrale non soltanto nel percorso personale del compositore, ma anche nell'evoluzione della musica operistica italiana a cavallo tra XIX e XX secolo. Storicizzare Puccini nelle coordinate culturali del suo tempo significherebbe congelarlo nel passato, mentre tutta la sua opera è vivissima e in sintonia con la civiltà e la sensibilità della nostra epoca. Scopriamo così che il musicista non è l'ultimo rappresentante della tradizione melodrammatica italiana, ma il primo di una nuova epoca. -
Maria Callas
Il volume traccia il profilo di Maria Callas (1923-1976) come cantante-attrice, illustrando il suo percorso artistico attraverso i registi con i quali collaborò nella sua carriera, dagli anni ateniesi all’incontro con l’amato Pasolini. Dalla Wallmann a Visconti, da Zeffirelli alla Pavlova: da tutti il celebre soprano assorbì indicazioni e consigli reinterpretandoli secondo la propria sensibilità ed esperienza. Ogni dettaglio recitativo, gesto, movimento era da lei analizzato criticamente, ripetuto e perfezionato in lunghe prove, come avviene in genere sulla scena della prosa. La forza ineguagliabile delle sue interpretazioni risiede dunque nella perfetta fusione tra canto e gesto teatrale. Emerge così il ruolo centrale che Maria Callas ha svolto nello sviluppo della regia nel teatro d’opera. -
L'italiano dell'economia
A Napoli, a metà del Settecento, Ferdinando Galiani pubblica il trattato Della moneta e Antonio Genovesi tiene per la prima volta corsi di economia in lingua italiana; in quello stesso periodo si diffonde l'espressione carta moneta, calco dell'inglese paper money. Oggi la lingua specialistica dell'economia e della finanza è ingrediente quotidiano del dibattito pubblico. Quali sono le sue parole chiave, e che origine hanno termini come asset, borsa, spread, titoli tossici? Come parlano e come scrivono gli economisti, i cronisti finanziari, gli operatori bancari? Il libro propone un panorama completo e rigoroso per guidare studenti e lettori lungo la storia dell'italiano dell'economia, dai grandi mercanti medievali che hanno conquistato l'Europa fino a Mario Draghi e alle crisi finanziarie degli anni Duemila. -
Hitchcock: La donna che visse due volte
Considerato per anni un’opera minore nella carriera di Alfred Hitchcock, La donna che visse due volte (1958) ha in seguito ottenuto una rivalutazione radicale, fino a essere considerato fra i titoli più importanti dell’intera storia del cinema. Sospeso tra realtà e sogno, thriller e melodramma, prodotto popolare ed esperimento d’autore, il film del maestro della suspense non somiglia a nessun altro e costituisce un unicum per la sua capacità di esaltare ogni dettaglio dello stile cinematografico. Il volume ne ripercorre la genesi e la realizzazione, offre una sintesi delle principali interpretazioni di critici e studiosi, analizza l’influenza sui cineasti di oggi e affronta tutti i motivi per cui è divenuto un oggetto privilegiato di indagine. -
Storia delle letterature slave. Libri, scrittori e idee dall'Adriatico alla Siberia (secoli IX-XXI)
Il volume offre un percorso dedicato alle letterature slave, dalla tradizione orale e medievale all'età contemporanea, uscendo da una prospettiva che le vede in genere ai margini del canone occidentale e giovandosi delle recenti acquisizioni della slavistica. Superando la questione del valore estetico della produzione medievale, particolare attenzione è rivolta agli iniziali orientamenti verso il mondo latino germanico e bizantino e alle molteplici funzioni dei libri e dei testi che hanno contribuito a formare la memoria culturale dei popoli slavi. L'esposizione prosegue con la diffusione dell'umanesimo e del rinascimento e gli sviluppi d'epoca barocca e illuministica, fornendo alcune piste di ricerca per i secoli successivi fino ai nostri giorni. Il testo, ricco di approfondimenti curati da diversi specialisti, propone una sintesi in chiave comparativa di questa importante eredità letteraria, solidamente europea ma di respiro universale, mettendo in luce le relazioni con la nostra letteratura. Lo studio è completato da una cronologia che enumera opere e autori delle letterature slave a confronto con le altre produzioni scrittorie e letterarie, soprattutto europee, fino agli esordi del romanticismo. -
Lineamenti di neuropsicologia clinica
Profondamente rinnovata in tutti i capitoli grazie all'impegno dei più stretti collaboratori e allievi di Dario Grossi – il cui contributo al testo, oltre che alla cultura e alla ricerca in Neuropsicologia, rimane fondamentale –, questa terza edizione mantiene lo spirito didattico e la struttura delle prime due. Fondata sempre sulla descrizione della presentazione clinica, che rappresenta l'elemento cardine per la definizione diagnostica, la comprensione e il necessario inquadramento teorico dei disturbi delle funzioni cognitive, costituisce un'agile guida ai temi della Neuropsicologia clinica, utile per psicologi, neurologi, geriatri, fisiatri e riabilitatori interessati ai disturbi cognitivi dell'età evolutiva e dell'età adulta. Infine, come nelle precedenti edizioni, presenta un elenco dei test neuropsicologici più diffusi in Italia, divisi per dominio cognitivo e corredati delle indicazioni bibliografi che, in modo da aiutare lo studente e il professionista nella sua preparazione. -
Digital humanities. Metodi, strumenti, saperi
Il volume propone un'introduzione rigorosa e multidisciplinare a un campo di studi in continua espansione ed evoluzione, con una prospettiva che valorizza la tradizione di studi italiana, pur collocandola nel vivace scenario internazionale. I saggi che lo compongono forniscono una mappa della “galassia” delle Digital Humanities, articolandosi in due parti: la prima si concentra su aspetti metodologici fondazionali e trasversali a tutti i saperi umanistici; la seconda presenta una serie di approfondimenti su temi di ricerca e risultati conseguiti in specifici ambiti disciplinari. Il testo, rivolto agli studenti, agli studiosi e agli operatori nei settori culturali e comunicativi, dà una visione delle possibilità offerte agli studi umanistici dalla transizione digitale. Cogliere queste opportunità permetterà di superare la fase della “difesa” di un passato glorioso per rivendicare la centralità di un sapere capace non solo di misurarsi con le sfide complesse dei tempi presenti, ma anche di contribuire alle prospettive di quelli avvenire.